Diverse e personalissime interpretazioni marine ed ancora una volta lo spazio creato da Silvia Tardy diventa crocevia di genialità e innovazione
“Il mare una volta lanciato il suo incantesimo, ti terrà per sempre nella sua aura di meraviglia” così la pensava Jacques Cousteau e pare che sulla stessa lunghezza d’onda veleggino i 10 protagonisti della mostra “Il mare che sento”, allestita nello spazio di Internocortile, fino al 5 maggio. b In un mix di arte, design e artigianato di alto livello, il mare viene interpretato in 10 modi diversi. Cristina Borgogna, Alessandro Ciffo, Cime di luce, Cristiana Erbetta, Manu Mara, Mauro Faletti, Ferdi Giardini, Carlo Gloria, Le pietre di Anna e Massimo Voghera espongono le loro diverse e personalissime interpretazioni marine ed ancora una volta lo spazio creato da Silvia Tardy diventa crocevia di genialità e innovazione.
-L’artista torinese Cristina Borgogna che ama veleggiare intorno al mondo ed oggi si divide tra il paese d’origine e la Francia, espone le sue opere realizzate sul mare. Scatti fotografici rivisitati con resina e acrilico, che raccontano grandi vele, mari tempestosi, manovre in regata e maree sulle spiagge.
–Alessandro Ciffo, famoso per l’uso geniale che fa del silicone, qui lo declina in una grande tovaglia che riprende le tonalità e il movimento del mare.
-Dietro il brend Cime di luce c’è Raffaella Motta, artista che pesca dalle sue esperienze marittime e propone lampade che riproducono alla perfezione i nodi marinari. Sono opere pensate in mare e per il mare, utilizzano tubi d’ illuminazione a led, sono resistenti all’acqua e non si riscaldano.
–Cristiana Erbetta espone i suoi taccuini interamente realizzati a mano e sulla copertina di ognuno interpreta calligraficamente ed etimologicamente alcune delle parole più ricorrenti nell’universo mare: galleggiare, bagnasciuga, burrasca …
–Manu Mara artista dei gioielli ed ospite permanente di Internocortile, per questo allestimento ha creato invece un’alta vela in ferro e vetro, simbolo di libertà e leggerezza che si può usare come inusuale ed elegante divisorio.
–Mauro Faletti interpreta le profondità oceaniche attraverso un light box che ha battezzato “Deep box” in cui una scala scende nell’acqua a simboleggiare la ricerca della parte più profonda ed autentica degli esseri umani.
–Ferdi Giardini si ispira all’acqua e crea lo specchio “Guardami, io e te siamo l’inganno o la verità?”
–Carlo Gloria espone due suoi lavori di Mesurement Unit, realizzati lungo le coste della Liguria.
-Dietro Le pietre di Anna c’è la creatività di Anna Torre che presenta due panche in legno chiaro di pioppo, attraversate da una pietra di serpentino, scolpita con un movimento sinuoso di onde.
–Massimo Voghera, docente di Scenografia teatrale e Teatro di figura all’Accademia di Torino, ritorna a Internocortile con i suoi ultimi lavori legati al mare: piccoli pesci di terracotta che all’interno celano ironiche sorprese.
Laura Goria
“Il mare che sento” fino al 5 maggio 2015
A “Internocortile” via Villa Glori 6 (zona Piazza Zara)
Da martedì a sabato orario: 11/13 e 15,30/19
In altri orari: su appuntamento