CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 695

Santuari à répit

santuari3Santuari à répit. Il rito del “ritorno alla vita” o “doppia mortenei luoghi santi delle Alpi”, di Fiorella Mattioli Carcano (Priuli & Verlucca editore) è un libro importante, frutto di una originale e impegnativa ricerca condotta dalla presidente dell’associazione storica “Cusius” sui “santuari del ritorno alla vita. Fiorella Mattioli Carcano, nata a Orta San Giulio (No), dove vive e opera, intellettuale colta e impegnata sugli studi relativi alla religione popolare, al culto mariano e ai Sacri Monti, con questo libro indaga e riflette su un rito, quello del “respiro” o della “piuma”,  che veniva praticato sulle Alpi quando un bambino moriva prima del battesimo. Al fine di salvare la sua anima dal limbo se ne portava il corpicino in una chiesa del “répit”, quasi sempre dei luoghi di culto mariani,  dove si pregava per ottenere una breve resurrezione che consentisse di battezzarlo. Un’usanza che si perde nella notte dei tempi, molto diffusa nel seicento, secolo complicato dove alla cultura barocca e alla nascita del pensiero scientifico moderno si sovrapposero l’epoca della peste, della crisi, delle guerre e della controriforma.

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Dai territori alpini della Francia alla Svizzera, dai confini del Tirolo alle alpi occidentali, questo rito si rendeva necessario per dare ai piccoli defunti “la salvezza dell’anima”, impedendo che il  decesso prima del battesimo li condannasse al limbo e alla sepoltura in terra sconsacrata. Nel suo “Santuari à répit” – che vanta la prefazione di Annibale Salsa, noto antropologo e già presidente nazionale del Club alpino italiano – Fiorella Mattioli Carcano riassume l’intera storia utilizzando le fonti santuari2storiografiche su questi santuari, descrivendo lo svolgimento del rito, i luoghi dove avveniva e l’atteggiamento tenuto dalla chiesa. Nel “rito della piuma” il piccolo defunto veniva steso su un altare dedicato alla Madonna alla presenza di un medico o di un’ostetrica che potesse attestarne il ritorno alla vita, seppure per un breve istante: da un sospiro (répit) che facesse vibrare una piuma posta fra le labbra o da un rossore delle guance.In quell’attimo fuggente, il “resuscitato”veniva battezzato dal prete per ri-morire immediatamente dopo. Alla presenza di un santuari 1notaio, veniva redatto l’atto pubblico utile alla sepoltura in terra consacrata. I santuari del ritorno alla vita sono piuttosto rari in Italia, ma le Alpi occidentali ne annoverano diversi, soprattutto nei territori colonizzati dalle popolazioni Walser, a ridosso del Monte Rosa tra la Valsesia e l’Ossola. Il bel saggio della storica Fiorella Mattioli Carcano , oltre a esplorare questo rito sotto tutti i punti di vista, offre un censimento dei santuari destinati  al “répit” sull’arco alpino piemontese, dalle alpi Marittime alla Val Susa, dalle valli aostane alle alpi Pennine e Lepontine, con un intero capitolo dedicato ai luoghi di culto della Diocesi di Novara, una delle più vaste d’Italia.

Marco Travaglini

“Le vittorie imperfette”, uno spettacolo inedito dell’Accademia dei Folli

folli2Lo sport a teatro come metafora per raccontare la vita, il superamento dei propri limiti, delle proprie paure. Lo sport come pretesto per calarsi in un racconto di pura epica moderna e per entrare nel vivo della Storia da una porta secondaria. Dal 15 al 17 febbraio una delle pagine più famose della storia dello sport è protagonista – ognuna delle tre sere, alle 21.oo –  al Teatro Agnelli di Torino, in via Paolo Sarpi. “Insolito“, la stagione teatrale di Assemblea Teatro, ospita la compagnia Accademia dei Folli con uno spettacolo inedito “Le vittorie folli1imperfette”, tratto dall’omonimo romanzo di Emiliano Poddi. In scena ci sarannoGiovanna Rossi, Enrico Dusio, Gianluca Gambino con Carlo Roncaglia (che cura anche la regia) alla voce e piano. I costumi ed elementi scenici sono di Carola Fenocchio e disegno luci e fonica diAndrea Castellini.I protagonisti sono Saša Belov e Kevin Joyce. Due ragazzi all’inseguimento di un sogno: vincere la medaglia d’oro del basket alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Uno si è allenato all’ombra della statua colossale della Grande Madre Russia a Stalingrado, l’altro sui campetti di cemento tra i grattacieli di New York. Due squadre. Due mondi contrapposti. Due culture. Usa contro Urss. Una partita che sarà per sempre legata ai tre secondi più leggendari, folli3contraddittori e ingarbugliati della storia dello sport. Ma Monaco ’72 è anche la scena di una strage spaventosa: undici atleti israeliani cadono sotto l’attacco terroristico di Settembre Nero. Un lutto che deve essere riassorbito in fretta, proprio per fare spazio alla sfida fra le due superpotenze. Molti anni dopo, in un cimitero di San Pietroburgo, Kevin Joyce e Saša Belov sono di nuovo l’uno di fronte all’altro: Kevin con addosso il peso degli anni e di una sconfitta impossibile da accettare; Sasha giovane per sempre e per sempre innamorato di Sonja, la giovane donna che non è riuscita a salvarlo dal suo stesso trionfo. “Le vittorie imperfette” è uno spettacolo che alterna epica sportiva e racconto intimista, canzoni americane e ninne nanne russe, tragedia e spigliata commedia d’amore. Una  storia in cui il palleggio echeggia come il battito del cuore.

Marco Travaglini

Gli alpini del “Battaglione Intra” al fronte. Una storia da ricordare

intra alpiniLa storia degli Alpini in generale, di quelli appartenenti al Battaglione Intra in particolare, è ancor oggi viva nella memoria dei pochi protagonisti sopravvissuti alla seconda guerra, ma anche dei figli, nipoti e di tutti quelli che in qualche modo ne hanno ereditato vicende ed emozioni. Così se ne parla ancora spesso a Verbania, a Gozzano, a Novara o in altre zone del Piemonte ma anche del Varesotto. L’Assessorato alla Cultura della Città di Verbania e l’Associazione Nazionale Alpini – Sezione di Intra, hanno organizzato tre appuntamenti dedicati alle loro vicende, durante le due guerre mondiali. La rassegna si è conclusa venerdì 10 febbraio, a Villa Giulia, con Pier Antonio Ragozza ed Agostino Roncallo, autori del libro “In guerra con gli Alpini del Battaglione Intra”, che racconta la storia degli alpini durante il secondo conflitto mondiale.

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I diari di guerra e numerose foto hanno consentito di ricostruire piccole e grandi storie, la vita di trincea, le assurdità della guerra. “Gli Alpini sono una parte importante per la costruzione della storia della nostra comunità, della nostra città” ha detto l’Assessore alla Cultura e  al Turismo Monica Abbiati, presentando gli autori del libro.

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Dal canto suo Ragozza ha spiegato che  “ c’è un collegamento diretto tra i due conflitti: alcuni dei nostri soldati del battaglione hanno partecipato alla Prima Guerra, poi alla Campagna Coloniale d’Etiopia, altri sono stati sul fronte francese nella Seconda Guerra, altri ancora hanno patito le intra alpini3vicissitudini più difficili in Grecia , Albania e Jugoslavia”. “Hanno patito la fame: mangiare? Era un’ossessione! Da entrambe le parti, bisogna ammetterlo, ci sono stati rappresaglie e crimini di guerra.” Ha spiegato infine Agostino Roncallo, concludendo la serata “in pratica gli Alpini sono stati poi abbandonati a sé stessi l’8 settembre 1943: dopo la Liberazione, parte di loro saranno liberi, altri diventeranno partigiani, altri ancora saranno costretti ad andare in Germania”.

Elio Motella

Al Regio una Katia Kabanova spirituale ed eterea

La regia poetica di Robert Carsen  per una protagonista aggredita dalle convenzioni del mondo circostante a lei ostile

 

kabanova2Debutta al teatro Regio di Torino mercoledì 15 febbraio, alle 20, l’opera di Leos Janacek “Katia Kabanova”, a quasi cento anni dalla sua composizione, in tutta la sua bellezza. L’opera è sicuramente uno dei capolavori più intimi del musicista, che è stato uno dei più originali di tutti i tempi, capaci di prendere le mosse dalla realtà sociale e linguistica morava, nella quale era nato e cresciuto, per creare gli intrecci più disparati dell’opera europea fin-de-siecle, dal genere eroico rappresentato da “Sarka”, al fantastico ( “La volpe astuta”), fino alla suspense modernista intrisa di magia de “Il caso Makropoulus”. Janacek è stato, comunque, un compositore sempre attento a immettere nel proprio teatro e musica i tratti di aderenza alla realtà, che sono stati tra le caratteristiche fondamentali degli scrittori russi dell’Ottocento, da Dostoevskij a Ostrovskij, drammaturgo caro anche a Cajkovskij e da cui Janacek trasse il soggetto per l’opera “Katia Kabanova”. Il 9 gennaio 1920 Janacek appunta, a proposito del soggetto di Katia Kabanova, ” Ho cominciato a scrivere una nuova opera. Il personaggio principale è una donna di animo dolce e gentile. Ella svanisce al solo pensarla, un alito di vento la spazzerebbe via, figuriamoci la tempesta che le scoppia sul capo”. La nuova opera era tratta dal dramma di Ostrovskij “L’uragano “, il cui titolo originale in russo significa tanto tempesta quanto terrore. Fu lo stesso Janacek a scrivere il libretto dell’opera, riducendo a tre i cinque atti del dramma, che Max Brod aveva definito una “Madame Bovary russa”. Com nel romanzo di Flaubert, l’intera azione si basa kabanovasull’adulterio di una donna romantica, che non riesce a sopportare un ambiente gretto a lei ostile. Il debutto, avvenne il 21 novembre 1921, al teatro Nazionale di Brno, e riscosse un successo straordinario. Marco Angius, direttore artistico dell’ Orchestra di Padova e del Veneto, sarà sul podio a dirigere Ochestra e Coro del Teatro Regio. Il teatro di Carsen, che ne firma la regia, si contraddistingue per la sua essenzialità e risulta capace di riportare alla luce i significati più riposti del testo. Carsen immagina per questa Katia Kabanova una scena formata da passerelle che galleggiano su uno specchio d’acqua. Questa instabilità, il riflesso delle luci sull’acqua e il fluttuare perenne delle scene, rimandano alla spiritualità del personaggio di Katia e alla sua intimità, aggredita dalle convenzioni e dai complessi della comunità in cui è costretta a vivere. Janacek fu detto il Puccini ceco per l’affascinante lirismo della sua opera e l’intensa teatralità   delle sue melodie, anche se l’analogia   tra i due compositori risulta ben più profonda: entrambi aspiravano al ruolo di operisti popolari, senza rinunciare agli esperimenti musicali, un obiettivo che li condusse ad attuare soluzioni linguisticamente e insospettatamente avanzate.

Mara Martellotta

 

Il cinema che spiega la montagna

Si svolge nel periodo compreso tra il 16 febbraio e il 7 aprile 2017 la XIX edizione di “Cinema in Verticale”, rassegna sul cinema e la cultura di montagna che viene organizzata dall’associazione Gruppo 33 di Condove come anteprima del Valsusa Filmfest, festival sul recupero della memoria storica e sulla difesa dell’ambiente la cui XXI edizione inizierà il 31 marzo con bando di concorso ancora aperto sino al 28 febbraio 2017 e tutte le informazioni reperibili nel sito www.valsusafilmfest.it

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La rassegna affronta varie tematiche legate alla montagna come l’alpinismo e altri sport legati alla verticalità, l’esplorazione, la salvaguardia dell’ambiente e delle specie animali, la cultura, la vita e le abitudini di piccole e grandi comunità montane. In ogni appuntamento, oltre alla proiezione di filmati, sono presenti ospiti quali autori e protagonisti delle immagini, alpinisti, guide alpine, scrittori, giornalisti, esperti ed appassionati per dibattere ed attualizzare i temi.

La rassegna è stata ideata come anteprima del Valsusa Filmfest nel 1999 per riservare attenzioni e riflessioni specifiche alla montagna che per gli abitanti della Valle di Susa riveste significati importanti. Nel corso degli anni è diventato un appuntamento molto atteso che richiama un numeroso pubblico e svolge anche un’importante funzione di aggregazione e divulgazione culturale.

I 12 appuntamenti, sempre ad ingresso gratuito, si svolgeranno nei Comuni di Caprie, Condove, San Giorio di Susa, Venaus e Villar Dora in Valle di Susa e nei Comuni di Giaveno e Orbassano nella limitrofa Val Sangone.

Gli ospiti sono Nicolò Bongiorno, Marco Camandona, Roberto Mantovani, Nico Valsesia, Luigi Cantore, Francesco Torre, Renzo Luzi ed il Gruppo 71° Parallelo.

La rassegna si aprirà giovedì 16 febbraio al Cinema di Condove alle ore 21 con NICOLÒ BONGIORNO, figlio dell’indimenticato Mike, che presenta il suo film “Cervino la montagna del mondo”, una storia che si sviluppa su più piani narrativi in un meraviglioso viaggio attraverso il tempo, a contatto con la saggezza della natura più selvaggia e alla ricerca di una nuova “via” dentro se stessi. Al centro di questo racconto c’è la spettacolare ascesa vissuta da un giovane uomo sulla via normale Italiana del Cervino aperta da J.A. Carrel nel 1865. A creare un ponte di collegamento tra i documenti e le testimonianze storiche della via alpinistica di 150 anni fa e quella di oggi, alcuni protagonisti d’eccezione accompagnano l’ascesa del protagonista. Il film si è aggiudicato il premio del pubblico al Cervino Cinemountain Film Festival 2015.

La storica collaborazione con il Trento Film Festival si concretizzerà quest’anno con due appuntamenti, il 17 febbraio nella sede CAI di Giaveno e il 31 marzo a San Giorio con l’organizzazione di eventi nel corso dei quali verranno proiettati alcuni dei più bei filmati presentati nel corso dell’ultima edizione, la 64a, del rinomato festival. Il prime mese di programmazione si conclude il 24 febbraio a Venaus insieme al regista e filmaker Luigi Cantore, storico collaboratore del Valsusa Filmfest per il quale cura il concorso Le Alpi ed altri eventi, che presenta il suo docu-film intitolato “La grappa del Forte di Gravere”.

Nei restanti appuntamenti il 4 marzo a Villar Dora Marco Camandona presenta “Makalù 2016 – altitudine 8463m”, il 7° ottomila in carriera scalato senza ossigeno salendo la via dei francesi, il 9 marzo a Orbassano il CAI locale e Roberto Mantovani presentano “Indagine sul Monviso”, la grande piramide del sud ovest delle Alpi raccontata nel libro “Monviso l’icona della montagna piemontese” con la proiezione del film “Bartolomeo Peyrot, il primo italiano sul Monviso”,il 10 marzo a Caprie e il 17 marzo a Giaveno Francesco Torre sarà il protagonista dell’evento intitolato “Everest, la vetta del mondo scalata dall’uomo comune”, il 18 Marzo a Villar Dora torna Luigi Cantore che presenta il docu-film “Profumo di resina” tratto dal romanzo di Fabrizio Arietti, il 21 Marzo a Orbassano la sezione del CAI di Orbassano ospita Nico Valsesia, maestro di sci, runner, trailer, ciclista e noto rappresentante italiano di trail running, che presenta il film “Mas alto lisa cóndores” del progetto From zero to Aconcagua e l’anteprima della sua ultima fatica “From Zero to Elbrus”, il 24 marzo a Caprie la guida alpina e maestro di alpinismo Renzo Luzi conduce la serata intitolata “40 anni di alpinismo dalla Valsusa al mondo” e il 7 Aprile a Caprie il Gruppo 71° Parallelo con Giovanni Martinacci, Barbara De Polli e Claudio Palmero, presenta la serata intitolata “Emozione Tibet – Lhasa-Kathmandu in bicicletta”, avventure a pedali con la testa tra le nuvole in Himalaya.

 

Massimo Iaretti

 

 

 

Notre Dame de Paris: tutte le sfumature dell’amore

L’amore di Quasimodo per Esmeralda, impossibile nella vita, diventa, con la morte dei due protagonisti, una possibilità, oltre le stelle, oltre la cortina di fumo, in un aldilà dove Esmeralda tornerà a ballare e a cantare, dove non conteranno più la sordità e la deformità di Quasimodo, ma l’unione perfetta di due anime

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Nell’anno del Signore 1482, al tempo delle cattedrali in cui la pietra si fa statua, musica e poesia, si rinnova la magia dello spettacolo “Notre Dame de Paris”, magistralmente musicato da Riccardo Cocciante, tornato al Pala Alpitour di Torino, ieri sera, 10 febbraio. Sullo sfondo della cattedrale di Notre Dame, accogliente e incombente, materna e protettrice, va in scena ormai dal 1998, data dell’uscita della versione francese, la magia di questo musical tratto dall’omonimo romanzo di Victor Hugo, uno spettacolo che, attraverso gli emarginati della Corte dei Miracoli e le loro proteste, racconta la lotta sociale degli ultimi e dei diseredati che l’autore francese sublimera’ nei Miserabili con il personaggio di Jean Valjean, e che, qui, anticipa con gli zingari, gli artisti senza nome, Esmeralda e il deforme Quasimodo, esseri umani che vivono ai margini e che provano un bisogno quasi brutale e viscerale di essere accolti e di sentirsi parte di una città e di una società ostili e chiuse in se stesse, diffidenti nei confronti del diverso.

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Notre Dame de Paris non è soltanto la storia di un amore in particolare, ma dell’Amore in tutte le sue sfaccettature, in tutte le sue sfumature: quello in boccio e puro di Esmeralda, quello paterno di Clopin, quello lussurioso e falso della seduttore Febo, quello egoista e geloso di Fiordaliso, quello infernale, dannato e distruttivo del prete Frollo, quello straziante e disperato di Quasimodo, il più autentico di tutti, ed è, al tempo stesso, una storia di morte che non rappresenta, tuttavia, una fine, ma che, quasi paradossalmente, apre una porta alla speranza. L’amore di Quasimodo per Esmeralda, impossibile nella vita, diventa, con la morte dei due protagonisti, una possibilità, oltre le stelle, oltre la cortina di fumo, in un aldilà dove Esmeralda tornerà a ballare e a cantare, dove non conteranno più la sordità e la deformità di Quasimodo, ma l’unione perfetta di due anime. Attorno ai due cadaveri abbracciati, crolla il mondo delle cattedrali per lasciare spazio al futuro, ad un’altra epoca nella quale l’uomo, nonostante le scoperte della scienza e della tecnica, continuerà diabolicamente a ripetere e a perpetrare gli errori del passato e nella quale qualcuno continuerà a lottare e morire per gli ideali di giustizia, libertà e riscatto.

 

Barbara Castellaro

 

Il muschio e la sabbia: letture di autori giapponesi

Lunedì 13 febbraio 2017, ore 15. A cura di Fabiola Palmeri. MAO Museo d’Arte Orientale. Via San Domenico 11, Torino

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Il MAO ha aperto al pubblico i propri giardini giapponesi per appuntamenti esclusivi. Il lunedì, giorno di chiusura settimanale del Museo, è divenuto un giorno speciale per vivere la serenità e la bellezza di uno degli ambienti più suggestivi dei musei cittadini.

Fabiola Palmeri –giornalista e scrittrice grande conoscitrice del Giappone, Paese nel quale ha vissuto e lavorato diversi anni- cura il primo ciclo di incontri dedicato alla lettura di autori giapponesi contemporanei. Ogni secondo lunedì del mese l’appuntamento al MAO sarà dedicato ad un diverso autore, autori che con le loro opere, descrivono il Giappone di oggi o degli anni a noi molto vicini. Leggere è un piacere e farlo insieme ad altre persone in un giardino giapponese, confrontando idee, sensazioni, opinioni sarà ancora più stimolante e arricchente.

L’appuntamento del 13 febbraio 2017 è alle ore 15 (tutto esaurito l’incontro delle 16.30) ha come protagonisti la scrittrice Mistuyo Kakuta e il suo libro del 2013, uscito nel 2014 per Neri Pozza, intitolato La cicala dell’ottavo giorno (Yōkame no semi) tradotto in italiano da Gianluca Coci.

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Mitsuyo Kakuta è nata nel 1967 a Yokohama, in Giappone. Laureata all’Università Waseda e specializzata in letteratura, ha vinto i più importanti premi letterari giapponesi. La cicala dell’ottavo giorno (Premio Chuo Koron), da cui sono stati tratti un film e una serie tv, ha venduto oltre un milione di copie in Giappone.

 

MAO GIARDINII GIARDINI DEL MAO. Il muschio e la sabbia:

letture di autori giapponesi contemporanei

Costo singolo appuntamento € 5.

Massimo 25 partecipanti. Prenotazione consigliata.

INFO e prenotazioni 011.4436927/8

 

 

Fabiola Palmeri è giornalista professionista free lance, professione iniziata a Radio Flash e a La Stampa coprendo i settori di spettacolo, arte e società. Dopo la laurea in Filosofia conseguita all’Università degli Studi di Torino parte per il Giappone dove inizia a lavorare come reporter e news caster presso la redazione in lingua italiana della NHK (Radio Televisione Giapponese) oltre ad inviare corrispondenze dal Giappone per La Stampa e riviste italiane. Rientrata in Italia i suoi articoli si leggono su Marie Claire, Slow Food Magazine, La Repubblica, Elle, D, Il Venerdì, il Gambero Rosso.

Ha pubblicato un libro di fiabe tradizionali giapponesi “Fiabe del Sole più a Est” Effatà, saggi sul Giappone presenti in cataloghi di mostre, collabora a eventi, presentazioni e incontri culturali particolarmente concernenti la contemporaneità nipponica.

 

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MAO Museo d’Arte Orientale Via San Domenico 11, Torino

Info t. 011.4436927 – e-mail mao@fondazionetorinomusei.it – sito www.maotorino.it

Facebook MAO. Museo d’Arte Orientale | Twitter @maotorino

 

Oggi al Cinema

sfumature filmLe trame dei film nelle sale di Torino

A cura di Elio Rabbione

 

Allied – Un’ombra nascosta – Drammatico. Regia di Robert Zemeckis, con Brad Pitt e Marion Cotillard. Nella Casablanca in pieno conflitto mondiale, già tanto cara a Ingrid Bergman e a Humphrey Bogart, s’incrociano Marianne Beausejour, legata alla resistenza francese e avvenente spia pronta a fare l’occhio dolce al perfido tedesco, e Max Vatan, comandante d’aviazione di origine canadese e al servizio dell’Intelligence inglese.

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Avventure e amore tra i due, il trasferimento a Londra, un matrimonio e una bambina partorita sotto i bombardamenti. Ma ad un certo punto della storia iniziano gli indizi e i dubbi e forse non tutto è come sembra. Film perfetto, secondo i sacrosanti canoni dello spionaggio, tensioni e necessità di indagare (anche da parte dello spettatore), il Brad che comincia a far intravedere le rughe e gli anni, la Cotillard magnifica come sua abitudine. Durata 124 minuti. (Classico, Lux sala 3, Reposi, Uci)

 

ARRIVAL FILMArrival – Fantascienza. Regia di Denis Villeneuve, con Amy Adams e Jeremy Renner. Louise Banks, linguista di chiara fama, guida con il fisico Donnelly un gruppo di studiosi per instaurare un linguaggio, attraverso simboli scritti, e un rapporto con gli alieni occupanti di un oggetto misterioso proveniente dall’universo e atterrato nel Montana. Successo a Venezia, la Adams in odore di Oscar: e il regista è uno dei migliori nomi in circolazione nel panorama cinematografico di oggi, qualsiasi generi tocchi (“La donna che canta”, “Prisoners”, “Sicario”, in attesa di “Blade Runner 2049”). Insomma, una garanzia. Durata 116 minuti. (F.lli Marx sala Harpo, Ideal, Nazionale, Uci)

 

A united kingdomL’amore che ha cambiato la storia – Drammatico. Regia di Amma Asante, con David Eyelowo e Rosamund Pike. Già compagno di Nelson Mandela negli studi universitari compiuti a Johannesburg, poi proseguiti in Inghilterra, Seretse Khama, principe del futuro Botswana, incontrò sposò a Londra alcuni anni dopo la fine della guerra Ruth Williams, una donna bianca. In un periodo di dieci anni, dal ’47 al ’57, che vede la perdita dell’India e il Ghana diventare il primo stato indipendente dell’Africa britannica, è facile pensare come questa unione provocasse scandalo, quanto i disegni di un Regno Unito che non voleva inimicarsi un Sudafrica e una Rodhesia segregazionisti e chiaramente le opposizioni interne al giovane pretendente al trono abbiano fatto tutto quanto in loro possesso per far naufragare ogni cosa. Durata 111 minuti. (Romano sala 2, Uci)

 

La Battaglia di Hacksaw Ridge – Drammatico. Regia di Mel Gibson, con Andrew Garfield, Sam HACK FILMWorthington e Vince Vaughn. Tornando dopo dieci anni dietro la macchina da presa dall’ultimo “Apocalypto”, Gibson narra la vicenda pacifista di Desmond Doss, cresciuto secondo la fede degli Avventisti del Settimo Giorno, che all’indomani di Pearl Harbor decise di arruolarsi, con il netto rifiutare di imbracciare le armi. Insultato e osteggiato e umiliato fisicamente e moralmente dall’opinione pubblica come dai propri compagni, Doss riuscì sulle scogliere di Okinawa a far prevalere le proprie convinzioni, mettendo in salvo in una sola notte 75 tra i suoi commilitoni. Grandi emozioni, un credo senza se e senza ma, guardando a Hawks e a Kubrick, a Eastwood e a Malick. Sei candidature che guardano agli Oscar, in primo luogo al Garfield già ammirato in “Silence” di Scorsese. Durata 131 minuti. (Ambrosio sala 2, Massaua, Due Giardini sala Ombrerosse, Ideal, Lux sala 2, Reposi, The Space, Uci)

 

milligrammi film150 milligrammi – Drammatico. Regia di Emmanuelle Bercot, con Side Babett Knudsen e Benoit Magimel. Tratto da una storia vera. Nell’ospedale di Brest dove presta servizio, una pneumologia scopre che tra le morti sospette di alcuni pazienti e l’impiego di un farmaco commercializzato da oltre trent’anni ci sarebbero dei legami. È una lotta sempre più in crescita, da sostenere ogni giorno da parte di un gruppo di medici contro il Ministero della Salute francese e contro la casa farmaceutica che ha prodotto il farmaco. Durata 128 minuti. (Romano sala 1)

 

Cinquanta sfumature di nero – Erotico. Regia di James Fooley, con Jamie Dornan, Dakota Johnson e Kim Basinger. Sono cambiati sceneggiatore e regista per questo secondo capitolo della sfumature filmsaga erotica inventata ad onor del proprio portafoglio dalla signora E.L. James, continua la ginnastica erotica di Christian e Anastasia, si preannuncia un nuovo grande successo grazie alle resse degli aficionados, tutto un gran mercato assai redditizio sulla scia dell’exploit dei 125 milioni di copie vendute del romanzo. In attesa delle sfumature di rosso. Durata 115 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci)

 

Il cittadino illustre – Commedia. Regia di Gaston Duprat e Mariano Cohn, con Oscar Martinez. Daniel Mantovani è uno scrittore, vincitore del Nobel, in piena crisi creativa. Da Barcellona, dove da anni si è stabilito, accettando l’invito che i cittadini di Salas dove lui è nato e cresciuto gli hanno inviato, si reca in Argentina. L’accoglienza è entusiasmante, è anche l’occasione per rivedere il primo amore, tutto sembra trascorrere all’insegna della felicità: poi, poco a poco, prende piede il malumore come pure una strisciante violenza, rinfacciando tutti i cittadini di Salas i peccati giovanili, le aspre critiche che lo scrittore ha rivolto al proprio paese. Uno spunto interessante, uno svolgimento condotto con partecipazione: spiace per la grande povertà della forma, la regia scarna, i luoghi comuni, e il presepe di piccoli personaggi chiusi in macchiette in troppe occasioni. Coppa Volpi veneziana al protagonista (di certo sopravvalutata). Durata 118 minuti. (Classico)

 

cliente-film2Il cliente – Drammatico. Regia di Asghar Farhadi, con Shahab Hosseini e Taraneh Alidoosti. Due coniugi, Emad e Rana, sono costretti a abbandonare il loro appartamento a causa di un cedimento strutturale dell’edificio. Nella ricerca di una nuova abitazione, vengono aiutati da un collega che con loro recita in una messa in scena di “Morte di un commesso viaggiatore” di Miller, un dramma di sogni e di disfacimenti morali e familiari. Nel nuovo alloggio, in precedenza abitato da una donna di dubbia reputazione, Rana subisce un’aggressione: se la donna ne esce duramente colpita non soltanto nel corpo ma soprattutto nello spirito per poi poco a poco quietamente rappacificarsi, da quel momento per Emad inizia una ricerca dell’aggressore, una esplicita vendetta in cui non vuole coinvolgere la polizia. Un capolavoro di ferma scrittura, di analisi, di descrizione dei piccoli, impercettibili fatti quotidiani, delle emozioni positive e negative che possono attraversare l’animo umano. Premiato a Cannes per la miglior sceneggiatura e l’interpretazione maschile. Durata 124 minuti. (Nazionale sala 1)

 

Dopo l’amore – Drammatico. Regia di Joachim Lafosse, con Berenice Bejo e Cédric Kahn. Dopo 15 anni di vita in comune, Marie e Boris si stanno separando. La casa dove vivono con le loro due bambine è stata acquistata da lei, ma è lui che l’ha interamente ristrutturata. Sono costretti alla convivenza, dal momento che Boris non può permettersi un’altra sistemazione. E quando arriva la resa dei conti, nessuno dei due è disposto a mediare sul contributo che ritiene di aver dato alla vita coniugale. Durata 100 minuti. (F.lli Marx sala Harpo)

 

fallen filmFallen – Fantasy. Regia di Scott Hicks, con Addison Timlin, Harrison Gilbertson e Jeremy Irvine. La diciassettenne Lucinda è accusata di un crimine che non ha commesso e per questo è rinchiusa in riformatorio. Qui incontra due giovani mentre inizia ad avere strane visioni che le faranno scoprire il suo passato e la vera natura dei due ragazzi. Durata 91 minuti. (Massaua, Uci)

 

Florence – Commedia. Regia di Stephen Frears, con Meryl Streep e Hugh Grant. Nella New York anni Quaranta, la storia vera di Florence Foster Jenkins, del suo appartenere all’altoborghesia americana, delle sue ricchezze, della sua passione per il bel canto. Ma la signora era alquanto stonata: tuttavia gli amici fidati presenziavano ai suoi concerti in stato di estasi, i critici venivano zittiti dal marito-manager. L’apoteosi avvenne al Carnagie Hall, con un pubblico in visibilio. Sguardo del cinema hollywoodiano su un personaggio toccato con (ben altra) grazia e humour da quello francese, con “Marguerite”, nella scorsa stagione. Dal regista di “Philomena” e “The Queen”. Prodotto di tutto rispetto, con qualche pennellata di limpido divertimento, gradevole nella descrizione di una società immersa nei tanti vizi e nelle piccole virtù: ma ogni cosa sembra essere presentata e detta sopra le righe, a cominciare dall’interpretazione della Streep, per una volta priva di certe minime sfaccettature che l’hanno sempre resa grande, donna affetta senza mezze misure da protagonismo, macchietta a tutto tondo, folle ed eccessivamente sognatrice. Se dovessimo scegliere la punta di diamante dell’intero film indicheremmo senz’altro il ritrattino del suo accompagnatore al pianoforte, l’eccellente, sbalordito e divertito Simon Helberg, dimenticato dalla cinquina degli Oscar. Durata 111 minuti. (Greenwich sala 3)

 

Incarnate – Horror. Regia di Brad Peyton, con Aaron Eckhart e David Mazou. Il dottor Seth Ember possiede la capacità di esorcizzare le menti di persone possedute. Quando gli è affidato il caso di un ragazzo posseduto, comprende che dentro di lui si nasconde lo stesso spirito maligno che ha causato la morte di suo figlio e di sua moglie. Durata 91 minuti. (Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

La La Land – Musical. Regia di Damien Chazelle, con Ryan Gosling e Emma Stone. La storia di due la la filmragazzi in cerca di sogni realizzati e di successo, lui, Sebastian, è un pianista jazz, lei, Mia, un’aspirante attrice che continua a fare provini. Si incontrano nella Mecca del Cinema e si innamorano. Musica e canzoni, uno sguardo al passato, al cinema di Stanley Donen e Vincent Minnelli senza tener fuori il francese Jacques Demy, troppo presto dimenticato. E’ già stato un grande successo ai Globe, sette nomination sette premi, due canzoni indimenticabili e due attori in stato di grazia, e adesso c’è la grande corsa agli Oscar, dove la storia fortemente voluta e inseguita dall’autore di “Whiplash” rischia di sbaragliare alla grande torri gli avversari: 14 candidature. Durata128 minuti. (Ambrosio sala 1, Centrale (V.O.), Due Giardini sala Nirvana, Eliseo Grande, F.lli Marx sala Groucho e Chico, Massimo sala 2, Reposi, The Space, Uci)

 

Lego Batman – Il film – Animazione. Regia di Chris McKay. I mattoncini famosi in tutto il mondo si uniscono in questo film, tra citazioni cinematografiche e precisi riferimenti, da Robin al maggiordomo Alfred, da Batgirl al prode Batman che imparerà a valorizzare i rapporti affettivi cancellando il trauma che ha determinato la sua vita. Durata 104 minuti. (Massaua, Greenwich sala 1, Ideal, Reposi, The Space, Uci anche in 3D)

 

Life, animated – Drammatico. Regia di Roger Ross Williams, con Ron e Owen Suskind. All’origine è un libro che ripercorre i fatti, le ansie, i dolori, i miglioramenti di una malattia, pubblicato negli Stati Uniti tre anni fa. Ron è un giornalista del Wall Street Journal, sposato, due figli. Felice. Un giorno, all’età di tre anni, il secondogenito Owen cessa all’improvviso di parlare. È autistico. Ci vorrà del tempo perché il bambino riprenda a riformare parole e frasi, questo grazie ai personaggi dei cartoni della Disney e ai loro dialoghi, in primis grazie a Iago, il pappagallo di Iafar di “Aladin”, e poi ad altri con cui un giorno Ron tentò di ricostruire un suono. Durata 92 minuti. (F.lli Marx sala Chico)

 

lion2-filmLion – La strada verso casa – Drammatico. Regia di Garth Davis, con Dev Patel, Rooney Mara e Nicole Kidman. Il piccolo Saroo, disubbidendo alla madre e cercando di seguire il fratello più grande, si addormenta su di un treno, nel buio della notte, e si ritrova a Calcutta, solo e incapace di spiegare da dove venga e quel che gli è successo. L’adozione da parte di una coppia australiana gli risparmia l’orfanotrofio: ma una volta arrivati i venticinque anni, il desiderio di rintracciare la sua vera famiglia lo condurrà ad una lunga ricerca. Tratto da una storia vera. Durata 120 minuti. (Eliseo Rosso, Romano sala 3)

 

Oceania – Animazione. Regia di John Musker e Ron Clements. Coraggiosa, femminista che la metà basta, non certo alla ricerca del principe azzurro, la principessa Vaiana sogna di poter andare ben oltre la barriera corallina per avventurarsi nell’oceano. La sua prima sfida è salvare il suo popolo dalle malefatte del vanitosissime semidio Maui che per avere un giorno rubato il cuore di una dea rischia ora di portare quel paradiso terrestre all’aridità. Ma l’eroina è pronta combattere e a vincere. Durata 127 minuti. (Massaua, Uci)

 

L’ora legale – Commedia. Interpretazione e regia di Ficarra e Picone, con Leo Gullotta e Tony Sperandeo. Votazioni per l’elezione del sindaco a Pietrammare. Ma le cose vanno davvero male seORA LEGALE FILM quello in carica è maneggione e colluso e quello candidato i comizi li pronuncia al grido di “Onestà, onestà”. Persino il parroco, prima convinto di un cambiamento radicale, diviene avversario senza se e senza ma quando il vincitore gli impone di pagare l’IMU sulla chiesa che lui ha trasformato in albergo. Durata 90 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Qua la zampa! – Commedia. Regia di Lasse Hallstrom, con Dennis Quaid. Tratto dal romanzo di W. Bruce Cameron “Dalla parte di Bailey”, il mondo e gli umani visti dall’universo canino, ovvero attraverso una serie di reincarnazione un cane viene in contatto con più persone riuscendo a migliorare il loro sguardo sulla vita. Nell’edizione sui nostri schermi la voce del simpatico amico dell’uomo è di Gerry Scotti. Durata 120 minuti. (Uci)

 

Sing – Animazione. Regia di Garth Jennings. Una esausta porcellina, madre di 25 maialini, un gorilla, un topo, un timidissimo elefante, tutti partecipano ad un debuttanti allo sbaraglio, un nostrano X Factor per intenderci, messo in piedi dal koala Buster Moon al fine di mettere in salvo dal fallimento il proprio teatro. Durata 110 minuti. (Massaua, Ideal, Uci)

 

Sleepless – Il giustiziere – Trhiller. Regia di Baran Ob Odar, con Jamie Foxx e Michelle Monaghan. sleeplessVincent Downs, poliziotto sotto copertura a Las Vegas, è coinvolto nella sparizione di una partita di droga ai danni del proprietario di uno dei tanti casinò. Il quale per accelerare decisioni e tempi gli rapisce il figlio mentre un’agente degli Affari Interni è convinta che il nostro protagonista stia facendo il doppio gioco. Rifacimento del franco-belga “Notte bianca” firmato bel 2011 da Frédéric Jardin. Durata 95 minuti. (The Space, Uci)

 

Smetto quando voglio – Masterclass – Commedia. Regia di Sidney Sibilia, con Edoardo Leo, Lorenzo Lavia, Valeria Solarino e Pietro Sermonti. Seconda puntata per le avventure della banda di precari universitari volti per necessità alla produzione della droga. In attesa di una terza già messa in cantiere a furor di popolo, per adesso il gruppo di antropologi, latinisti, archeologi, chimici e quant’altro stringe un patto con una ispettrice di polizia al fine di stroncare il traffico di smart drug, non ancora illegali e non ancora perseguibili. Durata 118 minuti. (Massaua, Eliseo Blu, Greenwich sala 2, Reposi, The Space, Uci)

 

split filmSplit – Thriller. Regia di M. Night Shyamalan, con James McAvoy. La storia di Kevin, uno psicopatico che unisce in sé 23 diverse personalità, che si alternano nella mente e nel corpo, in cura da una psicologa che non ha compreso come in lui stia sempre più prendendo importanza la ventiquattresima, la Bestia, la più pericolosa, che tende a sovrastare ogni altra. Un giorno Kevin rapisce tre ragazze. L’autore del “Sesto senso” e di “The village” gioca con i differenti generi, dal thriller al soprannaturale, dal dramma psicologico allo studio medico, non dimenticando Lynch o il viso e la risata del Nicholson di “Shining”. Durata 116 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

The Founder – Commedia. Regia di John Lee Hancock, con Michael Keaton e Laura Dern. Con un passato di commesso viaggiatore di scarso successo, nel 1954, di fronte alla ristretta attività dei fratelli Dick e Mac McDonald a San Bernardino in California, un povero chiosco di hamburger film founderconfezionatore di spuntini veloci per altrettanto pubblico frettoloso e dal poco spendere, il signor Ray Kroc pensa di allargare, in qualità di socio, l’attività dei pionieri su scala nazionale. Sappiamo tutti com’è andata a finire, successo successo successo, unendo artigianato e voglia di sperimentazione unita a una fragorosa mania di grandezza. Un avventura americana, una sfida e il sogno sempre ricercato, un’altra bella prova per il resuscitato Keaton, già pedina vincente di titoli quali “Birdman” e “Il caso Spotlight”. Durata 115 minuti. (Ambrosio sala 3)

 

Un re allo sbando – Commedia. Regia di Peter Brosens e Jessica Woodworth, con Peter van de Begin, Lucie Debay e Titus de Voogdt. Le avventure di un immaginario sovrano del Belgio che, in visita ufficiale in Turchia, apprende come la Vallonia abbia dichiarato la propria indipendenza. Il viaggio di ritorno in patria svelerà a tutti la sua vera personalità e a lui il piacere di vivere. Durata 94 minuti. (Massimo sala 1 anche V.O.)

Still body experience

​Il progetto STILL BODY EXPERIENCE WITH DIGITAL BRAINdel coreografo DANIELE NINARELLO, vincitore del del bando ORA! LINGUAGGI CONTEMPORANEI PRODUZIONI INNOVATIVE della Compagnia di San Paolo, apre le porte per un’esperienza condivisa con il pubblico in ottica di un dialogo che precederà il debutto della creazione STILL in maggio nell’ambito del Festival Interplay.

collegno lavanderie

Sabato 18 Febbraio 2017 dalle ore 16 alle ore 18 alla Lavanderia a Vapore di Collegno​, due ore che sono occasione di condividere il processo di creazione e di ricerca che sono alla base del progetto.Il pubblico presente sarà coinvolto in un direttamente negli incontri che mirano a mettere in contatto audience e artista con una modalità che supera ilmomento “didattico” : lo sperimentare direttamente i percorsi creativi che portano alla costruzione di un’opera fornisce strumenti atti alla comprensione della stessa.Saranno presenti agli incontri Daniele Ninarello coreografo e ideatore del progetto, Emanuele Lomello Interaction Designer e referente della Nuova Accademia di Belle Arti di Milano (NABA) e Gigi Piana artista visivo.

 

La metro di Torino suona Reload Music Festival

Sabato 11 febbraio dalle ore 14.30 ,la prima delle due date del Contest Reload Music Festival realizzate in collaborazione con GTT e Radio GTT

 

reload

nella stazione metropolitana Porta Nuova, e totalmente gratuite che anticiperanno la big data della terza edizione Reload Music Festival di sabato 4 marzo al Lingotto Fiere. L’evento inizierà con il Dj Contest tra 8 ragazzi,Gianfranco Brunori, Matteo Corso, Mattia Bonanno, Matteo Vioglio, Matteo D’Amico, Dario Gamba, Livio Cazzola e Alessandro Carnache che con grande passione e un’intensa preparazione di pochi mesi hanno seguito la ReloadDj School dell’Associazione Culturale EloVir92 in collaborazione con le Case Quartiere di Torino come Cascina Roccafranca, Casa nel Parco, Vallette, San Salvario, Cecchi Point.  I ragazzi verranno giudicati da professionisti del settore musicale regionale come Mario D’Eliso e Paolo Garrone del Reload Music Festival, Alfio Zucco per la Provincia Granda, Stefano Verengone per il Savonese, Nicolas Torre per il Pinerolese e Val di Susa, Gianluca Serra , Gabriele Milato, Francesco Boccazzi per il Canavese e oltre. Il vincitore del DJ Contest avrà uno spazio sul palco Live del Festival del 4 marzo.  A seguire, sempre con la collaborazione di Radio GTT presente all’evento e la conduzione di Orlando Ferraris e Virginia Sanchesi, l’anticipazione dei principali artisti che si esibiranno sul palco live del Reload Music Festival 2017 come il violoncellista Ema Olly, RÖDJA, Christian Stefanoni, Pietro con SKU, Vincio Hardecibel , Amos Dj , gli Spike Seven , gli Atlante e performers con Natalie Alomia.

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Per info: www.reloadmusicfestival.it
Pagina FB: https://www.facebook.com/reloadmusicfestivaltorino/?fref=ts

Biglietteria: Xceed, DIY Ticket, TicketOne, CiaoTickets, Piemonte Ticket

Ufficio Stampa: Libra Concerti 011/ 591709