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 Science Brunch per scoprire la scienza nascosta negli alimenti

 IL NUOVO LABORATORIO DEGLI ALIMENTI DI OFF TOPIC

 

Un appuntamento dedicato ai più piccoli e le loro famiglie per passare il sabato insieme, tra cucina & scienza

 

Iscrizione sulla pagina eventi di OFF TOPIC a questo link

Torino 4 ottobre 2023 –  Nasce Science Brunchil nuovo ciclo di incontri di OFF TOPIC per scoprire la scienza nascosta negli alimenti. Tutti i sabati a partire dal 21 ottobre, un nuovo evento che unisce all’amore per la scienza quello per la cucina, per imparare a “sperimentare con il cibo” con un appuntamento dedicato a tutta la famiglia,  dalle ore 11:30 fino alle 12:30.

Micro e macro nutrienti, farine infuocate e additivi alimentari, liquidi sferificati e frutti ghiacciati, solo alcuni degli ingredienti delle ricette di Science Brunch: un vero esperimento per piccoli chimici, che trasforma OFF TOPIC in un laboratorio scientifico di magiche pozioni. Cucinare non è mai stato così divertente, e fra Science Bagels accompagnati da un contorno di carboidrati alla julienne, si avrà l’ccasione di scoprire proteine in salsa sperimentale, fra soffritti di lipidi e vitamine, ma anche pentoloni di zuppe di acqua e sali minerali.

 

Il nuovo format di OFF TOPIC nasce da ToScience, l’’associazione culturale di Torino nata nel 2014 e attiva su tutto il territorio italiano, per la promozione della cultura scientifica composta da professionisti della comunicazione e divulgazione della scienza, con un’esperienza pluriennale nella progettazione e animazione di attività ludico didattiche. ToScience sperimenta infatti da sempre linguaggi e media innovativi per comunicare la scienza e renderla affascinante e alla portata di tutti. Il coinvolgimento in prima persona nelle attività è la chiave per trasformare un momento di divertimento in un’occasione per imparare qualcosa: per questo, l’approccio è quello dell “hands on”.

 

Fra gli appuntamenti in programma sabato 21 Ottobre “Carboidrati alla julienne” affronta quanta energia si nasconda in realtà dietro una fetta di pane: che cos’è l’amido e quali superpoteri nasconde la nostra saliva. Un’occasione per scoprirlo in questo laboratorio in cui farine e cereali saranno i protagonisti dei nostri esperimenti.

Si prosegue sabato 28 ottobre con “Proteine in salsa sperimentale” per rispondere a un quesito diffuso: quante ricette esistono per cucinare un uovo senza cuocerlo, e quante cose hanno in comune un fagiolo e un bicchiere di latte. Molte è la risposta ad entrambe le domande, ma se si vuole scoprire perché non resta che venire a scoprirlo attraverso gli esperimenti di OFF TOPIC.

Con Soffritto di lipidi e vitamine il 4 novembre si andrà alla scoperta di cosa significhi avere una necessaria riserva di energia. I grassi sono infatti essenziali per svolgere numerose funzioni del nostro organismo. Inoltre, rendono possibile l’assorbimento di alcune vitamine. È possibile isolarli partendo da un alimento, ma solo per chi parteciperà a

Un viaggio alla scoperta del macronutriente più presente sul nostro pianeta, l’acqua, è il focus dell’apppuntamento in programma il 18 novembre con Zuppa di acqua e sali minerali. Attraverso una serie di esperimenti, alcune delle più straordinarie proprietà dell’acqua che – all’occorrenza – sono anche in grado di renderla anche molto dura.

 

Il 25 novembre l’appuntamento Anidride carbonica a lunga lievitazione svela tutti i segreti che si nascondono dietro la morbidezza e l’elasticità di una pizza. Scoprilo in questo laboratorio in cui organismi molto piccoli ti aiuteranno a trasformarti in unə grande chef…ma solo se riuscirai a nutrirli con la giusta dolcezza.

 

Ancora sabato 2 dicembre una Gran selezione di succhi (gastrici). E dopo una bella mangiata, non resta che lasciare che la digestione faccia il suo corso. Come funziona questo processo. Verranno ripercorse tutte le sue fasi: ridurre, assorbire e trasformare, sono tutti i passaggi che consentono di digerire in questo laboratorio

 

Se non si è mai sentito parlare di cucina molecolare Science (bubble) Tea il 9 dicembre è il laboratorio giusto. Si andrà alla scoperta di quanto può essere semplice trasformare i liquidi in sfere per preparare delle vere e proprie esplosioni di sapore.

 

L’ultimo appuntamento in programma sabato 16 dicembre è Cheesecake all’azoto: Menocentonovanaseigradi. È questa la temperatura che aiuterà a cucinare alcune tra le ricette più fredde che si possono preparare in questa (pazza) cucina. Non resta che scoprire quanta croccantezza si può celare anche negli alimenti più teneri.

 

 

OFF TOPIC

via Giorgio Pallavicino, 35 – 10153 Torino

 

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Smartphone: riflessioni tra scuola, dipendenza e potenzialità educativa

Eccola lì, la nostra scatola nera.

Il nostro indispensabile organo detentore della sensibilitàpostmoderna.
Ode allinseparabile Smartphone, unico idolo indiscusso della nostra epoca, e forse il solo simulacro che siamo in grado di accettare.
Come una sorta di vaso di Pandora tascabile, il cellulare viene comunemente indicato leffettivo colpevole dei mali odierni, il capro espiatorio reo di aver mandato a rotoli la nostra società.
Una considerazione pare dunque necessaria, e sottolineo il termine colpevole che ho utilizzato, poiché ciò su cui vorrei riflettere èdibattito aperto e le osservazioni che propongo non vogliono certo essere verità lapidarie, ma solo punti di vista.
Possibile che la causa allalienazione contemporanea si trovi semplicemente racchiusa in tale piccolo oggetto?
Se è tutto qui, perché allora non eliminare dal mercato gli smartphone e reintrodurre gli arcaici Cityman e il Motorola Micro Tac., per non parlare degli iconici Nokia 3310 e 3330?
Forse dietro il demonizzato telefono intelligente si cela una situazione più complessa e decisamente meno facile da districare?
Tanto più che, solo un paio danni fa, si pensava di utilizzare proprio gli stessi smartphone come strumenti didattici dibattito per ora ancora aperto-.
Se sono davvero oggetti così pericolosi, come si è potuto  anche solo lontanamente pensare di farli entrare allinterno dellistituzione scolastica?
A tal proposito risulta esplicativa la posizione del Professor Raciti, ben illustrata in unintervista pubblicata su Orizzonte Scuola (Sìsmartphone in classe, per fare didattica. Smartphone sì o no?Domanda corretta è: Smartphone come. INTERVISTA al Professor Raciti. Articolo a cura di Vincenzo Brancatisano, pubblicato nel mese di ottobre 2022).
Il docente sostiene che la società abbia commesso un grave errore a consegnare nelle mani di bambini e ragazzini una tecnologia cosìdelicata e pericolosa che pure ci apre degli importanti scenari sociali e culturali. […] daltro canto Raciti osserva come lo sbaglio ormai sia stato commesso, ora occorre decidere come agire. Secondo lopinione del Professore gli adulti ed in particolare i docenti- non possono permettersi di osservare indifferenti il dilagare delle nuove dipendenze, il diffondersi del fenomeno del cyberbullismo e di tutte le altre devastanti conseguenze derivanti dallutilizzo improprio di tali ambienti virtuali, su cui i ragazzi non hanno alcun controllo e con cui non sanno relazionarsi.

Ciò che Raciti sostiene è che la scuola deve cogliere le sfide attuali e prendere per mano i ragazzi, in questo caso guidandoli verso un uso critico, responsabile e consapevole delle tecnologie poiché è proprio listruzione scolastica il mezzo essenziale e centrale per lo sviluppo delle competenze di cittadinanza digitale nonché per la crescita della persona.
Il Professore non è lunico a sostenere questa tesi, su molte testate che si occupano di formazione e insegnamento si possono leggere pareri favorevoli e contrari non solo allutilizzo dello smartphone, ma addirittura anche alla sola introduzione fisica dello stesso tra le mura scolastiche.
Mi preme sottolineare come i favorevoli a tale iniziativa sostengano la possibilità di usare i cellulari come dispositivi didattici aggiuntivi, senza ovviamente eliminare lutilizzo degli strumenti classici, quali i preistorici libri e quaderni, che pure risultano in ogni caso le soluzioni più apprezzabili per un corretto e completo apprendimento.
Si caldeggia unopzione aggiuntiva, una possibile strada ulteriore per promuovere il processo di insegnamento-apprendimento in classe, ipotesi volta allintroduzione di metodi educativi innovativi, nuove strategie tecnologiche da affiancare alle tecniche tradizionali, in modo da poter accompagnare ogni singolo studente verso il proprio successo formativo, senza lasciare indietro nessuno.
Che ci piaccia o meno, come suggerisce Simone Consegnati, nel suo articolo pubblicato su Tuttoscuola a luglio di questanno, èopportuno riflettere su un dato di fatto: Attraverso i loro cellulari i nostri alunni si incontrano, si fidanzano, si innamorano, prendono appuntamenti per la serata, a volte leggono un libro o parte di esso, più spesso guardano video e fotografie. Essendo uno strumento cosìimportante, è necessario che ci sia uneducazione e unattenzione della scuola, verso un uso corretto e adeguato.
Pare dunque anacronistico inneggiare ad un totale allontanamento dello smartphone dalle vite dei nostri studenti, così come recitano le ultime circolari diffuse nella maggior parte delle scuole, in cui si legge del divieto assoluto di utilizzo dei cellulari  a scuola, il che puòsembrare unazione limitativa, perché, se in classe probabilmente non accadrà nulla di legato ai mondi virtuali, è pur vero che la prima azione che compiono i ragazzi appena varcati i cancelli è accendere i propri telefonini.
Va da sé che il problema non sia loggetto-smartphone, ma la non conoscenza delle potenzialità talvolta pericolose- che ad esso sono attribuite.
Non andrei mai contro la normativa vigente, eppure in qualità di docente di arte e immagine, sostengo che, con le giuste modalità e indicazioni, potrei provare giovamento dalluso del cellulare in alcune situazioni specifiche, quali le ore dedicate alla pratica: tramite lo smartphone si potrebbero eseguire ricerche iconografiche personalizzate e adatte al lavoro di ogni singolo studente, ognuno osserverebbe la figura di riferimento necessaria al suo operato, senza dover aspettare il proprio turno alla LIM; in altre lezioni si avrebbe la possibilità di visionare insieme, alunni e docente, alcune applicazioni dedicate al fotoritocco, allediting o allimpaginazione, attivitàrispondenti al bisogno di eseguire compiti di realtà, in modo da far ricadere gli argomenti spiegati su temi e situazioni attuali vicini al mondo giovanile.
Certamente vi è il rischio delluso scorretto di tale tecnologia, magari qualcuno potrebbe scattare delle fotografie, filmare la lezione o distrarsi sui social, daltro canto anche questo è un problema antico, o non vi ricordate che i messaggini si inviavano anche con i Nokia? E poi, almeno una volta è successo a tutti di dimenticarsi di togliere i suoni mentre si giocava a snake tra le cartacce appositamente sistemate nel sottobanco.
Non trovo poi corretto tenere la testa nascosta sotto la sabbia: leproblematiche contemporanee ci sono e sono differenti rispetto a quelle di qualche decennio fa. Viviamo in una dimensione di continua incertezza, sia dal punto di vista lavorativo che affettivo, non vi sono più i punti di riferimento stabili su cui contavano i nostri genitori o i nostri nonni, al contrario lepoca che dobbiamo affrontare è quella dellindividualismo, della competitività che sovrasta gli ideali di appartenenza e condivisione, ed è in questo panorama sociale che si diffondono diverse forme di malessere, tra cui le nuove dipendenze da smartphone e tecnologie varie, la depressione e le diverse tipologie di ansia (funzionale e disfunzionale).
Curioso il caso di Raymond-Millet, regista visionario, che nel 1947 realizza un lungometraggio educativo dal titolo Télévision: Oeil de Demain (Televisione: occhio del domani). Si tratta di una pellicola in bianco e nero, in cui si ipotizza linvenzione di una apparecchiatura avanguardistica, una sorta di televisione portatile antesignana del contemporaneo smartphone, la quale infine prende il sopravvento sulle vite degli uomini. Le sequenze mostrano linconscia dipendenza che le persone sviluppano nei confronti di tale oggetto, rendendolo perennemente presente nella propria quotidianità, quasi fosse unestensione del proprio essere: si vedono allora individui sui tram, intenti non più a guardare il mondo fuori dal finestrino, bensì con lo sguardo fisso sul monitor, altri si presentano ad un appuntamento romantico, ma dopo solo alcune parole di cortesia, spengono il proprio interesse verso laltro e si concentrano a fissare il loro apparecchio, e così in tutti i momenti della vita abituale. Vi ricorda qualcosa?
Daltronde non è questa lunica volta in cui la Fantascienza si fa portavoce provocatoria di una qualche situazione da monitorare, e non è questo lunico monito a cui non abbiamo prestato attenzione.
Oggi lo smartphone ci risucchia nel suo vortice social, ci rapisce verso questi ambienti virtuali in cui vige una sempiterna felicità idilliaca, accompagnata dai filtri di bellezza, tramonti mozzafiato, assenza totale di problematiche, noia e tempi morti.
E se invece la direzione relazionale fosse sbagliata? Se non fosse il cellulare ad assorbirci ma fossimo noi a volerci far inghiottire da questo fittizio turbinio? Perché, diciamocelo pure, è più facile guardare un video su Tick-Tock anziché leggere un libro, è meno dispendioso scegliere un giochino sul cellulare anziché utilizzare la playstation, ed è meno faticoso guardare le storie su Instagram, anziché mandare un messaggio o -addirittura- chiamare una persona per sapere come sta.
Lo smartphone forse è solo la scusa che abbiamo trovato per riempire i vuoti. Quei vuoti così necessari, perché servono a pensare, a ricaricarsi, a capire, essenziali persino per comprendere la noia. Quei vuoti che ci insegnano come si gestisce un sentimento, bello o brutto che sia, in cui sperimentiamo la mancanza, la lontananza, lirrequietezza, le aspettative, quei vuoti in cui possiamo immaginarci il futuro e possiamo spaventarci degli obbiettivi che vorremmo perseguire, perché talvolta tutto sembra così difficile e inarrivabile. Quei vuoti dove c’è la vita vera.
Secondo tale riflessione, lo smartphone risulta leffettivo colpevoledellalienazione dellindividuo contemporaneo, in quanto portale diretto verso unesistenza virtuale ed alternativa che si sovrappone a quella concreta, un mondo non tangibile ma non meno pericoloso, figlio del consumismo estremo, delle mode dispotiche, della frenesia del successo ad ogni costo.
In questo senso è necessario prestare molta attenzione alloggetto-smartphone,  figlio prediletto della società che Zygmunt Bauman, con occhio critico, acuto e lapidario denomina come liquida, termine a cui si collega il significato di perdita del senso del tempo, ciò che piùcaratterizza questo momento storico. Lo studioso polacco sottolinea come il diffondersi delletica delladesso e della cultura della fretta abbiano comportato una trasmutazione dei voleri autoritari e unitari, mettendo così in dubbio le dimensioni costitutive più intime della personalità e del comportamento umano, quali le aspirazioni per il futuro e la capacità di costruirsi nel tempo, in quanto soggetti capaci di pensiero critico, dotati di principi di autoregolazione, capaci di creare rapporti intimi soddisfacenti e gratificanti, da cui per altro scaturiscono sentimenti portatori di un serio equilibrio emotivo, la cui importanza non è affatto da sottovalutare.
Bauman osserva inoltre che, se fino a pochi anni fa tale problematica riguardava solo la vita dei più giovani, adesso anche gli adulti sono stati assorbiti dallaffanno di un perpetuo presente e da un costante istantaneo.
Egli individua come fonte di colpevolezza la società dei consumi, fattasi ancora più immediata, repentina ed individuale, stile di vita che saccompagna ad una costante paura collettiva di rimanere indietro in un contesto totalmente indirizzato verso il progresso e la produzione. Oltre al riferimento alla traditio filosofica Shopenhaueriana dellimpossibilità della soddisfazione dei desideri, il sociologo richiama lattenzione su come ormai lunità minima della moderna società sia lindividuo e non più il nucleo familiare; non meno determinanti  sono le sue osservazioni sugli scarti, non solo intesi come prodotti ma osservabili in individui incapaci di partecipare al gioco sociale, poiché non portatori di profitti consoni alla societàconsumistica, come gli sfollati o gli immigrati.
In questa società a sciame dapi -riprendendo una metafora baumeriana- assai diversa dalla società di massa del secolo scorso,priva di un leader, senza gerarchie, incentrata sul consumo individuale, lo stesso studioso sottolinea limportanza della centralitàdelleducazione.

 


In primo luogo, egli sostiene, è necessaria una stretta collaborazione tra sociologia e pedagogia, volta a portare avanti unosservazione critica e unazione orientata ad un rinnovato approccio al sapere, adeguato alla pluralità delle conoscenze che sta alla base della globalizzazione. Risulta poi essenziale una specifica azione pedagogica che abbia lo scopo di ristabilire il senso critico di discernimento tra gli individui che hanno perduto la propria identità.
Leducazione richiesta è quindi di tipo etico, costruita sullo studio delle discipline sociali.
Solo attraverso una giusta formazione potremo aprirci verso il diverso, evitando e sconfiggendo la solitudine collettiva del nostro tempo, attraverso la dilatazione dei limiti dellindividualismo egoistico e il rifiuto di quello spazio privato ormai in mano alleconomia consumistica.
Anche la scuola liquida non può sottrarsi alla sfida.
Listituzione scolastica, secondo Bauman deve fronteggiare le leggi di mercato attraverso la libertà, non deve mostrarsi nostalgica verso anacronismi che impongono un impianto prescrittivo alle materie o un disciplinamento degli scolari secondo dei modelli che per altro sono stati completamente spazzati via dalla liquidità. La scuola deve finalmente poter essere il luogo di formazione della capacità critica dei cittadini e della loro pretesa di libertà”.
Difficile trovare una chiusa allaltezza delle parole del sociologo.

ALESSIA CAGNOTTO

Golf e cibo per la ricerca sul cancro. Pro Am della Speranza –The Green is Pink

RACCOLTI 108.000 EURO PER LA LOTTA CONTRO I TUMORI FEMMINILI DELL’ISTITUTO DI CANDIOLO IRCCS

Sul green del Royal Park I Roveri accanto ai professionisti del golf sono scesi in campo aziende partner e grandi chef per sostenere la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro in occasione della campagna Life is Pink.

Golf e cibo alleati per sostenere la ricerca sul cancro. Per il quarto anno consecutivo è stata questa la formula di successo della Pro Am della Speranza –The Green is Pink, che si è svolta il 4 ottobre, al Royal Park I Roveri. La XXIV edizione della manifestazione ha permesso di raccogliere 108.000 euro.

La Pro Am della Speranza – The Green is Pink contribuisce all’edizione 2023 di LIFE IS PINK, il mese “in rosa” dedicato alla sensibilizzazione e raccolta fondi per la lotta contro i tumori femminili lanciato dalla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro. I fondi raccolti serviranno quest’anno per rinnovare le postazioni ecografiche ginecologhe dell’Istituto di Candiolo – IRCCS, con nuovi ecografi dotati di software di acquisizione e ricostruzione delle immagini con intelligenza artificiale.

Sul green di uno dei più bei club golfistici d’Italia si sono sfidate 21 squadre composte da un professionista e tre amatori, in rappresentanza di altrettanti sponsor e partner. Tra una buca e l’altra si sono potuti assaporare piatti in abbinamento a vini e cocktail, preparati da alcuni dei più importanti chef della nostra regione, che hanno inoltre organizzato l’aperitivo finale. Un break tutto da gustare organizzato in collaborazione con DeMaria Advisory Group.

La “Pro Am della Speranza”, dedicata anche quest’anno all’oncologo Furio Maggiorotto, è uno degli eventi storici della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro: nata nel 1998 ha raccolto negli anni oltre 2 milioni di euro grazie al sostegno generoso di numerosi importanti partner. Nelle passate edizioni hanno partecipato alcuni dei nomi più prestigiosi del golf italiano, dai fratelli Molinari a Costantino Rocca a Matteo Manassero, oltre a campioni internazionali.

Sono stati partner della XXIV edizione della Pro Am della Speranza – The Green is Pink, oltre al main sponsor Allianz, anche Kappa, Juventus, Lavazza, Galup, Rinascente, Banca Patrimoni, Guido Gobino, Cofifast, Fondazione Bassanini, Iveco, Jolly Sport, Sella &C., Chiusano Immobiliare, Romec, Torino Macchine, Francone, Prunelli, Beko Technologies, Bio Powerstock, KPMG, Between, Damilano, Valmora, Battaglio, Getty Images, La Stampa, Tsubaki-Nakashima, Xerjoff, Strike Agency, Rovagnati, Baronio.

Grazie anche a Intesa Sanpaolo che ha contribuito mettendo a disposizione due pass per partecipare alla Ryder Cup appena conclusasi, esperienze messe all’asta per sostenere le attività della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro.

La parte Food è stata curata dai ristoranti: Kensho, Bananna Kitchen, Brace Pura, Spinosi, Sangiors, Cosaporto, Il Forno dell’Angolo, Antica Pasticceria Pan Belmonte, Fuzion Food, QR-Quadrilatero Romano.

La Festa d’autunno anima Chivasso

CHIVASSO (TO) – VIA TORINO – PIAZZA DELLA REPUBBLICA – PIAZZA CARLETTI

7/8 OTTOBRE 2023

Torna a Chivasso in Via Torino la 18° edizione della FESTA D’AUTUNNO il 7/8 Ottobre (dalle ore 9,30 alle ore 19,30) con il Patrocinio del Comune di Chivasso.


La manifestazione conferma il format tradizionale con la presenza in Via Torino del mercatino di diverse tipologie di prodotti (tipici enogastronomici, artigianato, articoli per la casa, commercio) in Piazza della Repubblica la Corsa sui grilli vintage (antichi tricicli di ferro coloratissimi) ed in Piazza Carletti la Casa di Topolino con truccabimbi, babydance, bolle giganti e magia.

La musica sarà la colonna sonora durante tutta la giornata e non poteva mancare alla manifestazione.

La Festa d’Autunno è inoltre unoccasione per visitare la bella e ricca città di Chivasso, considerata la porta del Canavese, sempre affollata e piena di vita sospesa tra straordinari tesori artistici, preziosi palazzi civili e meravigliose architetture religiose.

VIA TORINO – I MERCATINI Sono circa 50 espositori con tantissimi prodotti di diversi settori merceologici:

Selezionati prodotti tipici regionali italiani e prodotti di qualità : formaggi e salumi piemontesi tipici delle Langhe, miele e prodotti dell’alveare, composte di frutta bio, prodotti tipici toscani come la porchetta d’asporto, salumi e formaggi, la finocchiona, il pecorino e i cantucci, prodotti tipici calabresi, la focaccia e altri prodotti tipici della Liguria, prodotti tipici pugliesi, formaggi siciliani come cacio cavallo ragusano DOP, e per i più golosi dolci tipici piemontesi come paste di meliga, canestrelli, torte di nocciola, biscotti, caldarroste, noci, liquirizia pura e tantissimi altre specialità

Opere di ingegno – artigianato – arte
il meglio delle creatività e opere dell’ingegno come bigiotteria realizzata in vari materiali come pietre naturale e semipreziosa, acciaio, alluminio e perline, cristalli grezzi e cristalli swaroski, artigianato in legno, minerali e incenso naturale, cucito creativo, complementi d’arredo, borse dipinte, accessori moda, pellicce, orologi in legno, artigianato e geometria sacra, quadretti in legno incisi al laser, bigiotteria harrypotter, personaggi avengers e marvel da collezione.…. e tanto altro ancora

CASA DOLCE CASA Prodotti e servizi per la casa sono presenti aziende che presentano casalinghi (robot da cucina, aspirapolveri) materassi, accessori per la pulizia della casa e la cucina)


PRODOTTI BIOLOGICI Prodotti per la cura e la bellezza della persona

Piazza della Repubblica AREA GIOCHI BAMBINI con la corsa sui Grilli Vintage

Piazza Carletti CASA DI TOPOLINO con truccabimbi, babydance, bolle giganti e magia

ARTISTI – MUSICISTI DI STRADA ITINERANTI

Go Wine promuove a Torino Autoctono si nasce

Interamente dedicato ai vitigni autoctoni italiani.

Nelle sale del Turin Palace Hotel un parterre di cantine incontrerà direttamente il pubblico, altre cantine parteciperanno presentando i vini in una speciale Enoteca, valorizzando il tema della biodiversità nel vigneto.

Al centro dell’evento la ricchezza del vigneto italiano, fatto di tante realtà legate per storia e cultura a diversi territori, da nord a sud del Paese. Saranno oltre 60 le varietà complessivamente rappresentate.

Un’occasione straordinaria di assaggio anche per il profilo complessivo delle cantine che partecipano.

L’evento è rivolto a soci Go Wine e simpatizzanti e a professionisti del settore.

L’elenco dei vitigni protagonisti:

Aglianico (Basilicata), Aglianico (Campania, Molise), Albarola (Liguria), Albarossa (Piemonte),

Ansonica (Toscana), Arneis (Piemonte), Barbera (Emilia Romagna), Barbera (Piemonte),

Bianchetta Genovese (Liguria), Biancolella (Campania), Bovale (Sardegna),

Cannonau (Sardegna), Caprettone (Campania), Catarratto (Sicilia), Cesenese Nero (Lazio),

Cianoros (Friuli Venezia Giulia), Cividin (Friuli Venezia Giulia), Coda di Volpe (Campania),

Cornalin (Valle d’Aosta), Corvina (Veneto), Corvinone (Veneto), Croatina (Emilia Romagna),

Dolcetto (Piemonte), Erbaluce (Piemonte), Falanghina (Campania), Falanghina (Molise),

Fiano (Puglia), Forgiarin (Friuli Venezia Giulia), Freisa (Piemonte),

Friulano (Friuli Venezia Giulia), Fumat (Friuli Venezia Giulia), Gaglioppo (Calabria),

Garganega (Veneto), Grignolino (Piemonte), Grillo (Sicilia), Lacrima (Marche),

Lambrusco Grasparossa (Emilia Romagna), Lambrusco Ruberti (Lombardia), Malvasia (Lazio),

Massaretta (Toscana), Monica (Sardegna), Montepulciano (Abruzzo, Lazio),

Moscato Bianco (Sicilia), Nebbiolo (Piemonte), Nero d’Avola (Sicilia), Nero di Troia (Puglia),

Oseleta (Veneto), Pecorello (Calabria), Pecorino (Abruzzo), Petit Rouge (Valle d’Aosta),

Petite Arvine (Valle d’Aosta), Piculit Neri (Friuli Venezia Giulia), Piedirosso (Campania),

Pinot Bianco (Friuli Venezia Giulia), Primitivo (Puglia),

Refosco dal Peduncolo Rosso (Friuli Venezia Giulia), Ribolla Gialla (Friuli Venezia Giulia),

Rondinella (Veneto), Sagrantino (Umbria), Sangiovese (Lazio), Sangiovese (Toscana),

Schioppettino (Friuli Venezia Giulia), Sciaglin (Friuli Venezia Giulia), Sussumaniello (Puglia),

Tintilia (Molise), Turbiana (Lombardia), Ucelùt (Friuli Venezia Giulia), Uvalino (Piemonte),

Verdicchio (Marche), Vermentino (Liguria), Vermentino (Toscana), Vermentino Nero (Toscana).

 

Ecco un elenco aggiornato delle cantine che animeranno il banco d’assaggio

 

Alessandro di Camporeale – Camporeale (Pa); Antonelli San Marco – Montefalco (Pg);

Cantina del Mandrolisai – Sorgono (Nu); Cantina Le Macchie – Rieti;

Cantina Sociale di Quistello – Quistello (Mn); Casa Setaro – Trecase (Na);

Cascina Castlèt – Costigliole d’Asti (At); Castello di Gabiano – Gabiano (Al);

Castello di Spessa – Capriva del Friuli (Go); Cieck – San Giorgio Canavese (To);

Colle Manora – Quargnento (Al); Marisa Cuomo – Furore (Sa);

Moris Farms – Massa Marittima (Gr); D’Angelo – Rionero in Vulture (Pz);

Di Majo Norante – Campomarino (Cb); Fattoria di Magliano – Magliano in Toscana (Gr);

Felline – Manduria (Ta); Filippo Gallino – Canale (Cn);

Il Feuduccio di Santa Maria d’Orni – Orsogna (Ch);

I Vini di Emilio Bulfon – Pinzano al Tagliamento (Pn); La Source – Saint Pierre (Ao);

Lunae Bosoni – Castelnuovo Magra (Sp); Fausta Mansio – Siracusa;

Marchesi Gondi – Pontassieve (Fi); Massucco F.lli – Castagnito (Cn);

Mauro Vini – Dronero (Cn); Montecappone – Jesi (An);

Monviert – Cividale del Friuli (Ud); Negro Angelo & figli – Monteu Roero (Cn);

Opera 02 – Castelvetro di Modena (Mo); Pasetti Vini – Francavilla al Mare (Ch);

Podere Scurtarola – Massa; Ricchi F.lli Stefanoni – Monzambano (Lago di Garda);

Santa Lucia – Corato (Ba); Savigliano F.lli – Diano d’Alba (Cn);

Stanig – Prepotto (Ud); Tenuta Cavalier Pepe – Sant’Angelo all’Esca (Av);

Tenuta Iuzzolini – Cirò Marina (Kr); Tenuta Sant’Antonio – Mezzane di Sotto (Vr);

Torchio 1953 – Isola d’Asti (At); Vecchio – Castagnito (Cn);

Zymé – San Pietro in Cariano (Vr).

 

 

 

Programma, orari e modalità di prenotazione:

Per garantire il miglior afflusso dei partecipanti e per permettere a un numero maggiore di persone di accedere al banco di assaggio, gli ingressi saranno suddivisi per turni (a cui sarà obbligatorio attenersi) e su prenotazione, da riceversi entro le ore 12 di lunedì 9 ottobre.

Orari e turni di degustazione

Ore 16,00 -18,00: Anteprima: degustazione riservata esclusivamente ad operatori professionali qualificati (giornalisti del settore enogastronomico, soggetti riconosciuti che operano in enoteche, ristoranti, wine bar: due persone per locale).

La richiesta di accredito avviene tramite mail. Go Wine verificherà e confermerà l’accredito per iscritto.

Ore 18,00-20,00: primo turno di apertura del banco d’assaggio al pubblico di enoappassionati.

Ore 20,00-22,00: secondo turno di apertura del banco d’assaggio al pubblico di enoappassionati.

 

Il costo della degustazione per il pubblico è di € 20,00 (€ 13,00 Soci Go Wine, € 16,00 Soci associazioni di settore).

L’ingresso sarà gratuito per coloro che decidono di associarsi a Go Wine (benefit non valido per i soci familiari). L’iscrizione sarà valevole fino al 31 dicembre 2024. E’ possibile indicare già all’atto della prenotazione la volontà di associarsi.

 

Info e prenotazioni al link https://www.gowinet.it/evento/autoctono-si-nasce-torino-9-ottobre-2023/

I due volti di Biella, la bella città circondata dalle montagne

A cura di www.piemonteitalia.eu

Prima di programmare una giornata a Biella bisogna sapere che la città è divisa in una parte alta (Piazzo) e una bassa (Piano).

Se si decide di arrivare con il treno, bisogna ricordare che ci vogliono circa una ventina di minuti di cammino per raggiungere il centro storico (Biella Piano).

Una volta raggiunto il cuore di Biella, il nostro consiglio è quello di visitare i tre edifici più importanti: il Duomo, il Battistero e il Campanile di Santo Stefano.

Il battistero, dedicato a San Giovanni Battista, stretto tra il Comune e il Duomo, è un piccolo edificio a pianta polimorfa realizzato con materiale romano di recupero.

 

Continua a leggere…

https://www.piemonteitalia.eu/it/esperienze/i-due-volti-di-biella-la-bella-citta-circondata-dalle-montagne

Mai ridere dei sogni

LIBERAMENTE di Monica Chiusano

Troppo spesso, chi parla di sogni,  viene un po’ deriso… Sembra quasi che sognare sia solo una nuvola fantastica capace di trasformarsi in sole ….
Sognare non è il verbo dell’impossibile.  È solo  l’incentivo di chi si augura che qualcosa possa divenire possibile o che semplicemente possa cambiare, anche radicalmente.
Provare a pensare positivo e far sì che ciò accada, richiede molto spesso fatica e soprattutto sacrificio, perché persino la meraviglia dei buoni intenti non è la fiaba dei cretini, ma al contrario il proposito dei più forte!
Continuiamo quindi a sognare nella sola consapevolezza che certo, sia difficile riuscire a raggiungere ciò che veramente desideriamo, ma che possa divenire altrettanto possibile poter credere all’incanto e alla possibilità della sua realizzazione.

Le foto di Solano e Gigli

MAGNIFICA TORINO / Nella foto di Giampaolo Gigli la Sacra di San Michele allineata con il Monviso. Il raggio di luce ha un inclinazione fissa di 47 gradi ed e’ puntato verso est, dove sorge il sole, per simboleggiare la spada dell’Arcangelo Michele, principe delle milizie celesti. Sotto, una centenaria locomotiva a vapore fotografata da Vincenzo Solano nel deposito Gtt.

Riconosci una relazione tossica

Occupandomi da anni del problema della violenza domestica e di genere, so che questo articolo verrà letto da chi ha superato il problema o da chi non corre alcun rischio di trovarcisi coinvolto; purtroppo uno dei punti di forza delle vittime di violenza domestica è non sentirsi tali ma, anzi, essere fortemente convinte di essere dalla parte del torto e che l’orco, compagno o parente che sia, agisce così per il loro bene perché sono loro, le vittime, dalla parte del torto e che magari il compagno è un po’ violento ma le ama e che chi dice il contrario parla senza conoscere le cose.

Uso il femminile quando si parla di vittime perché, secondo gli ultimi dati, la violenza di genere è nel 70% dei casi perpetrata da un maschio su una donna; una decina di anni fa la percentuale era del 90%.

E’ evidente che di fronte ad un quadro simile ogni e qualsiasi intervento diventi molto più difficile, innanzitutto perché non c’è la necessaria collaborazione da parte della vittima e, come non bastasse, è la stessa vittima a proteggere il carnefice.

Tuttavia, come ho scritto la settimana scorsa, il c.d “codice rosso” ha migliorato un po’ le cose consentendo di intervenire in modo mirato anche senza il consenso della vittima.

Come dico in ogni mia conferenza ed ho scritto nel libro” Ventiquattro sfumature di vita”, moltissimi gesti compiuti dal carnefice, e che permetterebbero di capire in che direzione stia andando la relazione fin dal suo inizio, vengono sottovaluti, disconosciuti permettendo alla relazione di diventare sempre più oppressiva, tossica portando, al tempo stesso, la vittima a perdere ogni reattività sviluppando una vera e propria sindrome di Stoccolma, modificando il proprio carattere ed il proprio aspetto fisico secondo le indicazioni del carnefice.

Una delle prime richieste, o per meglio dire ordini, impartiti alla partner e spesso mascherati da domanda è “Che bisogno hai di andare ogni settimana dalla parrucchiera?”; al raggiungimento del risultato atteso, di solito dopo poche settimane, il carnefice aggiungerà “E’ proprio necessario andare così spesso dall’estetista”?

Nel giro di breve tempo, verranno formulate altre richieste sempre più inconcepibili per chi veda tale relazione dall’esterno: perché parlare ogni mattina con la sorella, perché invitare ogni settimana a pranzo la mamma e così in crescendo una serie di limitazioni che di domanda hanno solo la forma esteriore ma che sono, in realtà, imposizioni precise ed inderogabili. Ogni eventuale inosservanza delle imposizioni sarà accompagnata da privazioni della libertà, percosse, privazioni del cibo, e molto altro.

Ovviamente tra queste forme di coercizione c’è anche obbligare la partner ad avere rapporti sessuali, anche di tipo non gradito, anche se la vittima non è consenziente o è fuori forma e, non di rado, quella di rifiutarsi di indossare il profilattico o di sfilarlo all’insaputa della partner (si chiama stealthing) che configura il reato di violenza sessuale perché la vittima potrebbe essere protetta contro gravidanze indesiderate ma rischia comunque di contrarre malattie a trasmissione sessuale.

Le vittime, e questo rende difficile intervenire, contrariamente a quanto si crede non sono persone deboli di carattere e per questo motivo convincerle che quella relazione sta diventando pericolosa lascia il tempo che trova quando, addirittura, non trova la netta chiusura della vittima nei confronti di quanti cerchino di farla ragionare: genitori, amici, colleghi e anche professionisti come gli psicologi.

Gli unici che riescono a manipolare la mente della vittima sono i loro partners, narcisisti patologici, che seguendo un copione identico nei vari casi arriveranno poi con il far rassegnare le dimissioni dal lavoro alla vittima, rendendola così totalmente dipendente da loro: persino per acquistare gli assorbenti, i collants o lo shampoo dovranno chiedere i soldi all’orco.

A parte alcuni casi realmente patologici, nei quali per il compagno narcisista e violento si renda necessario il Trattamento Sanitario Obbligatorio, molti casi si sarebbero potuti evitare educando il pargolo fin dall’età scolare al rispetto delle persone (non solo delle donne), educando i figli alla collaborazione in casa ed al rispetto del coniuge che, inevitabilmente, qualche volta potrà commettere degli errori nel cucinare, nel pulire, nell’acquistare come chiunque altro, orco compreso.

Un recente studio ha evidenziato come molti partner narcisisti frequentino più o meno abitualmente prostitute; ne consegue che le loro richieste sessuali alla partner non sono determinate da una reale necessità fisiologica quanto piuttosto dal desiderio di dominio: nel primo caso ti pago, quindi posso chiedere, nel secondo ti privo dei soldi, quindi dipendi economicamente da me; il rischio che siano portatori sani di una qualche patologia a trasmissione sessuale rende questi soggetti particolarmente pericolosi socialmente.

Molte donne lamentano che, scegliendo questo partner, sono stateavvisate dai genitori: “Se vai a vivere con quello lì dimentica di avere dei genitori” o stupidaggine analoga; motivo ulteriore per cui queste vittime non ammettono di aver sbagliato e non fuggono dal luogo di tortura temendo che i genitori (si possono chiamare così se realmente ragionano in quel modo?) rifiutino un loro ritorno. D’altronde, essendo prive di qualsiasi reddito non hanno alternative.

Il 25 novembre, presso il centro culturale “Dar al Hikma” di via Fiochetto 15 a Torino (ingresso gratuito) introdurrò una conferenza alla quale parteciperanno un avvocato, una psicologa, una Cancelliera del Tribunale dei minori ed altri: se chi sta leggendo avesse bisogno di aiuto o conoscesse qualcuno che si trovi in questa situazione, si metta in contatto con noi in quell’occasione o tramite la redazione di iltorinese.it e valuteremo la situazione.

Non sentitevi mai inferiori agli altri: se al vostro partner non andate bene come siete, non siete voi sbagliate: è lui che non deve permettersi di modificarvi.

Sergio Motta

Autunno in armonia: 5 pose per affrontare il cambio di stagione

YOGA SENZA BARRIERE


Le pratiche autunnali hanno l’obiettivo di equilibrare, purificare e lasciar andare, promuovendo calma, concentrazione e introspezione.

Le pose più indicate per adattarci all’arrivo dell’autunno sono quelle di torsione e equilibrio.

Più in particolare, le pose di torsione facilitano l’accettazione del cambiamento e l’apertura a nuove prospettive.

Invece, le pose di equilibrio favoriscono il radicamento e ci aiutano a ritrovare la concentrazione.

 

Ecco alcune pose per iniziare l’autunno in armonia:

Tadasana – La Montagna

Vrksasana – L’albero

Marichyasana – Torsione Aperta

Marichyasana – Torsione Chiusa

Sukhasana – Posa seduta con le gambe incrociate

Namasté

 

Serena Fornero – @odakawithserena