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Domenica 22 settembre sarà un’intera giornata dedicata allo spazio, a Villa Lascaris, con ingresso da piazza SS Pietro e Paolo, a Pianezza. Da mattina a sera inoltrata un ampio ventaglio di appuntamenti, di eventi, mostre, esperienze e laboratori per bambini, dialoghi e racconti con il naso all’insù, per conoscere e esplorare i nuovi mondi e le nuove frontiere dell’umanità. Sarà anche presente una sezione Food & Wine.
Nato dalla collaborazione tra Villa Lascaris, casa di spiritualità e cultura dell’Arcidiocesi di Torino e il giornalista, scrittore e G Astronauta Maurizio Maschio, con il patrocinio del Comune di Pianezza, il supporto di Altec e Thales Alenia Space, si svilupperà il festival G Astronomico dal titolo “Dal parco alla luna e oltre”, nelle Sale auliche di Villa Lascaris e in diverse sezioni del suo grande parco, dove si terranno incontri con importanti ospiti del mondo scientifico, culturale e aerospaziale, mostre e esperienze per tutte le età. Si tratta di un programma che si propone di far conoscere, in modi diversi e con differenti linguaggi, lo stato dell’arte dell’esplorazione spaziale e della colonizzazione di Marte, l’importanza del settore spaziale per la vita di tutti i giorni qui, sulla Terra, ma anche come l’uomo racconti e immagini l’universo.
Non mancheranno laboratori per bambini, per giocare con le stelle pur essendo su un prato, libro e dialoghi tra il pubblico e i ricercatori per conoscere quando arriveremo a costruire una base su Marte e come sarà possibile abitare il pianeta rosso. E ancora vi saranno lo space food e un’area mostre in cui verranno esposti modelli di ogni dimensione di rover marziani, razzi, shuttle, navette spaziali e splendide illustrazioni realizzate da un maestro del genere fantascientifico. Nel prato centrale di Villa Lascaris durante il giorno sarà possibile partecipare a laboratori di robotica LEGO e divertirsi a completare un campo marziano.
Durante tutta la giornata uno spazio food & wine sarà presente immerso nel verde, per riposare e ristorarsi insieme a tanti produttori della provincia di Torino che si distinguono, oltre che per la qualità dei loro prodotti, per la filosofia che rispetta il pianeta e le tradizioni del nostro territorio, assieme ai vini tipici della provincia di Torino presentati nelle 4 Denominazioni di Origine Controllata, dall’Enoteca Regionale dei vini della provincia di Torino.
Al tramonto un aperitivo spaziale nel parco con sfiziosi piatti e i vini dell’Azienda Agricola Silvano Bormida di Monforte d’Alba saranno accompagnati dalla musica a tinte cosmiche di Lhasa Società per ammirare la bellezza del sole che scende dietro le montagne della val di Susa, guardando la Sacra di San Michele. Tra coperte stese sull’erba e cuscini sui quali distendersi a guardare il cielo saranno presenti anche due telescopi per osservare da vicino la luna, la stella e i pianeti, raccontati e spiegati nella loro bellezza dagli astrofili di Celestia Taurinorum.
MARA MARTELLOTTA
Tre soli ingredienti, zucchero, albume e nocciole, e appena un grammo di peso. È il Nocciolino di Chivasso, il dolce più piccolo del mondo, ma il più grande nell’aggregare cultura, storia, commercio ed enogastronomia di un territorio che ha voglia di crescere ancora.
Protagonista della Nocciolini Week (14 – 22 settembre), il celebre dolce chivassese sarà il filo conduttore della 28° edizione della Festa dei Nocciolini di Chivasso, che animerà il territorio con il programma di eventi e iniziative più ricco di sempre da venerdì 20 a domenica 22 settembre.
Presentata oggi in Ascom Confcommercio Torino e provincia, la Festa dei Nocciolini è organizzata da Ascom Confcommercio Chivasso in collaborazione con il Comune di Chivasso e con il supporto della Camera di commercio di Torino. La Festa offrirà al pubblico il meglio del commercio con le eccellenze enogastronomiche del territorio, la mostra mercato, i produttori di nocciolini, le cene speciali dei ristoranti, lo street food, il cooking contest, musica, giochi, intrattenimento e cultura per tre giorni. Momento culminante, domenica 22 con la consegna del Nocciolino d’Oro al ristoratore Gian Luigi Giachino e del Nocciolino ’d Tola al funzionario della Commissione Europea a Bruxelles Massimo Gaudina.
«Il Nocciolino è molto più di un semplice dolce: è un simbolo identitario importante della comunità chivassese attraverso quasi due secoli di storia – ha sottolineato la Presidente Ascom Confcommercio Torino e provincia Maria Luisa Coppa –. Questo piccolo dolcetto ha assistito ai cambiamenti, alle sfide e alle trasformazioni della nostra città, dalle guerre ai grandi mutamenti sociali, rimanendo sempre un saldo punto di riferimento per l’identità culturale del nostro territorio. Con la Festa dei Nocciolini celebriamo non solo la nostra tradizione dolciaria, ma anche la forza di una comunità che trova in questo dolce il simbolo della sua storia e del suo futuro. Il Nocciolino, oggi come allora, continua a rappresentare l’anima autentica di Chivasso, portando con sé i valori di accoglienza e condivisione che da sempre ci contraddistinguono».
«La Festa dei Nocciolini – ha commentato il sindaco di Chivasso Claudio Castello – è un momento di consapevolezza per un settore nevralgico dell’economia chivassese che mette insieme intraprendenza commerciale e cultura agroalimentare, entrambe cresciute nella tradizione storica che va dalla pittura di Demetrio Cosola ai nuovi investimenti dell’imprenditoria. La collaborazione con Ascom, la nascita del Distretto Urbano del Commercio, il riconoscimento del “valore storico di tradizione” ottenuto dal “Gran Mercato del Mercoledì” sono tappe rilevanti di una vivacità mai sopita del commercio chivassese. Questo appuntamento ci spinge a proseguire lungo questa strada, motivando ogni operatore commerciale ed ogni testimone di questo territorio a diventare potenziali destinatari del Nocciolino d’oro e del Nocciolino ’d Tola, aspetti salienti di un evento che varca ogni anno di più i confini cittadini e metropolitani».
L’enogastronomia è protagonista venerdì 20 e sabato 21 con le Cene dei Nocciolini, che vedono per la prima volta 5 ristoranti fare rete – Ristorante Giachino, Osteria San Marco, Locanda del Sole, Ristorante Pesci Vivi e Ristorante La Fortezza -, per proporre intriganti menù a base di nocciolini e dei loro ingredienti accompagnati dall’Erbaluce di Caluso.
Via Torino sarà la cornice della Mostra Mercato delle eccellenze enogastronomiche locali e delle regioni italiane, dove si potranno trovare le proposte dei Maestri del Gusto, progetto della Camera di commercio di Torino, con le loro specialità e un esclusivo aperitivo servito a mezzogiorno in punto. Dalle 10:00 di sabato alle 20.00 di domenica.
Largo al divertimento serale, venerdì in via Po con il dj set di Just 4 Deejays, e sabato in piazza del Castello la musica indie di Polinesia.
«Una ricorrenza istituzionalizzata – ha evidenziato l’assessore al Commercio e Turismo del Comune di Chivasso Chiara Casalino -, entrata ormai a pieno titolo nel cuore dei chivassesi e non solo, la Festa dei Nocciolini si conferma prestigioso palcoscenico della nostra tradizione pasticcera, accendendo i riflettori anche sul commercio ed il turismo. Gli eventi promossi in collaborazione con Ascom Confcommercio offrono infatti al territorio l’opportunità di conoscere o riscoprire le qualità materiali ed immateriali di Chivasso, valorizzando il Distretto Urbano del Commercio e l’incantevole capoluogo. Musica, spettacoli, approfondimenti sapranno attrarre anche quest’anno un pubblico sempre più in crescita e fidelizzato ai nostri commercianti».
«Chivasso ha una ricchissima e variegata offerta di negozi, un mercato settimanale secolare, ristoranti eccellenti, bar e pasticcerie di pregio; da qui, grazie a molti collegamenti stradali e ferroviari si possono visitare castelli, laghi, colline – ha commentato il presidente di Ascom Confcommercio Chivasso Carlo Nicosia –. La città, sempre più consapevole della propria attrattività, polo commerciale per il territorio chivassese e anche punto di partenza per il turismo in Canavese e nel Monferrato, si presenta con la 28° edizione della Festa dei Nocciolini, ricca di eventi focalizzati sull’accoglienza. La lungimiranza di Ascom, che nel 1995 ha scelto come protagonista il “dolce più piccolo del mondo”, il sostegno di Comune e sponsor privati, il patrocinio di Regione e Città metropolitana fanno sì che la Festa dei Nocciolini sia davvero la vetrina della città e l’occasione annuale di riflessione sul futuro. Vi aspettiamo a Chivasso!».
Sabato 21 e domenica 22, in Piazza della Repubblica, si terrà l’attesa Rassegna della Liquoristica Piemontese e del Vermouth, e il Festival del Gelato Artigianale di Rivara si presenterà quale ospite della rassegna. Negli stessi giorni, dalle 16 alle 19 va in scena “Cuochi a-tipici del Canavese”, il cooking contest degli Chef emergenti di Chivasso e del Canavese, tra tradizione e innovazione. In via Torino per tutto il sabato e la domenica ci sarà GiocaChivasso, giochi di ruolo, da tavolo, card games, miniature e videogame per tutta la famiglia.
Non mancherà lo street food di qualità. Via Po ospiterà, infatti, una decina di postazioni di street food provenienti da tutto il Piemonte e dall’Italia, con una vasta offerta culinaria per tutti i gusti. Da non perdere gli agnolotti della Pro Loco di Chivasso, presente con uno stand nella via.
Il ricco programma di eventi collaterali, iniziato sabato 14 settembre con la Nocciolini Week, che prosegue fino a domenica 22, vede tra le numerose proposte, ‘Sgranocchiamo Nocciolini’, dove i tre produttori di nocciolini chivassesi ospitano i Sindaci di Moncrivello, San Sebastiano da Po e Agliè per raccontare al pubblico i castelli dei loro Comuni.
Ed è, infine, grande l’attesa per l’Erbaluce Day, giovedì 19 settembre, che vede 21 bar ed enoteche chivassesi impegnate in menù e degustazioni di Erbaluce in collaborazione del Consorzio per la Tutela e la valorizzazione dei vini docg di Caluso e doc di Carema e Canavese.
La rassegna è realizzata grazie al supporto di Camera di commercio di Torino, in collaborazione con i Maestri del Gusto, con il patrocinio di Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino, Città di Chivasso, Distretto Urbano di Chivasso.
Foto credits Mario Sofia
Il grande “appuntamento orticolo”, simpatica tradizione di fine estate
Sabato 21 e domenica 22 settembre
Piossasco (Torino)
Orti in festa, come da tradizione ai primi segnali autunnali, nella settecentesca dimora storica di “Casa Lajolo” a Piossasco (Torino). Promossa dalla “Fondazione Casa Lajolo”, con il patrocinio della “Città di Piossasco”, la Festa si terrà nel weekend di sabato 21 e domenica 22 settembre, ruotando, quest’anno, attorno al quanto mai significativo tema de “Le nostre radici”. L’obiettivo vuole essere, infatti, per l’edizione 2024, quello di “guardare – affermano gli organizzatori – a questi organi sotterranei che svolgono funzioni vitali per le piante, osservando cosa accade sotto di noi per comprendere e ammirare questi apparati in grado di sorreggere, dare vita e creare riserve”. “Incontrando – proseguono – vivaisti, studiosi, autori, partecipando ai talk, camminando a piedi nudi nell’erba ma anche cenando nel grande cortile antistante la villa ci si metterà, dunque, alla ricerca delle radici che ci sostengono, che siano fisiche, geografiche o perché no, mentali”.
In agenda: incontri, letture, talk, laboratori per grandi e piccini, degustazioni, oltre alla mostra mercato di prodotti di qualità.
Anche quest’anno, inoltre, non mancheranno ospiti di rilievo, da Alessandro Chiolerio – fisico, ricercatore e scienziato – ad Alessia Bellone, architetto ed esperta di giardini storici, per continuare con Fortunato Amarelli, della storica “ditta di liquirizia”, con il giornalista e scrittore Fabio Marzano, Fulvio Piccinino ( studioso, docente e ambasciatore del vermouth”) fino al vivaista Marco Gramaglia con il collega Renato Ronco, la fiorista torinese Maria Cecilia Serafino e altri.
I giochi si aprono dunque sabato 21 settembre,dalle 10 alle 18, con ingresso libero. Per tutta la giornata sarà possibile visitare “Casa Lajolo” e il suo caratteristico giardino “a tre gradoni” al costo di 8 Euro (necessario prenotarsi: info@casalajolo.it).
Alle 9,30 in giardino Giorgio Ducco, psicodrammatista diplomato alla “Scuola di Psicodramma” di Torino, condurrà i partecipanti in un momento curioso e inedito di “psicodramma guidato” sulle radici personali e famigliari dei partecipanti. Alle 11,30, sotto il Cedro “deodara” (specie di cedro nativo del versante occidentale dell’Himalaya il cui nome deriva dal sanscrito “devadar” o “albero degli dei”), si terrà la presentazione del libro di Giorgio Volpi, “La Natura lo fa meglio (e prima)” (Aboca Edizioni). L’autore dialoga con il giornalista e scrittore Fabio Marzano, durante un brindisi inaugurale con servizio a cura degli allievi dell’“Istituto Alberghiero Prever” di Pinerolo. Degna di nota nel pomeriggio, alle 16,30 (dopo “Riparti dalle radici”, passeggiata “slow forest” a piedi nudi nel prato), l’inaugurazione, nella “Sala Scuderia”, della mostra “Altre connessioni naturali” a cura dell’artista Andrea Guerzoni, mentre alle 17,30, in “Sala Boschera, avrà luogo “L’organismo foresta: dalle connessioni invisibili a quelle visibili”, talk-show con Alessandro Chiolerio, scienziato ricercatore all’“Istituto Italiano di Tecnologia”, con Loïc Maurice Mingozzi, responsabile botanico e Fabio Marzano, giornalista. La giornata si concluderà alle 20, nel piazzale di “Casa Lajolo”, proprio di fronte al “giardino formale”, al boschetto di tassi e all’“orto-giardino” trasformati e impreziositi per l’occasione da un nuovo sistema di illuminazione artistica, con “Alle radici del gusto”, la “cena a tema” preparata dal Ristorante “Civico22”.
Domenica 22 settembre l’apertura è dalle 10 alle 18, con ingresso a 10 Euro. Sarà allestita la “Mostra Mercato” con aziende e produttori selezionati, cui seguiranno talk a tema (“Le nostre radici. La cura del verde tra tradizione e cambiamento”) ed incontri-laboratorio (“Missione polline: le piante e i loro impollinatori”, seguito, alle 14,30, da “Alle radici dell’arte del bonsai”) conclusi da Fortunato Amarelli dell’“Azienda Amarelli Liquirizia”, storica azienda di Rossano Calabro, dove dal 1731 la famiglia Amarelli produce, con metodi esclusivi, liquirizia di altissima qualità.
Per i più piccoli, dalle 14,30 alle 18, “Tutti sostenibili!”, laboratorio con i “Lego” a cura di “Brick4kidz”, mentre alle 16 “Tutti connessi”, “laboratorio artistico” per bambini guidato dall’ artista Andrea Guerzoni. In contemporanea, “I gioielli della natura” con la fiorista Cecilia Serafino, “laboratorio creativo” per grandi e piccini.
Per concludere, alle 18,30, “brindisi in musica” nel magnifico giardino.
Per info e programma in dettaglio: www.casalajolo.it
g. m.
Nelle foto: logo manifestazione e immagini di repertorio
Il Festival della Salsiccia, del Formaggio, del Pane e del Riso di Bra torna in questa edizione 2024 nella città di Bra, nel Cuneese, nota per la sua gastronomia e per gli eventi legati al food, come Cheese dal 19 al 22 settembre prossimi.
Conosciuta e apprezzata per la sua qualità e il suo sapore unico, la salsiccia di Bra è frutto di una ricetta secolare capace di unire carne di vitello di prima qualità ad una miscela di spezie.
La salsiccia di Bra rappresenta un salame non soltanto storico, ma sabaudo, che veniva preparato con carne bovina, mentre oggi nella ricetta è presente una percentuale di 20, 30% di pancetta di suino, perché nel vicino Comune di Cherasco esisteva una importante comunità ebraica che richiedeva prodotti senza carne di maiale. Il re Carlo Alberto con Regio Decreto autorizzava i macellai di Bra a utilizzare carne bovina per preparare la salsiccia fresca, unico caso in Italia. Giovedì 19 settembre inizierà la kermesse che durerà fino al 22 settembre e di cui saranno protagonisti la salsiccia di Bra, il Bra, un formaggio che vanta la DOP dal 1982, il riso e il pane. Otto le macellerie che aderiscono al Consorzio Tutela della salsiccia di Bra, che viene spesso degustata cruda.
La carne bovina magra proviene essenzialmente dalle zone del Roero e dalle vicine pianura cuneesi e torinesi, ricche di allevamenti della pregiata razza fassona. Accanto alla grande tradizione che è quella di degustare la salsiccia di Bra con il pane, un altro modo per valorizzarlo è quello di usarla come condimento del risotto.
Per il pubblico cucineranno Massimo Camia del ristorante della Morra, Filippo Oggioni del Vecchio Ristoro a Aosta, e Pasquale Laera del Ristorante Borgo Sant’Anna a Monforte d’Alba. Ognuno di loro realizzerà due piatti pensati per l’occasione, cui si aggiungeranno piatti realizzati da altri grandi chef della ristorazione italiana, Matteo Baronetto, Enrico Bartolini e Ivano Ricchebono.
Il formaggio Bra rappresenta anche un ottimo condimento per il risotto e prende questo nome perché, nonostante venisse prodotto lontano, erano i commercianti di Bra ad affinarlo e rivenderlo in tutta la regione, che è nota anche per la sua tradizione dei risotti.
Mara Martellotta
Dal 6 all’8 settembre, sotto la direzione artistica di Luciano Ferraro, vicedirettore di Corriere della Sera, si è tenuto un ricco palinsesto di incontri tematici con importanti ospiti del mondo del vino e del cinema, della letteratura, dell’arte e dell’imprenditoria, moderati dalle firme di Corriere della Sera Luciano Ferraro, Roberta Scorranese, Isidoro Trovato.
Il Barbera D’Asti Wine Festival
e’ continuato dal 9 fino al 15 settembre con masterclass e degustazioni guidate da massimi esperti italiani e internazionali del mondo wine come Robert Camuto, Veronika Crecelius, Gianni Fabrizio, Aldo Fiordelli, Andrea Gori, Othmar Kiem, Jeff Porter, Andrea Radic, Marco Sabellico e approfondimenti sulla Barbera d’Asti e le eccellenze del Monferrato e food experience nel centro storico di Asti e presso lo storico Palazzo del Michelerio, un ex monastero del Cinquecento e presso Palazzo Alfieri ( più di 300 etichette).
Ho partecipato al Talk ed alla Masterclass tenuti da Jeffrey Porter
LA MIA PERSONALE VISIONE DELL’UNIVERSO BARBERA ( Talk )

GIRO DI BARBERA, UNA ESPLORAZIONE INTORNO AL MONDO ( Masterclass )
6 Barbera presenti 3 dal Mondo e 3 piemontesi .
PIZZINI
KING VALLEY 2023
N/E VICTORIA ( AUSTRALIA )
Produttori di Barbera dagli anni 60
Vigne ad mt 800, Vinificato in acciaio
16 mesi tonneaux ( 20% nuovo , 80% di vari passaggi)
Naso: fresco lineare, frutta fresca, viola
Bocca: polpa sottile ,frutta fresca, necessita ancora di bottiglia
GAIL
MADHAVAN ( MOON MOUNTAIN DISTRICT)
SONOMA COUNTY 2021
CALIFORNIA USA
103 ettari di Barbera di cui 90% vigne di 50 anni
Terreno vulcanico, fermentazione in legno
12 mesi di botte
Naso: preciso, pulito, non si sente troppo la spezzatura
Bocca: preciso e pulita, ben amalgamato e sentori ben definiti ( già terziari )
HOUNDS TOOTH 2017
CALAVERAS COUNTY
RORICK HERITAGE
OAKVILLE CALIFORNIA USA
Vigne di 100 anni , mt 450 ,1200 bottiglie
Vinificato in acciaio, 12 mesi di tonneaux ( 40% nuovo ,60% di vari passaggi)
43% a grappolo Intero
Naso: pulito, balsamico ed oscuro
Bocca: bell’equilibrio sentori già terziari di polpa tipica di Vigna vecchia ma con una freschezza isicuramente data dal grappolo intero
Molto interessante !!
LA LUNA E IL FALÒ
BARBERA SUPERIORE 2022
VITE COLTE
Selezione di varie vigne top con esposizione diverse , vinificato in acciaio, 12 mesi Barrique ( 33% nuove, resto vari passaggi)
Naso: equilibrio, sentori di burro, pulito tutti i descrittori della Barbera perfetti ( viola, liquirizia e vaniglia)
Bocca: estrema pulizia ,compattezza in bocca e precisione di descrittori tipici della Barbera( sottobosco, liquirizia e vaniglia)
Una super Barbera didattica !
IL BOTOLO
BARBERA SUPERIORE 2020
NIZZA MONFERRATO
Terreni calcarei e argillosi , mt 220 , Mantilera vigne di oltre 30 anni
14 gg sulle bucce,Vinificato in acciaio, poi 6 mesi Barrique e Botti di varie dimensioni
Naso: pulito, con forti sentori di vaniglia , ciliegia marasca e menta
Bocca: pulito e ben amalgamato , ma ancora con troppo sensori di legno .ha necessità di bottiglia.
PICO MACCARIO
TRE ROVERI 2021
NIZZA
MOMBARUZZO( AT)
Terreni alluvionali marini con depositi molto antichi, 20 giorni sulle bucce, vinificato in acciaio, 12 mesi Botti di varie dimensioni
Naso: sentori di frutta matura e vaniglia, molto pulito e preciso
Bocca: Sorprendente morbidezza e rotondità. Finale lungo e persistente
TRA I VINI DEGUSTATI AI BANCHI
Ecco i miei preferiti ed alcune sorprese…
CARLINdePAOLO
BRICCO DELLA CAPPELLETTA
BARBERA SUPERIORE 2020
SAN DAMIANO D’ASTI
Terreni argillosi, vinificato in acciaio a capello sommerso per 15 gg poi 12 mesi di botti francesi da 1500, mono vitigno
Naso: fantastico equilibrio e sentori terziari . grande balsamicità, eucalipto, pepe nero, spezie, bouquet di fiori rossi, ribes e amarena, cacao
Bocca: pulito ,equilibrato e di grande persistenza nel finale balsamico e di cacao .
CARLINdePAOLO
BRICCO DELLA CAPPELLETTA
TERRE ALFIERI
NEBBIOLO 2017
Terreno argillosi, vinificato in acciaio a cappello sommerso ,sulle bucce per almeno 15 giorni a temperatura di circa 28°. Manolattica in Barrique di rovere francesi. affinamento di 12 mesi in Barrique
Naso: assolutamente fantastico ed equilibrato con note terziarie, di cuoio , liquirizie , note di grafite, pepe nero e noce moscata, rosmarino e piccoli frutti rossi, balsamico, tabacco, viola .
Bocca: mantiene l’eleganza e la pulizia presenti al naso e un pizzico di durezza dovuto all’annata. lieve cacao sul finale. Palato pieno, caloroso e avvolgente, di buona sapidità e freschezza.
CASCINA CASTLET
POLICALPO 2019
MONFERRATO ROSSO
COSTIGLIOLE D’ASTI
POLICALPO è un blend di 60% Barbera e 40% Cabernet Sauvignon , vinificato in acciaio poi
12 mesi barriques dove acquista armonia ed eleganza long time .
Naso: equilibrato ed armonico e di grande complessità
Bocca: Di grande struttura e complessità, mantiene una notevole eleganza dove il legno si sente molto poco. Da accostare a piatti di carne , alla selvaggina e ai formaggi stagionati.
GARESIO
BARBERA D’ASTI 2022
vigneti a Castelnuovo Calcea nel territorio della denominazione Nizza.Fermentazione e macerazione a bassa temperatura a contatto con le bucce per circa 14 giorni . affinamento in botte da 5000 di rovere austriaco per circa 3 mesi.
Naso: pulita, fresca e frutta giovane Ok mi è piaciuto
Bocca: Bella frutta equilibrata ed armonica che mantiene pulizia in bocca ed invita alla beva .
LA MONTAGNETTA
BARBERA P-CIT 2023
ROATTO ( AT )
Vigne di Piovà Massaia, collina Spinej, e Roatto, collina Montagnetta , 250 mt , terreni con argille a medio impasto, 20 gg sulle buccie ,
Vinificato in acciaio
Naso: fruttato con note di erbacee, caramello, lampone
Bocca: pulito equilibrato e preciso con descrittori sottili . Buona persistenza
Questo è l’esempio di come la mano del produttore (Domenico Capello ) fa la differenza!
Alla prossima!
LUCA GANDIN
Magnifica Torino / Salone dell’auto – FIAT 1100D Familiare 1966
Quanti di noi vorrebbero una vita viva e invece, per un motivo o per l’altro, si accontentano del solito tran tran quotidiano? Che significa avere una vita viva? Per ognuno questa frase assume aspetti differenti in relazione a valori, desideri, passioni e bisogni personali.
Purtroppo, invece, la realtà quotidiana della maggior parte delle persone è di costruire una sorta di nido sicuro e confortevole… e poi di addormentarsi lì. Ci si accontenta spesso di un lavoro che assorbe gran parte del tempo e delle energie, che finisce con il succhiarci l’anima.
E il cui scopo principale, almeno sotto il profilo economico, è di metterci nella condizione di pagare i conti del nido (nodo?…) sicuro e confortevole. Ci si accontenta spesso della “zona di comfort”, e magari di una relazione che “ha superato la data di scadenza”.
Sopportando ogni giorno la noia e il disagio che ne derivano. Si preferisce spesso continuare a camminare in un sentiero di “aurea mediocrità”, di cui restiamo prigionieri, mentre i giorni della nostra vita inesorabilmente se ne vanno.
Se non intervengono elementi esterni, talvolta sgradevoli se non addirittura drammatici, che, come un sasso gettato nello stagno, arrivano a sconvolgere l’andamento monotono e scontato di molte esistenze, restiamo immobili guardando la vita che passa.
Non si tratta di rivoluzionare il nostro mondo e le nostre abitudini, ma più semplicemente di dare alla nostra quotidianità qualcosa di diverso che ci rimetta nelle condizioni di tornare ad assaporare la vita. Qualcosa che ci riporti un po’ ai giorni della nostra infanzia.
Dove tutto era luminoso, e scoperta, e desiderio di vita. Ma come e cosa possiamo fare per superare la paura che ci prende appena pensiamo di uscire da quella sorta di “Truman show” nel quale magari ci siamo via via cacciati? Ne riparliamo domenica prossima su “Il Torinese”!
Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Facebook Consapevolezza e Valore
Rubrica su “Il Torinese” STARE BENE CON NOI STESSI
Da anni siamo abituati a sentire parlare di RSA, di strutture per anziani non autosufficienti o, se sufficienti, comunque soli e bisognosi di cure.
In realtà la distinzione è netta, in funzione del grado di autonomia del paziente, ma proprio per questo la realtà va adattata al soggetto.
Già da alcuni anni, almeno per i più giovani, sono nate le cosiddette cohousing cioè abitazioni condivise sia per ridurre l’impatto economico (ma è l’aspetto minore) che per condividere spazio e tempo, cioè vivere insieme, pur senza alcun vincolo affettivo.
Se applichiamo lo stesso concetto agli anziani rimasti soli ecco che assistiamo al senior housing, cioè ad una forma di cohousing studiata per la terza età.
La Regione Piemonte è stata probabilmente la prima a formulare questa iniziativa, forte della consapevolezza che gli anziani sono in aumento ma che non tutti arrivano al traguardo con il coniuge o altre persone (familiari/amici) che possano tenere loro compagnia.
Ecco, pertanto, che le già conosciute RA, o Residenze per anziani, strutturate in camere singole dotate di toilette aventi in comune solo il refettorio, il cortile, la sala TV si trasformano in strutture dotate di due/tre camere più cucina e bagno per ogni nucleo; in molti casi gli ospiti sono liberi di uscire durante il giorno e, dunque, ridurre la percezione di abbandono o di inutilità che spesso accompagna il cambio di stile di vita.
Di fronte a società in cui la componente over 65 aumenta ogni anno, con nuclei familiari senza figli (e spesso senza altri familiari) il problema della solitudine, anche in assenza di patologie invalidanti, diventa prioritario se vogliamo definirci una società civile, in cui il welfare sia tenuto nella giusta considerazione, il capitolo della spesa pubblica contempli correttamente queste residenze, viste anche come supporto a situazioni di disagio e di solitudine che potrebbero essere prodromiche a patologie di natura psicologica.
Nei Paesi del nord Europa, da decenni la terza età è considerata con un occhio di riguardo sia per il ruolo svolto nella società durante l’età lavorativa sia come dovere sociale per chi ha contribuito alla spesa pubblica con il pagamento delle tasse.
Noi, che siamo probabilmente fanalino di coda almeno in Europa, solo ora ci accorgiamo di quanti siano gli anziani bisognosi (ma anche quelli desiderosi) di una sistemazione che non li penalizzi dal punto di vista emotivo, abitativo e relazionale.
Considerando che il costo medio di un posto in RSA si aggira sui 3000 euro a persona al mese, appare evidente come il fenomeno assuma rilevanza sociale, stante l’importo medio di una pensione, il numero di percipienti una c.d. pensione sociale, il numero sempre maggiore di invalidi e, dunque, come lo Stato attraverso le Regioni debba considerare forme alternative di ospitalità per quanti non possano restare in una famiglia tradizionale.
Nel Comune nel quale sono Sindaco stiamo valutando il fenomeno terza età nella sua interezza proprio per valutare con ampio anticipo l’evolversi del problema, di concerto con urbanisti, architetti, psicologi e medici al fine di farci trovare preparati quando il fenomeno, se non vi sarà un’inversione di tendenza, assumerà dimensioni socialmente importanti.
L’invito che mi sento di rivolgere a imprenditori, enti locali, associazioni è di orientarsi verso questa forma di socializzazione dove gli ospiti abili potranno contribuire manualmente al mantenimento della struttura sentendosi attivi, importanti e partecipando attivamente alla vita della loro microcomunità.
Come effetto secondario, non meno importante, avremmo una riduzione dei costi di gestione (e, quindi, di partecipazione) con ricaduta positiva sul costo effettivamente sostenuto dagli ospiti o, se la struttura è convenzionata, dalla Sanità regionale, a vantaggio della spesa pubblica.
Sergio Motta