Divertimento per parigini e no fin dal 1976, al suo esordio, “Alla faccia vostra!” (nell’originale, “A vos souhaits”) è una macchina teatrale perfetta, concepita dal francese Pierre Chesnot – già noto a noi per “L’inquilina del piano di sopra”, arriverà a metà marzo il suo “Quattro donne e una canaglia” con Gianfranco D’Angelo -, leggi uno spunto originale portato avanti con una buona dose di divertimento e una intrigante scrittura, con tanto di variopinti personaggi, con scambi di persone, con porte aperte e richiuse in tempismo perfetto, com’era d’obbligo un tempo, di colpi di scena inaspettati. Insomma, un meccanismo alla Feydeau, ben oliato, che ai nostri giorni, pur più smaliziati, continua a fare la sua bella figura.

Nell’operazione vista all’Alfieri per il cartellone di Torino Spettacoli, in scena sino a domenica 22 gennaio, regia adattamento e traduzione firmati da Patrick Rossi Gastaldi, l’esito è di quelli che più che mai soddisfano il pubblico, forse senza troppe pretese ma certo in cerca di divertimento a ritemprare le giornate. E il divertimento certo non manca. Nella Roma caotica e menefreghista, e fermiamoci qui senza attaccarci all’elenco dei suoi tanti peccati di cui sono piene le cronache, alla radice il denaro, con avarizia, ipocrisia, equivoci, tutti intorno alla povera salma del grande scrittore settantenne a piangerlo e a fare mille progetti. Un infarto se l’è portato via. C’è il luminare della medicina con tanto di trasmissione in tivù che oltre a stendere l’atto di morte pensa anche che non sarebbe poi tanto male poter occupare quell’appartamento più grande; c’è il genero del defunto con moglie/figlia piagnucolante al seguito che cerca di coprire un grosso debito con un prestito della banca garantito dall’eredità della signora; c’è la giovane e avvenente vedova, che ha appena lasciato di corsa Costa Azzurra e amante francese e non accetta di vedersi scivolar via dalle mani il più che cospicuo lascito; c’è il banchiere che aspetta pure lui la sua parte. In un angolo la fidata governante che sinceramente in lacrime piange il suo padrone. Ma un fatto inaspettato, che non è certo giusto rivelare, scompiglia le aspettative e i progetti di tutti quanti. Cinicamente al vetriolo, “Alla faccia vostra”, senza prendersi troppo sul serio, è un trattatello di certo vivere quotidiano, un elenco di vizi privati e pubbliche virtù, con tanto di accaparratori e infedeli, commedia brillante che di tanto in tanto scivola nella farsa e accresce la gran dose di caos che già si porta appresso (chissà come la mettono in scena i francesi? o ve la immaginate sui freddi, geometrici palcoscenici inglesi?): ma tant’è, difetto simpaticamente cancellabile se il risultato è quello che abbiamo visto l’altra sera. Nella scena di Andrea Bianchi, tutta mogano scrivania e alte librerie, non pongono limiti ad andirivieni e intrallazzi gli sfrenati Gianfranco Jannuzzo e Debora Caprioglio, tutto disperazione e milioni da salvaguardare lui, capace di una bella prova lei, di piena e simpatica maturità tra singhiozzi e immediati sorrisi e panorami futuri. A loro, alla governante di Antonella Piccolo, adeguata contro immagine, ai loro compagni il pieno successo della serata.
Elio Rabbione

iniziativa ideata 9 anni fa dal Teatro Baretti. Si tratta di una no stop di 50 ore, gratuita, con 100 appuntamenti con solisti, ensemble, orchestre e proiezioni cinematografiche, in tutto 280 artisti e una diretta streaming sul sito web del Teatro Baretti coordinata da Corrado Rollin e Giorgio Griva. Molti gli enti, i teatri e le associazioni coinvolte.
Le trame dei film nelle sale di Torino
linguaggio, attraverso simboli scritti, e un rapporto con gli alieni occupanti di un oggetto misterioso proveniente dall’universo e atterrato nel Montana. Successo a Venezia, la Adams in odore di Oscar: e il regista è uno dei migliori nomi in circolazione nel panorama cinematografico di oggi, qualsiasi generi tocchi (“La donna che canta”, “Prisoners”, “Sicario”, in attesa di “Blade Runner 2049”). Insomma, una garanzia. Durata 116 minuti. (Ambrosio sala 1, Massaua, F.lli Marx sala Harpo, Greenwich sala 1, Ideal, The Space, Uci anche V.O.)
Un’occasione per riunire il regista e gli interpreti di “Macbeth”, qui Fassbender in veste anche di coproduttore. Tratto dall’omonimo videogioco, il film è la storia del criminale Callum Lynch, segretamente salvato da una condanna a morte da un’organizzazione che è la moderna reincarnazione dell’Ordine dei Templari. È costretto da costoro a utilizzare l’Animus, un macchinario cui sovrintende la scienziata Sophia e che gli permette di rivivere i ricordi di un suo antenato, Aguillar de Nerha, un Assassino, vissuto nella Spagna del XV secolo. Durata 115 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)
coniugi, Emad e Rana, sono costretti a abbandonare il loro appartamento a causa di un cedimento strutturale dell’edificio. Nella ricerca di una nuova abitazione, vengono aiutati da un collega che con loro recita in una messa in scena di “Morte di un commesso viaggiatore” di Miller, un dramma di sogni e di disfacimenti morali e familiari. Nel nuovo alloggio, in precedenza abitato da una donna di dubbia reputazione, Rana subisce un’aggressione: se la donna ne esce duramente colpita non soltanto nel corpo ma soprattutto nello spirito per poi poco a poco quietamente rappacificarsi, da quel momento per Emad inizia una ricerca dell’aggressore, una esplicita vendetta in cui non vuole coinvolgere la polizia. Un capolavoro di ferma scrittura, di analisi, di descrizione dei piccoli, impercettibili fatti quotidiani, delle emozioni positive e negative che possono attraversare l’animo umano. Premiato a Cannes per la miglior sceneggiatura e l’interpretazione maschile. Durata 124 minuti. (Nazionale sala 1)
Collateral beauty – Commedia drammatica. Regia di David Frankel, con Will Smith, Helen Mirren, Keira Knightley, Edward Norton e Kate Winslet. Nella New York di oggi, il pubblicitario Howard non riesce ad accettare la morte della sua bambina e tenta di ritrovare un salvifico sfogo nelle lettere che scrive e indirizza ad Amore, Morte e Tempo: gli amici, nella speranza di alleviarne il dolore, altro non fanno che ingaggiare tre attori che, impersonando gli stessi specifici concetti, gli suggeriscano le soluzioni più adatte alla sopravvivenza non troppo infelice. Durata 94 minuti. (Greenwich sala 2, Ideal, Lux sala 2, The Space, Uci)
anni Quaranta, la storia vera di Florence Foster Jenkins, del suo appartenere all’altoborghesia americana, delle sue ricchezze, della sua passione per il bel canto. Ma la signora era alquanto stonata: tuttavia gli amici fidati presenziavano ai suoi concerti in stato di estasi, i critici venivano zittiti dal marito-manager. L’apoteosi avvenne al Carnagie Hall, con un pubblico in visibilio. Sguardo del cinema hollywoodiano su un personaggio toccato con (ben altra) grazia e humour da quello francese, con “Marguerite”, nella scorsa stagione. Dal regista di “Philomena” e “The Queen”. Prodotto di tutto rispetto, con qualche pennellata di limpido divertimento, gradevole nella descrizione di una società immersa nei tanti vizi e nelle piccole virtù: ma ogni cosa sembra essere presentata e detta sopra le righe, a cominciare dall’interpretazione della Streep, per una volta priva di certe minime sfaccettature che l’hanno sempre resa grande, donna affetta senza mezze misure da protagonismo, macchietta a tutto tondo, folle ed eccessivamente sognatrice. Se dovessimo scegliere la punta di diamante dell’intero film indicheremmo senz’altro il ritrattino del suo accompagnatore al pianoforte, l’eccellente, sbalordito e divertito Simon Helberg, pronto per noi a entrare nella cinquina degli Oscar. Durata 111 minuti. (Ambrosio sala 3, Greenwich sala 3)
Lion – La strada verso casa – Drammatico. Regia di Garth Davis, con Dev Patel, Rooney Mara e Nicole Kidman. Il piccolo Saroo, disubbidendo alla madre e cercando di seguire il fratello più grande, si addormenta su di un treno, nel buio della notte, e si ritrova a Calcutta, solo e incapace di spiegare da dove venga e quel che gli è successo. L’adozione da parte di una coppia australiana gli risparmia l’orfanotrofio: ma una volta arrivati i venticinque anni, il desiderio di rintracciare la sua vera famiglia lo condurrà ad una lunga ricerca. Tratto da una storia vera. Durata 120 minuti. (Eliseo Rosso, Romano sala 2, Uci)
Miss Peregrine – La casa dei bambini speciali – Fantasy. Regia di Tim Burton, con Eva Green, Asa Butterfield, Samuel Jackson, Rupert Everett, Judy Dench, Terence Stamp. Il giovane Jacob, alla morte del nonno, scopre che quelle storie che aveva sempre sentito raccontare, sono vere: esiste veramente in una piccola isola lontana, nel Galles, un gruppo di bambini orfani, dal talento speciale di cui forze malvagie vorrebbero impadronirsi, che vivono nella casa della misteriosa Miss Peregrine. Jacob farà di tutto per proteggere quei bambini e sottrarli ai loro nemici. Tratto dal romanzo omonimo di Ransom Riggs, ancora l’universo fantastici del regista di “Edward mani di forbici”, “Big Fish” e Alice in Wonderland”. Durata 127 minuti. (Uci)
primi anni Quaranta, il giovane Ernst, orfano di madre, sano e ribelle, finisce nell’ospedale psichiatrico di Kaufbeuren, dove viene praticato il programma dell’eutanasia che sopprime gli adulti e i bambini colpiti da malattie mentali. Cadrà anche lui vittima di quegli orrori. Durata 126 minuti. (Massimo sala 1)
L’ora legale – Commedia. Interpretazione e regia di Ficarra e Picone, con Leo Gullotta e Tony Sperandeo. Votazioni per l’elezione del sindaco a Pietrammare. Ma le cose vanno davvero male se quello in carica è maneggione e colluso e quello candidato i comizi li pronuncia al grido di “Onestà, onestà”. Persino il parroco, prima convinto di un cambiamento radicale, diviene avversario senza se e senza ma quando il vincitore gli impone di pagare l’IMU sulla chiesa che lui ha trasformato in albergo. Durata 90 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)
cinquemila ospiti. Addormentati, programmati a risvegliarsi 120 anni dopo. 90 anni prima dell’arrivo, due di loro, Aurora e Jim, lei una giornalista newyorkese alla ricerca di un nuovo spunto per il suo prossimo romanzo, lui ingegnere meccanico di Denver, per un guasto si risvegliano, unici e soli, si innamorano. Non soltanto avventure solitarie e no nello spazio senza confini, anche inquietudini filosofiche e quesiti morali, imposizioni e libertà, il desiderio di stare con qualcuno o il suo rifiuto, l’amore e il tempo, l’azzeramento dei tanti progetti e la noia, la realtà quotidiana e la sua cancellazione, in un viaggio pericoloso e senza prospettive. Durata 116 minuti. (Greenwich sala 3, Reposi, Uci)
Ambientato nella prima metà del XVII secolo. Due giovani sacerdoti gesuiti, padre Rodrigues e padre Garrupe, si recano nel lontano Giappone per svolgere opera di evangelizzazione e alla ricerca di chi li ha istruiti e guidati, il padre Ferreira. Incontrano una terra dove i cristiani sono perseguitati, costretti ad abiurare la propria fede o a subire il martirio. I dubbi, le certezze che cominciano a non essere più tali, la presenza/assenza di un Dio che non interviene o non cancella il Male, la solitudine: al termine, un ritrovato padre Ferreira che già s’è allontanato dalla Chiesa troverà un fertile terreno nelle debolezze di Rodrigues, che più di tutti ha lottato e creduto nel proprio apostolato. Durata 161 minuti. (Centrale V.O., Due Giardini sala Nirvana, F.lli Marx sala Groucho, Reposi, Romano sala 1, The Space, Uci)
fratelli Dick e Mac McDonald a San Bernardino in California, un povero chiosco di hamburger confezionatore di spuntini veloci per altrettanto pubblico frettoloso e dal poco spendere, il signor Ray Kroc pensa di allargare, in qualità di socio, l’attività dei pionieri su scala nazionale. Sappiamo tutti com’è andata a finire, successo successo successo, unendo artigianato e voglia di sperimentazione unita a una fragorosa mania di grandezza. Un avventura americana, una sfida e il sogno sempre ricercato, un’altra bella prova per il resuscitato Keaton, già pedina vincente di titoli quali “Birdman” e “Il caso Spotlight”. Durata 115 minuti. (Ambrosio sala 2, Massaua, Ideal, The Space, Uci)
La mostra di Balla in corso ad Alba alla Fondazione Ferrero evidenzia i rapporti iniziali dei Futuristi con il Divisionismo, poiché determinante fu l’incontro di Balla con Pellizza all’Accademia Albertina nel 1891 presentati dal fotografo Oreste Bertieri.
Amendola, da Marchesi a Soleri, da Calamandrei a
Chabod, da Burzio ad Adriano Olivetti, da Ernesto Rossi a Balbo di Vinadio. La parte più consistente del libro riguarda gli “amici e maestri” che l’autore ha conosciuto e frequentato: Jemolo, Bobbio, Galante Garrone,
Montanelli, Valiani, Venturi, Casalegno, Alda Croce, Primo Levi, Ciampi, Luraghi, Romeo, Spadolini, Pininfarina, Ronchey, Tortora, Pannella. Due capitoli molto densi concludono il libro, quelli dedicati a Soldati e Pannunzio. Si tratta di scritti che Quaglieni arricchisce ricostruendo la
storia dei rapporti tra il Centro “Pannunzio” e le
diverse personalità che animano il libro. Le figure delineate sono spesso ricordate con episodi del tutto inediti e poco convenzionali, in alcuni casi persino politicamente “poco corretti”, ma sempre equilibrati sotto il profilo storico. Ne viene fuori un ritratto a tutto tondo dell’Italia civile, che l’autore ritiene vada riscoperta e valorizzata come patrimonio culturale irrinunciabile anche per il futuro delle nuove generazioni.





sostituiscono quelle di Cristo): soprattutto quei dialoghi che costruiscono la debolezza di un individuo, e se la parte di avvio del film appare di minore spessore, messa lì ad avviare una storia, proprio quei dialoghi danno allo spettatore tutta la forza di Scorsese e del film. 
Per la 75a Storica Conversazione presso il Museo Pietro Micca GUSTAVO MOLA DI NOMAGLIO su I Savoia, Torino e il Piemonte: passato, presente e futuro, nel 600° anniversario della nascita del Ducato.
fra questi: Feudi e nobiltà degli Stati dei Savoia (2006), Bibliografia delle famiglie subalpine (2008), Un primato piemontese in Europa. Venaria e la Cavalleria sabauda alla vigilia del Risorgimento (2009); La cessione di Nizza e Savoia alla Francia (2011); Bibliografia critica e antologica della Convenzione di Settembre. Dai lutti di Torino Capitale all’insediamento fiorentino (2015). suoi scritti compaiono in numerose opere miscellanee ad Atti di Convegni. È Vice Presidente del Centro Studi Piemontesi, consigliere dell’ABNUT (Associazione Amici della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino) e di altri sodalizi che studiano, tutelano, valorizzano e promuovono, con molteplici iniziative, il patrimonio culturale, ambientale ed identitario del Piemonte, della Valle d’Aosta e, in generale, degli antichi Stati sabaudi. È uno dei curatori, con Franca Porticelli e Andrea Merlotti, della Mostra Piemonte Bonnes Nouvelles presso la Biblioteca Nazionale di Torino, appena conclusa con grande successo di pubblico, realizzata dalla Biblioteca con la collaborazione del Consiglio regionale del Piemonte e del Centro Studi Piemontesi – per celebrare i 600° anni del Ducato di Savoia.
collezioni di Carlo Emanuele I aperta al pubblico lo scorso 16 dicembre con oltre 250 opere e 80 tavole acquerellate degli album naturalistici conservati alla Biblioteca Reale (fino al 2 aprile 2017 in Galleria Sabauda e Biblioteca Reale). Sempre nel 2016 sono stati riaperti i Giardini Reali, chiusi per lungo tempo; ora sono accessibili solo parzialmente, ma è stato da poco ultimato il progetto per il completamento del verde e presto riprenderanno i lavori per perfezionare i percorsi e i servizi. A tutto questo si aggiunge la creazione di aree dedicate a mini-mostre e mostre speciali come lo “Spazio Confronti” e lo “Spazio Scoperte” della Galleria Sabauda, le aperture serali nel periodo estivo e quelle speciali degli appartamenti minori promosse in collaborazione con l’Associazione Amici di Palazzo Reale, il fitto calendario di attività per il pubblico e altro ancora: in sintesi, i Musei Reali si sono aperti, cercando di coinvolgere un pubblico sempre più ampio e più trasversale nella scoperta di un patrimonio tra i più ricchi, interessanti e variegati d’Europa.
LE ATTIVITÀ DEL 2017. Spina dorsale delle attività saranno i progetti di miglioramento dell’offerta museale, con novità che vanno dalla comunicazione ai percorsi, oltre alle mostre, grandi e piccole, che punteggiano tutto il calendario. Tra i progetti più impegnativi ci sarà il completamento dei lavori di restauro della Cappella della Sindone, che sarà riaperta al pubblico a venti anni dal disastroso incendio che ne determinò la chiusura. Un recupero lungo e complesso, curato nel tempo dalla Soprintendenza di Torino con il contributo della Compagnia di San Paolo, che porterà di nuovo il gioiello di Guarini al centro dell’attenzione internazionale (novembre). Un altro importante obiettivo riguarda il riallestimento di una parte del Museo di Antichità, con la creazione di un nuovo percorso dedicato alle antiche civiltà del Mediterraneo (assiro-babilonese, cipriota, greca, etrusca e italica) che accoglierà i visitatori negli spazi della manica nuova. Proseguiranno anche i lavori di valorizzazione dei Giardini Reali con la risistemazione del verde e il collocamento dei vasi, la nuova illuminazione, la segnaletica e i servizi. Terminati i lavori, i Giardini saranno il vero cuore verde di collegamento tra tutte le aree dei Musei (da giugno a settembre). Alla Galleria Sabauda sarà aperto il nuovo spazio dedicato ai maestri piemontesi dal Trecento al Cinquecento: Un’altra armonia. Il Rinascimento in Piemonte, con le tavole e i polittici di Martino Spanzotti, Dedendente Ferrari, Gaudenzio Ferrari e altri ancora (giugno). A
fine anno, negli ambienti al piano terra, la mostra dedicata a Giovanni Battista Piranesi (ottobre). Negli spazi espositivi di Palazzo Chiablese, proseguirà fino a marzo l’esposizione di disegni e stampe di Henri Toulouse-Lautrec, coprodotta con Arthemisia Group, a cui seguirà Il bello senza tempo. La collezione di Gian Enzo Sperone da Roma antica a Ai Weiwei, la grande mostra incentrata sulle raccolte di uno dei più importanti collezionisti d’arte internazionali, con gallerie che portano il suo nome a Torino, Roma e New York (da aprile a settembre). In autunno protagonista sarà il pittore surrealista catalano Joan Mirò, di cui saranno esposte un centinaio di opere in arrivo dalla Fundaciò Pilar i Joan Mirò di Mallorca, la fondazione creata da Mirò e dalla moglie Pilar nel marzo 1981. Le attività di Confronti proseguiranno con A spasso con un drago, che presenterà un lavoro di Carlo Mollino recentemente acquisito dal Ministero per le collezioni della Galleria Sabauda (da febbraio), a cui seguiranno confronti dedicati a Daniele da Volterra (da maggio) e a Bellotto (da ottobre). Anche lo spazio Scoperte proseguirà la propria attività: al termine della mosta dedicata agli incisori olandesi, le sale saranno occupate dalle opere di Grechetto (aprile-agosto) a cui seguiranno quelle di Dürer e Luca di Leida (da settembre). Nuove attività per l’affascinante Museo di Antichità, con appuntamenti dedicati alla storia del restauro (da gennaio a marzo), a tutto quello che nell’abbigliamento ha preceduto il bottone (da aprile a settembre) e alla storia dei militari romani a Torino (da settembre). All’Armeria Reale, a gennaio, appuntamento con un’opera restaurata grazie al programma “Restituzioni” di Intesa San Paolo e ora di nuovo accessibili al pubblico: un’armatura giapponese nello stile delle dō-maru del secondo periodo Chusei (XIIIXVI secolo), donata dall’imperatore del Giappone Meiji a Vittorio Emanuele II nel 1869, a tre anni dalla firma del trattato di amicizia e commercio tra il Regno d’Italia e l’Impero giapponese, ratificato a Edo (l’odierna Tokyo) il 25 agosto 1866. A tutto questo si aggiunge l’intenso programma di attività (calendario
aggiornato sul sito museireali.beniculturali.it) dai laboratori didattici alle visite di una sola opera del ciclo Ogni opera è un mondo, dagli spazi aperti dagli Amici di Palazzo Reale come le cucine e gli appartamenti della Regina Maria Teresa fino alle visite di approfondimento delle mostre e delle diverse sezioni dei Musei Reali. “Il 2017 sarà l’anno decisivo per la costruzione dell’identità dei Musei Reali” sottolinea Pagella, “Lavoreremo sul piano della comunicazione, ma soprattutto su quello del miglioramento dell’accoglienza; a rappresentarci avremo un nuovo logo, dei nuovi uffici nel torrione Frutteria di Palazzo Reale, e l’avvio di importanti progetti che segneranno il futuro dei Musei e anche, ci auguriamo, quello della città. La mostra su Carlo Emanuele I che abbiamo appena inaugurato dimostra quanto sia grande il potenziale dei nostri musei anche come capacità di produrre idee, ricerca, occasioni di conoscenza e di scoperta. Per questo il 2017 dovrà essere anche l’anno destinato alla creazione di una nuova rete di rapporti, sia con le realtà locali, sia con quelle nazionali e internazionali. Tutto questo è necessario anche in vista del 2019, cinquecentenario di Leonardo che ci vedrà assolutamente protagonisti”.