Al Bunker il nuovo disco di Luca Morino
Un concerto per espandere confini geografici e sentimentali, l’occasione per ascoltare per la prima volta dal vivo il nuovo disco di Luca Morino – fondatore e leader dei Mau Mau, giornalista e animatore culturale – pubblicato lo scorso marzo. Con De West Morino esplora infatti un luogo immaginario che travalica la definizione geografica dell’Alta Langa, dove tutto diventa più aspro e selvaggio e si confonde in un immaginario cinematografico e morriconiano dove i cespugli spostati dal vento rotolano fra vigne e noccioleti.
Al Bunker venerdì 10 maggio a partire dalle 21.30, nell’ambito del programma del Salone Off, Morino promette un concerto fuori dagli schemi e dal tempo, in cui i suoni analogici di chitarre elettriche, percussioni e organi Farfisa sono supportati da un’elettronica gregaria, ma presente. L’occasione dal vivo per ascoltare la nuova mezcla che lo stesso autore ha ribattezzato voodoo folk: dal canto gregoriano a Lana del Rey, da Piero Piccioni a Piero Umiliani, dall’amapiano – la nuova dance sudafricana – al chitarrista ungherese Gàbor Szabò, per citarne solo alcuni.
“Terre di frontiera, il Lontano Ovest, DeWest.
Il concerto al Bunker sarà l’occasione per portare dal vivo le ombre, i deliri e le accelerazioni di un mondo reale ma anche immaginario, grazie al riverbero dei film di Sergio Leone o di Werner Herzog.
Musica visionaria che si alternerà a momenti ritmici di forte impatto, grazie a una band potente e convinta e alle immagini animate che accompagneranno lo show.”
Insieme a Morino suoneranno Fabrizio Viscardi alle chitarre, Cristian Longitano alla batteria, Giorgio Boffa al contrabbasso, Paolo Rigotto alle tastiere, Elisa Belella ai cori. I suoni saranno affidati a Luca Biasetti mentre le immagini – parte integrante del progetto sonoro e del concept del nuovo album – sono di Licio Esposito.
L’Istituto Confucio al Salone del Libro
Grandi autori cinesi e storici esperti di Cina. L’Istituto Confucio al Salone del Libro di Torino
L’Istituto Confucio al Salone del Libro si trova al Padiglione 3, stand “Isola del futuro” P06 Q05 e partecipa alla 36esima edizione del Salone del Libro , che sarà in corso dal 9 al 13 maggio al Lingotto Fiere di Torino, dal titolo ‘Vita immaginaria’.
All’interno del Lingotto e nelle sedi universitarie per il Salone OFF, l’Istituto Confucio organizza una serie di eventi dedicati alla storia della letteratura e alla storia della Cina contemporanea, con grandi nomi invitati a incontrare il pubblico.
Giovedì 9 maggio, alle 17.15, presso la Sala Internazionale del Lingotto, incontro e dialogo con Lu Min, autrice di “Cena per sei” presenta il suo ultimo libro, conducendo il pubblico alla scoperta della quotidianità nella periferia industriale della Cina anni Novanta. L’incontro affronterà il tema della famiglia nel quadro della costruzione e decostruzione delle classi sociali in Cina. Insieme all’autrice interverranno la sua traduttrice Natalia Riva e Stefania Stafutti, professore ordinario di Lingua e Letteratura cinese nell’ateneo torinese.
Venerdì 10 maggio, alle ore 18, l’appuntamento sarà con la storia contemporanea nell’ambito del Salone OFF, presso la Sala Lauree del Complesso Aldo Moro, in via Verdi, con l’incontro dal titolo “La Repubblica Popolare Cinese nella recente editoria”, che vedrà storici esperti del mondo asiatico e di quello occidentale dibattere sulla Cina contemporanea e sul suo ruolo di attore di primo rilievo sulla scena globale.
Partecipano Guido Samarani e Sofia Graziani, autori del volume “La Cina Rossa. Storia del partito comunista cinese” edito da Laterza, insieme agli storici dell’Università di Torino Marta Margotti e Paolo Soddu.
Domenica 12 maggio, alle 17.30, nella sala Bianca del Lingotto, il noto scrittore Yu Hua presenterà il suo nuovo romanzo “La città che non c’è”. Dopo otto anni di silenzio , Yu Hua torna a coinvolgere i lettori in una storia fatta di tante storie che ruotano intorno alla vita del protagonista, un uomo che con una neonata al collo parte alla volta di una “città che non c’è “.
Partecipano all’incontro la traduttrice di Yu Hua Silvia Pozzi e Stefania Stafutti. Allo stand il personale dell’istituto coinvolgerà il pubblico in dimostrazioni delle più affascinanti arti tradizionali cinesi.
MARA MARTELLOTTA
Torino e le sue donne: Carol Rama
Le storie spesso iniziano là dove la Storia finisce
Con la locuzione “sesso debole” si indica il genere femminile. Una differenza di genere quella insita nell’espressione “sesso debole” che presuppone la condizione subalterna della donna bisognosa della protezione del cosiddetto “sesso forte”, uno stereotipo che ne ha sancito l’esclusione sociale e culturale per secoli. Ma le donne hanno saputo via via conquistare importanti diritti, e farsi spazio in una società da sempre prepotentemente maschilista. A questa “categoria” appartengono figure di rilievo come Giovanna D’arco, Elisabetta I d’Inghilterra, Emmeline Pankhurst, colei che ha combattuto la battaglia più dura in occidente per i diritti delle donne, Amelia Earhart, pioniera del volo e Valentina Tereskova, prima donna a viaggiare nello spazio. Anche Marie Curie, vincitrice del premio Nobel nel 1911 oltre che prima donna a insegnare alla Sorbona a Parigi, cade sotto tale definizione, così come Rita Levi Montalcini o Margherita Hack. Rientrano nell’elenco anche Coco Chanel, l’orfana rivoluzionaria che ha stravolto il concetto di stile ed eleganza e Rosa Parks, figura-simbolo del movimento per i diritti civili, o ancora Patty Smith, indimenticabile cantante rock. Il repertorio è decisamente lungo e fitto di nomi di quel “sesso debole” che “non si è addomesticato”, per dirla alla Alda Merini. Donne che non si sono mai arrese, proprio come hanno fatto alcune iconiche figure cinematografiche quali Sarah Connor o Ellen Ripley o, se pensiamo alle più piccole, Mulan.
Coloro i quali sono soliti utilizzare tale perifrasi per intendere il “gentil sesso” sono invitati a cercare nel dizionario l’etimologia della parola “donna”: “domna”, forma sincopata dal latino “domina” = signora, padrona. Non c’è altro da aggiungere. (ac)
.
5 Carol Rama
Torino è anche arte. Molte sono le Gallerie, le Fondazioni e i Musei che promuovono l’arte in tutte le sue sfaccettature, dalla scultura all’arte figurativa fino al cinema, sia che si tratti di arte classica, medievale, o contemporanea. La storia di oggi è una storia d’arte, che ha per protagonista una delle donne che l’arte l’ha creata, l’ha vissuta e all’arte si è completamente dedicata. Carol Rama nasce a Torino nel 1918, inizia a dipingere ancora adolescente, senza alcuna formazione accademica ma sostenuta nella sua passione da alcuni incontri fondamentali, primo fra tutti Felice Casorati. Molti sono gli amici intellettuali da cui trae informazioni, conoscenze e stimoli: Edoardo Sanguineti, Massimo Mila, Albino Galvano, Carlo Mollino, Paolo Fossati, Carlo Monzino, Luciano Berio, Eugenio Montale e ancora Luciano Anselmino, grazie al quale entra in contatto con Andy Warhol e Man Ray. Della pittura fa una pratica ininterrotta, è il filtro attraverso cui elabora oggetti, situazioni, persone della quotidianità per convertirli in qualcosa di artistico. Carol è sempre aggiornata sulle varie tendenze d’arte, ma mantiene grande autonomia di lavoro, sviluppando nel corso del ventesimo secolo un percorso tutto personale, attraverso l’uso di materiali, temi e stili diversi. Negli acquerelli degli anni Trenta e Quaranta, la rudezza e la scabrosità dei soggetti è decantata nell’eleganza compositiva del quadro. Si tratta di lavori eseguiti a cavallo dei suoi vent’anni, con noncuranza verso i ben pensanti e le mode artistiche del momento, produzioni che denotano grande maturità tecnica e di ideazione. Negli anni che precedono lo scoppio della guerra, l’artista si accosta anche alla pittura a olio, con dense paste di colore e soggetti spesso non tradizionali. La sperimentazione continua: agli stessi anni Quaranta risale l’interesse per l’incisione che si concretizzerà nella splendida serie delle “Parche”, (l’interesse per tale tecnica rispunta verso la fine degli anni Novanta). Dopo una esperienza astrattista negli anni Cinquanta all’interno del gruppo torinese del MAC (Movimento Arte Concreta), Carol attua negli anni Sessanta una svolta decisiva: su macchie di colore di derivazione informale applica oggetti d’uso quali strumenti medicali, trucioli metallici, occhi di bambola. L’oggetto
è inserito con tutta la sua fisicità nel dipinto, diventa colore e forma del quadro, pur rimanendo “cosa”. Negli anni Settanta, sostenuta da colui che sarà il suo gallerista per i decenni successivi, Giancarlo Salzano, un nuovo materiale entra a far parte della sua composizione pittorica, si tratta di camere d’aria segnate dall’uso e di guarnizioni in gomma, utilizzate in sostituzione del colore e incollate su tele monocrome. Questi lavori conservano tutta l’incisività dell’essere materia (gomma come pelle e carne) e sono un rimando all’attività aziendale del padre (specie l’uso della gomma richiama il lavoro paterno). Nel 1979 Carol espone per la prima volta alla Galleria Martano di Torino gli acquerelli realizzati una quarantina di anni prima, poi scelti l’anno seguente da Lea Vergine per la mostra itinerante sulle grandi artiste del Novecento, “L’altra metà dell’avanguardia”. A partire dagli anni Ottanta, l’artista ritorna alla figurazione e realizza mirabili quadri in cui dipinge figure e animali fantastici su carte prestampate. La conoscenza internazionale di Carol è dovuta alle mostre pubbliche, come la sala personale alla quarantacinquesima Biennale di Venezia nel 1993, a cura di Achille Bonito Oliva, allestita dall’amico Corrado Levi, e l’antologica allo Stedelijk Museum di Amsterdam nel 1998, a cura di Maria Cristina Mundici. Il grande riconoscimento pubblico sul suolo Italiano le arriva nel 2003, quando le viene conferito il Leone d’oro alla carriera in occasione della cinquantesima Biennale di Venezia. Nel 2004 anche la sua città natale le dedica una ampia antologica presso la Fondazione Sandretto-Rebaudengo a cura di Guido Curto. Nel gennaio 2010, rappresentata da Corrado Levi, riceve il prestigioso “Premio Presidente della Repubblica” da Giorgio Napolitano. Nel 2014 inaugura al Museo d’Arte Contemporanea (MACBA) di Barcellona una importante mostra monografica a cura di Teresa Grandas, Beatriz Preciado e Anne Dressen, poi allestita anche a Torino nell’ ottobre 2016 alla GAM. Il consenso internazionale è ulteriormente consolidato nel 2017 dall’ampia personale tenutasi al New Museum di New York. Il suo ultimo lavoro conosciuto è del 2007 e chiude una intensa carriera durata oltre settant’anni. Muore nella sua casa-studio torinese, il 24 settembre 2015.
Alessia Cagnotto
Autori e Ospiti d’eccezione per concludere la XXIV edizione
A Torino l’8 maggio arriveranno Denise Pardo, Hugo Hamilton e Sarai Shavit. In collegamento Gila Almagor e Goldie Goldbloom, ospite d’onore Luca Barbareschi. Insieme per una Premiazione che celebra la forza della letteratura nel combattere il pregiudizio. Il giorno dopo è la scuola a essere protagonista.
Mercoledì 8 maggio alle 17.00, il Circolo dei lettori di Torino accoglie uno straordinario parterre di scrittori per la Premiazione del XXIV Premio Letterario ADEI WIZO Adelina Della Pergola. Da Roma arriverà la giornalista e scrittrice Denise Pardo, da Israele Sarai Shavit, dall’Irlanda uno degli autori più illustri della letteratura anglosassone: Hugo Hamilton. Mentre in collegamento ci sarà la scrittrice e attrice israeliana Gila Almagor e dalla sua casa di Chicago Goldie Goldbloom.
Cos’hanno in comune questi blasonati autori? Hanno tutti pubblicato in Italia nel 2022 un romanzo imperniato su vicende che riguardavano da vicino l’ebraismo, chi raccontando episodi storici, chi descrivendo personaggi, tradizioni e cultura appartenenti a questo mondo. Una scelta che li ha portati a essere scelti per questo Premio, nato nel 2000, per iniziativa dell’Associazione Donne Ebree d’Italia, parte della Federazione della WIZO (Women International Zionist Organization), con lo scopo di dare rilievo agli autori contemporanei viventi di narrativa che pubblicano libri di argomento ebraico e, allo stesso tempo, di far conoscere le loro opere al grande pubblico. Una particolare sezione della manifestazione è rivolta ai ragazzi delle scuole con l’idea di rendere l’iniziativa uno strumento fondamentale per sviluppare nei giovani una sana valutazione della storia libera da pregiudizi.
A gennaio una Giuria selezionatrice presieduta da Sira Fatucci ha indicato i quattro finalisti: per la sezione adulti Madre (ed Playground libri) di Goldie Goldbloom, e La casa sul Nilo (ed Neri Pozza) di Denise Pardo, mentre per la sezione ragazzi, Sotto l’albero delle Giuggiole (ed Acquario) di Gila Almagor e Tra le pagine (ed Einaudi) di Hugo Hamilton. Dopo questo step è partito il lavoro delle due giurie popolari che ha coinvolto 500 donne di tutta Italia per la sezione adulti e circa 700 studenti degli Istituti italiani che hanno aderito all’iniziativa a cui sono stati inviati gratuitamente i libri in lettura.
A marzo sono stati proclamati i vincitori: rispettivamente Denise Pardo e Gila Almagor a cui si è aggiunto un premio speciale della giuria andato a Sarai Shavit per il romanzo Lettera d’amore e di assenza. Ora a Torino vivranno la loro consacrazione nel corso della Premiazione condotta dalla giornalista Ada Treves. Un incontro che vedrà la partecipazione di importanti esponenti del mondo delle Istituzioni e della cultura e un ospite straordinario: Luca Barbareschi, attore, regista, produttore, chiamato a portare la propria testimonianza sui temi del Premio. Sarà anche lui nella tavola rotonda che nella seconda parte della cerimonia vedrà gli autori dialogare tra di loro.
Susanna Sciaky, Presidente Nazionale ADEI WIZO ricorda così questo momento “In 24 anni la cerimonia di Premiazione è stata ospitata in tante sedi illustri alla presenza di nomi prestigiosi, ma i tragici avvenimenti di questi mesi hanno reso questa edizione molto particolare. Mentre alcune Istituzioni delegate alla diffusione della conoscenza si stanno macchiando di atti di immotivato boicottaggio nei confronti di Israele, ho visto con piacere un mondo della cultura stringersi intorno alla nostra iniziativa, nata proprio per costruire la consapevolezza necessaria per sconfiggere il pregiudizio. In molti hanno capito che leggere e immedesimarsi nelle storie di questi autori è sicuramente un modo per essere cittadini migliori”.
Il 9 maggio Torino ospiterà anche il tradizionale incontro con le scuole. Dalle 9.30 gli autori saranno al Liceo d’Azeglio, luogo che ha visto la formazione di una straordinaria concentrazione di intellettuali italiani come Primo Levi, Cesare Pavese, Giulio Einaudi, Leo Pestelli, Massimo Mila, Luigi Firpo, Vittorio Foa, Tullio Pinelli, Giancarlo Pajetta, Emanuele Artom, Leone Ginzburg, Norberto Bobbio. Saranno presenti scuole da tutta Italia, come il Liceo Pietro Colonna di Galatina (Lecce), che da dieci anni manca mai a questa occasione.
Conduce l’incontro con le scuole la giornalista e scrittrice Manuela Dviri.
|
|
In Piemonte si registra il più alto numero di visitatori “forti” nei musei, ovvero coloro che tornano alle strutture museali con una frequenza superiore a 4 volte all’anno, anche grazie alle iniziative di Abbonamento Musei. Nella regione, l’anno scorso, sono stati quasi un milione gli accessi alle strutture museali con la tessera Abbonamento Musei, seguite da 244.457 in Lombardia e 69.082 in Valle d’Aosta. È quanto emerge da una ricerca commissionata dall’Associazione Abbonamento Musei e condotta dalla Fondazione Santagata, che sarà presentata nell’ambito del Salone Internazionale del Libro di Torino, il prossimo 13 maggio.
Lo studio, che ha ispirato la pubblicazione “25 anni al museo – Come Abbonamento Musei ha sostenuto i consumi culturali in Piemonte e Lombardia dal 1998 ad oggi”, a cura di Paola Borrione e Camilla Lo Schiavo, fotografa l’andamento dei consumi culturali e l’impatto dell’Associazione sul circuito di istituti di cultura e mostre che aderiscono all’iniziativa, analizzando anche il contesto sociologico. Il volume vedrà anche il contributo e la lettura di esperti e studiosi come Alessandro Bollo, Andrea Cancellato, Michele Lazinger, Angelo Miglietta e un’introduzione a cura del Presidente dell’Associazione Alberto Garlandini e della Direttrice Simona Ricci.
Secondo la ricerca “25 anni al museo”, lo strumento promosso da AM ha stimolato il numero di accessi, apportando ai musei un volume di introiti aggiuntivi – nell’ultimo anno, rispetto a un sistema senza abbonamento – di oltre 920 mila euro in Piemonte e 398 mila euro in Lombardia.
L’impatto di Abbonamento Musei sulla domanda di mostre e musei è più evidente in Piemonte, dove l’Associazione opera fin dalla nascita. Infatti, secondo le rilevazioni dell’Istat, i consumi culturali dei piemontesi si attestano sotto la media nazionale, all’ultimo posto tra le regioni del Nord-Ovest, motivati anche da un basso livello di scolarizzazione; al contempo però, il dato relativo ai soli consumi museali risulta opposto: in questa singola categoria culturale, il Piemonte mostra una costante propensione a posizionarsi tra le prime regioni in Italia per numero di visitatori “forti”.
Introdotto a Torino nel 1995, il pass di Abbonamento Musei consente per un anno l’accesso ai musei afferenti al circuito, che comprende più di 480 realtà in Piemonte, Lombardia e Valle d’Aosta tra musei, gallerie d’arte, castelli, regge, orti botanici, dimore storiche, luoghi di culto. L’Associazione inoltre vanta un database di oltre 337.000 appassionati di cultura, una preziosa risorsa per promuovere mostre e musei in modo efficace e connettere gli abbonati. Con un tasso di apertura delle newsletter del 34,01%, superiore alla media del settore, AM quindi ha la capacità di raggiungere un pubblico attento e interessato all’offerta culturale.
Come sottolinea Alberto Garlandini, Presidente dell’Associazione Abbonamento Musei: “Operiamo a stretto contatto con le istituzioni locali, promuovendo un ampio palinsesto di proposte, attraverso una comunicazione continua, chiara e costante. Il numero dei nostri associati è progressivamente cresciuto negli anni, contribuendo a calmierare i prezzi e semplificare le modalità d’accesso ai musei. Nel 2023, il numero di abbonati è cresciuto del 29% rispetto all’anno precedente, con un totale di 191.703 tessere vendute. Un dato che supera abbondantemente i numeri del 2019.”
“L’analisi del processo di messa in rete delle istituzioni museali, dalla costruzione degli strumenti e delle strategie di comunicazione, alla progettazione di nuove modalità per coinvolgere i pubblici, ha evidenziato il grande valore dell’Abbonamento Museo per i cittadini di Piemonte e Lombardia e per il settore museale – ha dichiarato la Presidente di Fondazione Santagata, Paola Borrione – Fondazione Santagata è lieta di aver contribuito a questo progetto di ricerca che ha fornito nuovi spunti di riflessione per l’implementazione di politiche nazionali atte a sostenere i consumi culturali e ampliare il pubblico dei musei.“
La ricerca “25 anni al museo” sarà presentata lunedì 13 maggio, alle ore 12.45, presso lo Spazio della Città di Torino e della Città metropolitana, Pad. 1, al Salone del Libro di Torino. Tra i relatori, interverranno: Alessandro Bollo (Direttore del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino), Paola Borrione (Head of Research di Fondazione Santagata), Alberto Garlandini (Presidente dell’Associazione Abbonamento Musei) e Simona Ricci (Direttrice Associazione Abbonamento Musei).
Il piccolo ma prezioso libro dal titolo “Nuvole” raccoglie alcune delle belle composizioni di Graziella Provera, poetessa costantemente sensibile ad ogni spettacolo della natura.
Istintivamente attratta dalle piccole cose, che per lei sono grandi verità, osserva tutto ciò che le scorre intorno appagando il desiderio di infinito e del senso della vita affidando alla parola la propria anima.
Le basta lo scorrere delle nuvole, compagne di viaggio, per farsi trasportare in misteriosi e sconfinati orizzonti, il canto di uccelli sui rami fioriti la fa cantare con loro di gioia, quando la sorprende la pioggia si lascia bagnare sentendosi parte della natura, quasi fosse “radice, foglia, fiore”.
Mentre nelle poesie in lingua aleggia una sottile e malinconica ricerca del tempo perduto dell’infanzia, in quelle dialettali, in particolare in romanesco, si svela un altro aspetto della sua personalità divertente ed autoironica.
La dualità dei diversi mezzi linguistici, l’uno più colto ed intimista, l’altro immediato e schiettamente impressionista, si concilia nel comune denominatore della sincerità e purezza d’animo che le fanno cogliere la vita attraverso il linguaggio del cuore.
Giuliana Romano Bussola
***
Premessa: chiedo scusa a tutti li amici per li strafalcioni ne lo scrive in dialetto romanesco ma er maestro mio, onorato poeta Trilussa, che da l’aldilà me sugerisce la poesia nun se spreca a dimme l’ortografia. Me dice arangiate che ‘ndo sto io c’ è troppo da fa’.
RICCHEZZA E POVERTÀ
A vede’ sta vecchia barbona
sopra ‘na bici malandata più de lei,
carica de borse
che pare n’ asino da soma
se ferma la gente
e la fa passa’
presa da ‘n sentimento de pietà.
Si fosse un re co’ la carrozza d’oro,
con un corteo de dame
e cavalieri in pompa magna
se fermerebbe pure,
pe’ rispetto e ammirazzione
e pure un poco de invidia,
chi lo sa.
Ricchezza e Povertà so’ du sorelle
che se tengono pe’ mano
ma la mejo de le due
è Poverta
che per lo meno
fa nascere nell’omo
un sentimento puro
de bontà.
15 gennaio 2024
Du’ Anime
L’anima mia se divide en due :
l’una se fa’ pija’ da’ malinconia
e giù me scappa ‘na lacrima
de nostalgia.
L’altra parla en vernacolo,
me tira fori tutte ‘ste fregnacce
che vado a scrive sur quaderno mio.
Sarebbe ‘na traggedia si una de le due
pijasse er sopravvento,
invece stanno a pari:
l’ anima mia piagnona
e l’altra un po’ sbruffona.
Del resto niuno è perfetto a questo monno.
Pijateme così amichi mia.
Ve lascio n’eredita’ tutte ‘ste fole
che fanno ride e piagne
come fa la vita.
E pe’ vivela mejo, parola mia,
ce serve un poco de filosofia
come ce insegna Seneca, Zenone
e compagnia.
21 aprile 2024.
ODE A LA BICI
Io e la mia bici
famo ‘na cosa sola
‘ ndo ce sta lei
c’è sono pure io.
La reconoscerebbe in mezzo a mille
nun c’è nessuna come lei,
c’è metterebbe la mano sopra er foco
che vincerebbe er primo premio
pe’ la bici più brutta da’ città.
Ma a me m’ispira:
è la mia musa.
Quanno pedalo me vengono a mente
tutte ‘ste filastrocche :
è lei! Ne so sicura!
Er padrone de prima aveva d’ esse
un romano
altrimenti nun se spiega.
Me ce sono affezzionata
e lei a me.
Me aspetta ner cortile
e annamo a fa’ la spesa
e quanno piove che se fa?
Se resta a casa, avemo d’aspetta’.
26 marzo 2024
ABBRACCIA QUESTA VITA
Abbraccia questa vita con grande compassione,
anche i momenti vuoti e carichi di pioggia,
o quando una mortale tristezza soffoca il tuo cuore.
E quando, trepidante, insegui un desiderio
di amore e bellezza, incarnato in un viso, perdendoti in quegli occhi,
ebbro di dolcezza.
Quegli occhi sono gli occhi di Dio.
E le mani di tua madre che ti lavano le ginocchia nere
a forza di cadere quando muovi i primi passi,
e la mano di tuo padre, stretta intorno alla tua piccola mano,
quando ti portò la prima volta a vedere il mare, sono le mani di Dio.
E questa gioia, che vibra nel tuo cuore contemplando
la struggente bellezza intorno a te, ad ogni nuova primavera,
nel tripudio di fiori e profumi, nel canto degli uccelli,
che cos’è se non la gioia nel cuore di Dio?
E ci tornerai, si ci tornerai quaggiù,
finchè non avrai imparato ad amare, ad amare sempre,
ad amare di più, ad amare la vita nonostante a volte faccia male,
perché la Vita è Dio, perché l’Amore è Dio.
Abbraccia questa vita con amore e abbraccerai Dio.
BELLEZZA
Ovunque intorno a te la puoi scoprire,
se hai occhi per vedere e il cuore aperto.
La trovi nella luce che svela i colori delle foglie
in un giorno d’autunno,
e le piccole vite, che tutt’intorno danzano.
La vedi nelle opere dell’uomo, nella musica,
o nel canto di un uccello solitario,
in un freddo mattino.
Nell’anima tua infine la intuisci,
poiché scoprir non la potresti,
se non fosse già parte di te.
Ti celebro e canto un inno a Te,
Bellezza sublime, attributo divino,
discesa dai regni della Luce
a fecondar l’anima di gioia.
Cosa sarebbe quest’aspra vita senza te?
Attraverso i sensi tu penetri nel cuore
e il tuo soave balsamo lenisce e consola
lo spirito afflitto dagli affanni
e dalle pene.
Perciò ti rendo grazie con le mie povere parole
che mai potranno rendere
ciò che nell’intimo si cela.
Novembre 2013
NUVOLE
Nuvole a cumuli, bianche scogliere lontane all’orizzonte
ad arginare l’azzurra marea del cielo.
Nuvole candide, ovattate, silenti.
Nuvole grigie…incombenti…,
arrivano da occidente gravide di pioggia.
Nuvole a gruppi, nuvole sparse,
nuvole solitarie a piccoli fiocchi trasparenti.
Nuvole che solcano il cielo notturno come velieri,
in un oscuro mare infinito.
Ritorna un po’ bambino, ti prego, e guarda lassù,
lo vedi un drago che insegue un coniglio ?
Guardare le nuvole fa tornare bambini,
quando i giorni erano eterni e non soffrivi gli addii.
Le nuvole passando salutano e dicono: addio….addio…
Così, nel loro svaporare, ti ricordano quanto poco
Dura ogni cosa.
Lungamente anch’io dico: addio…addio…
salutando questo breve giorno di vita,
e questa ultima estate
che non vuole morire.
Settembre 2013
Salone del libro 2024 ai blocchi di partenza: alla scoperta di nuovi autori
Mancano ormai pochi giorni al via alla XXXVI edizione del Salone del Libro 2024 che dal 9 al 13 maggio terrà viva e in fermento l’intera città. Il tema scelto per la prima edizione a cura della nuova Direttrice Creativa Annalena Benini è quello della “vita immaginaria” intesa come la capacità di muovere le “vita creativa e ad anticipare e indovinare le vicende della vita reale”.
Il Salone del Libro, oltre ad essere il luogo di incontro dei grandi nomi del panorama culturale e intellettuale nazionale e internazionale, diventa anche un’importante vetrina per scrittori meno conosciuti.
Un modo diretto e più veritiero per conoscere e scoprire nuove firme della letteratura italiana. Tra queste quella di Roberta C. La Guardia, attrice, produttrice e giornalista che porterà al Salone 2024 il suo ultimo lavoro “Blu di Prussia. Voci di dentro”.
Edito da Monetti Editore, lo scritto è una raccolta di 52 componimenti e un poemetto finale dedicato all’esplorazione dell’universo femminile e al viaggio esistenziale volto alla ricerca di sé stesse che ogni donna compie nel corso della sua vita. L’autrice, originaria della Basilicata, è in grado di parlare con una voce intima e leggere dei sentimenti umani- dal dolore alle emozioni più intime e profonde- mettendo in luce un universo di sensazioni facilmente condivisibili e vicine al pubblico. Un mondo raccontato “senza rabbia, ma con eleganza e candore e persino nobiltà”. Il testo è il frutto dell’esperienza ultradecennale dell’autrice nel campo della recitazione e nella regia, esperienza che le ha permesso di avvicinarsi alla letteratura con una visione profonda e innovativa. La Casa Editrice Salvatore Monetti ha scelto di mirare le sue scelte editoriali su autori emergenti che hanno molto da raccontare e da riscoprire.
Potrete conoscerla e approfondire il suo libro presso lo stand della Monetti Edizioni per l’intera giornata di sabato 10 maggio 2024.
Valeria Rombolà
L’isola del libro
RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA
Gabriel García Márquez “Ci vediamo in agosto” -Mondadori- euro 17,50
A 10 anni dalla morte del grande scrittore colombiano –Premio Nobel con “Cent’anni di solitudine”- ora i figli Rodrigo e Gonzalo hanno deciso di pubblicare l’inedito che lui avrebbe voluto distruggere.
Romanzo breve, più che altro un racconto, nel meraviglioso e inconfondibile stile Marquez, che iniziò a scriverlo nel 1999 e poi lo accantonò e riprese ripetutamente. Al centro di 99 pagine c’è Anna Magdalena, donna vicina alla cinquantina, che ogni anno, il 16 agosto, onora un rituale preciso e consolidato.
Prende il traghetto per un’isola dei Caraibi dove è sepolta la madre, che ha scelto come luogo di tumulazione un affascinante piccolo cimitero in cima a un’altura che domina un panorama mozzafiato.
Ogni volta che Anna Magdalena sbarca sull’isola, prende il solito sgangherato taxi, alloggia in un alberghetto e porta un mazzo di gladioli sulla tomba della genitrice. Un pellegrinaggio solitario che la mette in profondo contatto con la figura materna e le permette di riflettere sul mondo e su se stessa, meditando dalla cima del camposanto che regala una vista straordinaria.
Poi c’è una svolta inattesa, quando Anna incontra uno sconosciuto nel bar dell’hotel e con lui passa la notte in un impeto di trasgressione; che però diventa frustrazione quando al risveglio trova una banconota sul comodino e l’avvolge un profondo senso di svilimento.
Di lì in poi è l’inizio di un’attesa dell’estate successiva, foriera di nuovi incontri con uomini ogni volta diversi, l’avvio di una nuova consuetudine trasgressiva e segreta che si incastona nella sua solita vita. L’isola diventa la sua oasi di libertà, amori fugaci ed un senso di emancipazione.
Benjamin Stevenson “Tutti su questo treno sono sospetti” -Feltrinelli- euro 19,00
L’autore 35enne di Sidney torna al suo alter ego Ernest Cunningham (dell’enorme successo del precedente “Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno”), scrittore e detective suo malgrado.
Questa volta è invitato al Festival Australiano del Giallo che riunisce 6 autori -7 se contiamo anche la sua fidanzata- più una nutrita schiera di editori, agenti letterari, aspiranti scrittori e altri personaggi vari. Tutti viaggiano sul “Ghan”, il mitico treno che in 4 giorni attraversa l’Australia da Darwin ad Adelaide.
Poi ci scappa il morto e la trama si fa interessante con un parterre di improvvisati detective, ovvero i passeggeri giallisti che si sguinzagliano in variegate teorie per risolvere il delitto.
Il romanzo è una potente satira del mondo letterario e ci regala pagine divertenti, piene di ironia, acume e uno sguardo disincantato.
Sara Mesa “La famiglia” -La Nuova Frontiera- euro 17,50
La scrittrice spagnola (nata a Madrid nel 1976) imbastisce un romanzo in cui mette a nudo un gigantesco malinteso iniziale. Al centro c’è una coppia normale, frutto dell’incontro di due personalità che non si capiscono e non hanno possibilità di farlo.
Il capofamiglia è il rigido Damian, guidato da regole ferree che applica con una certa dose di eccesso e nevrosi. La moglie è una depressa che ha rinunciato a se stessa nella convinzione di ottenere sicurezza sposandolo.
Poi ci sono 3 figli naturali e una adottata che cercano di cavarsela come possono in un’atmosfera familiare soffocante che di fatto è un buco nero.
Malintesi, nevrosi, assurdità, false certezze e ipocrisie serpeggiano nelle pagine di questo libro che, senza voler dare giudizi, mette comunque a nudo il gorgo di rapporti che muovono i membri della famiglia madrilena.
Eleanor Perry “Pagine azzurre” -Big Sur-
Euro 18,00
E’ il romanzo autobiografico di Eleanor Perry, sceneggiatrice, narratrice ed attivista (nata nel 1914 e morta nel 1981) moglie del regista di successo Frank Perry. Insieme hanno formato una coppia creativa d’oro che per circa un decennio è stata una stella del firmamento hollywoodiano, vincitrice di 2 Emmy Awards e in lizza per l’Oscar.
Poi il sodalizio si rompe ed Eleanor lotta per far riconoscere il suo talento personale, scontrandosi contro il maschilismo imperante.
La protagonista del romanzo è il suo alter ego, si chiama Lucia Wade e la sua storia ricalca quella della Perry.
In quasi 400 pagine ripercorriamo le varie tappe di Lucia; tra amori infelici e finiti male, successi professionali e delusioni brucianti. Ma di fatto il romanzo è un irriverente, spietato, sottile e acuto affresco dell’eclettico jet set hollywoodiano degli anni Sessanta e Settanta.