CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 756

“Il ventre della collina” per ricordare Sarajevo

sarajevo1Un monologo scritto dall’autrice e attrice novarese Mariarosa Franchini su spunto offerto dal libro “Truccarsi a Sarajevo”, del giornalista Alberto Bobbio di “Famiglia Cristiana”. Al Teatro dell’Istituto Salesiano “San Lorenzo” di Novara

Dal palcoscenico la denuncia di un genocidio, per riflettere e non dimenticare. È quanto Passio 2016 propone il prossimo venerdì 4 marzo, alle 12.00, al Teatro dell’Istituto Salesiano “San Lorenzo” di Novara, in viale Ferrucci 33 con la prima rappresentazione dello spettacolo “Il ventre della collina”, un monologo scritto dall’autrice e attrice novarese Mariarosa Franchini su spunto offerto dal libro “Truccarsi a Sarajevo”, del giornalista Alberto Bobbio di “Famiglia Cristiana”. Realizzata con il supporto dell’associazione Liberazione e Speranza onlus, la rappresentazione pone a tema i massacri che tra il 1991 e il 1995 insanguinarono la Bosnia in seguito all’esplodere delle tensioni etniche nella federazione jugoslava.sarajevo22 Fatti trascorsi da appena 20 anni eppure quasi scomparsi dalla memoria collettiva che l’autrice osserva da un punto di vista di assoluta originalità: il racconto-confessione di Salko Dedic, responsabile del centro che, a Tuzla – a 100 km da Sarajevo -custodisce le salme di oltre 3000 vittime in attesa di identificazione. Ad impersonarlo è l’attore Toni Mazzara. Al termine Alberto Bobbio darà la sua testimonianza di inviato in Bosnia-Erzegovina agli inizi degli anni 2000.

 

Marco Travaglini

Piemonte Movie gLocal Film Festival, il cinema trova casa

Lo spirito della rassegna consiste nel fare il punto della produzione regionale annuale dando visibilità ai film indipendenti e nel valorizzare i grandi professionisti del cinema piemontese

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Dal 2000 il cinema piemontese ha trovato casa nel Piemonte Movie gLocal Film Festival . L’edizione numero 15 di quest’anno prevede un programma di 5 giorni – dal 9 al 13 marzo – al Movie, Cinema Massimo e Cinema Classico. Lo spirito del Festival consiste nel fare il punto della produzione regionale annuale dando visibilità ai film indipendenti e nel valorizzare i grandi professionisti del cinema piemontese. Verranno proposte al pubblico le 2 sezioni competitive, Spazio Piemonte e Panoramica Doc, rispettivamente riservate a corti e documentari, 2 omaggi a riconosciuti registi come Claudio Caligari e Guido Chiesa , e 2 film in anteprima e fuori concorso, ad aprire e chiudere il Festival. L’apertura della 15a edizione, mercoledì 9 marzo, ore 20.45 al Cinema Massimo terrà a battesimo il film “Venanzio Revolt. I miei primi 80 anni di cinema”, diretto da Fabrizio Dividi, Marta Evangelisti e Vincenzo Greco, che vede come protagonista uno dei padri del cinema torinese, Lorenzo Ventavoli.

ventavoli

Nel film, in anteprima assoluta, lo storico esercente e distributore si racconta, intervistato dal critico Steve Della Casa, attraverso episodi della sua vita e aneddoti legati ad alcuni degli artisti più importanti della storia del cinema, quali Bunuel, Bergman, De Sica, Truffaut e molti altri. Domenica 13 marzo alle 21.30, dopo la premiazione, si potrà assistere all’anteprima nazionale di Madeleine, lungometraggio girato in Piemonte dai registi Lorenzo Ceva Valla e Mario Garofalo, al Cinema Classico. Gli omaggi, infine, realizzati con il Museo del Cinema e ospitati nelle sale del Massimo, sono dedicati al regista indipendente Claudio Caligari, recentemente scomparso e a Guido Chiesa.

Mauro Reverberi

INTERNATIONAL CHAMBER MUSIC COMPETITION

Accademia di Musica di Pinerolo, Città di Pinerolo, Città di Torino – Città metropolitana promuovono concerto e premiazione al Conservatorio G. Verdi di Torino

 musica chamber

Vengono da tutto il mondo le formazioni under 33 di musica da camera che si contenderanno il montepremi di 23.000 euro messo in palio dal Concorso – unico in Italia facente parte della World Federation of International Music Competition di Ginevra ad aprire al duo, trio, quartetto, quintetto e sestetto anche con pianoforte – assegnato da una giuria formata da musicisti di rilievo e prestigio internazionale.

La finale, giornata che si terrà domenica 6 marzo 2016 nella prestigiosa Sala Concerti del Conservatorio di Torino (ore 9-17 finale; ore 20:30 – 23:00 concerto dei cinque gruppi finalisti, festa conclusiva e premiazione), vede protagonista anche il pubblico, che potrà affiancare il proprio voto a quello di una giuria d’eccezione che vede collaborare Andrea Lucchesini (Italia, presidente), Dimitri Ashkenazy (Islanda), Robert Atchison (Regno Unito), Pavel Gililov (Russia), Yovan Markovitch (Francia), Harald Schoneweg (Germania), Marco Zuccarini (Italia). Tra i votanti sarà estratto il fortunato vincitore di un viaggio in una città italiana.

Weekend al cinema. Le trame dei film

film cinemaPIANETA CINEMA

 

A cura di Elio Rabbione

 

1981: Un’indagine a New York – Thriller. Regia di J.C. Chandor, con Oscar Isaac e Jessica Chastain. Il regista dell’apprezzato “Margin Call” racconta la spirale di violenza che poco a poco avvolge Abel Morales, proprietario di una compagnia di trasporti petroliferi, che sta per firmare l’affare più importante di tanti anni d’attività. Mentre la concorrenza cerca in ogni modo di fermarlo, un detective indaga su presunte sue irregolarità fiscali. Mentre Abel continua ad avere una incrollabile fiducia nella giustizia, la moglie, da parte sua, vorrebbe che rinunciasse alla propria integrità morale. Durata 125 minuti. (Classico)

 

Anomalisa – Animazione. Regia di Charlie Kaufman con la collaborazione di Duke Johnson. Michael Stone ha scritto un best seller dal titolo “Come posso aiutarti ad aiutarli?” ed è a Cincinnati per una conferenza. E’ un uomo depresso, i contatti con la famiglia sono inesistenti, anche la sua immagine riflessa nello specchio gli è quasi sconosciuta. Ma nelle sale dell’albergo incontra Lisa, una ragazza diversa da tutte le persone che vede intorno a sé. Forse potrebbe essere la svolta della sua vita. Dall’autore di “Essere John Malkovich” e “Il ladro di orchidee”, animazione rigorosamente riservata al solo pubblico adulto. Durata 90 minuti. (Romano sala 3)

 

Attacco al potere 2 – Azione. Regia di Babak Najafi con Gerald Butler, Aaron Eckhart e Angela Bassett. Mentre il capo della sicurezza personale del Presidente americano decide di dare le proprie dimissioni visto che sta per diventare padre, il premier britannico muore all’improvviso. Con il convergere a Londra dei più importanti capi di stato, l’Internazionale Terroristica di radice islamica ha programmato un attentato. Durata 99 minuti. (Ideal, Lux, Massaua, The Space, Uci)

 

spotlight3Il caso Spotlight – Drammatico. Regia di Thomas McCarthy, con Mark Ruffalo, Rachel McAdams, Michael Keaton e Lev Schreiber. Una serie d’articoli, un’inchiesta e un premio Pulitzer per un gruppo di giornalisti del “Globe” di Boston – a seguito dell’arrivo di un nuovo direttore, Marty Baron, pronto ad affrontare tematiche importanti e certo non comode – che tra il 2001 e il 2002 misero allo scoperto, dopo i tanti tentativi di insabbiamento da parte del clero e in primis delle alte gerarchie ecclesiastiche, i casi di pedofilia consumatisi in quella città e non soltanto. Oscar per il miglior film. Assolutamente consigliato. Durata 128 minuti. (Centrale v.o., Eliseo rosso, F.lli Marx sala Groucho, Nazionale 1, Uci)

 

Il club – Drammatico. Regia di Pablo Larrain, con Alfredo Castro. In Cile, quattro sacerdoti vivono in una casa che s’affaccia sul mare, in solitudine e con la colpa di aver offeso il lato sacro della vita. A sconvolgere ulteriormente la loro esistenza sarà l’arrivo di padre Lazcano e di Sandokan che l’accompagna, vittima e testimone delle colpe commesse dall’uomo anni prima. Protagonista e regista dell’indimenticato “Tony Manero”. Durata 98 minuti. (Romano sala 1)

 

cinema salaDeadpool – Fantasy. Regia di Tim Miller, con Ryan Reynolds. Tratto dal fumetto della Marvel Comics. Niente a che fare con l’eroe tradizionale, l’opposto del politicamente corretto, umorismo e parolacce, il tutto condito da una buona dose di cinismo. Un B-Movie che negli States è un grande successo ai botteghini nonostante il suo divieto ai minori. Durata 107 minuti. (Greenwich sala 2, Ideal, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Fuocoammare – Documentario. Regia di Gianfranco Rosi. Gli sbarchi di Lampedusa visti con gli occhi del dodicenne Samuele. Orso d’oro al FilmFest di Berlino. Durata 107 minuti. (F.lli Marx sala Chico, Massimo 1)

 

Gods of Egypt – Avventura. Regia di Alex Proyas con Gerald Butler. Le divinità dell’antico Egitto, Horus e Set, chiamate in feroce lotta tra loro dal giovane Bek che con la donna amata vuole difendere e salvare il mondo e una prossima catastrofe. Durata 100 minuti. (Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Legend – Thriller. Regia di Brian Helgeland, con Tom Hardy, Emily Browning e Chazz Palminteri. Già sceneggiatore di “L.A. Confidential” e “Mystic River”, Halgeland porta oggi sullo schermo la storia vera dei due fratelli Reggie (elegante e con un grande senso degli affari) e Ronnie (sanguinario, istintivo, dichiaratamente omosessuale) Kray, a capo di un’organizzazione malavitosa nella Londra degli anni Cinquanta e Sessanta, proprietari di una rete di night in cui erano ospiti fissi Frank Sinatra, Judy Garland e Shirley Bassey. Tom Hardy, già in predicato agli Oscar quale miglior attore non protagonista, sfoggia tutta la sua bravura ricoprendo il doppio ruolo, un vero one man show che non potrà che aumentare il suo successo. Durata 131 minuti. (Greenwich sala 3, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

cinema salaMarie Heurtin – Dal buio alla luce – Drammatico. Regia di Jean-Pierre Ameris con Isabelle Carré. Ambientata nel XIX secolo, è la storia di Marie, una ragazza sorda e cieca, esclusa dal mondo, che, accolta in un monastero di Poitiers, viene amorevolmente seguita da Suor Margherita: con lei apprenderà il linguaggio dei segni, acquistando fiducia in sé e dimostrando a chi con scetticismo l’aveva avversata le proprie doti di umana sensibilità. Durata 95 minuti. (Classico)

 

Lo chiamavano Jeeg Robot – Fantasy. Regia di Gabriele Mainetti, con Claudio Santamaria, Luca Marinelli e Ilenia Pastorelli. Enzo è un ladruncolo romano che vive di espedienti. Una sera, inseguito dalla polizia, nelle acque del Tevere viene a contatto con un materiale radioattivo che gli conferisce sconosciuti ultrapoteri. Ad Alessia, appassionata di fumetti, piacerà considerarlo come un eroe dei suoi prediletti Manga nella lotta al male sempre in agguato, che questa volta ha le sembianze allucinate dello Zingaro. Opera prima. Durata 112 minuti. (Massimo 2, Reposi, The Space, Uci)

 

Pedro galletto coraggioso – Animazione. Regia di Gabriel Riva Palacio Alatriste. Il sogno di Pedro, sin da quando era pulcino, è quello di battersi con un grande campione, Sylvester Pollone. Ma bisogna anche salvare la fattoria in cui vive dal disastro economico. Durata 98 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

BATTISTON FILMPerfetti sconosciuti – Commedia. Regia di Paolo Genovese, con Marco Giallini, Edoardo Leo, Valerio Mastandrea, Giuseppe Battiston, Kasia Smutniak, Alba Rohrwacher. Una cena tra amici, l’appuntamento è per un’eclisse di luna, la padrona di casa decide di mettere tutti i cellulari sul tavolo e di rispondere a telefonate e sms senza che nessuno nasconda qualcosa a nessuno. Un gioco pericoloso, di inevitabili confessioni, che verrebbe a sconquassare le vite che ognuno di noi possiede, quella pubblica, quella privata e, soprattutto, quella segreta. Alla fine della serata, torneranno ancora i conti come quando ci siamo messi a tavola? Durata 97 minuti. (Classico, Eliseo sala grande, F.lli Marx sala Chico, Ideal, Lux 3, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

REGALI FILMRegali da uno sconosciuto – The Gift – Thriller psicologico. Diretto e interpretato da Joel Edgerton con Rebecca Hall e Jason Bateman. Simon e Robyn incontrano un giorno per caso un vecchio amico di lui, Gordon, un invito a cena, visite sempre più frequenti, regali lasciati all’ingresso della loro nuova casa. Un susseguirsi di fatti improvvisi e inquietanti, i pesci morti nella vasca, la scomparsa del cane, Robin, assalita, che si scopre incinta. Film a piccolo budget, che s’insinua minaccioso a poco a poco nello sguarda dello spettatore, rimuovendo le certezza del buono e del cattivo, sino alla sorpresa finale. Durata 108 minuti. (Lux sala 1, Massaua, The Space, Uci)

Remember – Thriller. Regia di Atom Egoyan, con Christopher Plummer, Martin Landau e Bruno Ganz. Zev, vecchio ebreo ospite di una clinica e affetto da demenza senile, viene spinto da Max a ricercare e ad uccidere il nazista, arrivato anni prima negli States, che nel campo di Auschwitz ha trucidato le loro famiglie. Il vecchio condurrà a termine il proprio compito: ma non mancheranno sconvolgenti quanto dolorose sorprese. Grande successo all’ultima Mostra di Venezia. Durata 95 minuti. (Romano sala 3)

 

Revenant – Avventuroso/drammatico. Regia di Alejandro Gonzales Iňàrritu, con Leonardo Di Caprio e Tom Hardy. Tratto da una storia vera. L’America dei grandi paesaggi e delle pianure sterminate, i pionieri alla ricerca di nuovi confini e delle pelli degli orsi. Uno di questi, Hugh Glass, nel 1823, viene attaccato da un grizzly mentre i suoi compagni lo abbandonano senza armi né cibo: il perfido Fitzgerald (Tom Hardy) gli uccide il figlio che ha avuto da una donna indiana. Di qui la sete di vendetta del protagonista, le imboscate, le uccisioni, gli stenti superati. Di Caprio, finalmente, in odore di Oscar, dopo essersi di recente già assicurato il Globe. Durata 156 minuti. (Greenwich sala 1, Massaua, Massimo 3 v.o.)

 

ROOM FILMRoom – Drammatico. Regia di Lenny Abrahamson con Brie Larson. Jacob Tremblay e William H. Macy. Tratto dal libro di Emma Donoghue (anche sceneggiatrice) incentrato sulla recente storia dell’austriaco Josef Fritzl, condannato al carcere a vita, è la storia di Ma’ e Jack, madre e figlio segregate per anni in una stanza, senza alcun contatto con il mondo esterno. Una vita sotterranea, che Ma’ ha cercato d’inventare giorno dopo giorno, tra affetti e protezione. Un giorno gli rivelerà che al di là di quelle pareti esiste la vita, quella vera. Premio Oscar alla Larson come migliore interprete femminile. Durata 118 minuti. (Eliseo blu, F.lli Marx sala Harpo, Nazionale 2, Uci)

 

Suffragette – Drammatico. Regia di Sarah Gavron con Carey Mulligan, Helena Bonham Carter esuffragette23 Meryl Streep. Nella Londra di inizio Novecento, sono gli anni della Women’s Social and Political Union, la giovane Maud, fin da bambina al lavoro in una lavanderia, vittima di maltrattamenti e abusi, trovandosi un giorno a perorare la giusta causa dinanzi a Lloyd George in persona, prende coscienza della reale situazione in cui versano le donne e partecipa a scioperi e boicottaggi. Manganellate e arresti, nonché l’allontanamento dalla figlia che un marito insensibile e prepotente darà in adozione ad una coppia, non la distolgono dalla certezza di essere sulla strada giusta. Durata 106 minuti. (Due Giardini sala Nirvana, Romano sala 2, Uci)

 

The Danish girl – Biografico. Regia di Tom Hooper, con Eddie Redmayne e Alicia Vikander. Einar Wegener fu un pittore paesaggista nella Copenhagen degli anni Venti, felicemente sposato a Gerda, pur essa pittrice. Un giorno posa per la moglie sostituendo la modella andando incontro a una seconda vita nelle vesti di Lili Elbe. L’amore di una coppia, una donna che guiderà il marito alla scoperta della sua autentica identità sessuale. Wegener sarà il primo uomo a tentare un’operazione per il cambio di sesso. Alla Wikander l’Oscar quale migliore attrice non protagonista. Durata 120 minuti. (Ambrosio sala 1, Centrale v.o., Due Giardini sala Ombrerosse, Reposi, The Space, Uci)

 

The hateful eight – Western. Regia di Quentin Tarantino, con Kurt Russell, Samuel L. Jackson, Jennifer Jason Leigh, Tim Roth. All’indomani della Guerra di Secessione, tra le montagne del Wyoming, una tempesta di neve blocca in una stazione di posta una diligenza e nove persone, un cacciatore di taglie con la sua prigioniera da condurre alla forca ed un collega di colore un tempo arruolato a servire la causa dell’Unione, un generale sudista, un boia e un cowboy, un messicano e il conduttore della diligenza, il nuovo sceriffo di Red Rock. Tensioni claustrofobiche mentre qualcuno non è chi dice di essere, sino alla violenza finale. Musiche di Ennio Morricone, già vincitore del recente Globe e prossimo (?) a salire sul podio più alto degli Oscar. Durata 180 minuti. (Ambrosio sala 2)

 

Tiramisù – Commedia. Regia di Fabio De Luigi, con Vittoria Puccini, Fabio De Luigi e Angelo Duro. Antonio è un grigio informatore medico che giorno dopo giorno tenta di vendere i propri prodotti senza un minimo di verve e di immaginazione. Vicino a lui l’amico idealista, il cognato che non bada a nulla pur di far la bella vita e una moglie paziente e rassegnata (ma non troppo) che prepara ottimi tiramisù per le public relations del consorte. Opera prima. Durata 95 minuti. (Ideal, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

TRUMBO FILML’ultima parola – La vera storia di Dulton Trumbo – Drammatico. Regia di Jay Roach, con Bryan Cranston, Helen Mirren, Diane Lane. Negli anni della Hollywood colpita dalla “caccia alle streghe” del senatore McCarthy, lo sceneggiatore Dulton Trumbo è inserito nella “black list” che raggruppa famosi nomi della Mecca del cinema. Perderà il lavoro, vincerà due Oscar lavorando sotto falso nome, verrà riabilitato solo anni più tardi, anche grazie ad attori come Kirk Douglas e a registi come Otto Preminger. Un pezzo di storia americana da vedere e ripensare. Eccellente protagonista Bryan Cranston, candidato all’Oscar. Durata 124 minuti. (Ambrosio sala 3)

 

Zootropolis – Animazione. Regia di Byron Howard, Rich Moore e Jared Bush. Le avventure della coniglietta Judy nella capitale del mondo animale, nelle vesti di fresca poliziotta. Con la volpe Nick, fino a quel momento disposta a campare di espedienti, dovrà affrontare chi ha sequestrato i 14 animali che tutta la città sta cercando. Durata 108 minuti. (Ideal, Lux sala 1, Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

 

 
 
 
 

"Torino '900. La città delle fabbriche" e la sua coscienza collettiva

novecento1Il libro, martedì 1 marzo, verrà presentato all’Unione Industriali di Torino

Martedì 1 marzo, alle 17.oo, nella sala “Torino” dell’Unione Industriali in via Fanti, verrà  presentato il volume di Enrico Miletto e Donatella Sasso “Torino ‘900. La città delle fabbriche” (Edizioni del Capricorno, Torino 2015), realizzato in collaborazione con l’ISMEL. Il libro, fino al 22 marzo sarà in edicola con “La Stampa”. Il volume raccoglie e propone una preziosa e inedita narrazione fotografica , ripercorrendo le tappe più significative della storia dell’industria a Torino,  i luoghi e i volti delle donne e degli uomini che hanno plasmato nel Novecento la città delle fabbriche, la sua coscienza collettiva, la sua identità storica, la stessa immagine. Un percorso suggestivo che ricostruisce la parabola della città- industria, accompagnando il lettore  nei luoghi della produzione e della socialità della Torino del  secolo scorso, da Borgo Dora a Regio Parco, passando per Vanchiglia e Barriera di Milano. Sullo sfondo, le barriere operaie e i movimenti migratori che hanno plasmato l’identità della città. E’ tra la fine dell’Ottocento e lo scoccare del “ secolo breve”  che  Torino conosce una tumultuosa e incredibile fase di espansione e crescita, mutando per sempre la sua fisionomia, connotandone il carattere più di qualsiasi altra città italiana. novecento2La capitale sabauda diventò la capitale dell’industria , dalle fabbriche tessili e alimentari delle origini allo sviluppo del settore automobilistico, dall’epopea cinematografica italiana (che all’inizio è anzitutto torinese) allo sforzo bellico della Grande Guerra, dalla nascita dell’industria chimica ai tragici bombardamenti durante il secondo conflitto mondiale. E poi, quasi in arrembante sequenza,  la ricostruzione e il boom economico, le trasformazioni del modo di produrre che si riflettono nel tessuto urbano e sociale della città. E ancora:  la grande immigrazione e le crisi degli anni Settanta, il declino industriale e le trasformazioni della città nel terzo millennio, con la svolta delle Olimpiadi invernali del 2006. Una storia per molti aspetti unica, vista attraverso le immagini e le parole che fanno di “Torino ‘900. La città delle fabbriche” un documento prezioso.

Marco Travaglini

I racconti del treno, sui binari della Ceva-Ormea

LIBRO TRENO 2Il volume, nato da un’idea di Franca Acquarone, raccoglie dieci racconti, uno per ogni stazione della linea ferroviaria più quello relativo alla stazione di Oneglia in cui il treno non è mai arrivato, nonostante il progetto iniziale

Il treno corre da Ceva verso Ormea, supera ponti ad archi e gallerie scure in cui si infila per sbucarne quasi subito con un fischio acuto, vittorioso. Altri tempi, ora la ferrovia Ceva-Ormea, vera e propria opera d’arte costruita sul finire dell’Ottocento, considerata  un “ramo secco”, è stata soppressa. Dal 17 giugno del 2012 le rotaie aspettano, in silenzio, un convoglio che possa sferragliarli sopra. A ricordarla, promuovendo il territorio dell’alta Val Tanaro, è un bel libro, intitolato “I racconti del treno” (Araba Fenice,2014).  Il volume, nato da un’idea di Franca Acquarone, raccoglie dieci racconti, uno per ogni stazione della linea ferroviaria più quello relativo alla stazione di Oneglia in cui il treno non è mai arrivato, nonostante il progetto iniziale. I racconti, incorniciati dalla prefazione di Annibale Salsa, sono di scrittori locali e di fama nazionale: Paola Scola, Giammario Odello, Cristina Rava, LIBRO TRENOMariapia Peirano, Maria Tarditi, Romano Nicolino, Giorgio Ferraris, Franca Acquarone, Bruno Vallepiano, Ugo Moriano. Tutti, ognuno con il proprio stile e le proprie trame  narrative, hanno sviluppato vicende legate a situazioni, reali o di pura fantasia, che fanno riferimento al treno e al suo percorso. Così, in sequenza, viaggiando da una stazione all’altra, le “fermate” di susseguono da Nucetto a Oneglia, passando da Bagnasco, Pievetta, Priola, Garessio, Trappa, Eca Nasagò e Ormea. Un libro che, per un pendolare come chi scrive, insignito da Giorgio Ferraris ( che cura anche la parte finale del libro, sul futuro  della Ceva-Ormea) del titolo di “ferroviere onorario”, rappresenta un prezioso esempio di come un paese serio non dovrebbe abbandonare rotaie come queste se non vuole, un giorno, vivere di rimpianti. Comunque, mai dire mai: questo  libro si inquadra fra le iniziative di sensibilizzazione e di supporto alla rinascita della linea Ceva-Ormea in un’ottica di valorizzazione della Alta Valle Tanaro. Quindi, per dirla in gergo:incrociamo le dita e speriamo che chi può fare qualcosa lo faccia davvero.

 

Marco Travaglini

Omaggio a Italo Calvino, un mese di eventi in città

CALVINO‘CALVINO E LE SUE RADICI/CALVINO AND HIS ROOTS’ 

Nell’ambito di ‘Omaggio a Italo Calvino’, un mese di eventi nella città di Torino dedicati a uno dei nostri più grandi Autori – la vita la scrittura, il lavoro editoriale, in Italia e all’estero- sabato 27 febbraio alle ore 16 presso la Biblioteca civica Villa Amoretti di corso Orbassano 200, si apre la
Mostra Calvino e le sue radici/ Calvino and his roots, per gentile concessione del Comune di
Sanremo Assessorato alla Cultura Biblioteca Civica Dott. Francesco Corradi.
Il progetto di mostra che viene presentato, frutto della partnership stretta con il comune sanremese sulle iniziative torinesi intitolate a Calvino, ripropone su totem e pannelli -in versione bilingue (italiano/inglese)-,estratti dal libro Il giardino segreto dei Calvino. Immagini dall’album di famiglia tra Cuba e Sanremo, a cura di Loretta Marchi e Paola Forneris e si snoda sull’idea centrale di recuperare le ‘radici’ dello scrittore,percorrendo parallelamente gli anni vissuti a Sanremo, la storia dei suoi genitori, la sua attività editoriale. La radice simboleggia l’attaccamento alla terra di origine e alla famiglia, ma è anche l’emblema dell’attività professionale dei genitori Mario ed Eva, che ritorna in molti scritti di Calvino. Il tema delle radici è dunque reale e simbolico: esso rappresenta il legame biunivoco fra lo scrittore e le sue origini
e lo lega indissolubilmente al tema del mondo vegetale e della natura. Saranno presenti le curatrici; è prevista la partecipazione dell’Assessore al Turismo, Cultura e Manifestazioni del Comune di Sanremo, Daniela Cassini. “L’Assessorato alla Cultura è onorato di partecipare a quest’iniziativa davvero importante e qualificata nel nome di Italo Calvino- dichiara l’Assessore Cassini – La nostra biblioteca civica conserva il prezioso patrimonio librario della famiglia donatoci da Italo e dal fratello alla morte dei genitori”. L’evento è parte del Programma della rassegna curata da Ocra Lab Idee per comunicare per raccontare uno dei più grandi autori del ‘900, con mostre spettacoli letture dal 13 febbraio al 24 marzo 2016, nella Rete delle Biblioteche civiche torinesi e nella Casa del Quartiere di San Salvario. Il Progetto di eventi per
Calvino, presentato in collaborazione con l’Associazione d’Arte e Cultura Leon Battista Alberti, viene realizzato con il sostegno della Regione Piemonte – Direzione Promozione della Cultura, del Turismo e dello Sport – Settore Promozione dei beni librari e archivistici, editoria e istituti culturali -, con la main partnership di Città di Torino – Biblioteche civiche e con le Partnership del Comune di Sanremo – Biblioteca Civica F. Corradi e della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori.
Con il Sostegno di Main Partner Partner Assessorato alla Cultura
Biblioteca Civica “Dott. Francesco Corradi” Un programma vario, composto da linguaggi e territori plurali, che apre volutamente alle partnership di più soggetti culturali e territoriali, e con prestigiose collaborazioni artistiche e dal mondo dell’editoria: da Giuseppe Culicchia, scrittore, traduttore, curatore di eventi culturali noto al pubblico torinese e non solo; a Eugenio Pacchioli, già segretario generale dell’Archivio Storico Olivetti di Ivrea, Ideatore di 8 edizioni della Fiera della Parola per il comune eporediese, pittore e performer; a Nicola Stante, attore e autore di testi teatrali e canzoni, formatosi alla scuola GRM di Giovanni Moretti e Alfonso Cipolla. La mostra è a ingresso libero e resterà allestita fino al 24 marzo 2016, data che segnerà anche la conclusione del Ciclo di eventi intitolati al grande scrittore, con la presentazione negli stessi locali dell’allestimento di uno spettacolo di performance di lettura e pittura. Un Reading dai testi calviniani eseguito dell’attore Nicola Stante, accompagnato dalla Performance di instant painting di Eugenio Pacchioli.
Tutti gli eventi si svolgono a Torino, con il contributo della Città, Main partner attraverso le Biblioteche civiche”, spiega Cristina Ballerini, ideatrice e curatrice della programmazione.: “L’adesione di due partner extra moenia di prestigio, come Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e il Comune di Sanremo con i preziosi contributi delle mostre, – aggiunge-, ci fa capire che abbiamo lavorato nella direzione giusta, per porre le basi di future sinergie fra più soggetti culturali, anche al di fuori della Regione Piemonte. La mostra che presentiamo il 27 febbraio è il segno tangibile che esiste una volontà reciproca di dar vita a questo progetto”.

Prossimi appuntamenti in programma:
LUNEDì 29 FEBBRAIO ORE 21:00 CASA DEL QUARTIERE DI SAN SALVARIO
ITALO CALVINO E LE LEZIONI AMERICANE. INVITO ALLA LETTURA A cura di Giuseppe Culicchia
LUNEDì 14 MARZO ORE 21:00 CASA DEL QUARTIERE DI SAN SALVARIO
ITALO CALVINO E LE LEZIONI AMERICANE. INVITO ALLA LETTURA A cura di Giuseppe Culicchia
MARTEDI’ 22 MARZO ORE 17:30 BIBLIOTECA CIVICA ALBERTO GEISSER
PIERINO E LA STREGA. SPETTACOLO DI BURATTINI ISPIRATO alle FIABE ITALIANE raccolte da ITALO
CALVINO A cura della Compagnia Vecchia Soffitta, di A. Casaroli e L.. Cordima
GIOVEDì 24 MARZO ORE 18:00 BIBLIOTECA CIVICA VILLA AMORETTI
SPETTACOLO DI CHIUSURA: ‘ESTEMPORANEA DI PITTURA CON READING: Italo Calvino raccontato dai pennelli di
Eugenio Pacchioli e dalla voce narrante di Nicola Stante.

"Sulla scena del crimine", l'approccio scientifico alla fotografia

crimine fotoTre mostre ospitate tra cui una personale di Antonio Ottomanelli e scatti di Lise Sarfati

“Sulla scena del crimine.  La prova dell’immagine dalla  Sindone ai droni” è il titolo dell’esposizione che inaugura il denso cartellone di novità delle attività di Camera per il 2016, dopo la sua apertura, lo scorso autunno, con la personale di Boris Mikhailov.La mostra, curata da Diana Dufour, analizza la storia della fotografia forense e presenta un corpus di opere che coprono più di un secolo,  dalle prime immagini entrate nelle aule di un tribunale alle fotografie satellitari utilizzate dalle organizzazioni per i diritti umani per denunciare l’uccisione di civili, come nel caso dell’attacco da parte dei droni.

Camera ha selezionato undici casi-studio per illustrare l’approccio scientifico alla fotografia, in grado di renderla un indispensabile strumento giudiziario. Le immagini forti e a tratti violente dell’esposizione,  ospitata fino al 1 maggio prossimo presso il Centro Italiano per la fotografia, in via delle Rosine 18, sono il frutto di tre anni di indagini e studio presso gli archivi della polizia. La mostra invita a indagare le eventuali diversità presenti tra la fotografia artistica e quella forense. Se a entrambe è richiesto di fermare l’attimo rendendolo immortale, nel caso di quella forense la fotografia dovrebbe anche divenire un occhio infallibile per documentare la realtà. Di notevole interesse il video che ripropone immagini tratte dal film “Nazi Concentration camp”, sulla scoperta dei campi di concentramento da parte dei soldati alleati, riprese dai cameramen su ordine del generale Eisenhower,  seguendo un preciso set di istruzioni, in modo tale che potessero fornire un puntuale resoconto dello stato delle vittime e delle circostanze della loro morte. Tale documento fu mostrato al processo di Norimberga,  dove l’assetto classico dell’aula del tribunale fu rivoluzionato mettendo uno schermo in posizione centrale. I criminali furono così posti faccia a faccia con la loro infamia.

All’interno della Project Room è stata poi inaugurata la mostra intitolata “Oh Man” di Lise Sarfati, curata da Francesca Zanot,  e dedicata a questa fotografa francese formatasi a Parigi,  alla Sorbona, che ha realizzato una serie di scatti nella downtown di Los Angeles tra il 2012 e il 2013. Questa esposizione rimarrà aperta fino al 13 marzo, come quella dal titolo ” Kabul + Baghdad”, dedicata agli scatti del fotografo italiano Antonio Ottomanelli,  realizzati sul campo di scenari cruciali come Afganistan e Iraq.

A marzo seguirà una mostra di scatti dedicati all’architetto Carlo Mollino, che ha firmato il progetto del teatro Regio di Torino, e di cui per la prima volta saranno esposte fotografie scattate durante i suoi numerosi viaggi. Seguirà poi un’esposizione su Edward Weston e il minimalismo americano, vale a dire un’indagine sulle contaminazioni tra arte contemporanea e fotografia. In autunno è in programma una rassegna fotografica sugli archivi dell’Eni.

 

Mara Martellotta

Piero Portaluppi, il maestro dell’ architettura “elettrica”

 

Le sue centrali idroelettriche rappresentano un esempio di originalità assoluta e sono uniche nella loro architettura. Alla prima , quella di Verampio – nel comune di Crodo -, posta al punto di confluenza del fiume Toce e del torrente Devero, Portaluppi diede l’aspetto di un forte turrito a simboleggiare il feudo energetico dell’impresa Conti, che costruì la centrale

(Foto: Fondazione Piero Portaluppi  Milano – www.portaluppi.org)

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In Val d’Ossola, quasi a ridosso del confine con la Svizzera, nel primo quarto del secolo scorso, vennero realizzate delle imponenti infrastrutture per lo sfruttamento della principale fonte energetica naturale presente tra quei monti, cioè l’acqua. Tra queste spiccano dei veri e propri capolavori di architettura industriale  come l’impianto di Piedimulera – risalente al 1906 – tra le opere più interessanti dell’architetto milanese Gaetano Moretti o la centrale di Pallanzeno, costruita vent’anni dopo – nel 1926 – che s’impone all’attenzione per l’articolazione del suo ampio prospetto che richiama il modello ottocentesco dei palazzi aristocratici. Poco più a nord, oltrepassata Domodossola, s’incontra la centrale di Crevola d’Ossola, realizzata da Piero Portaluppi nel 1925. In valle Divedro è ubicata la centrale di Varzo, realizzata nel 1910 in muratura di pietra locale su progetto di Ugo Monneret de Villard. Nel territorio comunale di Crodo, in valle Antigorio, si trova la prima delle centrali realizzate da Piero Portaluppi per Ettore Conti.

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Nella centrale di Verampio, del 1910, Portaluppi rivelò pienamente la sua attenzione alle suggestioni neomedievali. Il modello di riferimento era la tipologia del palazzo-castello con torri, grandi bucature ogivali e bifore. Nelle successive centrali realizzate dal grande architetto milanese, localizzate più a monte nella valle (Crego, Valdo, Cadarese), si può notare invece un tratto già aperto alle influenze moderniste e liberty dell’architettura nordeuropea. A Formazza, infine, si trova l’imponente centrale di Ponte ( risalente al 1933). Ma chi era Piero Portaluppi, il maestro dell’ architettura “elettrica” della prima metà del Novecento.?  Nato a Milano il 19 marzo del 1888, nel 1905 si diplomò all’Istituto tecnico Carlo Cattaneo e si iscrisse al Politecnico. Negli anni dell’università si dilettò anche come caricaturista, collaborando con alcuni giornali satirici milanesi dell’epoca (“Il Babau”, “A quel paese”, il “Guerin Meschino”).

PORTALUPPI36A ventidue anni si laureò in architettura e venne premiato con la medaglia d’oro che il Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano conferiva al migliore laureato del Politecnico. L’anno seguente – era il 1911 – ottenne la nomina ad “assistente straordinario di Architettura superiore“, aggregato al corso di Gaetano Moretti, iniziando così la carriera accademica. Contemporaneamente avviò la sua attività professionale e quasi subito cominciò la lunga collaborazione con Ettore Conti, figura di primo piano dell’imprenditoria elettrica italiana. Per le Imprese elettriche Conti, e per le società ad essa collegate, Portaluppi progettò tra il 1912 e il 1930, numerose centrali idroelettriche, localizzate soprattutto nelle valli ossolane. Tra queste le più famose, e già citate,  a Verampio, Crego , Crevoladossola e Cadarese. Le sue centrali idroelettriche rappresentano un esempio di originalità assoluta e sono uniche nella loro architettura. Alla prima , quella di Verampio – nel comune di Crodo -, posta al punto di confluenza del fiume Toce e del torrente Devero, Portaluppi diede l’aspetto di un forte turrito a simboleggiare il feudo energetico dell’impresa Conti, che costruì la centrale. Nella costruzione riecheggiano aspetti neomedioevali, così come nei dettagli architettonici e decorativi quasi come desiderio di trasmettere un’immagine di grandezza e orgoglio del committente. Richiami che si trovano anche nelle strutture per il personale e nella palazzina  del direttore. Nel 1917 fu la volta di quella di Crego, sempre nel territorio di Crodo, che presenta pietre sbozzate e levigate, legni a vista, dentellature, riseghe, con l’alternarsi di superfici scabre e lisce. La centrale è affacciata sul Toce a ridosso di una roccia ripida, costruita in  granito.

portaluppi4La centrale di Crevoladossola fu realizzata, invece,  nel 1925 e presenta tre volumi distinti: la sala macchine, la cabina di trasformazione, la torre per il raffreddamento. Caratterizzata da accenti orientali, richiama una pagoda e il bugnato ( i blocchi di pietra sovrapposti a file sfalsate) si compone in trame a losanghe mentre le  finestre sono a forma di rombi. Infine, l’ impianto più vasto, l’ultimo ideato da Portaluppi: la centrale di Cadarese, nel comune di Premia. E’ lì che, secondo le direttive del geniale architetto, viene dato un ruolo dichiaratamente innovativo alla pietra. Il dettaglio dell’edificio è molto curato: dalle saette in ferro agli angoli, ai finti balconi in legno per richiamare lo stile abitativo montanaro, alle cornici di serizzo sui portoni. La centrale fu dedicata a Carlo Feltrinelli, presidente dell’azienda elettrica Edison. Portaluppi non si limitò alle centrali ma legò il suo nome ad un’infinità di opere architettoniche, in Italia e all’estero. Ma non vi è dubbio che le sue opere nell’estremo nord del Piemonte,  tese a dare  alla staticità della roccia una continua allusione al moto guizzante dell’energia, sono ammirate e studiate ancora oggi.

 

Marco Travaglini

 

Andare per monasteri

Viaggiando lungo la penisola, s’incontrano monasteri medievali, costruiti come fortezze, che hanno svolto molte funzioni: difeso civiltà, accolto pellegrini, celebrato la grandezza di dinastie aristocratiche
 

MONASTERI SCARAFFIA“Andare per monasteri” è il bel libro scritto da Lucetta Scaraffia per “Il Mulino”. L’autrice, già docente di  Storia contemporanea alla Sapienza,  editorialista per il Messaggero e L’Osservatore Romano, ofre al lettore un “cammino di Santiago” tutto italiano, alla ricerca dell’autenticità della vita spirituale dei monasteri. Un cammino sulle tracce dei luoghi dove la vita è scandita da un ritmo lento e secolare, dove vige l’esperienza del silenzio, della pace interiore e del contatto con la natura. Un itinerario che non è completo ma che consente di incontrare i monasteri italiani storicamente piu’ importanti, che richiamano quest’atmosfera di raccoglimento e preghiera. Viaggiando lungo la penisola, s’incontrano monasteri medievali, costruiti come fortezze, che hanno svolto molte funzioni: difeso civiltà, accolto pellegrini, celebrato la grandezza di dinastie aristocratiche. Ci sono costruzioni che risalgono al medioevo e monasteri rinascimentali e barocchi, così come  edifici nuovi che testimoniano della recente rinascita monastica. Luoghi che – come secoli fa – ci regalano l’esperienza del silenzio, che sanno trasmettere anche solo con la conformazione degli spazi, con la scansione della giornata che si svolge secondo ritmi millenari. Da Novalesa a Camaldoli, da La Verna a Subiaco e Praglia, da Rosano a Campello, a Grottaferrata: l’itinerario si snoda fra luoghi storici e luoghi recenti del monachesimo italiano, tutti animati da una vita spirituale autentica. Un bel richiamo, è dedicaro alla comunità monastica di Bose, sul confine tra biellese e canavese,  dove i monaci guidati dal priore Enzo Bianchi, sin dalla fondazione,  promuovono un intenso dialogo ecumenico fra le differenti chiese e denominazioni cristiane. “Andare per monasteri” può essere utilizzato come una guida ma è anche molto di più: esplora e analizza l’incredibile atmosfera che si respira tra queste mura, offrendo una promessa di elevazione interiore e  capaci, come a Bose, di attrarre anche persone che non si riconoscono nella fede.

Marco Travaglini