Audizioni live a Macerata. Ospite Mirkoeilcane vincitore di Musicultura 2017 reduce dai successi di Sanremo

Il produttore autore e cantautore torinese Giuvazza conquista la giuria e si aggiudica il Premio Antonello Ieffi Energie Rinnovabili per la migliore esibizione nel secondo week end di Audizioni live del celebre Festival della Canzone Popolare d’Autore Musicultura.
Musicultura che ha avuto tra i primi giurati del concorso Fabrizio De Andre e Giorgio Caproni e che ad oggi annovera in giuria il gotha della canzone e della letteratura italiana, tra cui Claudio Baglioni, Vasco Rossi, Antonello Venditti, Enzo Avitabile, Luca Carboni, Ennio Cavalli, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Gaetano Curreri, Teresa De Sio, Niccolò Fabi, Giorgia, Dacia Maraini, Mariella Nava, Alessandro Mannarino, Paolo Benvegnù, Brunori Sas, Alessandro Carrera, Giovanni Veronesi, Gino Paoli, Ron, Enrico Ruggeri, Paola Turci, Roberto Vecchioni, Sandro Veronesi, Federico Zampaglione ha selezionato per l’edizione 2018 su oltre 800 scritti, sessanta proposte artistiche, per la fase delle audizioni live.
Tra i protagonisti del secondo week end di audizioni live Giovanni Maggiore, in arte Giuvazza, negli ultimi anni ha lavorato come produttore, autore e chitarrista con Eugenio Finardi ed ha collaborato con molti artisti del panorama musicale italiano, tra cui Levante, Bianco, Manuel Agnelli, Paola Turci, Faso, Morgan, Alberto Fortis, Perturbazione. Il 13 ottobre 2017 è uscito il suo primo album solista dal titolo Nudisti al sole, edito da Ef Sounds/Cardio. Di sé dice: “Sono nato a Carmagnola ma odio i peperoni. Sono sempre stato pessimo in matematica ma bravo a disegnare. Sogno di suonare con una giacca da chef, prima o poi”. Ha proposto a Musicultura Aspirina, un’ode al paracetamolo, spiritosa e audace, Nudisti al sole, la canzone che porta il titolo del suo LP e chiuso l’esibizione con Ti lascio tutto. Una grande serata di Musica d’autore che ha visto la partecipazione di Mirkoeilcane vincitore di Musicultura 2017, reduce dai successi della 68° edizione del Festival di Sanremo dove oltre ad un secondo posto nella categoria Nuove Proposte ha vinto tantissimi riconoscimenti come il prestigioso Premio della Critica Mia Martini, il Premio Sergio Bardotti per il migliore testo, il Premio Enzo Iannacci di NuovoImaie per la migliore interpretazione e la Targa Pmi.
L’ultimo tra i numerosi artista scoperti e portati alla ribalta dal Festival Musicultura, tra cui ricordiamo anche Renzo Rubino, Maldestro, Chiara Dello Iacovo, Simone Cristicchi, Mannarino, Pacifico, Patrizia Laquidara, Artù, Gianmaria Testa, Braschi, Flo, l’Orage, I Gatti Mezzi, Roberta Giallo, Erica Mou, Giua, Margherita Vicario, Pier Cortese, Momo, Giuseppe Anastasi, Oliviero Malaspina, Fabio Ilacqua…
Sedici saranno i finalisti le cui canzoni andranno a comporre il CD compilation della XXIX edizione del concorso. Radio1 Rai, partner ufficiale di Musicultura, farà conoscere al grande pubblico le canzoni dei giovani talenti del Festival che saranno poi affidate al giudizio del prestigioso Comitato Artistico di Garanzia.
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Musicultura 2018 terminerà con gli otto vincitori finali che saliranno sul palco dell’Arena Sferisterio di Macerata dove vincitore assoluto decretato dal pubblico andrà il Premio UBI – Banca del valore di 20.000 euro


Torinese, 63 anni a luglio e socio fondatore dello Studio Legale “Balbo Vinadio e Associati”, con sede al civico 17 di corso Matteotti a Torino, è il noto avvocato Emanuele Balbo di Vinadio il nuovo Presidente della Fondazione Ettore Fico.
È un’ulteriore tappa di un percorso già iniziato negli scorsi anni all’interno delle attività promosse da Torino Spettacoli, ovvero la formazione in Brasile, in special modo nella stato di Bahia, nel nordest del paese, di attori del luogo guidati dal regista Enrico Fasella come della produzione di testi classici e contemporanei del teatro italiano e mondiale

Sono un centinaio gli oggetti in esposizione: documenti, libri, stampe, dipinti, sculture, miniature, porcellane, strumenti musicali, costumi teatrali, armi, argenti e medaglie. Le opere provengono da prestigiose istituzioni piemontesi, tra cui la Fondazione Accorsi-Ometto, il Museo Egizio e l’Archivio di Stato di Torino, oltre che dalla stessa Cherasco e da enti cheraschesi, in particolare la Biblioteca G.B. Adriani e l’Archivio Storico Civico, e da numerosi collezionisti privati.

Di Enzo Biffi Gentili
d’Ottobre”, che ebbe come si sa il suo climax nell’ottobre 1917, “vuole riconsiderare il rapporto fra politica e cultura attraverso l’esperienza politica di Guttuso e le sue opere civili dagli anni Trenta ai Funerali di Togliatti del 1972”. Senonché il titolo della mostra ora è divenuto Renato Guttuso. L’arte rivoluzionaria nel cinquantenario del ’68. Non è evidentemente la stessa cosa: possiamo capire che siamo nel 2018, e quindi i conti di un anniversario tornano meglio, ma ci
sembra che considerare la pittura di Guttuso, come del resto la politica e la cultura del PCI di cui fu un gran bonzo, strettamente connessa al 68, sia una forzatura. Certo, qualche quadro fu dal nostro dedicato al maggio francese, anche perché almeno agli inizi i comunisti vedevano nel movimento degli studenti un’opportunità di messa in crisi del capitalismo occidentale. Ma il 1968 fu anche l’anno della Primavera di Praga, della quale Guttuso non sembrò accorgersi molto.
subito completamente avvertita da quel movimento studentesco (ma da quelli successivi per fortuna sì, e basti pensare alla “cacciata di Lama” dall’Università di Roma nel 1977). Insomma, più che al libertario 68, vien da associare Guttuso, soprattutto alla fine del suo percorso, tra prelati ed eredi e amanti e Andreotti, a certa bella società, chiamiamola così, italiana e romana. E sulla qualità della sua figura e della sua pittura occorrerebbe anche rammentare ai visitatori torinesi le fulminanti battute di due suoi colleghi davvero liberi: Marino Mazzacurati definì sarcasticamente un primo periodo della pittura del nostro come una “picassata alla siciliana”; mentre Bruno Munari -lui sì artista e designer di altissimo valore internazionale- scrisse di un suo “grandissimo quadro di protesta sociale dove si vedono miserabili contadini massacrati a pedate dai capitalisti (quadro carissimo acquistabile solo da capitalisti per il salotto della villa a Varese)”.
giovanissima Ekaterina Bee, vincitrice nella categoria “10 Years and under”. Insieme a lei, Stefano Unterthiner finalista nelle categorie “The Wildlife Photojournalist Award” e “Story e Urban Wildlife”, Marco Urso finalista nella categoria “Behaviour”, Hugo Wasserman e Angiolo Manetti finalisti rispettivamente nella categoria “Urban Wildlife” e “Earth’s Environments”. E’ invece olandese il fotografo dell’anno per la “Categoria Giovani”. Si chiama Daniel Nelson e si è aggiudicato il primo premio con il ritratto di un gorilla felicemente sdraiato, nella foresta del Parco Nazionale di Odzala (Repubblica del Congo), mentre mangia con gusto un frutto dell’albero del pane. A corollario della rassegna, il Forte propone anche una serie di eventi a tema. Sabato 14 aprile è in programma una conferenza-incontro con Angiolo Manetti e Marco Urso, due dei cinque fotografi italiani premiati, mentre il 5 e il 6 maggio si terrà il “Master of Wildlife Photography” condotto da Stefano Unterthiner – anche lui fra gli italiani vincitori – e da Emanuele Biggi, biologo e fotografo nonché conduttore della trasmissione “Geo” su Raitre. Eventi su prenotazione: tel. 0125/833886 – 

