dell’Inferno, (il Ponte Nero e i due Pian della Croce); verso Murazzano c’è il Gerbazzo, i muri e le rocche del Salto del Diavolo; ci sono poi le Murazze, le Grotte del Bistagnino a San Benedetto Belbo. A Cravanzana c’è la Fontana delle Masche, vicino alla quale, verso mezzanotte, durante il plenilunio, è possibile vedere una donna, -una masca-, interamente vestita di bianco, con anche un ombrellino in pizzo del medesimo colore, che chiede ristoro per la notte. Un’altra masca conosciuta è quella che si aggira nei boschi del Gerbazzo e della Bossola, questa si diverte a far sparire i funghi da sotto il naso dei cercatori. I contadini delle Langhe hanno un bell’adoperarsi per tenere lontane questa moltitudine di creature dispettose e capricciose, è perciò abbastanza comune vedere le scope di saggina appoggiate presso la porta d’ingresso, dove può anche esserci dell’aglio. Altri metodi, adottati ad esempio a Mombarcaro, prevedono che venga affisso alla porta di casa un ferro di cavallo, in modo da scongiurare le visite indesiderate, verso Ceva invece si usa sciogliere un po’ di cera della Candelora sui polsi dei familiari formando una croce, e poi eseguire lo stesso rito sulla porta di casa. Altri luoghi in cui si dice che le masche siano solite incontrarsi sono segnati dalla presenza di menhir e massi di diversa forma e dimensione: si tratta di massi erratici o riferibili al megalitismo, forme litiche di singolare morfologia o in posizioni “insolite”, pietre caratterizzate dalla presenza di incisioni rupestri. Nell’area dei Piani d’Invrea (nei pressi di Varazze, in Liguria) si trova, ad esempio, un masso di notevoli dimensioni, che, secondo i racconti popolari, è stato il centro di danze forsennate e incontri stregoneschi. Si erge nel pianoro di Cian da Munega, è alto oltre due metri e mezzo, di circonferenza ne misura quasi cinque, ha un aspetto tozzo, un tempo circondato da altri massi di notevole dimensione, che gli stavano intorno come una sorta di recinto.
che le proprietà magiche dei massi facessero effetto. Le masche si riunivano anche nei pressi del santuario della Madonna di Loreto di Graglia, (vicino a Biella), con lo scopo di suscitare temporali e grandinate. Esse si ritrovavano attorno ad un masso denominato Roc Barèsio, così pregno di energia magica che, se veniva toccato, provocava l’”ammascamento”, una sorta di malocchio, un assorbimento di energie negative che potevano causare al malcapitato avventore vari accidenti più o meno gravi o sgradevoli. A Campiglia Cervo, (ancora in provincia di Biella), si dice che vivesse una masca che si aggirava sempre con un recipiente di pietra, dentro il quale teneva i suoi unguenti e filtri malefici, che usava soprattutto contro gli animali domestici, principale fonte di reddito dei contadini. Da quello stesso contenitore, la strega era solita far uscire un vento travolgente, che distruggeva i raccolti e metteva a soqquadro le campagne circostanti. Rimanendo nei pressi di tale località, troviamo un altro luogo dove non è consigliabile andare, vicino al Pian di Cavij, (Pian dei Capelli), alle pendici del monte Mazzaro, sempre nel Biellese: qui si svolgeva periodicamente un grande Sabba, al quale partecipavano molte masche, anche provenienti da zone lontane. Il luogo viene anche chiamato Baldusablo e si dice che il giorno successivo al grande incontro infernale nelle campagne si abbattano sempre fortissimi temporali. Una storia simile riguarda la “Pietra Borghese” che si erge a Borzonasca, si tratta di una singolare formazione geologica di natura meteoritica. Le voci vogliono che questo sia un luogo infestato dagli spiriti e da ogni sorta di creatura dell’oltre tomba, in aggiunta, nel sotterraneo annesso ai massi, pare che si trovino i resti delle streghe condannate dal Tribunale dell’Inquisizione. Questo, dunque, un elenco di luoghi dove non andare… gli altri trovateveli da soli!









































