LIFESTYLE- Pagina 413

La strada per sport con Torino Street Style

parkour sport

 Con le nuove specialità dello Slacklining e del Longboard

 

Sabato 19 e domenica 20 settembre, in piazza Castello torna il consueto appuntamento con gli sport di strada: Torino Street Style 2015 permetterà ai giovani di conoscere e sperimentare gratuitamente sport non convenzionali e di strada come Frisbee, BMX, Skateboarding, Street Boulder, Urban Roller, acrobazie volanti con attrezzi da circo, ruota di Rhon e le nuove specialità dello Slacklining e del Longboard.

Un Bellocchio anticlericale e ideologico nelle sale torinesi

bellocchio

Grande successo del film, una metafora delle conseguenze in Italia di 50 anni di potere democristiano. Vanta la magistrale interpretazione di Herlitza

 

Sta riscuotendo un notevole successo nelle sale torinesi l’ultimo film di Marco Bellocchio, “Sangue del mio sangue”,  ambientato a Bobbio, in val Trebbia,  un luogo particolarmente caro al regista, dove la sua numerosa famiglia ha da sempre casa e trascorre la villeggiatura. Di qui la ragione del titolo e della scelta di ambientarvi, in passato, le sue storie più legate all’autobiografia, tra cui il documentario “Vacanze in val di Trebbia”. Il film si concentra su due episodi datati tra Il Seicento e Il Duemila, strettamente complementari, strutturati quasi secondo il procedimento della “mise en abyme”, del racconto nel racconto. La complementarietà nasce dal fatto che sono interpretati dagli stessi attori e figuranti. Nel passato una giovane piacente, una suora,  è interpretata dalla Liberman,  che ha sedotto il suo giovane confessore che, per il rimorso, si è ucciso annegandosi nel fiume. Il suo gemello soldato,  Federico Mai, interpretato da Piergiorgio Bellocchio, bussa alla porta del convento per ottenere il seppellimento del fratello in terra consacrata, non possibile fino a quando la donna non confessera’ la colpa.  Il luogo in cui è ambientato il film è un convento di clausura,  rimasto chiuso per trent’anni,  che, in realtà, ospitava detenuti per piccole pene,  ma con un impianto scenografico simile a un carcere duro.

 

La figura della suora murata, nelle intenzioni del regista, vuol richiamare quella della monaca di Monza. “Sangue del mio sangue” però non presenta soltanto la sezione seicentesca, con il processo alla suora strega, nel convento di clausura, e con la decisione del Tribunale dell’Inquisizione di murarla viva, ma lascia largo spazio anche a un’altra figura, quella del conte-vampiro, interpretata magistralmente  da Roberto Herlitza,  che, secondo alcuni critici, non sarebbe niente altro che la rappresentazione del potere democristiano.  Il regista non si è preoccupato nel film, come egli stesso ha dichiarato, dell’architettura drammaturgica, ma ha scelto una concatenazione delle sfere temporali;  il dominio della Chiesa cattolica nel Seicento, paradossalmente, conclude la sua parabola con il dominio democristiano in Italia, che, pur permettendo un relativo benessere secondo il regista, avrebbe succhiato il sangue a quella che è stata una prospettiva di cambiamento e di novità per il nostro Paese,  fingendo di garantire per cinquanta anni la democrazia in Italia.

 

Mara Martellotta

Sugar Art, la dolcezza come espressione

Sugar Art si svolgerà dal 19 al 24 settembre presso il Centro Incontri della Regione.  Nella vetrina dell’Urp del Consiglio regionale verrà esposta la riproduzione della Sacra di San Michele, simbolo del Piemonte

 

 

MONTAGNA PIEMONTELa I/a  Biennale di Sugar Art, iniziativa patrocinata dalla Presidenza del Consiglio regionale del Piemonte e dalla Consulta femminile regionale verrà inaugurata sabato 19 settembre alle ore 11 presso il Centro Incontri della Regione Piemonte, in corso Stai Uniti 23 a Torino. Testimonial della manifestazione sarà il cake designer Renato Ardovino, mattatore della trasmissione di Real Time“Torte in corso”.

 

 Alla presentazione interverranno l’assessore regionale alla Cultura Antonella Parigi,  la vicepresidente dell’Assemblea Daniela Ruffino, la presidente della Consulta femminile Cinzia Pecchio, Fiorenzo Alfieri e Silvio Magliano, presidente del Centro servizi per il volontariato Vol.To.

 

Sugar Art si svolgerà dal 19 al 24 settembre presso il Centro Incontri della Regione, dove si terranno incontri, manifestazioni e conferenze. L’iniziativa culturale a cadenza biennale  si propone di utilizzare lo zucchero  e la pasticceria come forma espressiva, per creare vere e proprie opere d’arte.  Alcune opere della rassegna saranno visibili in diversi punti della città: in piazza Castello (vetrina banca Sella), all’ingresso delle Molinette , e nella vetrina dell’Urp del Consiglio regionale, dove verrà esposta la riproduzione della Sacra di San Michele, simbolo del Piemonte.

Sgravi fiscali ai negozianti svantaggiati dai cantieri

cantiere castello

Agevolazioni sugli oneri previsti da TARI, CIMP e COSAP per quelle attività artigianali e commerciali

 

La Giunta municipale, accogliendo indicazioni espresse dal Consiglio Comunale con una deliberazione ha previsto la concessione di sgravi ed agevolazioni sugli oneri previsti da TARI, CIMP e COSAP per quelle attività artigianali e commerciali che operano in aree caratterizzate da cantieri di una certa rilevanza. “Le aree definite con il provvedimento della Giunta in relazione ai lavori per il prolungamento della linea 1 della metropolitana – informa Palazzo Civico – sono via Nizza tra via Millefonti e via Caramagna e via Genova tra la stessa via Caramagna e via Sommariva con un’agevolazione del 50% per tutto l’anno, via Nizza tra via Caramagna e via Sommariva, via Farigliano tra via Nizza e via Canelli, via Caramagna tra via Nizza e via Genova, via Sommariva tra via Genova e via Nizza e quest’ultima tra i numeri civici 367 e 369 con detrazione al 100%, piazza Bengasi con abbattimento del 100% ed il mercato trasferito in via Onorato Vigliani con riduzione del 50%.”

 

 Interessata anche l’area del passante ferroviario: il quadrilatero tra via Stradella, via Chiesa della Salute, via del Ridotto e corso Venezia con agevolazione al 50% così come corso Principe Oddone ed un tratto limitrofo di corso Regina Margherita.”Fino al 31 ottobre – dice il comunicato del Comune – saranno ridotti del 100% anche i tributi dovuti dalle attività che operano in piazza Foroni e nelle vie intorno alla piazza interessate dai lavori di restyling e dallo spostamento del mercato, ed analoga riduzione spetterà fino a fine anno a commercianti ed artigiani di piazza Carlina e delle vie limitrofe vicine al cantiere per la costruzione del parcheggio. Agevolazione del 50% invece nell’area intorno al cantiere di corso Galileo Ferraris”.

La storia in movimento dalla carrozza all'aereo

I piemontesi e i mezzi di locomozione della fotografia dal 1860 al 1960

 

AUTO EPOCAÈ questo il principale argomento tematico della mostra: la storia a cavallo, in carrozza, in treno, in auto, con ogni mezzo, comunque sempre in movimento. A immortalare l’evoluzione sociale e di costume, delle invenzioni, dei trasporti, il ricorso alle più disparate tecnologie, l’esposizione di una cinquantina di scatti, che documentano l’evoluzione avvenuta nel corso di un secolo. L’originale iniziativa, promossa dal Consiglio regionale del Piemonte, “Dalla carrozza all’aereo. I piemontesi e i mezzi di locomozione della fotografia dal 1860 al 1960”, trova ospitalità a Casalborgone (To), fino al 23 settembre, presso la sala del Consiglio comunale in Piazza C.Bruna , 14. Orari: dal lunedì al venerdì dalle 9.00-12.00 e 15.00-18.00. La mostra è nata da un’idea dell’associazione per la fotografia storica di Torino, che ne ha curato anche la realizzazione.

 

www.cr.piemonte.it

QUEI BRUTTI RATTOPPI D'ASFALTO IN PIAZZA VITTORIO

Così come era già accaduto in piazza Carignano, piazza Castello e piazza San Carlo, anche la solenne piazza Vittorio non è riuscita a sottrarsi al terribile “sfregio”

 

mole vittorioCome rovinare una delle piazze più belle di Torino? Tranquilli ci pensa il Comune.Passano gli anni, si denunciano certe “deturpazioni”, ma gli errori che si presentano sono sempre gli stessi. Così come era già accaduto in piazza Carignano, piazza Castello e piazza San Carlo, anche la solenne piazza Vittorio non è riuscita a sottrarsi al terribile “sfregio” a cui il Comune di Torino l’ha sottoposta.Quello che compare in mezzo alla piazza, all’angolo con via Della Rocca, è l’ennesimo rattoppo fatto male e compiuto senza buon senso: i cubetti di porfido sono saltati e gli uomini della manutenzione del Comune al posto dei sanpietrini hanno pensato bene di mettere una bella colata d’asfalto. Risultato? Una delle più belle ed importanti piazze della città invece di essere migliorata è stata deturpata. Ci auguriamo che il Comune intervenga nuovamente, ma questa volta speriamo con un po’ più di “giudizio” estetico. 

 

Essepiesse – Foto: il Torinese

 

“The broken key”: un thriller esoterico sotto la Mole

rutger filmUna serie di omicidi e di relativi indizi porteranno il protagonista, uno studioso inglese di lontane origini italiane -nuovo Adamo e novello re Artù- a percorrere la tortuosa strada tracciata secoli prima da Dante e dal pittore Hieronymus Bosch

 

Martedì 15 settembre si è svolta, presso l’Accademia delle Scienze, la conferenza stampa di presentazione del nuovo film di Louis Nero, “The broken key”. Fra gli intervenuti, Paolo Tenna, A.D. di FIP, Paolo Manera, Direttore di Film Commission Torino Piemonte, il regista Louis Nero, l’attore Andrea Cocco e il famosissimo Rutger Hauer. Prodotto da TFP (Torino Film Production) e da L’Altrofilm in collaborazione con Film Commission Torino Piemonte, porterà in Italia celebri star internazionali, come Rutger Hauer ( Blade Runner, La leggenda del santo bevitore), Geraldine Chaplin, Philippe Leroy, Franco Nero. In occasione delle riprese alla Mole Antonelliana di Geraldine Chaplin il 6 e il 7 ottobre è prevista un’altra conferenza stampa. Tra le location del film, Saliceto (Cn), Isola d’Elba, Venaria Reale, Piazza CLN, Museo dell’Automobile, Palazzo Cisterna, Museo Egizio,Accademia delle Scienze. Proprio in quest’ultima sede,dove sono state girate in questi giorni le scene che hanno visto come protagonista Rutger Hauer, venne premiato, nel 1868, come ha ricordato il Presidente dell’Accademia Alberto Conte, nientemeno che Darwin. E sempre in questa stessa prestigiosa location,ha ricordato Paolo Tenna, fu girato il film “Benvenuto Presidente” di Riccardo Milani, che riscosse un grandissimo successo.”Questo luogo, dunque – ha detto Tenna – ha tutti i presupposti per portarci bene!” The broken key è un thriller esoterico, ambientato in un futuro prossimo venturo, concepito sulla linea orizzontale delle Sette Arti Liberali :dall’antico Egitto, sino alla Torino di domani. Un viaggio simbolico, disseminato da insidie e colpi di scena, verso la conoscenza di noi stessi. Una serie di omicidi e di relativi indizi porteranno il protagonista, uno studioso inglese di lontane origini italiane -nuovo Adamo e novello re Artù- a percorrere la tortuosa strada tracciata secoli prima da Dante e dal pittore Hieronymus Bosch. L’indomito Arthur J.Adams scoprirà ,così, che il movente degli omicidi è la strenua volontà di preservare un segreto antico e arcano quanto il mondo stesso:l’ancestrale iter capace di condurre alla conoscenza suprema, alla luce suprema del Paradiso. La lavorazione del film terminerà nel mese di dicembre. Si prevede una distribuzione in ben 30 paesi esteri.

 

                                                                       Helen Alterio

Srebrenica, vent’anni dopo con il film “Resolution 819” di Giacomo Battiato

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La guerra in Bosnia iniziò nel 1992 con l’accerchiamento in aprile delle città bosniache di Sarajevo, Bihac, Gorazde, Zepa e Srebrenica da parte dell’esercito serbo. Con la risoluzione 819 delle Nazioni Unite ( che dà il titolo al film)  le città assediate furono dichiarate territorio protetto e sorvegliato dai contingenti di caschi blu

 

Venerdì 11 Settembre, alle 21, presso la  Casa della Resistenza di Fondotoce-Verbania – con una iniziativa congiunta tra l’Associazione “Casa della Resistenza” e  il Comitato Resistenza e Costituzione – è stato ricordato il ventennale del genocidio di Srebrenica con una serata-evento di straordinaria importanza.  In una sala gremita è stato proiettato il film “Resolution 819” , in lingua italiana ( il film non si trova in commercio) con la presenza del regista Giacomo Battiato. Nell’occasione è stata altresì inaugurata la mostra fotografica “Balcani oltre il confine” di Paolo Siccardi.  Nel corso della serata hanno preso la parola la Presidente dell’Associazione Casa della Resistenza, Irene Magistrini, il Vice Presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Nino Boeti, e il regista Giacomo Battiato. Che ha commentato l’intensa opera cinematografica. “Tutti noi sappiamo dov’eravamo l’11 settembre del 2001, quando arrivò la notizia dell’assalto alle Torri gemelle. Pochissimi ricordano dov’erano l’11 luglio 1995, quando cadde Srebrenica e iniziò l’ultimo massacro del secolo”, ha detto il Vice Presidente Boeti. Aggiungendo che “quattro lustri dopo, rimane un profondo senso di ingiustizia e di impotenza nei sopravvissuti e un pericoloso messaggio di impunità per i carnefici di allora”. “Per questa ragione – ha concluso – noi ci sentiamo impegnati a raccontare ciò che è stato fatto a Srebrenica affinché il grido delle madri, mogli e figlie di chi venne ucciso nella città “ dell’argento e del sangue” non resti inascoltato”.

 

Con “Resolution 819” il regista e scrittore Giacomo Battiato vinse nel 2008 il premio Marc’Aurelio d’oro del pubblico come miglior film al Festival internazionale di Roma, raccontando il massacro di oltre 8.000 musulmani bosniaci a Srebrenica durante le operazioni di pulizia etnica dei Serbi nel luglio del 1995. La guerra in Bosnia iniziò nel 1992 con l’accerchiamento in aprile delle città bosniache di Sarajevo, Bihac, Gorazde, Zepa e Srebrenica da parte dell’esercito serbo. Con la risoluzione 819 delle Nazioni Unite ( che dà il titolo al film)  le città assediate furono dichiarate territorio protetto e sorvegliato dai contingenti di caschi blu. L’11 luglio 1995 truppe regolari serbe comandate dal generale Mladić e unità paramilitari serbo-bosniache penetrarono nell’enclave bosniaca di Srebrenica, nella Bosnia occidentale. I serbi devastarono la città abitata da 40.000 musulmani e prelevarono con la forza – sotto gli occhi impotenti dei caschi blu – uomini e donne, vecchi e bambini, per poi trucidarli e seppellirli in fosse comuni. Da qui inizia il film di Battiato che racconta gli anni successivi al massacro e il lungo e faticoso lavoro per l’identificazione degli scomparsi attraverso una ricostruzione fedele e accurata di luoghi e fatti. Il protagonista maschile è il commissario francese volontario Jacques Calvez, interpretato da Benoît Magimel e ispirato alla figura di Jean-René Ruez, il poliziotto che ha indagato sul genocidio etnico dei musulmani bosniaci durante gli anni del conflitto.Grazie all’encomiabile lavoro di Ruez è stato possibile identificare molti dei responsabili del genocidio etnico tra cui Radovan Karadžić, Radislav Krstić e Ratko Mladić.

 

Marco Travaglini

Ma i bambini nascono nello stesso modo in Italia e in Svezia ?

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E’ curioso che la pratica di questo intervento sia molto diversa da Paese a Paese (e anche da ospedale a ospedale). Tra l’8% e il 15% dei parti in Inghilterra, tra il 3% e l’80% in Italia (in media il 58%, il 60% nella provincia di Torino), il 9.7% in Svezia, il 94% in America Latina

 

Da qualche tempo i congressi e le riviste scientifiche parlano sempre più spesso di episiotomia, cioè di quel “taglietto” (non sempre piccolo) che viene praticato con le forbici, lateralmente al setto retto-vaginale e tangente al muscolo sfintere anale, per facilitare la nascita, abbreviare il travaglio ed evitare una lacerazione più difficile da suturare. Questo intervento chirurgico (detto “episiotomia”) sembra essere l’unico per cui non è necessario richiedere il consenso della paziente. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda che venga praticato solo in casi di emergenza (non oltre il 5% dei casi) perchè può implicare conseguenze come dolori nei rapporti sessuali e incontinenza fecale nella età più avanzata. E’ curioso che la pratica di questo intervento sia molto diversa da Paese a Paese (e anche da ospedale a ospedale). Tra l’8% e il 15% dei parti in Inghilterra, tra il 3% e l’80% in Italia (in media il 58%, il 60% nella provincia di Torino), il 9.7% in Svezia, il 94% in America Latina.

 

Tre noti ginecologi della Georgetown University (Washington, USA) scrivevano, ben 15 anni fa, sul prestigioso British Medical Journal (BMJ) del 10/6/2000 “Dati i rischi associati a questa procedura, l’episiotomia dovrebbe essere considerata come un intervento importante i cui rischi dovrebbero essere attentamente valutati, rispetto ai benefici, dai medici che ne considerano l’esecuzione”. Inutile sottolineare che la paziente dovrebbe essere informata, prima del parto, di tali rischi. Senza entrare nel merito (di competenza del medico) del perchè i bimbi mediterranei vengano fatti nascere con minor fatica di quelli nordici (a spese delle loro madri), letteralmente “aprendo” loro la strada, è forse lecito chiedersi se sia possibile ridurre quei rischi che il BMJ consiglia di valutare attentamente. Del tema si sono occupati un Progetto Europeo e uno finanziato dalla Compagnia di San Paolo, coordinati dal Laboratorio per la Ingegneria del Sistema Neuromuscolare (www.lisin.polito.it, LISIN, Politecnico di Torino), una eccellenza torinese nei settori della prevenzione e riabilitazione.

 

L’idea consiste nell’identificare le “zone di innervazione” dello sfintere (cioè i punti in cui arrivano le fibre nervose che controllano tale muscolo) in ogni paziente al fine di evitare di danneggiarle, e quindi paralizzare parte del muscolo, con il “taglietto”. Come è indicato nello schema di Figura 1, il rischio di danno dipende da questa modalità di innervazione che è diversa da persona a persona. La Figura 2 illustra il sensore monouso utilizzato (del costo di pochi euro) e i risultati ottenuti da tre donne con innervazione molto diversa e quindi con diverso rischio di danno conseguente alla episiotomia. Solo in casi rari la lesione, più o meno estesa, delle fibre nervose che innervano lo sfintere anale implica immediata incontinenza. Essa si manifesta quando a tale lesione si aggiungono gli effetti dell’invecchiamento. Una valutazione approssimativa del risparmio ottenibile applicando la tecnica illustrata nelle figure indica una cifra intorno ai 5 milioni di euro solo in Italia, maggiore in Spagna e nell’Europa orientale mentre il risparmio sarebbe nullo nella civile Svezia dove la pratica della episiotomia è molto limitata. Si tratta di un tema che sia l’Europa sia le Regioni italiane e, soprattutto le donne e le scuole di ostetricia, dovrebbero prendere seriamente in considerazione, soprattutto in tempi di “tagli” alle spese sanitarie.

 

Roberto Merletti

LA STORIA DI KARIMA, MOLTE ANCORA LE DOMANDE: COSA NON HA FUNZIONATO?

karima

Sicuramente non si può e non si deve rimanere indifferenti di fronte al dolore di quattro figli, quattro minorenni, che si sono improvvisamente visti portare via i loro genitori. Nessuno condanna nessuno, ma in un periodo delicato e difficile come questo per quanto riguarda soprattutto il tema dell’immigrazione, forse sarebbe meglio prestare più attenzione e adoperarsi affinché situazioni di questo tipo non si ripresentino

 

Immaginatevi una donna, suo marito ed immaginate i loro quattro figli, tutti minorenni. Ora immaginate che la loro figlia di 16 anni venga molestata sessualmente da uno sconosciuto e che quindi entrambi i genitori, sconvolti, decidano di denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine. Provate poi a pensare a come quella denuncia fatta per tutelare e difendere la propria figlia minorenne, possa rivelarsi una sorta di condanna per l’intera famiglia. Questo è quello che è successo a Karima, donna egiziana di 38 anni balzata nell’ultimo periodo agli onori della cronaca torinese, per aver bloccato in segno di protesta un tratto di strada di Corso Massimo D’azeglio. La protesta riguardante la decisione da parte delle autorità competenti, di condurre il marito Ahmed, al Cie di Torino (Centro di Identificazione ed Espulsione), è durata quasi due giorni, creando molti disagi alla viabilità del corso e suscitando non poche polemiche.

 

Riassumendo velocemente la vicenda, si può apprendere che il tutto sia scaturito dalla denuncia fatta dalla figlia di 16 anni per una tentata violenza sessuale da lei subita. Sembrerebbe che al momento di registrare la denuncia, gli agenti della questura di San Salvario, si siano accorti che il permesso di soggiorno di entrambi i coniugi fosse scaduto da molto tempo e che quindi la coppia vivesse irregolarmente in Italia. L’uomo viene immediatamente trattenuto in caserma e in seguito portato al Cie con la possibilità di essere rimpatriato, provvedimento che non può essere preso anche nei confronti di Karima per la presenza dei figli minori a suo carico. Dal quel momento comincia la protesta della donna che, insieme ai quattro figli minori, decide di sedersi in mezzo a Corso Massimo non permettendo così la normale viabilità (la Gtt è addirittura costretta a spostare gli autobus su via Nizza mentre la polizia municipale deve deviare il traffico su corso Moncalieri).

 

La protesta di Karima dura ben 17 ore, durante le quali cercano di intervenire i carabinieri e gli assistenti sociali (informati già da tempo insieme al comune di Torino della situazione di disagio economico ed abitativo in cui la famiglia di Karima versava), ma senza ottenere risultati. Solo l’intervento dell’assessore Ilda Curti e la promessa di vedere il marito fanno desistere la donna a continuare la protesta e riescono a convincerla ad andare in una casa famiglia insieme ai suoi bambini. Ma la tranquillità dura ben poco, Karima il giorno dopo abbandona insieme ai figli minori la casa famiglia e torna a rioccupare la strada di corso Massimo. Questa volta le autorità non si fanno attendere e dopo un paio d’ore giunge anche un’ambulanza che carica l’intera famiglia e la porta al Martini per fare accertamenti sulle loro condizioni di salute, in particolare sulle condizioni dei bambini più piccoli (ricordiamo che il figlio più piccolo non ha neanche 1 anno). Dopo diversi controlli che dimostrano il buono stato di salute dei bambini, viene nuovamente riproposta a Karima la possibilità di andare con i figli in una casa famiglia ma lei rifiuta categoricamente scontrandosi animatamente con un medico e con alcuni operatori sanitari. La donna viene così ricoverata nel reparto di salute mentale a causa del suo comportamento aggressivo, mentre i ragazzi vengono affidati (grazie all’intervento dei servizi sociali e del Tribunale dei Minori) ad una comunità protetta. A una settimana dopo dall’accaduto, il giudice del tribunale dei minore decide che i bambini resteranno in comunità finché la madre non sarà dichiarata stabile ed in grado di potersi prendere cura di loro.

 

Sono trascorsi quasi dieci giorni e nonostante i giornali non si siano più interessati della vicenda, la storia di Karima continua a far parlare e suscitare interesse nell’opinione pubblica. Tantissimi sono gli interrogativi e tanti sono i punti poco chiari di questa vicenda. Karima, suo marito e i loro figli erano rimasti senza casa e da luglio dormivano al Parco del Valentino (luogo in cui sarebbe avvenuta l’aggressione alla figlia). Pare che sia gli assistenti sociali che il comune di Torino fossero informati di tutta la situazione e qui subentrerebbero i primi quesiti: se le autorità competenti erano informate da tempo dell’intera situazione, come mai non sono stati presi prima dei provvedimenti, soprattutto per tutelare i minori? Gli assistenti sociali o comunque coloro che si interessavano al “caso” erano informati che i due coniugi vivevano in Italia irregolarmente? E soprattutto perché nessuno ha più menzionato la tentata aggressione sessuale subita dalla loro figlia di 16 anni? Una ragazzina di 16 anni denuncia un tentativo di aggressione sessuale da parte di uno sconosciuto e la notizia si perde nel nulla. Nessuno ne parla, nessuno si interessa di capire o sapere come stia quella ragazza, che alla fine della storia, si ritrova una madre ricoverata nel reparto di salute mentale e un padre che rischia l’espulsione.

 

In molti si sono “scagliati” contro le forze dell’ordine che hanno fermato Ahmed; fino a prova contraria la questura di San Salvario ha semplicemente fatto il suo lavoro. Ahmed aveva il permesso di soggiorno scaduto e quindi viveva in Italia irregolarmente. Controllarlo e portarlo a Cie è semplicemente il protocollo che si dovrebbe applicare in queste situazioni. Sicuramente si può capire il gesto disperato di una moglie e di una madre che in pochissimo tempo si ritrova con la vita (già non facile) completamente stravolta. Sicuramente non si può e non si deve rimanere indifferenti di fronte al dolore di quattro figli, quattro minorenni, che si sono improvvisamente visti portare via i loro genitori.

 

Nessuno condanna nessuno, ma in un periodo delicato e difficile come questo per quanto riguarda soprattutto il tema dell’immigrazione, forse sarebbe meglio prestare più attenzione e adoperarsi affinché situazioni di questo tipo non si ripresentino. Per il momento sappiamo che Ahmed (nonostante il decreto di espulsione già disposto dalla questura) si trova ancora al Cie di corso Brunelleschi, Karima è stata affidata al Servizio di salute mentale mentre i figli sono stati affidati alle cure di due case famiglia. Adesso la speranza degli assistenti sociali è che la donna possa pian piano riprendersi per tornare ad abbracciare i suoi bambini.

 

Simona Pili Stella