La Signora del Profumo
Da tempo siamo presi da crisi internazionali, economiche, politiche, idealismi sospesi (se non dimenticati), guerre e carestie. Contemporaneamente, e forse in modo isterico, nel nostro quotidiano la fanno da padrone mode fatue, consumismo, edonici atteggiamenti ed egoistiche superficialità.
Eppure l’umanità sa essere ancora ‘altro’ e il volume di Carmelina Novembre lo conferma avendo scritto un libro particolare, composto con stile personale e godibilissimo. Lei è in grado di trasportare il lettore in un’altra dimensione, una nuova forma di ricerca del tempo perduto, con sensazioni e ricordi particolarissimi.
I binari su cui scorre il suo lavoro sono due: Il primo è che Carmelina Novembre vanta una professione piuttosto rara: la profumiera. Non è attività semplicemente commerciale, quanto il lavoro di chi sa creare profumi grazie al dono di un particolare olfatto, una sensibilità fuori dal comune e la capacità di ripercorrere il proprio passato, come quello di antiche generazioni contadine lucane, ricche di immote saggezze popolari, ancora presenti e in grado di costruire culture.
Queste le fonti di Carmelina, figlia di un tempo immemore, atto a sollecitare sensi e memorie, caratteristica astratta già immortalata nei lavori di Marcel Proust (come l’immersione di un pasticcino Madeleine nel tè, che scatenerà ricordi ed emozioni nel suo immortale ‘Dalla parte di Swann’).
Come si possono ricreare profumi che richiamino il pane fresco di paese o il profumo della biancheria che si asciuga al sole? Non lo sappiamo e forse non lo sa neanche lei, perché la vita è un’alchimia di situazioni che spesso sfuggono al cosiddetto senso comune.
Seconda protagonista del libro è l’enigmatica figura di Gustavo Rol, famosissimo veggente mancato nel 1994 e soprattutto conosciuto a Torino (anche se fu internazionalmente famoso) dal dopoguerra in avanti per le sue incredibili esperienze esoteriche.
Dopo una serie di combinazioni, che proprio combinazioni probabilmente non sono, queste due esistenze, pur senza essersi mai conosciute, si incontrano nel 2012 e si giurano una immateriale fedeltà; ciò porterà in frutto la creazione di un profumo particolare, dai contorni magici, e a lei suggerito proprio dallo spirito di Rol.
Ora da decidere quale mistero si nasconda dietro questo meraviglioso e inebriante profumo, ma alla base di questa Essenza c’è soprattutto la missione di ‘fare del bene’ allo spirito di chi se ne serve.
Senza obbligare nessuno a crederci, noi siamo convinti di questo contatto con l’aldilà, ma soprattutto ci sentiamo di consigliare la lettura de “IL MISTERO DEL PROFUMO DI ROL” a chi considera che la vita sia un dono e che non si limiti a meccanicistici incontri di cellule e concatenazioni materiali.
Ferruccio Capra Quarelli
IL MISTERO DEL PROFUMO DI ROL, di Carmelina G. Novembre, Bonfirraro edizioni, 2024. In libreria e in rete. Euro 18,90

Non c’è neppure il mito della Fiat distrutto da Elkann di cui Christillin vuole diventare il custode testamentario, avendo accumulato esperienza con le mummie egizie. Mi ha colpito che lei stessa si è definita “storica” .Da quando? Non sapevo. Angela ha anche reso quasi equanime omaggio alle due squadre di calcio torinesi, ma di questi temi non dico perché sono acalcistico ed asportivo. E’ mancato un richiamo benché minimo al Liberty, una parte di storia torinese fondamentale che è stata trascurata proprio dai torinesi e dai vari assessori disattenti alla cultura. Al contrario è stato richiamato in modo insistito la Ferrari che con Torino non ha legami perché la casa di Maranello è presente al Museo dell’ automobile ,ma non nella storia della città. Meritava invece al Museo un accenno alla Lancia, fagocitata dalla Fiat, incapace anche solo di imitare lo stile del concorrente che ebbe anche lui la disgrazia di un discendente non all’altezza. La Littizzetto ha evitato le solite volgarità e si è inventata gastronoma: bagna cauda, bicerin e altro, secondo un copione banale trito e ritrito che anche i telespettatori di Canicattì conoscono, senza bisogno delle sue mediazioni televisive. Angela ha parlato di Museo Egizio e di Museo del Risorgimento e di Basilica di Superga. I monarchici in collegamento , mentre si sentivano orgogliosi del passato , non potevano non sentirsi in imbarazzo per un presente non proprio esemplare che farebbe infuriare l’ultimo Sovrano Umberto II ricordato anche lui da Angela . Sulle macerie della Fiat svetta la Torino dei grandi Savoia da Emanuele Filiberto a Vittorio Amedeo ll, al Conte Verde al Conte Rosso . Noi siamo alle prese con Askatasuna e con lo snobismo delle madamine. Che tristezza!

LETTERE 





