
carceri o catturati in rastrellamenti e destinati a essere uccisi e cremati nel giro di poche ore. Proseguendo sempre sulla sinistra, si trovano, al pianterreno dell’edificio a tre piani, i laboratori di sartoria e calzoleria dove venivano impiegati i prigionieri, nonché le camerate per gli ufficiali e i militari delle SS, le 17 micro-celle in ciascuna delle quali venivano ristretti fino a sei prigionieri. Queste celle erano riservate a partigiani, politici e ebrei destinati all’esecuzione. Le prime due venivano usate per la tortura o la raccolta di materiale prelevato ai prigionieri: vi sono stati rinvenuti, fra l’altro, migliaia di documenti d’identità, sequestrati non solo a detenuti e deportati, ma anche ai lavoratori inviati al lavoro coatto. Quasi tutti i documenti, prelevati dalle truppe jugoslave che per prime entrarono nella Risiera dopo la fuga dei tedeschi, furono trasferiti a Lubiana, dove sono attualmente conservati presso l’Archivio della Repubblica di Slovenia. Le porte e le pareti dei locali della Risiera erano ricoperte di graffiti e scritte. L’occupazione dello stabilimento da parte delle truppe alleate, la successiva trasformazione in campo di raccolta di profughi, sia italiani che stranieri, l’umidità, la polvere, l’incuria degli uomini hanno in gran parte fatto sparire graffiti e scritte. Ne restano a testimonianza i diari dello studioso e collezionista Diego de Henriquez , conservati dal “Civico Museo di guerra per la pace” a lui intitolato, che ha sede al 22 di via Cumano, a Trieste. Nei diari è stata riportata l’accurata
trascrizione delle scritte, offrendo una testimonianza drammatica di quanto accadde tra le mura della Risiera. Nel successivo edificio a quattro piani venivano rinchiusi, in ampie camerate, gli ebrei e i prigionieri civili e militari destinati per lo più alla deportazione in Germania: uomini e donne di tutte le età e bambini anche di pochi mesi.Da Trieste venivano inviati a Dachau, Auschwitz, Mauthausen, verso un tragico destino che solo pochi hanno potuto evitare. Nel cortile interno, proprio di fronte all’area contrassegnata dalla piastra metallica ( dove si pensava sorgesse l’edificio destinato alle eliminazioni) si trovava il forno crematorio. L’impianto, al quale si accedeva scendendo una scala, era interrato. Sull’impronta metallica della ciminiera sorge oggi una simbolica Pietà costituita da tre profilati
metallici a segno della spirale di fumo che usciva dal camino. La struttura del forno crematorio venne distrutta con la dinamite dai nazisti in fuga, nella notte tra il 29 e il 30 aprile 1945, per eliminare le prove dei loro crimini, secondo la prassi seguita in altri campi al momento del loro abbandono. Tra le macerie furono rinvenute ossa e ceneri umane raccolte in tre sacchi di carta, di quelli usati per il cemento. Tra i resti venne trovata anche la mazza usata per l’esecuzione dei prigionieri la cui copia, realizzata e donata da Giuseppe Novelli nel 2000, è ora esposta nel Museo (l’originale venne trafugato nel 1981). Triestini, friulani, istriani, sloveni e croati, militari, ebrei, “passarono” per la Risiera. Quante furono le vittime? Calcoli effettuati sulla scorta delle testimonianze danno una cifra tra le tre e le cinquemila persone soppresse tra quelle mura di mattoni rossi. Ma in numero ben maggiore furono i prigionieri e i ”rastrellati” che da lì vennero smistati nei lager – in particolare, a quello di Auschwitz-Birkenau – o al lavoro obbligatorio. La Risiera è un luogo della memoria della deportazione importantissimo, essendo stato il principale campo di concentramento, transito e sterminio italiano (altri campi di transito sorgevano a Fossoli, Ferramenti, Bolzano e – in Piemonte – a Borgo San Dalmazzo).Marco Travaglini


giorno della Festività dell’Assunta per la presenza, nell’ampio piazzale antistante il Santuario dei Madonnari.. «L’incontro nazionale dei Madonnari è e rimane l’evento più significativo della nostra fiera dopo la Madonna – ha dichiarato in conferenza stampa il sindaco di Curtatone Carlo Bottani – tanto che quest’anno abbiamo rifatto l’asfaltatura del sagrato dove lavoreranno gli artisti». Intanto sono già 137 le piazzole già confermate, ancora prima della partenza del concorso, con l’arrivo di Madonnari da 17 Paesi da tutto il mondo, tra cui la Mongolia, il Giappone, l’Armenia, il Messico, la Bolivia, la Russia, la Colombia”: Sarò seguito, al stessa sera, da un talk show su “Arte per l’Assunta. Cultura, società e madonnari” che vederà la presenza di molte personalità di spicco, tra cui Peter Assmann, presidente della giuria, che sarà
affiancato dai vincitori dell’incontro.Ci sarà anche un momento religioso particolarmente importante: lunedì 14 alle ore 21 vi sarà il Rosario Meditato, presieduto dal vescovo di Mantova, monsignor Busca, con la presenza del vescovo emerito di Mantova, monsignor Caporello, di quello di Ferrara e del rettore del Santuario di Crea, monsignor Francesco Mancinelli. E’ stata quest’ultima una presenza fortemente voluta dal sindaco di Curtatone, Carlo Bottani e dal consigliere delegato al turismo dell’Unione Valcerrina, Massimo Iaretti, anch’egli presente al vigilia di ferragosto, mentre il giorno successivo ci sarà il presidente dell’Unione, Fabio Olivero. E saranno moltissimi anche gli eventi collaterali per un appuntamento che ogni anno è in grado di catalizzare l’attenzione e la visita di oltre 100mila visitatori.
55 mila metri quadrati per un itinerario di visita lungo quasi tre chilometri che nel 2016 è stato percorso da più di 300 mila visitatori: questi sono i numeri da capogiro dei Musei Reali di Torino.
secolo. Solo per citarne alcune, si possono ricordare le tavole dei fiamminghi Jan van Eyck e Rogier van der Weyden, la Venere di Sandro Botticelli, la grande Cena in casa di Simone di Paolo Veronese, le tele di Peter Paul Rubens, Anton van Dyck e Guido Reni, assoluti protagonisti della pittura della prima metà del XVII secolo insieme a Orazio Gentileschi. Quest’ultimo, padre della più famosa Artemisia, è un artista che rielabora in modo personale lo stile di Caravaggio, arrivando a produrre opere di straordinaria qualità, tra le quali l’Annunciazione della Galleria Sabauda, un dipinto datato 1623 che da solo varrebbe l’intero prezzo del biglietto.
quale gli ospiti dovevano attenersi per poter giungere al cospetto del re.
città, e la cappella progettata da Guarino Guarini che dal 1694 conserva il lenzuolo della Sacra Sindone. Se i primi, dopo anni di abbandono, sono stati parzialmente riaperti al pubblico, la seconda, dopo essere stata chiusa a causa dei danni provocati dal tragico incendio dell’aprile 1997, tornerà ad essere visitabile tra qualche mese, quando saranno terminati i lunghi lavori di restauro, per regalare ulteriore meraviglia
il parco. Visitando il castello si vive l’emozione di una amatissima dimora di villeggiatura, una casa che affianca agli ambienti aulici quelli più intimi e privati, nei quali tutto sembra sospeso ad attendere il ritorno dei principi. E nel parco del Castello di Racconigi sono benvenuti anche i cani (al guinzaglio per non disturbare la fauna selvatica): fino al prossimo autunno il parco aprirà alle 9,30 per consentire la passeggiata mattutina con temperature più fresche e in una cornice suggestiva come quella del parco del castello. Un’iniziativa che conferma l’attenzione da sempre riservata agli amici a quattro zampe dal castello di Racconigi, che conserva nel parco il monumento a Werter – amatissimo cagnolino di Josephine di Lorena Armagnac principessa di Carignano – ed accoglie ogni anno iniziative e passeggiate a favore dell’associazione Gli amici di Wolf.
Maura Maffei è sicuramente la scrittrice monferrina del momento e il 2017 è decisamente per lei un anno davvero molto prolifico sotto l’aspetto dei parti artistici.
Sabato 12 agosto alle ore 21,30 nel Chiostro “Ester Siccardi”, in viale Martiri della Libertà 1 ad Albenga