CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 786

Su "Amica" la purezza preziosa è firmata GC CANTONI

Cantoni Gioielli AMICA

Giovanna Cantoni , attraverso la sua linea di preziosi, celebra l’essenza della donna vincente , colei che si sente perfetta e a proprio agio in ogni stagione della vita

 

Le gocce realizzate in oro e platino puro, 999,9 della maison torinese GC CANTONI sono protagoniste assolute anche per la primavera 2015. AMICA di aprile le propone come must di stagione per tutte coloro che sono sempre alla ricerca di purezza, perfezione ed essenza da indossare in ogni occasione, per un eleganza da vivere e comunicare e per illuminare la propria personalità . Solare esuberante e dinamica , per una donna vitale, moderna e multitasking è’ stata creata la linea Easy , che trova la sua esaltazione tra le proposte per una primavera all’insegna del glamour ; il rigido bangle e la sua goccia in oro puro 999,9 diventano un dettaglio a cui non rinunciare, un gioiello indispensabile per rendere i propri momenti contemporanei e senza tempo, e brillare in ogni istante . Giovanna Cantoni , attraverso la sua linea di preziosi, celebra così l’essenza della donna vincente , colei che si sente perfetta e a proprio agio in ogni stagione della vita.

Visita della Consulta dei giovani e del Garante dei detenuti alle Vallette

MELLANONel carcere 1.264 detenuti, di cui circa 300 inseriti in progetti di lavoro alle dipendenze del carcere o presso cooperative. Il lavoro è fondamentale per offrire ai detenuti l’opportunità di migliorare le proprie competenze professionali e reinserirsi più facilmente nella società

 

L’Ufficio di presidenza della Consulta regionale dei Giovani, presieduta dal componente dell’Ufficio di presidenza delegato Alessandro Benvenuto, con il Garante dei detenuti Bruno Mellano (nella foto), venerdì 27 marzo si è recato in visita all’Istituto penitenziario Lorusso e Cotugno di Torino. Accolta dal direttore dell’Istituto Domenico Minervini e accompagnata dal vicedirettore Francesca D’Acquino, la delegazione ha visitato la sezione femminile, soffermandosi nei laboratori di sartoria e di cucito, la sezione maschile e il forno. “Attualmente – ha sottolineato Minervini – ospitiamo 1.264 detenuti, di cui circa 300 inseriti in progetti di lavoro alle dipendenze del carcere o presso cooperative. Il lavoro è fondamentale per offrire ai detenuti l’opportunità di migliorare le proprie competenze professionali e reinserirsi più facilmente nella società al termine della pena”. “Secondo stime ufficiali – ha affermato Benvenuto – ogni dieci detenuti che hanno avuto occasione di sviluppare la propria professionalità, solo tre hanno fatto ritorno in carcere. Il lavoro è uno strumento fondamentale per abbattere il rischio di recidiva”.“Da quando i fondi dell’Ufficio ammende non sono più impiegati in progetti di lavoro – ha concluso Mellano – è sensibilmente diminuito il numero di detenuti che possono accedere al lavoro. Urge trovare forme corrette e utili per non perdere un’occasione tanto importante ai fini del reinserimento lavorativo dei detenuti”.

 

Lo scalatore di Nuvole al Museo della Montagna

montagna

Al Museo Nazionale  “Duca degli Abruzzi” una nuova e innovativa proposta espositiva  

 

 Una nuova e innovativa proposta espositiva del Museo Nazionale della Montagna. Con la mostra LO SCALATORE DI NUVOLE. SAMUEL DI BLASI inizia un nuovo percorso del Museo torinese dedicato all’ARTE IN QUOTA: principalmente giovani artisti, ma non solo.Il progetto del Museo Nazionale della Montagna si avvale della collaborazione della Città di Torino, del Club Alpino Italiano e della Compagnia di San Paolo, attraverso Torino e Le Alpi.

 

Sarà inaugurata Giovedì 19 Marzo 2015 alle ore 18.00 nelle sale del Museomontagna. L’evento è il primo di una serie espositiva che si propone di presentare al pubblico mostre di arte contemporanea inserite nel contesto espositivo del Museo medesimo. Filo conduttore della rassegna è l’interpretazione di temi ispirati alla montagna da parte degli artisti che saranno, di volta in volta, invitati. Samuel Di Blasi espone 12 sculture inserite lungo tutto il percorso museale in uno stimolante dialogo natura-scultura che, come dice il curatore Riccardo Cordero, «non mancherà di coinvolgere emotivamente lo spettatore».

 

Fondamento del lavoro di Di Blasi è realizzare opere che ricreino habitat ed elementi naturali che conservino una memoria nascosta della realtà. Una contrapposizione continua di immagini che l’artista propone affinché dentro ciò che osserviamo si possa arrivare ad immaginare l’intangibile. Nuvole che non sono solo nuvole, ma anche grotte e fenditure profondissime. Superfici percorse da scritte che sembrano parole ma non lo sono e che nascondono -velandolo-  il corpo degli uomini che le abitano. Parte integrante del percorso sono le figure di gesso posizionate attorno e dentro queste “piccole sculture monumentali”, che non sono bozzetti né studi, ma monumenti nel significato più classico del termine.

 

Nato ad Alba nel 1975 Samuel Di Blasi si è diplomato in scultura all’Accademia di Belle Arti di Torino. Nel 1999 ha lavorato a Londra come tecnico di galleria presso Agnew’s Gallery, Robert Sandelson Gallery e Stephen Lacey Gallery. Nel 2000 è stato assistente dello scultore giapponese Noriaki Maeda presso lo Yorkshire Sculpture Park e presso il parco de La Mandria di Torino . Dal 2005 è insegnate di Arte nelle scuole d’istruzione superiore; vive a Bra e lavora nel suo studio di Benevagienna in provincia di Cuneo.

 

 

LO SCALATORE DI NUVOLE. SAMUEL DI BLASI

a cura di Riccardo Cordero una mostra del Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi” – CAI-Torino con Compagnia di San Paolo – progetto Torino e le Alpi

Città di Torino Club Alpino Italiano

 

Torino, Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi”, 20 marzo – 28 giugno 2015

Inaugurazione: 19 marzo 2015, ore 18.00.

 

TORINO, MUSEO NAZIONALE DELLA MONTAGNA, Piazzale Monte dei Cappuccini 7, 10131 Torino

Tel. 0116.604.104  /  posta@museomontagna.org  /  www.museomontagna.org

 

 

Per una Pasqua senza agnelli sacrificali

AGNELLI PASQUA

Sono stati anche proiettati video su quello che avviene nei macelli

 

Per una Pasqua senza sterminio di agnellini, alcuni gruppi animalisti domenica 29 marzo hanno tenuto un presidio a Torino in Piazza Castello. E’ una campagna di sensibilizzazione contro la strage degli agnelli per Pasqua. Si è trattato di una manifestazione di forte impatto poichè sono stati anche proiettati video su quello che avviene nei macelli.

“Il mare che sento” interpretazioni di arte, design e artigianato in mostra a Internocortile

internocortile33internocortile2

Diverse e personalissime interpretazioni marine ed ancora una volta lo spazio creato da Silvia Tardy diventa crocevia di genialità  e innovazione

 

“Il mare una volta lanciato il suo incantesimo, ti terrà per sempre nella sua aura di meraviglia” così la pensava Jacques Cousteau e pare che sulla stessa lunghezza d’onda veleggino i 10 protagonisti  della mostra “Il mare che sento”, allestita nello spazio di Internocortile,  fino al 5 maggio. b In un mix di arte, design e artigianato di alto livello, il mare viene interpretato in 10 modi  diversi. Cristina Borgogna, Alessandro  Ciffo, Cime di luce, Cristiana Erbetta, Manu Mara, Mauro Faletti, Ferdi Giardini, Carlo Gloria, Le pietre di Anna e Massimo Voghera espongono le loro diverse e personalissime interpretazioni marine ed ancora una volta lo spazio creato da Silvia Tardy diventa crocevia di genialità  e innovazione.

 

-L’artista torinese Cristina Borgogna che ama veleggiare intorno al mondo ed oggi si divide tra il paese d’origine e la Francia, espone le sue opere realizzate sul mare. Scatti fotografici rivisitati con resina e acrilico, che raccontano grandi vele, mari tempestosi, manovre in regata e maree sulle spiagge.

 

Alessandro Ciffo, famoso per l’uso geniale che fa del silicone, qui lo declina in una grande tovaglia che riprende le tonalità e il movimento del mare.

 

-Dietro il brend Cime di luce c’è Raffaella Motta, artista che pesca dalle sue esperienze marittime  e propone lampade che riproducono alla perfezione  i nodi marinari. Sono opere pensate in mare e per il mare, utilizzano tubi d’ illuminazione a led, sono resistenti all’acqua e non si riscaldano.

 

Cristiana Erbetta espone i suoi taccuini interamente realizzati a mano e sulla copertina di ognuno interpreta calligraficamente ed etimologicamente alcune delle parole  più ricorrenti nell’universo mare: galleggiare, bagnasciuga, burrasca …

 

Manu Mara artista dei gioielli ed ospite permanente di Internocortile,  per questo allestimento ha  creato invece un’alta vela in ferro e vetro, simbolo di libertà e leggerezza che si può usare come inusuale ed elegante divisorio.

 

Mauro Faletti interpreta le profondità oceaniche attraverso un light box che ha battezzato “Deep box” in cui una scala scende nell’acqua a simboleggiare la ricerca della parte più  profonda ed autentica degli esseri umani.

 

Ferdi Giardini si ispira all’acqua e crea lo specchio “Guardami, io e te siamo l’inganno o la verità?”

 

Carlo Gloria espone due suoi lavori di Mesurement Unit, realizzati  lungo le coste della Liguria.

 

-Dietro Le pietre di Anna c’è la creatività  di  Anna Torre che presenta due panche in legno  chiaro di pioppo, attraversate da una pietra di serpentino, scolpita con un movimento  sinuoso di onde.

 

Massimo Voghera, docente di Scenografia teatrale e Teatro di  figura all’Accademia di Torino,  ritorna a Internocortile con i suoi ultimi lavori legati al mare: piccoli pesci  di terracotta che all’interno celano  ironiche sorprese.

 Laura Goria

 

“Il mare che sento” fino al 5 maggio 2015

A “Internocortile” via Villa Glori 6 (zona Piazza Zara)

Da martedì  a sabato  orario: 11/13  e  15,30/19

In altri orari: su appuntamento

Alessia Gazzola, giovane e medico ma non è lei il volto di Alice

gazzolagazzola 1

Medico legale di Messina, caso letterario nel 2011 con “L’allieva”; da allora un inarrestabile successo che la colloca tra le perle più preziose della scuderia Longanesi

 

Carica umana e simpatia a mille, giovane e bellissima al 5° mese di gravidanza; Alessia Gazzola, al Circolo dei Lettori di Torino (gremito di pubblico) ha presentato “Una lunga estate crudele” (Longanesi), ennesimo successo per la sua Alice Allevi, l’anatomopatologa più amata dagli italiani e prossima a diventare protagonista di una fiction su Rai 1. Incontrare l’autrice significa capire al volo le ragioni del suo fascino e della dolcezza che le foto lasciano intuire. Medico legale di Messina, caso letterario nel 2011 con “L’allieva”; da allora un inarrestabile successo che la colloca tra le perle più preziose della scuderia Longanesi. Ha tutto l’entusiasmo e la luminosità dei suoi 33 anni; un po’ stanca, ma sorridente ed infinitamente disponibile, si presta all’intervista, nelle sale del luogo cult per eccellenza della cultura torinese.

 

Protagonista delle sue “commedie medico-legali gialle in cui il morto c’è sempre, ma con effetto  drammatico marginale” è la giovane Alice Allevi: medico legale un po’ maldestra, bistrattata dai superiori e dagli uomini di cui si invaghisce. Ma bravissima a risolvere i casi più intricati e pupilla del commissario Calligaris, che nutre per lei affetto paterno.”Una lunga estate crudele” (uscito da poco e già alla terza ristampa) è il quinto appuntamento con Alice. Le lettrici la seguono con empatia e tifano per le sue vicende amorose; sempre in bilico tra lo sfuggente fotografo Arthur e il capo dell’Istituto di Medicina Legale, Claudio Conforti, che ha fascino da vendere ma idiosincrasia per legami troppo solidi e di lunga durata. Questa volta il delitto è servito in teatro, con la scoperta del corpo mummificato di un attore di cui si erano perse le tracce da circa un quarto di secolo. Alice si butta a capofitto nella risoluzione del cold case; mentre la sua vita sentimentale s’ingarbuglia ancor di più con l’affacciarsi sulla scena dell’antropologo forense Sergio Einardi, che l’avvolge in una corte old style, ma senza successo. «La folgorazione è arrivata il giorno che, in incognito, mi sono unita ad una scolaresca ed ho assistito ad una rappresentazione, di altissimo livello, del Macbeth di Shakespeare in lingua originale » l’autrice racconta così la genesi del libro. Il romanzo precedente era dedicato alla sua bambina Eloisa; questo invece al marito “perché insieme scaliamo l’Himalaya”. E’ in senso metaforico? «Nasce da un aneddoto. Un amico gli disse che mi faceva da sherpa e lui se ne risentì. Ho voluto sistemare le cose».

 

-Perché sfoderi un terzo uomo?

«Non certo perché sia risolutivo o perché tra i due litiganti, il terzo gode. In realtà  non l’ho mai  visto come “papabile”.  L’ho inserito per due ragioni. Doveva scompaginare un po’ le carte, far capire alcune cose ad Alice, possibilmente anche agli altri due uomini. Poi per farle sperimentare un corteggiamento vecchia maniera, cosa alla quale non è assolutamente abituata».

 

– Poteva essere l’occasione giusta, invece lei non ne è conquistata. Perché?

«Di fatto mi sono resa conto di una cosa anche triste: scopre che tutto sommato le piace essere bistrattata. Ed io non mi divertivo a scrivere di Einardi».

 

-La storia è ambienta a Roma e Alicudi: i tuoi legami con questi luoghi?

«Nel 2007 quando iniziai a scrivere “L’allieva” ero in piena fase –commedia sentimentale di stampo anglosassone- alla Kinsella; il libro un po’ risente di quelle letture e di storie ambientate a New York e in grandi location. Volevo anch’io una città metropolitana, come Milano;  ma non la conoscevo e all’epoca ero una sconosciuta che scriveva per diletto, impensabile finanziarmi ricerche sul luogo. Così ho virato su Roma dove vado spesso. Alicudi, invece, è un po’casa: la più selvaggia e affascinante delle Isole Eolie, in provincia di Messina».

 

-Le lettrici sono affezionate ad Alice e seguono le sue vicende quasi la conoscessero: cosa provi?

«Mi gratifica moltissimo perché significa che il personaggio è vivo. Ormai quasi una cara amica, talmente reale che suscita simpatia; anche se c’è pure chi dice che la prenderebbe a schiaffi».          

 

– Finalmente è ufficiale: la Endemol produrrà la fiction, sarà trasmessa da Rai 1 e tu stai collaborando alla sceneggiatura. E’ una garanzia affinché non vengano stravolti i tuoi libri?

«I produttori e la Rai hanno detto subito di voler preservare più possibile il materiale originale e questo mi ha automaticamente messa al riparo da ogni paura. Io rivedo i dialoghi scritti dagli sceneggiatori e certo la mia mano c’è, anche se non è un lavoro che svolgo in solitaria: ci sono tante teste, tante idee».

 

-Cambiamenti?

«Si, qualcuno, e non in peggio. Anzi mi sono ritrovata a pensare che alcune cose sono migliori rispetto ai romanzi e mi sono pure detta “peccato non averci pensato io”».

 

-Scrivere per la tv quanto è differente dallo scrivere libri?

«E’ molto più difficile e me ne sono accorta collaborando. In realtà come scrittrice mantengo una padronanza assoluta, faccio tutto quello che voglio; come si dice “il potere di Dio” degli scrittori».

 

-Come si riesce a rendere sullo schermo lo spessore psicologico dei personaggi che nei libri sono descritti a tutto tondo?

«Certo nei romanzi faccio vedere uno sguardo, un sorriso o un gesto; la sceneggiatura non ha una descrizione attorno e quindi deve essere forte, con parole scelte in modo molto accurato, per non sembrare scontate. Ma gli sceneggiatori sono in gamba, entrati perfettamente nel mood della storia e questo facilita il mio lavoro di supervisore. Poi sarà fondamentale trovare gli attori giusti, in grado di cogliere le sfumature».

 

-L’anno scorso avevi  idealmente identificato Alice con l’attrice Zooey Deshanel di “New girl”; Arthur con Simon Baker di “The Mentalist”; Conforti un mix tra James Franco e Jude Law. Ora stanno cercando gli interpreti italiani e speri che l’Alice dello schermo non sia troppo caricaturale o drammatica, in che senso?

«Ci vorrebbe un’attrice molto naturale nell’interpretazione, capace di cogliere le note giuste: che non diventi grottesca quando fa gaffe e pasticci, giustamente drammatica quando deve esprimere empatia verso le vittime e i loro familiari».

 

-Lo sai vero che per le lettrici il volto di Alice sei tu?

«No, lei è un po’ la mia sorellina minore, con tutti i difetti di famiglia. E poi io non so recitare».

 

-Nel tuo futuro pensi di scrivere per cinema e televisione?

«Sinceramente non mi ci vedo. Scrivo per vocazione e sono stata prestata a questo ruolo perché il progetto riguarda i miei film. Credo non si possa improvvisare, la drammaturgia ha delle regole, è un mestiere che va imparato e non so se sarebbe adatto a me».

 

– Si preannuncia una bella estate, oltre alle riprese tv, nascerà la tua Bianca. Chi ha scelto il nome?

«Il papà e stavolta non c’è un significato particolare. Ci piace perché è semplice, ha un suono molto aggraziato, senza essere pretenzioso».

 

-Medico legale, scrittrice di best seller al ritmo di uno all’anno, una bimba piccola e un’altra in arrivo: prevedi salti mortali multipli e carpiati?

«La vita andrà riorganizzata, anche perché già così ho qualche difficoltà e devo chiedere aiuto».

 

-Idee per il prossimo libro?

«Mi piacerebbe fosse legato ai gioielli; ma potrebbe anche essere altro. Diciamo che sono in fase di  ristrutturazione. Forse sarà anche l’ultimo, perché voglio farli finire quando ancora a qualcuno dispiace».

 

-Ma così spezzi il cuore di tante lettrici!

«Congederei Alice lasciando comunque la porta aperta, perché nella vita non si sa mai. Poi vorrei cimentarmi in altre cose, ho in testa un sacco di personaggi che parlano».

 

-Come vivi la promozione in giro per l’Italia?

«Partendo dalla Sicilia è un po’ complicato e gli incontri col pubblico sono meno della metà di quanto vorrei. Cerco di farmeli bastare e di renderli speciali».

 

E a giudicare dalle persone in fila per la dedica e una foto con lei…… ci riesce benissimo!

 

Laura Goria

 

 

 

Storia di Oriente e dell’amore animale sconfinato

GATTO ORIENTE

Lui, ormai alto e maestoso, fa tutto come crede che debba essere fatto, spiando gli umani con quella sua testolona pensosa. Non fa le fusa quasi mai, non si rannicchia, non dorme con noi, lui ha una sua vita che porta avanti con coerenza

 

Oriente piangeva senza sosta e gridava (o almeno così ci sembrava) nello sgabuzzino buio di un negozio di animali. Era così piccolo da stare in una mano, la mia, mano già piccola ma non minuscola come l’essere urlante che urlava a bocca spalancata e senza sosta una nenia sconosciuta.Io ad essere sincera non lo volevo, mi spaventata quel corpicino così minuscolo dalla voce potente e lamentosa, e adocchiavo pensosa quei gatti eleganti e bianchi che graziosamente si stiracchiavano nelle loro gabbie colorate, muovendo la coda con eleganza e spalancando i grandi occhi verdi come fanno i gatti.

 

Ma poi mia sorella (e tutta la compagnia presente) si è lasciata commuovere dal mini-gatto, e così con tredici euro offerta libera mi sono portata a casa tre scatolette di cibo e l’Amore Vero.Non ha mai preso latte, non è stato svezzato, l’ho cullato e nutrito con le scatolette e con il cucchiaino, di giorno e di notte legato con una sciarpa al mio petto, come un cucciolo d’uomo.Il maledetto ORIENTE, nome amatissimo per cui ho dovuto lottare a lungo, ma che ancora adesso adoro pronunciare e anche solo pensare, non fa nulla come fanno i gatti.

 

Lui, ormai alto e maestoso, fa tutto come crede che debba essere fatto, spiando gli umani con quella sua testolona pensosa. Non fa le fusa quasi mai, non si rannicchia, non dorme con noi, lui ha una sua vita che porta avanti con coerenza.I giochi dei gatti? che schifo. Ne sceglie uno e lo usa per un pò, poi lo nasconde così accuratamente da perderlo o dimenticarsene, ça va san dire.Le fusa? mai e poi mai. Mi aspetta dietro la porta per attaccarmi, morde graffia e si butta a terra a pancia in su per giocare agli unici giochi che accetta di fare: la lotta a mani nude e il nastrino.

 

 

Il nastrino consiste in un pezzo di nastro da trascinare per casa mentre lui ti segue facendo agguati al nastro oppure alle caviglie. Sul più bello, ti giri e Oriente è al computer (spento), oppure alla finestra che spia i vicini. Ha il vizio del fumo, quindi cerca sigarette in tutte le borse o aspira felice le volute di fumo del vicino di casa:  impossibile scoprire cosa faccia con le sigarette rubate, una volta ho trovato cicche nella sua cuccetta (cesta del bucato), nascoste sotto i pupazzi, che lui usa come cuscino.Siede a tavola, si stende come te sul divano copiando la posizione e il posto preciso in cui appoggi il tuo bel deretano, con le zampe stese da un lato.

 

Non ti si spalma addosso, ma aspetta impettito che arrivi davanti alla porta, ti sente arrivare ancora prima di aprire il portone, e se c’è il gancio, cerca di aiutarti con le zampe e poi ti graffia.Una mattina mi toccava i capelli e cercava di assaggiarli, mi sono girata e per sbaglio mi ha quasi cavato un occhio.Inutile dire che nei giorni successivi guardava accigliato il mio occhio bendato ed è stato presente e squisito nei modi. Viziato vizioso ribelle e adorabile.

 

 Amorevolmente Oriente.

 

Fedreica Billone

Incontro con Poste Italiane per salvare gli sportelli in montagna

poste italianeLa Regione: congelare piano di razionalizzazione e avviare nelle diverse province un tavolo di confronto

Il vicepresidente Aldo Reschigna e l’assessore Alberto Valmaggia hanno partecipato il 24 marzo a Palazzo Lascaris ad un incontro tra l’intergruppo consiliare Amici della montagna ed i vertici di Poste italiane per il nord-ovest. “Abbiamo posto il problema dei tagli degli uffici postali – riassume Reschigna – e proposto ai responsabili di Poste Italiane di congelare piano di razionalizzazione e avviare nelle diverse province un tavolo di confronto, con il coordinamento della Regione, per ridiscutere il piano in modo da arrivare ad una soluzione che non penalizzi ulteriormente zone già di per sé disagiate. Ho riscontrato sensibilità e disponibilità nei vertici di Poste. Al più presto il confronto partirà”.

 

(www.regione.piemonte.it) Foto: il Torinese

Forum delle associazioni familiari, l'impegno per la terza età

anziani2

“Vogliamo dare il nostro contributo per favorire una cultura dell’impegno rafforzando i legami e le responsabilità verso i più deboli, soprattutto i bambini e gli anziani”

 

ll fossanese Fabio Gallo (associazione Papa Giovanni XXIII) è il nuovo presidente del Forum delle Associazioni Familiari del Piemonte, che presta particolare attenzione alle problematiche della terza età. L’elezione è avvenuta  a Torino nel corso dell’assemblea annuale ordinaria, nel corso della quale il preside nte uscente, Paolo FrandPol, aveva rassegnato le dimissioni per ragioni di salute tramite una lettera.Vicepresidente è stato eletto Valter Boero (Movimento per la Vita), tesoriere Franco Rosada (associazione Formazione e Famiglia),consiglieri Adriano Frascaroli (Movimento Famiglie Nuove) e Francesco Loffredo (associazione Famiglie Numerose), già presidente del Forum delle Associazioni Familiari della Provincia di Cuneo di cui aveva fatto già parte come vice-presidente lo stesso Fabio Gallo.“Vogliamo dare il nostro contributo per favorire una cultura dell’impegno – ha detto Fabio Gallo presentando il suo programma – rafforzando i legami e le responsabilità verso i più deboli, soprattutto i bambini e gli anziani che nella famiglia trovano sempre un riparo sicuro su cui fare affidamento. Lavoreremo per arginare la cultura del disimpegno che si sta insinuando nelle nostre comunità locali anche con scelte politico-amministrative che spingono sempre di più le persone verso una deresponsabilizzazione nelle relazioni interpersonali, contribuendo non poco a favorire la fragilità della famiglia a cui stiamo assistendo in questo tempo. Non vogliamo arrenderci ad una società che fonda le sue basi fragili sulla sabbia, in cui tutto è precario: la casa, il lavoro e il matrimonio e di conseguenza la famiglia stessa”.

Petizione: "Stop omofobia a scuola"

pride2Adesione dell’assessora regionale Cerutti

L’assessora Monica Cerutti è tra i primi firmatari della petizione “Stop omofobia a scuola – Nessuno uguale tutti uguali” promossa dalle associazioni A.Ge.D.O., Arcigay, Arcilesbica, Associazione radicale Certi Diritti, Equality Italia, Famiglie Arcobaleno, Gay Center: “La scuola è il luogo dentro il quale i nostri giovani passano la maggior parte del loro tempo. Dobbiamo ritrovare il significato di quel luogo anche attraverso percorsi utili a ristabilire il principio di rispetto e uguaglianza. Dietro i banchi scolastici non nasce solo il futuro professionista, ma soprattutto il futuro individuo che dovrà agire e operare nei contesti sociali e civici. È per questo che ho firmato con convinzione il testo che hanno proposto le associazioni unite. La mia speranza è che il messaggio che si sta cercando di mandare al Governo arrivi forte e chiaro”.Le associazioni chiedono al presidente del Consiglio e al Governo che sia rafforzata e data piena attuazione alla “Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere (2013 -2015)”, anche nella prospettiva del triennio 2016-2018.

 

(www.regione.piemonte.it)