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Cantine d’Italia, la nuova edizione della Guida per l’Enoturista

La Guida Go Wine esce il 16 dicembre in libreria e a disposizione dei soci. L’evento di presentazione si terrà a Bologna lunedì 25 gennaio 2021

 

Esce ufficialmente Cantine d’Italia 2021, la Guida per l’Enoturista a cura di Go Wine.

Come ogni anno mantiene come periodo di uscita il mese di dicembre.

 

Una Guida alla Cantine, con una sua identità specifica, non una Guida tradizionale ai vini.

Una Guida pensata per i turisti del vino, che racconta e scrive di vino partendo dalla “Cantina”.

Ovvero la Cantina come luogo dove uomini e donne del vino operano e progettano il loro lavoro, dove sono portatori di storie e tradizioni familiari, oppure di più recenti investimenti.

La Cantina che, nel corso degli anni, è diventata a pieno titolo un luogo di promozione del territorio, perché invita al viaggio e comunica con la sua realtà un’identità territoriale fatta di tutto quanto ruota attorno: il paesaggio, i vigneti, la tradizione del luogo, i borghi.

Una Guida che privilegia il tema della narrazione perché raccontando la cantina, racconta le vicende che stanno attorno al vino e aiutano meglio a comprendere il profilo di ogni realtà.

Una Guida che pertanto non vuole rivolgersi soltanto ai “super appassionati”, ma che desidera essere un’occasione per creare cultura a favore del vino e dei suoi territori. E per far riflettere sull’importante ruolo che la viticoltura italiana sta svolgendo a favore della bellezza e della valorizzazione di tanti territori.

Una Guida edita da Go Wine e che mantiene inalterata la sua mission: promuovere la grande accoglienza italiana in cantina e comunicare anche attraverso un volume l’identità dell’associazione.

 

Cantine d’Italia 2021 si presenta con una copertina rinnovata, 790 cantine selezionate, 235 “Impronte d’eccellenza” per l’Enoturismo, oltre 4.350 vini segnalati, circa 1.500 indirizzi utili per mangiare e dormire.

 

Esce nel corso di un dicembre che chiude un anno straordinario per l’Italia, l’anno del Coronavirus e di tutto quello che ha significato e significa la pandemia. Anche per queste ragioni, per la prima volta la Guida vede differire a gennaio l’evento ufficiale di presentazione, arrivando intanto in libreria e ai soci Go Wine.

Sarà la città di Bologna ad ospitare l’evento, la data è quella di lunedì 25 gennaio.

 

Il volume si apre con due interventi introduttivi a cura di Antonio Paolini (giornalista) e Vincenzo Gerbi (titolare del corso di Enologia nel corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia dell’Università di Torino), trattando rispettivamente di storytelling e comunicazione (Paolini) e di vini da vitigni autoctoni e storici (Gerbi).

Sempre all’insegna del tema del racconto, il volume si apre con nove interviste a uomini e donne del vino, esponenti di cantine selezionate in Guida. Si tratta di: Remo Falconieri, Cieck (Piemonte), Francesco Moser, Moser (Trentino), Ornella Molon Traverso, Ornella Molon (Veneto), Stefano Pizzamiglio, La Tosa (Emilia Romagna), Miriam Caporali, Valdipiatta (Toscana), Antonio Patricelli, Collefrisio (Abruzzo), Paolo Mastroberardino, Terredora (Campania), Demetrio Stancati, Serracavallo (Calabria), Marco Nicolosi Asmundo, Barone di Villagrande (Sicilia).

 

Il volume si presenta come un articolato repertorio di cantine, ricco di dati e riferimenti che si aggiorna in ogni edizione, con nuovi inserimenti ed alcune esclusioni. E con nuove cantine che ottengono per la prima volta il riconoscimento de L’Impronta.

 

Sono in totale 235 le “Impronte Go Wine” nell’edizione 2021: esse rappresentano un segno di “eccellenza” nel campo dell’Enoturismo nazionale e costituiscono una sorta di segno ideale che Go Wine attribuisce alle cantine che hanno conseguito un alto punteggio nella valutazione complessiva su sito, accoglienza e profilo produttivo.

Si tratta dei tre fattori su cui si compone la presentazione delle singole cantine e su cui si definisce una loro valutazione.

Sito: luogo ove si trova la cantina, guardando anche alla cantina medesima dal punto di vista architettonico; ma anche sito come patrimonio di vigneti complessivo di cui dispone la cantina.

Accoglienza: la vocazione della cantina verso una parallela attività, sia per attività come agriturismo, B&B o ristorazione, sia per iniziative culturali che denotano un atteggiamento di “apertura” della cantina verso il mondo esterno.

Vino: il profilo produttivo dell’azienda valutato nel tempo, al di là dell’exploit di una singola vendemmia; dunque anche tenendo conto del carattere della produzione, della eccellenza di alcune etichette, di una particolare cura verso specifiche tipologie di vini.

 

Nella speciale classifica per regioni che ogni anno si aggiorna, si conferma ai vertici la Toscana con 48 impronte, seguita da Piemonte (43) e Veneto (34).

Sono 15 le Cantine che raggiungono il vertice delle “Tre Impronte Go Wine”:

Badia a Coltibuono (Toscana); Bellavista (Lombardia); Ca’ del Bosco (Lombardia); Capezzana (Toscana); Castello Vicchiomaggio (Toscana); Ceretto (Piemonte); Donnafugata (Sicilia); Feudi di San Gregorio (Campania); Ferrari (Trentino); Florio (Sicilia); Fontanafredda (Piemonte); Lungarotti (Umbria); Malvirà (Piemonte); Masciarelli (Abruzzo); Planeta (Sicilia).

 

Per la seconda edizione consecutiva, la Guida presenta i “Percorsi Autoctoni”: con il simbolo dell’acino in carrozzina viene segnalato un numero significativo di cantine che hanno condotto nel recente periodo un lavoro di ricerca e attenzione a favore dei vitigni autoctoni, con un occhio di riguardo da parte della Guida verso quelli rari o comunque meno conosciuti. Il simbolo va infatti ad evidenziare un’altra caratteristica del volume: quella di dare voce, attraverso la narrazione di tanti vignaioli, anche del loro impegno a favore della viticoltura di territorio. La selezione che si ricava rappresenta un panorama davvero straordinario di vitigni e di vini.

 

La Guida assegna inoltre 7 “Premi Speciali”: intendono sottolineare alcuni temi della Guida e attribuire riconoscimenti a cantine che hanno raggiunto particolari eccellenze su tali temi.

Ecco la sequenza dei premi speciale di Cantine d’Italia 2021:

Premio “Alto Confort” per il Relais aziendale dell’anno:

Locanda La Raia – LA RAIA (Gavi, Piemonte);

Premio “Cantine Golose” per la Tavola aziendale dell’anno:

Opera02 – CA’ MONTANARI (Castelvetro di Modena, Emilia Romagna);

Premio “Cantine Meravigliose” per l’EnoArchitettura dell’anno:

D’ARAPRÌ (San Severo, Puglia);

Premio Enocultura:

Museo del Vino – ZENI FRATELLI (Bardolino, Veneto);

Premio “Autoctono si nasce”:

Montefalco Sagrantino 25 Anni – ARNALDO CAPRAI (Montefalco – Umbria);

Premio “Buono…non lo conoscevo!”:

Ormeasco di Pornassio Superiore – TENUTA MAFFONE (Pieve di Teco, Liguria);

Premio “Vini Storici d’Italia”:

Falerno del Massico Vigna Camarato – VILLA MATILDE (Cellole, Campania).

 

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La Guida Cantine d’Italia 2021 è edita dall’associazione Go Wine e nasce da un’idea di Massimo Corrado che ne cura il coordinamento e la direzione editoriale. Conferma l’impegno dell’associazione volto ad affermare, anche attraverso la Guida, i principi ispiratori dell’attività associativa. La redazione Go Wine cura la redazione di tutto il volume e del repertorio delle cantine selezionate, con i contributi e le segnalazioni di giornalisti e delegati Go Wine in Italia.

 

Le 790 cantine presenti nel volume sono state scelte in base all’esperienza diretta.

Per ogni cantina una pagina ricca di notizie: dall’anagrafica aziendale ai dati sulla produzione, ai referenti interni da contattare; dai giorni e gli orari di visita alle informazioni stradali; dal racconto delle suggestioni che la cantina e il suo contesto offrono al visitatore a una serie di utili appunti sui vini aziendali con indicazione del vino top e degli altri vini da conoscere.

Ogni cantina è presentata attraverso una valutazione in stelle (su scala 5), suddivisa nei tre aspetti che sono ritenuti rilevanti dalla Guida: il sito, l’accoglienza e i vini.

Inalterato è sempre lo spirito dell’opera: spingere l’appassionato a viaggiare per conoscere il fascino del territorio del vino italiano attraverso il racconto di molti suoi interpreti d’elezione.

Plum cake dolce di zucchine

Una ricetta insolita un dolce a base di zucchine, vero? Il risultato credetemi vi stupira’, e’ un dolce soffice e profumato, veloce da realizzare, adatto a tutti, ideale per ogni momento della giornata, provare per credere!

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Ingredienti

250gr. di farina 00

3 uova intere

180gr. di zucchero

80ml di olio di semi

30gr. di uvetta

50gr. di cioccolato fondente

20gr. di noci

200gr. di zucchine fresche

1 bustina di lievito per dolci

1 pizzico di cannella (facoltativo)

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Lavare le zucchine, grattugiarle e lasciarle scolare per almeno un’ora per eliminare l’acqua di vegetazione. Nel mixer sbattere lo zucchero con le uova, aggiungere la farina, la bustina di lievito e l’olio di semi. Aggiungere all’impasto le zucchine, il cioccolato ridotto a scaglie, l’uvetta precedentemente ammollata in acqua tiepida e strizzata, le noci tritate e un pizzico di cannella in polvere. Mescolare bene e versare in uno stampo da plum cake foderato con carta forno. Cuocere in forno preriscaldato a 180 gradi per circa 45 minuti. Lasciar raffreddare e servire a fette.

Paperita Patty

La staycation, una vacanza a casa

Se ne parla tanto negli ultimi 2 anni. L’arrivo della pandemia ha consolidato il suo successo. La staycation. Che cos’è?

La staycation è una vacanza fatta rimanendo a casa; è un termine anglosassone composto dalle parole “stay” = stare e “vacation” = vacanza, come dire “stacanza”. In qualunque modo vogliamo chiamarla, può rivelarsi un’esperienza estremamente piacevole se fatta nel modo giusto e nella propria città o paese d’appartenenza.Senza stravolgere le proprie abitudini ed in totale rilassamento. Quante volte vorremmo visitare un museo oppure una galleria d’arte ma rinviamo perché “tanto”è vicino casa e possiamo recarci in qualsiasi momento ed intanto passano anni.Quante volte vorremmo leggere un libro,guardare la TV senza pensare a cosa dover cucinare per pranzo e cena in totale relax? Oppure andare al cinema,a teatro e rientrare in albergo dove è già tutto pronto in camera ed al ristorante? Tante volte lo abbiamo pensato!

Avere lenzuola fresche ogni giorno, servirsi al buffet a volontà o approfittare del servizio in camera.Le lunghe sere d’estate  in una piscina panoramica, passate a prendere fino all’ultimo raggio di sole e seguite da una lunga e calda doccia, un cocktail al bar dell’hotel e una cena in terrazza. Tutte le cose che amiamo degli hotel possono essere piacevoli allo stesso modo anche in un hotel vicino casa. Infatti un soggiorno in un hotel nella tua città può portare un’ondata di vita ed entusiasmo nel vicinato. Che si tratti di un hotel di lusso a 5 stelle tutto incluso o di un piccolo  hotel.In questo modo si fa girare il commercio anche nella proprie città,messe in ginocchio dalla crisi economica e dalla pandemia.

Vincenzo Grassano

Le foto dei vostri presepi

MOSTRA DEI PRESEPI ONLINE ALLA QUALE PARTECIPARE INVIANDO LA FOTO DELLA PROPRIA RAPPRESENTAZIONE
www.comune.carmagnola.to.it

 

L’iniziativa digitale è promossa da Pro Loco e dal Comune di Carmagnola

 

La Pro Loco Carmagnola propone anche quest’anno la consueta mostra dei presepi in collaborazione con il Comune di Carmagnola.

 

Non essendo ovviamente possibile organizzarla come di consueto all’interno della Chiesa di San Filippo, a causa

delle limitazioni imposte dalla pandemia in corso, l’esposizione dei presepi si svolgerà in modalità digitale.

 

Per partecipare occorre scattare al proprio presepe un’immagine (dimensione del file non superiore ad 1 MB) e:

1) inviarla via mail all’indirizzo cultura@comune.carmagnola.to.it, indicando il proprio Nome e Cognome e autorizzando il Comune di Carmagnola e la Pro Loco Carmagnola alla pubblicazione della stessa a titolo gratuito sui propri canali comunicativi (sito, pagina fb, instagram ecc…);

2) postarla sul proprio profilo Facebook taggando la pagina @comunecarmagnola della Città

 

La partecipazione è aperta a tutti ed è gratuita.

 

Il Comune di Carmagnola e la Pro Loco utilizzeranno le immagini ricevute al solo scopo dell’iniziativa sopra descritta e a titolo gratuito.

 

Inviando la propria immagine o taggandovi la pagina della Città i partecipanti accettano implicitamente le suddette condizioni.

 

Scadenza per l’invio delle immagini: lunedì 21 dicembre 2020.

Le immagini saranno raccolte in un album e pubblicate sui canali di comunicazione della Città di Carmagnola e della Pro Loco Carmagnola.

Klaus Davi difende in Tv il torinese Lapo Elkann

Duro scontro nel corso del programma “Ore 14” condotto da Milo Infante su Rai Due fra Klaus Davi e Caterina Collovati (visibile al link https://www.facebook.com/klausdavi2/posts/1023445554818378).

Tema del contendere Lapo Elkann e la sua vita ‘spericolata’. Dopo l’introduzione del conduttore Milo, che ha ricordato il recente episodio di Lapo fermato dalle forze dell’ordine e trovato in possesso di 4 grammi di cocaina, Klaus Davi è intervenuto subito difendendo l’industriale torinese: «Al netto dei suoi problemi personali, ho lavorato per 15 anni al fianco di Lapo in Fiat e posso testimoniare la sua lealtà verso i collaboratori e la sua genialità. La nuova 500 la dobbiamo a lui così come tante altre cose positive. Ho un bellissimo ricordo di quegli anni». Durissima invece Caterina Collovati: «Non voglio sentir parlare di genio legato alla cocaina, la cocaina è assolutamente una tragedia che va comunque combattuta. Noi che facciamo comunicazione dobbiamo dire che questi sono cattivi esempi per i giovani».

La tradizione del presepe rivive da Peraga

In questo Natale così diverso rispetto al solito, dove si sente forte la mancanza di mercatini, fiere e presepi viventi, uno dei luoghi incantati dove poter finalmente respirare l’atmosfera natalizia con tutta la famiglia è Peraga, uno dei Garden Center più grandi d’Italia che sotto le feste si trasforma in un grande villaggio di Natale.

Un luogo magico e incredibile, ricco di attrazioni assolutamente da non perdere, come i presepi semoventi e una delle più grandi e affascinanti esposizioni Lemax d’Europa: un villaggio fiammingo alto più di tre metri dall’atmosfera dolce e romantica, capace di stregare chiunque. 6 ambientazioni, un vero e proprio villaggio formato mignon, estremamente particolareggiato, dipinto a mano e realizzato fin nei più piccoli dettagli, un incantevole mondo in miniatura, composto da una moltitudine di paesaggi, colori, personaggi, attrazioni ed edifici che prendono vita attraverso luci e suoni.

Per gli amanti della tradizione, da Peraga c’è da perdersi tra le migliaia di statuine e le opere d’arte di artigiani e dei celebri maestri napoletani. Statuette, luci, muschi e capanne, da Peraga c’è tutto l’occorrente per creare il proprio Presepe perfetto ma non solo: sono tantissime le ambientazioni già allestite, da usare come ispirazione o anche solo per rifarsi gli occhi e lasciarsi avvolgere dalla magia delle feste.

Tradizione, bellezza, artigianalità, maestria… in Italia quella per il Presepe è una vera e propria passione e rappresenta un momento intimo, atteso da grandi e piccini, un’occasione per riunirsi in famiglia e dar vita alla storia delle storie: quella della Natività.

Il Natale da Peraga: https://www.youtube.com/watch?v=bAEuB0TGSLg&t=1s&ab_channel=PeragaGardenCenter

Natale a Palazzo Lascaris con albero e presepi

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Campeggia anche quest’anno, nel cortile interno dello storico palazzo barocco di via Alfieri 15, a Torino, il grande pino “vestito a festa” con decorazioni e addobbi sui toni del bianco e del rosso. Si tratta dell’albero che ormai da alcuni anni è stato “adottato” dal Consiglio regionale e che, al termine delle festività, ritornerà al suo vivaio.

Nelle vetrine dell’Urp, in via Arsenale 14, è invece allestita una mostra di presepi tradizionali della collezione privata dell’architetto Roberto Nivolo e curata dal Centro studi piemontesi – Ca dë studi piemontèis. Per consentire al maggior numero di cittadini possibile di ammirarla, le vetrine resteranno illuminate ogni sera fino alle 21. Ed è anche prevista – in prossimità dei giorni del Natale – la proiezione di un’immagine della Natività sulla pavimentazione davanti al portone d’ingresso di Palazzo Lascaris.

L’Assemblea regionale ha inoltre concesso il patrocinio a cinque presepi piemontesi allestiti e visitabili all’aperto a Bousson, Rocca di Cavour, Moncalieri (To), Bene Vagienna (Cn) e Postua (Vc).

Quello di Bousson – frazione di Cesana Torinese – è composto da oltre 40 figure a grandezza naturale, dipinte dall’artista Valeria Tommasi, che popolano la “via dei mestieri” della borgata. I “protagonisti” dell’edizione 2020 – la ventesima – sono otto imponenti angeli alti circa 2,5 metri. È visitabile fino al 31 gennaio.

Un “Presepe in vetta” è quello realizzato per il terzo anno sulla Rocca di Cavour, visitabile fino al 6 gennaio anche di notte grazie a un percorso luminoso a basso impatto. La rappresentazione delle scene legate alla Natività è affidata a una serie di statue lignee ad altezza d’uomo scolpite dal giovane artista cavourese Fabio Moriena.

Sono “Presepi dal mondo” i circa 40, provenienti da ogni angolo del globo, allestiti dalla Famija Moncaliereisa lungo le vie del centro storico di Moncalieri. In mostra nelle vetrine dei negozi, sui terrazzi e negli angoli caratteristici della città, danno vita a un percorso segnato che ne evidenzia le principali caratteristiche.

Si può invece ammirare dietro una lastra di vetro il “Presepe artistico” che l’Associazione Amici di Bene ha allestito nella chiesa dei Disciplinati bianchi, che si affaccia sui portici di via Roma, a Bene Vagienna. Costituito da antiche statue lignee policrome, ha quest’anno come sfondo scenografico il santuario della Madonna della Gorra, nel bicentenario della costruzione. È aperto fino al 24 gennaio.

Si visitano infine a bordo di un trenino i presepi allestiti per il trentaseiesimo anno lungo la strada principale di Postua. A ogni fermata, lungo le sue frazioni, è possibile ammirare i presepi esposti all’aperto, fuori dalle abitazioni.

Il “Mulino Valsusa” compie un anno

E, per festeggiare l’anniversario, lancia il progetto “Gustinsieme”

Bruzolo (Torino) Riavvolgiamo di un anno e una manciata di giorni il nastro del tempo. Era il primo dicembre 2019, quando, sotto una pioggia battente, si tagliava il nastro nel vecchio mulino ottocentesco di Bruzolo, Bassa Valsusa, riportandolo ufficialmente a nuova vita con il nome di “Mulino Valsusa”. L’obiettivo era quello di rilanciare, sotto l’aspetto agricolo e ambientale, l’intera Valle, coinvolgendo i contadini nel tornare a coltivare zone abbandonate da anni, garantendo loro prezzi giusti nella vendita del grano e supportandoli economicamente nella spesa della semina come nella raccolta. L’etica, il suo imprescindibile diktat. Ciò che ne ha fatto “un progetto forte, sano e buono – afferma orgogliosamente Massimiliano Spigolon, ideatore e anima dell’iniziativa – in grado di superare anche un anno come quello che sta per concludersi stravolto dalla pandemia”. Parole confermate dalle cifre. Se alla partenza, infatti, gli agricoltori coinvolti erano 14, adesso, a distanza di un anno, sono saliti a 30. Più del doppio. Parallelamente si è passati da 12 ettari coltivati, molti con antiche varietà recuperate, a 35 ettari. Altro importante successo di un progetto “basato sulle buone pratiche agricole” riguarda poi il prodotto finale. Le farine valsusine prodotte dal Mulino e destinate alla Valle sono infatti finite in una ventina fra ristoranti, rifugi e agriturismi, oltre che in una ventina e più di negozi, da Sestriere a Pianezza.

E un accordo è stato firmato anche con la grande distribuzione. Risultati decisamente importanti, dunque, anche se frenati negli ultimi mesi a causa del lockdown imposto dall’emergenza sanitaria che ha portato a bloccare gli ordini da parte di molti ristoranti e negozi. Per questo, mentre continua ad essere sempre aperto lo spaccio interno al Mulino, nelle scorse settimane è stato lanciato il sito www.mulinovalsusa.it con un e-commerce: “ Ciò che ci ha stupito – prosegue Spigolon – è che sono arrivati addirittura ordini dalla Sardegna come dalla Francia e dall’Austria, dal Veneto e dal Lazio. Segno che il progetto è apprezzato”. La speranza è quindi che i panificatori e le pizzerie della Valle “si mettano in gioco maggiormente, anche se sappiamo bene che le nostre farine sono tecnicamente più difficili da lavorare proprio perché non usano miglioratori e stabilizzanti, ma altrettanto bene sappiamo che in Valle non mancano le capacità”. L’appello è lanciato. Insieme a nuove sfide. L’ultima è il progetto “Gustinsieme”. Dice ancora Spigolon: “Dopo aver lavorato per creare una filiera agricola e risvegliare un comparto della Valle, abbiamo valutato fosse giusto lavorare a una filiera di trasformazione”. In pratica, mettere insieme una squadra di artigiani d’eccellenza per la creazione di prodotti “cento per cento Valsusa”, creati con le farine del Mulino e realizzati da artigiani valsusini. Un’altra idea che non riguarda solamente gli interessi di un’unica realtà, ma cerca di supportare diversi attori del territorio, proprio in questo periodo dove la crisi si fa maggiormente sentire.

Le ricette? “Sono quelle della storia di questo territorio e sono custodite, a garanzia del progetto, al Mulino”. Per ora, “Gustinsieme” propone biscotti, paste di meliga, fette biscottate e il “Panettone Prosperoso”. Al momento, coinvolge il panificio di Matteo Marzo, che ha sedi a Susa e a Venaus, il “Biscottificio Rege” di Sant’Antonino di Susa e il “Laboratorio Amo” di Bussoleno. “Lanciamo una call: vorremmo coinvolgere – conclude Spigolon – più artigiani possibile. L’idea è di un’intera valle pronta a diventare un grande laboratorio artigiano”.
g. m.

E’ ripartita la stagione del Tartufo Bianco nel Monferrato

Murisengo, Valcerrina. E’ ripartita la Stagione del Tartufo Bianco nel Monferrato, con apertura del Temporary Store (via Asti 2) e dell’Angolo del Trifolau (piazza Boario) tutti i fine settimana da dicembre a gennaio, per la vendita di generi alimentari e tartufi, sia per il consumo personale sia per la composizione di confezioni regalo, in occasione del prossimo Natale. Tutti i sabati e le domeniche, dunque, apertura del Temporary Store dalle ore 10 alle 12 e dalle 15 alle 17 e dell’Angolo del Trifolau dalle 10,30 alle 12,30.

Oltre a prenotare e ad acquistare vini (tutte le denominazioni autoctone, quali sono Barbera, Grignolino e Fresia, oltre a bianchi, bollicine e riserva), pasta fresca (tagliolini, agnolotti e cappelletti), prodotti da forno (torte e biscotti), nocciole (Tonda Gentile snocciolata e macinata), formaggi (freschi e stagionati) e trasformati (salumi e salse) caprini, salse contadine, confetture di frutta, mieli nelle diverse varietà, zafferano, ortofrutta di stagione e secchi, insaccati (salumi, prosciutti, coppe, lardo…) e tovaglie con fantasie autunnali e invernali, il Temporary Store offre la possibilità di confezionare pacchi e regalo con i prodotti rigorosamente a km0 preferiti. Anche questa, è un’idea per mantenere vivo il commercio locale fatto di piccoli produttore i quali,  nei mesi della pandemia, più di altri, hanno sofferto il mancato afflusso di avventori e turisti di passaggio.

Sul sito www.fieradeltartufo.net, o direttamente nel Temporary Store, si potrà consultare l’ampia offerta dei prodotti TargatoMurisengo e prenotare la propria confezione natalizia. Aperto altresì l’Agnolo del Trifolau, tutti i sabati e le domeniche, in orario  10,30-12,30, presso il quale sarà possibile acquistare Tuber Magnatum Pico (Tartufi Bianchi Pregiati) e tartufi neri direttamente dal cercatore; in alternativa, è possibile contattare direttamente il trifolau per la vendita a distanza scrivendo a: segreteria@fieradeltartufo.com.

Dove trovare il miglior panettone artigianale a Torino

Il panettone artigianale è un dolce che non può mancare sulle nostre tavole natalizie. Ecco una selezione dei migliori panettoni artigianali a Torino.

Stratta, il panettone con la farcitura più buona del mondo

Ebbene sì, uno dei migliori panettoni al mondo nasce nel cuore di Torino, in piazza San Carlo. Il panettone artigianale di Stratta è stato premiato dalla Federazione Internazionale Pasticceria Gelateria Cioccolateria per il concorso “Il miglior panettone al mondo”. E ha portato a casa non poche medaglie: oro per la farcitura, argento per il panettone e bronzo per il panettone farcito. La specialità? Il panettone con la crema al vermouth.

Il Pantorrone della Pasticceria Scalenghe

Più che un panettone si tratta di un Pantorrone, e potete trovarlo a Trofarello, in provincia di Torino. Un panettone realizzato con torrone e glassa al torrone, soffice e dall’impasto ricco e profumato. Un pantorrone che conquisterà tutti. E una nota di merito va anche all’imballo, che è interamente compostabile.

Il panettone artigianale di Giovanni Dell’Agnese

La pasticceria Giovanni Dell’Agnese sforna dal 1950 una delizia dopo l’altra. Dopo essersi trasferito da Borgo Vittoria in zona Mirafiori, continua a rimanere una tappa fissa per i torinesi. Tra le sue proposte degne di nota c’è il Pinerolese, un panettone classico con uvetta, canditi e classa alle mandorle.

Galùp, la storia del panettone piemontese

Galùp ha fatto la storia del panettone piemontese. Propone ricette classiche arricchiete con gusti particolari e abbinamenti sempre sorprendenti. Tra le proposte più golose spiccano il Gran Galup Classico, la ricetta originale con glassa fatta a mano alle nocciole IGP con l’aggiunta di mandorle intere… oppure l’intramontabile pere e cioccolato.

Casa Vicina e l’attenzione alle materie prime

Si può degustare presso il ristorante Casa Vicina (ad Eataly Lingotto). Il panettone è preparato dallo chef Claudio Vicina con farine del Mulino Marino biologiche e il lievito madre, una lievitazione di 48 ore e tutte materie prima di alta qualità. Il panettone è arricchito da scorzette di arancia candita, uvetta e cioccolato fondente, e abbinato ad una crema chantilly all’arancia. Ma attenzione: la produzione del prodotto è limitata, se ne producono circa 200.

Il panettone artigianale della Farmacia del Cambio

Tra le eccellenze della nostra città è impossibile non citare il panettone de La Farmacia del Cambio del maestro Fabrizio Galla. La Farmacia del Cambio lo propone sia in versione tradizionale che nella variante cioccolato e arancia candita.