LIFESTYLE- Pagina 146

Tour “Fatto-a-mano” in Borgo Campidoglio

Sabato 24 settembre mattina

Conoscete Borgo Campidoglio? Si tratta di un ‘unicum’ assoluto in Torino. Una sorta di
‘paese’ nella città. Non così lontano dal centro, vicino al polmone verde del Parco della
Pellerina si offre ai nostri occhi come un reticolato affascinante di vicoli, stradine e case
basse, di cui molte in fase di recupero anche residenziale che vantano origini antiche e
trasformazioni importanti. Da spazi ad uso agricoli nell’Ottocento, a vocazione operaia
più avanti fino all’attuale configurazione di decisa impronta artigianale e artistica . Un
luogo di aggregazione importante che contiene il Museo MAU, Museo di Arte Urbana
un percorso a cielo aperto tra oltre 180 opere dipinte sui muri . E poi tante botteghe
artigianali che andremo a visitare insieme.

Programma
Ore 10 – punto di ritrovo davanti alla Chiesa di S. Alfonso (Corso Tassoni angolo via Cibrario) . Da lì partirà il nostro giro guidato presso il Museo di Arte Urbana (MAU) a cura di CulturalWay e diverse botteghe artigiane
Ore 12 – A fine visita, aperitivo 20 euro a persona

Per info
Organizzazione tecnica ONEIROS Incoming By IL MONDO in VALIGIA di C. & D. Viaggi sas per conto di www.fatto-mano.it info@fatto-a-mano.it adelaidevalle58@gmail.com chiara.caratto65@gmail.com
Agenzia Il Mondo in Valigia – Via Caraglio 6/b – 10141

Moda, a Roma il 17 settembre sfilata in Campidoglio con due sartorie piemontesi

ROMA – Importante appuntamento con la moda sartoriale a Roma. Al termine di una kermesse di due giorni a Villa Malta con convegni e vari eventi, sabato 17 settembre lo “stile sartoriale” dei maestri dell’Accademia nazionale dei sartori sfilerà in piazza del Campidoglio a Roma. Luogo simbolico in quanto qui nel 1575 nacque l’Universitas Sutorum, la cui eredità è raccolta proprio dai Sartori, che festeggia 75 anni di attività. Una storia raccolta, tra l’altro, nel recente e monumentale volume di Giampiero Castellotti sul maestro Sebastiano Di Rienzo, a lungo presidente dell’Accademia, edito da De Luca.

Il defilè della grande sartoria sarà diviso in tre momenti: la presentazione delle collezioni di grandi maestri sarti senior, quella dei maestri sarti junior, under 35 e le dieci migliori promesse nella sartoria da donna, con il premio “Manichino d’oro”.

Due le sartorie in rappresentanza del Piemonte: Maria Paola Ponzano in strada Casalcermelli ad Alessandria e Daniel Robu in via Botticelli a Torino.

Le città più colorate

Allegre, eccentriche e piene di personalità

Colori, contrasti, allegria e creatività, diverse sono le città in Europa e nel mondo che si contraddistinguono per le tinte forti ed esuberanti, per il carattere energico e accattivante. Tra le più variopinte spiccano Citta del Capo, in Sud Africa, con il suo quartiere multiculturale Kaap Boo dove casette basse di tutti i colori caratterizzano il panorama urbano spesso utilizzato anche come set fotografico e cinematografico. Breslavia, in Polonia, un’altra città multicolor, soprattutto la piazza centrale del mercato, Rynec, deliziata da decine di palazzi di varie tinte da dove partono graziosissime stradine piene di locali e di vita. Longyearby, piccolissima cittadina Norvegese e centro abitato più a nord del mondo, è molto apprezzata per i colori delle sue pittoresche villette a schiera che hanno come sfondo un magnifico scenario glaciale. E’ il posto ideale dove osservare l’aurora boreale e il più natalizio del mondo considerato che qui si trova la casa di Babbo Natale con la sua gettonatissima buca delle lettere. Buenos Aires, famosissima capitale Argentina, con il suo quartiere la Boca, considerato un museo open air, la via degli artisti con i suoi conventillos, piccolissime case in legno, decorata allegramente, unicamente creativa e dalla storia singolare. Sembra infatti che in passato gli abitanti di questo quartiere, non avendo abbastanza denaro per acquistare un colore unico per le pareti esterne delle case, abbiano chiesto aiuto in giro ottenendo tinte diverse che hanno dato vita a questo originale posto dal gusto un po’ retrò. Poi ancora St. John’s, in Canada, dove le graziose palazzine policrome vengono paragonate alle caramelle gommose Jellybean, Stoccolma con un centro storico antico e coloratissimo, Jodhpur, in India, con i suoi quartieri blu, il colore che un tempo contraddistingueva la casta dei Brahmini, e ancora Santorini, Reykjavík, Galway, Lisbona e Porto. In Italia ne abbiamo moltissime, romantiche, poetiche e festose. Burano è considerata la più variopinta, con i sui deliziosi nidi che si affacciano sui canali, gialli, verdi, viola, azzurri e fucsia. Il paesaggio è spensierato, magnetico e quasi candito , la più famosa e visitata è Casa deo Bepi suà. Le Cinque Terre, in Liguria, ci regalano sfumature radiose e brillanti con Vernazza, Monterosso, Manarola, Corniglia e Riomaggiore, la più cromatica. Procida, incantevole isola del Golfo di Napoli, protagonista e fonte di ispirazione di artisti e scrittori, luogo di magia dove il tempo sembra felicemente immobile. E poi ancora Vipiteno, in Trentino alto Adige, sito fiabesco eletto tra i borghi più belli d’Italia, le intramontabili e uniche Napoli, Positano e Portofino, la adorabile e garbata Comacchio.

Maria La Barbera

Miss Italia, arrivano le piemontesi

UNDICI RAGAZZE PRONTE A RAPPRESENTARE IL PIEMONTE E LA VALLE D’AOSTA ALLE PREFINALI DI MISS ITALIA. E LA TORINESE LUDOVICA TULLIO SI AGGIUDICA LA FASCIA DI MISS PIEMONTE

Con l’elezione di Miss Piemonte, la bella torinese Ludovica Tullio, 18 anni, e di Miss Valle d’Aosta di venerdì sera nella splendida cornice del Castello di Montaldo, si sono concluse le selezioni regionali di Miss Italia iniziate a fine giugno presso il Lago d’Orta e guidate dalla torinese Mirella Rocca (anche agente per la Liguria). Saranno 11 in tutto, quindi, le bellezze nostrane pronte a partire alla volta di Fano dove, dal 16 al 18 settembre, si terranno le prefinali di Miss Italia 2022, il concorso di bellezza più prestigioso del Paese che torna, finalmente, in presenza e senza alcuna limitazione.
<Il ritorno delle prefinali in presenza è per tutti un motivo di felicità – spiega la patron Patrizia Mirigliani -. Le serate meravigliose vissute durante tutta l’estate con il pubblico accorso in massa, rappresentano un segnale importante di ripresa e di rinascita dopo gli anni difficili del Covid>.
Le tappe della gara si sono svolte attraverso 350 selezioni in tutta Italia durante le quali sono state scelte 197 prefinaliste. Ad accedere alla finalissima in programma a ottobre saranno 21 ragazze.
Ecco le fortunate che rappresenteranno il Piemonte e la Valle d’Aosta
Ludovica Tullio 18 anni, di Moncalieri con il titolo di Miss Italia Piemonte 2022 già titolata Miss Cinema 2022 che cederà il titolo alla seconda classificata Giorgia Centola.
Miss Italia Valle D’Aosta è Alessandra Boassi di 22 anni laureata in Scienze della Comunicazione ma talentuosissima.
Aveva vinto Miss Rocchetta Piemonte e passa il titolo alla seconda classificata Giorgia Palmieri di anni 24
“In pochissimi mesi abbiamo fatto un lavoro enorme per Miss italia in tre regioni, Piemonte Liguria e Valle D’Aosta. È stato bellissimo un percorso emozionante per me e per le tante ragazze che si sono candidate. Insieme abbiamo scoperto e

valorizzato luoghi del Piemonte stupendi. Questo concorso rappresenta emozioni ma anche promozione del territorio italiano”
Miss Social Giulia Giorgia Cordaro di anni 25 di Borgaro Torinese Giulia è anche Miss KissimoBiancaluna
Miss Eleganza Piemonte e Valle D Aosta Arianna Roselli 25 anni di Brandizzo Miss sport Givova Chiara Pertile 18 anni di La Loggia
Miss Miluna Melania Ferraro di 21 anni
Miss Rocchetta Giorgia Palmieri di Torino anni 24
Miss Cinema Piemonte Giorgia Centola di 19 anni
Miss Selezione Fotografica Piemonte e Valle d Aista Francesca Poma 19 anni di
Torino
Miss Sorriso Piemonte Giorgia Giobbe

Le teorie del dottor Papus sulla composizione dell’essere umano

Le singolari teorie negli scritti di un medico ottocentesco

Oggi l’ipnosi è entrata nella routine terapeutica in molte affezioni e a questo risultato si è giunti dopo secoli di studi e sperimentazioni e dopo l’elaborazione di numerose teorie sul suo modo di funzionare, alcune assai fantasiose. Fra queste l’ipotesi elaborata da un leggendario ordine segreto, le cui origini dubbie vengono fatte risalire al   XV secolo  e la cui conoscenza venne diffusa all’incirca nel  XVII secolo : I Rosacroce.

Secondo quanto narra la leggenda l’ordine venne fondato nel 1407da un pellegrino tedesco di nome Christian Rosenkreuz (13781484),  al suo ritorno in Germania. Viene narrato che  soggiornò a lungo a Damasco ed in Terra Santa, dove avrebbe studiato le scienze occulte. Sembra che l’ordine fosse limitato a soli otto membri e che si fosse estinto immediatamente dopo la sua morte, per rinascere solo nel XVII secolo. Altre fonti vogliono le origini dell’ordine assai più antiche  , risalenti addirittura all’anno 46 DC, quando il saggio gnostico alessandrino Ormus e sei suoi discepoli si convertirono al Cristianesimo ad opera di San Marco, fondendo la dottrina cristiana con i misteri egiziani: Christian Rosenkreuzsarebbe stato iniziato a quest’ordine, divenendone il gran maestro, invece di averlo fondato. In realtà quella che era conosciuta agli inizi del XVII secolo come la “Società dei Rosacroce” era probabilmente costituita da un piccolo numero di individui isolati che condividevano alcuni punti di vista, apparentemente il loro solo legame. Non esiste alcuna traccia di una società che tenesse incontri o assegnasse cariche. Secondo le numerose opere che ne parlano, i Rosacroce erano probabilmente riformatori religiosi e morali, che utilizzavano i mezzi scientifici, in particolare i testi di alchimia, come mezzi per diffondere e far conoscere le proprie opinioni. I loro scritti sono permeati di misticismo od occultismo e lasciano intuire possibili significati nascosti che potrebbero e dovrebbero essere compresi solo da chi abbia seguito gli insegnamenti di un Maestro ed abbia avuto la possibilità di essere stato iniziato.

A numerosi personaggi venne attribuita l’appartenenza alla confraternita Rosacrociana, uno per tutti il conte di Saint Germain,personaggio favoloso , dalla incerta connotazione anagrafica  dotato ,si diceva,di favolosi poteri  oggetto di conversazione in tutti i salotti  nobiliari del 1700. Attribuendo agli affiliati il privilegio dell’invisibilità veniva solamente segnalatal’impossibilità di risalire alla loro identità. Venivano definiti invisibili perché riuscivano a mantenere l’incognito. Niente li caratterizzava, tranne la modestia, la semplicità, e la tolleranza,virtù generalmente disprezzate nella nostra società vanitosa,portata alla esagerazione ridicola della personalità. In realtà oggi, l’eredità spirituale dei Rosacroce, è stata pubblicata pressoché per intero e circolano liberamente volumi in cui sono descritti e divulgati i principali insegnamenti il cui esame  rende possibile accedere a quella che un tempo fu una diversa visione della vita, consentendo di esaminare l’essere umano con occhio nuovo, pur rifacendosi  a teorie vecchie di secoli che conservano  intatto il loro fascino e colpiscono lo studioso moderno per la loro originalità, inducendo comunque spunti per nuove riflessioni.  

Per comprendere appieno quale fu il loro modo di pensare, il loro ragionare sulla vita e sulla sua evoluzione, veniva insegnato che è necessario accettare il fatto che accanto a noi esiste una componente invisibile, indispensabile per la crescita personale dell’individuo e che, se opportunamente utilizzata una volta che con conforme metodica ed adeguato stile di vita sia stata risvegliata,  permetterebbe di compiere azioni meravigliose e, per restare all’argomento che viene trattato, consentiva di comprendere alcuni meccanismi dell’ipnosi. È necessario, per proseguire in questo studio, tenere ben presente che gli appartenenti alla confraternita rosacrociana affermavano l’esistenza di mondi invisibili.

Il loro convincimento nasceva da alcune argomentazioni che possono avere, per certi versi una loro suggestiva parvenza di verità; la loro teoria poggiava sul fatto che tutti, salvo patologie,vedono gli oggetti materiali e possono sentire i suoni appartenenti al mondo fisico, ma alla quasi totalità delle persone, sostenevano gli antichi Maestri, è preclusa la possibilità di vedere quelli che i “chiaroveggenti “ definiscono i mondi superiori.

Questi mondi sono incomprensibili ai più, come la luce e i colori lo sono per il cieco. Il fatto che quest’ultimo non possa percepirli, tuttavia, non è una prova contro la loro esistenza e realtà. E non è una ragione per negare l’esistenza dei Mondi superfisici, il fatto che la maggioranza della gente non possa vederli.

Se il cieco potesse acquistare la vista, vedrebbe luce e colori. Se i sensi più elevati di questi ciechi ai Mondi superfisici, potessero essere svegliati con metodi adatti, essi pure potrebbero contemplare questi regni che ora sono per loro nascosti. Scopo della nostra vita in questa dimensione sarebbe quello di progredire, portandoci da un tipo di vita fisica-elementare ad una dimensione di vita superiore con idonei esercizi ed atteggiamenti mentali, in grado di prendere piena coscienza dei mondi superfisici.  Secondo la teoria elaborata dal medico parigino Papus(1865–1916), che sperimentò a lungo le tecniche per indurre l’ipnosi studiandola a fondo con i mezzi di cui disponeva all’epoca, con la sua azione sul corpo fisico, la tecnica eserciterebbe una interazione con la componente astrale del corpo umano, in grado di dare la facoltà a colui che si trova in un particolare stato, di interagire  magicamente con la dimensione  ignota ai più. Studiando la composizione del corpo umano secondo Papus ci si può rendere conto che la fonte cui questi si era ispirato proviene direttamente dai Rosacroce poiché sostanzialmente vengono riportati i medesimi concetti e le identiche teorie che, pur compatibilmente con lo scarso spazio che è possibile dedicare in questo articolo, devono essere illustrate, sia pure in forma assai superficiale e notevolmente semplificata.

Veniva e, forse, viene tutt’ora insegnato nelle scuole ad estrazione rosacrociana, che l’uomo è un essere completo, in grado di muoversi, sentire, parlare propagare la specie ed è l’unica creatura  ad aver il pollice  opposto al mignolo. Possiede un corpo vitale, entità eterea da cui è compenetrato, che eccede di pochi centimetri, circa quattro, il corpo fisico.

E’ molto luminoso, ha colorito fiore di pesco, quella che oggi viene descritta come “Aura”.

Il corpo vitale funziona come matrice per il corpo fisico, è deputato alla sua cura e alla sua ricostruzione. Non abbandona il corpo fisico che alla morte. Il corpo vitale, in situazioni critiche abbandona il corpo fisico, pertanto i suoi atomi diventano inerti, il corpo fisico si affloscia; l’effetto visibile è lo svenimento di un soggetto. Quando la persona rinviene, il corpo vitale penetra nuovamente nel corpo fisico, inserendosi esattamente nelle condizioni originarie. Oltre a questo ve ne è ancora un altro,definito corpo del desiderio, che eccede il corpo fisico di trenta – quaranta cm , responsabile dell’incentivazione a muoversi  e ad apprendere.

Questi corpi oltre ad essere in relazione con l’individuo cui appartengono sarebbero in relazione con i corpi vitale e del desiderio della Terra, la quale viene intesa anch’essa come organismo vivente, pertanto dotata di corpi sottili. I corpi eterei di questa sarebbero inoltre in rapporto con i corpi sottili del cosmo e dei pianeti che lo costituiscono. Secondo queste, a dir poco originali teorie, l’individuo che sia in grado di connettere il proprio corpo vitale a quello del pianeta, potrebbe tramite questo ottenere una conoscenza infinita, mediante la fusione della sua mente con la coscienza cosmica. Questo era creduto nell’antichità e di tali insegnamenti se ne ritrova traccia negli scritti di Papus,pubblicati in Francia sul finire del 1800 ed agli inizi del 1900 nelleopere che sono giunte fino a noi, da cui emerge potente l’anelito al volere “andare oltre” una dimensione umana nota e limitante,attraverso l’ipnosi. Non riuscendo a spiegare quale fosse il meccanismo di azione dell’ipnosi, ancora oggi in gran parte sconosciuto in verità, veniva attribuita a questo stato mentale una dimensione magica e divina attraverso cui erano possibili manifestazioni straordinarie, non possibili all’essere umano nel suo stato di ordinaria realtà quotidiana.

Una condizione in cui, se ben guidati da un operatore esperto, i pazienti possono letteralmente dimostrare capacità e una forza di volontà tale da poter compiere azioni di norma impossibili, ma che permettono di dimostrare come sia possibile rivivere ricordi riposti in anfratti della memoria che si pensavano ormai rimossi, o come sia possibile comandare al corpo di non sentire dolore.

Una condizione di cui varrà la pena parlare ed approfondire per meglio comprendere una condizione in cui un soggetto può venire a trovarsi, se ben guidato da mani esperte, che apre percorsi terapeutici in grado di condurre alla guarigione senza assunzione di farmaci e che, proprio per questo aspetto, in passato appariva come un aspetto della nostra vita di pertinenza della Magia.

Rodolfo Alessandro Neri

Nel giardino segreto con Giulio

LE CENE DI BEATRICE

In una Torino che indossa ancora i guanti e non telefona mai agli orari dei pasti, si snoda la rubrica Le cene di Beatrice”. Recensioni eno-gastronomiche dai toni umoristici . Luoghi di punta e luoghi nascosti faranno da sentiero di mattoni dorato alla ricerca di “quello giusto”. In questo connubio di piatti, vini e appuntamenti torinesi, la voce della scrittrice Elena Varaldo tratterà le farfalle nello stomaco in un modo del tutto nuovo. Il cuore ha le sue ragioni, che la pancia conosce bene.

***

Tutto promettente.  La camicia bianca rimasta tale, i connotati di Giulio, il ristorante scelto per l’occasione. Di buon auspicio anche la telefonata di Anna “Dai Bea, magari questo non è male

Magari.


Come tutti sapranno,
pescare dal mare del dating online e avventurarsi a cena spesso risulta essere più rischioso di un lancio in parapendio.

Quasi in egual misura lo è tentare un ristorante nuovo. Buffi noi torinesi, versatili vacanzieri da giugno ad agosto ma abitudinari poltroni da settembre a maggio.

Svoltare su piazza Bodoni interrompe il flusso di pensieri: Ci siamo.

Per piacere di narrazione terrò in borsetta Giulio per tutto il tempo che intercorre tra lo shock e la camminata verso il tavolo.

Uno sguardo al personale, sorridente, dritto e impeccabilmente tirato a lustro. Uno sguardo alle fotografie appese ai muri. Arredamento industriale, volte in pietra, illuminazione perfetta, vini ovunque. Bello.  

Mi siedo e l’attenzione torna sul mio compagno di pasto nuovo di zecca.

“Dai Bea, magari questo non è male

In effetti, non lo è. Almeno all’apparenza.

Alto, snello, biondo e dallo sguardo vispo. Sarebbe delizioso poter affermare che le buone impressioni siano rimaste bianche come la camicia, ma se così fosse, non ci sarebbe alcuna storia.

Si manifesta quasi immediatamente il tipico protagonismo di chi, temendo di non essere abbastanza interessante, si addentra in infiniti monologhi narrativi: Dall’asilo ai giorni nostri, ottenendo ahimè il risultato temuto.

Ho appena avuto modo di notare la quantità eccessiva di gel fra i capelli che Giulio termina il resoconto sulla vacanza a Gallipoli e mi domanda “E tu cosa mi racconti?”

Play on play off baby. I principi della comunicazione, questi sconosciuti.

Fosse cosi semplice gli avrei  messo il muto sin da subito.

Con un cenno solidale, arriva in soccorso la ragazza, da qui in poi chiamata “la salvatrice” e mi porge la cruda di fassona ricoperta da tartufo e crema di robiola, a tutti gli effetti, la prima gioia della serata.

La guardo in quell’alfabeto che solo il genere femminile può comprendere

“Grazie. Menomale che ci sei tu, ma.. quanto tartufo c’è qua sopra?

Lei coglie al volo sbattendo rapida le ciglia “Ehi, ci mancherebbe. Te lo meriti tutto quel tartufo, resisti.”

Intanto Giulio, scarso nell’arte del discorrere, si rivela dal canto suo un intenditore in termini vinicoli e soddisfattoalza su il calice di Nebbiolo “Angelo” del 2020 della cantina Mauro Veglio, invitandomi ad un brindisi.

“A noi”

Poco più in la, sul volto della mia salvatrice, un soffocato sorriso.

La cena procede a ritmo variopinto e spedito; Vitello tonnato alla piemontese, agnolotti di ortica con pomodoro San Marzano e burrata, gnocchetti con ragù di vitello e tartufo nero estivo.

 

Per concludere accompagno un barolo chinato al tortino cuore caldo al cioccolato, per golosità e per analogia.

Nella piccola interruzione che precede  il dolce, la mia salvatrice ci conduce nel giardino interno del ristorante per due boccate di nicotina. Giardino che si rivela un’intimabomboniera segreta e floreale. Svelata l’analogia.

Più tardi e sebbene con un certo dispiacere, Giulio intinge i suoi biscotti nello zabaione mentre io mi trovo crudelmente a confessare che no, proprio non ci sarebbe stato seguito.

Perché?

Troppo gel. Troppe parole. Non amo lo zabaione.

“Dai Bea, magari questo non è male

Non lo è, ma con tutto quel gel si corre il rischio di rimanere appiccicati come accade alla lingua al contatto con una stalattite.

Piccolo spoiler? Accadde. Ma questa è un’altra storia, di un altro ristorante, per un altro giorno.

Ad avere garanzia nel seguito è certamente il ristorante, dove si è rivelato il senso stretto del loro tortino al cioccolato.

Nella casa del Barolo di piazza Bodoni, il cuore caldo è dato dal personale, dalla pioggia di tartufo e da quel giardino interno. Perfetto e segretissimo.

Elena Varaldo

 

 

 

90 anni di bollicine, una mostra a Palazzo Mazzetti

Decenni di fatica e di lavoro paziente tra le vigne di intere generazioni di contadini, di famiglie e di casati. Solo l’anno scorso oltre cento milioni di bottiglie sono state vendute in tutto il mondo.

Sono i numeri di un grande vino piemontese, l’Asti Spumante e il Moscato d’Asti, una lunga storia iniziata nel dopoguerra con due milioni di bottiglie. Oggi sono oltre 10.000 gli ettari di vigneti diffusi tra Monferrato e Langa e disseminati in una cinquantina di comuni nelle province di Asti, Alessandria e Cuneo. È un gran bel compleanno per l’Asti Spumante e il Moscato festeggiato con la mostra “90 anni di bollicine” allestita a Palazzo Mazzetti, ad Asti. La rassegna fa rivivere i primi 90 anni di storia dei produttori dell’Asti uniti sotto il simbolo del Consorzio attraverso una piacevole e interessante esposizione di immagini pubblicitarie. Una galleria di manifesti che presenta la crescita e la trasformazione dello storico spumante italiano alla vigilia del suo 90esimo anniversario, il prossimo dicembre. In vetrina le campagne di comunicazione che hanno fatto conoscere in tutti i continenti l’Asti Spumante e il Moscato d’Asti. Dalle prime pubblicità ai poster di artisti come Armando Testa e Leonetto Cappiello, dai Caroselli televisivi degli anni ’50, in bianco e nero, agli spot degli anni 2000, rimasti saldamente nella nostra memoria anche per la presenza di grandi divi del cinema e star di Hollywood. Il Consorzio di tutela è nato ad Asti nel 1932 ed è tra i più antichi d’Italia. Si ammirano manifesti pubblicitari che partono dall’inizio del Novecento, pubblicità televisiva e fotografie, una storia quasi centenaria narrata per tappe lungo un percorso curato da Pier Ottavio Daniele, con la collaborazione di Giancarlo Ferraris, Andrea Triberti, Massimo Branda, Luca Percivalle, Zeta Solution, Designstudio25. C’è il manifesto “Moscato Spumante” disegnato da Saccaggi per Gancia alla fine dell’Ottocento, il primo in Italia nel settore del vino, un Bacco bambino in sella a un asinello di Rodolfo Paoletti del 1920 e locandine che spaziano dai primi del ‘900 fino agli anni Sessanta con le grandi aziende spumantiere, da Bosca a Cora, da Cinzano a Riccadonna, da Contratto a Martini&Rossi. Una sezione della mostra presenta inoltre gli spot raccolti in un video con i “Carosello” anni Sessanta, con Paolo Ferrari e Scilla Gabel che brindano Asti Spumante oppure gli spot più recenti con George Clooney e Naomi Campbell. Non mancano, nell’ultima parte della mostra, le ricette a base di Asti e Moscato scritte da Alessandro Borghese e dagli chef piemontesi. La mostra “Novant’anni di bollicine” è aperta a Palazzo Mazzetti (Asti) fino al 16 ottobre, da martedì a domenica, 10-18, ingresso gratuito.
 Filippo Re
Foto gallery da La voce di Asti.it

Castello fiorito in Monferrato

I prossimi sabato 10 e domenica 11 settembre 2022 il Castello di San Giorgio Monferrato ospita la terza edizione di Castello Fiorito, la mostra-mercato florovivaistica che per la prima volta occuperà un intero fine settimana, svolgendosi in due giornate all’interno del giardino pensile all’italiana e nell’area adiacente le mura nord del Castello di San Giorgio.
Alla manifestazione parteciperanno circa 25 espositori che proporranno agli appassionati piante e fiori, ma anche arredi e oggetti per il giardino e la casa, prodotti derivati da fiori e piante, produzioni agroalimentari di piccoli produttori.

Al via il “Cuneo Bike Festival”

In anteprima, al Cinema “Monviso” di Cuneo, il noto giornalista sportivo Marco Pastonesi racconterà la Parigi – Roubaix di Sonny Colbrelli

Venerdì 9 settembre (ore 21)

Cuneo

Cofinanziata nell’ambito del “Programma Interreg Alcotra Italia – Francia”, è ai nastri di partenza la seconda edizione del “Cuneo Bike Festival”. L’anteprima della rassegna è in programma per venerdì 9 settembre (ore 21) presso il Cinema “Monviso” di via XX Settembre 14, nel capoluogo della Granda, dove il giornalista Marco Pastonesi, storica firma della “Gazzetta dello Sport” (ha seguito da inviato 12 Giri d’Italia, 9 Tour de France e un’Olimpiade, ma anche 2 Giri del Ruanda ed uno del Burkina Faso) presenterà il suo ultimo libro “Con il cuore nel fango” (Rizzoli, 2022), in cui racconta la storica vittoria ottenuta il 3 ottobre 2021 alla “Parigi – Roubaix” dal ciclista bresciano Sonny Colbrelli, primo italiano sul podio della “corsa delle corse” ventidue anni dopo Andrea Tafi (primo nel 1999). Il libro, scritto per trasmettere una fra le testimonianze più forti ed emblematiche del ciclismo italiano, appare quanto mai attuale dopo il problema cardiaco che ha colpito Colbrelli (crollato a terra per un malore, nel marzo del 2022, al termine della prima tappa del Giro di Catalogna) come un buon auspicio e come incoraggiamento al grande atleta per il rientro in gruppo. “Oggi – sottolinea Pastonesi – in un momento in cui per l’uomo ancor prima che per l’atleta si apre un nuovo capitolo ancora tutto da scrivere, l’intento di raccontare la sua forza e la sua determinazione è ribadito, più forte che mai”.

Sempre al Cinema “Monviso” nei giorni seguenti saranno protagonisti due “docufilm” dedicati al mondo delle due ruote: sabato 10 e domenica 11 settembre alle 21 sarà proiettato La bicicletta e il badile di Maurizio Pansieri e Alberto Valtellina, mentre lunedì 12 e martedì 13 settembre, sempre alle 21, sarà la volta di Tanta Strada di Lorenzo K. Stanzani. Il primo racconta di come, nell’estate del 2021, Pansieri e Valtellina decidono che non ha più senso spostarsi in automobile, soprattutto per andare in montagna, così ripercorrono l’itinerario ciclistico e alpinistico di Hermann Buhl, alpinista austriaco fra i più grandi di tutti i tempi; per lui la bicicletta era una necessità e il mezzo che aveva a disposizione per spostarsi e compiere le sue imprese, per loro sarà il mezzo per ripensare lo sport in modo sostenibile. Il “docufilm” di Stanzani presenta invece un viaggio in bicicletta attraverso l’Emilia-Romagna realizzato da un gruppo in cui sono presenti persone diversamente abili, per raccontare la bellezza dell’offrire a chiunque, a prescindere dalle personali capacità, la possibilità di essere felici attraverso lo sport, la natura e la compagnia.

Dopo queste anteprime, “Cuneo Bike Festival” si svolgerà per cinque giorni, da venerdì 16 a mercoledì 21 settembre. Il calendario completo degli eventi, tutti gratuiti, è pubblicato sul sito comune.cuneo.it/cuneobikefestival, dove è possibile riservare il proprio posto agli appuntamenti per cui è richiesta la prenotazione.

g.m.

Nelle foto:

–       Marco Pastonesi

–       Logo “Cuneo Bike Festival”