Sono 158 i film all’insegna dell’impegno, oltre a molteplici sezioni e ospiti prestigiosi tra cui Paolo Sorrentino, Nanni Moretti, Roberto Bolle, Caterina Caselli, Rita Pavone, Jasmine Trinca, Costa Gavras, Riccardo Scamarcio, Gabriele Salvatores, Alberto Munzi, Christophe Doyle, Altan, Gianni Amelio, Denis Lavant e Daniele Segre. Il tutto alla 34/a edizione del Torino Film Festival, in programma dal 18 al 26 novembre, inaugurato con la commedia drammatica BEETWEEN US di Rafael Palacio Illingworth. Si chiude invece con FREE FIRE, un action-thriller in stile tarantiniano a firma dell’inglese Ben Wheatley. Il solo film italiano in concorso è I FIGLI DELLA NOTTE di Andrea De Sica, pellicola d’esordio del nipote del grande regista e figlio di Manuel. Poi due film tratti da storie vere: SULLY di Clint Eastwood con Tom Hanks pilota eroico e FREE STATE OF JONES di Gary Ross con Matthew McConaughey.
Oggi al cinema
Trame dei film nelle sale di Torino
A cura di Elio Rabbione
Si ricorda che le sale cinematografiche Reposi, Classico, Lux e Massimo da venerdì 18 a sabato 26 saranno impegnate dalle proiezioni del Torino Film Festival.
Agnus Dei – Drammatico. Regia di Anne Fontaine, con Lou de Laage, Agata Kulesza e Agata Buzek. Nella Polonia del 1945, Mathilde, giovane medico in servizio presso un ospedale da campo francese, riceve la visita di una suora con la richiesta di recarsi immediatamente al convento vicino. Appena giunta, la ragazza scopre il dramma di alcune monache: stanno per partorire, sono state violentate da soldati russi. Il racconto di una storia vera sotto lo sguardo e il sentimento dell’autrice di “”Gemma Bovery”. Durata 115 minuti. (Nazionale sala 1)
American Pastoral – Drammatico. Regia di Ewan McGregor, con Ewan McGregor, Jennifer Connelly e Dakota Fenning. Tratto dal romanzo di Philip Roth, è la storia di Seymour Levov, detto “lo svedese”, un uomo cui la vita ha regalato tutto, il successo non soltanto sportivo, una fortunata carriera come imprenditore, una moglie ex reginetta di bellezza, una famiglia di cui andare fieri. Il classico americano self-made man. Fino al giorno in cui questo mondo perfetto – siamo nel 1968 – scoppia e va in frantumi, allorché la figlia sedicenne, che appartiene ad un gruppo terroristico, fa esplodere un ufficio governativo procurando la morte di un uomo. Durata 108 minuti. (Centrale, anche V.O.)
Animali fantastici e dove trovarli – Fantastico. Regia di David Yates, con Eddie Redmayne, Colin Farrell e Katherine Waterstone. Ovvero la scrittrice miliardaria J.K. Rowling prima della nascita di Harry Potter. E ancora, primo capitolo di una saga che ne prevede altri quattro. Il maghetto Newt Scamander sbarca a New York, siamo nel 1926, volendo contattare il Magico Congresso degli Stati Uniti, con una valigetta di piccoli proporzioni da cui fuoriescono creature inimmaginabili, capaci di dar vita ad una avventura decisamente straordinaria. Durata 133 minuti. (Massaua, F.lli Marx sala Groucho, Greenwich sala 1, Ideal, Reposi, The Space, Uci anche V.O.)
Animali notturni – drammatico. Regia di Tom Ford, con Amy Adams, Jake Gyllenhaal, Armie Hammer e Aaron Taylor-Johnson. Opera seconda dell’autore del perfetto “A single man”, Gran Premio della Giuria a Venezia. Susan, celebre gallerista di Los Angeles, riceve un giorno dall’ex consorte le bozze di un romanzo che lui, da sempre con ambizioni di scrittore, le ha dedicato. Nelle pagine è racchiusa la vicenda di un padre e marito che in vacanza in Texas con la famiglia si imbatte in un balordo e con un gruppo di amici suoi. Letteratura e vita si mescoleranno e l’esistenza di ognuno cambierà per sempre. Durata 117 minuti. (Ambrosio sala1, Massaua, Eliseo Grande, Greenwich sala 3, Ideal, The Space, Uci)
Che vuoi che sia – Commedia. Diretto e interpretato da Edoardo Leo, con Anna Foglietta e Rocco Papaleo. Una coppia come tante nell’Italia di oggi, le difficoltà economiche non permettono la decisione di un figlio. L’ideona è di proporre al grande popolo della rete una raccolta fondi che venga a ricoprire le spese per un amplesso con la moglie. Grande successo dell’iniziativa: e poi? Durata 104 minuti. (Massaua, F.lli Marx sala Chico, Ideal, Reposi, The Space, Uci)
Doctor Strange – Fantastico. Regia di Scott Derrickson, con Benedict Cumberbacht, Tilda Swinton e Mad Mikkelsen. Un medico newyorkese, all’apice del successo, vede compromessa la propria professione da un incidente d’auto, per cui la forza e l’abilità delle sue mani non sono più quelle di un tempo. In un antico monastero del Nepal, dove decide di recarsi, l’uomo di scienza convertito ad un ruolo del tutto mistico, fa il suo incontro con un Maestro, detto l’Antico, cui sta a cuore la protezione della Terra da forze negative. Alla nuova scuola prevarranno arti marziali e autocontrollo, per una lotta comune contro il Male. Un vecchio eroe dei fumetti Marvel rispolverato per l’occasione. Durata 115 minuti. (Ideal, Lux sala 3, Massaua, The Space, Uci)
Fai bei sogni – Drammatico. Regia di Marco Bellocchio, con Valerio Mastandrea, Roberto Herlitzka, Piera Degli Esposti e Berenice Bejo. Dal bestseller di Massimo Gramellini, giornalista tra i più apprezzati in Italia, celebre per il suo “Buongiorno” lanciato dalla prima pagina della “Stampa”, volto televisivo del Circo Barnum firmato Fazio e oggi pure in autonomia (riempitiva da rimpicciolimento spazi). Un romanzo che è la perdita della madre da parte di un bambino di soli nove anni, una perdita che ha condizionato la vita di un uomo oltre i quarant’anni. Durata 134 minuti. (Due Giardini sala Nirvana e Ombrerosse, Lux sala 2, Reposi, Uci)
Frantz – Drammatico. Regia di François Ozon, con Pierre Niney e Paula Beer. All’origine un testo teatrale, cui seguì nel ’32 un film di Lubitsch; oggi l’autore di “8 donne e un mistero” e di “Potiche” riprende il tema sottolineando le pagine del pacifismo. In un piccolo villaggio della Germania appena uscita dalla Grande Guerra, il giovane Adrien si reca in visita alla famiglia del ragazzo del titolo per chiedere a tutti il perdono per la morte che lui stesso ha causato in guerra. Non ne ha il coraggio, ma la presenza della fidanzata del defunto (la Beer è stata premiata a Venezia con il “Mastroianni” per questa interpretazione) lo spingerà verso una confessione: spetterà ad Anna accettare o no un nuovo futuro. Anche un omaggio all’antico bianco e nero. Eccellente la prova degli attori, ma sono soprattutto la delicatezza e l’esattezza che Ozon mette in ogni momento della storia a incantare. Durata 113 minuti. (Eliseo rosso)
Genius – Drammatico. Regia di Michael Grandage, con Colin Firth, Jude Law, Laura Linney e Nicole Kidman. Nella New York della fine degli anni Venti, l’incontro e l’amicizia tra lo scrittore Thomas Wolfe e l’editor Maxwell Perkins, che già aveva fiutato giusto tra le pagine di Scott Fitzgerald e di Hemingway grazie ad un talento non comune. Tanto lo scrittore è stravolto di esuberanza nel carattere e in una scrittura che si porta appresso numeri impensabili di pagine, quanto Max è di poche parole, amante della vita familiare, di calmi sguardi paterni, di aggiustamenti, di desiderio di sfrondare quel troppo scrivere. Wolfe morì appena trentottenne, e i rapporti tra i due alla fine s’incrinarono parecchio, accusato l’editor di aver stravolto con tutte le rigacce lanciate sul foglio quel che più di impetuosamente genuino c’era nello scrittore. Bello il soggetto, interessante per quanto scarnifica di quel rapporto, ma la passione è altra cosa, sia quella delle immagini e dei dialoghi sia quanto quella che lo spettatore vede crescere in sé. Il tutto scardinato da una sempre più incartapecorita Kidman, che non riesce più a costruire uno straccio di personaggio, anche soltanto per brevi tocchi. Durata 104 minuti. (Romano sala 2, Uci)
In guerra per amore – Commedia. Diretto e interpretato da Pif, con Miriam Leone e Andrea Di Stefano. L’autore/interprete di “La mafia uccide solo d’estate” immagina questa volta che Arturo, un candido ragazzo newyorkese di origini siciliano, per chiedere la mano dell’innamorata Flora al padre debba catapultarsi nella terra d’origine: dove, siamo in pieno 1943, c’è la guerra e lo sbarco delle truppe a stelle e strisce ampiamente appoggiato dai boss mafiosi. Durata 99 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse, Greewich sala 2, Lux sala 1, Massimo sala 2, Reposi, Uci)
Io, Daniel Blake – Drammatico. Regia di Ken Loach, con Dave Johnson, Hayley Squires, Natalie Ann Jamieson. Un carpentiere di Newcastle, ormai sessantenne, è costretto un giorno a chiedere un sussidio statale per una grave crisi cardiaca. Il medico gli ha proibito di lavorare e Daniel si ritrova a rivolgersi all’assistenza pubblica, ormai privatizzata, per un riconoscimento di invalidità. La macchina burocratica inglese lo costringerà a cercare lavoro, per aprirgli una lunga strada di umiliazioni e di ricorsi. Ancora un esempio del cinema politico e della rabbia di Loach, un “teorema” svolto dal regista con l’abituale metodica professionalità, la dimostrazione che c’è sempre l’occasione per trovare qualcosa nel mondo britannico, e non solo, che ti manda il sangue alla testa: ma questa volta Loach, forse per una sceneggiatura troppo “lineare” e “inevitabile”, non soddisfa come in tante altre prove del passato. Premiato a Cannes con la Palma d’oro. Durata 100 minuti. (Romano sala 3)
Inferno – Azione. Regia di Ron Howard, con Tom Hanks, Felicity Jones e Omar Sy. Arrivati alla terza puntata, ormai gli intrighi di Dan Brown, la spettacolarizzazione di Howard e il faccione di Hanks/Robert Langdon, prezioso professore di simbologia ad Harvard che invecchia con saggezza sono una vera garanzia. A tutto questo s’aggiungano le cornici di Firenze Venezia Istanbul, gli enigmi che hanno inizio con la Sala dei Cinquecento e con l’affresco del Vasari, il capolavoro del Poeta, gli amici e i nemici che indossano differenti maschere, un virus letale di cui vorrebbe servirsi un pazzo per dare un taglio netto alla sovrappopolazione: molto, moltissimo materiale perché il pubblico, già prodigo verso il “Codice da Vinci” e “Angeli e demoni”, corra al cinema. Durata 121 minuti. (The Space, Uci)
Kubo e la spada magica – Animazione. Regia di Travis Knight. Kubo nasconde sotto la benda nera una cicatrice e un occhio che non ha più e accudisce la madre malata. Ogni giorno scene in città a raccontare storie fantastiche, come quella di suo padre, un eroico samurai di cui nessuno ha più avuto notizie, e a guadagnare qualche soldo. Il ritorno a casa, alle prime ombre della notte, nasconde le insidie che gli tendono il vecchio nonno che con le odiose zie vorrebbe cavargli l’altro occhio: Kubo dovrà difendersi, mentre andrà alla ricerca della spada magica di suo padre come del proprio passato. Durata 101 minuti. (The Space, Uci)
Masterminds – I geni della truffa – Commedia. Regia di Jared Hess, con Zach Galifianakis. Progetto inizialmente offerto a Jim Carrey, è il resoconto in chiave comica di una rapina, tra le strade degli States, che vede coinvolto David dalla vita monotona e desideroso di darle una spinta più che clamorosa, la sua collega Kelly per cui nutre una vera e propria cotta più un gruppo di (divertenti) balordi con cui dare l’assalto a 17 milioni di dollari. Durata 94 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)
Non si ruba a casa dei ladri – Commedia. Regia di Carlo Vanzina, con Massimo Ghini, Vincenzo Salemme, Manuela Arcuri e Stefania Rocca. La guerra di un comune cittadino contro un politico disonesto, Antonio contro Simone. Una denuncia non servirebbe a nulla, si sa, la burocrazia, gli intrallazzi, gli appoggi: allora Antonio mette su una piccola banda di cittadini fregati come lui ed escogita, una volta scoperto il conto in Svizzera dell’avversario, una bella truffa ai suoi danni. Durata 93 minuti. (Reposi, The Space, Uci)
Per mio figlio – Drammatico. Regia di Frédéric Mermoud, con Nathalie Baye e Emmanuelle Devos. Tratto da un romanzo di Tatiana de Rosnay. Una madre, Diane, vuole rintracciare il conducente della Mercedes che a Losanna ha ucciso suo figlio, sostituendosi ad una polizia che ha archiviato l’inchiesta. Si mette alla ricerca, con una valigia, dei soldi e una pistola. Conoscerà Marlène, una parrucchiera, abito leopardato e tacchi a spillo, ma ricca di umanità e fragile. Durata 90 minuti. (Eliseo blu)
Pets – Vita da animali – Animazione. Regia di Chris Renaud e Yarrow Cheney. Dai realizzatori di “Cattivissimo me”, per dare una risposta a quel dubbio più che possibile che può colpire i proprietari di animali: che cosa fanno gli animali domestici quando i padroni sono fuori casa? E inoltre. la tranquillità di un terrier sconvolta dall’arrivo di un enorme cagnone dal pelo arruffato, la vita e le insidie per le stravedi New York, un coniglio feroce che guida un drappello di animali in rivolta, un amore pronto a guidare tutti verso la salvezza. Durata 87 minuti. (Massaua, Uci)
Quel bravo ragazzo – Commedia. Regia di Enrico Bando, con Herbert Ballerina, Enrico Lo Verso e Tony Sperandeo. Ingenuo e sognatore, un ragazzo è costretto a sostituirsi al padre deceduto, un padre di professione boss mafioso. Durata 90 minuti. (The Space, Uci)
La ragazza del mondo – Drammatico. Regia di Marco Danieli, con Michele Riondino e Sara Serraiocco. Libero è appena uscito di prigione per spaccio, crede in una propria riabilitazione e incontra Giulia, giovane testimone di Geova. L’amore che nascerà tra i due ragazzi porterà la ragazza a rompere ogni rapporto con tutti. Durata 104 minuti. (Nazionale 2)
La ragazza del treno – Thriller. Regia di Tate Taylor, con Emily Blunt, Justin Theroux, Haley Bennett e Rebecca Ferguson. Ricavato dal bestseller di Paula Hawkins, mutato il panorama di periferia essendoci trasportati da Londra a New York, come chi ha letto l’avvincente romanzo ben sa (con la propria diversa triplice visuale femminile, con la sua bella dose di andirivieni temporali che ingarbugliano all’inizio ma che poi spianano una felice – per il lettore – strada alla conclusione) è la storia di Rachel, divorziata e alcolista, che ogni mattina, nella finzione di continuare ad avere un lavoro, passa con il treno dinanzi ad una casa in cui vive una coppia, da lei subito idealizzata. Poi c’è Anna, per cui Rachel è stata lasciata, che ora vive con Tom, l’ex di Rachel, non lontano da quella casa, e ancora Megan, la donna idealizzata ma forse da riconsiderare, che un giorno scompare. Rachel è legata a quella vicenda di tradimenti, amnesie, sparizioni e crudeltà più di quanto non immagini. Durata 112 minuti. (Ambrosio sala 3, Massaua, Reposi, The Space, Uci)
Sing Street – Commedia musicale. Regia di John Carney. Nella Dublino degli anni Ottanta, la vita, l’amore, la band, il successo del giovane Conor. Durata 104 minuti. (Ambrosio sala 2)
Sausage Party – Vita segreta di una salsiccia – Animazione. Regia di Greg Tiernan e Conrad Vernon. In un supermercato, gli alimenti esposti sono ben felici se la clientela li acquisterà, ben lontani dal sapere quel che sta loro per succedere… Abbiamo come è giusto catalogato il film nel settore “animazione” ma certe notizie del web stanno lì ad avvisarci che questa volta non è proprio pane per i denti dei più piccoli, abituali fruitori del genere. Durata 89 minuti. (The Space)
7 minuti – Drammatico. Regia di Michele Placido, con Ottavia Piccolo, Ambra Angiolini, Violante Placido e Fiorella Mannoia. Tratto dal testo teatrale di Stefano Massini, il film narra del passaggio di un’azienda tessile italiana nelle mani di una nuova proprietà estera, che esclude i licenziamenti ma pone un’unica richiesta: quanti lavorano all’interno della fabbrica dovranno rinunciare a sette minuti della pausa pranzo. Toccherà al consiglio di fabbrica avallare o no la richiesta. Durata 92 minuti. (Eliseo rosso)
Ti amo Presidente – Biografico. Regia di Richard Tanne, con Tika Sumpter e Parker Sawyers. Nella torrida estate della Chicago del 1989, un giovane di nome Barak Obama invita una collega dello studio legale di cui entrambi fanno parte, Michelle Robinson, a uscire con lui. La macchina scassata di lui, il primo bacio, il panorama di disuguaglianza razziale e ingiustizie ad ogni angolo. E’ l’occasione per iniziare quella vita insieme che li ha portarti alla Casa Bianca per otto anni. Durata 84 minuti. (The Space, Uci)
Trolls – Animazione. Regia di Mike Mitchell e Walt Dorn. Poppy (qui con la voce di Elisa) a fianco di Branch partirà per un’avventura oltre il mondo a lei conosciuto, ovvero una missione alquanto rischiosa per salvare i suoi amici dal cattivissimo Bergen. Ancora un avventura dai creatori di Shrek per le creature animati dai coloratissimi capelli. Durata 96 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)
La verità negata – Drammatico. Regia di Mick Jackson, con Rachel Weisz, Tom Wilkinson e Thimothy Spall. Attraverso le pagine pubblicate da Deborah Lipstadt, scrittrice statunitense di origini ebree, sceneggiate dal drammaturgo David Hare, la storia del processo che la vide impegnata tra il 1993 e il 2000 ed in contrapposizione alla persona e alle idee negazioniste di David Irving, secondo il quale, in una personale revisione totale della Storia, Hitler non sarebbe mai stato al corrente della vicenda dei deportati ebrei e i campi di concentramento con le camere a gas non sarebbero mai esistiti. La conoscenza e l’esistenza fu condotta a dimostrare la Lipstadt, ben al di là di quelle che un giudice poteva ipotizzare quali espressioni della libertà d’espressione. Un film per la riconferma di un passato. Durata 110 minuti. (F.lli Marx sala Harpo, Romano sala 1)
La silloge “Anche se così non fosse”, l’ottava di Graziella Minotti Beretta, non si discosta dalla precedenti per qualità, intensità e “charme”. Tra le composizioni c’è tanta bellezza, accompagnata da emozioni e stimoli a pensare, riflettere, indagare anche nella realtà del mondo che ci circonda. Si dice che la poesia ha in sé la capacità di far scoprire quella scintilla d’infinito che è dentro ognuno di noi. Cosa che, a onor del vero, si potrebbe dire anche per altre arti come la pittura, la fotografia, la prosa. Chi può negare che anch’esse siano capaci di evocare forti emozioni? Del resto lo fa stessa Graziella ,attraverso i suoi quadri. Ma la differenza sta proprio nella possibilità, leggendo una poesia, di vedere oltre e “dentro”, fino al cuore di chi scrive e scrivendo, comunica con gli altri. La poesia è un modo di “sentire” la realtà che ci circonda, di viverla e di esprimerla. Cercando di cogliere il bello e lo stupore delle cose semplici. O, a volte, la consolazione dalla realtà più triste; oppure lo sdegno che si prova nel vedere i fatti della vita, le sofferenze che questa provoca, l’ingiustizia e il dolore che porta con se. Segno evidente di una coscienza sensibile. Un vecchio proverbio cinese ci ricorda come “l’’uomo che non conosce la tristezza non ha mai pensieri profondi”. In questa ottava silloge di Graziella Minotti Beretta si trovano molte di queste sensazioni. Una poesia forte, e al tempo stesso, tenera; capace di emozionare, obbligare a riflettere, consentire di sognare; una poesia semplicemente fatta di parole, suoni, immagini e ritmi molto belli. Un’emozione, un ricordo, un semplice particolare fanno scattare la molla dell’ispirazione, la voglia di creare e comunicare le proprie idee, anche quando la parola assume un significato triste e drammatico. Spesso, di fronte ad una poesia, chi come me che di poesie non ne ha mai scritte si trova senza difese, completamente disarmato. “Da terra a terra, da sponda a sponda. Un solo popolo che annaspa verso una libertà sfuggente”, ci fa vivere – attraverso “Naufraghi” – la realtà delle migrazioni in un paese (il nostro) che forse si è scordato che, tra la fine dell’800 e l’inizio del 900, milioni di italiani lasciarono i loro luoghi d’origine per raggiungere paesi lontani dove trovare speranze di una vita migliore che la patria aveva loro negato. In altre poesie c’è la natura, straordinaria nell’incedere delle stagioni, la forza degli affetti, il legame del sangue e un profondo amore per la vita. C’è una bellezza nel linguaggio poetico di Graziella, nei versi con cui si esprime, di cui quasi s’avvertono “a pelle” l’eleganza e la profondità. “Non cercate di prendere i poeti perché vi scapperanno tra le dita”, avvertiva Alda Merini. E aggiungeva che “i poeti lavorano di notte quando il tempo non urge su di loro, quando tace il rumore della folla e termina il linciaggio delle ore. I poeti lavorano nel buio come falchi notturni od usignoli dal dolcissimo canto e temono di offendere Iddio. Ma i poeti, nel loro silenzio fanno ben più rumore di una dorata cupola di stelle”. Io credo che sia proprio così, e le poesie di Graziella fanno lo stesso effetto. In fondo anche lei canta il dolore degli esclusi, dando voce agli ultimi.
Marco Travaglini
Iniziative in rete, anche nel quadro delle celebrazioni per il 6° centenario del Ducato di Savoia, con la mostra Testimonianze di storia sabauda nei fondi della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, aperta in Biblioteca Nazionale sino al 31 dicembre 2016
Una mostra, manifestazioni, visite guidate e conferenze organizzate dal Comune Vinovo, in collaborazione con l’Associazione Amici del Castello e con il Centro Studi Piemontesi, nello splendido maniero dei Della Rovere. Uno scenario suggestivo e magico, capace di fare riaffiorare, attraverso le vicissitudini e vicende dei luoghi, coinvolgenti memorie storiche, biografiche, artistiche, industriali e naturalistiche.Prossima conferenza 19 novembre 2016 alle ore 16. I Savoia e l’Italia. Azione o predestinazione? Ingresso libero sino ad esaurimento dei posti disponibili
Saviano dà il via alla Grande Invasione
Lo scrittore ospite del Festival presenta a Ivrea La paranza dei bambini (Feltrinelli)
È l’ultimo lavoro di Roberto Saviano La paranza dei bambini ad aprire venerdì 2 dicembre alle 19 il programma di incontri di #invasionetuttolanno, il conto alla rovescia in vista della quinta edizione del festival della lettura La grande invasione che si terrà a giugno 2017. Ideato e diretto da Marco Cassini e Gianmario Pilo, il festival ha accolto, nell’ultima edizione, 15.000 persone ed è oggi considerato uno dei più interessanti nel panorama nazionale.
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Roberto Saviano (Napoli, 1979), autore del bestseller internazionale Gomorra (Mondadori 2006), presenterà a Ivrea presso le Officine H il suo ultimo lavoro. In ragione della limitata capienza dello spazio l’accesso sarà regolato in base a dei coupon che saranno distribuiti gratuitamente: 600 coupon (per un massimo di due a persona) saranno distribuiti presso La galleria del libro (via Palestro 70 a Ivrea) lunedì 21 novembre e lunedì 28 novembre, a partire dalle ore 15 e fino a esaurimento. Ulteriori 350 coupon verranno distribuiti il pomeriggio del 2 dicembre alle Officina H dalle 16,30. Ogni tagliando darà diritto all’ingresso di una sola persona.
Il libro racconta di dieci ragazzini di quindici anni dai soprannomi innocui Maraja, Pesce Moscio, Dentino, Lollipop, Drone che in scooter sfrecciano contromano alla conquista di Napoli. Sanno che “i soldi li ha chi se li prende”. E allora, via, sui motorini, per andare a prenderseli, i soldi, ma soprattutto il potere. La paranza dei bambini narra la controversa ascesa di una paranza – un gruppo di fuoco legato alla Camorra – e del suo capo, il giovane Nicolas Fiorillo. A poco a poco ottengono il controllo dei quartieri, sottraendoli alle paranze avversarie, stringendo alleanze con vecchi boss in declino. In questo libro Roberto Saviano entra implacabile nella realtà che ha sempre indagato e immerge il lettore nell’autenticità di storie immaginate con uno straordinario romanzo di innocenza e sopraffazione. Con questo appuntamento, che si aggiunge agli incontri con Jonathan Safran Foer dello scorso 31 agosto e con Alessandro Baricco il 27 settembre, La grande invasione segna il passaggio da festival temporaneo a progetto permanente e attivo durante tutto l’anno, anche grazie alle collaborazioni strette con altre realtà culturali nazionali. Prossimo appuntamento di #invasionetuttolanno: martedì 6 dicembre con lo scrittore inglese Harry Parker. La quinta edizione della Grande invasione si terrà dall’1 al 4 giugno 2017.
Per informazioni La galleria del libro tel. 0125 641212.
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Twitter: @grandeinvasione
Instagram: grandeinvasione
Facebook: facebook.com/invasionefestival
Hashtag ufficiale #invasionetuttolanno #invasione17
Glauco Mauri, Roberto Sturno e Andrea Baracco in Edipo Re e Edipo a Colono, due tragedie di respiro universale, in scena al teatro Astra
A distanza di quasi vent’anni dal primo allestimento Glauco Mauri, all’età di 86 anni, torna a quella tragedia greca che meglio di ogni altra esprime l’enigma dell’uomo contemporaneo, scegliendo di compiere un’operazione radicale, firmando la regia dell’Edipo a Colono, mentre quella dell’Edipo Re è affidata a Alessandro Baracco. In scena al teatro Astra dal 17 al 20 novembre prossimi si confrontano due generazioni di registi, un grande esempio di continuità e di collaborazione. Edipo della Compagnia Mauri Sturno è il dramma di un immeritato destino, l’ineluttabile infelicità umana, la follia dell’autodistruzione in nome di una giustizia superiore alle leggi umane. Glauco Mauri e Andrea Baracco affrontano Sofocle per ritrovare nelle radici del nostro passato e quel nutrimento necessario per comprendere il futuro. “Sono tornato a Edipo – spiega Glauco Mauri – perché in vent’anni ho acquisito molta esperienza e perché Sofocle rappresenta un passaggio epocale. L’Edipo Re viene composto nel 428 a.C. e l’autore solo dopo più di vent’anni riprende il suo eroe per farlo morire senza il dolore del male. E’ di sconvolgente modernità il fatto che Edipo si dichiari responsabile soltanto delle azioni da lui compiute e non di quelle attribuitegli dagli dei. Edipo Re e Edipo a Colono pongono sconvolgenti interrogativi alla mente umana e dimostrano una grande ricchezza di umanità e di poesia, in una ricerca incessante della verità. Alla fine del suo lungo cammino l’eroe comprenderà se stesso, la luce e le tenebre presenti nella sua interiorità, affermando anche il diritto alla libera responsabilità del suo agire.
Mara Martellotta
Teatro Astra
Via Rosolino Pilo 6
Tel: 011/5634352
Il momento dell’equilibrio
Le poesie di Alessia Savoini
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Bambino che sogni di andare lontano,
seduto ad ascoltare il vento nell’occhio di un uragano
aspettando che il sole brilli sopra la testa del mondo
lasciati travolgere dalla sensazione di essere,
esci dal tuo mondo di inutili paure,
sovrasta il passato.
E allora corri, corri più lontano
corri finché il mare non diventa cielo
gioca ad inseguire l’ultimo sogno di un adulto
Mostra gli orizzonti a un cieco che guarda;
non sei tu a decidere con che occhi vedere.
Sabato 26 novembre verrà assegnato il premio letterario “Della Resistenza” – Città di Omegna , il più importante premio letterario italiano dedicato alla lotta di Liberazione. La manifestazione si terrà alle 15.00, presso il “Forum” della città sul lago d’Orta dov’è nato Gianni Rodari. L’ambito premio letterario, quest’anno, va a Massimo Cirri – conduttore radiofonico e autore teatrale – per “Un’ altra parte del mondo” (Feltrinelli,2016). Il libro narra la storia straziante di Aldo , figlio di Palmiro Togliatti e di Rita Montagnana, affetto da seri problemi di salute mentale. Una storia di solitudine, timidezza e gentile follia. Il romanzo di un uomo che non ha lasciato memoria in un mondo pieno di memoria. Dopo i funerali del padre, nel 1964, “Aldino” non apparve più in pubblico, vivendo con la madre. Nel 1979, scomparsa anche Rita Montagnana, Aldo venne “preso in consegna” dal Partito comunista. Fino alla morte, nel 2011, a ottantasei anni, visse in una casa di cura, Villa Igea, a Modena. In clinica, per via di quel cognome pesante, nei documenti c’è scritto solo “Aldo”. E’, come narra Cirri, “ un paziente “bravo”, legge romanzi in francese e in russo, compila la “Settimana Enigmistica” che, insieme alle sigarette Stop, gli porta un militante del Pci, Onelio Pini. Lo va a trovare due volte alla settimana, e nell’89 tocca a lui informarlo che l’Unione Sovietica non c’è più”. Una notizia che fece dire ad Aldo Togliatti “Non ci credo”. Una scelta coraggiosa, quella della giuria, che ha voluto premiare una storia tanto importante quanto poco conosciuta. L’altro premio – l’ “Omegna Giovani” – scelto da una giuria di studenti delle scuole medie superiori, è andato a “Storia vera e terribile tra Sicilia e America” di Enrico Deaglio (Sellerio,2015). L’autore, noto giornalista, indaga sul linciaggio di cinque italiani avvenuto a Tallhula, in Lousiana, il 20 luglio 1899. Come accaduto a 4-5mila neri nel ventennio a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento nel profondo Sud degli Stati Uniti, i 5 furono braccati, feriti a fucilate e poiappesi, chi al pioppo della prigione, chi a ganci da macellaio, davanti a “una folla ordinata e calma, ma molto determinata”, come ebbe a scrivere un giornale locale dell’epoca. I loro corpi ormai sfatti furono esibiti sul marciapiedi della stazione ferroviaria, monito ai nuovi arrivati. Erano tutti siciliani di Cefalù, fruttivendoli, 23 anni il più giovane, tre erano fratelli, di cognome Defatta. Una storia dolorosa e terribile di “migranti” come tante ancora oggi affollano le cronache quotidiane. “Il premio letterario “Della Resistenza” Città di Omegna, nata nel 1959, intende segnalare un’opera di narrativa, poesia o saggistica, di recente pubblicazione in Italia, che, coniugando valori letterari e impegno civile, abbia dato risalto a una delle questioni fondamentali del nostro tempo”, afferma Alessandro Buzio, assessore alla cultura di Omegna. Dal 1959 al 1974, il premio rappresentò un appuntamento alto della cultura italiana e internazionale. Dopo una lunga “pausa”, nel 1995, il Premio venne ripreso in occasione del cinquantesimo anniversario della Liberazione in Italia, con un’edizione straordinaria che ha visto vincitore “Appunti Partigiani 1944-1945” di Beppe Fenoglio. “Nato da un incontro tra l’allora sindaco Pasquale Maulini con Cino Moscatelli, Mario Soldati e Mario Bonfantini – ricorda ancora Alessandro Buzio – in tredici successive edizioni vide la collaborazione di prestigiosi nomi della cultura italiana. Della Giuria fecero parte scrittori e intellettuali importanti. Tra i tanti si ricordano Guido Piovene, Mario Soldati, Carlo Salinari, Paolo Spriano, Gianni Rodari, Cesare Zavattini, Rossana Rossanda, Orio Vergani, Raffaele De Grada, Italo Calvino, Franco Fortini”. La città, insignita della medaglia d’oro per la lotta partigiana – negli anni – ha avuto l’onore di premiare personalità del calibro di Jean-Paul Sartre, Gunther Anders, Frantz Fanon, Camilla Cederna, Alexandros Panagulis e più recentemente Gherardo Colombo, Tahar Ben Jelloun, Vincenzo Cerami e Roberto Benigni, Ryszard Kapuscinski, Nuto Revelli, Guido Crainz, Susan Sontag, Angelo Del Boca, Roberto Saviano, Boris Pahor e Marco Paolini, Massimo Zamboni e molti altri autori di fama internazionale.
Marco Travaglini
Con “L’ARIA TRISTE CHE TU AMAVI TANTO”,a 50 anni dalla sua scomparsa, Assemblea Teatro torna a rendere omaggio al grande autore Luigi Tenco. Dove? All’Auditorium “Giovanni Arpino”di Collegno, alle 21 di sabato 19 novembre, in uno spazio teatrale che da quattro anni si è aperto alla comunità, offrendo spettacoli. I titoli di questa quarta stagione de “LO SVAGO & IL PENSIERO” raccontano di giovani, donne, lavoro, felicità e fatica, di attualità ed emigrazione, di storia. In più, quest’anno, quattro spettacoli affronteranno il tema della “follia”: PAZZE ALL’OPERA, SUL MARE, ANGELINA, FABBRICHE DI FOLLIA. Nel 2017, infatti, saranno 40 anni dalla caduta del “muro del manicomio” di Collegno. Un’ulteriore occasione per riflettere e ricordarsi che l’abbandono e la solitudine, a volte, sono proprio sotto i nostri occhi e che la diversità non deve fare paura e, soprattutto, innalzare muri. Per aprire questa nuova stagione, Assemblea Teatro accompagnerà il pubblico alla riscoperta di Luigi Tenco, un personaggio, un grande autore e – soprattutto – un uomo sensibile. Lo spettacolo “L’ARIA TRISTE CHE TU AMAVI TANTO”, offrirà al pubblico l’occasione di riascoltare canzoni come Un giorno dopo l’altro; Ho capito che ti amo; Lontano, lontano; Angela; Vedrai, vedrai. Il loro apparire negli anni Sessanta fu una ventata di autenticità, ma anche una novità scandalosa che spazzava via vecchi moduli ripetitivi, per aprire ad un nuovo pathos, ad una diversa intensità nel dire. Secondo appuntamento, “LAS MARIPOSAS-LA STORIA DELLE SORELLE MIRABAL” – sempre alle 21 di Sabato 26 novembre -in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Una storia ambientata sull’isola di Santo Domingo, il 25 novembre 1960. In quel giorno, tre sorelle – Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal- vengono trucidate dal generale Rafael Truiljo. Durante la sua dittatura le tre sorelle si arruolarono e sposarono la causa dei guerriglieri che intendevano liberare l’isola dal tiranno. Conosciute col nome di Mariposas, erano le tre splendide farfalle che accompagnavano i mariti nella lotta. Quel giorno di novembre di ritorno dal carcere dove erano detenuti i rispettivi consorti, le tre donne vennero barbaramente uccise. Grazie ai ricordi di Dedè, la quarta delle sorelle, sopravissuta forse perché meno coinvolta politicamente, oggi è possibile conoscere la storia delle sorelle Mirabal. Poi, a dicembre ( il 4 e il 17 del mese ) verranno rpoposti lavori tratti dalle opere di Erri De Luca e Fabrizio De Andrè. Un calendario, insomma, per spaziare con la fantasia, riflettere, divertirsi, sempre con il cervello “ben acceso”.
S’intitola “Ex Fabrica” la mostra fotografica di Giorgio Scalenghe che verrà inaugurata alle 18,30 di venerdì 25 novembre al Circolo Operaio “Franco Ferraris” di Omegna, sul lago d’Orta.
L’evento, presentato dallo storico Filippo Colombara, è organizzato dal locale Circolo Arci, dall’Istituto Ernesto De Martino e dal gruppo fotografico ossolano La cinefoto. Una ventina di foto in bianco e nero “raccontano” la fatica e il lavoro in una fabbrica di Vogogna, località della bassa ossola, chiusa nei primi anni duemila, dove venivano prodotti i bulloni per le traversine commissionati dalle ferrovie dello Stato. Gli oggetti, i macchinari, l’abbandono silenzioso di edifici e impianti rappresentano la “narrazione” per immagini del lavoro operaio, di una fabbrica e di un mondo in bianco e nero dove la fatica era il pane quotidiano di chi varcava quei cancelli per prestare la sua manodopera. Una serie d’immagini che , al giorno d’oggi, possono apparire lontane dalla quotidianità ma che in realtà sono storia recente, contemporanea: una realtà che Giorgio Scalenghe fa “parlare” attraverso le sue fotografie. La mostra resterà aperta negli orari del Circolo “F.Ferraris” ( in via Manzoni, 63 a Omegna) fino all’11 dicembre.
Marco Travaglini