LIFESTYLE- Pagina 222

Torna “Vini in Fiera” nel verde della campagna chierese

Giunto alla sua seconda edizione, “Vini in Fiera” torna in gran stile ospitato, stavolta, nello splendido agriturismo del Florario immerso nel verde della campagna chierese.

L’evento benefico di degustazione di vini, organizzato da Equity Onlus, ha lo scopo di raccogliere denaro per finanziare l’acquisto di un nuovo defibrillatore che sarà donato alla Caserma dei Carabinieri di San Salvario.
Quattordici (più due) le aziende vinicole partecipanti, che a partire dal tardo pomeriggio vi delizieranno con i loro vini artigianali di alta qualità. Saranno serviti anche panini, patatine, carne alla griglia e altre leccornie, come lo strepitoso gelato al vino. Il costo di partecipazione è di 10 euro a persona (5,50 per i bambini).
L’appuntamento è per il 25 settembre dalle ore 17:00 all’agriturismo del Florario, Strada della Giardina 4, Chieri (TO).

Garden festival, si riparte dalle piante!

Quinta edizione dal 19 settembre al 18 ottobre 2020 con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali

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Dal 19 settembre al 18 ottobre torna in tutta Italia il Garden Festival d’Autunno promosso da AICG (Associazione Italiana Centri Giardinaggio), con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.

Avreste mai pensato all’Autunno come momento di ripartenza? Nel 2020 per l’Italia deve essere tempo di rinascita e i Garden Center Italiani aderenti all’iniziativa si faranno portavoce di questo messaggio attraverso un Festival del fare, del progettare, del rinnovare gli spazi verdi.

Ne abbiamo avuto conferma i mesi scorsi, durante il lockdown, quanto le piante e il verde siano stati un aiuto fondamentale per ritrovare il benessere e dare felicità alle persone.

In provincia di TORINO il Garden Festival d’Autunno si troverà presso Le Serre Floricoltura Garden Center (Piobesi Torinese), Peraga Garden Center (Mercenasco), Daveli Garden Center (Carmagnola), Hortilus Garden Center (Ivrea).

Le iniziative

Molte le iniziative, anche di carattere formativo, e gli eventi che saranno programmati nei numerosi Centri di Giardinaggio che aderiscono al Garden Festival d’Autunno.

All’interno di ogni singolo Garden si troverà, ad esempio, il Labirinto sensoriale d’Autunno, un percorso all’aperto che attraversa un dedalo di ballette di fieno, mais e zucche, in cui trovare angoli di conoscenza delle piante italiane ed autunnali. Un’area in cui fare attività oppure «perdersi» letteralmente in tutta sicurezza e distanziamento sociale, immergendosi tra i colori e i profumi delle piante d’Autunno oppure ancora, rilassarsi osservando e imparando a conoscere una selezione di eccellenze made in Italy.

Non mancheranno anche aiuole dimostrative e didattiche allestite con piante da giardino di questa stagione, composizioni creative dalle quali trarre ispirazione. Sarà inoltre l’occasione giusta per ricevere indicazioni dagli esperti presenti nei Garden Center sulle tecniche colturali migliori per le piante proposte.

La campagna “Nastro Rosa AIRC” e il Ciclamino solidale

Con settembre nei Garden Center si può trovare il ciclamino, robusto e resistente fiore autunnale e invernale per eccellenza, in tante varietà e sfumature di colore.

Ma nel mese di ottobre sarà il ciclamino rosa a farla da padrone: AICG ha infatti scelto nuovamente di sostenere nell’ambito del Garden Festival d’Autunno la Campagna “Nastro Rosa AIRC”. Per tutto il mese di ottobre e per ogni vaso di ciclamino di colore rosa venduto, i Centri Giardinaggio aderenti devolveranno 1 euro a sostegno della ricerca contro il cancro al seno dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro.

Per l’elenco di tutti i Centri Giardinaggio aderenti all’iniziativa Garden Festival d’Autunno 2020 consultare il sito www.aicg.it (in continuo aggiornamento).

Golosaria conquista il Monferrato

Dopo il successo del primo appuntamento al Castello di Casale Monferrato, “Golosaria”, la manifestazione gastronomico-culturale promossa da Paolo Massobrio, farà tappa a Vignale Monferrato.

 

Domenica 20 settembre la piazza antistante Palazzo Callori, ospiterà i protagonisti della manifestazione dove, a partire dalle ore 10, sarà possibile degustare i più originali prodotti enogastronomici delle terre del Monferrato.

 

Nel corso della mattinata Tina Corona, Sindaco della Città, nominerà “Amici del Grignolino 2020” il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e la danzatrice torinese Loredana Furno.

Cibo e letteratura, un binomio vincente a villa Calleri

Alla base degli incontri che hanno avuto come cornice la dimora di Bricherasio, che vanta una storia secolare

 

Cibo e letteratura. Un binomio inscindibile e vincente, a partire già dai primi grandi esempi letterari del Novecento, tra cui l’Ulisse di James Joyce, che prende avvio illustrando i gusti culinari del protagonista Leopold Bloom. Cuochi ed osti popolano, d’altronde, già testi teatrali e romanzi ben anteriori, dal Falstaff shakespeariano alla Locandiera ed alla Bottega del Caffè di Goldoni.

Questo binomio ha ben rappresentato anche il fil rouge di una serie di incontri che hanno avuto come cornice l’elegante e storica Villa Calleri di Sala, a Bricherasio.

La villa appartenente, appunto, alla famiglia Calleri, che vanta tra i suoi esponenti il conte Edoardo Calleri di Sala, primo presidente della Regione Piemonte, già sindaco di Moncalieri e del Comune di Bricherasio, ha aperto i battenti al pubblico per accogliere un appuntamento pre serale in cui il racconto della storia della famiglia è  stato declinato accanto ai temi della valorizzazione del territorio. Protagonisti dell’incontro, promosso venerdì 11  settembre scorso, sono stati Rossana Turina, titolare di un agriturismo a Bricherasio nel Pinerolese, il giornalista e critico enogastronomico Paolo Massobrio ed il medico nutrizionista, vincitore di Masterchef, Federico Francesco Ferrero, con la supervisione di Guido Calleri di Sala. Ha anche partecipato all’incontro, patrocinato dal Comune di Brucherasio, l’attrice Daniela Cavallini.

L’occasione conviviale, unita al dialogo tra i partecipanti, ha affiancato al racconto di aneddoti della storia della famiglia e delle sue origini quella del territorio, delle sue tradizioni e della sua cultura materiale, indispensabili per sensibilizzare le nuove generazioni verso l’amore per il territorio e l’agricoltura. Il tutto si è concluso con una merenda sinora, una preziosa opportunità per incontrare i produttori del territorio.

Mara Martellotta

Le 5 piole dove assaporare la vera cucina piemontese

La piola (l’equivalente piemontese dell’osteria o della trattoria)  è una vera e propria istituzione a Torino.

Locali storici, spesso a conduzione familiare dove mangiare piatti tipici della gastronomia piemontese accompagnati da vino rosso sfuso e da amari a fine pasto. Il tutto, ovviamente, a ottimi prezzi. Le piole sono amate dai torinesi e anche dai turisti, che le cercano per scoprire i sapori – e la cultura – della città.
Ecco perché abbiamo selezionato per voi 5 piole dove poter gustare la migliore cucina piemontese: tradizionale, autentica e saporita!

Quando settembre era una scuola di vita

STORIE DI ALTRI TEMPI / Settembre è il mese dei ripensamenti sugli anni e sull’età. Francesco Guccini ci cantava i Tarocchi di Thomas Eliot tra i pochissimi (penso) che nasce Statunitense e diventa cittadino dell’Impero Britannico.

Per la mia generazione, Settembre non era scuola. C’era tutto il mese per dover riprendere le lezioni. Ogni tanto qualche materia di rimando, niente di che, una pura formalità.
Agosto il deserto a Torino. Settembre la ripresa degli allenamenti a Pallacanestro e gli amici ritrovati. Il ricordo di quella biondina incontrata e fugacemente amata in quel di Rimini. Negli anni più fortunati di quella biondina e di quella brunetta. Amori a termine con mille promesse di scriverci. Avveniva raramente, se non mai. Le donne, precisamente le ragazze le più corrette se non le più leziose nello scriverti di quanto ti avevano amato e di quanto volevano ancora amarti, pronte nel lasciare il fidanzatino che non sapeva di niente. Anche quei piccoli amori ti facevano crescere e prima o poi avresti fatto le vacanze da solo con amici ed amiche. Penso, abbastanza tardi, ho vissuto quelle piccole crisi tra l’affetto e l’esistenza. Con piccole delucidazioni e piccoli propositi di non caderci più. Quel punto di passaggio tra essere un adolescente e diventare un ragazzo.
Il ricordo, appena di ieri, del cineforum all’Arena di Rimini, cinema all’aperto ed il suo  profumo che si mischiava con l’aria intrisa di salsedine. Con i film d’amore sempre tragici e sempre quasi impossibili. Anonimo Veneziano con Florinda Bolkan,  la più bella e sensuale in assoluto. E il violinista maledetto Tony Musante con il canto del cigno e la sua morte per leucemia. Françoise  Fabian antiquaria in una Donna e una Canaglia, rapita dall’amore per Lino Ventura intelligente truffatore e rapinatore che si fa beccare e non tradisce l’amico complice. In una cena l’ex fidanzato della Fabian gli domanda, credendo e volendo metterlo in difficoltà: come sceglie i film ? Ventura spegnendo la Gitanes senza filtro: come scelgo le donne, rischiando. L’immedesimazione era immediata.
Settembre nell’indecisione: glielo dico a Patrizia che l’ho tradita ? Ci pensava lei lasciandoti per l’altro. Direi un classico.
Qualche mugugno e dopo un mese tutto era passato per l‘altra incontrata all’oratorio. Chiodo schiaccia chiodo.
Anche questo un classico. A settembre c‘era ancora spazio nel tirar tardi all’oratorio con gli amici o andare sulle panchine dei giardini Sempione a ridosso della ferrovia, dove credo di aver visto una sola volta una locomotiva che transitava. Bagliori del crepuscolo dove la luce fa posto al buio. Si doveva rientrare a casa. Noi maschi qualche tolleranza in più. Cena alle 19,30 perché l’indomani i padri andavano a lavorare presto. Settembre,  mese sui ripensamenti e sull’età ma anche mese delle Feste dell’ Unità. Al Parco Sempione nel campo al di la’ della piscina comunale. 11 Settembre 1973, colpo di Stato in Cile e concerto degli Inti Illimani: apprendemmo
la notizia durante il concerto serale. Vollero continuare a contare. El Pueblo Unido  jamas sera’ vencido. Poco importava agli Yankee ed al sanguinario Pinochet. I primi afflati di perdita di fiducia nel genere umano, ma allora capivamo fino ad un certo punto. Comunque, effettivamente questa è un’altra storia. È l’incontro con una storia che non tornava. Tra amori che finivano ed amori che nascevano e qualche idea di speranza per un mondo migliore c’era. Sarà l’età, sarà il lontano ricordo di quei settembre, decisamente piacevole, ma oggi non vedo tutto questo, in particolare la speranza. Ma  anche questa è un altra storia.
Patrizio Tosetto

L’antica drogheria sforna krumiri e giornali

Dal Piemonte / Mantenere la denominazione di “Antica Drogheria Corino” per la caffetteria, sorta da alcuni anni nei locali in cui dal 1920 esisteva la drogheria di Luigi Corino e anticamente nel 1764 una spezieria, è stata una lodevole iniziativa che ha conciliato il presente al passato, esigenze dell’oggi alle tradizioni facenti parte della storia minore di una città di fondamentale importanza per coglierne e tramandare lo spirito di continuità.


A ricordare la grande storia di Casale, ci pensa, al centro della piazza adiacente, il monumento equestre dedicato a Carlo Alberto nel 1843 alla presenza del Re Vittorio Emanuele II come imperituro ringraziamento di aver ridato alla città il Senato sotto forma di Corte d’Appello.  Al profumo delle spezie, che avvolgevano i passanti sotto i portici corti di via Roma davanti alla vecchia drogheria, si sostituisce ora l’aroma del caffè e dei Krumiri prodotti nel laboratorio artigianale installato dai gestori che usano offrire in omaggio un tipico biscotto a chiunque ordini una tazzina di caffè.


La proustiana inevitabile “Recherche du temps perdu”, che si insinua nell’entrare in un locale dove è passato un mondo che non c’è più, si attua e si placa nell’atmosfera colloquiale e familiare creata dal vecchio bancone primo novecento, dall’antico parquet a liste di legno consunto ma ancora agibile, dagli scaffali colmi di bottiglie di vino e di liquori,quasi introvabili, che erano vanto dei salotti delle nonne ora passati di moda, dai “Barat” di vetro che prima contenevano bonbons e dolci ora sostituiti dai krumiri quali novelle madeleine. E’ talmente forte la suggestione che pare di percepire con immaginazione olfattiva, prendendo a prestito “Boogie” di Paolo Conte, “Quell’afrore di coloniali che giungevano da una di quelle drogherie di una volta che avevano la porta aperta davanti alla primavera”.


E intanto, sotto lo sguardo severo e imperioso di Carlo Alberto addobbato come il Marco Aurelio del monumento equestre di Roma, piazza Mazzini si anima e vivacizza grazie alla riapertura dell’edicola, inattiva da qualche tempo, dove oltre ai giornali vengono promossi i prodotti in vendita nel Caffè.

Giuliana Romano Bussola

Aperitivo all’aperto a Torino? Ecco i 7 locali migliori 

Torino, capitale sabauda e dell’aperitivo. Ecco sette locali perfetti per un aperitivo all’aperto, ideali per apprezzare la città anche d’estate!

ERIA
Via San Pio V 11F, Torino

In pieno centro, più precisamente in San Salvario c’è una chicca sconosciuta ai più, complice anche l’alto numero di locali dove fare l’aperitivo. Eria si trova vicino alla Sinagoga ed è una terrazza, un’oasi dove bere qualche cocktail e fare un aperitivo al fresco, grazie alla tettoia coperta di verde. Non tutti sanno che il poeta torinese Guido Catalano ha scritto diverse cose al fresco della terrazza dell’Eria, che è anche una caffetteria, torteria e ristorante.

Ironie cromatiche alla Matisse nel ristorante della “piazza che non c’è”

4 stelle di pace, silenzio, e piante di limone immersi tra luci soffuse e vetrate che si affacciano sulla Mole.

Siamo al Carlina, il ristorante dell’NH nell’omonima piazza di Torino. Sapori scritti in corsivo con le lettere maiuscole, Carol Rama alle pareti e l’eleganza che si respira tra le tovaglie bianche e le alte glacette su cui sono adagiate le bollicine.


Rendez vous di terra e mare affiorano dal menù, seguiti dai classici torinesi e dalla carta dei vini che rivela nella cantina dell’NH più di 500 etichette il cui comune denominatore è il terroir, connubio imprescindibile tra territorio e vitigno autoctono. Selezioniamo un’etichetta a cui concediamo anche il bis per la sua straordinarietà: Trimbach, Riesling del 2015, caratterizzato dal profumo di frutti che resta un poco pungente e non finisce, e un palato persistente ma moderato.


Addolciamo il tipico profumo del riesling con la cremosità della citronette alla nocciola che accompagna il carpaccio di pesce spada, ma non senza lasciarci sedurre dalla sua controparte terrena, la tartare di fassona e caviale servita su stracciatella di bufala e capperi fritti.


L’ironia degli accostamenti cromatici dei piatti evoca la pittura di Matisse, l’eleganza del contesto richiama i volti raffinati e a tratti ammicanti delle dame da lui ritratte.


Proseguiamo poi con una fregola sarda accompagnata da scampi e vongole, stuzzicata da limone confit e zafferano, per tornare nella nostra Torino deliziati da un controfiletto di fassona servito su crema di zucca e tenerumi.
Concludiamo il nostro viaggio culinario spostandoci nel taciturno chiostro interno per godere delle piante di limone, immersi tra le colonne di pietra bianca, gli ampi archi e le balaustre illuminate come cristalleria.

Ci seguono il secondo Riesling e le pesche bagnate nel vin brulè e cioccolato fondente, ritratto gustativo della bomboniera piemontese ma con un tocco libidinoso in cui siamo immersi.


Ci avventuriamo indisturbati nella terrazza sovrastante il chiostro, tra le lastre di acciaio e vetro che silenziose celano i camminamenti tra le suite, e da qui ammiriamo lo spettacolo della Mole e di Piazza Carlina, la piazza che non esiste se non per i Torinesi. Ebbene si, perchè questa piazza ufficialmente porta il nome di Carlo Emanuele II di Savoia, che talvolta aveva dei modi effeminati i quali hanno ispirato l’ironia dei Torinesi.


Prima Casa di Carità, poi Regio Albergo di Virtù, poi casa popolare, ora sede delle suite a 5 stelle dell’NH e vincitore del Premio Architetture Rivelate 2017. L’apice di un climax interessante che, ironia della sorte, vede ospite della penultima destinazione d’uso anche il padre del comunismo italiano, Antonio Gramsci.


Un passato controverso e una maschera da dama torinese volteggiano nell’aria scintillante sulle note di “Take Five” di Dave Brubeck, e ai futuri ospiti scoprirne il vero volto.

Martina Calissano

(foto MC)

 

 

 

 

Pronti per l’autunno?

La creatività dei visionari della moda e del beauty, dopo la clausura forzata dei mercati, investe in nuove formule, nuove combinazioni di abiti, accessori, bellezza e benessere, lontani dagli eccessi e dai lussi del passato.

Cosa non può mancare nel guardaroba e nella beauty routine al rientro dalle vacanze?

 

Il trench. Per lei e per lui diventa un vero e proprio impermeabile alle correnti passeggere della moda, il colore cammello, intramontabile, fa da padrone in un momento in cui sprecare è un lusso che non ci si può più concedere. Resta quindi, con il tipico aplomb inglese, il re dell’autunno.
Il blazer. È il fidanzato che tutte le donne vorrebbero: ha le spalle larghe, abbraccia sempre ed è impeccabile in ogni occasione. Il capo di questa stagione va a spasso con i pantaloni in vinile, di pelle, ma anche in velluto o jeans. Per l’uomocontinua il trend compassato della classica giacca, portata con disinvoltura su un jeans vintage, per confermare una moda “cheap and chic”.
Il tartan. Moda al quadrato remixata con tweed e maglioni oversize, l’onda lunga scozzese gioca quest’anno con catene, fantasie plaid, frange e scarpe stringate. Dalle camicie unisex alle mantelle da far scivolare sopra i cappotti, un ritorno agli anni Cinquanta con qualche rivisitazione moderna e rock.
Le spalline. Tipiche degli anni Ottanta tornano prepotentemente negli armadi. Le maxi spalle, soprattutto nel guardaroba femminile, trovano un posto particolare: arricciate, tonde o squadrate, fuori misura, purchè ci siano, sugli abiti e sulle giacche.
Idratare. Non da meno, dopo le vacanze e per tutto l’autunno, la parola d’ordine per un viso curato ecompatto è idratare, cominciando con i sieri creati apposta per lei o per lui e terminando con una crema giorno all’acido ialuronico per rimpolpare e alla vitamina C per levigare. Dal più “cheap”, ma efficacissimo, creato Collistar, (Concentrato acido glicolico e niacinamide) al top, per gli amanti della “ricercato” proposto da Sisley (Sisleyum for man trattamento globale rivitalizzante e Sisleya L’integral Serum concentrè).
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Daniela Roselli