CULTURA E SPETTACOLI Archivi - Pagina 786 di 869 - Il Torinese

CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 786

“Bellezza senza tempo” al Museo Ettore Fico

 L’arte contemporanea e quella rinascimentale dialogano con il pubblico

museo-fico

FICO MUSEO

“Bellezza senza tempo”, in programma giovedì 15 settembre alle 18, al Museo Ettore Fico, è il primo degli appuntamenti che nascono da un protocollo d’intesa firmato da questo Museo e dal Centro di Conservazione e Restauro ” La Venaria Reale”, che prevede lo sviluppo congiunto di progetti interdisiplinari rivolti alla valorizzazione, conservazione e divulgazione del patrimonio artistico. Primo di un ciclo di eventi, “Bellezza senza tempo” vedrà dialogare l’arte contemporanea con quella antica, teoria e divulgazione del restauro e cantieri didattici.

L’inaugurazione di questo progetto avverrà con la presentazione al pubblico della tavola cinquecentesca “Pietà con i Santi Ambrogio e Girolamo”, di proprietà della Pinacoteca di Brera, proveniente dalla Chiesa Parrocchiale di Paderno d’ Adda. La pala, firmata da Giovanni Ambrogio della Torre, artista rinascimentale in contatto con il più noto Gaudenzio Ferrari, presentava una complessa storia conservativa e forti problematiche di degrado. Il restauro, appena concluso come tesi magistrale del Corso di Laurea in Conservazione e Restauro dei Beni culturali dell’Università di Torino, sarà illustrato da Alessandro Morandotti, docente di Storia dell’arte Moderna presso l’ateneo torinese, e della restauratrice e neolaureata del suddetto corso di laurea, Francesca Bianco.

Mara Martellotta

Ingresso libero fino a esaurimento posti.

Venerdi 23 settembre ore 14-19 Cantiere Ettore Fico

Carlo Pittara e la scuola di Rivara

accorsi pedemontanoIl Museo Accorsi Ometto presenta unesposizione che intende esplorare il percorso artistico di quei pittori che, a vario titolo e in tempi anche diversi, frequentarono il “cenacolo” di Rivara, animato dalla figura di Carlo Pittara.

La mostra, realizzata in collaborazione con lo Studio Berman di Giuliana Godio e a cura di Giuseppe Luigi Marini, comprende circa settanta opere provenienti da collezioni private italiane, selezionate secondo un elevato criterio qualitativo e storico. Dodici sono gli artisti presentati, provenienti da diverse regioni italiane e non solo, a sottolineare l’importanza di una stagione artistica che supera i confini regionali. Accanto ai piemontesi Carlo Pittara, Vittorio Avondo, Ernesto Bertea, Federico Pastoris (a cui si aggiungeranno più tardi i torinesi Giovanni Battista Carpanetto, Adolfo Dalbesio e Francesco Romero, di Moncalvo) sono presenti artisti liguri (Ernesto Rayper e Alberto Issel) o “naturalizzati” come tali (gli iberici D’Andrade e De Avendaño), nonché il fiorentino di natali, ma giunto a Torino in tenera età, Antenore Soldi.

Il momento che essi rappresentano è caratterizzato dalla ricerca di un sensibile realismo nella rappresentazione del paesaggio agreste, con accenti diversi, ma improntati dalla comune attenzione prima al paesismo ancora intriso di romanticismo dello svizzero Alexandre Calame (che quasi tutti conobbero inizialmente a Ginevra), presto attratti dal paesismo dei pittori di Barbizon in Francia e dalle novità di Corot e dal linguaggio fontanesiano attraverso contatti diretti, poi rinnovati negli anni di Rivara, con il maestro reggiano a Volpiano, tramite anche le esortazioni del ligure Tammar Luxoro.

Il confronto tra i pittori iberici e quelli liguri iniziò dapprima negli incontri a Carcare, nel Savonese, poi, sopratutto d’estate o in autunno, a Rivara, dove il lavoro gomito a gomito ebbe momenti catalizzanti, specie dopo l’inserimento nel gruppo di Rayper, su esortazione di D’Andrade. La scelta di confrontarsi con il paesaggio di Rivara avvenne non solo per l’amenità del dolce paesaggio agreste, ma perché tutti potevano godere della generosa ospitalità del banchiere Carlo Ogliani, cognato di Pittara, rivarese d’origine e proprietario di un’accogliente villa, poi anche del vasto castello acquistato all’inizio degli anni Settanta.

L’abituale consuetudine dei gioviali incontri, che connotò la rivoluzione “realista” di quei compagni di cavalletto, ebbe il proprio momento di maggiore vitalità e di fulgore a cavallo del 1870, sino alla precoce morte di Rayper nel 1873 e a uno stillicidio di abbandoni alla fine del decennio, tra cui quello, parziale, dello stesso Pittara, che ritroviamo a Roma nel 1877 e a Parigi dopo il 1880 (anche se di ritorno a Rivara ogni anno per qualche mese); così Avondo, D’Andrade, Pastoris e Bertea, variamente e progressivamente attratti dal restauro e dallo studio dei monumenti del Medioevo pedemontano. Sino a Carpanetto e Dalbesio, inclini altresì, come lo stesso Pittara, alle fascinazioni parigine della sintassi pittorica di De Nittis e Boldini.

Valorizzata in primis dal poeta Giovanni Camerana, poi dai critici Emilio Zanzi, Marziano Bernardi e in ultimo e autorevolmente da Roberto Longhi, l’importanza della cosiddetta Scuola di Rivara era già stata riconosciuta da Telemaco Signorini che, tuttavia, dimenticò Pittara per sottolineare il ruolo innovatore di Ernesto Rayper, indubbiamente la figura più dotata del gruppo. Anche se Carlo Pittara fu il più produttivo e vario, sebbene discontinuo, realista del cenacolo pedemontano, progressivamente attratto dalla finezza e dal successo del linguaggio denittisiano; e curioso delle più dolci eleganze di una pittura narrativa.

A questa “epopea” tardo-ottocentesca, che seppe definitivamente accantonare la ridondanza della pittura di storia e i ritardi di gusto dell’insegnamento accademico con un’espressione gioviale e sincera della realtà, la “verde” Rivara ha legato per sempre il proprio nome: luogo di una pacifica, osteggiata a lungo ma definitiva “rivoluzione” che ha segnato l’attualità della pittura piemontese, ligure e, in parte, attraverso Gignous, lombarda del maturo Ottocento.

CARLO PITTARA E LA SCUOLA DI RIVARA

Un momento magico dell’Ottocento pedemontano

Museo di Arti Decorative Accorsi Ometto, Torino

22 settembre 2016 15 gennaio 2017

Informazioni per il pubblico:

011 837 688 int. 3 – info@fondazioneaccorsi-ometto.it

La Borsa della Cultura a Torino nel 2017

arte cellamonteTorino ospiterà nell’ottobre 2017 la Borsa Internazionale della Cultura che diverrà il luogo dove si incontreranno domanda e offerta di cultura, cioè si creerà una sorta di hub della cultura internazionale con il coinvolgimento di musei, fondazioni artistiche, collezionisti privati, investitori

Torino e l’area metropolitana possiedono un patrimonio artistico unico e negli ultimi anni la città ha conquistato indiscutibilmente titolo di meta culturale a livello mondiale. Quindi, diventare un luogo dove si confrontano le offerte di cultura internazionale per Torino è un passaggio naturale e il progetto della Borsa ha infatti già ottenuto pareri favorevoli da molte realtà culturali italiane e straniere.

La Borsa Internazionale della Cultura sarà un evento unico in Europa. Infatti non risultano esistereperna foto mole 2 delle manifestazioni con queste caratteristiche. Soltanto in America, in Florida, a Tampa si svolge annualmente il Traveling Exibitions Forum. Nelle prossime settimane inizieranno i lavori preparatori del progetto con il contributo della Fondazione Torino Musei, dei Musei statali, musei e risorgimento museo 3fondazioni private, quali ad esempio la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e la Fondazione Merz.

La Borsa Internazionale della Cultura si svolgerà, con una durata di 3 giorni, negli spazi del Centro Congressi del Lingotto, utilizzando le giornate a titolo gratuito previste dalla convenzione fra la Città di Torino e il Centro polifunzionale del Lingotto.

Uno dei primi passi è la missione in Cina a Chengdu dove i responsabili dell’Archivio storico della Città presenteranno l’evento torinese della Borsa al Mct-Expo, la grande rassegna dedicata ai musei organizzata dalla Chinese Museums Association.

 

MC – www.comune.torino.it

Il gioiello ceramico in mostra a Castellamonte

All’interno della Mostra della Ceramica, giunta alla sua 56 esima edizione 

 castellamonte ceramica

La mostra del gioiello ceramico torna protagonista assoluta, per la sesta edizione consecutiva,   a Castellamonte, dal 3 settembre al 16 ottobre prossimi, nell’ambito della 56 esima Mostra della Ceramica di Castellamonte. Ispirate dal tema dell’edizione 2016 della Mostra della Ceramica, dal titolo ” Terra”, le opere esposte vogliono essere un invito ai tanti visitatori a considerare la ceramica come un materiale vivo e moderno, estremamente versatile e capace di prestarsi a mille applicazioni. Negli ultimi anni si è andata progressivamente affermando l’uso della ceramica nella realizzazione dei gioielli. Artigiani, artisti e designer hanno avanzato proposte raffinate di qualità, con pezzi unici, attraverso i quali l’artista è capace di evocare delle memorie e di aiutare a definire la personalità di chi lo indossa. “Castellamonte è la città della stufa e, in questo senso – spiega il Presidente di CNA Torino Nicola Scarlatelli – è anche il centro dell’artigianato, della manifattura italiana di eccellenza e della creatività”. Per questa ragione CNA Torino sostiene sin dagli esordi questa mostra dove si incontrano arte e artigianato, concentrati intorno all’uso di un materiale antico come la ceramica. Nella sessione della mostra dedicata al gioiello ceramico compaiono piccoli monili, solo all’apparenza fragili, ma anche eleganti e sofisticati, che comunicano il desiderio di apparire e che propongono alle donne un prodotto fashion a chilometro zero, che nasce sul territorio. Una suggestiva anteprima della mostra della ceramica e dei gioielli ceramici degli artigiani della CNA è stata allestita in Galleria San Federico a Torino, sotto l’insegna di “I love IT Touring”, che è stata aperta fino al 31 agosto, all’interno del progetto ” In viaggio tra mestieri e laboratori”. Orario : sabato e domenica 10- 13, 14.30-19. Durante la Mostra della Ceramica, al costo di 25 euro, sarà possibile visitare i laboratori dove nascono le stufe e i gioielli in ceramica di Castellamonte. Il primo tour è programmato per domenica 11 settembre (Info e prenotazioni comunicazione@cna-to-it ).

Mara Martellotta

Oggi al cinema

film cinemaLe trame dei Film a Torino / A cura di Elio Rabbione

 

Il Clan – Drammatico. Regia di Pablo Trapero, con Guillermo Francesa e Peter Lanzan. Argentina, primi anni Ottanta, a cavallo tra dittatura e ritorno alla democrazia, una famiglia normalissima guidata da un padre patriarca, una madre impegnata tutto il giorno a far cucina per la gioia dei figli, di cui uno, Alejandro, gode di grande popolarità come campione di rugby. Tutto normale come il negozio che portano avanti, come la gentilezza che usano con i vicini del quartiere: nella cantina di casa tengono ostaggi in catene, il garage è la via attraverso cui far entrare le povere vittime. Le figlie cantano per coprire le urla delle vittime, il figlio ammazza perché ammazzare diventa una necessità. La continuazione del male e della malvagità, il quadro opaco e terribile di un paese, il gioco crudele di un clan che gioco non è. Premio della Giuria alla Mostra di Venezia dell’anno scorso. Durata 108 minuti. (Ambrosio sala 3, Massimo 1, Reposi)

 

cinema salaIl diritto di uccidere – Azione. Regia di Gavin Hood, con Helen Mirren, Aaron Paul e Alan Rickman. Il colonnello inglese Katherine Powell dirige a distanza un’operazione contro una cellula terroristica a Nairobi. Il suo “occhio” sul campo è un darne pilotato in Nevada dal giovane ufficiale Steve Watts: quando diventa inevitabile sferrare un attacco entrambi realizzano che anche una bambina cadrebbe tra le vittime. Nessuno nella stanza dei bottoni vuol prendersi la responsabilità di una decisione tanto drammatica. Ultima prova sullo schermo per il grande Alan Rickman. Durata 102 minuti. (Ambrosio sala 3, Eliseo Rosso, Romano sala 3)

 

Il drago invisibile – Fantasy. Regia di David Lowery, con Bryce Dallas Howard, Oakes Fegley e Robert Redford. Per anni il vecchio signor Meacham ha raccontato ai ragazzini del paese di un drago che vive nelle foreste del Pacific Northwest. Poi un giorno sua figlia Grace, guardia forestale, incontra il piccolo Pete che dice di vivere nella foresta con un grande drago di nome Elliot. Per la gioia dei bambini che ancora oggi sognano favole (e forse di qualche adulto, incontaminato). Durata 102 minuti. (The space, Uci)

 

L’effetto acquatico – Commedia. Regia di Solevi Ansbach, con Samir Guesmi e Florence Loiret-Caille. Samir, di professione gruista, si innamora di Agathe, istruttrice di nuoto a Montreuil, nella regione parigina. Pur di averla accanto e poterla frequentare, decide di prendere lezioni di nuoto nella piscina comunale, benché sia già un provetto nuotatore. Se la ragazza (del cuore) dovrà raggiungere l’Islanda per partecipare ad un congresso internazionale dei maestri di nuoto, Samir non esiterà a seguirla: non dovrà che spacciarsi per un istruttore israeliano. Più semplice di così… La rivista “Ciak” ha definito il film come “uno dei film più divertenti dell’anno, un gioioso inno alle infinite declinazioni dell’amore, in cui l’acqua svolge il ruolo di Cupido ed è più resistente di ogni scelta razionale”. Opera postuma della Anspach scomparsa un anno fa a 55 anni. Durata 85 minuti. (Centrale VO, F.lli Marx sala Harpo, Romano sala 1, Uci)

 

Lumiere3 cinemaL’era glaciale: in rotta di collisione – Animazione. Regia di Mike Thurmeier e Galen T. Chu. Scordatevi la teoria del Big Bang. L’origine dell’universo è merito della ghianda dello scoiattolo-topo Scrat, causa di una cascata di meteoriti sul nostro pianeta. A salvare la situazione ci penseranno gli amici Sid, Manny, Diego e il resto del branco, tutti in fuga verso Geotopia. Durata 100 minuti. (Massaua, Eliseo rosso, Ideal, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

Escobar – Drammatico. Regia di Andrea Di Stefano, con Benicio del Toro e Josh Hutcherson. Niente di meglio che una vacanza in Colombia per il giovane surfista canadese Rick, in mezzo a onde mozzafiato, tra sabbia immacolata e lagune da favola. Ancor meglio se arriva l’amore con gli occhi della splendida Maria: finché un giorno la ragazza presenta il suo ragazzo allo zio, che di nome fa Pablo Escobar. Narcotrafficante, capace di far girare politica e economia del suo paese a proprio piacimento, ma anche padre premuroso nel raccontare favole ai figli, marito romantico verso una moglie cui dedica canzoni, cattolico oltre ogni dubbio che prega prima di una strage. La vita di Nick diverrà un incubo. Robusto film intorno alle contraddizioni di un uomo, una storia di formazione, un perfetto insieme di thriller e di inevitabile melò. Durata 120 minuti. (Eliseo sala Grande, Romano sala 2, Uci)

 film fang

La famiglia Fang – Commedia drammatica. Regia di Jason Bateman, Jason Bateman, Nicole Kidman e Christopher Walken. Tratto dal romanzo omonimo firmato da Kevin Wilson, edito in Italia da Fazi, è la storia di una coppia di genitori, due artisti di strada che nella loro vita hanno sempre avuto un debole per la provocazione a tutto tondo, e del risvolto che quella filosofia di vita, tra caos e una continua ricerca creativa sempre condotta oltre ogni convenzione sociale, ha prodotto sui figli (da sempre chiamati A e B), esseri al colmo della più ostile infelicità. Poi un giorno i vecchi genitori scompaiono. Ancora un “teatrino” preparato ad arte o una messinscena macabra quanto reale? Durata 105 minuti. (Ambrosio sala 1, Eliseo blu, Greenwich sala 2, The Space, Uci)

 

film io prima teIo prima di te – Commedia (tra sospiri e lacrime). Regia di Thea Sharrock, con Sam Caflin e Emilia Clarke. Sospiri e lacrime, ovvero preparate i fazzoletti. Ovvero siamo di fronte a uno di quei soggetti che, senza tema di essere smentiti, scottano e molto. Alla radice il romanzo scritto (furbescamente?) da Jojo Moyes, bestseller per cuori d’antan o forse soltanto giustamente più sensibili. Lei, di famiglia modesta, carattere splendidamente esuberante, lui biondo ricco bellone manager, su sedia a rotelle a seguito di tragico incidente. Saprà lei ridargli un po’ di felicità e magari distoglierlo da pensieri che proprio non collimano con quelli di una vita normale? Una buona chiave per i giovani attori che aspirano al successo. E il pubblico, da che parte si schiererà? Apertissimo un dibattito mi piace/non mi piace. Durata 110 minuti. (Ideal, Lux sala 1, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 film jason

Jason Bourne – Azione. Regia di Paul Greengrass, con Matt Damon, Alicia Vikander, Vincent Cassel, Tommy Lee Jones e Julia Stiles. A dirigere chi, per la “vicenda Bourne”, ha già retto con la solida magistrale professionalità i precedenti “Supremacy” e “Ultimatum”: il che è una grande sicurezza. Poi il protagonista con un Damon sempre più alla ricerca di se stesso, della propria memoria, con un intero passato che deve essere ricostruito, tesissimo e di filtrate parole, gran maestro dell’azione, sempre più bravo. Qui lo ritroviamo in Grecia, scovato dalla collega Nicky, con un nuovo e sempre più sconcertante “programma governativo”. Menzogne e mezze verità, doppiogiochisti, perfidi dirigenti della CIA e immancabili killer, una ambigua agente dei Servizi Segreti. Ritmo eccellente, come nei capitoli precedenti pezzi da antologia (vedi, per esempio, alla voce “inseguimenti”). Durata 123 minuti. (Greenwich VO., Ideal, Lux sala 2, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

film loloLolo – Giù le mani da mia madre – Commedia. Regia di Julie Delpy, con Julie Delpy, Dany Boone e Vincent Lacoste. Violette, quarantacinquenne parigina, affermata nel campo della moda, in vacanza incontra Jean-René, programmatore quanto mai goffo. Si piacciono, stanno bene insieme, ma incrociano un problema: il figlio di lei, Lolo, è pronto a farle capire come non abbia nessuna intenzione a vederla rapita almeno al 50% da un’altra persona e quanto poco quell’uomo abbia in comune con lei. Ed è disposto davvero a tutto. Dramma adolescenziale o squinternata femminile? Durata 99 minuti. (The Space, Uci)

 

Ma Loute – Commedia. Regia di Bruno Dumont, co Fabbriche Luchini, Juliette Binoche e Valeriafilm ma loute Bruni Tedeschi. Nell’estate del 1910, in un’Europa che sta scivolando verso una guerra di proporzioni terrificanti, l’ispettore Machin e il suo assistente si ritrovano a dover indagare, in un piccolo centro del nord francese, sulla sparizione di alcune persone. Si trovano di fronte la famiglia Brufort, di umili origini, e quella borghese, in piena decadenza, dei Van Peteghem. Entrambe hanno dei segreti, ben conservati tra le pareti di casa. Durata 122 minuti. (Classico, Due Giardini sala Ombrerosse)

 

Nahid – Drammatico. Regia di Ida Panahandeh. Nahid, una giovane donna divorziata, vive sola con il figlio di dieci anni in una città sulle rive del mar Caspio, nel nord dell’Iran. Secondo le leggi iraniane, la custodia del figlio spetta al padre ma lui ha concesso la custodia alla moglie a patto che lei non si risposi. Opera prima. Durata 105 minuti. (In programmazione fino al 2 settembre) (Nazionale sala 2, VO)

 

Paradise Beach – Dentro l’incubo – Azione. Regia di Jaume Colle-Serra, con Blake Lively e Oscar Jaenada. Nancy è un’appassionata di surf, in vacanza a cavalcare quelle onde da capogiro dovrà affrontare una lotta impari e senza tregua contro uno squalo. Durata 85 minuti. (Ideal, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 pazza gioia film

La pazza gioia – Commedia drammatica. Regia di Paolo Virzì, con Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, Tommaso Ragno e Marco Messeri. “Clinicamente pazze”, Beatrice Morandini Valdirana e Donatella Morelli sono ospiti di Villa Biondi, un centro per malattie mentali sulle colline pistoiesi, l’una egocentrica e logorroica, l’altra tatuatissima e fragile, solitaria, cui la legge ha tolto il figlio per affidarlo in adozione ad una coppia. Nonostante le diversità che le dividono, le due donne fanno amicizia, sentono il bisogno l’una dell’altra, fuggono, vivono appieno “una breve vacanza”, provano a inseguire una vita nuova sul filo sottile della “loro” normalità. Grande successo alla Quinzaine di Cannes per le interpreti e per l’autore del “Capitale umano”. Durata 118 minuti. (Greenwich sala 3)

 

Suicide Squad – Fantasy. Regia di David Ayer, con Will Smith, Jared Leto, Viola Davis e Cara Delevingne. Un ente governativo segreto, denominato Argus, assolda un gruppo di criminali: solo a loro potrà affidare missioni ad alto rischio con la promessa di clemenza nei confronti delle personali pene detentive. Durata 130 minuti. (Ideal, Massaua, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

Torno da mia madre – Regia di Eric Lavaine, con Josiane Balasko e Alexandra Lamy. La quarantenne Stephanie ha perso in un sol colpo marito e lavoro: non le rimane che ritornare a vivere in casa della madre. Si accorge immediatamente che la convivenza non sarà affatto facile. Durata 97 minuti. (Ambrosio sala 2, Due Giardini sala Nirvana, F.lli Marx sala Groucho)

 

Un mercoledì di maggio – drammatico. Regia di Vahid Jalilvand. Un annuncio pubblicitario particolarmente originale, pubblicato un mercoledì mattina in un quotidiano di Teheran, raccoglie una piccola folla di persone in una piazza. Tutti sperano che possa essere la soluzione ad ogni loro problema. Ma la polizia disperde la folle mentre due donne caparbiamente decidono di rimanere. Durata 102 minuti. (In proiezione dal 3 settembre) (Nazionale sala 2)

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Un padre, una figlia – Drammatico. Regia di Cristian Mungiu, con Adrian Ritieni e Maria-Victoria Dragus. Premio alla regia al Festival di Cannes nel maggio scorso per un regista che, sempre sulla Croisette, nel 2007 ha vinto la Palma d’oro con “4 mesi, 3 settimane, 2 giorni” e nel 2012 con “Oltre le colline” si è aggiudicato il premio per la miglior sceneggiatura nonché quello alle migliori attrici. Qui, nella Romania odierna, narra di Eliza, brillante negli studi, e di suo padre, medico di sanissimi principi in una piccola città, certo del successo di quella figlia sino a spingerla a frequentare una prestigiosa università inglese. Ma nelle ore che precedono l’esame di maturità la ragazza subisce un’aggressione che non solo mette in discussione il suo futuro ma anche quei sani principi dentro cui è stata allevata, l’onestà sino a quel momento cercata e messa in pratica lascia spazio al compromesso. Durata 128 minuti. (F.lli Marx sala Chico, Nazionale sala 1)

 

L’uomo che vide l’infinito – Drammatico. Regia di Matt Brown, con Jeremy Irons e Dev Patel. Ai primi del Novecento, nelle aule di Cambridge, l’amicizia che nasce tra un giovane genio della matematica, di origine indiana, e un maturo professore. Un’amicizia e una collaborazione tra studiosi che saranno capaci di superare molti pregiudizi. Durata 108 minuti. (Greenwich sala 3)

#Realedisera non si ferma: giovedì apertura speciale

giardini reali 4Nei musei reali di Torino fino a fine settembre proseguono le iniziative di #Realedisera: ogni giovedì l’apertura straordinaria dalle 19 alle 22,  biglietto di ingresso speciale a 2 euro. La  proposta ha registrato ottimi riscontri nel corso dell’estate. Nei palazzi reali questa settimana sono al centro Palazzo Reale e il Museo Archeologico. A Palazzo Reale  le visite all’appartamento dellagiardini reali3 Regina, il tour inizia dalle 19 nelle sette  sale allestite nel 1690 da Vittorio Amedeo II di Savoia e  abitate dal figlio Carlo Emanuele III, arredato con mobili decorati da Beaumont, Piffetti e altri maestri. Al Museo Archeologico alle 20,15 le Conversazione con l’archeologo e  lo spettacolo teatrale ‘Non sono ancora capace a disegnare’ messo in scena dall’Associazione Maigret e Magritte con il reparto di neuropsichiatria dell’ospedale Regina Marghera di Torino.

(foto: il Torinese)

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E’ tempo di MiTo e il festival conquista tutta la città

mitoE’ di nuovo tempo di  MiTo, il  festival musicale in gemellaggio tra Torino e Milano che si inaugura con i concerti di questo venerdì al Teatro Regio e sabato alla Scala di Milano. Sotto la Mole ci sarà una programmazione collaterale: ‘MiTo per la città’, un cartellone di 37 concerti e 90 momenti musicali spalmati, dal 3 al 21 settembre, in tutte le circoscrizioni, in ospedali, musei, carceri, residenze per anziani, case di cura, giardini. Il vicesindaco di Torino Guido Montanari  ha sottolineato in conferenza stampa come MiTo sia un evento culturale nelle corde della nuova amministrazione Appendino, grazie alla sua capacità di raggiungere un gran numero di cittadini. La maggior parte dei concerti di ‘MiTo per la città’ sono curati dal Conservatorio di Torino: quest’anno  partecipano anche due big, il violoncellista Mario Brunello e il pianista Andrea Lucchesini.

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Il Jazz italiano per Amatrice

musica90Maratona Jazz con il mondo della musica torinese che partecipa all’iniziativa ‘Il Jazz italiano per Amatrice’  il 4 settembre al Piccolo Regio. Protagonisti sei artisti jazz dell’area piemontese coordinati da Ugo Viola, ideatore del Moncalieri Jazz Festival e già collaboratore di ‘Il Jazz Italiano per l’Aquila’. Il concerto ha il patrocinio della Città di Torino e  il supporto della Fondazione per la Cultura Torino, ed è inserito ella programmazione di MiTo SettembreMusica. Ugo Viola ha radunato su un unico palco musicisti che si sarebbero dovuti esibire all’Aquila  ne ‘Il Jazz Italiano per l’Aquila’. Progetto che quest’anno si è trasformato in ‘Il Jazz Italiano per Amatrice’ , spalmato anche a Roma e in altre città italiane per volere dei promotori Micbat, Associazione I-Jazz, Midj Musicisti italiani di Jazz e Casa del Jazz.

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Quale futuro per Stupinigi? La Regione al lavoro

stupinigi maiorano album“La Regione si sta occupando ormai da mesi del futuro della Palazzina di caccia di Stupinigi ponendo il tema al centro di un percorso che ha proprio l’obiettivo di scongiurare prospettive incerte per la Residenza”: l’assessora alla Cultura e al Turismo, Antonella Parigi, risponde così alle preoccupazioni espresse dai sindaci di Nichelino, Beinasco e Orbassano su una paventata chiusura del complesso da parte della Fondazione Ordine Mauriziano. “La Fondazione – rivela Parigi – è da tempo coinvolta nel tavolo di lavoro aperto dal Consorzio La Venaria Reale e presieduto dal suo direttore Mario Turetta, dove si sta affrontando innanzitutto il tema del passaggio in forma indiretta della gestione ordinaria della Palazzina al Consorzio stesso, nonché diverse altre possibili soluzioni nel quadro del progetto complessivo di riqualificazione e promozione delle Residenze sabaude”. “Si tratta pertanto – conclude l’assessora – di una strada che stiamo seguendo proprio per dare continuità alla fruibilità di quello che consideriamo uno dei nostri ‘beni faro’ sotto il profilo culturale e turistico, nei confronti del quale è opportuno che tutti gli attori coinvolti si muovano in un’ottica di interesse pubblico e di sviluppo territoriale condiviso”.

 

GG – www.regione.piemonte.it

(foto: Vincenzo Maiorano)

L’arte emergente di “The Others” cambia casa

the_othersThe Others,  la prima fiera italiana dedicata all’arte emergente internazionale, giunta quest’anno alla sesta edizione,  lascia lo spazio dell’ex Carcere Le Nuove per spostarsi all’ex Ospedale Regina Maria Adelaide. Lo spostamento  segna un cambiamento nel carattere della fiera, che diventa così un evento itinerante, nomadico, che occuperà di volta in volta spazi anticonvenzionali, spesso in disuso, contribuendo alla riattivazione degli stessi. 

The Others ospita realtà profit e no profit che lavorano continuativamente su programmi dedicati a giovani artisti: gallerie emergenti, centri no profit, spazi espositivi, fondazioni, collettivi di artisti o curatori e artist-run spaces focalizzati sulla promozione e sullo sviluppo del panorama artistico emergente.Inoltre, collaborazioni con progetti editoriali, premi d’arte, residenze per artisti, accademie d’arte e spazi di design autoprodotto, rendono The Others una fiera con un punto di vista sull’arte a 360 gradi.

Negli anni affluenza e visibilità sono aumentate permettendo a The Others di aprirsi sempre più verso il panorama artistico internazionale. La fiera è diventata una piattaforma espositiva unica nel suo genere, nata per valorizzazione nuove energie creative. 

others3L’edizione 2016 è caratterizzata da una serie di novità mirate a rafforzare l’unicità della fiera, rendendola un evento culturale unico nel suo genere, un generatore di nuovi dialoghi, un osservatorio privilegiato sulla creatività emergente internazionale.

The Others viene dunque ospitata in Lungo Dora Firenze 87, al piano terra dell’ex Ospedale Regina Maria Adelaide, nel quartiere più trendy di Torino, a 5 minuti a piedi da Piazza Castello. L’edificio, inaugurato nel 1887, è costituito da tre corpi riuniti tra loro da passaggi coperti e comunicanti in un ampio giardino interno. Intitolato nel 1885 alla Regina Maria Adelaide, è stato centro traumatologico di eccellenza e negli anni Sessanta fu tra i primi a introdurre i servizio di rieducazione e riabilitazione. Chiuso ad Aprile del 2016, è stato concesso per la realizzazione di The Others grazie alla disponibilità e sensibilità della Città della Salute e della Scienza di Torino.

La rassegna  si muove verso un’identità aperta e multiforme. Un modello pionieristico in grado di interpretare un cambiamento culturale in pieno sviluppo, che vede gli individui cavalcare i profondi mutamenti tecnologici e comunicativi in atto. Concetti quali stabilità e sedentarietà risultano oggi sempre più obsoleti e al tempo stesso sostituiti con nuovi parametri culturali: mobilità, flessibilità, spirito di adattamento, dinamismo, eterogeneità, cosmopolitismo, contaminazione culturale, autonomia. The Others vuole fare del Nomadismo Culturale il proprio credo. Attraverso la mutabilità degli scenari sceglie di interagire con le comunità locali, dando luogo ad un flusso continuo di saperi, conoscenze e apporti creativi. 

Un programma di Performance, Video, Musica e la novità di un’unica giornata dedicata ad un Roundtable – che quest’anno toccherà proprio la tematica del Nomadismo Culturale – rendono la fiera un evento dinamico, ricco di momenti di confronto e scambio di esperienze, idee e progetti, confronti che sono attivatori di sinergie virtuose fondamentali per la crescita dell’intero sistema artistico contemporaneo.  Corpo vivo della settimana dell’arte torinese, The Others è un’occasione imperdibile per chi voglia indagare l’arte emergente contemporanea.

PROGETTI SPECIALI

The Others Exhibit: la seconda edizione di Exhibit viene riproposta quest’anno all’interno degli spazi della Fiera, nella Palestra principale del Maria Adelaide. L’esposizione vuole evocare quella che dovrebbe sempre essere la dimensione e la condizione dell’arte: senza confini. Sculture, installazioni e interventi multimediali senza limiti di formato potranno dialogare con la dimensione di ampio respiro del contenitore, forzando il limite abituale dello spazio espositivo.
The Others Performance: un programma giornaliero di performance proposte dagli espositori della Fiera e selezionate dal Comitato Curatoriale.
others2The Others Screen: all’interno di tre piccole stanze di proiezione, adiacenti una all’altra, ogni giorno si alterneranno i video presentati dagli espositori e selezionati dal Comitato Curatoriale.
The Others Roundtable: The Others inviterà alcuni importanti attori del sistema dell’arte emergente a discutere sul tema del Nomadismo Culturale, il tutto durante un’unica giornata. 

COME PARTECIPARE

L’ammissione è riservata a realtà profit e non profit che lavorano continuativamente su programmi dedicati a giovani artisti: gallerie emergenti, centri non profit, spazi espositivi, fondazioni, associazioni, collettivi di artisti o curatori e artist-run spaces focalizzati sulla promozione e sullo sviluppo del panorama artistico emergente.
Gli espositori devono presentare un progetto curatoriale che può comprendere al massimo la presenza di tre artisti, con un titolo e un testo relativo. Sulla base di questa proposta avverrà la selezione alla partecipazione dal parte del Comitato Curatoriale.
L’application sarà on-line all’indirizzo www.theothersfair.com/#come-partecipare a partire dal 1 settembre 2016. 

Gli espositori potranno presentare, senza alcun costo aggiuntivo, una proposta curatoriale per i progetti speciali: Performace, Screen ed Exhibit. I primi due sono dedicati alla performance e al video mentre il terzo è dedicato alla nuova edizione di Exhibit, riproposta all’interno della Fiera, nel grande spazio della Palestra principale. Una mostra realizzata con opere senza limiti di formato selezionate dal Comitato Curatoriale fra quelle proposte dagli espositori: sculture, installazioni e interventi multimediali che potranno dialogare con la dimensione di ampio respiro offerte dal contenitore. La proposta potrà comprendere opere installative di qualsiasi forma, linguaggio e materiale, che non prevedano l’uso di pareti e non richiedano illuminazione puntuale.

(foto: il Torinese)