LIFESTYLE- Pagina 94

Carmagnola, gemellaggio con il Peperone Crusco di Senise e la Salsiccia di Bra

Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola (TO)

PEPERONE DAY

Domenica 3 settembre

 

Il concorso mostra/mercato del peperone con la sfida tra i produttori locali e il gemellaggio con il Peperone Crusco di Senise e la Salsiccia di Bra

 

 

Nella capitale italiana del peperone, il protagonista assoluto si potrà degustare ed acquistare nelle sue cinque tipologie riconosciute dal consorzio dei produttori: il quadrato, il trottola (a forma di cuore con punta leggermente estroflessa o con punta troncata), il lungo o corno di bue (cono molto allungato), il tumaticot (tondeggiante e schiacciato ai poli, come un pomodoro) e il quadrato allungato. Le prime quattro sono autoctone, mentre l’ultima è una tipologia ibrida che ha una resa superiore in quanto più tollerante alle virosi.

I peperoni di Carmagnola vengono raccolti manualmente dalla fine di luglio rispettando un severo disciplinare di produzione e sono apprezzati in tutta Italia per la loro bontà, per caratteristiche che si prestano alle più svariate preparazioni e per le loro numerose proprietà nutraceutiche.

Per preservare un patrimonio e farlo conoscere ed apprezzare, viene organizzato – per tradizione nella prima domenica di fiera – il Concorso Mostra/Mercato del Peperone, riservato ai produttori locali.

In concomitanza, sono in programma il “Peperone Day” in tutti i ristoranti, osterie, bar e trattorie nazionali e internazionali che inseriscono domenica 3 nel loro menù uno o più piatti preparati con il peperone di Carmagnola, e le premiazioni del contest “Peperone Urbano”: una sfida lanciata dal Consorzio del Peperone e dal Comune di Carmagnola a chiunque voglia cimentarsi nella coltivazione biologica del famoso prodotto orticolo nella propria casa, sul proprio terrazzo o giardino. Vengono premiati i primi tre classificati, oltre alle scuole primarie e dell’infanzia che hanno partecipato alla competizione orticola.

Nella giornata del Peperone Day sono in programma anche il gemellaggio del Peperone di Carmagnola con il Peperone Crusco di Senise e con la Salsiccia di Bra in un evento al quale partecipano i rappresentanti dei relativi consorzi, oltre alla tradizionale Festa di Re Peperone e la Bela Povronera con la sfilata di oltre 300 personaggi in maschera provenienti da diverse regioni d’Italia che si conclude con un evento sul grande palco di Piazza Sant’Agostino presentato da Elia Tarantino. La sfilata partirà alle ore 16 da piazza Martiri accompagnata dai tamburini di Borgata Santa Maria di Grugliasco, per percorrere via Valobra e raggiungere piazza Sant’Agostino. Da Bergamo arriva la maschera Brighella, da Verona il papà del Gnoco, la maschera più anziana d’Europa di 496 anni e il presidente del coordinamento Maschere Italiane, da Parma il presidente onorario del coordinamento Maschere Italiane e la maschera Al Dsevod, da Borghetto Santo Spirito (SV) il presidente dell’AMI – Associazione Maschere Internazionali, da Venezia le più caratteristiche maschere veneziane, oltre alle maschere folkloristiche e storiche del Piemonte, come i Giandoja di Pinerolo e Racconigi.

 

L’elenco completo dei locali aderenti al Peperone Day su fieradelpeperone.it

 

La 74esima edizione della Fiera del Peperone è organizzata dalla Città di Carmagnola e prodotta, per la prima volta, da Puro Stile Italiano e Fondazione Reverse.

Main Sponsor: BTM – Banca Territori del Monviso, Pasta Berruto, ECS

Sponsor: Reale Mutua Assicurazioni, Coldiretti, Hydra

Charity Partner, per il quinto anno, la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro. Ancora una volta a sostegno dell’Istituto di Candiolo IRCCS per finanziare le migliori tecnologie e contribuire alla sconfitta del cancro.

 

INFO

Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola

Carmagnola (TO) | 1-10 settembre 2023

Orari fiera: dal lunedì al venerdì, ore 18-24 | sabato e domenica, ore 10-24

Tutti gli eventi sono gratuiti ad eccezione di alcuni spettacoli de Il Foro Festival

 

Sito web: fieradelpeperone.it

Ufficio Manifestazioni: Tel. 011.9724222/270 | cultura@comune.carmagnola.to.it

Fiera del Peperone di Carmagnola

Instagram Fiera: @fierapeperone

Facebook Fiera: @fierapeperone

Il Foro Festival di Carmagnola

Instagram Foro Festival: @ilforofestival

Facebook Foro Festival: @ilforofestival

Miss Reginetta d’Italia: quattro bellezze del Piemonte passano il turno

Con Sofia Bruscoli, Roberto Farnesi e Francesco Anania 

“E’ una grande gioia essere a Riccione nella mia amata città, qui vicino ho frequentato il Liceo Scientifico e proprio qui nel piazzale Ceccarini  a 14 anni ho sfilato per la prima volta nella mia vita, presentava Jo Squillo. Ritornare su questa passerella dopo tanti anni con queste splendide ragazze è un’emozione fortissima”.

Così la bellissima modella, showgirl e conduttrice televisiva Sofia Bruscoli accompagnata da Francesco Anania ha aperto a Riccione la serata della prefinale di Miss Reginetta d’Italia che ha visto le 80 splendide giovani ragazze provenienti da tutta la penisola sfilare davanti alla prestigiosa giuria del concorso per la selezione di 41 posti al sole nella  finalissima nazionale di domenica 3 settembre che vedrà l’incoronazione ufficiale di Miss Reginetta d’Italia 2023.

Il viaggio verso l’ambita corona continua per le 41 aspiranti al titolo, a tenere alta la bandiera della proverbiale bellezza delle donne del Piemonte ben quattro splendide ragazzeElisabetta Stella 16 anni di Ciriè (Torino); Nina Manes 17 anni di Rivoli (Torino) Giulia Daniela Soponariu 17 anni e Alessia Maria Pilsu 19 anni,  entrambe di Torino.

 

Volano in finale le seguenti Miss:

Miriam Sangiorgi 17 anni di  Palermo;  Jasmine Luca 16 anni di Pordenone; Alessia Santa Di Munno 20 anni di Ferrara;  Alessia Dall’Osto  18 anni di Brescia; Vittoria Morga 18 anni di Martina Franca ( Brindisi);  Elisa Moschetta 15 anni di Pordenone;  Gloria Ficiara 17 anni di Fermo;  Anna Cataldi 17 anni  di Livorno;   Elisabetta Stella 16 anni  di Ciriè (Torino); Vanessa Salvatelli 18 anni di Rovigo;  Rachele Poggio 16 anni di Genova;  Morena Di Mauro 17 anni  di Napoli;   Nina Manes 17 anni di Rivoli Torino;  Francesca Maddalena Gazzaretti 20 anni di Brescia; Sofia Carbone 16 anni di Trieste;  Alessia Chicchinelli 16 anni di Napoli;   Giada Dalan 17 anni di Padova;  Adriana Maria Zuccaro 18 anni di Catania;  Maria Chiara Sfregola 15 anni di Barletta;   Mara Modoran 18 anni di Pisa;  Anastaiya Druzhynina 23 anni di Reggio Emilia; Suma Giovina 21 anni di Brindisi;  Giada Randi 16 anni di Ravenna;  Camilla Malagoli 16 anni di Modena; Martina Botta 15 anni di Brescia; Corinne De Mitri 20 anni di Brindisi;  Laura Marchi 20 anni di Brescia;  Sofia Perretta 19 anni di Brescia; Erika Boldi 30 anni di Arezzo;  Maria Grazia Ferro 16 anni di Catania; Michelle Dumitrascu 18 anni di Mantova;  Giulia Daniela Soponariu 17 anni di Torino;   Stella Tonialini 19 anni di Siena; Oldea Valli 18 anni di Bologna; Veronica Belotti 19 anni di Bergamo;  Nadia Martynova 15 anni di  Rimini;   Alessia Maria Pilsu 19 anni di Torino; Fernanda Carani 16 anni di Catania;  Alessandra Perni 16 anni di Roma;  Jennifer Bargiel 18 anni di  Padova; Anna Toniutti 19 anni di Treviso.

Tra gli ospiti della serata l’amato attore e scrittore Roberto Farnesi attualmente impegnato con le registrazioni della popolare soap made in Italy “Il Paradiso delle Signore 8”.

“Il consiglio che posso dare a queste bellissime ragazze che vogliono intraprendere la carriera di attrici è quello di studiare, studiare e poi ancora studiare.  Ha detto Roberto Farnesi  – Oggi riuscire a fare bene la nostra professione è ancora più difficile del passato e il talento va coltivato con l’approfondimento e con lo studio continuo”.

Con le finali nazionali  di Miss Reginetta d’Italia ha preso il via la seconda edizione di  Queen Mood, il primo  reality italiano girato dietro le quinte di un concorso di bellezza.

Queen Mood svelerà al pubblico il carattere e la personalità delle ragazze in gara, raccontandone la loro quotidianità, i loro sogni e le loro ambizioni in un docu-reality con la partecipazione di Maria Malandrucco attrice della fiction di Canale 5 “Fosca Innocenti”  e prossimante della seconda stagione di “Prisma” su Amazon Prime,  nonché vincitrice di  Miss Reginetta 2015 e di Simone Ripa coreografo dei vip di “Ballando con le stelle”, performer televisivo e vero show man.

 

Domenica sera 3 settembre finalissima del concorso, al Palazzo del Turismo di Riccione verrà decretata la più bella del reame con l’incoronazione ufficiale  della Miss Reginetta d’Italia 2023. A tenere a battesimo le Miss in veste di madrina della finalissima sarà la splendida attrice, ex modella e conduttrice televisiva Manuela Arcuri.

Numerosi gli ospiti e gli artisti che si esibiranno durante gli spettacoli in programma  di Miss Reginetta d’ Italia,  tra cui sono in arrivo  a Riccione: Delia Duran,  Sara Croce, Pago, Max Cavallari, Giovanni Cacioppo, Massimo Boldi, Serena Enardau..

A Torino il giovedì sera è a tutto country!

A Torino il giovedì sera è a tutto country! Da anni, ogni estate, al chiaror di luna e sotto le stelle, l’appuntamento più originale ed imperdibile in città è quello di trascorrere una serata a “stelle e strisce” al Punto Verde della Circoscrizione 2. Tra corso Galileo Ferraris e corso Montelungo, in piazza d’Armi non c’è solo il liscio!

Oltre all’immancabile appuntamento, tutti i pomeriggi e tutte le sere, rivolto agli innumerevoli  amanti, e sono sempre di più, del ballo, della musica, dei quattro salti e dello stare insieme, ogni giovedì con Old Wild West & Friends, sembra di venire catapultati nel vecchio west, in un saloon all’aperto, con i cowboy e relativi suoni cadenzati dei tacchi dei loro stivali. La danza country è un ballo di formazione nel quale tutti i ballerini schierati in pista si dispongono su di una o più linee, rivolti dallo stesso lato, ballando in perfetta sincronia.

Questo tipo di coreografia non prevede quindi che ci sia contatto fisico. Appunto: ci può essere una sola linea, ci si può disporre su più file, una dietro l’altra, e di solito i movimenti sono per tutti gli stessi, anche se qualche variante c’è sempre, magari per iniziativa di un leader che si sposta intorno alla pista, tenendo la mano ai vicini. “Old Wild West & Friends” è un’iniziativa di Mapi Gualdi che dopo avere diretto per decenni una Scuola di danza, dal 2000 ha pensato, ed è stata la prima ad avere l’idea, di organizzare iniziative con la country e western dance.

“Sì, sono stata la prima a proporre a Torino questo genere di appuntamenti all’aperto e non solo, che hanno riscosso subito un notevole successo di pubblico tra gli appassionati, e poi tanti altri, piano piano, si sono avvicinati; così da anni tantissimi ballerini, ed oramai lo confesso siamo diventati davvero tutti amici, si ritrovano in pista per ballare, trascorrere qualche ora insieme, bere una birra e scambiare quattro chiacchiere in serenità”.

Mapi Gualdi con gli occhi pieni di entusiasmo, gioia e tanta passione aggiunge: “Quest’estate ci sposteremo con “Old Wild West Country Western Dance Summer Edition”, sabato 16 settembre, alle ore 21.30, in pieno centro città, in un altro punto verde, ad “Estate in Circolo”, al Giardino dell’Anagrafe centrale, in via Giulio angolo via della Consolata, e poi sempre a settembre, il giorno dopo, domenica 17, saremo alla Festa Patronale di Arignano, nella piazza e centro storico del paese; il 24 invece alla Fiera del Miele a Marentino ed a fine settembre al Valsassina Country Festival” Anche il Festival quindi! Infine Mapi ricorda che: “l’apporto fondamentale per la riuscita di tutti questi eventi lo danno soprattutto “I tre moschettieri” ovvero i Dj Antonio, Fiorenzo e Riccardo che fanno ballare e divertire tutti noi lanciando musiche adatte e balli di ogni livello di country e western dance”. A questo punto: tutti in pista!

Igino Macagno

La Pareidolia, vedere oggetti e forme con la fantasia visiva

Nuvole a forma di animali, rocce che creano un profilo umano o il muso di una automobile che ci sorride.

A chi non e’ capitato di scorgere nel cielo un cane fatto di vapore d’acqua condensato o di ricevere un sorriso dal cofano di una macchina? Quante volte i rubinetti hanno creato un’espressione buffa o le finestre e i portonI di un palazzo prendono le sembianze di un volto spiritoso? La pareidolia e’ un fenomeno che si attiva attraverso i circuiti celebrali che regolano l’elaborazione visiva e probabilmente lo abbiamo ereditato dai nostri antenati che moltissimo tempo fa, per poter sopravvivere, dovevano riconoscere i predatori mimetizzati nella natura.

Anche alcuni artisti molto famosi si sono deliziati a ritrarre nei loro dipinti immagini nelle nubi o nella vegetazione, un esempio e’ quello di Andrea Mantegna che nella sua opera del 1502 “Trionfo della virtu’” ha raffigurato dei volti nelle nuvole oppure Giotto che ha ritratto il viso di un demone in un affresco dedicato alla morte di San Francesco nella Basilica di Assisi.

Leonardo Da Vinci ne ha parlato nel suo trattato di pittura: “Se riguarderai in alcuni muri imbrattati di varie macchie vi potrai vedere diverse battaglie e atti pronti di figure, strane arie di volti e abiti e infinite cose” e Arciboldo con la frutta e la verdura ha creato veri e propri volti umani facendone un vero e proprio stile mentre Salvador Dali’ ha dato vita a suggestive e mistiche illusioni ottiche.

Vediamo quello che vogliamo vedere, cio’ che la nostra esperienza ed il nostro vissuto ci suggeriscono che le neuroscienze chiamano “circonvoluzione fusiforme”, un giro celebrale che ci predispone al riconoscimento facciale anche quando questo oggettivamente non esiste. Sembra che questa abilita’ visiva raggiunga il suo massimo intorno ai 30 anni, che decresca andando avanti con l’eta’ e che dipenda dalla sensibilita’ personale, dalle convinzioni e dallo stato emotivo. Le credenze hanno una grande influenza su questa particolare ed interessante visualizzazione di immagini e producono una maggiore propensione alla loro formazione, un esempio puo’ essere quello della visualizzazione con frequenza del volto di Gesu’ o della Madonna.

Finche’ rimane un fenomeno sporadico e ludico questa attitudine ha una connotazione positiva e divertente, diverso e’ il caso in cui queste suggestioni diventano regolari incidendo fortemente sulla percezione della realta’. Ci sono persone, infatti, altamente sensibili che visualizzano immagini di oggetti o di figure umane praticamente ovunque e questa errata impressione dell’ambiente circostante puo’ alterarne la relazione e a volte causare persino incidenti, in questi casi, ovviamente, e’ necessario un trattamento medico-psicologico.

Tornando alla versione divertente e sana della pareidolia, questa puo’ essere un vero e proprio esercizio creativo tant’e’ che a Chichibu, in Giappone, vicino a Tokyo e’ stato realizzato un museo, il Chinsekikan, la galleria delle pietre curiose, che ospita 1700 sassi che hanno le sembianze di volti umani anche famosi come quella di Elvis Presley.

MARIA LA BARBERA

La curiosità per conquistare il mondo

LIBERAMENTE di Monica Chiusano 

In ogni essere umano esistono facoltà latenti attraverso le quali si può giungere alla conoscenza del mondo!
Approfittiamo di questa preziosa opportunità per mantenere sempre la mente accesa, consapevoli di osare innanzitutto della nostra potenziale curiosità.
Solo grazie a questo riusciremo a riattivare i sorrisi, aumentando così la qualità della nostra  vita …

Francesca Bergesio è Miss Piemonte

Si è conclusa alla grande con l’incoronazione delle reginette regionali la prima fase di Miss Italia
2023 e che ha visto trionfare Francesca Bergesio come Miss Piemonte e Greta Cugliari, Miss Valle
d’Aosta.

 


L’evento si è tenuto il 23 agosto scorso nella splendida location di Barbaresco, terra patrimonio
dell’Unesco, che per la prima volta ha ospitato una selezione di Miss Italia. A volerlo fortemente è
stato proprio il sindaco Mario Zoppi il quale si è candidato per fare da sfondo al concorso di bellezza
anche il prossimo anno. Guest star dell’evento, l’attore e musicista americano Ronn Moss, ex Ridge
di “Beautiful”.
“E’ stata una serata magica – racconta Mirella Rocca, agente regionale di Miss Italia per Piemonte,
Liguria e Valle d’Aosta – sono molto felice di vedere crescere questo concorso il quale, sempre di
più, sta diventando un evento itinerante in grado di valorizzare i patrimoni del nostro territorio
portando la “bellezza” nelle sue piazze.

Ogni selezione durante questi due mesi è stata una vera
festa di paese e il pubblico ci ha sempre accolto con manifestazioni di affetto e di stima che mi
rimarranno nel cuore da molto tempo. Torino, Venaria, Giaveno, Pont Canavese, Barbaresco, sono
tanti i luoghi che ricorderanno le nostre Miss e che non vedono l’ora di riabbracciarci. Grazie a tutti
gli enti locali che ci hanno supportato”.
Saranno 10 le ragazze piemontesi che, con Francesca Bergesio e Greta Cugliari, arriveranno alle
prefinali nazionali che dovrebbero svolgersi in Calabria il prossimo settembre (ma le date ancora
non sono state comunicate). Solo 2 per ogni regione arriveranno invece all’ultima fase.

Francesca Bergesio
Francesca, 18 anni di Cervere, anche lei vuole entrare a Medicina. E’ la è la figlia maggiore del
senatore Giorgio Bergesio presente alla finale con mamma Ilaria e la sorella minore Virginia. Tra le
sue fasce precedenti quella di Miss Miluna. La sua è “una bellezza un po’ anni 50”, ricorda molto nei
tratti del viso Lucia Bosé, Miss Italia 1947. Francesca è una ragazza che sogna il cinema, ma resta
con i piedi bel saldi per terra visto che la partecipazione al concorso rappresenta più che altro un
percorso personale di crescita.
Greta Cugliari
Bella e talentuosa, Greta, 18 anni di Nichelino, si è appena diplomata al Liceo Scientico Majorana di Moncalieri e oltre che diventare medico, sogna un futuro nel mondo dello spettacolo. Tra le sue priorità, ovviamente, anche lo sport che pratica da sempre. La sua disciplina principale è stato il nuoto sincronizzato, sport protagonista dell’estate, il nuoto, grazie ai Mondiali che si stanno disputando a Fukuoka, in Giappone. Tra le sue fasce precedenti, non a caso, anche quella di Miss Sport Givova.

Il raduno familiare dei Bau’

Stoccareddo, frazione di Gallio, comune della Provincia di Vicenza nel territorio dell’Antica Reggenza dei Sette Comuni dell’Altopiano di Asiago ha ospitato il 6 agosto scorso, dopo tre anni di fermata dovuta all’emergenza sanitaria, la dodicesima edizione del raduno dei Baù.

Qui, infatti, c’è la culla di questo ceppo familiare che ha conosciuto, come tutto l’Altopiano la tragedia della Grande Guerra, ha dato il suo tributo di sangue (se nella piazza del paese si leggono i nomi dei Caduti sul monumento hanno quasi tutti questo cognome), ha conosciuto l’emigrazione nei cinque continenti e messo ‘radici’ un poco ovunque. Il bel libro di Amerigo Baù ‘Stoccareddo: il paese dei Baù” edito nel 2007 e ristampato più volte censisce famiglie con questo cognome in Argentina, Australia (40 famiglie), Brasile (70), Canadà, Stati Uniti (178), Guinea Bissau, Norveglia, Inghilterra, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Cina, Francia (170), Germania (435 di ceppo tedesco), Svizzera e Spagna, oltre naturalmente a 786 in Italia delle quali, per rimanere a Piemonte e Liguria, 4 in provincia di Alessandria, 2 Asti, 26 Biella, 3 Cuneo, 9 Novara, 67 Torino e 4 a Genova, 4 a Imperia, 2 a Savona.

Ad organizzare è stata la Pro loco Stoccareddo e regista come da 12 anni a questa parte Amerigo Baù che il sottoscritto aveva conosciuto 2 anni fa in un breve viaggio alla ricera delle proprie radici in quanto Baù (orgogliosamente) per parte di mamma. Tutto era partito da una traccia piuttosto labile: il mio nonno materno, Arturo, nato a Codroipo aveva un padre che si chiamava Giovanni ed era nato a Sasso di Asiago, a pochissimi chilometri di distanza. E grazie all’efficienza dell’ufficio anagrafe del Comune di Asiago ho potuto risalire non solo al bisnonno Giovanni nato ad Asiago nel 1846 ma anche al trisnonno Giuseppe nato nel 1809. A parte questi fatti di ricerca personale il dodicesimo Raduno internazionale dei Baù, vissuto da ‘diversamente Baù’ (ovviamente il mio cognome è quello paterno) è stata un’esperienza sinora unica nel suo genere.

Domenica 6 i Baù sono stati accolti nella piazzetta al suono della banda musicale, poi la Messa comunitaria nella chiesa parrocchiale, costruita in stile gotico-alpino ed inaugurata esattamente 100 anni fa, nel 1923. Va ricordato, infatti, che tutti i 7 Comuni dell’Altopiano furono campo di battaglia durissima con gli Austriaci e la Grande Guerra fece scempio di questi bellissimi territori, non lasciando praticamente niente in piedi. Le abitazioni vennero ricostruite tra il 1919 per riaccogliere le famiglie al ritorno dal lungo, e assolutamente non facile periodo del profugato. Nel luogo di culto il parroco, don Federico Zago ha dato il benvenuto a tutti i una cerimonia che ha avuto parecchi momenti toccanti. Poi c’è stato il momento del pranzo, momento che mi resterà impresso per lo scambio continuo con tante persone che avevano modo di incontrarsi venendo da lontano, con lo stesso cognome anche se non parenti. Alla tavolata con Amerigo e i suo famigliari ho parlato con Baù provenienti dalla Francia, dal Lussemburgo, senza contare naturalmente quelli italiani. In tutto 600/700 persone al desco, la più lontana una Baù che arrivava dalla Norvegia con cui ho avuto un breve colloquio in inglese.

E’ stata un’esperienza bella, sicuramente da ripetere negli anni a venire perché tornare sull’Altopiano è una scoperta continua sul piano umano innanzitutto ma anche paesaggistico per la bellezza dei luoghi e della natura che li circonda.

MASSIMO IARETTI

La Cotoletta “La Piemontese” conquista Ceres

La cotoletta la piemontese ideata da Mino Giachino conquista la ribalta alla qualificata  Osteria degli Artisti a Ceres in una bella serata di interesse è curiosità. La splendida Toma dei Ceschin della azienda agricola Genotti di Chialamberto sulla splendida carne piemontese impanata accompagnata da un ottimo Nebbiolo giovane come consigliato dalla Enologa Elisa Scavino, ha stupito per la sua morbidezza . Il nuovo piatto della cucina piemontese che sta attirando la attenzione di Coldiretti Confagricoltura e dei ristoranti di montagna . Un altro modo per valorizzare le produzioni  di formaggi delle nostre belle vallate alpine .

Tripletta torinese in finalissima a MISTER ITALIA

Passano Maida, Ceravolo e Camperchioli. Eliminato Buzzi
A Pescara l’atto conclusivo del concorso

Tre concorrenti qualificati, uno eliminato.
E’ il bilancio della rappresentanza torinese impegnata mercoledì a Giulianova nella semifinale del concorso nazionale di Mister Italia 2023 con oltre 100 pretendenti ai 40 posti disponibili per l’atto conclusivo.
A conquistare la giuria strappando il biglietto per la finalissima (in programma OGGI, Stadio del mare di Pescara alle 21.30) sono il ballerino 33enne Gianni Camperchioli,  l’operaio 25enne di Susa Nicolò Maida e il 26enne di Rivoli Dino Ceravolo impiegato nell’azienda di famiglia. Il sogno sfuma invece per il 21enne Marcello Buzzi che avrà l’opportunità di riprovarci il prossimo anno.
Domani sera, quindi, sul palco dello Stadio del Mare di Pescara, tra i 40 bellissimi ragazzi provenienti da tutto il Paese ci saranno tre ragazzi torinesi (Maida sfilerà con il numero 3, Ceravolo con il 10 e Camperchioli con il 23): per tutti l’obiettivo è quello di raggiungere lo scettro detenuto da Walter Zappalà vincitore nel 2022, e conquistato in passato da alcuni protagonisti del mondo dello spettacolo e della tv come Luca Onestini, Raffaello Balzo, Paolo Crivellin, Luciano Punzo e Luca Vetrone.
La serata sarà condotta da Jo Squillo e vedrà la presenza sul palco, tra gli altri, di Viola Valentino, Serena De Bari (“Amici”), Roberta Beta (“Grande Fratello”) e Andrea Della Cioppa (“Temptation Island”, “Uomini e Donne”).
Insieme ai 40 bellissimi finalisti sul palco ci saranno anche le 25 ragazze finaliste del concorso di “Miss Grand Prix” tra cui tre ragazze torinesi: Federica Sette, Gaia Catelli e Agnese Caprì.
Entrambi i concorsi, organizzati da patron Claudio Marastoni, hanno il sostegno e la partnership di Ducati, Caffe Mokambo, Bes Italy, e il patrocino del Comune di Pescara e del Comune di Giulianova.
Per restare aggiornati con tutte le news sul concorso si possono seguire i canali social: Instagram e Facebook @concorsomisteritalia e @missgrandprix.

Desk sharing addio?

Noi italiani abbiamo, tra le molte altre, due sinistre caratteristiche: una è quella di usare i termini stranieri (inglesi o, più raramente, di altri idiomi) anche quando potremmo utilizzare gli equivalenti nostrani e l’altra quella di adottare decisioni, stili di vita, consuetudini mutuate dall’estero, quando nel Paese di origine ci si è già resi conto che era un’esperienza fallimentare, pericolosa, dannosa, antieconomica e chi più ne ha più ne metta.

Pensiamo, ad esempio, agli uffici open space: spazi enormi nei quali convivevano, per oltre otto ore al giorno, centinaia di lavoratori condividendo rumori, dialoghi, telefonate, virus, flatulenze e fino a qualche anno fa, rumore di fax e stampanti ed il fumo di sigaretta. Un esempio nostrano: il disco volante di San Mauro, progettato da Oscar Niemeyer, sede fino ad alcuni anni fa delle Cartiere Burgo SpA che si trasferì lì da Torino nel 1981; in quegli anni gli yankee si erano già resi conto che una simile architettura era controproducente, per i costi, per il maggiore stress cui erano sottoposti i dipendenti, per i problemi di micro-filtraggio dell’aria condizionata e, non ultimo, per la mancanza di privacy e di riservatezza dovendo trattare pratiche riservate. Ma noi, mostrando di saper sbagliare anche da soli, adottammo quell’edificio forte dell’importanza del suo progettista, con tutti i problemi anche manutentivi che ciò comportò. “Open space” perché “spazio aperto” sembrava troppo banale.

Potrei citare molti altri esempi di adozioni tardive ma citerò subito il più recente: il desk sharing. Tradotto in italiano suonerebbe “condivisione del banco” ma si potrebbe aggiustare con “condivisione della postazione” o “posto condiviso” con buona pace dei linguisti. Ciò che non cambia è la sostanza: adottare un sistema che negli USA si sta abbandonando perché controproducente.

Il desk sharing va di pari passo con lo smart working (“lavoro furbo” non rende l’idea). Di cosa si tratta? La postazione che finora era nostra, con la nostra cassettiera ed eventualmente con il nostro armadietto sarà condivisa, a giorni prestabiliti, con altri colleghi. In che modo? Se sono in ufficio, un altro collega sarà a casa a lavorare in smart working e viceversa. Qual è il vantaggio? Che l’azienda deve acquistare una sola postazione (quindi anche telefono) per due o più dipendenti. A parte lo stress (se per caso devo cambiare giorno per cause urgenti, quando torno in ufficio rischio di dovermi sedere sulle gambe del collega) implica una relazione diretta con lo smart working, altro istituto che proprio partendo dagli Usa trova sempre meno affezionati. Infatti, il minor contatto anche visivo tra colleghi è percepito come un fattore negativo nella scelta dello smart working. Non considerando alcuni parametri quali il maggior lavoro, i maggiori costi (riscaldamento durante l’inverno, costo del pasto, corrente elettrica, connessione internet che paghiamo di tasca propria lavorando da casa) e la solitudine, lo smart working e con esso il desk sharing che ti rende visibile un giorno ogni tot sono visti male dalle aziende USA e, solo marginalmente, da alcune aziende nostrane perché portano con sé una disaffezione dal lavoro e dai dipendenti perché costituisce una minor forza contrattuale (“divide et impera”); da entrambi un distacco dalla realtà aziendale, sia nella buona che nella cattiva sorte.

Alcuni nostri imprenditori che, come ho già avuto modo di scrivere, non sanno gestire le aziende ma talvolta riescono a curare i propri interessi si sono resi conto di questo e stanno facendo retromarcia anche per mansioni in cui lo sw sarebbe plausibile. Fra pochi anni lo sw resterà soltanto un ricordo: nato con la pandemia, proseguito per il vantaggio di ridurre gli spazi di lavoro ed i costi ma abbandonato per gli effetti collaterali succitati.

La cosa triste di tutto ciò è che i dipendenti sono continuamente coinvolti in corsi obbligatori su mille materie (dalla privacy all’anticorruzione, dalla qualità alla sicurezza, ai vdt) ma alcuni imprenditori, che sono poi quelli maggiormente coinvolti nei processi di cambiamento (investimenti, rischi, costi e ricavi), vivono nella convinzione di essere illuminati, detentori della verità o, più facilmente, ignorando di essere totalmente inadatti e senza il minimo aggiornamento.

Il suggerimento che ricevo da molti dipendenti (e consulenti) che ho intervistato o che seguono i miei coaching relazionali è che, togliendo di mezzo i sindacati che da circa 50 anni curano gli interessi degli imprenditori, questi dovrebbero concertare con i dipendenti le decisioni importanti: in primo luogo eviterebbero di dover poi tornare sui proprio passi, visto che loro vedono solo il prodotto finito e spesso ignorano cosa vi sia sulla strada per raggiungerlo e, in secondo luogo, se vi è armonia tra impresa e maestranze a trarne vantaggio è il risultato finale perché vi è maggior impegno da parte di chi lavora, più serenità, minor conflittualità.

Un mio amico, diventato amministratore delegato di un‘azienda, ha fatto installare una sala relax con tv, una piscina ed altro. In occasione di uno dei recenti mondiali di calcio ha dato libertà ai propri dipendenti di guardare la partita invitandoli poi a recuperare; sapeva che, in caso contrario, si sarebbero posti in permesso, malattia, ecc. Non solo recuperarono il tempo della partita (anche in due volte) ma da quando ha adottato quella serie di provvedimenti è drasticamente diminuito l’assenteismo, è migliorata la qualità dei servizi resi e la conflittualità tra dipendenti e tra dipendenti e azienda si è azzerata.

Riflettiamoci su.

Sergio Motta