CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 819

Trieste, memoria del dolore tra i mattoni della Risiera

Valmaura è un rione alla prima periferia meridionale di Trieste, lungo l’asse che la collega con l’Istria. In questa piccola valle tra il colle di Servola e quello di San Pantaleone si trova la Risiera di San Sabbaunico esempio di lager nazista in Italia. Già all’entrata s’avverte, incombente, il “peso” della vicenda consumatasi tra le mura del grande complesso di edifici dello stabilimento per la pilatura del riso, costruito nel 1898.
Dapprima utilizzato dall’occupante nazista come campo di prigionia provvisorio per i militari italiani catturati dopo l’8 settembre 1943 (lo Stalag 339), verso la fine di ottobre di quell’anno venne strutturato come Polizeihaftlager (campo di detenzione di polizia), destinato sia allo smistamento dei deportati in Germania e in Polonia, sia alla detenzione ed eliminazione di ostaggi, partigiani, detenuti politici, ebrei. La Risiera, dal 1965, è monumento nazionale e, dieci anni dopo, ristrutturata su progetto dell’architetto Romano Boico, divenne Civico Museo. Nel primo stanzone posto alla sinistra  prima di entrare nel cortile e dopo aver attraversato lo stretto e inquietante “budello” tra le mura di cemento alte undici metri, s’incontra la “cella della morte”. Lì venivano stipati i prigionieri tradotti dalle carceri o catturati in rastrellamenti e destinati a essere uccisi e cremati nel giro di poche ore. Proseguendo sempre sulla sinistra, si trovano, al pianterreno dell’edificio a tre piani, i laboratori di sartoria e calzoleria dove venivano impiegati i prigionieri, nonché le camerate per gli ufficiali e i militari delle SS, le 17 micro-celle in ciascuna delle quali venivano ristretti fino a sei prigionieri. Queste celle erano riservate a partigiani, politici e ebrei destinati all’esecuzione. Le prime due venivano usate per la tortura o la raccolta di materiale prelevato ai prigionieri: vi sono stati rinvenuti, fra l’altro, migliaia di documenti d’identità, sequestrati non solo a detenuti e deportati, ma anche ai lavoratori inviati al lavoro coatto. Quasi tutti i documenti, prelevati dalle truppe jugoslave che per prime entrarono nella Risiera dopo la fuga dei tedeschi, furono trasferiti a Lubiana, dove sono attualmente conservati presso l’Archivio della Repubblica di Slovenia. Le porte e le pareti dei locali della Risiera erano ricoperte di graffiti e scritte.  L’occupazione dello stabilimento da parte delle truppe alleate, la successiva trasformazione in campo di raccolta di profughi, sia italiani che stranieri, l’umidità, la polvere, l’incuria degli uomini hanno in gran parte fatto sparire graffiti e scritte. Ne restano a testimonianza i diari dello studioso e collezionista Diego de Henriquez , conservati dal “Civico Museo di guerra per la pace” a lui intitolato, che ha sede al 22 di via Cumano, a Trieste. Nei diari  è stata riportata l’accurata trascrizione delle scritte, offrendo una testimonianza drammatica di quanto accadde tra le mura della Risiera. Nel successivo edificio a quattro piani venivano rinchiusi, in ampie camerate, gli ebrei e i prigionieri civili e militari destinati per lo più alla deportazione in Germania: uomini e donne di tutte le età e bambini anche di pochi mesi.Da Trieste venivano inviati a Dachau, Auschwitz, Mauthausen, verso un tragico destino che solo pochi hanno potuto evitare. Nel cortile interno, proprio di fronte all’area contrassegnata dalla piastra metallica ( dove si pensava sorgesse l’edificio destinato alle eliminazioni) si trovava il forno crematorio. L’impianto, al quale si accedeva scendendo una scala, era interrato. Sull’impronta metallica della ciminiera sorge oggi una simbolica Pietà costituita da tre profilati metallici a segno della spirale di fumo che usciva dal camino. La struttura del forno crematorio venne distrutta con la dinamite dai nazisti in fuga, nella notte tra il 29 e il 30 aprile 1945, per eliminare le prove dei loro crimini, secondo la prassi seguita in altri campi al momento del loro abbandono. Tra le macerie furono rinvenute ossa e ceneri umane raccolte in tre sacchi di carta, di quelli usati per il cemento. Tra i resti venne trovata anche la mazza usata per l’esecuzione dei prigionieri la cui copia, realizzata e donata da Giuseppe Novelli nel 2000, è ora esposta nel Museo (l’originale venne trafugato nel 1981). Triestini, friulani, istriani, sloveni e croati, militari, ebrei, “passarono” per la Risiera. Quante furono le vittime? Calcoli effettuati sulla scorta delle testimonianze danno una cifra tra le tre e le cinquemila persone soppresse tra quelle mura di mattoni rossi. Ma in numero ben maggiore furono i prigionieri e i ”rastrellati” che da lì vennero smistati nei lager –  in particolare, a quello di Auschwitz-Birkenau – o al lavoro obbligatorio. La Risiera è un luogo della memoria della deportazione importantissimo, essendo  stato il principale campo di concentramento, transito e sterminio italiano (altri campi di transito sorgevano a Fossoli, Ferramenti, Bolzano e – in Piemonte – a Borgo San Dalmazzo).

 Marco Travaglini

 

TODAYS Festival, prima giornata sold out

A 10 giorni dall’inizio della terza edizione di TODAYS Festival (25-26-27 Agosto/Torino),  la PRIMA giornata del festival VENERDI 25 AGOSTO è ufficialmente SOLD OUT e sono esauriti i biglietti giornalieri per assistere ai concerti a sPAZIO211 del giorno inaugurale con PJ HARVEY, MAC DEMARCO, GIOVANNI TRUPPI, BIRTHH.

 

Non saranno perciò più disponibili il giorno stesso in cassa a sPAZIO211 i biglietti giornalieri di VENERDI 25 AGOSTO, ma se non volete perdete l’ULTIMA occasione di partecipare a tutto il festival TODAYS 2017 -incluso il primo giorno!- e ascoltare dal vivo le date uniche italiane di PJ Harvey, Richard Ashcroft, Band of Horses, The Shins, Mac DeMarco, Perfume Genius e tanti altri, avete ancora UNA POSSIBILITÀ…

 

Sono ancora eccezionalmente disponibili in numero limitato alcuni ABBONAMENTI 2 e 3 giorni
(inclusivi della giornata di VENERDI 25 AGOSTO) acquistabili in prevendita 
TICKETONE – www.ticketone.it
VIVATICKET – www.vivaticket.it
e presso tutti i punti vendita autorizzati della vostra città.

Quel legame tra Curtatone e il Piemonte

Che legame c’è tra il Comune di Curtatone, alle porte di Mantova e il Piemonte ? Dal mese di novembre dello scorso anno è stato siglato al Santuario di Crea  un protocollo d’intesa tra il comune del mantovano sul quale sorge l’antico luogo di culto che risale ai tempi dei Gonzaga e l’Unione dei comuni della Valcerrina, al cui territorio appartiene e fa comunque riferimento il Santuario di Crea, con il Sacro Monte, patrimonio dell’Unesco (insieme agli altri Sacri monti e percorsi devozionali piemontesi e lombardi) che ebbe il suo sviluppo proprio durante la dominazione dei Gonzaga in Monferrato. Sono molti gli eventi della Antichissima Fiera delle Grazie, che incomincia sabato 12 agosto e termina mercoledì 16 agosto, con il suo momento culminante nel giorno della Festività dell’Assunta per la presenza, nell’ampio piazzale antistante il Santuario dei Madonnari.. «L’incontro nazionale dei Madonnari è e rimane l’evento più significativo della nostra fiera dopo la Madonna – ha dichiarato in conferenza stampa il sindaco di Curtatone Carlo Bottani – tanto che quest’anno abbiamo rifatto l’asfaltatura del sagrato dove lavoreranno gli artisti». Intanto sono già 137 le piazzole già confermate, ancora prima della partenza del concorso, con l’arrivo di Madonnari da 17 Paesi da tutto il mondo, tra cui la Mongolia, il Giappone, l’Armenia, il Messico, la Bolivia, la Russia, la Colombia”: Sarò seguito, al stessa sera, da un talk show su “Arte per l’Assunta. Cultura, società e madonnari” che vederà la presenza di molte personalità di spicco, tra cui Peter Assmann, presidente della giuria, che sarà affiancato dai vincitori dell’incontro.Ci sarà anche un momento religioso particolarmente importante: lunedì 14 alle ore 21 vi sarà il Rosario Meditato, presieduto dal vescovo di Mantova, monsignor Busca, con la presenza del vescovo emerito di Mantova, monsignor Caporello, di quello di Ferrara e del rettore del Santuario di Crea, monsignor Francesco Mancinelli. E’ stata quest’ultima una presenza fortemente voluta dal sindaco di Curtatone, Carlo Bottani e dal consigliere delegato al turismo dell’Unione Valcerrina, Massimo Iaretti, anch’egli presente al vigilia di ferragosto, mentre il giorno successivo ci sarà il presidente dell’Unione, Fabio Olivero. E saranno moltissimi anche gli eventi collaterali per un appuntamento che ogni anno è in grado di catalizzare l’attenzione e la visita di oltre 100mila visitatori.

I Musei Reali: un viaggio lungo la linea del tempo

55 mila metri quadrati per un itinerario di visita lungo quasi tre chilometri che nel 2016 è stato percorso da più di 300 mila visitatori: questi sono i numeri da capogiro dei Musei Reali di Torino. Nel pieno centro della città formano un complesso costituito da quattro musei visitabili con un unico biglietto – Museo di Antichità, Galleria Sabauda, Palazzo Reale e Armeria – ai quali si aggiungono la Biblioteca Reale, la Cappella della Sindone, i Giardini Reali e lo spazio espositivo al piano terra di Palazzo Chiablese. Se quest’ultimo ospita periodicamente mostre temporanee – dal 4 ottobre aprirà i battenti Mirò! Sogno e colore, esposizione monografica con 130 opere dell’artista surrealista nato a Barcellona nel 1893 – le altre realtà del complesso conservano reperti archeologici, dipinti, sculture, libri, disegni e arredi attraverso i quali è possibile compiere un vero e proprio viaggio lungo la linea del tempo, dalla preistoria sino alle porte del XXI secolo.

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Le testimonianze storico-artistiche imperdibili che si incontrano lungo l’itinerario di visita sono innumerevoli. E’ impossibile non fermarsi davanti al prezioso Tesoro di Marengo conservato nelle sale del Museo di Antichità, prima di perdersi ad osservare i dipinti della Galleria Sabauda. Tra questi ultimi, in gran parte provenienti dalle collezioni dinastiche dei Savoia, si incontrano delle opere di grandissimo valore, realizzate dagli artisti delle principali scuole europee tra il XIV e il XIX secolo. Solo per citarne alcune, si possono ricordare le tavole dei fiamminghi Jan van Eyck e Rogier van der Weyden, la Venere di Sandro Botticelli, la grande Cena in casa di Simone di Paolo Veronese, le tele di Peter Paul Rubens, Anton van Dyck e Guido Reni, assoluti protagonisti della pittura della prima metà del XVII secolo insieme a Orazio Gentileschi. Quest’ultimo, padre della più famosa Artemisia, è un artista che rielabora in modo personale lo stile di Caravaggio, arrivando a produrre opere di straordinaria qualità, tra le quali l’Annunciazione della Galleria Sabauda, un dipinto datato 1623 che da solo varrebbe l’intero prezzo del biglietto.

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Per fare un tuffo negli sfarzi della vita di corte di casa Savoia è invece necessario visitare Palazzo Reale: alla sobria e quasi anonima facciata esterna fanno da contraltare gli sfarzosi ambienti interni del piano nobile, completamente arredati e disposti secondo una precisa successione logica che attesta l’esistenza di un rigido cerimoniale di corte al quale gli ospiti dovevano attenersi per poter giungere al cospetto del re.  Direttamente accessibile da Palazzo Reale è la grande galleria che ospita l’Armeria Reale e che è uno degli spazi più suggestivi dell’intero complesso museale. Progettata da Filippo Juvarra a inizio Settecento e riccamente decorata da Beaumont, conserva armi, armature e cimeli appartenuti ai Savoia, tra i quali si distingue l’armatura da poco restaurata di un samurai, giunta a Torino nel 1869 come dono dell’imperatore del Giappone a Vittorio Emanuele II. Esattamente al di sotto della grande galleria del Beaumont si trova la Biblioteca Reale. Un’unica grande sala, in cui il tempo sembra essersi fermato, che conserva migliaia di libri a stampa, manoscritti e disegni, compreso l’Autoritratto di Leonardo da Vinci che, sino al prossimo 17 settembre, sarà visibile al pubblico come punta di diamante dell’esposizione Intorno a Leonardo. Disegni italiani del Rinascimento. 

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Fanno parte del polo museale anche i Giardini Reali, vero e proprio polmone verde nel cuore della città, e la cappella progettata da Guarino Guarini che dal 1694 conserva il lenzuolo della Sacra Sindone. Se i primi, dopo anni di abbandono, sono stati parzialmente riaperti al pubblico, la seconda, dopo essere stata chiusa a causa dei danni provocati dal tragico incendio dell’aprile 1997, tornerà ad essere visitabile tra qualche mese, quando saranno terminati i lunghi lavori di restauro, per regalare ulteriore meraviglia agli occhi dei visitatori.

 

Giulia Amedeo

Ferragosto a Racconigi tra arte, natura e storia

Apertura straordinaria del castello e del parco di Racconigi lunedì 14 e martedì 15 (ferragosto) in occasione del tradizionale picnic di Ferragosto. Riprendendo l’atmosfera spensierata delle villeggiature reali, si può trascorrere l’intera giornata all’aperto con i bambini, con la famiglia, con gli amici in un’atmosfera romantica e suggestiva. Nella quiete del parco si possono fare riposanti passeggiate in carrozza, gite in bici, e poi picnic all’ombra degli alberi secolari, una sosta relax nella caffetteria allestita nella Dacia russa, una camminata col proprio amico a quattro zampe osservando le maestose cicogne e le altre specie protette che abitano il parco. Visitando il castello si vive l’emozione di una amatissima dimora di villeggiatura, una casa che affianca agli ambienti aulici quelli più intimi e privati, nei quali tutto sembra sospeso ad attendere il ritorno dei principi. E nel parco del Castello di Racconigi sono benvenuti anche i cani (al guinzaglio per non disturbare la fauna selvatica): fino al prossimo autunno il parco aprirà alle 9,30 per consentire la passeggiata mattutina con temperature più fresche e in una cornice suggestiva come quella del parco del castello. Un’iniziativa che conferma l’attenzione da sempre riservata agli amici a quattro zampe dal castello di Racconigi, che conserva nel parco il monumento a Werter – amatissimo cagnolino di Josephine di Lorena Armagnac principessa di Carignano – ed accoglie ogni anno iniziative e passeggiate a favore dell’associazione Gli amici di Wolf.

 

Domenica 20 agosto alle ore 16,30 il castello propone PROFUMI DEL PARCO: in collaborazione col Mùses – Accademia Europea delle Essenze, una passeggiata alla scoperta dei profumi del tempo naturale, un viaggio sensoriale nel quale gli elementi vegetali diventano i protagonisti di un’opera artistica originale. Lungo il percorso si scopriranno caratteristiche, proprietà, storia e utilizzo di numerose essenze e aromatiche, utilizzate essiccate o in oli essenziali profumatissimi. Alla meraviglia del parco all’inglese coi suoi alberi monumentali, gli scorci suggestivi, il “percorso di delizie” progettato dal paesaggista Xavier Kurten, si aggiungeranno così le suggestioni olfattive offerte da fiori ed erbe aromatiche. Nel corso della passeggiata, ogni partecipante creerà il proprio “cestino delle essenze” dedicato a quelle più amate e utilizzate a corte: arancio, bergamotto, lavanda, menta, rosa. Al termine della passeggiata ci si potrà abbandonare al fascino evocativo delle suggestioni olfattive, avvicinandosi all’”organo dei profumi” per sfidare la propria capacità di riconoscere gli aromi. Al termine di questo vero e proprio viaggio sensoriale, le essenze raccolte diventeranno protagoniste di un’opera artistica collettiva da realizzare sulla terrazza nord del castello.

Attività in collaborazione con il Mùses – Accademia Europea delle Essenze. Partenza: h 16,30. Durata: 90 min. Ingresso: biglietto parco + € 7 (adulti), € 5 (bambini fino a 10 anni). Per info e prenotazioni: tel 0172375025 Mail marialaura.silano@leterredeisavoia.it. PROFUMI DEL PARCO replica domenica 20 agosto alle ore 16,30.

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Per una gita fuoriporta, il territorio offre inoltre interessanti piccoli centri, magnifiche campagne dominate dal Monviso, attività di equitazione, ciclismo, escursionismo, il nuovoMùses-Accademia Europea delle Essenze di Savigliano e, naturalmente, il Centro Lipu Cicogne e Anatidi che sorge presso le ex cascine reali, una volta appartenenti al Castello.

 

Quella volta del Duce a Genova

Prosegue a Finale Ligure la rassegna “Un libro per l’estate” a cura della Libreria Cento Fiori, appuntamento che piace anche ai torinesi in vacanza nella località ligure. Domenica 13 agosto, in piazzale Buraggi – Lungo Mare di Final Marina, Armando D’Amaro presenta “Nero Dominante, Genova 1938, edito dai Fratelli Frilli. Conduce Pier Paolo Cervone.

Genova, 14 maggio 1938: Mussolini sbarca dalla corazzata Cavour, insieme ai più fedeli gerarchi, per una visita ufficiale di quattro giorni. L’accoglienza platealmente entusiasta dimostrerebbe che il fascismo è al culmine della sua popolarità, ma qualcuno trama nell’ombra. Il commissario Boccadoro ha ricevuto una “soffiata” da un condannato per omicidio e, mentre il Duce, via via, parla in piazza della Vittoria, visita opere pubbliche, stabilimenti industriali e Riviera di Levante, Boccadoro deve condurre una caccia serrata agli organizzatori del complotto, mentre la minaccia assume sempre più spessore, fino a diventare tangibile. L’autore riesce a trasmetterci – mescolando personaggi reali e di invenzione che agiscono in una Dominante perfettamente “ricostruita” – mentalità, atmosfere e costumi di una società dove l’ideologia del regime impera. Un romanzo insieme credibile e godibile su potere, uomini, donne e bambini in un mondo alla vigilia del disastro. Armando d’Amaro, nato a Genova nel 1956, vive a Calice Ligure. Dopo studi classici e laurea in giurisprudenza ha praticato attività forense ed accademica, abbandonate per dedicarsi alla scrittura noir ed alla critica d’arte moderna. Per Fratelli Frilli Editori ha pubblicato Delitto ai Parchi (2007), La Controbanda (2007; 2016 in Italia Noir per Repubblica l’Espresso), La farfalla dalle ali rosse (2008), Liberaci dal male (2010, insieme al criminologo Marco Lagazzi), Il testamento della Signora Gaetani (2014), La mesata (2016) ed ha curato le antologie Incantevoli stronze (2008) e Donne, storie al femminile (2009); altri racconti sono usciti in raccolte per altri editori o su riviste; il suo monologo Atlassib è rappresentato con successo a teatro; numerosi i testi scritti per artisti, tradotti anche in inglese e russo.

Massimo Iaretti

“La sinfonia del vento”

Maura Maffei è sicuramente la scrittrice monferrina del momento e il 2017 è decisamente per lei un anno davvero molto prolifico sotto l’aspetto dei parti artistici. Dopo aver dato alle stampe ad inizio anno “L’astuzia della voltpe”,   terzo ed ultimo volume della trilogia “Dietro la tenda” con le Edizioni Parallelo 45, e in primavera “Anna che custodì il giovane mago” con la casalese Edizioni della Goccia di Davide Indalezio, adesso ha licenziato un terzo scritto, sempre con Parallelo 45, “La sinfonia del vento”. “E’ sicuramente una pubblicazione cui tenevo molto – dice Maura Maffei – perché con questo romanzo avevo vinto nel 2015 il primo premio assoluto del Concorso letterario internazionale San Domenichino – Città di Massa”. L’autrice, che a guisa di globe trotter, sta girando librerie e tiene conferenze in tutto il Nord Italia per la presentazione dei suoi libri, ne ha avuta una particolarmente significativa proprio questa settimana a Marina di Massa, alla presenza, tra gli altri, del vescovo di Albenga, Guglielmo Borghetti, in attesa della presentazione di “Anna che custodì il giovane mago” che verrà fatta a Crea dopo il periodo estivo, in collaborazione tra il Santuario e l’Unione dei Comuni della Valcerrina. La “Sinfonia del vento” ha come tutte le opere di Maffei, l’Irlanda come momento di ispirazione. Le vicende prendono le mosse nell’ottobre del 1915 a Genova, dove in occasione di un concerto nasce l’amicizia tra Ciaran direttore d’orchestra irlandese e Gabriele, professore di conservatorio. La vicenda che si dipana per oltre 320 pagine, ha un sottofondo tragico, quello dei combattimenti della prima guerra mondiale sul fronte alpino e quello della tragica rivolta della Pasqua 1916, a Dublino, soppressa dall’oppressore inglese. Ad introdurre il lavoro un contributo del giornalista e scrittore Fulvio Scaglione.

Massimo Iaretti

 

 

Universo donna tra passato e futuro

Prosegue, fino al 13 settembre, nella Sala espositiva dell’Urp del Consiglio regionale del Piemonte, in via Arsenale 14/G, a Torino, la mostra “Universo donna – Tra passato e futuro”

L’allestimento, curato dalla Compagnia Artisti e Autori e inaugurato lunedì 31 luglio, è costituito da ventiquattro opere d’arte varia, dal figurativo all’astratto, sul variegato mondo femminile. Dodici di esse verranno giudicate da un’apposita commissione e le migliori premiate, sempre all’Urp, mercoledì 13 settembre. Moderate dal dirigente del settore Informazione dell’Assemblea Cosimo Poppa, sono intervenute la presidente della Compagnia Giusy Patti e la regista Annarita Soddu, autrice del cortometraggio “Di Rosa e d’Azzurro: storia di donna”, sul tema dello stalking, che è stato proiettato nel corso dell’incontro. “La nostra intenzione – ha dichairato Giusy Patti – è ampliare di anno in anno l’angolo visuale sul mondo delle donne utilizzando l’arte come strumento educativo. A tal fine abbiamo siglato un accordo con l’Istituto professionale per i Servizi pubblicitari Albe Steiner di Torino per la realizzazione di dieci progetti di comunicazione che verranno presentati a novembre in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne”.  La mostra è visitabile dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 12.30 e dalle 14 alle 15.30 e il venerdì dalle 9 alle 12.30.

“Maestre d’Italia”, 150 anni di storia

Sabato 12 agosto alle ore 21,30 nel Chiostro “Ester Siccardi”, in viale Martiri della Libertà 1 ad Albenga, il Vice Presidente del Consiglio regionale del Piemonte Nino Boeti e lo storico Pier Franco Quaglieni presenteranno il libro di Bruna Bertolo “Maestre d’Italia”, Edizioni Neos. La scrittrice racconta più di  150  anni della storia del nostro Paese, attraverso un’approfondita ricerca storica negli archivi e nelle biblioteche, in cui tratteggia figure di donne che, impegnate nell’insegnamento nella scuola elementare, si adoperarono per il miglioramento della società, combattendo l’analfabetismo e l’ignoranza, dall’inizio del Regno d’Italia ad oggi. Organizza  il Centro Pannunzio  e il DLF di Albenga.

Dalla Città di Alassio benemerenza a Quaglieni

Il Sindaco di Alassio Canepa  ha insignito il prof.  Pier Franco Quaglieni con una speciale benemerenza per i cinquant’anni del Centro Pannunzio e per il suo impegno culturale e civile nel corso dei decenni “all’insegna dell’indipendenza  e del porsi al  servizio in tante occasioni della cultura italiana,internazionale e  alassina”. Il prof. Quaglieni e’ alassino d’oro dal 2007 e ,sempre nello stesso, anno firmo ‘ la piastrella sul Muretto di Alassio. Quaglieni ha ringraziato il Sindaco per questa distinzione di cui si sente molto onorato. Al professor Quaglieni, che i nostri lettori conoscono per gli articoli di spessore culturale che scrive per il “Torinese”, ad incominciare dalla seguitissima “Rubrica della domenica”, le congratulazioni della redazione.