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CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 718

Oggi al cinema

LE TRAME DEI FILM NELLE SALE DI TORINO

A cura di Elio Rabbione

 

Addio fottuti musi verdi – Commedia. Regia di Francesco Ebbasta, con Simone Ruzzo, Fabio Balsamo, Beatrice Arnera, Roberto Zibetti e Ciro Priello. Il gruppo di videomaker The Jackal arriva al cinema con il tema della disoccupazione: scomodando persino gli alieni. Napoletano in cerca di lavoro, Ciro, di professione grafico, quel lavoro proprio non lo trova. I culliculum li ha mandati in ogni parte ma niente. Perché, ultima spiaggia, non mandarne pure uno nello spazio? Là troverà una società aliena che ha i propri pilastri nella professionalità, nella estrema competenza e nella meritocrazia, cose che in terra manco sanno che sono. Durata 93 minuti. (Reposi, The Space, Uci)

 

Auguri per la tua morte – Horror. Regia di Christopher Landon, con Israel Broussard, Ruby Modine e Jessica Roth. Tree, giovane studentessa, si sveglia dopo una notte di bevute nella camera dell’altrettanto giovane Carter. La sera è vittima di un assassino: per risvegliarsi il giorno successivo nelle medesime modalità e per vedere continuamente ripetute vita e morte. Dovrà scoprire il proprio assassino se vorrà interrompere gli eventi. Durata 96 minuti. (Massaua, Ideal, The Space, Uci)

 

Borg McEnroe – Drammatico/biografico. Regia di Janus Metz Pedersen, con Shia LaBeouf, Sverrir Gudnason e Stellan Skarsgård. Due campioni, due storie e due personalità diversissime, gli stili che catturano opposte folle di fan, i movimenti freddi e calibrati dell’uno contro quelli nervosi e impetuosi dell’altro, la calma contro il nervosismo, la loro rivalità che li vide a confronto per 14 volte tra il ’78 e il 1981, fino alla finale di Wimbledon, che qualcuno ancora oggi considera una delle più belle partite della storia del tennis. Fino alla loro amicizia, fuori dai campi. Durata 100 minuti. (Centrale V.O., Massaua, Due Giardini sala Ombrerosse, F.lli Marx sala Chico, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

La casa di famiglia – Commedia. Regia di Augusto Fornari, con Lino Guanciale, Stefano Fresi, Libero De Renzo, Matilde Gioli e Luigi Diberti. Alex è rimasto al verde: non gli rimane che chiedere un prestito alla sorella e ai gemelli amici. Per aiutarlo, di comune accordo decidono di vendere la casa del padre Sergio, che da anni è in coma irreversibile. Ma un bel giorno il padre da quel coma esce: con quali risultati? Durata 95 minuti. (Reposi, The Space, Uci)

 

Dove non ho mai abitato – Commedia. Regia di Paolo Franchi, con Fabrizio Gifuni, Emmanuelle Devos e Giulio Brogi. Dall’autore di “Nessuna qualità agli eroi” con Elio Germano. Dove un anziano architetto riesce a riunire, in occasione della costruzione di una villa, la figlia che vive a Parigi dopo aver sposato un ricco finanziere e l’allievo in cui ha sempre maggiormente creduto, ambizioso. Un nuovo rapporto, nuovi sentimenti. Girato a Torino. Durata 93 minuti. (Massimo sala 2)

 

Gifted – Il dono del talento – Regia di Marc Webb, con Chris Evans, Mckenna Grace e Octavia Spencer. Al centro Mary, una ragazzina di sette anni, che come la madre ha una passione incondizionata per la matematica; accanto a lei lo zio Franck che vorrebbe offrire alla nipotina una vita normale e la nonna materna per cui quella passione va di giorno in giorno accresciuta. Durata 101 minuti. (Greenwich sala 1)

 

Good Time – Azione. Regia di Benny e Joshua Safdie, con Robert Pattinson, Jennifer Jason Leigh e Benny Safdie. Connie e Nick, due fratelli, una rapina in banca per sottrarre alla cassa 65mila dollari. L’uno è l’asse portante della coppia, il motore che fa girare la vita dell’altro e le differenti storie tutte intorno, Nick è il ragazzo più debole, che si fida ciecamente del fratello, quello fuori di testa che va sorretto ad ogni istante. La rapina non è proprio un successo e Nick ci casca, carcere e ospedale, anche con il tentativo di Connie di rapirlo e strapparlo alla struttura, con il risultato di portarsi l’uomo sbagliato. Intorno la notte, la New York dei Queens, gli altri sbandati incontrati per strade: con la critica unanime a ripetere che Pattinson, nella gran voglia di scuotersi di dosso il personaggio di “Twilight”, sta sulla scena con la verità di un consumatissimo e maturo attore. Durata 100 minuti. (Classico anche in V.O.)

 

Justice Time – Fantasy. Regia di Joss Whedon e Zack Snyder, con Ben Affleck, Amy Adams, Henry Cavill e Jeremy Irons. A Gotham City, Batman nutre la speranza di riunire un valoroso gruppo di eroi per fronteggiare l’ultima terribile pericolo. Chiaro che per la salute del film tutti aderiscano, da Wonder Woman a Flash più veloce della luce, da Aquaman ipertecnologici signore degli oceani a Cyborg. Manca soltanto Superman ma prima o poi anche lui sarà della partita. Durata 121 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci anche in V.O. e in 3D)

 

IT – Horror. Regia di Andrés Muschietti, con Bill Skarsgård, Sophia Lillis, Jeremy Ray Taylor e Jaeden Lieberher. Tratto dal romanzo del “maestro” Stephen King, perla rara nel genere ai recenti botteghini Usa. Durante un temporale, il giovanissimo George guarda la sua barchetta di carta scendere giù per i rivoli d’acqua e scomparire nella fogna di Derry, piccola città del Maine che sembra il ricettacolo di ogni male. Là è nascosto IT, che si nasconde sotto gli abiti e il viso colorati di Pennywise, vero orco per le giovani vittima che scoverà in città. Sette ragazzini pieni di paure, molestati, dalla debole salute, grassi e spaventati, con grosse lenti poggiate sul naso, neri ed ebrei. Tutti pronti a unirsi pur di distruggere il Male. Salvo rimandare la conclusione delle gesta ad un prossimo capitolo, buttato al di là di una trentina d’anni, in un’età più che matura. Durata 135 minuti. (Uci)

 

Mistero a Crooked House – Drammatico. Regia di Gilles Paquet-Brenner, con Glenn Close, Christina Hendricks, Max Irons, Julian Sands e Gillian Anderson. Basato sul romanzo di Agata Christie pubblicato in Italia con il titolo “È un problema”, il film è un giallo corale, quelli che tanto piacevano all’autrice: un confronto incrociato tra i componenti di una ricca famiglia inglese. Per ottenere finalmente la mano della ricca Sophia, il giovane investigatore privato Charles Hayword deve risolvere il mistero che avvolge la morte del nonno della ragazza. Mentre tutti puntano il dito contro la giovane seconda morte dello scomparso, spetterà a Charles scoprire nuovi moventi e indizi e la verità. Per chi già non conosce il romanzo di partenza, una inaspettata risoluzione finale, magari anche troppo fuori da quella umanità corrotta su cui la Christie ha per anni indagato. Un buon prodotto, con le carte in regola, di sceneggiatura e interpretative soprattutto, con il piacere da parte dello spettatore di inseguire sviluppi e finali. Durata 105 minuti. (Eliseo Blu, Nazionale sala 1)

 

Mr. Ove – Commedia. Regia di Hannes Holm, con Rolf Lassgård, Ida Engvoll e Bahar Pars. Il signor Ove è un pensionato isolato e sempre di malumore, che trascorre le proprie giornate a far rispettare le regole dell’associazione dei condomini – che un giorno presiedeva – e andando a far visita alla tomba della moglie, un uomo che pare aver rinunciato del tutto alla vita. Finché un giorno ecco comparire i nuovi vicini di casa: con essi il signor Ove pare stringere una nuova amicizia. Durata 116 minuti. (Massimo sala 2)

 

Ogni tuo respiro – Drammatico. Regia di Andy Serkis, con Andrew Garfield e Claire Foy. È la storia vera dei genitori del film, Jonathan Cavendish. L’avventuroso e carismatico Robin Cavendish ha tutta una vita di successi quando si ritrova paralizzato a causa della poliomielite che contrae nel continente africano. Contro il parere di tutti, sua moglie lo fa dimettere dall’ospedale e lo porta a casa, dedicandosi completamente a lui e usando intelligentemente tutta la determinazione di cui è capace. Non vogliono diventare prigionieri della malattia di lui, appassionano e incantano gli altri con il loro umorismo, il coraggio, l’intera sete di vita. Durata 117 minuti. (Eliseo Grande, F.lli Marx sala Groucho, Romano sala 2, The Space, Uci)

 

Paddington 2 – Commedia. Regia di Paul King, con Brendan Gleeson, Hugh Grant, Sally Hawkins e Ben Whishaw. L’orsetto inventato dalla fantasia dello scrittore inglese Michael Bond è in cerca di un regalo per la centenaria zia Lucy. Scova nel negozio di antiquariato del signor Gruber un antico libro, prezioso, che verrà rubato e del cui furto verrà sospettato un fascinoso attore. Durata 95 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

La ragazza nella nebbia – Thriller. Regia di Donato Carrisi, con Toni Servillo, Alessio Boni, Galatea Renzi, Michela Cescon e Jean Reno. Lo scrittore Carrisi passa dietro la macchina da presa, adattando per lo schermo un suo romanzo di successo. Narrando del detective Vogel inviato in un piccolo paese di montagna, vittima sotto choc di un incidente, incolume ma con gli abiti sporchi di sangue, un mite e paziente psichiatra che tenta di fargli raccontare quanto è accaduto. Vogel è lì per occuparsi della sparizione di una ragazzina di soli sedici anni, avvenuta alcuni mesi prima: un groviglio di segreti che arriva dal passato, un piccolo paese dove nulla è ciò che sembra e nessuno dice tutta la verità. Impianto ferreo ma pure con qualche scricchiolio nella parter finale; soprattutto un gioco di scatole cinesi che suona come uno snocciolarsi di colpi di scena ma che è anche un aggrovigliarsi che sbanda e fuoriesce dal campo della chiarezza. Servillo è ormai Servillo, quasi monumento a se stesso, Boni produce qualche bella emozione in più, la Cescon piuttosto inverosimile, gli altri a far parte di un piccolo presepe di montagna ormai cristallizzato. Comunque se dovessimo buttar giù una classifica con “L’uomo di neve” l’Italia batterebbe la fredda Norvegia per molti punti a zero: da noi c’è parecchia più vita, pur tra rapimenti e morti. Durata 127 minuti. (Ambrosio sala 3, Eliseo Rosso, Reposi, Uci)

 

Saw: Legacy – Horror. Regia di Michael e Peter Spierig, con Tobin Bell e Laura Vandervoort. Se il seriakiller di un tempo è morto, eccone un altro fresco fresco con la stessa volontà, a voler far fuori quanti si sono prodotti in crimini e colpe per i quali dovranno pagare. E se fosse Kramer tornato a continuare la proprie personali vendette? E se al contrario qualcuno ne volesse emulare le gesta (e gli effettacci)? Durata 91 minuti. (The Space, Uci)

 

La signora dello zoo di Varsavia – Drammatico. Regia di Niki Caro, con Jessica Chastain e Daniel Bruhl. Storia vera, ispirata a Antonina Zabinski che con il marito dirige la struttura dello zoo della capitale polacca, bombardata e occupata dalle forze naziste. Con l’inizio delle deportazioni verso i campi di concentramento, nel 1942, la coppia inizia a nascondere intere famiglie all’interno del luogo. Sarà l’inizio della salvezza. Durata 127 minuti. (Lux sala 2, The Space. Uci)

 

Terapia di coppia per amanti – Commedia. Regia di Alessio Maria Federici, con Ambra Angiolini, Pietro Sermonti e Sergio Rubini. Tratto da un romanzo di Diego De Silva, narra di Viviana e Modesto, un tempo vivaci amanti ormai in definitivo tempo di crisi. Un aiutino per salvare la loro situazione, se possibile, e con essa quella delle rispettive famiglie: ed ecco allora che non si può far altro che rivolgersi ad un terapeuta che ha la faccia di Rubini. Pure lui non privo di qualche piccolo problema da risolvere in campo sentimentale. Durata 97 minuti. (Reposi)

 

The Place – Drammatico. Regia di Paolo Genovese, con Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Sabrina Ferilli, Giulia Lazzarini, Silvio Muccini, Vittoria Puccini, Vinicio Marchioni, Alessandro Borghi. Un film corale, un’ambientazione unica, una bella carrellata di attori italiani per altrettanti personaggi che Paolo Genovese – l’autore di quel piccolo capolavoro che è “Perfetti sconosciuti” – ha basato su una serie americana, ripensata e adattata, “The Booth at the Edge”, creta dall’autore e produttore Christopher Kubasik nel 2010. Un uomo misterioso, giorno e notte ospite abituale di un bar, con il suo tavolo sul fondo del locale, e personaggi e storie che a lui convogliano, di uomini e donne, lui pronto a esaudire desideri e a risolvere problemi in cambio di alcuni “compiti” da svolgere. Tutti saranno pronti ad accettare quelle richieste? Durata 105 minuti. (Ambrosio sala 2, Massaua, F.lli Marx sala Harpo, Greenwich sala 2, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

The Big Sick – Commedia drammatica. Regia di Michael Showalter, con Zoe Kazan, Kumail Nanjiani e Holly Hunter. È l’autobiografia del protagonista maschile del film, un giovane comico che di giorno a Chicago guida il suo taxi per conto di Uber e che la sera si fa conoscere nei piccoli club della città. La famiglia crede molto in lui, ritenendolo uno studente di successo e un ragazzo destinato al miglior partito pakistano che si possa immaginare. Sino al precipitare delle cose, l’amore che unisce Kumail e Emily, bianca e ancor più sposata, la malattia di lei, le due diverse famiglie che si ritrovano allo stesso capezzale. Durata 120 minuti. (Ambrosio sala 1, Due Giardini sala Nirvana, The Space, Uci)

 

The broken Key – Fantascienza. Regia di Louis Nero, con Andrea Cocco, Geraldine Chaplin, Rutger Hauer, Franco Nero, Christopher Lambert e Michael Madsen. Nel futuro descritto dal film la carta è diventata un bene prezioso, quindi è proibito stampare e le biblioteche sono luoghi cui pochi studiosi possono accedere. L’arrivo in Italia di un celebre accademico è l’occasione per indagare su una serie di delitti, con strane testimonianze e indizi che scomodano Dante e Hieronymus Bosch. Girato in parte a Torino e in località facilmente riconoscibili dal pubblico piemontese. Solita compagnia di celeberrimi attori che da sempre (ri)vivono nel cinema di Nero. Durata 120 minuti. (Greenwich sala 1, Ideal, The Space, Uci)

 

The Square – Drammatico. Regia di Ruben Östlund, con Elisabeth Moss, Dominic West, Claes Bang, Terry Notary e Linda Anborg. Palma d’oro all’ultimo Cannes. Protagonista del film è Christian, curatore di un importante museo di Stoccolma, divorziato e amorevole padre di due bambine, sempre all’inseguimento delle buone cause. Nel museo c’è grande fermento per il debutto di un’installazione, “The Square”, che invita all’altruismo e alla condivisione: ma quando gli viene rubato il cellulare per strada, Christian reagisce in modo scomposto. Nel frattempo, l’agenzia che cura le pubbliche relazioni del museo crea un’inaspettata campagna pubblicitaria a promuovere l’installazione, ottenendo una risposta da parte del pubblico che manda in crisi sia Christian che il museo stesso. Durata 142 minuti. (Massimo sala 1 anche in V.O., Nazionale sala 2)

 

Thor: Ragnarok – Fantasy. Regia di Taika Waititi, com Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Cate Blanchett e Tom Hiddleston. Il verde Hulk a dare una mano al dio del tuono, questa volta privato del suo fantastico martello e in lotta con Hela, la dea della morte, che vorrebbe prendersi il trono di Asgard, e ancora prigioniero in una terra lontana dove è costretto a combattere per il piacere di un tiranno amante del rischio e pronto a manipolare le deboli vite altrui. Durata 130 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Una questione privata – Drammatico. Regia di Paolo e Vittorio Taviani, con Luca Marinelli, Lorenzo Richelmy e Valentina Bellè. Dal romanzo di Beppe Fenoglio. “Over the rainbow” è il disco più amato da tre ragazzi nell’estate del ’43. Si incontrano nella villa estiva di Fulvia, che gioca con i sentimenti di entrambi: con quelli di Milton, pensoso e riservato, con quelli di Giorgio, bello ed estroverso. Un anno dopo Milton, partigiano, si ritrova davanti alla villa di Fulvia ormai chiusa, il custode lo riconosce e insinua un dubbio, che Fulvia, forse, abbia avuto una storia con Giorgio. Ogni cosa pare fermarsi per il ragazzo, la vita, le amicizie, la lotta partigiana, è ossessionato dalla gelosia e vuole scoprire la verità. Deve ritrovare Giorgio ma l’amico di un tempo è stato fatto prigioniero dai fascisti. Atmosfere tavianiane, le colline delle Langhe scambiate con montagne della val Maira, tutto pare molto teatrale ma come privo di anima, sognano l’età dell’oro della “Notte di San Lorenzo” che non arriva, la Bellè e Richelmy sono due belle quanto insignificanti statuine, Marinelli unico cerca di costruire veri sentimenti. Meglio tornare alla scrittura di Fenoglio. Durata 84 minuti. (Romano sala 1)

Vittoria e Abdul – Drammatico (ma piuttosto commedia). Regia di Stephen Frears, con Judy Dench, Ali Fazal, Michael Gambon e Olivia Williams. Nel 1887 Abdul lascia l’India per Londra, per poter donare alla regina settantenne, sul trono da oltre cinquant’anni, una medaglia, proprio in occasione del suo Giubileo d’Oro. La sovrana è attratta dalla cultura che l’uomo porta con sé, dalla sua giovinezza e dalla prestanza, contro lo scandalo che il suo nuovo amico semina in tutta la corte, che non esita a bollarla come pazza. Più “storiucola” che Storia, a tratti imbarazzante per quell’aria di operetta senza pensieri che circola all’interno: naturalmente per il regista di “Philomena” (da ricordare) e di “Florence” (da dimenticare) il ventiquattrenne Abdul è senza macchia, la vecchia e inamidata corte inglese da mettere alla berlina e allo sberleffo, il piccolo entourage regale che grida “sommossa” se ne ritorna tranquillo a servire la vecchia sovrana. Ma ci voleva ben altro polso e visuale, e qui Frears ha tutta l’aria di voler andare in pensione. Durata 112 minuti. (Ambrosio sala 3)

Nati con la cultura: ecco i musei “formato famiglia”

Sono 32 i musei che ad oggi hanno aderito a “Nati con la Cultura”, il progetto concepito all’Ospedale Sant’Anna di Torino dalla Onlus Fondazione Medicina a Misura di Donna e cresciuto in una logica di sistema con Abbonamento Musei e Osservatorio Culturale del Piemonte per individuare i requisiti e le caratteristiche che deve avere un museo per potersi definire davvero a misura di famiglie e bambini.

Questa la lista dei primi musei “family e kids friendly” a Torino e Piemonte che si sono accreditati ufficialmente al progetto ricevendo la relativa certificazione. Altre realtà stanno lavorando al percorso.Nell’area del capoluogo piemontese e provincia figurano: Borgo e Rocca Medievale, Camera Centro per la Fotografia, GAM Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, Museo Egizio, MAO Museo d’Arte Orientale, MEF Museo Ettore Fico, MUSLI Museo della scuola e del libro per l’infanzia – Palazzo Falletti di Barolo,  Museo Nazionale del Cinema, MAUTO Museo Nazionale dell’Automobile, Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, Palazzo Madama – Museo d’Arte Antica, PAV Parco d’Arte Vivente,  Pinacoteca dell’Accademia Albertina, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, la Venaria Reale, Palazzina di Caccia di Stupinigi, Infini.TO Parco Astronomico. In regione, invece, troviamo: Atlante dei Suoni (Venasca), Ecomuseo Sogno di luce (Alpignano), Casa Cavassa/La Castiglia (Saluzzo), Museo Son de Lenga (Dronero), Castello di Miradolo (San secondo di Pinerolo), Giardino Botanico di Oropa, Museo Camillo Leone (Vercelli), Museo Civico di Cuneo, Museo del Tesoro del Duomo (Vercelli), Museo Civico A. Garda (Ivrea), Museo Valdese (Torre Pellice), Palazzo Mazzetti (Asti), WIMU Museo del Vino (Barolo). Vincitore della prima edizione del bando OPEN di Compagnia di San Paolo, il progetto è coordinato dall’Associazione Abbonamento Musei.it ed è dedicato allo sviluppo dei pubblici, proponendosi di contribuire a dare voce alla capacità dei Musei di far parte della vita delle famiglie e dei bambini fin dai primi passi e a creare le condizioni per renderli sempre più “casa”.  Musei che siano percepiti dalla collettività come luoghi a misura di famiglie e bambini”, risorsa attiva di una comunità educante. La Cultura fa bene alla Salute, fin dai primi giorni di vita. Oggi sono scientificamente provati gli effetti di diversi stimoli sensoriali su specifiche aree del cervello che influenzano la capacità di relazionarci con noi stessi e l’ambiente che ci circonda. La partecipazione culturale attiva e la qualità  dell’ambiente sono risorse che contribuiscono al ben-essere, allo sviluppo e potenziamento creativo, a partire dai primi 1000 giorni di vita. Portare i bambini al museo, dunque, non è soltanto uno svago diverso dal solito, ma è soprattutto un percorso di crescita di tutta la famiglia e di avvicinamento alla cultura che può contribuire a formare cittadini più attivi, più informati. Per questo è fondamentale che anche i luoghi della cultura sappiano quali siano le caratteristiche e i servizi che li rendono a misura di bambini e famiglie. Quali sono dunque queste caratteristiche? Innanzitutto l’accessibilità fisica degli spazi, poi il fasciatoio, un’area relaxmateriale dedicato ai più piccoli per rendere gradevole la permanenza in museo e attività ad hoc durante tutto l’annoIn questi musei inoltre è possibile accedere gratuitamente con il Passaporto Culturale nel primo anno di vita del bambino, insieme a due accompagnatori adulti (un ingresso per ognuno dei musei accreditati). Il Passaporto è consegnato attualmente dai medici con il kit della Salute all’atto della nascita all’Ospedale sant’Anna di Torino, che raccomandano la partecipazione culturale come ingrediente per uno sano stile di vita per una buona crescita. Per i nuovi nati nella Regione in altre realtà  può essere scaricato dal sito www.naticonlacultura.it. I dati raccolti durante le ricerche e i focus group con musei e genitori hanno prodotto un Decalogo per la realizzazione di un museo “a misura di bambino”, una serie di buone norme che, se rispettate insieme ai servizi sopra indicati, permetteranno anche ad altri musei di ottenere la certificazione “Nati con la cultura”:

1) Il museo è un luogo di cittadinanza e aggregazione

2) è uno spazio vivo

3) è una casa accogliente

4) trasmette positività

5) non avere paura di chiedere e interagire con il personale

6)  puoi scoprire servizi per te e per i tuoi bambini

7) essere flessibili

8) toccare o non toccare? Si può fare..

9) l’esperienza al museo non finisce con la visita

10) il museo non è un’isola ma un puzzle molto ricco a tua disposizione

Il progetto ha ottenuto il patrocinio di FIMP Federazione Italiana Medici Pediatri, SIN Società Italiana di Neonatologia, AGUI Associazione Ginecologi Universitari Italiani, SIGO Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, AOGOI Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani.

L’immagine di Nati con la Cultura è l’opera “Welcome newborn” dell’artista torinese Cornelia Badelita. 

L’attesa è finita! Al via il nuovo TFF

E’ stato svelato durante la conferenza stampa che si è svolta alla Casa del Cinema di Roma l’intero programma della 35esima edizione del Torino Film Festival (24 novembre – 2 dicembre).Nella stessa giornata presso il Cinema Massimo di Torino si è tenuta invece la conferenza stampa torinese

I biglietti e gli abbonamenti a tariffa intera potranno essere preacquistati sul sito del festival www.torinofilmfest.org
La prevendita online è attiva dal giorno 14 novembre alle ore 14.00 circa e continuerà per tutta la durata della manifestazione, fino a 24 ore prima dell’inizio di ogni proiezione. 
 

I biglietti e gli abbonamenti acquistati in prevendita dovranno essere ritirati durante il Festival presso le casse dei cinema nei normali orari di apertura, presentando il codice ricevuto all’atto dell’acquisto. Per il ritiro è consigliabile presentarsi con un anticipo di almeno 15 minuti rispetto all’inizio della proiezione.

La cerimonia di inaugurazione, la successiva proiezione del film “Finding Your Feet” di venerdì 24 novembre e la cerimonia di premiazione di sabato 2 dicembre sono esclusivamente a inviti.

Clicca  qui per scaricare l’intero programma

Improvvisazione teatrale, ecco il festival

Dal 17 al 22 novembre 2017, Hub multiculturale Cecchi Point, Torino

Torna anche quest’anno ISTANTANEO, il Festival internazionale di improvvisazione teatrale organizzato e promosso dall’Associazione culturale Quinta Tinta, da sempre attenta a creare collaborazioni con altre realtà teatrali e ad aprire i suoi confini geografici e artistici. Il Festival, giunto alla sua XX edizione, è considerato il più importante evento di improvvisazione teatrale a livello nazionale; nel 2015 è stato insignito dell’EFFE Label, riconoscimento di qualità a livello europeo.

 

Il Festival si sviluppa nell’arco di una settimana presso l’Hub multiculturale Cecchi Point a Torino, dove ha sede dal 2011. Dal 17 al 19 novembre 2017 si mettono in scena spettacoli serali aperti a tutto il pubblico e pomeridiani per le famiglie; si prosegue dal 20 al 22 novembre 2017 con mattinate riservate a scuole e università con spettacoli in lingua tedesca.

 

Lo spirito che anima ISTANTANEO è quello di invitare sul palco artisti stranieri e italiani stimolando lo scambio, la ricerca e la contaminazione di stili e linguaggi e fornendo l’occasione di presentare al pubblico spettacoli inediti. Il Festival prosegue, inoltre, il percorso di apertura nei confronti delle altre arti e forme creative: l’improvvisazione, infatti, non è fenomeno legato solo al teatro, ma pratica e strumento utilizzato da molteplici espressioni artistiche.

 

Il programma del festival di quest’anno è immerso nella cultura tedesca. Sono state invitate la compagnia

austriaca Quintessenz Impro di Vienna, con Marc Illich, la compagnia tedesca Theater ohne probe di Berlino, conSusanne van Dyk, la compagnia austriaca Theater-im-Bahnhoff di Graz con Lorenz Kabas che insieme agli attori della Compagnia Quinta Tinta di Torino, realizzeranno produzioni inedite e spettacoli storici del mondo improvvisativo. Come da tradizione, sono anche invitati giovani improvvisatori professionisti italiani che si sono particolarmente distinti nelle loro compagnie teatrali locali.

Durante il Festival sono inoltre attivati diversi workshop in cui gli artisti, italiani e stranieri, hanno l’opportunità di lavorare insieme alla creazione di spettacoli inediti, produzioni del Festival. Alcuni workshop sono dedicati alla formazione specialistica degli allievi delle scuole di improvvisazione, altri sono aperti ai neofiti.

 

BIGLIETTI
I biglietti possono essere acquistati presso la sala teatrale prima dell’inizio dello spettacolo. In alternativa, possono essere prenotati via email (teatro@quintatinta.it) entro le ore 18 del giorno dello spettacolo; ritiro dei biglietti all’apertura della cassa.

 

*Spettacoli serali: intero 10€; ridotto 7€ (under 18, over 65, studenti, prenotazione via mail); ridotto 5€ ridotto (residenti quartiere Aurora e scuole di improvvisazione)
*Mattinate per le scuole in tedesco: 5€

*Pomeridiana per bambini: 4€ / 3€ (residenti Aurora)

COLLABORAZIONI
ISTANTANEO ha il patrocinio della Circoscrizione 7 del Comune di Torino e il sostegno del Goethe Institut di Torino. Nella sua realizzazione, il Festival si avvale della collaborazione delle seguenti realtà:
HUB multiculturale CECCHI POINT – Il centro è attivo dal 2002 grazie al Progetto Adolescenti e Giovani (P.A.G.) in collaborazione con la Circoscrizione 7 e il Settore Politiche Giovanili del Comune di Torino. Nel 2011 è diventato Casa di Quartiere ed è gestito dall’Associazione Il Campanile Onlus. Il Cecchi Point collabora attivamente all’iniziativa e la sostiene con la concessione degli spazi. È la sede operativa dell’Associazione Quinta Tinta e il punto centrale del Festival.
IMPROTEATRO  – Associazione culturale nazionale, fondata con l’obiettivo di creare una rete di scambio per la promozione dell’improvvisazione teatrale. Si occupa di formazione, produzione e promozione spettacoli, organizzazione eventi, festival e raduni nazionali dei soci. È co-organizzatore del Festival e lo sostiene attraverso un contributo e mettendo a disposizione i propri canali di comunicazione.
Volo2006 – È il progetto di volontariato della Città di Torino, che dopo le Olimpiadi ha raccolto il desiderio di proseguire il sostegno volontario alle iniziative culturali a Torino. I Volo2006 sono ormai presenza volontaria fissa al Festival.

 

ASSOCIAZIONE CULTURALE QUINTA TINTA

Quinta Tinta, costituita a Torino nel 1997, si occupa di promuovere l’improvvisazione teatrale come disciplina peculiare e caratteristica, sia a livello di spettacolo, sia di formazione. Opera in rete e in cooperazione con altre 20 associazioni, presenti in 30 città italiane, consociate in una struttura nazionale denominata IMPROTEATRO. Di grande portata è anche la rete internazionale che si è andata consolidando nel corso degli anni. L’associazione coordina le attività di: una compagnia teatrale professionale; un gruppo teatrale amatoriale; una scuola di formazione teatrale comprendente un biennio di improvvisazione e corsi avanzati di approfondimento; laboratori scolastici; teatro d’impresa. Dal 2010 la Compagnia Quinta Tinta si occupa della direzione artistica della Casa di Quartiere Hub Cecchi Point diventando nel 2015 compagnia residente del progetto Cortocircuito di Piemonte dal Vivo.

 

Photo credits: edizione 2016 del Festival Istantaneo. Foto di Alice Garelli.

Wonder(L)and di Simona Bertozzi, luogo della meraviglia

«Provare meraviglia ci riporta al thaumazein aristotelico, all’oscillazione tra il sorprendente e il perturbante, tra la “gioiosa” perentoria affermazione del proprio agire e il disorientamento, l’impatto che ci sorprende quando una visione o un evento, di qualsivoglia natura, sopraggiunge a mutare il nostro sguardo verso le cose»: la danzatrice e coreografa Simona Bertozzi introduce il senso di Wonder(L)and, composito progetto biennale da lei ideato la cui ultima residenza legata al bando ResiDanceXL 2017 della Rete Anticorpi XL – Network Giovane Danza d’Autore, di cui è risultata vincitrice, si concluderà giovedì 16 novembre alle ore 18 alla Lavanderia a Vapore di Collegno, a pochi chilometri da Torino. Le residenze del progetto biennale Wonder(L)and della Compagnia Simona Bertozzi | Nexus sono pensate come momenti di incontro in cui si trovano a dialogare e interagire gruppi di performer/danzatori, musicisti e studiosi. Le tappe legate al bando ResiDanceXL 2017 (realizzate tra settembre e novembre 2017 a Bassano del Grappa, Teramo, Santarcangelo di Romagna e infine a Torino) hanno coinvolto differenti presenze e prodotto peculiari materiali di ricerca pratica e teorica. La sezione torinese del progetto, denominata I and this mystery, here we stand, avrà per protagoniste Simona Bertozzi, Elena Giannotti e Roberta Mosca. Già interpreti, rispettivamente, per William Forsythe e Rosemary Butcher, Mosca e Giannotti sono da tempo dedite a un proprio percorso autoriale con collaborazioni e attività in ambito internazionale. Le tre coreografe hanno incrociato le loro prospettive di ricerca e pratica, orientando l’esercizio e il gesto intorno a meraviglia e stupore, orizzonti tematici di Wonder(L)and.Il progetto proseguirà nel 2018 con il consolidamento di alcuni percorsi avviati, verso la creazione di nuovi spettacoli di Compagnia.

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Wonder(L)and è realizzato con il contributo di MIBACT e Regione Emilia Romagna, con il contributo di ResiDance XL – luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche azione della Rete Anticorpi XL – Network Giovane Danza D’autore coordinata da L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino e con il sostegno di h(abita)t – Rete di Spazi per la Danza/Mousikè.

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La Lavanderia a Vapore si trova in Corso Pastrengo 51 a Collegno (TO).

Info sulla Compagnia Simona Bertozzi | Nexus: http://www.simonabertozzi.it/.

La bellezza contro rassegnazione, paura e omertà

La bellezza può essere insegnata e, anzi, se ciò venisse fatto si fornirebbe alle persone una preziosa arma contro la rassegnazione, la paura e l’ omertà. Questo è stato il nucleo del lavoro teatrale andato in scena sabato 11 novembre scorso al Teatro Le Serre di Grugliasco dal titolo, appunto, “Dialogo sulla bellezza”, con Pif e il magistrato Gian Carlo Caselli. Ha inaugurato la stagione teatrale della compagnia Viartisti Teatro e fa parte del progetto pilota di Alta formazione del pubblico dal titolo “Il teatro che bonta’! Spettatori si nasce o si diventa? “, in programma fino a gennaio 2018. Il prossimo evento del ciclo si terra’ domenica 26 novembre prossimo alle 21 sempre al Teatro Le Serre, con Grazia di Michele in concerto acustico, accompagnata alla chitarra da Fabiano Lelli.


Lo sguardo di un artista capace di raccontare la realtà della mafia con la leggerezza e la bellezza dei cieli aperti è stato affiancato, sabato 11 novembre scorso, a quello di un magistrato, già Procuratore della Repubblica, come Gian Carlo Caselli, che ha dedicato la propria vita alla lotta contro e mafie, dando vita a un dialogo originale e intenso sulla necessità etica della Bellezza nella vita di un Paese. L’artista e il magistrato si sono proposti nella serata come costruttori di bellezza e hanno sottolineato come questo valore coincida con l’applicazione della legge e con il negativo di tutto ciò che è bruttezza, incarnata dalle mafie, dalla immoralità e dagli abusi edilizi.

Si attribuisce a Peppino Impastato un discorso che, in realtà, lui non pronunciò mai. Ma poco importa. Forse l’importante è proprio quel concetto di bellezza che emerge dal discorso pronunciato dall’attore, Luigi Lo Cascio che, nel film “I cento passi”, ha interpretato Giuseppe Impastato, detto Peppino, militante comunista, giornalista e poeta, ucciso nel maggio del ’78, dietro ordine del boss Gaetano Badalamenti, uno dei massimi esponenti di Cosa Nostra, e per il cui delitto le condanne giunsero solo 25 anni dopo.

“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omerta’. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso ci si abitua con pronta facilità,si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinuino più l’abitudine e la rassegnazione, ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”.

Nel corso dell’evento teatrale è stata anche sottolineata, in un dialogo spesso costellato da un tono ironico e battute anche scherzose, l’importanza della proposta di una riforma costituzionale per inserire il riconoscimento da parte della Repubblica italiana della bellezza come valore e elemento costitutivo della Repubblica stessa. La bellezza di cui hanno parlato Pif e Gian Carlo Caselli, che si basa sulla concezione elaborata da Pippo Impastato, si concentra su due elementi: il rispetto delle regole e quello degli altri. I principali motori della vita sono due, la bellezza che s’impone come obiettivo la tutela dell’essere umano e quella spirituale. È anche stato dato largo respiro durante lo spettacolo alle figure dei magistrati uccisi da Cosa Nostra Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, sottolineando il fatto che, durante la loro carriera dedicata a sconfiggere la mafia, siano stati oggetto di invidia e di pesanti attacchi da parte dei loro stessi colleghi magistrati.

ms

“The Broken Key”. Alla ricerca del Sacro Graal

Il 14 novembre prossimo al cinema Ideal anteprima del nuovo film del regista torinese Louis Nero. Nel cast di eccezione Franco Nero e Rutger Hauer 

 

 

Dopo aver esplorato i segreti di Dante nel docufilm intitolato “Il mistero di Dante”, il regista torinese Louis Nero è tornato dietro la macchina da presa, immergendosi nuovamente nei misteri della storia italiana e scegliendo, ancora una volta, una città ricca di esoterismo e di radici mitiche quale Torino. Lo ha fatto con il suo ultimo film dal titolo The Broken Key, che vanta un cast di tutto rispetto, con attori quali Christopher Lambert, Rutger Hauer (l’attore in Blade runner, protagonista del monologo “Ho visto cose che voi umani. ..”), Geraldine Chaplin, William Baldwin, Michael Madsen, Franco Nero, Kabir Bedi e Maria De Medeiros. Il film, che uscirà nelle sale dal 16 novembre prossimo, verrà presentato in anteprima in una serata speciale per il pubblico martedì 14 novembre prossimo, con proiezione alle 21.30 al cinema Ideal di Torino, in corso Beccaria 4. ” The Broken Key – spiega il regista Louis Nero – vuole rappresentare la ricerca del Sacro Graal, che si concentra nella chiave spezzata. Il protagonista, il ricercatore inglese Arthur J. Adams, viene spinto a compiere questo percorso avventuroso dal suo mentore, il professor Moonlight.

La sua ricerca del frammento mancante di un antico papiro, protetto dalla misteriosa confraternita dei seguaci di Horus, risulta ostacolata da una serie di misteriosi omicidi legati ai sette peccati capitali. Uno di questi, l’accidia, è impersonato dall’attrice Geraldine Chaplin, che è anche il guardiano del paradiso celeste, con sede nella Mole, punto centrale di tutto il film”. “Sono tuttavia molte le location che ho scelto per girare il film – aggiunge Louis Nero – tra cui alcune delle più belle piazze torinesi, quali piazza Castello e piazza Statuto, carica di esoterismo, alcuni palazzi prestigiosi come Palazzo Cisterna, dove ho collocato l’abitazione del professor Moonlight, il Palavela, dove ho girato alcune scene sul tetto, la galleria di Diana della Reggia di Venaria, il Museo Egizio e la Sacra San Michele, sede del paradiso terrestre”. “Il protagonista del mio film – conclude Louis Nero- dovrà anche addentrarsi nei meandri di una metropoli del futuro, una Torino del 2033, specchio della sua anima, dove circoleranno soltanto più quali auto delle Jaguar degli anni Settanta, ma riattualizzate in versione elettrica e con I Pad sul cruscotto, e sarà lì che riuscirà a ritrovare il pezzo mancante della chiave e a salvare l’umanità”.

 

Mara Martellotta

 

Fausto Melotti. Quando la musica diventa scultura

FINO AL 18 FEBBRAIO 2018 San Secondo di Pinerolo (Torino)

La sua prima mostra, ospitata nel 1935 alla Galleria “Il Milione” di Milano, dove espose opere di pura “astrazione musicale”, fu impietosamente stroncata nientemeno che dall’allora futurista Carlo Carrà, che le dichiarò “opere intelligenti, ma non sculture”. Troppo spigolose, troppo essenziali, prive di pathos. Troppo astratte (e per di più con quella strana declinazione al “musicale”) per essere allora comprese nella loro intima cifra stilistica ed emozionale. Si dovrà arrivare del resto agli anni Sessanta – con Calder o con Giacometti, solo per fare qualche nome – per concedere anche alla scultura quell’“audacia concettuale” già in precedenza sperimentata senza grossi inciampi interpretativi in campo pittorico. Certo, per l’allora trentaquatrenne Fausto Melotti (Rovereto, 1901 – Milano, 1986), dovettero rappresentare un boccone piuttosto amaro le dure parole riservate da cotanto maestro alla sua opera, dove “la musica– scriveva l’artista – mi ha richiamato, disciplinando con le sue leggi, distrazioni e divagazioni in un discorso equilibrato”. Ma non per questo allentò la forte passione e la voglia di ricerca tesa alla realizzazione della “forma pura” su cui per anni aveva lavorato a Torino nello studio di Pietro Canonica e poi all’Accademia di Brera a Milano come allievo di Adolfo Wildt e fianco a fianco con Lucio Fontana con cui strinse un lungo importante sodalizio, aderendo anche al “Kn”, il Manifesto di Carlo Belli, che Kandinsky definì come il “Vangelo dell’arte astratta”, così come al movimento parigino “Abstraction-Création”. Per non dimenticare la convinta partecipazione, insieme al gruppo degli astrattisti milanesi, alla prima mostra collettiva di arte astratta tenutasi nello studio di Casorati e Paulucci a Torino. Ingegnere per formazione (si laureò al Politecnico di Milano nel 1924, diplomandosi nello stesso anno anche come pianista professionista) ed artista per vocazione, a Melotti – che alla giusta notorietà arriverà alla fine degli anni Sessanta con due grandi personali meneghine alla “Toninelli” e a “Palazzo Reale” seguite da un’altra dedicatagli dal “Forte Belvedere” di Firenze, affermandosi come uno dei massimi esponenti dell’arte del Novecento – la “Fondazione Cosso” dedica, nelle sale del Castello di Miradolo, una bella retrospettiva dal titolo esemplare, “Quando la musica diventa scultura”, tesa anche a festeggiare (anniversario nel 2018) i primi dieci anni di attività della Fondazione. Artista poliedrico, Melotti fu insieme scultore, pittore, ceramista, scrittore e grande appassionato di musica. Della sua ricerca creativa, la mostra, curata da Francesco Poli e da Paolo Repetto, vuole sottolineare i due principali aspetti: da un lato i temi connessi alla sua profonda ispirazione musicale (con sculture che ricordano partiture musicali, perfino nei titoli che vanno da “Preludio” a “Contrappunto piano” così come a “Tema e Variazione” o a “Scala Musicale”), dall’altro quelli con valenze “più narrative, mitiche e favolistiche”. Il tutto attraverso un percorso espositivo contraddistinto da oltre ottanta opere – dalle note sculture in ottone e acciaio, alle raffinatissime ceramiche e ai dipinti, in prevalenza tecniche miste su carta o su pannelli in gesso – esposte in quattordici sale del Castello, dov’ è possibile apprezzare anche la bellezza e la singolarità dei suoi “pensieri” e “aforismi”. Di grande interesse anche la sezione centrale della rassegna “Assonanze”, dove le opere di Melotti sono poste a “dialogare” con quelle di grandi artisti che ne influenzarono la produzione o con i quali si legò di profonda amicizia. A cominciare da Fortunato Depero, anche lui roveretano e frequentato nella città capoluogo della Vallagarina, insieme all’architetto Gino Pollini – fra i fondatori del razionalismo italiano – al compositore Riccardo Zandonai e soprattutto al nipote prediletto, il celebre pianista Maurizio Pollini, del quale incoraggiò la carriera; per proseguire con Arturo Martini, Giorgio De Chirico, via via fino a Giorgio Morandi, Paul Klee, Vassili Kandinsky, Joan Mirò, Alexander Calder, Lucio Fontana per finire con Osvaldo Licini, Atanasio Soldati ed Ezio Gribaudo. A fare da suggestivo corollario all’esposizione, anche un’inedita installazione sonora di Roberto Galimberti (progetto artistico “Avant-dernière pensèe”), sulle note della rara partitura “44 Harmonies from Apartment House 1776”, composta da John Cage nel 1976 e presentata nella versione per quartetto d’archi di Irvine Arditti. E, in conclusione una particolare novità: la rassegna prevede infatti uno speciale allestimento per i più piccoli, per le scuole e le famiglie, dal titolo “Da un metro in giù”, con spazi espositivi che si compongono di pareti tattili e sensoriali, di quadri luminosi e pavimenti trasformati in scacchiere, mondi di narrazioni e personaggi immaginari.

Gianni Milani

“Fausto Melotti. Quando la musica diventa scultura” – Fondazione Cosso – Castello di Miradolo, via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (To), tel. 0121/376545 – www.fondazionecosso.com Fino al 18 febbraio 2018 – Orari: ven. 14/18,30; sab. dom. e lun. 10/18,30 tutti i giorni possibilità di visita su prenotazione

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Nelle immagini:

– Fausto Melotti: “Scultura n. 11”, gesso, 1934

– Fausto Melotti: “Preludio II”, ottone, 1961

– Fausto Melotti: “Contrappunto piano”, ottone, 1973

– Fausto Melotti: “Kore”, ceramica, 1950

– Fausto Melotti: “Scultura n. 16”, 1935

Omaggio a Ceronetti

A Palazzo Cisterna, sede della Città Metropolitana di Torino (via Maria Vittoria, 12), avrà luogo l’OMAGGIO A GUIDO CERONETTI, TORINESE FUORI ORDINANZA. UN POETA CONTRO IL CONFORMISMO ED IL CONSUMISMO


L’omaggio a Guido Ceronetti, poeta, filosofo, scrittore, traduttore, giornalista, drammaturgo, che ha compiuto 90 anni l’agosto scorso, indagherà i multiformi aspetti del “genio” dell’autore, ad esempio, come traduttore dei classici latini e della Bibbia, come poeta anticonformista contro il consumismo imperante, come autore ed animatore del “Teatro dei Sensibili”, come assertore della scelta vegetariana.

Relazioni di: GUIDO DAVICO BONINO, storico del teatro; GIUSEPPE BIONDI, Ordinario di Lingua e Letteratura Latina; SARA KAMINSKI, Docente di Ebraico Moderno; VALTER VECELLIO, giornalista; CARMEN NICCHI SOMASCHI, Presidente nazionale dell’Associazione Vegetariana Italiana; GIOVANNI RAMELLA, critico letterario. Verrà inoltre proiettata la video intervista a Ceronetti realizzata dalla giornalista Vinicia Tesconi nella sua abitazione a Cetona. Coordinerà Marina ROTA.

Fois e la Grazia perduta

Un omaggio  all’unico premio nobel femminile italiano con una serata e un reading ispirati al “romanzo in forma di teatro” Quasi Grazia Sabato 18 novembre – ore 21 Biblioteca MoviMente piazzale 12 maggio 1944, 8 – Chivasso. Ingresso libero

Riscoprire Grazia Deledda insieme a Marcello Fois e al suo “romanzo in forma di teatro” Quasi Grazia con un incontro e un reading organizzati dal Premio Italo Calvino e dal Festival I luoghi delle parole. Sabato 18 novembre alle ore 21, negli spazi della biblioteca MoviMente di Chivasso, verrà reso omaggio all’unico premio Nobel femminile italiano a partire dalle pagine di un testo teatrale concepito per fornire un ritratto “in carne e ossa” della Deledda donna e scrittrice. Ad affiancare Marcello Fois nella riscoperta del valore letterario e della carica profondamente attuale di un’autrice troppo a lungo sottovalutata, saranno presenti Mario Marchetti, presidente del Premio Calvino, e le attrici Federica Bonani ed Eleni Molos, che proporranno alcune letture dal testo dello scrittore nuorese. «La mia idea, direi la mia ossessione, era che di questa donna, tanto importante per la cultura letteraria del nostro Paese, bisognasse rappresentare la carne. Come se fosse assolutamente necessario non fermarsi a una rievocazione “semplicemente” letteraria, quanto di una rappresentazione vivente». È con queste parole che Marcello Fois descrive il senso di Quasi Grazia (Einaudi, 2016), il testo teatrale con cui ha voluto celebrare una scrittrice che, ad oltre ottant’anni dalla morte, non ha ancora ricevuto il giusto riconoscimento, e di cui è necessario non solo rileggere l’opera, ma anche ricordare e ripercorrere l’esistenza: quella di una donna anticonformista, volitiva, troppo moderna per il suo tempo, e insieme, influenzata in modo profondo dai legami con una famiglia che osteggiò la sua vocazione letteraria, e con una terra, quella sarda, che non smise mai di chiamarla a sé. In Quasi Grazia, Fois fa emergere una Deledda intima, raccontandola attraverso tre momenti decisivi della sua vita. La immagina a Nuoro, la mattina in cui, a 29 anni, decide di lasciare la Sardegna e tutto quello che l’isola rappresenta; a Stoccolma, nel 1926, prima del conferimento del Nobel; a Roma, nel 1935, nell’ambulatorio medico in cui le viene diagnosticato il tumore che, un anno dopo, la porterà alla morte. Insieme a Grazia, Fois presenta le figure che più condizionarono la sua vita: la madre Francesca, che non condivise il suo entusiasmo per la letteratura e, anzi, osteggiò sempre il suo sogno di diventare scrittrice, e il marito Palmiro Madesani, che al contrario, si dedicò con tutto se stesso ad aiutare la moglie a realizzare la propria vocazione. Tre momenti, quelli immaginati da Fois, che permettono di seguire le tracce della vita di Grazia Deledda – della sua vocazione letteraria, della sua dedizione alla scrittura e della sua perseverenza all’interno di un contesto che non le riconosce il suo valore, del sodalizio con il marito Palmiro – ma che conducono anche a riflettere e interrogarsi sulla scrittura, l’amore coniugale, il ruolo della donna e il senso del fare artistico.  Quasi Grazia, per la regia di Veronica Cruciani e prodotta da Sardegna Teatro, ha debuttato a Nuoro il 27 settembre 2017. A interpretare il ruolo di Grazia Deledda Michela Murgia, al suo esordio sulla scena: «sarda, scrittrice e attivista per i diritti delle donne, era ideale per generare un effetto doppelgänger».

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Marcello Fois (Nuoro 1960) vive e lavora a Bologna. È un autore prolifico, non solo in ambito letterario, ma anche in campo teatrale, radiofonico e della fiction televisiva. Esordisce nel 1992 con il romanzo Picta, vincitore del Premio Italo Calvino. A questo sono seguiti numerosi altri libri, tra cui Nulla (Il Maestrale, 1997, Premio Dessì), Sempre caro (Il Maestrale – Frassinelli 1998, Premio Scerbanenco-Noir in festival e Premio Zerilli-Marimò, poi ripubblicato da Einaudi nel 2009), Gap (Frassinelli, 1999), Sangue dal cielo (Il Maestrale – Frassinelli, 1999), Dura madre (Einaudi, 2001), Piccole storie nere (Einaudi, 2002), L’altro mondo (Frassinelli – Il Maestrale, 2002), Materiali (Il Maestrale, 2002), Tamburini (Il Maestrale, 2004), Memoria del vuoto (Einaudi, 2007, Premio Super Grinzane Cavour, premio Volponi e premio Alassio), Stirpe (Einaudi, 2009), Nel tempo di mezzo (Einaudi, 2012, finalista al Premio Strega e al Premio Campiello), L’importanza dei luoghi comuni (Einaudi, 2013), Luce perfetta (Einaudi 2015), Quasi Grazia (Einaudi, 2016), Del dirsi addio (Einaudi, 2017).

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MARCELLO FOIS E LA GRAZIA PERDUTA: ALLA RICERCA DI DELEDDA DONNA E NARRATRICE

con Marcello Fois e Mario Marchetti, letture di Federica Bonani ed Eleni Molos

a cura del Premio Italo Calvino e del Festival I Luoghi delle Parole

sabato 18 novembre – ore 21 Biblioteca MoviMente – piazzale 12 maggio 1944, 8 – Chivasso

ingresso libero

www.premiocalvino.it

programma del Festival: http://www.associazione900.it