LIFESTYLE- Pagina 21

A Chivasso la 30ª Festa dei Nocciolini

 

In programma fino al 28 settembre

Dopo essere stati protagonisti su palcoscenici nazionali e internazionali, i Nocciolini di Chivasso sono tornati idealmente a casa per un’edizione speciale che celebra il trentennale della manifestazione nata nel 1995 grazie all’intuizione di Ascom Confcommercio Chivasso. La 30ª Festa dei Nocciolini di Chivasso, in programma fino al 28 settembre 2025, sta conquistando cittadini e turisti con un calendario denso di eventi, che unisce gusto, cultura, intrattenimento e orgoglio comunitario.
La Festa dei Nocciolini di Chivasso è organizzata dal Comune di Chivasso con Ascom Confcommercio Chivasso, con il patrocinio della Regione Piemonte, della Città Metropolitana di Torino, della Camera di commercio di Torino, di Ascom Confcommercio Torino e provincia, dei Maestri del Gusto e del Distretto del Commercio di Chivasso .

Chivasso offre il meglio delle sue eccellenze: i nocciolini e i loro produttori, la mostra-mercato con ben 44 attività commerciali, 20 stand di attività legate al territorio e all’enogastronomia, i ristoranti e i loro menù speciali, i cooking show, la musica, gli spettacoli e gli appuntamenti culturali.
A suggellare questo anniversario è il francobollo celebrativo che Poste Italiane ha dedicato ai Nocciolini, inserendoli nella serie nazionale “Le eccellenze del sistema produttivo e del Made in Italy”. Disegnato da Emanuele Cigliuti, raffigura in una elegante forma rotonda i celebri dolcetti con la foglia e i frutti del nocciolo, richiamo diretto alla Nocciola Piemonte IGP, ingrediente principe della ricetta. Dopo la presentazione ufficiale a Roma nei giorni scorsi, il francobollo sarà protagonista a Chivasso con l’annullo filatelico speciale previsto venerdì 26 settembre alle ore 17.30 al Teatrino Civico.
Il cuore della Festa è rappresentato dalla tradizionale premiazione del Nocciolino d’Oro e del Nocciolino ’d Tola, che quest’anno guarda al tessuto sociale e premia famiglie e gruppi che incarnano i valori della comunità chivassese. Il Nocciolino d’Oro sarà consegnato alla famiglia Iorio, gastronomi da oltre cinquant’anni e titolari della storica bottega Il Buon Gusto. Il Nocciolino ’d Tola andrà invece alle Harlequeens, la squadra femminile di rugby che ha portato Chivasso sul tetto del mondo vincendo il campionato mondiale di Rugby Mixed Ability a Pamplona.
La mobilitazione della città è ancora più evidente grazie al coinvolgimento diretto di ristoranti, bar e locali. Nove ristoranti proporranno per l’occasione il “Menù dei Trenta”, un percorso completo al prezzo simbolico di 30 euro che include l’aperitivo con il vino del territorio, l’Erbaluce. Anche i bar e i locali si uniranno alla festa con proposte a tema ed eventi speciali, trasformando la città in un’unica vetrina del gusto.

Non mancano le collaborazioni con realtà di eccellenza del territorio. Accanto ai produttori di nocciolini, sono protagonisti i Maestri del Gusto della provincia di Torino, i gelatieri del Festival del Gelato Artigianale di Rivara, l’ Enoteca Regionale di Albugnano, il Consorzio dell’ Erbaluce di Caluso e i produttori di mirtilli di Moncrivello, per un racconto corale che unisce dolcezza, sapori e territori.

“I Nocciolini di Chivasso sono uno fra i prodotti identitari del Piemonte che custodiscono l’anima del nostro territorio – dichiara l’assessore al Commercio, Agricoltura e cibo, Parchi, Caccia e pesca, Peste suina, Turismo, Sport e post-olimpico della Regione Piemonte, Paolo Bongioanni – La loro forza è nella tradizione: da generazioni vengono realizzati con la stessa cura artigianale e con gli stessi ingredienti semplici e autentici. Eppure, pur restando immutati nel gusto, hanno saputo accompagnare l’evoluzione dei tempi, diventando ambasciatori di una cultura gastronomica che oggi si intreccia con il turismo e con le nuove forme di promozione territoriale. Per la prima volta dopo quindici anni la Regione Piemonte torna ora a finanziare le fiere e sagre legate a prodotti tipici del territorio e strumento della loro promozione: questa Festa non celebra soltanto un dolce, ma una cultura che merita di essere valorizzata e trasmessa, perché i Nocciolini raccontano il Piemonte meglio di tante parole. Sono il simbolo di un’identità che resiste, cresce e sa attrarre sempre nuovi conoscitori ed estimatori, generando crescita sociale ed economica nella comunità di riferimento e visibilità per l’intero territorio regionale di cui sono espressione”.

“La Festa dei Nocciolini è un tributo alla nostra identità e alle vocazioni imprenditoriali che hanno reso Chivasso celebre ben oltre i confini piemontesi – sottolinea il Sindaco di Chivasso, Claudio Castello – I Nocciolini sono piccoli capolavori di gusto che uniscono tradizione e futuro, e questa edizione speciale è un’occasione per celebrare la comunità e rafforzare il tessuto economico locale “.

“Ogni anno la Festa richiama visitatori da tutto il Piemonte e offre una vetrina preziosa alle attività cittadine – aggiunge l’assessore al Commercio e Turismo del Comune di Chivasso Chiara Casalino – Con il francobollo e le nuove collaborazioni vogliamo rafforzare il legame tra cultura gastronomica, turismo esperienziale e commercio di qualità, rendendo Chivasso sempre più attrattiva”.

“Il valore di questa manifestazione va oltre l’aspetto enogastronomico – conclude il presidente di Ascom Chivasso, Carlo Nicosia –È la prova concreta di un’alleanza duratura tra imprese, istituzioni e cittadini. Il francobollo e i premi ai nostri concittadini dimostrano come i Nocciolini siano ambasciatori della nostra città e del suo spirito imprenditoriale”.

Mara Martellotta

Degustazioni in Cantina Comunale a La Morra

A Settembre e inizio Ottobre organizzeremo due giornate dedicate all’assaggio della Barbera prima e del Nebbiolo poi.
In queste giornate allestiremo un lungo tavolo a ferro di cavallo, con il biglietto di €15 riceverete un calice per degustare tutti i vini presenti
( circa 30 Barbere il 27 Settembre e 30 Nebbioli il 4 Ottobre )
Dietro al tavolo troverete noi dello staff, pronti a raccontarvi i dettagli di ogni vino!
OUR ANNNUAL “BANCHI D’ASSAGGIO” ARE BACK
At the end of September and beginning of October we will organize two days of tasting of Barbera first, and Nebbioloafter.
In these tastings we will set up a long table, with the entrance of €15 you will receive a glass to taste all the wines present
(about 30 Barberas on September 27th and 30 Nebbiolos on October 4th)
Behind the table you will find us staff, ready to tell you the details of each wine!
https://www.cantinalamorra.com/post/i-banchi-d-assaggio-1?utm_campaign=429fd3ae-3c44-4303-beae-9970ab6adffa&utm_source=so&utm_medium=mail&cid=62e50507-9814-47c5-ab42-c2568bb3990b
Alla prossima !
LUCA GANDIN

Quando la notte si mangia le stelle

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Con passo deciso ma non frettoloso, ci si accompagnava agli altri avventori giù ai “Quattro Cantoni”. Lì, tra un bicchiere e un piatto di polenta “concia” accompagnato dai pesciolini in carpione ( una vera “mazzata” per il fegato, soprattutto alla sera, ma era quello che passava il convento e non era bello dire di no quando l’oste – il Luisin – era in vena di “offrire” il merendino fuori-orario) s’inanellavano ricordi, ritratti ed aneddoti

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Quando la notte si mangia le stelle e si fa nera come l’inchiostro, è segno che il tempo cambia. Le nuvole, scure e cariche di pioggia, riempiono il cielo formando una coltre spessa. “E’ notte di fiaschi e di chiacchiere da osteria”, diceva Ugo Pollastri, titolare della pescheria di Feriolo, prendendomi sotto braccio. E così, con passo deciso ma non frettoloso, ci si accompagnava agli altri avventori giù ai “Quattro Cantoni”. Lì, tra un bicchiere e un piatto di polenta “concia” accompagnato dai pesciolini in carpione ( una vera “mazzata” per il fegato, soprattutto alla sera, ma era quello che passava il convento e non era bello dire di no quando l’oste – il Luisin – era in vena di “offrire” il merendino fuori-orario) s’inanellavano ricordi, ritratti ed aneddoti. Prendevano forma e si animavano i personaggi più conosciuti. Ad esempio, il Tino Bagutti ed il suo “Motom”. Tino era stato tra i primi, subito dopo la seconda guerra mondiale, ad aver tra le mani quel ciclomotore robusto ed economico ( una specie di piccola motocicletta), di buone prestazioni ed elevata affidabilità, pur essendo confinato nei limiti di cilindrata dei più classici “cinquantini”. Il Motom, creato dal fantasioso ingegner Battista Falchetto, un ex-progettista della Lancia, in collaborazione con gli industriali De Angelis Frua , venne presentato al salone di Ginevra del 1947 con il mome di Motomic ( era l’abbreviazione di “Moto Atomica”..). Come lo teneva il Bagutti era uno spettacolo: sempre lucido, in ordine.

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Dietro al sellino aveva applicato una coda di volpe che, nelle intenzioni, doveva svolazzare davanti agli occhi dei passanti quando transitava la rombante motocicletta. In realtà, la coda restò quasi sempre giù, moscia, tristemente penzolante. Il Motom, infatti, andava a passo d’uomo sulla salita che dall’incrocio sopra il circolo di Oltrefiume saliva – tra due file di alberi – verso la Tranquilla. Tino Bagutti teneva molto “all’assetto del pilota”: guidava in posizione da corsa,proteso in avanti sul manubrio, vestito di pelle nera con cuffia di cuoio ed un paio di enormi occhialoni. Noi, all’epoca ragazzini, gli correvamo appresso, lo affiancavamo, lo guardavamo e lo sorpassavamo. Lui, umiliato, ci guardava digrignando i denti ma non ci diceva mai nulla. Non usciva nemmeno una sillaba dalla sua bocca anche se non era difficile intuirne i pensieri bellicosi. Così, lo ribattezzammo “il centauro della volpe triste”. E lui, con qualche ragione, non ci ringraziò. Un altro personaggio che veniva evocato spesso era il Balloni. Il nome non lo ricordo bene: forse si chiamava Alberto o Gilberto o qualcosa del genere. Comunque, era un bel personaggio. Era stato militare nella “Légion étrangère”,da giovane. Con la Legione aveva combattuto in Indocina, partecipando alla tragica battaglia di Dien Bien Phu, nel 1954. Era un uomo d’azione, sprezzante del rischio.Si definiva un “fascista-comunista”. La sua famiglia era stata dalla parte del Duce durante il ventennio ed alcuni avevano combattuto sotto le insegne della Repubblica di Salò. Lui, negli anni che seguirono alla Liberazione, continuò a coltivare il mito dell’ uomo forte e dell’ordine“. Dove aveva fallito il Duce, c’è sempre la possibilità che andasse bene a Stalin”, diceva ad alta voce, quando alzava un po’ il gomito, a riprova che “nel vino c’è la verità”.L’ideologia, non era opposta? L’ideologia, per lui, non c’entrava un tubo. “Ciò che conta è la dittatura. Qui ognuno fa i cavoli suoi e non risponde a nessun altro che ai propri interessi. Ed allora, caro mio, ci vuole ordine, disciplina. Un tempo era il fascismo a far rigare diritti questi lazzaroni, ora ci potrebbe pensare il comunismo”. Quel “ci potrebbe” veniva espresso in forma dubitativa poiché aveva scarsa considerazione dei comunisti locali ed italiani in genere. “Gente troppo democratica, troppo perbene. Vogliono cambiare le cose con le elezioni, con il consenso. Non capiscono che qui ci vuole lo schioppo e non il voto. Quelli lì son molli, si perdono dietro alle parole quando invece c’è bisogno di agire, di tirar fuori le palle”. Lo diceva mettendo in mostra un sorrisetto sardonico, enigmatico, sotto i baffetti radi. Non capivi mai se scherzasse o se facesse sul serio. Sono tanti anni che è trapassato ma, pensandoci, ho sempre più la convinzione che incarnasse davvero, a modo suo, il paradosso dell’essere un “fascista-comunista”.

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C’era poi il Gùstin, al secolo Aurelio Gustavino. Abilissimo nel fare affari, si era fatto un nome per la capacità di contrattare l’acquisto del riso giù nella “bassa”, tra le risaie del novarese e del vercellese. Portava con se una stadera, una bilancia per la “pesata” a braccio, utilissima per misurazioni che non superassero i 15-20 chili. “A trattare era un mago. Li faceva su con la galla, li infiocchettava con la sua parlantina che alla fine non capivano più niente. Ah, che roba: li fregava sul peso e loro – per la paga – lo ringraziavano anche, al Gùstin”, diceva l’Ennio, con ammirazione. Il meglio di se, però, lo dava nell’acquisto delle uova dalla sciura Marianna. La frase che accomapgnava il lesto movimento delle mani nel contare le uova sembrava quasi uno scioglilingua: “Quatar e quattr’ott , e quatar che fan vott, e quatar dudas..la va ben, Marianna?”. E Marianna annuiva, consegnando sedici uova al prezzo di dodici. “Bisognerebbe tirar su un monumento all’abilità ed alla faccia tosta del Gùstin, cari miei”, sentenziava l’Alfredo. Non aveva torto. Da giovane, nei paesi attorno a Milano, il Gùstin chiedeva l’elemosina con fare dimesso. Guardava, supplicante, negli occhi le vecchie signore, sussurrando loro con un filo di voce: “Fate la carità ad un pover uomo che in una mano ha cinque dita e nell’altra tre e due”. Un po’ di denaro l’aveva raccolto, insieme a cibo, vestiti e qualche legnata sul groppone. Ma gli “incidenti di percorso” non lo dissuasero dal mettere a frutto la sua fantasia. Così passavamo le serate di pioggia all’osteria dei “Quattro Cantoni”. Fuori, la notte si era ormai mangiata le stelle; dentro, tra il fumo del camino e dei sigari e le chiacchiere degli amici, si “lustravano” i ricordi, quasi fossero le pentole della Maria dell’osteria dei Gabbiani.

Le vostre foto. Torino, il fascino dei giardini

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Torino e dintorni sono ricchi di verde. In questi scatti della nostra lettrice Isotta Meliga tutto il fascino di alcuni dei giardini più belli: dai giardini reali a quelli della Reggia di Venaria, fino al Mercato “Campagna Amica” del venerdì ai Giardini Lamarmora.

Grande successo per la Sagra della Patata De.Co. a Sauze d’Oulx

SAUZE D’OULX – Il meteo ha dato al bello e Sauze d’Oulx si è riempita per la sua “Sagra della Patata De.Co.”. Il centro storico di Sauze domenica 21 settembre ha accolto migliaia di persone accorse per far scorta di patate e per degustare i piatti dell’ormai tradizionale percorso enogastronomico per le piazze e vie del paese. Un’edizione arricchita dall’animazione del gruppo “Fisarmonicisti Occitani” e “Cantori Amici della Montagna Vigezzo” che hanno suonato in piazza portando allegria e buonumore.

L’Assessore al Turismo Davide Allemand, che ha preso parte alla manifestazione con il ViceSindaco Marco Tintinelli ed il Presidente del Consorzio Forestale Alta Valle Susa Mino Ambrosiani, fa il bilancio della manifestazione: “Il beltempo, in quello che forse sarà l’ultimo weekend di stampo estivo, ha fatto sì che tanta gente venisse a Sauze per la nostra “Sagra della Patata De.Co.” di Sauze d’Oulx. Le code, sempre in serenità e senza lamentele, ai punti di somministrazione dei piatti a base di patate di Sauze la dice lunga su quanta gente ci fosse. La formula della sagra itinerante lungo il Centro Storico del paese con il menù tipico servito nei locali di Sauze d’Oulx che proponiamo da quattro anni piace e sta dando grandi soddisfazioni. Un grazie quindi al folto pubblico che è venuto a trovarci; un grazie ai ristoranti che hanno aderito all’iniziativa e che hanno preparato ottimi piatti; un grazie alla Pubblica Assistenza Sauze d’Oulx e al Consorzio Fortur per l’organizzazione e all’Ufficio del Turismo per la collaborazione; un grazie ai “Fisarmonicisti Occitani” e ai “Cantori Amici della Montagna Vigezzo” che hanno offerto la colonna sonora della manifestazione; un grazie poi particolare agli espositori che hanno dato lustro alla fiera e ai nostri produttori di patate senza i quali questa Sagra non potrebbe esistere”.

Sapore d’Oriente nel piatto: straccetti speciali di pollo

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Il piatto non necessita di lunghe cotture ma di una profumata marinatura

 

Un ottimo secondo piatto leggero, fresco e veloce, non necessita di lunghe cotture ma di una profumata marinatura che esaltera’ il delicato gusto del pollo abbinato alla croccantezza delle verdure.

Semplice, dal successo garantito.

 

 Ingredienti:

1/2 petto di pollo intero

2 carote

2 zucchine

1 limone

1 spicchio di aglio

1 cucchiaino di zenzero in polvere

1 cucchiaino di semi di cumino

1 cucchiaino di semi di sesamo

olio evo q.b.

sale, pepe q.b.

Lavare le verdure e tagliarle a bastoncini nel senso della lunghezza.Tagliare il petto di pollo a striscioline, metterlo in una terrina, cospargerlo con le verdure, le spezie, l’aglio a fettine, bagnare il tutto con il limone, l’olio, il sale,e il pepe. Mescolare bene e lasciar marinare in frigorifero per almeno due ore. In una piastra in ghisa rovente, cuocere gli straccetti di pollo con le verdure scolate per circa dieci minuti, mescolare con una paletta e bagnare con la marinatura, lasciar sfumare. A cottura ultimata, servire subito.

Paperita Patty