CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 765

Urlare contro le gabbie non sempre vuol dire libertà

tosettoSTORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

Ho chi Minh diceva che il compito di un comunista era far diventare un reazionario conservatore. un conservatore progressista, un progressista un democratico, un democratico un rivoluzionario. Loro non sanno neppure ciò che è successo in Vietnam

 

Nun sè pò campà cussì. Parafrasando il famoso polipo della barzelletta. Polipo sbattuto dal pescivendolo per imbrogliare i clienti. Hanno avuto simile reazione i residenti di Corso Casale e zone limitrofe dell’area Ex zoo Parco Michelotti. Probabilmente anche le case al di là del Po. Eccoli!! Musica tecno a tutto volume all’interno del vecchio giardino zoologico. Per i giovani Punk ( penso), missione compiuta. Hanno divelto l’entrata ed infastidito a dovere. Loro la chiamano libertà. Me ne sono accorto il mattino di domenica portando a spasso il cane. Assistendo ai rimasugli di uno spettacolo veramente edificante. Ragazzotti con larghi pantaloni, con cani lasciati liberi, giovani assolutamente e totalmente ubriachi e fumanti dubbie sigarette. Striscioni contro, genericamente, le gabbie. Dimenticavo: oro la chiamano libertà. E poi, giusto per sancire questo ovvio bisogno di libertà contro le gabbie, bottiglie ed immondizia nei prati e sul selciato. Ne ho avuto disgusto.

 

 ZOO LEONEDopo, commentando con “gli amici del bar” qualcuno mi ha replicato:  inutilmente hanno chiesto spazi al comune di Torino e poi hanno occupato. Sto invecchiando e non ho avuto la risposta pronta. Forse il vantaggio è stata la ponderazione e la riflessione. Spazi? Presupposto di una “integrazione” culturale. O perlomeno di una loro proposta culturale? Proposta culturale, la loro? Francamente sono convinto che di tutto ciò non gli interessa nulla, giusto per essere gentili, usando un linguaggio consono. Hanno ottenuto ciò che volevano. Dare fastidio. E se non si vuole subire, l’unica cosa da fare è reprimere. 

 

Ho chi Minh diceva che il compito di un comunista era far diventare un reazionario conservatore. un conservatore progressista, un progressista un democratico, un democratico un rivoluzionario. Loro non sanno neppure ciò che è successo in Vietnam. Forse non sanno che cosa è il Vietnam. Sicuramente non sanno in quale punto del mondo è. Loro semplicemente non sanno. Fanno dell’ignoranza un punto di vanto. Lo dimostra l’uso dell’alcol come droga. Lo dimostra la loro musica. Ritmicamente paranoica. . Se si vuole salvaguardare le nostre libertà e civiltà, si deve fare una sola cosa: reprimere con i mezzi consentiti dalla legge.

"Pene più pesanti per chi rapisce cani e gatti"

BRAMBILLA CINAM. V. BRAMBILLA: “PROPOSTA DI LEGGE PER AVERE PENE PIU’ SEVERE”

 

Da un minimo di tre a un massimo di dieci anni. E’ quanto rischierebbe chi entrasse in un’abitazione o nel cortile di pertinenza per sottrarre un animale da compagnia, se fosse approvata la proposta di legge dell’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e  dell’Ambiente, che aggiunge il furto di animali da affezione all’elenco di circostanze aggravanti del reato di furto. La proposta è stata illustrata a Milano durante l’evento “La magia della speranza”, organizzato dall’associazione “SOS levrieri”, dedicato al tema dello sfruttamento dei cani in Europa e in Asia, con la partecipazione del regista cinese Genlin, presidente della World Dog Alliance che combatte il traffico di carne di cani in Asia, di cui l’on. Brambilla é portavoce per l’Italia.  “Su Facebook e su altri social – sottolinea
l’ex ministro – si moltiplicano le pagine che segnalano ”sparizioni” di quattrozampe non spiegabili come semplici allontanamenti e chiedono aiuto. Purtroppo il furto di animali – io preferisco parlare di “rapimento”, trattandosi comunque di esseri senzienti – non rientra tra i reati censiti dalle banche dati delle forze dell’ordine, che di regola non hanno lettori di microchip. Bisognerebbe passare in rassegna le denunce cartacee per avere un’idea della reale portata del fenomeno, che sembra interessare tutto il territorio nazionale, da Nord a Sud, e animali di ogni
razza e tipo”.

 

“Poiché viviamo – prosegue l’on. Brambilla – in un Paese con canili sovraffollati, in generale non è pensabile che i cani o i gatti siano sottratti da qualcuno che li vuole tenere per sé. Anche le richieste di riscatto sono piuttosto rare, mentre spesso accade che a nulla valga l’offerta di ricompense molto generose. Non possono quindi essere escluse le ipotesi più inquietanti: gli animali potrebbero essere destinati al mercato nero, all’accattonaggio o ai combattimenti clandestini o peggio ancora al commercio illegale di pelli o carni o alla sperimentazione non autorizzata”.

 

Di qui l’idea di introdurre una nuova aggravante del reato di furto. “Già a legislazione vigente – sottolinea l’ex ministro – l’aggiunta di questa semplice norma provocherebbe un notevole inasprimento della pena, considerato che la sottrazione dell’animale da compagnia avviene spesso nell’abitazione o nelle sue pertinenze, ipotesi più grave del furto semplice: in tal caso l’autore del reato rischierebbe non più un anno, ma da un minimo di tre ad un massimo di dieci anni. Il potenziale “rapitore” avrà una ragione in più per riflettere, prima di compiere questo odioso reato. L’introduzione dell’aggravante, inoltre, potrebbe facilitare il censimento delle denunce per furto di animali, la raccolta e la diffusione di dati statistici precisi. Ma la mia proposta di legge non va considerata soltanto per il suo scopo dissuasivo, ma anche, pur nell’ambito di un ordinamento che continua a considerare gli animali come semplici “cose”, per il suo obiettivo di sottolineare la particolare valenza del rapporto affettivo tra uomo e animale. Merita attenzione e rispetto il dolore di chi perde “un amico non umano” e può immaginarlo esposto al peggiore destino”. Conclude l’on. Michela Vittoria Brambilla.

 

“Non avrei mai creduto che l’uomo potesse essere così crudele nei confronti degli animali e soprattutto dei cani, i nostri migliori amici – ha detto Genlin commentando  il film-verità Eating Happiness da lui realizzato che denuncia il traffico di carne di cane nei paesi asiatici e nella sua Cina – L’Italia è un paese che già riconosce molti dei diritti degli animali e ora andrà ulteriormente a migliorare il suo livello di tutele. Al contrario, in Asia la situazione è molto differente. Fermare per sempre il traffico di carne di cane è la mia missione nella vita” Durante l’evento, nella cascina “La Calcaterra” di Ozzero (Milano), “SOS levrieri” ha consegnato alle famiglie adottanti italiane decine di cani salvati dai cinodromi irlandesi, appena arrivati nel nostro Paese per cominciare una nuova vita.

Settimana della Sicurezza, un progetto per i giovani

thyssen2Per sensibilizzare e coinvolgere attivamente giovani, studenti, sportivi, enti pubblici e privati, amministratori, imprenditori e lavoratori sui temi di salute, sicurezza e diritti sul lavoro e a scuola

 

L’autunno porta sempre con sé, soprattutto a Torino, due ricorrenze che non devono cadere nel dimenticatoio. Una è il 22 novembre, anniversario del crollo al Liceo Darwin, l’altra è quel tragico 6 dicembre 2007 quando vi fu il rogo delle Acciaierie ThyssenKrupp (lo stabilimento abbandonato , nella foto) a Torino.  La rivista Sicurezza e Lavoro presenta lunedì 30 novembre, alle ore 11, nella sede dell’agenzia principale Torino Castello della Reale Mutua Assicurazioni (nel grattacielo di piazza Castello 111), le iniziative della sesta edizione della “Settimana della Sicurezza”, ed il progetto “Io non rischio” per promuovere la cultura della sicurezza tra i giovani. Interverranno i familiari delle vittime della tragedia ed ex operai della ThyssenKrupp, Maurizio Gatto viceprefetto di Torino e coordinatore del Comitato Salute e Sicurezza della prefettura, Antonio Boccuzzi ex operaio Thyssenkruppo oggi componente della Commissione lavoro della Camera, Umberto D’Ottavio della Commissione Istruzione di Montecitorio, l’assessore regionale al lavoro, istruzione formazione professionale Gianna Pentenero, Domenica Genisio, consigliere con delega all’Istruzione della Citta Metroplitana di Torino, Francesco Casciano, sindaco di Collegno, Guido Alunno, presidente della Commissione Welfare del Comune di Torino, Massimo Guerrini e Alberto Re, presidente e coordinatore cultura della Circoscrizione 1 di Torino, Fosca Nomis, coordinatore di Avviso Pubblico Piemonte, Marco Muzzarelli, direttore Engim Piemonte Artigianelli, Manuela Repetto di Indire – Istituto naizonale di documentazione innovazione e ricerca educativa, Rocco Pellegrino, coordinatore del gruppo tecnico Rls Cigl di Torino, Aldo Celestino di Cisl Piemonte, Enzo Benetello, amministratore delegato di Enfap Uil Piemonte, Angelo Frau, presidente dell’associazione sportiva Cit Turin, Salvatore Abisso, vice presidente dell’associazione Legami d’acciaio, Cinzia Caggiano madre di Vito Scafidi, Claudio Ferrari, presidente dell’Associazione Laboratorio 22, Lorenzo Siviero, presidente dell’associazione Il Laboratorio, Serena Ferrari regista dello spettacolo “Sulla nostra pelle”,  Massimo Iaretti, coordinatore dei Apidge Piemonte – Associazione professionale insegnanti discipline giuridiche ed economiche, Loredala Polito, presidente dell’associazione Sicurezza e lavoro e responsabile del Centro San Liborio – FabLab Pavone, Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro. Introduce Giuseppe Ruscica, agente capo procuratore Reale Mutua – Agenzia Principale Torino Castello, partner assicurativo delle iniziative.  Spiega Massimiliano Quirico “La Settimana della Sicurezza e il progetto “Io non rischio” sono organizzati da Sicurezza e Lavoro in occasione dell’anniversario della tragedia alla ThyssenKrupp di Torino (6 dicembre 2007), in cui morirono sette operai (Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò, Bruno Santino, Antonio Schiavone e Roberto Scola), per sensibilizzare e coinvolgere attivamente giovani, studenti, sportivi, enti pubblici e privati, amministratori, imprenditori e lavoratori sui temi di salute, sicurezza e diritti sul lavoro e a scuola.

 

Massimo Iaretti

I registri per la salute degli anziani

L’indagine sulla prevalenza delle patologie più gravi come quelle cardiocircolatorie, respiratorie, oncologiche, urologiche, osteoarticolari, il diabete e il dolore cronico

 

ANZIANI SALUTEFederAnziani Senior Italia, in collaborazione con la Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale (FIMMG) e con il patrocinio del Ministero della Salute e dell’AIFA, ha attivato un progetto di valutazione della prevalenza delle patologie più gravi come quelle cardiocircolatorie, respiratorie, oncologiche, urologiche, osteoarticolari, il diabete e il dolore cronico.Questa iniziativa prevede la somministrazione di un questionario, strutturato con domande prevalentemente a risposta multipla, a tutti gli aderenti ai centri FederAnziani Senior Italia e non, anche all’interno degli studi dei Medici di Medicina Generale, in modo da “mappare” il più realisticamente possibile la diffusione di queste patologie su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo dei Registri della Salute è quello di offrire uno strumento che consenta a FederAnziani, sulla base dei dati raccolti, di tutelare al meglio la salute dei cittadini, avanzando proposte nelle regioni al fine di migliorarne le prestazioni sanitarie e di ottenere per la popolazione anziana l’accesso alle migliori cure, ai farmaci, ai dispositivi medici e ai protocolli terapeutici più efficaci.

 

I dati elaborati saranno successivamente condivisi con i pazienti, con le principali società medico-scientifiche nazionali e, in forma aggregata e anonima, saranno messi a disposizione delle Istituzioni (AIFA, Ministero della Salute, Regioni) e condivisi con esse per la definizione delle migliori cure per la popolazione anziana. Il progetto prevede anche l’elaborazione di un questionario di approfondimento sulle singole patologie e il successivo contatto telefonico tramite un call center specializzato, al fine di raccogliere ulteriori dati. Centinaia di migliaia di questionari sono già presenti nel database FederAnziani Senior Italia, ma i dati a nostra disposizione sono ogni giorno di più grazie all’arrivo di nuovi Registri compilati. Le informazioni contenute nei questionari possono considerarsi sempre aggiornate grazie all’attività del nostro call center che periodicamente ricontatta gli aderenti che li hanno già compilati per controllare se ci siano state modifiche della diagnosi o della terapia. I dati che emergono dallo studio, validati dalle migliori Università italiane di economia sanitaria e farmacologia in quanto conformi alle elaborazioni della letteratura scientifica, permettono a FederAnziani Senior Italia di intraprendere battaglie, anche mediatiche, per il miglioramento dell’assistenza sanitaria laddove si palesi carente o comunque inadeguata per la tutela della salute dei pazienti più fragili. 

 

SCARICA IL QUESTIONARIO DEI REGISTRI DELLA SALUTE

 

www.senioritalia.it

 

 

Impianto a Chiomonte, cavo danneggiato

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Potrebbe trattarsi di un atto vandalico o di un sabotaggio in vista dell’inizio della stagione

 

E’ stato danneggiato nella  il cavo degli impianti di risalita del Frais, nel territorio di Chiomonte. Potrebbe trattarsi di un atto vandalico o di un sabotaggio in vista dell’inizio della stagione. Si tratta dello stesso comune dove e’ aperto il cantiere della Tav

 

 

 

 


   

"Cari anziani, attenti alle truffe!"

anziani panchina

E’ sempre attivo il numero verde 800 234504
   
Non solo a Torino, di cui abbiamo parlato spesso in relazione al problema, ma anche le province piemontesi sono colpite dal fenomeno delle truffe agli anziani. Mauro Bressan, amministratore di Alegas e Amag, aziende partecipate comunali alessandrine che si occupano di acqua e gas ha rivolto un ‘invito alla prudenza’ che arriva – spiega l’agenzia Ansa – “dopo l’ennesimo episodio in danno di una coppia di anziani nel quartiere Pista”, nella città che fu patria della Borsalino. I letturisti – mettono in guardia dalle società – si presentano nelle case con un cartellino, indossano la divisa e prima del loro arrivo il condominio ne dà avviso. Per ogni ragguaglio  è  sempre attivo il numero verde 800 234504.

 

(foto: il Torinese)
   

Coordinamento No Zoo, venerdì in piazza

zoo-torino“Dopo quasi trent’anni dalla chiusura dello zoo comunale, nonostante le ripetute rassicurazioni in senso contrario dell’Assessore Lavolta, Torino avrebbe il suo primo parco privatizzato, finalizzato alla riapertura di un nuovo zoo mascherato da “fattoria didattica”

 

 RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

 

Il Coordinamento No Zoo ha deciso di rimandare la propria iniziativa, inizialmente prevista per lunedì 23, a venerdì 27 novembre, sempre tra le ore 17 e le 19 di fronte a Palazzo di Città

 

In quell’occasione, i manifestanti delle associazioni e dei comitati animalisti e ambientalisti riuniti sotto l’egida del Coordinamento No Zoo, travestiti da animali dello zoo, insceneranno una vibrata protesta per ribadire il proprio netto NO al progetto approvato dalla Giunta per la “riqualificazione” di Parco Michelotti.

 

Dopo quasi trent’anni dalla chiusura dello zoo comunale, nonostante le ripetute rassicurazioni in senso contrario dell’Assessore Lavolta, Torino avrebbe il suo primo parco privatizzato, finalizzato alla riapertura di un nuovo zoo mascherato da “fattoria didattica”. Se passasse il progetto, mucche, capre, galline, conigli, oche, pesci, farfalle sarebbero detenuti in quest’area, con paradossali pretese “educative e scientifiche”, proprio da parte di chi gestisce uno zoo, spazio che la Città di Torino – con un gesto di civiltà – aveva deciso trent’anni fa di chiudere.

 

“Chiediamo con forza al Comune di fare marcia indietro e di scongiurare la privatizzazione del parco – dichiarano le associazioni e i comitati aderenti al Coordinamento. Parco Michelotti deve finalmente tornare ai cittadini, anziché diventare un nuovo triste carcere degli innocenti. Nel corso degli ultimi anni, – aggiungono – abbiamo ricevuto ripetute rassicurazioni da parte dell’Assessore Lavolta sul fatto che il parco non avrebbe ospitato un solo animale. Ci auguriamo che Lavolta non intenda  passare alla storia come un bugiardo, e che voglia invece tener fede alla parola data”.

 

Come dimostrano i documenti in possesso delle associazioni, il progetto di Zoom Torino Spa, unica partecipante e vincitrice, lo scorso 14 ottobre, di una gara d’appalto scritta evidentemente a sua immagine e somiglianza, era nota all’Assessore Lavolta già da luglio 2014, e prevedeva chiaramente la detenzione di animali. Zoom è una realtà già tristemente nota per la gestione del Bioparco di Cumiana, dove vengono detenute specie animali, acquistate come oggetti in ogni parte del mondo,  a scopi commerciali travestiti da finalità scientifico-educative.

 

“E’ inaccettabile e offensivo nei confronti dei cittadini – prosegue il Coordinamento No Zoo – che un piano di privatizzazione di un’area pubblica, che al contempo prevede lo sfruttamento di animali per fini di lucro, sia presentato come un progetto di educazione e sensibilizzazione ambientale. Non è certo questa l’educazione al rispetto dell’ambiente e di ogni specie vivente che dovremmo trasmettere ai nostri figli e alle generazioni future”.

 

Il Coordinamento No Zoo chiede inoltre all’Assessore Lavolta di spiegare che fine abbiano fatto le altre proposte di gestione dell’area che, come lui stesso ha dichiarato e come dimostrano i documenti allegati, sono pervenute al Comune nel corso di questi anni. Le associazioni chiedono inoltre, per quale ragione, nonostante i diversi progetti presentati, si sia arrivati alla definizione di una gara d’appalto alla quale un solo soggetto aveva le caratteristiche per partecipare e vincere, ovvero Zoom Torino Spa.

 

Il Coordinamento No Zoo sottolinea come l’unica strategia di “riqualificazione” di Parco Michelotti che il Comune di Torino sia riuscito a portare avanti sia quindi stata quella di privatizzare l’area – per di più per un tozzo di pane – a vantaggio di uno zoo. Se questo piano andasse in porto, il parco non sarà più accessibile ai cittadini se non dietro pagamento di un biglietto. Tutto questo nonostante le proposte alternative avanzate anche da associazioni senza scopo di lucro, con le quali si sarebbe potuto discutere di progetti educativi più seri.

 

“Con la manifestazione di lunedì chiederemo a gran voce alla maggioranza di Giunta di ripensare radicalmente il progetto – conclude il Coordinamento –  evitando così di generare una ferita profonda ed un inutile muro contro muro con le associazioni, i comitati  e  i cittadini, in vista delle prossime elezioni”.

“Caro Toro ti scrivo”

toro bandieraUn giornalista, già parlamentare, Giorgio Merlo e un avvocato penalista, Fabio Viglione, sono accomunati dalla grande passione per il Toro. La raccontano ripercorrendo, in modo particolarmente originale, alcune tra le pagine più significative della storia granata degli ultimi 50 anni. Racconti e ricordi personali vissuti con passione, coinvolgimento e rara emozione

 

«Leggere un libro che parla di TORO significa evocare un patrimonio esaltante di Storia, Passione, Successi ed Entusiasmi…Significa rifarsi ai caratteri del “vecchio” Toro: tenacia, resistenza alle avversità, fatalismo intrecciato con un inesauribile ottimismo, orgoglio di essere minoranza, fedeltà anche nei momenti più bui… Il libro di Giorgio Merlo e Fabio Viglione mi rafforza nella mia…“perversione”».
Gian Carlo Caselli

 

«Essere del Toro lo imparai subito sul campo del Filadelfia…Sacrificio, dedizione, impegno, umiltà per onorare la maglia, lottare contro tutto e contro tutti perché nessuno ti avrebbe mai dato una mano».
Claudio Sala

 

Venerdì 27 novembre alle 17.30 presso il Granata Store di piazza Castello 10 a Torino, Daniela Piazza Editore presenta “Caro Toro ti scrivo” di Giorgio Merlo e Fabio Viglione, con la prefazione di Claudio Sala e il contributo di Gian Carlo Caselli. È anche il racconto, semplice matoro bandiera emotivamente intenso, di alcune tappe che hanno caratterizzato il senso di appartenenza degli autori. Ricordi personali che sono stati, forse inconsapevolmente, anche vere e proprie pietre miliari della stessa storia granata nell’ultimo mezzo secolo. Dall’annuncio della morte di Gigi Meroni allo Scudetto del ‘76, dal derby più folle della storia, alle finali di Coppa Italia, dalla cavalcata europea del ‘92 all’indimenticabile “marcia dei 50 mila”. 

 

prezzo di copertina: € 13,00
data di pubblicazione: maggio 2015

 

(Foto: il Torinese)

 

“Circo in Pillole – Prove d’artista”

La rassegna propone un appuntamento al mese sino ad aprile, con ingresso gratuito. L’evento rientra nel più ampio contenitore “Prospettiva Circo”

 

palestra sportDomenica è stato presentato al pubblico, nei locali di Flic Scuola di Circo, in via Magenta 22, lo spettacolo “Tracce”. E’ stato il primo appuntamento stagionale di “Circo in Pillole – Prove d’artista”, rassegna che propone un appuntamento al mese sino ad aprile, con ingresso gratuito. L’evento rientra nel più ampio contenitore “Prospettiva Circo”, progetto artistico triennale sostenuto dal ministero per i beni e le attività culturali e del turismo. Lo spettacolo in questione, inoltre,  nasce da un lavoro di due settimane condotto da Francesco Sgrò, direttore artistico della FLIC, con 65 allievi: i 43 ragazzi iscritti al 1° e al 2° anno del “Biennio Professionale” e i 22 ragazzi iscritti al “Terzo anno di Ricerca Artistica Individuale”. Il 60% degli allievi, 38 su 65, proviene dall’estero e la metà di loro da paese extra europei. Nello specifico 34 provengono da diverse regioni d’Italia, 9 dalla Francia, 8 dal Cile, 5 dal Brasile, 5 dalla Spagna, 4 dalla Svizzera, 3 dal Messico, 3 dall’Argentina, 2 da Israele, 2 dalla Svezia, 2 dal Regno Unito, 2 dalla Germania, 1 dal Costa Rica, 1 dall’Ecuador e 1 dall’India. Ad oggi la FLIC ha formato oltre 300 allievi, il 90% dei quali lavora nell’ambito del circo contemporaneo e dello spettacolo dal vivo in genere.  Alcuni hanno proseguito ulteriormente la formazione in scuole superiori quali ESAC (BE), Cnac e Fratellini (FR), Fontys (ND) ed Ecole National de Cirque (Canada), alcuni sono entrati a far parte di grandi compagnie tra le quali Cirque du Soleil e Companie du Hanneton di James Thierre, altri hanno fondato nuove compagnie ed alcuni lavorano in qualità di docenti.

 

Massimo Iaretti

“Della Resistenza”, il Premio Omegna 2015 a Massimo Zamboni per “L’eco di uno sparo”

Della Giuria fecero parte scrittori e intellettuali importanti. Tra i tanti si ricordano Guido Piovene, Mario Soldati, Carlo Salinari, Paolo Spriano, Gianni Rodari, Cesare Zavattini, Rossana Rossanda, Orio Vergani, Raffaele De Grada, Italo Calvino, Franco Fortini

 

omegna Massimo ZamboniSabato 28 novembre verrà assegnato il premio letterario “Della Resistenza” – Città di Omegna , il più importante premio letterario italiano dedicato alla lotta di Liberazione. La manifestazione si terrà alle 17.00, al cinema Teatro “Sociale” della città sul lago d’Orta  dov’èomegna eco-di-uno-sparo nato Gianni Rodari. L’ambito premio letterario, quest’anno, va a Massimo Zamboni, artista musicale, chitarrista di CCCP e CSI  e scrittore per “L’eco di uno sparo” (Einaudi,2015) . Il Premio Omegna Giovani andrà invece a  Giorgio Fontana per “Morte di un uomo felice” (Sellerio,2014) mentre il Premio legato al 70° anniversario della Resistenza sarà assegnato allo storico Santo Peli per “Storie di Gap” (Einaudi,2014). Al termine della cerimonia è previsto un intervento musicale di Massimo Zamboni. L’evento prevede altri due appuntamenti: nella serata di venerdì 27, con uno spettacolo di Emergency, “Stupidorisiko”, alle 21, sempre al cinema teatro Sociale; lunedì 30 novembre, alle 11,30, al cinema teatro Sociale, Massimo Zamboni  incontrerà gli studenti delle scuole superiori di Omegna mentre alle 20,30, al cinema Oratorio, è previsto un incontro pubblico promosso dall’ Anpi sul ruolo dei religiosi durante la lotta resistenziale. Dal 1959 al 1974, il premio rappresentò un appuntamento alto della cultura italiana e internazionale. “ Nato da un incontro tra l’allora sindaco Pasquale Maulini con Cino Moscatelli, Mario Soldati e Mario Bonfantini – ricorda il giovane assessore alla cultura di Omegna, Alessandro Buzio – in tredici successive edizioni vide la collaborazione di prestigiosi nomi della omegna panagulis al Premio Omegnacultura italiana.Della Giuria fecero parte scrittori e intellettuali importanti. Tra i tanti si ricordano Guido Piovene, Mario Soldati, Carlo Salinari, Paolo Spriano, Gianni Rodari, Cesare Zavattini, Rossana Rossanda, Orio Vergani, Raffaele De Grada, Italo Calvino, Franco Fortini”. Una rapida visione del  “libro d’oro” dei premiati ofre l’idea del valore e dell’importanza del premio. Vennero via via premiati, Henry Alleg (1959), Jean Paul Sartre (1960), Gunther Anders (1961), Frantz Fanon (1962), Blas De Otero (1963), Roberto Battaglia (1964, alla memoria), Paul M.Sweezy e Leo Huberman (1965), George Jackson (1971), Camilla Cederna (1972), Pietro Secchia (1973, alla memoria), Alexandros Panagulis (1974). “Nel 1995, il Premio venne ripreso in occasione del cinquantesimo anniversario della Liberazione– continua Buzio – con un’edizione straordinaria che vide  vincitore “Appunti Partigiani 1944-1945″ di Beppe Fenoglio.Il successo dell’iniziativa convinse l’Amministrazione Comunale a rieditare in via definitiva dal 1996, con una formula rinnovata, il Premio Letterario intitolato alla Città di Omegna”. Da allora sono stati premiati,tra gli altri,  Gherardo Colombo e Tahar Ben Jelloun, Vincenzo Cerami e Roberto Benigni,Ryszard Kapuscinski e Nuto Revelli, Susan Sontag e Guido Craiz, Angelo Del Boca e Roberto Saviano, Marco Paolini e Giuseppe Catozzella. L’attuale giuria  è composta da Laura Pariani , Alba Andreini, Michele Beltrami, Oreste Pivetta,  Giovanni Cerutti ,Giuseppe Lupo, Bruno Quaranta, Giuseppe Catozzella e Davide Longo. Il premio “Omegna Giovani”, è stato scelto invece da una giuria di studenti delle scuole medie superiori.

 

Marco Travaglini