CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 710

La cultura a Torino tra saloni e salotti, circoli e fondazioni

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

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Il secondo tentativo di Milano nel 2018 non sarà cosa da ridere. Il capoluogo lombardo sta organizzandosi come sotto la Mole forse pochi immaginano

E’ un vecchio sogno dell’assessore regionale Parigi egemonizzare il Salone del Libro ,facendolo diventare un’emanazione del Circolo dei lettori, la sua creatura prediletta da cui ha spiccato il volo verso  la giunta Chiamparino. Addirittura si è detto che il circolo dei lettori doveva diventare una sorta di salone 365 volte all’anno.  C’è chi si è opposto, con argomentazioni più o meno diplomatiche e intelligenti,  a questa idea. Lo stesso Luca Beatrice ,presidente del Circolo dei lettori, ha temuto che il Circolo possa diventare il cassiere del Salone, mentre, in realtà ,come a tutti e’ noto, il cassiere resta la Regione per ambedue le realtà . Adesso si aggiungono le velleità  della Fondazione per la cultura del Comune che , dopo la scoppola  imposta dai grillini, e’ moribonda . La Fondazione commise gravi errori e fu un organo di egemonizzazione culturale non di poco conto e andrebbe chiusa più che ripensata. Cosa diversa e’ Torino Musei che, privata della sua presidente, e’ diventata una bella addormentata.  Tutta la vicenda  del Salone rivela l’incapacità di ragionare in grande, ma solo in una dimensione torinese  . Il Salone internazionale del libro dovrebbe diventare sempre più internazionale, se vuole competere con Milano e con le grandi capitali del libro mondiali , e sempre meno piemontese. Il Salone finora realizzato e ‘ stato troppo torinocentrico. 

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Il Circolo dei lettori che egemonizza la cultura torinese , facendo terra bruciata intorno  , fruendo di sede e contributi regionali che non ha nessun altro, non ha le caratteristiche  per gettarsi in una esperienza internazionale  come il Salone del Libro. Il Circolo dei lettori e’ ritrovo abituale di tanti pensionati che passano la giornata nei locali che furono del ben più illustre Circolo  degli artisti e ha un ruolo di mero intrattenimento che è la causa prima  del suo successo. Le strategie di alto profilo gli sono estranee. Ha una sala da 70 posti ,quando ha tentato di creare una sede estiva al Castello Medievale, ha dovuto velocemente  far marcia indietro . Il glorioso Circolo della Stampa rischia di snaturarsi , seguendo le logiche che lo hanno caratterizzato negli ultimi tempi e che riprendono quelle del circolo dei lettori  ,per tentare di fare anch’esso impresa sull’onda di via Bogino. Il Circolo dei lettori ha pervaso Torino, e ‘ giunto a Novara, ma il Salone internazionale del libro e’ un ‘altra cosa. Senza i ministeri il Salone non fa  nulla. Quello degli Esteri e ‘ decisivo. Il Circolo e’ cosa torinese che lega il Salone a Torino, ma non può fare la differenza per rendere il Salone davvero internazionale . E il secondo tentativo di Milano nel 2018 non sarà cosa da ridere. Milano sta organizzandosi come a Torino forse pochi immaginano. Il confronto sarà durissimo ed occorre ben altro che il Circolo creato da Antonella Parigi ,attuale assessore alla cultura della Regione Piemonte, per fronteggiare Milano. Per non dire di Francoforte.

 

quaglieni@gmail.com

I misteri di Portella della Ginestra

Mercoledì 13 settembre alle ore 18,00 presso il Circolo dei lettori di Torino, via Giambattista Bogino n°9,   la presentazione del romanzo “Senza Fili” di  Edoardo Guerrini edito da Salvatore Insenga Editore

 

1° maggio 1947: una folla di contadini, accompagnati da donne e bambini, raggiunge il pianoro di Portella della Ginestra, sopra Piana degli Albanesi, vicino a Palermo, per festeggiare il Primo Maggio e la vittoria alle recenti elezioni regionali del Blocco del Popolo. Dalle alture rocciose sovrastanti sono accolti dalle raffiche di mitra di Salvatore Giuliano e della sua banda, che provocano undici morti e ventisette feriti. Il Maggiore dei Carabinieri Alberto Sommese comanda le prime indagini e trova le prove del coinvolgimento di Giuliano. Ma molte cose non gli tornano: due anni dopo, seppur non più investito ufficialmente del caso, continuando le sue ricerche, scopre chi c’è dietro la strage. Nei primi anni ’90, un giovane giornalista che abita al nord, ritrova gli appunti da lui lasciati su questa “indagine segreta”. È suo nipote che vivrà da spettatore contemporaneo i principali avvenimenti dell’epoca, dal crollo del muro di Berlino, alla scoperta dell’organizzazione italiana paramilitare clandestina Gladio, fino alle stragi di Capaci e Via d’ Amelio. Prenderà quindi coscienza di quel che è il più grande male italiano: la presenza, tra i servitori dello stato, di forze nascoste che perseguono disegni oscuri. […]

Liberazioni, arti dentro e fuori dal carcere

Proiezioni, mostre, ospiti, incontri e premiazione dei bandi nazionali di cinema, fotografia e scrittura

LiberAzioni il primo Festival nazionale delle arti dentro e fuori dal carcere coordinato dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema si svolgerà a Torinotra il 7 e il 9 settembre presso la Casa Circondariale Lorusso e Cutugno Officine Caos – Casa di Quartiere Vallette proponendo numerosi incontri, proiezioni e reading con la restituzione dei film, delle fotografie e dei racconti in concorso attraverso i bandi nazionali rivolti a under35, detenuti e non.

La manifestazione artistica si apre con la presentazione del progetto presso la Casa Circondariale di Torino il 7 settembre mattina alla presenza di Chiara Appendino,Sindaca della Città di Torino con la videolettera di Moni Ovadia. La stessa sera, presso le Officine Caos, andrà in scena un concerto con le giovani realtà musicali del quartiereVenerdì 8 settembre mattina i detenuti potranno assistere alla proiezione del film documentario Ninna Nanna prigioniera di Rossella Schillaci che racconta la maternità in carcere. Nel pomeriggio sarà ospite speciale del Festival Ascanio Celestini che valorizzerà le letture e gli scatti in concorso, e a seguire un incontro sul tema dell’ergastolo alla presenza dei rappresentanti di Nessuno tocchi Caino e la proiezione di Spes contra spem. Alla sera sarà nuovamente protagonista il quartiere con la proiezione di Da Le Vallettecurato da Videocommunity. Sabato 9 settembre sarà il giorno del cinema e dei dodici film in concorso, di cui tre in anteprima nazionale, ma anche della presentazione del XII rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione e delle attività del Museo della Memoria carceraria di Saluzzo. L’8 e il 9 sarà offerto un aperitivo a cura di Liberamensa.

I vincitori dei tre bandi dedicati a cinema, fotografia e scrittura aperti agli under35, detenuti e non, di tutta Italia, saranno undici e verranno decretati daicomponenti di otto giurie che hanno coinvolto professionisti del settore, detenuti, giovani liberi e riceveranno premi in denaro per un ammontare complessivo di 7.700,00 Euro comprensivi dei due premi della sezione speciale del Museo della Memoria carceraria che saranno assegnati il 19 settembre alle 20.30 presso la Castiglia di Saluzzo.

 

LiberAzioni si arricchirà nei giorni precedenti il Festival di numerose azioni di animazione territoriale grazie al coinvolgimento di giovani volontari, coinvolti grazie al servizio della città GxT, che hanno aderito per dare un contributo personale a un progetto culturale d’inclusione sociale: numerose le attività di comunicazione online e offline, azioni di guerrilla marketing, flash-mob e installazioni che coinvolgeranno attivamente la cittadinanza e il pubblico invitandolo a partecipare e a lasciare il proprio segno.

LiberAzioni si basa sull’organizzazione partecipata, attraverso una serie di laboratori da maggio a dicembre e azioni di cittadinanza attiva sul territorio delle Vallette. I temi che affonta sono la reclusione, la pena, la libertà e la relazione dentro/fuori.

LiberAzioni – l’arte dei giovani tra carcere e quartiere è un progetto sostenuto dal bando nazionale “Sillumina – Sezione Periferie”, promosso dalla SIAE e dal Ministero dei Beni culturali ed è coordinato dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema in partenariato con Stalker Teatro – Officine CaosCasa di QuartiereValletteAntigonePiemonteVideocommunityEtaBetaSaperePlurale e la collaborazione della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di TorinoComune di SaluzzoMuseo della Memoria Carceraria di SaluzzoSocietàINformazioneGxTAssociazione Quinto Polo, la media partnership di SlowNews e di Agave. Agency of video empowerment il patrocinio di Regione Piemonte, Città di Torino e Circoscrizione 5 della Città di Torino.

Per maggiori informazioni: liberazioni.torino@gmail.com

Oggi al cinema

Tutte le trame dei film nelle sale di Torino

A cura di Elio Rabbione

 

A ciambra – Drammatico. Regia di Jonas Carignano, con Pio Amato e Koudous Seihon. Nella piccola comunità rom che vive nei pressi di Gioia Tauro, Pio cerca di crescere più in fretta possibile, a quattordici anni beve e fuma ed è uno dei pochi in grado di integrarsi tra le differenti realtà del luogo: gli italiani, gli immigrati africani e i membri dell’intera comunità rom. Pio segue ovunque suo fratello Cosimo: ma quando questi scompare per il ragazzo le cose cominciano a mettersi male e dovrà provare di essere in grado di assumere il ruolo di suo fratello e decidere se è veramente pronto a diventare uomo. Durata 120 minuti. (Romano sala 2)

 

All eyez on me – Drammatico. Regia di Benny Boom, con Demetrius Shipp jr. La vita del rapper statunitense Tupac Amaru Shakur, spericolata e sempre sotto i riflettori, ucciso a Las Vegas nel 1996, a soli 25 anni. Le vicende narrate hanno come immaginario motore narrativo un’intervista che dovrebbe sfociare in un documentario, in un lungo altalenarsi di luoghi e di tempi e di occasioni, con una partenza che coincide con il processo alla madre nella New York dei primi anni Settanta agli spettacoli e agli intermezzi politici di Baltimora e Okland. Durata 139 minuti. (Massaua, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

Amytiville – Il risveglio – Horror. Regia di Franck Khalfoun, con Bella Thorne e Jennifer Jason Leigh. I componenti di una tranquilla famiglia si trasferiscono nella cittadina del titolo, nella casa che anni prima è stata teatro di un omicidio. La loro esistenza si trasformerà in un incubo. Durata 85 minuti. (The Space, Uci)

 

Atomica bionda – Azione. Regia di David Leitch, con Charlize Theron e James McAvoy. Alla vigilia del crollo del muro di Berlino, Lorraine, una spia del massimo livello dell’MI6, è inviata a Berlino per cancellare una organizzazione di spionaggio che ha appena ucciso un agente sotto copertura. Si vedrà collaborare con David Percival, direttore della sede berlinese, per far fronte alla minaccia che mette a rischio la rete intera delle operazioni di spionaggio dei paesi occidentali. Durata 115 minuti. (Greenwich sala 3, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Baby driver – Il genio della fuga – Azione. Regia di Edgar Wright, con Ansel Elgort, Kevin Spacey, Lily James e Jamie Foxx. Il “baby” del titolo è un ragazzo cui un incidente subito negli anni dell’adolescenza ha regalato un fastidiosissimo fischio alle orecchie che lui cerca di diminuire o cancellare con la musica nelle orecchie, ascoltata continuamente. Ma è anche un ragazzo che guida da dio le vetture che gli capitano a tiro, per cui nulla da stupirsi se arrotonda i guadagni e prolunga la sua voglia di vivere pilotando la fuga di rapinatori, con il fine di azzerare un vecchio debito che lui ha con il boss Doc. Tutto dovrebbe nelle intenzioni scorrere al meglio se ancora Doc non lo obbligasse a partecipare ad una rapina ad un ufficio postale: proprio quando Baby ha incontrato in una tavola calda la cameriera Debora, il grande amore della sua vita, una per cui merita certo cambiare vita. Durata 112 minuti. (Centrale V.O., Massara, Greenwich sala 1, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Cattivissimo me 3 – Animazione. Regia di Kyle Balda e Pierre Coffin. Quando è ormai divenuto un importante membro della Lega Anti Cattivi, Gru viene avvertito di avere un fratello gemello, Dru: con lui andrà alla ricerca di Balthazar, il cattivo ossessionato dalla fama e fanatico degli anni Ottanta. Durata 96 minuti. (Massaua, Greenwich sala 3, Ideal, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci anche in 3D)

 

Che Dio ci perdoni – Thriller. Regia di Rodrigo Sorogoyen, con Antonio de la Torre e Roberto Alamo. Grande successo dell’anno per la cinematografia spagnola. Nella Madrid dell’agosto 2011, mentre si prepara la visita del papa, ecco entrare in azione un serial killer contro cui due ispettori di polizia dovranno mettere in campo intelligenza, velocità e intuizioni perfette. Durata 127 minuti. (Classico)la

 

Dunkirk – Bellico. Regia di Christopher Dolan, con Harry Styles, Cilian Murphy, Mark Rylance, Tom Hardy e Kenneth Branagh. “Un colossale disastro militare” definì Churchill la disfatta delle truppe alleate – francesi e inglesi uniti nella disfatta – sotto il fuoco tedesco che avanzava sul fronte Nord della Francia nel maggio 1940. Una trappola sulle spiagge di Dunkerque, una ritirata che coinvolse circa 350 mila uomini, qui raccontata da Nolan nello spazio di sette giorni, con un triplice sguardo pronto a posarsi sulle cronache e sugli eroismi accaduti tra mare e terra e cielo: i giovani soldati che su quella costa tentano di tutto per non essere travolti dalla guerra e morire, i civili che mettono a disposizione le loro imbarcazioni, un eroe del volo che combatte contro la furia della Luftwaffe. Durata 106 minuti. (Ambrosio sala 2, Centrale, Massara, Eliseo Grande, F.lli Mara sala Groucho, Greenwich sala 2, Ideal, Lux sala 2, Reposi, The Space, Uci)

 

Easy – Un viaggio facile facile – Drammatico. Regia di Andrea Magnani, con Nicola Nocella, Libero De Renzo e Barbara Bouchet. Isidoro, detto Easy, è un ragazzone sovrappeso, solo e depresso. Il fratello Filo, che della furbizia e dell’arte di arrangiarsi ha fatto la sua ragione di vita, lo incarica di portare in Ucraina la bara con dentro il corpo di un suo operaio, vittima di un incidente sul lavoro. Un lavoro che dovrebbe andare liscio come l’olio: se Easy non incrociasse un cartello sbagliato e la strada sconosciuta non lo portasse al centro di un paese sconosciuto. Durata 91 minuti. (Eliseo Rosso, Massimo sala 1)

 

Fottute! – Commedia. Regia si Jonathan Levine, con Goldie Hawn e Amy Schumer. Emily ha un viaggio prenotato verso l’Ecuador ma litiga con il fidanzato poche ore prima della partenza: perché non chiedere/imporre a mamma di seguirla nell’America del Sud, in mezzo a scenari da sogno? Per le due donne la vacanza non si rivelerà proprio come l’avevano immaginata. Durata 90 minuti. (The Space, Uci)

 

La fratellanza – Drammatico. Regia di Rice Roman Waugh, con Nikolaj Coster-Waldau e Lake Bell. Jacob è un uomo mite e manager di successo, che conduce una tranquilla esistenza accanto alla moglie al figlio. Una sera, a causa di un incidente in cui un uomo perde la vita, viene arrestato e tradotto in carcere, con l’accusa di omicidio colposo. Se vorrà sopravvivere, dovrà affiliarsi ad un gruppo di nazistoidi e far sue quelle leggi di supremazia e di ferocia che governano la vita carceraria, entrando in una filosofia di vita che non lo abbandonerà anche quando rientrerà nella libertà di ogni giorno. Durata 121 minuti. (Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci)

 

In dubious battle – Il coraggio degli ultimi – Drammatico. Regia di James Franco, con James Franco e Selena Gomez. Tratto dal romanzo “La battaglia” di John Steinbeck e ambientato nella California vittima della Grande Despressione, nel 1933, il film narra le vicissitudini drammatiche e di sangue che un gruppo di uomini, braccianti e raccoglitori di mele, sottopagati e selvaggiamente sfruttati dalla prepotenza di un proprietario terriero, dovette subire. Non risparmiando il regista di sottolineare tutta l’attualità che esiste nella storia. Durata 110 minuti. (Nazionale sala 2)

 

Miss Sloane – Giochi di potere – Drammatico. Regia di John Madden, con Jessica Chastain e Mark Strong. Nel mondo dei mediatori politici, Elizabeth Sloane è una lobbista straordinaria, la più ricercata a Washington. Famosa per la sua astuzia e per una lunga serie di successi, ha sempre fatto qualsiasi cosa pur di vincere, ma quando deve affrontare l’avversario più potente della sua carriera, scopre che la vittoria può costare un prezzo troppo alto. Durata 132 minuti. (Ambrosio sala 3, Eliseo Blu)

 

Neve nera – Drammatico. Regia di Martin Hodara, con Ricardo Darin e Laia Costa. Un uomo ucciso durante una battuta di caccia, della morte è ritenuto responsabile il fratello, i fatti rivissuti alcuni anni dopo quando, alla morte del capofamiglia, si deve parlare di eredità. Durata 90 minuti. (Classico)

 

L’ordine delle cose – Drammatico. Regia di Andrea Segre, con Paolo Pierobon e Giuseppe Battiston. Corrado è un funzionario del Ministero degli Interni, la sua specializzazione è legata a missioni internazionali, il punto centrale il tema dell’immigrazione irregolare. Il suo compito è quello di trovare in Libia degli accordi che a poco a poco portino a una diminuzione degli sbarchi sulle coste italiane. Ma vi sono contrasti nel territorio africano e la realtà duplice delle opposte fazioni è quello che i giornali ci riportano ogni giorno, con le loro molte verità. Durata 115 minuti. (F.lli Marx sala Chico)

 

The Teacher – Commedia. Regia di Jan Hrebejk, con Zuzana Maurery. Tratto da una storia vera. Maria, vedova di un ufficiale, è un’insegnante nella Bratislava del 1983 con metodi e idee tutti propri circa l’insegnamento. Non appena i nuovi alunni arrivano in aula, ecco che le prime fare un’unica domanda: “Che mestiere fa tuo padre” ed ecco che ai più “sostanziosi” inizia a chiedere aiuti e interessamenti di vario tipo. Per quelli che non hanno nulla da offrire, è una lunga sequela di votazioni non proprio eccellenti e discriminazioni. Ma a qualche genitore quel metodo non va assolutamente bene. Durata 102 minuti. (Due Giardini sala Nirvana, F.lli Marx sala Harpo)

 

Un profilo per due – Commedia. Regia di Stéphane Robelin, con Pierre Richard e Yaniss Lespert. Pierre è un vedovo ottantenne, chiuso nella solitudine della sua casa, il ricordo perennemente rivolto alla moglie scomparsa. Allìimprovviso, a farlo risorgere alla vita ci pensa Alex, il fidanzato della figlia, che lo inizia simpaticamente alla navigazione in rete. E qui il vegliardo incontra Flora che lo vorrebbe incontrare: ma se Pierre ha creato un profilo giovane, vorrà Alex ancora aiutarlo nella nuova avventura? Durata 100 minuti. Due giardini sala Ombrerosse, Nazionale sala1)

 

ARTE IN LIBERTA’

Roberto De Wan, manager attento e raffinato, amministratore unico di De Wan Milano, nota per i suoi accessori femminili e maschili e per i complementi d’arredo, esplora ora i sentieri della pittura lo fa in modo vincenteesponendo in una personale dal titolo L’arte in libertà”, che inaugurerà giovedì 7 settembre, dalle 18,30, presso la Alson Gallery di via San Maurilio 11a Milano.

De Wan, utilizzando tecniche polimateriche, tessuti pregiati, olio, acrilico e pastelli combinatisi propone come pittore gentiluomo. Nei suoi dipinti le inclinazioni per il mondo del fashion e il suo gusto innato sono segni inconfondibili. Ne nascono figure stilizzate, floreali, astratte, dense di simbolismo, dove a emergere sono le sensazioni vissute nel mondo del fashion design  milanese. De Wan sviluppa il tema del doppio, tanto caro alla letteratura e all’arte ottocentesche, svelando al pubblico la sua grande capacità nell’uso di tele e pennelli. L’amore per la pittura risale a molti anni fa; sono diciotto anni, infatti, che dipinge con passione e questa mostra, patrocinata dalla Regione Lombardia, rappresenta la concretizzazione di un percorso artistico, attraverso una esposizione antologica che narra il suo passato e il suo presente.

“Lo scattante segnpittorico di Roberto De Wan – afferma il noto grafologo Piero Chinaglia – rivela un’intelligenza rapida e brillante, creatività,  passione e talento della sua azione professionale, volta aun costante lavoro di ricerca“. Lo stile informale delle sue opere, apparentemente in contrasto con l’immagine di designer, ne risulta,  invece, complementare, tanto che i suoi progetti per bijoux e gli accessori moda sono approdati anche negli studi della Rai. Roberto De Wan ha all’attivo  una collaborazione  anche con la Camera Nazionale della Moda.

La mostra sarà aperta fino al primo ottobre  e un secondo vernissage dal titolo “Roberto De Wan designer” è  previsto per mercoledì 20 settembre alle 18.30, sempre alla Galleria Alson, in occasione della Settimana della Moda. Nei mesi successivi le opere di Roberto De Wan saranno disponibili nel suo atelier dmoda, in via Manzoni, nel Quadrilatero dela Moda, a Milano.

Un augurio per una sua prossima mostra a Torino.

Info:0276003018.

Mara Martellotta

Corto Maltese. Cinquant’anni fa “nasceva” il marinaio di Hugo Pratt

«Sono l’Oceano Pacifico e sono il più grande di tutti. Mi chiamano così da tanto tempo, ma non è vero che sono sempre calmo». Inizia così Una ballata del mare salato, la storia a fumetti che segna l’esordio del celebre personaggio ideato dallo scrittore e disegnatore riminese Hugo Pratt

 Il primo episodio apparve cinquant’anni fa,  nel luglio del 1967,  sul n° 1 della rivista Sgt. Kirk, frutto di una collaborazione tra l’editore Florenzo Vivaldi e lo stesso Pratt. L’albo si apre su uno scenario al largo delle acque melanesiane del Pacifico del Sud, dove un catamarano salva dalle onde un uomo legato a una zattera. Il singolare «samaritano» è nientemeno che l’avventuriero Rasputin, mentre il naufrago è Corto Maltese (così chiamato perché originario di Malta), ridotto in quello stato dall’ammutinamento del suo equipaggio. Era il 1° novembre del 1913, il giorno di Ognissanti, ma anche “Tarowean”, il giorno delle sorprese. Cominciava così una delle più indimenticabili storie a fumetti, fatta di cannoniere tedesche, incursioni in mare, isole misteriose. Una Ballata del Mare Salato è un vero gioiello artistico; una storia corale, un insieme di storie e personaggi diversi tra loro che però hanno qualcosa in comune, un punto  che, solo ad uno sguardo finale e completo, risulterà chiaro agli occhi del lettore. Questo fumetto, raffinato e colto, contribuirà a sdoganare il genere nei confronti di un pubblico più maturo, che non teme di “impegnarsi” a leggere un fumetto. Con la sua opera prima, Hugo Pratt, diede vita ad un personaggio che rappresenta tutt’oggi l’archetipo dell’antieroe per eccellenza, dedito alla pirateria, all’apparenza cinico nei rapporti umani, pronto all’avventura. Una caratterizzazione curata, a partire dalla “biografia”. Infatti, Corto Maltese nasce il 10 Luglio 1887 a La Valletta, nell’isola di Malta. Il padre era un marinaio inglese della Cornovaglia, nipote di una strega dell’isola di Man, mentre la madre, gitana di Siviglia e modella del pittore Ingres, era chiamata la Niña di Gibraltar. Corto Maltese passa la sua infanzia spostandosi da un luogo all’altro, vivendo inizialmente a Gibraltar, poi a Cordova e infine a La Valletta, dove la madre lo manda per studiare alla scuola ebraica di Ezra Toledano. In questo luogo viene iniziato ai testi dello Zohar e della Cabbala. Il suo nome, Corto, deriva dallo spagnolo e significa “svelto“. Così, tra un avventura e l’altra, navigando nel mare d’inchiostro a china di Pratt, Corto Maltese diventa negli anni uno dei personaggi dei fumetti più amati in assoluto, acquistando pienamente la dignità di opera letteraria, al punto che in esso s’intravede il primo esempio italiano di graphic novel. Riproposta dal Corriere dei piccoli nell’estate del 1971, Una ballata del mare salato venne pubblicata per la prima volta in un unico albo da Mondadori, nel 1972.

Marco Travaglini

Al cinema sotto le stelle

Infini.to – Planetario di TorinoVia Osservatorio 30 – Pino torinese. 8 settembre : “Domani”

I venerdì estivi di Infini.to proseguono – dopo il successo delle serate musicali – con il Cinema sotto le stelle, una rassegna di 6 film proiettati all’aperto sulla splendida terrazza del Museo (in caso di brutto tempo il film verrà proiettato all’interno del Planetario).Il tema della rassegna 2017 è “La Terra domani”, con una selezione di pellicole che vanno dall’animazione al film cult.
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PROMOZIONI 
La 
visione del film è gratuita acquistando il biglietto di ingresso al Museo (si segnala che il Museo sarà visitabile solo fino all’inizio del film: non sarà più possibile utilizzare le postazioni interattive dopo le ore 21.30).

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PROGRAMMA

ore 18.30 apertura biglietteria

ore 19.00 – 21.30 apericena (prenotazione obbligatoria)

ore 21.00 spettacolo in Planetario (facoltativo)

ore 21.30 inizio proiezione film

Il Museo sarà visitabile fino all’inizio del film.

Il servizio caffetteria sarà presente durante tutta la durata dell’evento.

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CALENDARIO FILM

8 settembre – Domani

In un futuro post-apocalittico – dove il mondo è stato trasformato in un luogo freddo, buio e crudele – un padre e suo figlio attraversano a piedi gli Stati Uniti, in cerca dei pochi avamposti di civilizzazione ancora esistenti. Mentre cerca di proteggere il suo bambino dagli assalti dei predoni e dei cannibali che infestano il territorio, l’uomo (malato e conscio di essere vicino alla morte) racconta al figlio la propria vita, ed il mondo com’era prima del cataclisma.

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INFO e PRENOTAZIONI
Non si effettuano prenotazioni per l’ingresso Museo, cinema e spettacolo in Planetario (ingresso fino ad esaurimento posti).
Per maggiori informazioni visitare il sito 
www.planetarioditorino.it, scrivere a info@planetarioditorino.it, telefonare a 0118118740 (martedì-giovedì 10.00 – 12.00).

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PREZZI

La visione del film è GRATUITA, fino ad esaurimento posti, presentando il biglietto di ingresso al Museo.

Biglietto di ingresso al Museo (obbligatorio)

INTERO: € 8,00

RIDOTTO: € 6,00 per ragazzi 6-18 anni, adulti sopra i 60 anni, studenti universitari sotto i 25 anni con Smart Card, gruppi di almeno 15 persone paganti, Enti convenzionati

GRATUITO: bambini sotto i 6 anni, disabili e loro accompagnatori, Giornalisti

OMAGGIO: per i possessori dell’Abbonamento Musei o Torino+Piemonte Card

Apericena (facoltativo e su prenotazione)

Per conoscere i costi dell’apericena consultare il sito www.planetarioditorino.it nella sezione relativa all’evento; per prenotare l’apericena scrivere a infinitocoffeehouse@gmail.com o telefonare a 393.8727768.

L’apericena è facoltativo, la prenotazione è obbligatoria e deve essere effettuata entro il venerdì alle ore 12.00.


ATTENZIONE: la prenotazione per l’apericena non garantisce l’accesso alla proiezione del film, il cui ingresso è libero fino ad esaurimento posti con il biglietto del Museo.

Per maggiori informazioni, segnalazione di allergie/intolleranze o richieste particolari, scrivere a infinitocoffeehouse@gmail.com o telefonare a 393.8727768.

L’eccidio di Otranto

Il 28 luglio 1480 i turchi sbarcano sulle coste del Salento portando morte e distruzione. Una strage senza precedenti, diventata nei secoli leggenda per il valore con cui gli otrantini difesero la loro città. Il 14 agosto ottocento prigionieri furono decapitati. Le loro ossa sono conservate in cattedrale.

Ogni anno, ad agosto, nella Terra d’Otranto torna il tempo del ricordo, della memoria e della rievocazione storica per ricordare la tragica estate del 1480. Dal mare in tempesta spuntarono all’improvviso le vele nere della flotta turca, presagio di imminenti bombardamenti. Le mura di Otranto erano troppo deboli e crollarono sotto i colpi delle bombarde saracene nonostante l’accanita resistenza degli otrantini che impedirono ai nemici una conquista rapida e incruenta. Le scimitarre ottomane fecero strage uccidendo migliaia di persone. A distanza di oltre 500 anni, la Perla del Salento racconta quel che accadde tra luglio e agosto del 1480 e commemora l’eccidio e l’eroismo dei suoi martiri con cerimonie e processioni. Per le vie della cittadina salentina restano ancora oggi le tracce di quel drammatico evento. Le grandi palle di pietra che si vedono nelle viuzze bianche, in salita e in discesa, su e giù per il centro storico, accanto a portoni ed edifici o conservate nel cortile del castello sono proprio quelle che durante l’assedio volarono dalle galee turche e sfondarono le difese di Otranto. Era l’inizio della fine. Alcune vie portano i nomi dei martiri mentre i resti umani di centinaia di otrantini, tra ossa e teschi, furono recuperati e sono ben visibili in cattedrale dall’inizio del Settecento dietro alcune grandi vetrate nella cappella al fondo della navata destra e sotto l’altare si trova il ceppo della decapitazione.

Su un colle, poco sopra la città, una chiesetta votiva indica il luogo dove avvenne l’ultimo massacro con l’esecuzione di centinaia di cittadini. Le secolari torri di avvistamento che ancora si reggono in piedi attorno a Otranto e lungo la penisola salentina ci ricordano che il nemico arrivava spesso dal mare, dall’Adriatico e dai Balcani. L’Albania non è lontana dalle coste pugliesi e in giornate serene e limpide non è difficile scorgere le montagne albanesi o quelle montenegrine. Il crollo delle mura di Costantinopoli sotto il fuoco dei cannoni del sultano spense per sempre la fiamma dell’Impero Romano d’Oriente. La “seconda Roma” era caduta nelle mani di Maometto II il 29 maggio 1453. Ma le ambizioni del giovane sultano, appena ventunenne, guardavano più lontano, puntavano all’Europa, al Vecchio Continente, al cuore della Cristianità. Compiere scorrerie lungo le coste mediterranee e riempire le imbarcazioni di schiavi cristiani non era più sufficiente. Dopo aver preso la Roma d’Oriente era giunto il momento di piantare le bandiere verdi dell’Islam nei Balcani e da qui partire per avvicinarsi a Roma. È in questo scenario che il Conquistatore prepara dall’Albania lo sbarco della flotta della Mezzaluna sulle coste pugliesi. È il 28 luglio 1480. Provenienti dal porto albanese di Valona quasi 20.000 turchi a bordo di 90 galee e 48 galeotte mettono piede sul litorale salentino, nella zona chiamata Baia dei Turchi, scaricando dalle navi 1600 pezzi di artiglieria tra cui centinaia di bombarde, armi, munizioni e viveri. All’interno delle mura di Otranto meno di 10.000 abitanti, pochi quelli armati, attendono l’assalto degli ottomani guidati dall’ammiraglio dell’Impero Gedik Ahmed Pascià, un rinnegato greco o albanese, detto “lo sdentato”, il cui piano era molto ambizioso. Non si fermava infatti alla conquista della Puglia ma prevedeva uno sbarco a Napoli, in Sicilia e in Sardegna per poi puntare a Roma. In sostanza voleva impadronirsi di gran parte della penisola. Le difese di Otranto sono deboli e vengono facilmente sfondate dai colpi dell’artiglieria turca. La piccola guarnigione aragonese, a protezione della cittadina, si ritira appena si rende conto della potenza di fuoco dell’armata di Costantinopoli. Il 10 agosto i turchi sono già dentro le mura di Otranto e il muezzin sale in cima al campanile per chiamare i musulmani alla preghiera.

Ahmed Pascià ordina di rastrellare tutti i superstiti maschi di età superiore ai 15 anni mentre le donne e i bambini sono ridotti in schiavitù. Il 13 agosto Otranto è un mucchio di cadaveri e rovine. Diecimila otrantini muoiono combattendo e alcune migliaia, in fuga, vengono uccisi per le vie della cittadina pugliese o fatti prigionieri e ridotti in schiavitù. La tragedia di Otranto è diventata leggenda per il valore con cui gli otrantini difesero la loro città e per il coraggio con cui respinsero la capitolazione chiesta dal nemico gettando in mare le chiavi della città. La rocca sta per soccombere e gli aiuti non arrivano dall’Europa, né da sovrani né da prìncipi e neppure dai veneziani che invece appoggiano segretamente le operazioni militari dei turchi. All’interno del Duomo, che verrà usato dai turchi come stalla per il bestiame, avviene uno dei massacri più orrendi della conquista. In cattedrale trovano rifugio molti superstiti come l’anziano vescovo Stefano Pendinelli che viene sgozzato sull’altare della chiesa insieme ad altri religiosi e a molti civili. Il 14 agosto, vigilia dell’Assunta, si consuma l’atto più agghiacciante della vicenda: ottocento prigionieri cristiani vengono condotti sul colle della Minerva e decapitati su una lastra di pietra… “contarono i primi cinquanta, fra cui capitai anch’io, e ci avviarono al colle della Minerva, in file di cinque, legati alle corde. C’era un grande silenzio. Arrivati sullo spiazzo ci fermammo. Il Pascià sedeva alla turca su un tappeto rosso davanti al padiglione, la mezzaluna d’oro sulla berretta, il boia era pronto. Allora alzai gli occhi e vidi una grande luce su tutta la campagna e gli oleandri che slungavano i rami nel cielo, bianchi e rossi. Quegli oleandri del colle furono l’ultima cosa che vidi in vita mia. Chi l’avrebbe mai detto (dal romanzo di Maria Corti “L’ora di tutti”, 1962, in cui ogni racconto è narrato in prima persona dai vari protagonisti della battaglia di Otranto). Oggi quel colle si chiama la “collina dei Martiri”, nella parte alta della cittadina, dove si trova un tempio a ricordo di quella tragedia.

Decisero di farsi decapitare piuttosto che arrendersi e pagare la tassa di “protezione” come sudditi o convertirsi all’Islam rinnegando la propria fede. I loro cadaveri furono lasciati insepolti per un anno, fino all’estate del 1481, quando Otranto fu riconquistata dalle forze cristiane e i loro corpi degnamente sepolti. Non fu una passeggiata la riconquista di Otranto. Dopo vari tentativi e mesi di preparazione la cittadella salentina fu ripresa dagli Aragonesi, guidati da Alfonso d’Aragona, figlio di Ferdinando, re di Napoli. Sfruttando la notizia della morte improvvisa di Maometto II e delle rivalità scoppiate tra i suoi due figli, Bayezid e Cem, gli aragonesi ebbero la meglio sul corpo di spedizione ottomano, indebolito da un anno di permanenza in terra pugliese. Ma come sostengono alcuni storici, la riconquista di Otranto fu possibile anche grazie ad una specie di “guerra batteriologica”. Sulle teste dei turchi assediati in città e privi del loro capo Ahmed Pascià, gli aragonesi lanciarono carcasse di animali infetti ed escrementi di ogni genere diffondendo la peste e convincendo così i musulmani ad arrendersi. Nel 1539 Papa Paolo III avviò il processo canonico per assegnare agli Ottocento “decollati di Otranto” lo stato giuridico di santi. Ma si dovranno attendere oltre due secoli prima che nel 1771 Papa Clemente XIV li dichiari beati per poi autorizzarne il culto. Il 12 maggio 2013 gli 800 otrantini trucidati sul colle della Minerva sono stati canonizzati da Papa Francesco, secondo quanto aveva già annunciato Benedetto XVI a febbraio dello stesso anno.

Filippo Re

 

Le voci di Radio Deejay al 45° Nord

Venerdì 8 settembre  ore 22.00

Un venerdì sera tutto da ballare al 45° NORD Entertainment Center di Moncalieri (TO) per la seconda serata di AREAN45. Venerdì 8 settembre la formazione storica della popolare trasmissione di Radio Deejay con Albertino, Fargetta, Molella e Prezioso, porterà sul palco di ARENA45 il “DEEJAYTIME SUMMER 2K17”. Inizio ore 22.00. Ingresso libero, previo accredito, fino ad esaurimento posti. Nel 1991 Albertino coadiuvato ai “piatti” dai dj Fargetta, Molella e Prezioso, propone al pubblico un mix della musica più in voga del momento (musica dace, hip hop), con un format particolare: grazie all’uso che Fargetta faceva del campionatore in studio con una grande quantità di effetti speciali prodotti sul momento (sulla voce dello speaker, sul missaggio delle canzoni, sugli interventi al telefono), la trasmissione diventa presto un successo. Nasce così il DeejayTime, storica trasmissione di Radio Deejay. Interrotta nel 2006, il 3 dicembre 2014 viene mandata in diretta su Radio Deejay ed m2o una puntata speciale del “DeeJay Time” (Deejay Time, la Reunion) in cui è presente la formazione originale composta da Albertino, Fargetta, Molella e Prezioso. L’enorme successo di pubblico, sarà la spinta per organizzare il primo “DeeJayTime Tour 2016”. Sull’onda dell’esperienza dello scorso anno Albertino e soci sono pronti a portare sul palco di ARENA45 il “DeejayTime Summer 2K17”. 40 mq di Ledwall, musica e tanto divertimento per una serata tutta da ballare. La prima edizione di ARENA45 si presenta come l’evento live ad ingresso gratuito di fine estate in grado di mixare artisti di livello con la dance più attuale e la musica emergente, ottenendo un effetto spettacolare all’insegna del claim di 45° NORD Entertainment Center “tutto può accadere”. Ingresso libero (previo accredito) e fino ad esaurimento posti.

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Prossimi appuntamenti di ARENA45:

 

FIAT MUSIC

SABATO 9 SETTEMBRE

 

ELIO E LE STORIE TESE

MARTEDI’ 12 SETTEMBRE

 

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MODALITA’ DI ACCREDITO

 

Per accedere alla serata dell’8 settembre è necessario registrarsi e ritirare il proprio accredito fino ad esaurimento posti. L’accredito avviene in due modi:

  1. Sul sito www.45nord.com : compilare il form, stampare la conferma di registrazione ricevuto via e-mail e recarsi al 45°NORD presso l’apposita AREA ACCREDITI di ARENA45. Consegnare alle hostess presenti presso il desk nelle giornate del 1, 2, 3, 4, 5 settembre dalle ore 17 alle ore 22 (fino ad esaurimento posti) la stampa della registrazione e ritirare gli accrediti.2.   Direttamente al 45° NORD presso l’apposita AREA ACCREDITI di ARENA45 nelle giornate del 1, 2, 3, 4, 5 settembre dalle ore 17 alle ore 22 (fino ad esaurimento posti).

La convalida degli accrediti è da effettuarsi il giorno del concerto dalle 17.00 alle 20.00 consegnando gli accrediti al personale addetto che, verificati i dati, convaliderà l’accredito per accedere all’area concerti all’apertura dei cancelli (a partire dalle 20.30).

Alla ricerca del “paradiso”

«Anche se amiamo ciò che è spirituale, non possiamo disprezzare ciò che è terreno»  Joseph Campbell

Con 12 spettacoli, di cui 2 prime assolute e una prima piemontese, ospitati in 8 comuni per 17 giorni di programmazione, con più di 20 ospiti e un originale percorso teatrale tra boschi e parchi, prende il via la XXIV edizione di ISAO Festival (Il sacro attraverso l’ordinario), che con il linguaggio del teatro e della musica indaga gli intrecci tra il metafisico e il materiale. In programma da sabato 16 settembre a domenica 12 novembre 2017 in Piemonte (Pinerolo, Torino, Ivrea, Orbassano, Cumiana, Almese, Chivasso) e Valle d’Aosta (Donnas) il festival, ideato da Il Mutamento Zona Castalia con Pop Economix e Mulino Ad Arte, è diretto dal regista e drammaturgo Giordano V. Amato. Propone inoltre workshop per bambini e famiglie a Racconigi (Cn) e al rifugio Geat nel parco naturale Orsiera Rocciavrè a San Giorio di Susa (To), diretti dall’attrice Eliana Cantone.

Il cartellone 2017 ruota attorno al tema del paradiso inteso in un’accezione laica e spirituale (ma non religiosa), come dimensione di benessere, di qualità della vita, di costruzione condivisa di un futuro migliore. Il tema del paradiso conclude il percorso triennale Alla ricerca della felicità, iniziato nelle precedenti due edizioni del festival, dedicato alla crisi come possibilità di trasformazione e alle cantiche dantesche, esempio massimo di trasformazione attraverso la poesia. Questa tensione verso un possibile futuro migliore ha spinto l’attenzione del festival verso i bambini, ai quali sono dedicati alcuni eventi e con cui è stato realizzato lo spettacolo, in prima assoluta al festival, A noi vivi! Il Paradiso (coproduzione di Il Mutamento Zona Castalia e Progetto Cantoregi, inserita nel programma di Torino Spiritualità).

«L’edizione 2017 di ISAO Festival – sottolinea il direttore artistico Giordano V. Amatosi configura come progetto territoriale a fronte di una maggiore diffusione sul regionale ed extraregionale. Siamo partiti tre anni fa dall’”inferno quotidiano” della crisi economica, esistenziale e di valori che attraversa l’attuale civiltà, per dirigerci verso un possibile “paradiso” fatto di utopie e nuove visioni. Abbiamo gustato il viaggio. Forse non realizzeremo il paradiso, ma ne scorgeremo l’accecante bagliore, potremo assaporarne per un momento il gusto, potremo incessantemente “tendere verso”. Come fanno naturalmente i bambini. Tendere verso la realizzazione del benessere di sé e degli altri, verso la realizzazione di se stessi, verso l’Essere».

ISAO Festival, che si distingue per le ospitalità d’eccellenza, italiane e internazionali, affiancate dalle produzioni delle associazioni promotrici e da compagnie emergenti, propone prime assolute e piemontesi e diverse attività collaterali. Tra gli ospiti e gli spettacoli più attesi: Simone Cristicchi (Pinerolo), il musicista indiano Vishwa Mohan (Torino) e le prime assolute Uova toste (Mulino Ad Arte) e A noi vivi! Il Paradiso (Il Mutamento Zona Castalia e Progetto Cantoregi) a Torino.

Palco principale degli appuntamenti è il suggestivo ex cimitero torinese San Pietro in Vincoli a Torino al quale si affiancano i teatri, alcuni storici, alcuni di recente costruzione, di altre città.

 

Ecco alcuni ospiti e spettacoli in programma.

Simone Cristicchi con Il secondo Figlio di Dio riporta alla luce una storia intrisa di utopia e spiritualità, quella di David Lazzaretti, il mistico ed eretico cristiano, padre del movimento giurisdavidico ispirato agli ideali di giustizia e solidarietà. In un monologo che dà voce ai vari personaggi – moglie, figli, soldati, proseliti, prete del paese – sottolinea così le componenti religiose e politiche del predicatore (ore 20.45, sabato 16 settembre, Teatro Sociale di Pinerolo).

Nato a Jaipur nel Rajasthan (India), Vishwa Mohan Bhatt è il virtuoso musicista inventore della mohan vînâ, strumento rivoluzionario a metà tra la chitarra e il sitar, con il quale ha catturato l’attenzione internazionale. Vincitore del Grammy Award Miglior album di world music 1993, esponente tra i più apprezzati e noti della musica classica indiana, è eccezionalmente in concerto al festival accompagnato da Nihar Mehta alle tabla (ore 20.45, martedì 10 ottobre, Torino, Teatro Astra).

La compagnia Mulino Ad Arte mette in scena la prima assoluta della nuova produzione Uova Toste, che affronta il tema dei disturbi alimentari infantili (anoressia, obesità, cattiva alimentazione dei ragazzi) e suggerisce come sia dovere degli adulti correggere le abitudini e gli stili di vita sbagliati dei più piccoli (ore 20.45, sabato 23 settembre, Torino, Teatro Astra).

Altra prima assoluta è A noi vivi! Il Paradiso, coproduzione di Il Mutamento Zona Castalia e Progetto Cantoregi, presente anche nel cartellone di Torino Spiritualità. È uno spettacolo con bambini, che evoca la possibilità di un paradiso, ovvero di una dimensione futura di benessere che parte da se stessi per diffondersi agli altri o viceversa. Attraverso giochi, coreografie, suoni, musiche, performance circensi e momenti attoriali si dipanano le due storie dello spettacolo, tratte dall’antichità, per indicare che la costruzione di un mondo migliore può essere affidata ai più piccoli o agli adulti in grado di tornare al proprio spirito bambino (domenica 24 settembre, Torino, Teatro Astra; sabato 7 ottobre, Orbassano; domenica 8 ottobre, Cumiana; domenica 5 novembre, Almese; mercoledì 8 novembre, Donnas AO; domenica 12 novembre, Chivasso).

Anteprima torinese per lo spettacolo Blue Revolution di Pop Economix, che racconta – in un linguaggio vibrante, ironico, appassionato – come il nostro mondo sia quasi vicino al collasso e ci sia bisogno di una nuova alleanza tra uomo e ambiente per salvarlo, come insegna l’economia circolare (ore 20.45, mercoledì 27 settembre, Torino, ex cimitero San Pietro in Vincoli; venerdì 6 ottobre, Ivrea).

La salvaguardia ambientale è anche al centro di Metereoplastico di Anna Rita Anselmi e Amandine Gros, spettacolo per bambini e adulti, vincitore Premio Growing Up – Festival Immagini dell’Interno 2015: attraverso le peripezie di un sacchetto di plastica affronta l’attuale allarme ecologico (ore 20.45, venerdì 22 settembre, Torino, ex cimitero San Pietro in Vincoli).

I diari del guardiaparco di Faber Teater, un reading-camminata, mette in marcia il pubblico tra boschi e parchi, per proporre alcuni brani di diari di guardiaparchi che narrano di animali e natura, di rispetto per l’ambiente, di lotta ai bracconieri, con momenti di riflessione sulla vita e le sue stagioni (ore 15.30, domenica 8 ottobre, Cumiana, Villa Venchi).

Il Crochet Puppet Theatre di Carolina Khoury va in scena con La terapia del dottor Froidoni, spettacolo psicologicomico, per grandi e piccoli, alla ricerca del benessere mentale, viaggio onirico e psichedelico alla scoperta della psiche umana nei suoi aspetti più ridicoli, per ritrovare un po’ di equilibrio (ore 20.45, martedì 26 settembre, Torino, ex cimitero San Pietro in Vincoli).

Al personaggio mitico di Pietro Neggio, teatrante, pacifista e anarchico che a Parigi fondò una delle più grandi scuole di teatro, L’acteur des rêves, è dedicato lo spettacolo Il re dei ciarlatani dell’associazione torinese Il Tiglio Onlus, esperienza di teatro integrato con gli utenti della cooperativa Arcobaleno (ore 20.45, giovedì 28 settembre, Torino, ex cimitero San Pietro in Vincoli).

Mi faccio in t(r)e, interpretato da Gabriele Zunino, con la drammaturgia e regia Giordano V. Amato, propone tre storie per illustrare tre diversi modi di ricercare la felicità: attraverso fama e successo, attraverso sesso e amore o nel viaggio dal terreno al divino (ore 20.45, sabato 30 settembre, Torino, ex cimitero San Pietro in Vincoli).

Per adulti e bambini, la prima torinese di Cuor di favola – Il Paradiso delle favole del Teatro Scientifico (Verona) porta sul palco le fiabe di Esopo e Fedro, per raccontare l’uomo attraverso il variopinto mondo animalesco nel quale pare rispecchiarsi tutta l’umanità (ore 16, domenica 1 ottobre, Torino, ex cimitero San Pietro in Vincoli).

Meridiano Zero (Sassari) mette in scena Otello… Uno studio, ultimo capitolo della trilogia shakespeariana trash (dopo Macbeth e Amleto) che gioca fra linguaggi alti e bassi, fra immaginario splatter e poesia, per farci prendere coscienza della spazzatura, confusione e stupidità nella quale viviamo (ore 20.45, sabato 30 settembre, Torino, ex cimitero San Pietro in Vincoli).

Isao Festival 2017 – Il sacro attraverso l’ordinario è progettato, ideato e organizzato da Il Mutamento Zona Castalia e Pop Economix coadiuvate, da quest’anno, dalla giovane formazione Mulino Ad Arte. Proprio tra Il Mutamento Zona Castalia e Mulino Ad Arte è nato recentemente il Progetto MuMu, teso alla collaborazione tra generazioni differenti e al ricambio generazionale. La ventata di novità portata dalle nuove collaborazioni caratterizza fortemente l’edizione 2017.

Il festival è realizzato con il contributo di MiBACT, Regione Piemonte, Città di Torino, Circoscrizione 7, Fondazione CRT e in collaborazione con Festival La fabbrica delle Idee, Fondazione Live Piemonte dal Vivo, Torino Spiritualità, Fondazione Teatro Piemonte Europa, Fondazione Paideia, Progetto MuMu, Coordinamento A Pelle, Centro Studi Sereno Regis, Salone Internazionale del Libro di Torino, Sistema Teatro Torino, Progetto The Gate, Ass. Il Tiglio, Coop. Sociale l’Arcobaleno, Scuola di Economia Civile, Belgravia Librerie.

Biglietti

Intero: 10,00 €

Ridotto 8,00 €: residenti Circoscrizione 7, over 65, soci Il Mutamento Zona Castalia, Pop Economix,

Mulino Ad Arte

Ridotto 5,00 €: operatori, studenti

Spettacolo di Simone Cristicchi: 20,00 € – ridotto 15,00 €

Concerto di Vishwa Mohan Bhatt: 15,00 € – ridotto 12,00 €

Prevendita: www.liveticket.it/isaofestival

Info www.isaofestival.itwww.mutamento.org – info@mutamento.org – 011.48.49.44 – 347.2377312

Fb: Isaofestival – Tw: @Isaofestival – Ig: il_mutamento_zc