Bravo Angela, ma metà della Città sta peggio di come sembra

Caro Direttore,
La trasmissione su Torino di Alberto Angela è stata molto bella e per la nostra Città è stato un grande spot pubblicitario come mi hanno confermato  parecchi amici e imprenditori dei trasporti di altre regioni che ho conosciuto bene quando sono stato al Governo come Sottosegretario di Stato ai Trasporti. La bellezza delle nostre Piazze e dei nostri Palazzi è emersa nel suo fulgore.
Invece di parlare di Olimpiadi invernali avrei parlato di più sul grande contributo dato da Torino alla rinascita italiana del secondo dopoguerra con l’industria dell’auto e l’epoca di Italia 61. Parlare dell’industria dell’auto avrebbe dato un messaggio a Roma e alla Europa sulle decisioni che si stanno prendendo. Per rilanciare l’economia nazionale l’industria torinese infatti è più importante persino di Milano perché dieci regioni almeno sono condizionate dall’andamento della produzione delle auto.  Parlare della mobilità del futuro collegata al nuovo Centro per la IA sarebbe stato utile anche per attrarre i neo laureati che invece pensano di andare all’estero a cercare occasioni di lavoro.  Certo per la metà della nostra Città che non se la sta passando bene e che vive nei quartieri come Barriera e Aurora  si sarebbe potuto sottolineare la necessità di interventi di ristrutturazione delle periferie e di un Piano casa importante come fu il Piano Casa di Fanfani. Sono cose su cui si deve parlare urgentemente perché metà della Città che non se la passa bene dovrebbe essere in cima ai pensieri delle forze politiche cittadine. Sicurezza, lavoro e i quartieri periferici sono gli argomenti che noi, eredi della storia democristiana, ci portiamo come priorità nel prossimo 2026 che già a gennaio dovrà confrontarsi con le problematiche di Askatasuna lasciate incancrenire dalle amministrazioni di sinistra e gestite male dalla attuale Amministrazione comunale.
Mino Giachino

La leadership a sinistra? Un mistero

LO SCENARIO POLITICO  di Giorgio Merlo

Al di là della simpatia o meno per questo campo politico, è indubbio che c’è un aspetto
misterioso che non è affatto secondario all’interno della coalizione di sinistra e progressista. E
cioè, detto con parole semplici, ma chi è – o chi sarà – il leader dell’alleanza alternativa al centro
destra? Posta così, la risposta è persin troppo semplice da offrire. Ovvero, “si deciderà al
momento opportuno”. Giusto e sacrosanto. Però non credo che il candidato a Premier di una
coalizione sia una sorta di caccia al tesoro. Cioè, qualunque sia la scelta si riduce ad essere una
variabile indipendente ai fini del progetto politico complessivo dell’alleanza stessa. Non lo è per la
semplice ragione che il profilo politico, culturale e programmatico del leader della coalizione non
può solo essere il frutto e la conseguenza della improvvisazione, della casualità e della sfrenata
ambizione dei singoli. E questo perchè, almeno stando al pallottoliere, l’ultimo in ordine di
apparizione è Ernesto Maria Ruffini, meglio conosciuto come “mister tasse”. Parliamo di una
persona che si è candidata recentemente e direttamente a Presidente del Consiglio in virtù di
strane e misteriose legittimazioni e a prescindere da qualsiasi valutazione politica. Cioè parliamo
di una persona che fonda un suo movimento, lo presenta qua e là ai suoi amici e, con un tocco
magico, si sente già seduto direttamente a Palazzo Chigi.
Ora, ho fatto l’esempio concreto di questo Ruffini per avanzare una sola riflessione politica. E
cioè, se si vuole recuperare consenso e credibilità alla politica è possibile che uno si sveglia al
mattino e pensa di essere il candidato più adatto per governare gli italiani? Ma passa attraverso
queste modalità la selezione di una classe dirigente, e di governo, autorevole, qualificata,
rappresentativa e realmente credibile? Sarebbe questa la strada più congeniale per replicare e
controbattere la deriva “dell’uno vale uno” di grillina memoria?. Insomma, detto con parole più
semplici, la politica come potrebbe diventare più credibile e più seria e incentivare la
partecipazione dei cittadini al voto e alla vita politica stessa se questi sono i meccanismi concreti
per raggiungere e conquistare il potere? Sarebbero queste, cioè, le pratiche di rinnovamento, di
cambiamento e di discontinuità da introdurre come alternativa più credibile e più seria rispetto
all’attuale coalizione di governo?
Per queste ragioni, semplici ma soggettive, credo sia necessario richiamare un principio di banale
buon senso. E cioè, il candidato a Premier di una coalizione – di per se stessa plurale e composita
al suo interno – rappresenta il punto di riferimento per eccellenza del profilo politico e
programmatico della coalizione stessa. Come si può, per citare sempre questo Ruffini, sostenere
che Elly Schlein, segretaria del principale partito della sinistra italiana e candidata naturale a
rappresentare la guida dell’alleanza di sinistra e progressista, è del tutto “inadeguata” al ruolo di
Premier in una coalizione dove il suo partito rappresenta quasi il 50% di quel cartello elettorale? E
sentirselo dire da uno che non ha mai avuto e che non ha un partito alle spalle, che non ha mai
fatto attività politica se non ricoprire ripetuti ruoli di sottogoverno e ben retribuiti, che non si è mai
confrontato con il corpo elettorale ma che si sente, in virtù di una legittimazione misteriosa, del
tutto legittimato a rappresentare gli italiani?.
Ecco perchè, forse, sarà opportuno riscoprire sino in fondo il vecchio monito di Pietro Scoppola
per rilanciare e riscoprire l’importanza e la serietà della politica. E cioè sapere unire, in ogni
momento e in ogni fase politica, “la cultura del comportamento con la cultura del progetto”. Vale
per tutti, credo, ma soprattutto per i parvenu che si credono i nuovi salvatori della patria.

Campionati nazionali Esordienti A e di categoria UISP

Al Palanuoto di via Filadelfia 89 a Torino dal punto di vista agonistico il 2026 si aprirà con i Campionati nazionali Esordienti A e di categoria della UISP, patrocinati dalla Città metropolitana di Torino. Le gare sono in programma sabato 10 e domenica 11 gennaio.Alla manifestazione possono partecipare le atlete e gli atleti delle categorie Giovani in regola con il tesseramento UISP per l’anno 2025-2026 e in possesso del certificato medico. Ogni società affiliata alla UISP potrà partecipare con un numero illimitato di atleti, ogni atleta potrà partecipare a due gare individuali più le staffette e ogni società potrà iscrivere due staffette per categoria. Le iscrizioni dovranno pervenire alla segreteria organizzativa dei campionati con la procedura di iscrizione on line sul sito www.uisp.it/nuoto entro il 5 gennaio.

Sabato 10 gennaio, dopo il riscaldamento, le prove inizieranno alle 14 nella vasca da 25 metri. Si disputeranno i 100 misti, i 50 dorso, i 100 stile libero, i 50 rana, i 100 farfalla e la staffetta 4×50 mista a stile libero. Domenica 11 le gare saranno i 200 misti, i 50 farfalla, i 100 rana, i 50 stile libero e i 100 dorso.

I dettagli della manifestazione sono consultabili sul sito della UISP alla pagina www.uisp.it/nuoto/pagina/campionati-nazionali-nuoto-esordienti-a-e-categoria-uisp-2025

Più fondi per la competitività delle imprese

La Giunta regionale, su proposta degli assessori Andrea Tronzano e Matteo Marnati, ha approvato un incremento di 9 milioni di euro per la misura “Voucher certificazioni PMI per competitività e sostenibilità”, portando la dotazione complessiva a 17 milioni di euro.

L’intervento, finanziato nell’ambito del Programma Regionale FESR 2021-2027, Priorità I “RSI, competitività e transizione digitale”, risponde all’elevata domanda da parte delle imprese: sono pervenute 968 richieste, per un fabbisogno superiore al budget iniziale di 8 milioni stanziato nello scorso mese di maggio.

“Con questo nuovo intervento – dichiarano il presidente della Regione Alberto Cirio e gli assessori alle Attività produttive Andrea Tronzano e all’Innovazione Matteo Marnati – diamo una risposta immediata a quasi mille imprese che hanno creduto nella misura, premiando il loro impegno verso qualità e sostenibilità. Le certificazioni non sono un costo, ma un investimento strategico: aprono mercati, qualificano l’impresa e creano fiducia. In questo modo la Regione aiuta chi investe nel futuro produttivo del territorio, supportando chi vuole crescere, innovare ed essere competitivo”.

La misura prevede contributi a fondo perduto per le micro, piccole e medie imprese che intendono dotarsi di certificazioni volontarie (ISO, EMAS, ecc.), strumento sempre più richiesto per accedere a mercati internazionali, gare pubbliche, filiere industriali e programmi di sostenibilità.

Grazie al nuovo stanziamento sarà possibile scorrere integralmente la graduatoria delle imprese che hanno presentato domanda, evitando esclusioni e valorizzando la forte adesione dimostrata dal tessuto produttivo piemontese.

Galleria Beaumont, Medagliere e Gabinetto Cinese: i tesori reali di nuovo in mostra

Da lunedì 22 dicembre  una importante sezione dei Musei Reali di Torino torna a essere visibile nel suo splendore, in tempo per celebrare le festività invernali. Si tratta della Galleria Beaumont dell’Armeria Reale, del Medagliere e del Gabinetto Cinese, oggetto negli ultimi mesi di una serie di lavori di riqualificazione.

Gli interventi, realizzati grazie ai finanziamenti del PNRR – Missione 1, Componente 3 “Turismo e Cultura 4.0”, Intervento 1.3 “Migliorare l’efficienza energetica di cinema, teatri e musei”, finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU, si sono indirizzati verso un significativo miglioramento della sostenibilità energetica, della qualità degli ambienti e dell’esperienza di visita.

In particolare, si è provveduto a compiere un complesso aggiornamento ed efficientamento degli impianti di controllo della temperatura e dell’illuminazione, oltre alla manutenzione dei serramenti storici, con il fine di ottimizzare il microclima, valorizzare le architetture storiche e rendere più confortevole la fruizione degli spazi.

È una grande emozione per me, dopo poco più di due mesi di Direzione, aprire nuovamente al pubblico alcuni degli ambienti più singolari e identificativi del Palazzo Reale, fulcro del percorso di visita dei Musei Reali di Torino – dichiara la Direttrice Paola D’AgostinoSono ambienti magici, raffinati, antichi e moderni al tempo stesso. In queste ultime settimane sono rimasta ammirata nel vedere la professionalità e la cura sia del personale dei Musei Reali, sia delle imprese coinvolte. Sono orgogliosa che i Musei Reali di Torino abbiano terminato nei tempi previsti un altro importante intervento finanziato dal PNRR e finalizzato al miglioramento della sostenibilità energetica e dell’esperienza di visita.

 

L’Armeria Reale nella Galleria Beaumont e il Medagliere Reale

Istituita dal re Carlo Alberto di Savoia nel 1837, l’Armeria Reale di Torino, con oltre cinquemila manufatti, che coprono un arco cronologico che dalla Preistoria giunge all’inizio del Novecento, è una delle più ricche e prestigiose collezioni di armi e armature d’Europa, situata ancor oggi all’interno della sua sede originaria, nello spettacolare scenario settecentesco della Galleria Beaumont, così chiamata per la decorazione con Storie di Enea eseguita sulla volta da Claudio Francesco Beaumont tra il 1738 e il 1743. Nel 1842 il museo venne ampliato con la Rotonda progettata da Pelagio Palagi, destinata alle collezioni più recenti, tra cui la raccolta di armi orientali. Con l’avvento della Repubblica nel 1946, l’Armeria divenne quindi museo statale.

Le raccolte dell’Armeria Reale riuniscono oltre 5.000 oggetti, dei quali circa 1.700, esposti al pubblico. Accanto agli armamenti appartenuti ai Savoia, spiccano i capolavori dei più celebri armorari italiani ed europei, le armi commissionate da re, imperatori e condottieri, oltre a rarissimi cimeli quali la spada medievale creduta di San Maurizio.

Nella Rotonda, che ospita armi appartenute a Napoleone Bonaparte e agli ultimi sovrani d’Italia, figura anche una scelta delle importanti raccolte di oggetti extraeuropei.

L’attuale allestimento, inaugurato nel 2005, conserva gli elementi espositivi ottocenteschi e adotta il criterio scenografico fedele al progetto originario di Carlo Alberto, nelle grandiose panoplie collocate sulle pareti e nella suggestiva parata di cavalieri in armi su cavalli lignei bardati, che a coppie si fronteggiano dai due lati opposti della Galleria, evocando visioni di tornei, battaglie e sfilate militari.

Con l’Armeria Reale, riapre anche il Medagliere Reale, una delle raccolte numismatiche più significative d’Italia, che conserva oltre 31.000 pezzi, di cui 28.601 monete e 3.700 tra medaglie, sigilli e impronte.

La collezione nasce nel 1832 per volontà di Carlo Alberto, che la inserisce nel più ampio programma culturale volto a conferire prestigio storico al Regno di Sardegna.

Ben presto la vocazione del Medagliere supera i confini della storia sabauda, ampliandosi a monete antiche e medievali e a emissioni di altri Stati. Tra le acquisizioni più rilevanti figura la collezione Gradenigo (circa 20.000 monete, tra cui 8.000 greche e 3.000 medievali). Questi ampliamenti definiscono l’identità enciclopedica del Medagliere, che diventa una risorsa essenziale per gli studi numismatici ottocenteschi.

 

La riqualificazione dell’Armeria Reale e del Medagliere Reale è nata dall’esigenza di migliorare le condizioni di conservazione delle collezioni e, al tempo stesso, elevare la qualità dell’esperienza di visita.

 

I lavori di efficientamento energetico che hanno riguardato l’Armeria Reale e il Medagliere, finanziati dai fondi PNRR, hanno visto, per tutta la loro durata (solamente 160 giorni), la presenza costante dei restauratori dello staff dei Musei Reali e della ditta di restauro Rava, in affiancamento alla ditta Quintino.

 

L’iter ha preso avvio con la movimentazione dei 15 manichini di cavalli bardati e delle 35 armature presenti nella Galleria Beaumont e nella sala Rotonda proteggendo tutti gli apparati decorativi delle pareti e le vetrine storiche di tutti gli ambienti con apposite intelaiature che permettessero il controllo delle opere e la loro tutela.

Si è quindi passati a installare un nuovo impianto di controllo della temperatura in grado di garantire condizioni termiche più stabili durante tutto l’anno, rendendo possibile anche il raffrescamento estivo nei locali dotati di ampie superfici vetrate.

Il progetto, curato in più fasi dagli architetti Filippo Masino, Marina Feroggio, Carlotta Matta e Stefania Dassi, con il supporto della curatrice Giorgia Corso e della restauratrice Alessandra Curti, ha previsto l’inserimento di una pompa di calore ad alta efficienza e la sostituzione dei radiatori con 15 nuovi ventilconvettori, posizionati all’interno di arredi progettati su misura, con finiture cromatiche in armonia con l’estetica delle boiserie e degli allestimenti storici.

Gli operatori della ditta Rava si sono dedicati al delicato smontaggio della porzione dello storico pavimento in marmo della Galleria e in legno della Rotonda, per permettere alla ditta Quintino di sostituire le linee impiantistiche termiche. Al termine, si è proceduto a ricollocare le lastre antiche e integrato, ove necessario, le parti mancanti, a eseguire la pulitura e a stendere una cera protettiva.

 

Al fine di garantire una migliore resa cromatica e un’illuminazione più uniforme delle architetture e dei manufatti, l’intero apparato illuminotecnico è stato aggiornato con sorgenti LED di ultima generazione.

Si sono così valorizzate le volte dipinte, i dettagli decorativi e le collezioni, ottimizzando allo stesso tempo i consumi energetici. Oltre ai fari per l’illuminazione diffusa delle volte e dei soffitti e puntuale di elementi esposti di rilievo quali i cavalli e le armature, l’intervento ha incluso anche la sostituzione delle 200 lampadine dei torcieri storici e delle strisce led che illuminano l’interno delle vetrine.

Anche i serramenti sono stati sottoposti a un’azione di manutenzione e miglioramento funzionale, con l’applicazione di nuove pellicole a controllo solare UV/IR, in grado di proteggere il patrimonio artistico dai danni provocati dalle radiazioni e dalla luce solare, senza alterare la visibilità e la luminosità degli ambienti.

Oltre che a favorire un miglioramento energetico, l’intervento al Medagliere Reale si è indirizzato verso l’installazione di un rinnovato apparato illuminotecnico per garantire una maggiore visibilità e fruibilità del patrimonio numismatico. Con queste operazioni, si inaugura una nuova fase per il Medagliere che porterà a presentare, all’interno delle vetrine palagiane, un palinsesto di inedite esposizioni temporanee.

Il percorso dell’Armeria Reale si completerà nel 2026, con l’apertura della Rotonda, dove i lavori sono conclusi e l’ambiente riconsegnato dall’Impresa ai Musei Reali, al momento ancora chiusa al pubblico per il riallestimento.

Il Gabinetto Cinese

La chiusura temporanea dell’Armeria Reale ha consentito, inoltre, di programmare un restauro conservativo anche nell’adiacente Gabinetto Cinese dell’Appartamento di Rappresentanza. Questo straordinario ambiente, realizzato negli anni Trenta del Settecento su progetto dell’architetto Filippo Juvarra per Carlo Emanuele III di Savoia, re di Sardegna, si caratterizza per la sua eccezionale qualità artistica, in cui spiccano i pregiati pannelli laccati su fondo nero, provenienti dalla Cina, raffiguranti motivi naturalistici con fiori, foglie, uccelli, insetti e rocce. A questi si aggiungono le decorazioni parietali eseguite nel 1736 dal torinese Pietro Massa, che rendono il Gabinetto Cinese un raffinato esempio della moda per le cineserie in Europa, e la decorazione della volta, a opera di Claudio Francesco Beaumont, con scene mitologiche tratte dall’Iliade, tra cui il Giudizio di Paride.

La sala, unica per eleganza e preziosità, conserva anche sei grandi specchiere e numerosi arredi, come un divano, un paravento, sedie e sgabelli con rivestimenti in tessuto. Su quattro tavoli a muro si possono apprezzare i dinamici gruppi in marmo raffiguranti le Allegorie delle Stagioni, capolavori dello scultore veneto Francesco Bertos (1739), sopra il camino un Mosè scolpito da Filippo Collino (1758) su modello del celebre capolavoro di Michelangelo e, sulla specchiera, l’orologio da parete in bronzo dorato e cesellato con meccanica francese (1740 circa).

I lavori, diretti da Tiziana Sandri e Lorenza Santa, durati cinque settimane e resi complessi dalla compresenza di arredi, sculture e apparati decorativi fissi, hanno inizialmente previsto una preliminare depolveratura generale delle pareti e degli arredi mobili, al fine di rimuovere i depositi di particolato incoerente e recuperare una migliore leggibilità delle superfici decorate. Il laboratorio di restauro dei Musei Reali è quindi passato alla manutenzione dei preziosi pannelli laccati orientali e ha effettuato una operazione di pulitura sulle Allegorie delle Stagioni di Francesco Bertos, che presentavano un generale offuscamento superficiale.

Liberata la sala dagli arredi, si è passati sia all’intervento conservativo sulla volta dipinta da Beaumont, sia sull’apparato decorativo in stucco dorato.

 

Il progetto ha inoltre previsto la manutenzione del lampadario ottocentesco a diciotto bracci, con la pulitura e il lavaggio di tutti i pendenti in cristallo molato di Boemia e delle parti in vetro soffiato.

 

Progresso regresso

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Se ci chiedessero cosa sia il progresso, probabilmente tutti risponderemmo che sia l’evoluzione tecnologica, sociale, culturale di una società; in altre parole, è il miglioramento della vita dovuto a nuove scoperte, nuovi mezzi insieme a cambiamenti sociali intervenuti in seguito all’integrazione etnica ed a modelli di importazione.

In generale, dunque, attribuiremmo al termine una valenza positiva.

Se, tuttavia, analizziamo il progresso, ad esempio della nostra società, nelle sue varie componenti, risulta evidente come spesso ad un dichiarato progresso corrisponda, nella realtà, un cambiamento nei costumi, nelle abitudini, nel modo di pensare non sempre positivo o migliorativo, bensì spesso dannoso per chi lo attua.

E’ il caso, ad esempio, delle comunicazioni: quando avevamo soltanto un telefono a casa non sentivamo il bisogno di stare in contatto con tutto il mondo, continuamente, in modo compulsivo anche quando non vi sia una reale bisogno. Ora che il telefono è come una prolunga del nostro corpo non siamo più liberi di non rispondere o di non dare segno di noi per più di 5 minuti o scatta la caccia all’uomo.

Analogamente, se fino a trent’anni fa ci si trovava per parlare, ascoltare gli amici, organizzare una serata al pub o in discoteca, ora ci si trova tutti su una panchina ma rigorosamente ognuno col proprio smartphone in mano in stile “decerebrato omologato”.

Al ristorante lo smartphone diventa una cybernanny, una tata informatica che tiene occupati i bimbi mentre i genitori mangiano e parlano con i commensali: non ho mai chiesto se sia stato il loro medico a prescrivere loro di andare a cena fuori e, in subordine, diriprodursi.

Potrei proseguire con tanti altri esempi, dove la tecnologia, il progresso, l’evoluzione hanno sì portato vantaggi a scapito, però, della qualità della vita.

Avere la telecamera in casa visionabile dallo smartphone, usare quest’ultimo per accendere la caldaia, comandare una presa elettrica sono sicuramente vantaggi ma a quale prezzo? Quasi tutti noi usiamo il navigatore incluso nel telefonino, più aggiornato rispetto al modello presente nel veicolo; in un ‘epoca in cui le auto hanno tutti i dispositivi di sicurezza immaginabili, ci aspetteremmo che i sinistri stradali, anche gravi, siano ridotti. Mai come in questi anni, invece, si verificano incidenti su ogni tipo di strada, anche quando il guidatore sia sobrio, per la distrazione del conducente che sta guardando il navigatore o sta parlando con il cellulare in mano anziché usare il vivavoce.

Il tempo di reazione di un individuo sano è circa 1 secondo; consideriamo che, andando a 90 km/ora, in quel secondo percorriamo circa 25 metri; avete idea in venticinque metri quanti oggetti posso spazzolare tra auto, pedoni, animali selvatici, pali e guardrail? Senza considerare che posso anche andare ad abbracciare chi viene nel senso opposto invadendo la sua corsia.

Alcuni dispositivi (bluetooth sulle vecchie auto) costano tra i dieci ed i venti euro, molti meno di quanto ci costerà la contravvenzione, in ogni caso salvandoci la pelle.

E la TV che ci fa compagnia? Certo, non la guardiamo e proseguiamo il nostro smart working ma il nostro cervello la percepisce ugualmente e, non solo non siamo totalmente concentrati sul lavoro ma, anzi, sottoponiamo il nostro sistema nervoso a troppi stimoli contemporanei, peraltro inutili.

Sembrerebbe una situazione senza via di uscita: in realtà la soluzione, anche se parziale, c’è: usare il cervello decidendo consapevolmente. Se vado a cena fuori con altre persone è perché voglio trascorrere un po’ di tempo in loro compagnia, scambiandoci opinioni, raccontando ed ascoltando i racconti altrui. Se mi isolo alzandomi ogni dieci minuti per rispondere ad una chiamata i casi sono due: o sono un famoso cardiochirurgo, ma difficilmente potrò salvare una vita al telefono, oppure sono uno stolto che ha aderito alla cena pur sapendo che sarebbe stato ore al telefono.

Oppure un’altra ipotesi: sono semplicemente maleducato, ma disquisire se la colpa sia di mamma o di papà diventa difficile perché Mater semper certa est, pater numquam.

Sergio Motta

Delicato e saporito il risotto gamberi e zucchine: un classico

Il riso italiano, altamente nutritivo, digeribile e versatile si presta ad innumerevoli preparazioni

 

Il riso italiano ,“re dei cereali”, e’ tra i migliori al mondo, e’ espressione di cultura e tradizione delle specifiche zone di produzione. Altamente nutritivo, digeribile e versatile si presta ad innumerevoli preparazioni. La ricetta della settimana e’ un primo classico, semplice, che unisce sapori di terra e di mare che si esaltano a vicenda in un dolce e perfetto connubio. Uno degli abbinamenti piu’ amati.

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Ingredienti per 4 persone:

 

350gr.di riso per risotti

200gr,di piccole zucchine fresche

15 gamberi freschi

1 piccolo porro

1 scalogno o 1 piccola cipolla

1 bicchiere di vino bianco secco

1 litro di fumetto di pesce

1 carota, 1 gambo di sedano,1/2 cipolla, un rametto di finocchietto selvatico (per il fumetto)

burro/olio q.b.

prezzemolo tritato q.b.

sale q.b.

Sgusciare i gamberi (avendo cura di tenere da parte le teste e i gusci), eliminare il filetto nero, lavare velocemente. Preparare il fumetto di pesce, portare a bollore l’acqua con gli scarti dei gamberi,cipolla, carota, sedano e poco sale, filtrare.

Tritare lo scalogno. Lavare e tagliare le zucchine a rondelle sottili. Scaldare l’olio/burro in una larga padella, rosolare lo scalogno e il porro tagliato a rondelle, aggiungere il riso e farlo tostare a fuoco vivace finche’ i chicchi diventano traslucidi. Bagnare con il vino bianco, lasciar evaporare. Aggiungere poco alla volta il fumetto di pesce bollente. A meta’ cottura unire le zucchine e poi aggiungere i gamberi. Aggiustare di sale.Togliere dal fuoco, completare con il prezzemolo, mantecare con una noce di burro, lasciare riposare per due minuti e servire.

 

Paperita Patty

Cede balaustra, donna ferita. Il marito cade nel Po

In Lungo Po Antonelli, al numero 105, sono intervenuti i soccorsi per una donna di circa 70 anni rimasta ferita dopo una caduta lungo una scarpata. Secondo una prima ricostruzione, la donna si sarebbe appoggiata a una balaustra in legno che ha improvvisamente ceduto, facendola scivolare lungo il pendio sottostante. Non è finita in acqua, ma nella caduta ha riportato la frattura di un braccio. Nel tentativo di aiutarla, il marito è invece scivolato nel fiume, venendo prontamente soccorso da un passante che si trovava in zona. L’uomo non ha riportato traumi e non è stato necessario il suo trasferimento in ospedale.

Uomo trovato senza vita in casa: era morto da giorni

E’ morto per cause naturali. A lanciare l’allarme sono stati i residenti di via Bagnasco, preoccupati per il forte cattivo odore che proveniva dall’abitazione di un uomo di 70 anni. Dopo aver provato a contattarlo senza  risposta, hanno deciso di chiedere l’intervento dei soccorsi.

Sul posto i vigili del fuoco insieme alla polizia locale. Una volta forzato l’ingresso, all’interno dell’appartamento hanno riscontrato una situazione di forte disordine e un odore molto intenso, fino al rinvenimento del corpo.

Il ritrovamento è avvenuto nella giornata odierna, ma il decesso risalirebbe con ogni probabilità a diversi giorni fa. Al momento vengono escluse sia cause violente sia l’ipotesi di suicidio.