Il castello propone un fine settimana ricco di proposte e suggestioni

VENERDI 7 LUGLIO alle ore 17,30 inaugurazione della mostra fotografica COLORI NASCOSTI. Torino, la città di sempre sotto una nuova luce. La mostra presenta una selezione di lavori del fotografo piemontese Marco Saracco. Istantanee di Torino, scorci della città e il suo inconfondibile skyline, colto per lo più all’alba o al tramonto, esaltano i colori e le atmosfere del capoluogo piemontese. Immagini di Torino di Marco Saracco sono state scelte da compagnie internazionali e accolgono i viaggiatori all’aeroporto di Caselle.
La mostra è aperta dall’8 luglio al 27 agosto dal martedì alla domenica dalle ore 10.00 alle ore 18.30. L’accesso alla mostra è gratuito previo pagamento del biglietto di ingresso Castello o parco. Per info: socialracconigi@beniculturali.it
In occasione dell’inaugurazione della mostra, apertura straordinaria del castello e del parco sino alle 22,30: a partire dalle 19,30 gli ambienti del castello si trasformano nei cerchi dell’inferno dantesco con lo spettacolo itinerante multimediale LA CITTÀ DOLENTE: Viaggio oscuro nell’inferno dantesco. Con la regia di Luigi Orfero, attori, performer e musicisti della compagnia Fools mettono in scena gli straordinari ersi dell’Inferno, coinvolgendo il pubblico in un’esperienza interattiva tra letteratura, architettura, musica, teatro, danza in uno spettacolo in stile gotico e in chiave pop dall’atmosfera rarefatta e stregata. L’Anima Guida, Francesca da Rimini, Ulisse, il Conte Ugolino, Lucifero ed altri personaggi accompagnano il pubblico lungo un percorso esperienziale itinerante scandito dagli en decasillabi di alcuni tra i più famosi Canti dell’Inferno dantesco.
Ogni spettacolo durerà circa 50 minuti, con 4 repliche a partire dalle 19,30. Costo del biglietto € 10, prenotazione obbligatoria o prevendita on line sul sito www.ciaotickets.com (link diretto http://www.ciaotickets.com/evento/la-citta-dolente-viaggio-oscuro-nellinferno-dantesco) Info e prenotazioni info@fools.it Tel 347 8894753 – 340 3296827
SABATO 8 LUGLIO il Castello propone I PROFUMI DEI PRINCIPI nell’ambito dell’iniziativa “Residenze Reali, Reali Sensi” Racconigi affronta L’OLFATTO. Scoprire ed immergersi nei profumi e negli ambienti quotidiani della vita di corte, quando i giovani principi giocavano nella reggia accuditi dalle balie. Guidati da un mastro saponaio dell’atelier Aulina si preparerà un vero sapone naturale profumato di cui verrà fatto omaggio ai partecipanti.
Partenze: ore 10.30, 12.00 15.00 16.30. Durata: 60 min. Ingresso: biglietto castello + € 7 (adulti), gratis bambini fino a 10 anni. Per info e prenotazioni: tel: 391.7033907 nei seguenti orari 10-12 15-17 oppure via mail: socialracconigi@beniculturali.it L’atelier I PROFUMI DEI PRINCIPI sarà replicato sabato 22 luglio.
Il castello di Racconigi ed il suo parco sono la meta ideale per chi ha voglia di immergersi nelle suggestioni della natura e della storia. Riprendendo l’atmosfera spensierata delle villeggiature reali, si può trascorrere l’intera giornata all’aperto con i bambini, con la famiglia, con gli amici in un’atmosfera romantica e suggestiva. Nella quiete del parco si possono fare riposanti passeggiate in carrozza, gite in bici, e poi picnic all’ombra degli alberi secolari, una sosta relax nella caffetteria allestita nella Dacia russa, una camminata col proprio amico a quattro zampe (benvenuto, purché al guinzaglio) osservando le maestose cicogne e le altre specie protette che abitano il parco. Visitando il castello si vive l’emozione di una amatissima dimora di villeggiatura, una casa che affianca agli ambienti aulici quelli più intimi e privati, nei quali tutto sembra sospeso ad attendere il ritorno dei principi.



Marcorè, ci conduce alla scoperta dei fatti all’epoca degli scioperi degli operai nel villaggio di Deir el-Medina. E ancora: Maylis De Kerangal (autrice di “Riparare i viventi” Feltrinelli) ha scelto di narrare gli scavi di Schiaparelli attraverso il romantico carteggio tra un giovane archeologo e sua moglie, con le voci degli attori Thomas Trabacchi e Andrea Sartoretti. Niccolò Ammaniti e Antonio Manzini si sono concentrati su un soggetto sceneggiato da Fabio Natale, in cui protagonista è uno studente che non ama i musei. Bella sfida allora la visita con lui, in compagnia delle voci, tra gli altri, di Chiara Francini e Neri Marcoré.







Da quarantasei anni, tra la festa di San Giovanni e quella dei Santi Pietro e Paolo, si verifica puntuale un evento bibliografico, la pubblicazione del primo fascicolo semestrale di «Studi Piemontesi», la rivista di storia, arti, lettere e varia umanità edita dal Centro Studi Piemontesi.
Il titolo è, quanto meno, bizzarro: “Porta Scusa”. L’opera é un acrilico su tela, un 40 per 40 di raffinata armonia e bellezza. Forse é il più interessante fra i quadri presenti in mostra, per quella pura essenzialità di forma e colore, con quel bianco candore che sulla bianca parete della Galleria compie un autentico miracolo di eleganza visiva
Brooklyn), secondo artista degli States – dopo Eric Shaw – ad usufruire di un soggiorno gratuito a Torino, ospite della “Privateview Gallery”, dove oggi, e fino al 23 settembre, espone una trentina di pezzi tutti prodotti sotto la Mole e realizzati in esclusiva per gli spazi della Galleria di via Goito 16. Ironico, gentile, un filo di barba che s’accoppia perfettamente ai lunghi capelli neri e una cifra industriale di tatuaggi, racconta Slater in un italiano raffazzonato alla bell’e meglio: “I primi giorni che mi trovavo a Torino non facevo altro che chiedere ‘scusa’ per ricevere le informazioni che mi occorrevano e mio principale punto di riferimento per muovermi in città era la stazione di Porta Susa, che sentivo spesso citare anche nella voce preregistrata della metro”. Di qui l’abbinamento spontaneo di “Scusa” e “Porta Susa”, diventato per gioco quel tutt’uno di “Porta Scusa” appioppato come titolo e con arguzia a uno dei quadri certamente più belli concepiti da Bret nella casa-studio torinese messa a sua disposizione in piazza Peyron. 

celebre libro di Russell Shorto sulle origini olandesi di New York City. Più attratte dalle voci di un espressionismo astratto alla Kenneth Noland, appaiono invece la tela “Amores Perros” – omaggio all’omonimo film messicano di Guillermo Arriaga, in cui il viola e l’orange creano effetti paesistici inquietanti caratterizzati da lingue di fuoco infernali dominanti sull’armonica precisione del segno – e “Where the sun ends and the darkness begins” (“Dove finisce il sole e inizia il buio”), grande tela nera con volute “sbavature” cromatiche e le immancabili maschere iconiche, in memoria della Torino “diabolica” e “nera” dell’esoterica piazza Statuto. “Forma, colore e materia – scrive bene Piredda– diventano più forti di qualsiasi parola. L’obiettivo massimo è colpire l’inconscio…. Il monolito a forma di parallelepido è un’entità divina ed aliena, un modo per rappresentare in maniera ‘anonima’ l’inconoscibile”. A chi osserva questi quadri, il ghiribizzo (non il dovere) di suggerire significati. A Bret il dovere (non il ghiribizzo) di farti volare a un metro da terra – o anche più – per guadagnare i cieli alti e liberi dell’emozione.
