CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 685

Giocattoli sfioriti

Le poesie di Alessia Savoini

 

Via Roma è una sfilata tra volti spenti

di sagome portavoci di un’epoca

Assenza e posa

Vengono vestiti, svestiti della loro nudità

Non disegnano le bocche per non udirli pronunziare

Le parrucche 

Di fantocci addormentati

Giocan su sé stessi 

Seguendo nuovi passi

Sui manichini

In via Roma

A giudicar passanti.

E’ Morto Giorgio Barberi Squarotti

Di Pier Franco Quaglieni

E’ mancato  a Torino Giorgio Barberi Squarotti, docente universitario, critico letterario e poeta. Si era occupato di letteratura italiana moderna e contemporanea, spaziando da Manzoni a Verga, da Pascoli a Gozzano per giungere   ai principali autori di tutto il ‘900. Fu un lettore attento di Gabriele d’Annunzio ,contribuendo in maniera determinante a “sdoganare” uno dei più grandi poeti novecenteschi, condannato all’oblìo perché considerato un ispiratore di Mussolini e del fascismo.

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Tra i suoi interessi ci fu anche Machiavelli e Giordano Bruno. Il suo saggio su Camillo Sbarbaro del 1971 consacrò in modo definitivo il valore del poeta ligure. Veniva dalla scuola di Giovanni Getto, ma fu uno di quegli allievi che seppe serbare rispetto per il maestro, pur andando oltre il suo magistero. Di quella scuola torinese appare oggi il più fecondo, originale, aperto allievo che, forse, ha superato lo stesso maestro. Ricordo che nel clima buio del ’68 ,quando Getto venne contestato ed emarginato, la figura di Giorgio incominciò ad emergere in modo sicuro come un riferimento intellettuale di grande significato. Dopo la morte di Salvatore Battaglia diventò  direttore scientifico del  monumentale Grande dizionario della lingua italiana edito dalla Utet ,la più importante opera dopo il Dizionario di Niccolò Tommaso. In questa fatica si avvalse soprattutto  del lavoro diuturno e meticoloso di Loris Maria Marchetti che coordinò quel progetto. Nel 1971 creò la Biennale  di poesia ad Alessandria  con Gianluigi Beccaria, Marziano Guglielminetti e Giorgio Caproni. Era un uomo aperto al dialogo che non si irrigidì mai nell’accademismo astratto, pur mantenendo ,come è doveroso per un grande studioso, il necessario distacco critico. Negli anni in cui  spadroneggiavano i furori ideologici ed Edoardo Sanguineti ,altro allievo di Getto, si lasciò trascinare nella politica militante ed a volte faziosa, Barberi si mantenne sempre in disparte. Anche Guglielminetti si lasciò sedurre dal Pci e fece l’assessore al comune di Torino. Il nome di Giorgio rimase fuori dalla corsa di troppi intellettuali verso il Pci. Ci volle del coraggio e una notevole indipendenza di giudizio.

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Nel 1977 lo invitai-come feci tante altre volte nel corso degli anni- a parlare al Centro “Pannunzio”.
Si trattava di un incontro previsto nell’Aula Magna dell’Università di Torino e dedicato a Gabriele d’Annunzio. Il rettore  Giorgio Cavallo- che amava anche lui d’Annunzio, non foss’altro che per le sue origini abruzzesi- mi telefonò e mi disse che i contestatori avevano minacciato di occupare l’aula magna perché si parlava di un “fascista”. Risolse il problema Barberi suggerendo il tema: ”Le distanze da d’Annunzio”. Così si tenne, nell’indifferenza incolta dei potenziali disturbatori, il convegno dannunziano che ebbe grande successo di pubblico. Dieci anni dopo con l’editrice Paravia organizzai un convegno su d’Annunzio al teatro Colosseo con studenti provenienti da tutto il Piemonte. Anche in quella occasione Barberi fu,insieme ad altri studiosi di rango , fu protagonista. Più o meno in quello stesso periodo invitai Giovanni Getto ,quasi dimenticato da tutti, a tenere una lectio magistralis sui “Sepolcri” del Foscolo .Tanti vennero ad ascoltare il vecchio maestro, in primis Barberi Squarotti.
La cultura italiana ha perso un maestro, quella torinese un uomo coraggioso che seppe tutelare l’indipendenza dei suoi studi che ,ad un certo livello, sono solo cultura, anzi altissima cultura.

 

(foto Genesi Editrice)

Vivaldi e Torino. “L’inconorazione di Dario” al Regio

 

Di scena al teatro Regio di Torino, per la sua prima esecuzione torinese, giovedì 13 aprile alle 20 “L’Inconorazione di Dario”di Antonio Vivaldi. Esiste un legame particolarmente stretto tra il musicista veneziano e la capitale sabauda. Alla Biblioteca Nazionale di piazza Carlo Alberto è custodito, infatti, il Fondo Foà -Giordano, comprendente ben 27 volumi di manoscritti Vivaldi, in gran parte autografi, tra cantate, opere sacre e musica strumentale.

Tra queste la partitura dell’ nconorazione di Dario, comprendente la Sinfonia e tre atti. Nel libretto, composto da Adriano Morselli, si precisa che si tratta di un dramma per musica da rappresentarsi al teatro di Sant’Angelo come terza opera del Carnevale 1716 e proprio il libretto risulta dedicato all’ Altezza Serenissima Don Antonio Fernando Gonzaga, duca di Guastalla. A parte la vicenda principale, l’opera è ricca di scenette comiche e conosce una frammentazione dell’azione, responsabile sul piano musicale dell’alternanza di recitativi e arie, che si sgretolano in varie ariette. La parte musicalmente più curata è quella di Oronte, pretendente di Statira, mezzosoprano, interprete dell’ aria ” on mi lusinga vana speranza”, accanto al ruolo di Dario, re dei Persiani, interpretato dal tenore Carlo Allemano, a sua volta interprete di quattro arie. La principessa primogenita di Ciro, Statira, è il contralto Sara Mingardo. La sorella minore Argene è interpretata dal contralto Delphine Galou e il filosofo Niceno dal baritono Riccardo Novaro. “La strumentazione dell’opera – afferma lo studioso Mario Rinaldi – è a tratti molto accurata, soprattutto laddove il fagotto accompagna le chiacchiere del filosofo Niceno nell’atto primo e nell’aria del terzo “Sentirò tra ramo e ramo”, nella quale sono presenti violino, violoncello e flauto, in intervalli studiati per raggiungere un effetto ornitologico”. L’inconorazione di Dario fa parte del progetto Opera barocca e rappresenta il cuore del Festival Vivaldi, che coinvolge, oltre al teatro Regio, anche altre importanti istituzioni musicali e culturali torinesi.

 

Mara Martellotta

Festival Vivaldi, un weekend in musica

IL PROGRAMMA DELLA RASSEGNA MUSICALE

 

Sabato 18 aprile

 

 

Al Castello di Miradolo di San Secondo di Pinerolo alle ore 17.30 si terrà il concerto «AMOR, HAI VINTO» Tiepolo e il Settecento veneto, con L’Astrée, Gruppo cameristico dell’Academia Montis Regalis, Stéphanie Varnerin soprano, Francesco D’Orazio violino, Pietro Prosser arciliuto e chitarra barocca e Giorgio Tabacco clavicembalo.

 

Di Antonio Vivaldi verranno proposte:

Sonata in re minore per violino e basso continuo RV 14
Amor, hai vinto, cantata per soprano e basso continuo RV 651
Sonata in la maggiore per violino e basso continuo RV 31
Elvira anima mia, cantata per soprano e basso continuo RV 654
Sonata in re minore per violino e basso continuo RV 27
Lungi dal vago volto, cantata per soprano, violino
e basso continuo RV 682

 

Il concerto si svolgerà in occasione della mostra Tiepolo e il Settecento veneto, allestita fino al 14 maggio nelle sale storiche del Castello di Miradolo: un percorso in 50 opere, alla scoperta del Secolo dei lumi, che comprende capolavori di Giambattista e Giandomenico Tiepolo e di altri grandi Maestri veneti ed europei.

Chi assiste al concerto, al termine può partecipare a una visita guidata riservata e a un aperitivo. Prenotazione obbligatoria (minimo 20 persone). Ingresso Euro 15 (prenotazione obbligatoria – Tel. 0121 376545)

A cura della Fondazione Cosso e dell’Academia Montis Regalis.

 

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Nella Biblioteca Nazionale di piazza Carlo Alberto alle ore 17.30 si svolgerà il concertoFLORILEGIO OPERISTICO” con Oksana Lazareva contralto, Andrea Cristofolini pianoforte e le danzatrici Giusi Zanfa e Monica Rosolen.

 

Di Antonio Vivaldi verranno eseguite:
«Anderò, volerò, griderò» da Orlando finto pazzo RV 727
«Così potessi anch’io» e «Sorge l’ingrato nembo»
da Orlando furioso RV 728

«Dividete i giusti dei» da Il Farnace RV 711
«Sol da te mio dolce amore» da Orlando furioso
«Del goder la bella speme» da Arsila, regina di Ponto RV 700

«Nel profondo cieco mondo» da Orlando furioso
«Tu dormi in tante pene» da Tito Manlio RV 738
«Se parto, se resto» da Catone in Utica RV 705

«Ho il cor già lacero» da Griselda RV 718
«Vedrò con mio diletto» da Il Giustino RV 717

L’esecuzione musicale è intervallata da tre interludi danzati sui movimenti del Concerto in mi maggiore op. 8 n.1 “La primavera” RV 269

 

Ingresso libero

 

A cura dell’Associazione Concertante – Progetto Arte&Musica, in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino e l’AssociazioneABNUT

 

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Alle ore 20.30 alla Biblioteca Nazionale si terrà “IL CONCERTO DOPPIO IN VIVALDI E BACH” con Roberto Ranfaldi maestro concertatore e violino, Alessandro Milani violino, Carlo Romano oboe e l’Ensemble d’Archi dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.

Diretta Facebook della presentazione e dei primi minuti del concerto.

 

Antonio Vivaldi
Concerto in la maggiore per archi e basso continuo RV 158
Concerto in la minore per due violini, archi e basso continuo op. 3 n. 8 RV 522

Johann Sebastian Bach
Concerto in re minore per violino, oboe, archi e basso continuo BWV 1060

Antonio Vivaldi
Concerto in si bemolle maggiore per violino, oboe, archi e basso continuo RV 548

Johann Sebastian Bach
Concerto in re minore per due violini BWV 1043

Ingresso libero

A cura dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino e l’Associazione ABNUT

 

Domenica 9 aprile

 

Alla Biblioteca Nazionale alle ore 17.30 si terrà il concerto «AMOR, HAI VINTO» con L’Astrée, Gruppo cameristico dell’Academia Montis Regalis, Stéphanie Varnerin soprano, Francesco D’Orazio violino, Marco Testori violoncello, Pietro Prosser arciliuto e chitarra barocca e Giorgio Tabacco clavicembalo.

Di Antonio Vivaldi:

Sonata in re minore per violino e basso continuo RV 14
Amor, hai vinto, cantata per soprano e basso continuo RV 651
Sonata in la maggiore per violino e basso continuo RV 31
Elvira anima mia, cantata per soprano e basso continuo RV 654
Sonata in re minore per violino e basso continuo RV 27
Lungi dal vago volto, cantata per soprano, violino e basso continuo RV 682

Ingresso libero.

A cura della Biblioteca Nazionale, dell’Associazione ABNUT e dell’ Academia Montis Regalis.

 

 

Lunedì 10 aprile

 

Alle ore 10.30 e alle 20.30 al Teatro Regio si svolgerà il concerto “VIVALDI E PIAZZOLLA, LE OTTO STAGIONI”  con Sergey Galaktionov maestro concertatore e violino e l’Orchestra del Teatro Regio

Antonio Vivaldi

Le Stagioni, concerti per violino, archi e basso continuo nn. 1-4 da Il cimento dell’armonia e dell’inventione op. 8

 

Astor Piazzolla

Las cuatro estaciones porteñas

Concerto in mi maggiore “La primavera” RV 269
Primavera porteña
Concerto in sol minore “L’estate” RV 315
Verano porteño
Concerto in fa maggiore “L’autunno” RV 293
Otoño porteñov Concerto in fa minore “L’inverno” RV 297
Invierno porteño

Posti numerati Euro 15.
Under 16 Euro 10 (gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili). 18app: Euro 10, e con 1 euro in più acquisti un altro biglietto. Con il sostegno di Ecopack, in ricordo di Adelina Ferri. A cura del Teatro Regio Torino

 

 

INFO: www.comune.torino.it/festivalvivaldi

Oggi al Cinema

Le trame dei film nelle sale di Torino

A cura di Elio Rabbione

 

L’altro volto della speranza – Commedia drammatica. Regia di Aki Kaurismaki, con Sherwan Haji. Khaled ha perso la propria famiglia nella violenza di Aleppo. Fugge e arriva a Helsinki nascosto nella stiva di un cargo, ma al rifiuto delle autorità di prendersi cura di lui preferisce la clandestinità. Mentre si mette alla ricerca della sorella salvatasi da quegli eccidi, trova rifugio nel ristorante di uno sperduto paese, di cui un commesso viaggiatore è appena venuto in possesso. Orso d’argento al FilmFest di Berlino. Durata 91 minuti. (Eliseo blu, F.lli Marx sala Groucho, Nazionale sala 1)

 

Ballerina – Animazione. Regia di Eric Summer e Eric Warin. Félicie vive in un orfanotrofio in Bretagna. Un giorno fugge per raggiungere la Parigi della Belle Epoque, nella speranza di veder realizzato il suo sogni di diventare una étoile dell’Opera. Con lei l’amico Victor: il suo sogno è quello di diventare un famoso inventore. Durata 89 minuti. (Massaua, Uci)

 

La Bella e la Bestia – Fantasy. Regia di Bill Condon, con Emma Watson, Emma Thomson, Kevin Kline, Stanley Tucci e Dan Stevens. Bella finisce prigioniera nel castello governato da un giovane principe tramutato in bestia come punizione del suo cuore senza sentimenti e per il suo egoismo. Fa amicizia con i servitori anch’essi divenuti un candelabro, un pendolo, una teiera, un clavicembalo, uno spolverino. Insieme a loro, saprà guardare al di là dell’aspetto orribile del principe che a sua volta svelerà un animo gentile. Durata 129 minuti. (Massaua, Eliseo Rosso, Ideal, Lux sala 2, Reposi, The Space, Uci)

 

Classe Z – Commedia. Regia di Guido Chiesa, con Andrea Pisani, Alessandro Preziosi e Greta Menchi. Un preside decide di spostare in una sezione appositamente creata alcuni studenti dell’ultimo anno di un liceo scientifico. Quelli più “problematici” vengono “rifiutati” dai propri insegnanti, soltanto il nuovo supplente di lettere, fautore dei metodi libertari del professor Keating dell’”Attimo fuggente”vorrebbe garantire per loro ma non potrà far altro che decidere di abbandonare la propria missione. Ma forse non definitivamente. Durata 92 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

La cura del benessere – Thriller. Regia di Gore Verbinski, con Dane DeHaan e Jason Isaacs. Lockhart viene mandato in un centro benessere sulle Alpi svizzere con un preciso incarico, recuperare l’amministratore delegato dell’azienda per cui lavora. Si accorgerà subito che i metodi dell’istituto non sono proprio secondo “le norme” e farà fatica a comprendere quanto sta succedendo in quel luogo. Gli verrà in aiuto una misteriosa ragazza, paziente del dottor Volmer. Durata 146 minuti. (Lux sala 3, Uci)

 

Il diritto di contare – Drammatico. Regia di Theodore Melfi, con Octavia Spencer, Janelle Monàe, Taraji P. Hanson e Kevin Kostner. Una storia vera, tre donne di colore nella Virginia degli anni Sessanta, orgogliose e determinate, pronte a tutto pur di mostrare e dimostrare le proprie competenze in un mondo dove soltanto gli uomini sembrano poter entrare e dare un’immagine vittoriosa di sé. Una valente matematica, un’altra che guida un gruppo di “colored computers”, la terza aspirante ingegnere, senza il loro definitivo apporto l’astronauta John Glenn non avrebbe potuto portare a termine la propria spedizione nello spazio e gli Stati Uniti non avrebbero visto realizzarsi il proprio primato nei confronti dei russi. Durata 127 minuti. (Ambrosio sala 2, Due Giardini sala Ombrerosse, Romano sala 1, Uci)

 

Elle – Drammatico. Regia di Paul Verhoeven, con Isabelle Huppert, Laurent Lafitte e Christian Berkel. Al centro della vicenda, tratta dal romanzo “Oh…” di Philippe Djian, è Michèle, interpretata da una Huppert che a detta di molti avrebbe ben avuto diritto a tenere per il ruolo un luccicante Oscar tra le mani. È una scalpitante imprenditrice di mezza età nel ramo videogiochi, obbligata a gestire una più che variopinta compagine familiare, a cominciare da un ex marito di poca fama nel campo letterario, da una madre che vede non di buon occhio l’età che avanza, da un figlio che non vive certo secondo le sue aspettative, di un amante che le è venuto a noia. Da un padre che in passato con un gesto sanguinoso ha cambiato la sua esistenza. Anche la sua vita ha un segreto, lo scopriamo fin dall’inizio: un uomo mascherato, una sera, si introduce nel suo appartamento e la violenta. Chi è quell’uomo? E perché la donna non va alla polizia per una denuncia, continuando la vita di sempre? Durata 140 minuti. (Ambrosio sala 1, Eliseo Rosso, F.lli Marx sala Chico)

 

Ghost in the shell – Fantascienza. Regia di Rupert Sanders, con Scarlett Johansson, Juliette Binoche e Michael Pitt. Tratto dal manga di Masamune Shirow del 1989, è la storia del Maggiore Kusanagi – cyber-guerriera che non riesce che a ricordare pochi tratti del suo passato di umano – in lotta contro un terrorista in lotta con il mondo. Durata 120 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci)

 

In viaggio con Jacqueline – Commedia. Regia di Mohammed Hamidi, con Lambert Wilson e Fatsah Bouyahmed. Un contadino algerino di nome Fatah è invitato al Salone dell’Agricoltura di Parigi, accetterà di parteciparvi ma soltanto accompagnando la sua preziosa mucca Jacqueline e affrontando un’avventura allegra quanto rocambolesca. Durata 92 minuti. (F.lli Marx sala Harpo)

 

Kong: Skull Island – Avventura. Regia di Jordan Vogt-Roberts, con Tom Hiddleston, Brie Larson, John Goodman, Samuel Jackson e John J. Reilly. Ennesima rivisitazione del mito King Kong, una spedizione ambientata nel 1973 allorché le truppe americane abbandonarono il disastrato Vietnam. Una spedizione voluta dalla scienziato Randa e diretta verso una misteriosa isola, guidata da un ex capitano inglese, con al seguito una fotografa pacifista, un pilota recluso nell’isola dai tempi della fine del conflitto mondiale, il comandante di una squadriglia di piloti di elicotteri che come tutti gli altri se la dovranno vedere con l’immenso mostro. Un budget da far tremare le vene e i polsi, un paio d’anni per preparazione e lavorazione, tra Hawai, Australia e Vietnam: per il gran divertimento degli aficionados si prevede una trilogia. Durata 118 minuti. (Uci)

 

John Wick 2 – Azione. Regia di Chad Stahelski, con Keanu Reeves, Riccardo Scamarcio, Claudia Gerini e Laurence Fishburne. Nuova avventura per il killer cinofilo, questa volta è il cattivo Scamarcio a richiamarlo in azione con il compito dell’eliminazione della sorella Gerini che ha tutte le intenzioni di mettere completamente le mani sulla malavita italiana. La città che fa da sfondo all’azione è Roma. Durata 122 minuti. (The Space, Uci)

 

Life – Non oltrepassare il limite – Fantascienza. Regia di Daniel Espinosa, con Jake Gyllenhaal, Rebecca Fergusson e Ryan Reynolds. Un gruppo di scienziati, imbarcati su un’astronave, ha il compito di ritrovare una sorgente di vita sul pianeta Marte. Si imbatteranno in una cellula vivente che in poco tempo assumerà forza e proporzioni impensate, e soprattutto una aggressività che gli uomini con conoscono. Durata 103 minuti. (Ideal, The Space, Uci)

 

Logan – The Wolverine – Fantasy. Regia di James Mangold, con Hugh Jackman, Richard Grant e Patrick Stewart. Un film di congedo, un eroe che depone i propri artigli e vive quasi segregato in un luogo sperduto del Messico, accudendo al suo anziano mentore, il professor Xavier, con la compagnia di un mutante che di nome fa Calibano e vorrebbe uscire dalle pagine della “Tempesta” shakespeariana. Ma c’è un’ultima avventura da combattere, accanto ad una giovanissima Laura che ha gli stessi poteri di Logan. Durata 131 minuti. (Uci)

 

Manchester by the sea – Drammatico. Regia di Kenneth Lonergan, con Casey Affleck, Michelle Williams e Lucas Hedges. Film in corsa per gli Oscar, sei candidature (miglior film e regista, sceneggiatura originale e attore protagonista, attrice e attore non protagonista), un film condotto tra passato e presente, ambientato in una piccola del Massachusetts, un film che ruota attorno ad un uomo, tra ciò che ieri lo ha annientato e quello che oggi potrebbe farlo risorgere. La storia di Lee, uomo tuttofare in vari immobili alla periferia di Boston, scontroso e taciturno, rissoso, richiamato nel paese dove è nato alla morte del fratello con il compito di accudire all’adolescenza del nipote. Scritto e diretto da Lonergan, già sceneggiatore tra gli altri di “Gangs of New York”. Durata 135 minuti. (Nazionale sala 1)

 

Non è un paese per giovani – Commedia drammatica. Regia di Giovanni Veronesi, con Sara Serraiocco, Filippo Scicchitano e Giovanni Anzaldo e con Sergio Rubini e Nino Frassica. Sandro e Luciano si ritrovano a lavorare nello stesso ristorante ma preferiscono lasciare l’Italia che è un paese senza futuro. Scelgono Cuba, sono gli ultimi mesi di Castro. Nella capitale trovano Sara, anche lei con qualche ferita da rimarginare. Avventure, dolori e disillusioni porteranno Sandro a tenersi ben stretto ai suo principi, sarà Luciano ad abbandonare quelle certezze in cui pareva credere e a perdersi in un’oscurità che non aveva ancora conosciuto. Durata 105 minuti. (Reposi)

 

Il permesso – 48 ore fuori – Drammatico. Regia di Claudio Amendola, con Luca Argentero, Valentina Bellè, Giacomo Ferrara e Claudio Amendola. Un pezzo di vita fuori dal carcere da parte di quattro reclusi. C’è l’uomo che cercherà di sottrarre il figlio ai suoi stessi errori, la ragazza viziata di buona famiglia finita dentro per problemi di droga, il ragazzo di borgata dietro le sbarre per rapina e Donato, innocente, che ha qualche debito da regolare vendicando la donna che ha amato. L’autore firma la sceneggiatura con Giancarlo Di Cataldo e Roberto Iannone. Durata 92 minuti. (Reposi, The Space, Uci)

 

Piccoli crimini coniugali – Drammatico. Regia di Alex Infascelli, con Margherita Buy e Sergio Castellito. Tratto dall’omonimo lavoro teatrale scritto da Eric-Emmanuel Schmitt. La storia di un uomo che, a seguito di una rovinosa caduta dalle scale, non riconosce più la moglie, la propria casa, nulla, deve ricostruirsi un’intera esistenza. Ma la sua memoria è davvero così vuota? La moglie tenta di aiutarlo, ma quanto gli racconta è davvero la vita loro reale o piuttosto quella che che lei si era immaginata? Durata 93 minuti. (Massaua, Massimo sala 1, Uci)

 

Power Rangers – Fantasy. Regia di Dean Israelite, con Naomi Scott, Becky G e Elizabeth Banks. Cinque studenti, tutti quanti con problemi di integrazione, diventano i Power Rangers, ovvero combattenti dotati di grandi poteri, dopo che hanno saputo chela loro città, Angel Grove, e il mondo intero sono sotto la minaccia di una forza aliena guidata dalla terribile strega Rita Repulsa. Durata 124 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Il segreto – Drammatico. Regia di Jim Sheridan, con Rooney Mara, Eric Bana e Vanessa Redgrave. Tratto dal romanzo di Sebastian Berry, è il racconto della vita, tra passato e presente, di Rose, anziana ricoverata in una struttura psichiatrica e ragazza, nell’Irlanda degli anni Trenta e Quaranta colpiti dagli scontri tra protestanti e cattolici, fino allo scoppio della guerra, il suo amore per un aviatore inglese, l’odio del prete locale da sempre innamorato di lei. Durata 108 minuti. (Centrale V.O., Due Giardini sala Nirvana, Romano sala 2, Uci)

 

The startup – Commedia. Regia di Alessandro D’Alatri, con Andrea Arcangeli, Matilde Gioli e Massimiliano Gallo. Ispirato alla storia vera del giovane Matteo Achilli, fondatore di Egemonia. Il ragazzo vive alla periferia di Roma, il padre perde il lavoro, lui ha tanta voglia di “sfondare” ma sa benissimo che senza santi in paradiso sarà davvero difficile. Invento un nuovo social network, Egomnia, che mette in contatto le differenti domande di lavoro con le offerte delle aziende, con il calcolo attento dei meriti di tutti i candidati. All’inizio è questione di fiducia: ma Matteo decide di auto produrre la sua”scoperta” e di lanciare Egomnia sul mercato. Durata 97 minuti. (Greenwich sala 2, Reposi, Uci)

 

The most beautiful day – Il giorno più bello – Commedia. Regia interpretazione di Florian David Fitz, con Matthias Schweighofer e Alexandra Maria Lara. Produzione tedesca, campione d’incassi in patria. La storia di due ragazzi, malati terminali, che decidono di procurarsi un po’ di soldi e affrontare un viaggio sino in Africa per poter vivere il giorno più bello della loro vita. Durata 113 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse)

 

The Ring 3 – Horror. Regia di Javier Gutiérrez, con Johnny Galecki e Mathilda Lutz. Una giovane donna comincia a preoccuparsi per il suo ragazzo quando lo vede interessarsi ad una oscura credenza che riguarderebbe una videocassetta misteriosa che si dice uccida dopo sette giorni chi la guarda. Durata 102 minuti. (Uci)

 

Underworld – Blood wars – regia di Anne Foerster, con Kate Beckinsale e Theo James. Marius è il nuovo leader dei Lycans, determinato a rintracciare Selene, la guerriera vampira. Fughe e agguati e inseguimenti, l’ambiziosa Semira che offre aiuto ma nasconde altre intenzioni, una zona appartata della terra dove vive un gruppo di pacifici vampiri. Durata 91 minuti. (Ideal, The Space, Uci anche in V.O. e in 3D)

 

La vendetta di un uomo tranquillo – Thriller. regia di Raùl Arévalo, con Antonio de la Torre, Ruth Diaz e Luis Callejo. Nella capitale spagnola una rapina in una gioielleria finisce male, soltanto uno dei malviventi, Curro, è catturato. Dopo otto anni di carcere, l’uomo esce dal carcere per scoprire che la sua compagna ha intrapreso una relazione con José. Inevitabile per il passato e per il presente un regolamento di conti tra i due. Vincitore di quattro premi Goya, gli Oscar spagnoli. Durata 92 minuti. (Eliseo Grande, Greenwich sala 1)

 

La verità, vi spiego, sull’amore – Commedia. Regia di Max Croci, con Ambra Angiolini, Giuliana De Sio, Carolina Crescentini e Massimo Poggio. Tratto dal romanzo di Enrica Testo. Una donna abbandonata dal marito dopo sette anni di matrimonio, le imprese sentimentali e quotidiane di una vita da portare avanti, due figli da crescere, suocera da sopportare, un baby sitter da coordinare, la migliore amica come unico rifugio sempre da ascoltare. Durata 92 minuti. (Massaua, Greenwich sala 3, Ideal, Uci)

 

Il viaggio – Commedia drammatica. Regia di Nick Hamm, con Timothu Spall, Colm Meaney e John Hurt. Il viaggio è quello che compiono, in poco più di un’ora per arrivare all’aeroporto di Edimburgo, Martin McGuinness, leader dei Sei Finn, e il reverendo protestante Ian Paisley, alla guida del partito unionista: una finale stretta di mano, faticosissima e insperata, avrebbe nel 2007 cancellato decenni di lotte e di vittime. Da un testo teatrale. Durata 94 minuti. (Romano sala 3)

 

Victoria – Drammatico. Regia di Sebastian Schipper, con Laia Costa, Frederick Lau e Burak Yigit. Victoria, una ventenne spagnola che vive da qualche tempo a Berlino, incontro una sera fuori di un locale notturno Sono e i suoi amici. Sono berlinesi “veri”, così si definiscono e possono mostrarle la città che gli stranieri non conoscono. Victoria li segue divertita fino a quando qualcuno si fa vivo per esigere dal gruppo un credito: devono compiere una rapina all’alba in una banca. Cosa deciderà di fare la ragazza. Durata 93 minuti. (Classico)

 

Virgin Mountain – Commedia drammatica. Regia di Dabur Kari, con Gunnar Jonsson e Siguriòn Hjartansson. Fùsi è un quarantenne che deve ancora trovare il coraggio di entrare nel mondo degli adulti. Conduce una vita monotona, dominata dalla routine. Nel momento in cui una donna con la sua bambina di otto anni entrano inaspettatamente nella sua vita, Fùsi è costretto ad affrontare un grande cambiamento. Durata 94 minuti. (Classico)

Raoul Bova e Chiara Francini, prove per una coppia

È un po’ come per un attimo voler cambiare pelle, ha detto in un’intervista che è come riabituarti a certi muscoli che da troppo tempo non hai più messo in funzione. Le commedie italiane, quelle delle tante risate e delle troppe occasioni buttate via, non sempre spremono al botteghino tutto quel che si era sperato, i cliché alla fine vengono a noia, l’etichetta di sex symbol non parliamone e allora ecco che Raoul Bova vuole riscoprire se stesso e si ributta sul teatro e su quei palcoscenici che da vent’anni non frequenta. Lo fa tuttavia con una cert’aria di cinema che lo circonda, grazie innanzitutto a Luca Miniero (volato al successo con la benedetta accoppiata di Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord fino al recente Non c’è più religione e qui al suo debutto teatrale) che lo dirige, con Daniele Ciprì che cura il disegno luci, con una partner come Chiara Francini, quel tanto di sexy e di ironia che non guasta, che da Pieraccioni a Spike Lee, da Brizzi a Vanzina, da Sindoni a Sollima a Longoni sfoglia prove positive sul grande e sul piccolo schermo, per tacere di un applaudissimo Ti ho sposato per allegria che l’ha avvicinata con intelligenza e humour quattro anni fa al mondo della Ginzburg.

Bova-Francini accoppiata vincente, quindi. Il titolo scelto è Due, scritto da Miniero e Smeriglia, da domani a domenica sul palcoscenico dell’Alfieri per la stagione di Torino Spettacoli (venerdì 7 alle ore 20,45, sabato 8 doppio spettacolo alle 15,30 e alle 20,45, domenica ore 15,30). Un atto di confessione, 80’ filati sulla coppia, un interrogarsi sul passato e soprattutto sul futuro, la necessità di mettere in campo le difficoltà che si incontrano sin dal primo giorno, il peso della vita quotidiana. Una stanza vuota dentro cui si sta formando una convivenza, un rapporto a due, con Marco alle prese con il montaggio di un letto matrimoniale, con Paola che lo interroga sugli anni da vivere insieme, con la curiosità di sapere come sarà il suo uomo tra vent’anni. Già, la fatidica domanda: “Come saremo tra vent’anni?”. L’universo maschile e quello femminile, il modo geneticamente diverso di affrontare le cose, la visione della vita che si rispecchia nelle differenti concezioni di lui e di lei, la fatica e il piacere di stare insieme, l’apporto dell’altra umanità, i genitori, gli amanti, i figli, gli amici, tutti evocati nelle immagini del prima e del poi e tutti pronti a turbare la loro serenità. “Presenze interpretate dagli stessi due protagonisti – spiega Luca Miniero – che accompagneranno fisicamente in scena dei cartonati con le varie persone evocate dai loro dialoghi. Presenze, forse ingombranti, forse rifiutate, forse accettate, tutte a popolare con i due attori il palcoscenico, immagine della vita di una coppia come possono essere le mille che conosciamo e ci circondano, costruita a fatica e a volte insensata. Perché non sempre ci accorgiamo che in due siamo molti di più. E montare un letto con tutte queste persone intorno, anzi paure, non sarà mica una passeggiata”.

 

Elio Rabbione

Cinque lustri per Piazzolla, Torino a tutto tango

Nel 2017 cade il venticinquennale della scomparsa di Astor Piazzolla. A Torino, capitale italiana del tango, un pomeriggio nel cuore popolare taurinense tra botteghe dalle atmosfere vintage e modernariato, per la Prima italiana di un concerto performance reading – e con ballo per tutti – per condividere l’amore, le passioni e gli scontri dell’Anima musicale più controversa del tango. Nel quartiere di Borgo Dora, dove è nato il primo festival di tango di strada a Torino, debutta “CINQUE LUSTRI PER PIAZZOLLA” il tributo collettivo tra musica, ballo e teatrodanza per il venticinquennale della scomparsa del creatore di Libertango. Domenica 9 aprile ore 15 – 20 In occasione del Gran Balon, l’Associazione Commercianti Balon presenta nel Cortile del Maglio in anteprima italiana il concerto reading spettacolo PIAZZOLLA’S DAEDALUS con Piazzolla Modern Quartet diretto dal M° Raffaele Tavano, Etnotango LCMM Friends e i diplomati scuola Holden Giulia Filippone e Francesco Nappi. Soggetto, regia e voce narrante di Monica Mantelli. Opere a palco dell’artista Dovilio Brero. Ma il ricco pomeriggio non finisce qui poiché è prevista una Milonga in Bianco per gli appassionati tangueros provenienti da varie parti d’ Italia per celebrare il Maestro fondatore del Tango Nuevo. Ampia pista in linoleum per ballare e aperitivo convenzionato nei locali del Borgo. L’iniziativa ha il patrocinio di Circoscrizione 7, l’ingresso è libero.

Massimo Iaretti

(foto: il Torinese)

 

 

Le star di Zelig a Eataly Lingotto

Ritorna con un cast d’eccezione l’immancabile appuntamento con Zelig Lab a Eataly Lingotto. Per continuare a festeggiare i 10 anni di Eataly, sono dieci i comici che si esibiranno sul palco della sala Punt&Mes presentati da Elisabetta Gullì: una vera “bomba” artistica con i big Mammuth da Zelig Circus, la straordinaria Federica Ferrero da Zelig Event, il vocalist Barbie Bubu, Leo Mas da Zelig Lab Emilia Romagna, Vito Garofalo da Zelig Off, Marco Turano da Eccezionale Veramente, Michele Di Dedda, Francesco Cecere, Pippo Ricciardi e Raffaella Fiorerosso.

 

Tra i torinesi che si esibiranno spiccano Federica Ferrero e i Mammuth.

Federica, autrice e interprete di numerosi personaggi e sketch comici, debutta in TV con Central Station nel 2011/2012 per poi arrivare a Zelig Off nel 2012 e Zelig 1 col personaggio della Dottoressa Ferrero, brevettatrice di oggetti alquanto insoliti e di dubbia utilità. Nel 2016 approda alla trasmissione in prima serata Zelig Event come monologhista.

I Mammuth sono Diego Casale e Fabio Rossini. Iniziano il loro viaggio nel 2004 quando partecipano a “Scherzi a parte – Il castello – Un reality a parte”. Nel 2006 in prima serata è “la loro volta” in Zelig Circus, e sempre lo stesso anno Torino li vede ospiti delle premiazioni delle Olimpiadi invernali. Nel 2008 sono a Zelig Off e nel 2013 tornano nella loro città per girare “La Luna su Torino” di Davide Ferrario.

 

Le serate di Zelig Lab a Eataly sono un evento aperto a tutti. L’ingresso è libero ed è necessario dotarsi di pass, che potrà essere ritirato presso l’info-point di Eataly Lingotto dalle ore 19.00. A partire dalle ore 21 appuntamento presso la sala Punt&Mes.

Per l’occasione i Ristorantini, il wine bar Pane&Vino, la Birreria e gli altri punti ristoro di Eataly Lingotto saranno aperti con il consueto orario per offrire al pubblico il miglior servizio possibile. Inoltre in sala Punt&Mes sarà allestito un Bar, con una ricca proposta tra vino, caffè dalla selezione Vergnano e fresche bibite per allietare gli spettatori durante l’Intervallo dello spettacolo.

 

L’evento è realizzato in collaborazione con Caffè Vergnano.

 

Prossimo appuntamento giovedì 20 aprile 2017.

17.23 in piazza San Carlo

Le poesie di Alessia Savoini
Solenni e muti,
Fermi nei monocromatici corpi
Recitano l’accaduto,
Ornamento su pareti
Ed eretti su marmi
Volgono lo sguardo ai passanti,
Spento, tacito, freddo.
Il vento non smuove le vesti
Il corso delle cose non distoglie loro lo sguardo
Rappresentanti di un’epoca
Testimoni di storie che giovani uomini si raccontano.
Sotto quei gradini,
Sulle terrazze di antichi palazzi,
Come se quel pezzo di storia nella roccia fosse l’unico degno di nota.
Ma al tempo e ai passanti
Quel momento sfugge
E a volatili e vandali non importa.

Oxana Kichenko: dal Bolshoi di Mosca a Torino

Da alcuni mesi l’Ice Club Torino asd, diretto da Claudia Masoero, si avvale della collaborazione di una ballerina di fama internazionale, Oxana Kichenko, che segue le atlete della squadra agonistica fuori dal ghiaccio, impartendo loro lezioni di balletto, un momento formativo che si ispira al modello russo nel quale danza e pattinaggio vengono fusi per ottenere l’eleganza dei movimenti, la grazia dei passi, la leggerezza delle movenze.

Oxana Kichenko, ballerina classica e moderna, è entrata a 17 anni a far parte della compagnia del Bolshoi Ballet Theatre, con il quale ha danzato per otto anni tutto il repertorio classico e i balletti di Grigorovitch, Vladimir Vassiliev, Michail Lavrosky, Maya Plissetskaya, Assaf Messerer e molti altri e ha partecipato alle tournée con il Bolshoi Ballet in tutto il mondo. Attualmente tiene corsi di alta formazione accademica presso il Centro di cultura contemporanea di Torino ex birrificio Metzger, previa prova di ammissione (www.oxanakichenko.com). La incontriamo per parlare con lei della sua carriera di ballerina e della sua esperienza nel mondo del pattinaggio.

 

 

Quando ha iniziato a danzare? Ci parla della Sua carriera di ballerina?

Ho iniziato a danzare presto, all’età di 7 anni. Prima ho preso lezioni private che mi hanno consentito di entrare al corso propedeutico della Scuola accademica di Coreografia di Mosca ora Bolshoi Ballet Academy. A 17 anni mi sono diplomata con il massimo dei voti all’Accademia di Coreografia di Mosca, ora Bolshoi Ballet Academy e sono entrata subito a far parte della compagnia del Bolshoi Ballet Theatre diretta da J. Grigorovitch e di quella del Palazzo dei Congressi del Cremlino. Ho danzato otto anni con il Bolshoi Ballet Theatre, interpretando tutto il repertorio classico. Il rapporto con l’Italia è iniziato nel 1992 quando ho ballato con la compagnia del teatro alla Scala di Milano. Sono stata Maitre de ballet e danzatrice in molte compagnie nazionali. Ho preso parte ad importanti Galà  internazionali e ho avuto l’onore di ricevere a Cannes, a Les Etoiles de Ballet2000, il “Premio Irène Lidova alla carriera”  sezione riservata  ai giovani danzatori-étoiles. Successivamente ho danzato al Théatre des Champs-Elysees di Parigi, in occasione de “Les Etoiles du 21me siècle” . Mi sono laureata con lode in pedagogia e coreografia del balletto presso la Bolshoi Ballet Academy di Mosca e sto completando il dottorato di ricerca con una tesi sulle problematiche dell’attuale situazione dell’insegnamento della danza classica in Italia. Dal 2011 sono direttrice didattica e artistica di ExelDance Project Alta Formazione Coreutica e dal 2013 direttrice artistica di IT Yuoth Ballet. Dal 2007, terminata la mia carriera di ballerina, ho deciso di occuparmi prevalentemente di formazione/alta formazione di  insegnanti, preparazione professionale/alta formazione coreutica e perfezionamento a livello privatistico di giovani danzatori e danzatori professionisti. Ho preso parte in qualità di membro della giuria a  concorsi nazionali e internazionali e ho tenuto workshop e master classes in tecnica classica metodo Vaganova. Dal 2010 collaboro con la Bolshoi Ballet Academy di Mosca, organizzando e dirigendo lo stage di perfezionamento per i giovani aspiranti ballerini “Bolshoi Ballet Summer Intensive Moscow” (la scuola estiva di alta formazione presso l’accademia a Mosca edizioni 2010/2011/2012 ) e i Bolshoi Ballet Academy Summer/Winter Intensive a Torino (prima edizione gennaio 2012 presso Teatro Regio di Torino edizioni successive presso il Centro di Cultura Contemporanea ex birrificio Metzger di Torino). Nel giugno del 2012 ho avuto l’onore di essere dichiarata ufficialmente ambasciatrice  della scuola russa in Italia e la più grande esperta e conoscitrice del metodo Vaganova attualmente presente in Italia.

 

Da Mosca a Torino. Quando ha deciso di trasferirsi in Italia?

 

Ho deciso di trasferirmi in Italia circa 20 anni fa e vivo a Torino da 15 anni. Mi trovo molto bene nel vostro Paese.

 

Quando è nata l’Oxana Kichenko Ballet? Ci parla di questa scuola di balletto e dei metodi di insegnamento?

 

Nel 2007 ho terminato la mia carriera di ballerina e ho iniziato ad occuparmi di formazione e alta formazione di insegnanti e di preparazione professionale e perfezionamento a livello privatistico di danzatori e giovani danzatori professionisti. Da quel momento mi sono dedicata completamente all’insegnamento, collaborando con la Bolshoi Ballet Academy di Mosca. Utilizzo il metodo Vaganova del quale sono stata dichiarata la più grande esperta. Si tratta di una tecnica di insegnamento della danza classica elaborata tra il 1917 e gli Anni ’50 nell’allora Unione Sovietica da Agrippina Jakovlevna Vaganova, presso l’Accademia Teatro Kirov che da lei prese il nome di Accademia Vaganova.

La sua strada si è incrociata con quella del pattinaggio artistico. Com’è iniziata la sua collaborazione con l’Ice Club Torino?

 

E’ stata una casualità che la mia strada si sia incrociata con quella del pattinaggio artistico. Un mia allieva mi ha riferito che il direttore dell’Ice Club Torino era alla ricerca di un’insegnante di  danza classica e avrebbe voluto incontrarmi. Ho conosciuto così Claudia Masoero e Edoardo de Bernardis ed è iniziata la nostra collaborazione e il mio rapporto con il mondo del ghiaccio.

 

Durante la settimana tiene lezioni a pattinatrici e pattinatori che hanno vinto medaglie ai Campionati nazionali in diverse categorie: Maria Grott Gribinic, Greta Accossato, Nikita Dossena, Lucrezia Beccari, Sara Casella, Giada Russo, Viola Fois, Gioia Casciani, Raffaele Zich. Come si trova a lavorare con questi ragazzi e quanto è difficile seguire i pattinatori?

 

All’inizio è stato difficile perché nella danza classica siamo abituati a riflettere molto sui singoli movimenti, a controllare ogni muscolo. Nella danza classica c’è un aspetto meditativo molto forte che interessa tutti i passi. Il pattinaggio, invece, è energia allo stato puro, è un’esplosione di movimenti, di salti, di trottole e un programma si esaurisce in pochi minuti. Con il trascorrere del tempo, però, è diventato più facile seguire questi ragazzi e rapportarmi con loro.

 

Durante le lezioni di balletto che tiene per l’Ice Club Torino qualche pattinatore l’ha particolarmente colpita per le sue doti, per l’eleganza dei movimenti, per la leggerezza dei passi?

 

Questa è una bella domanda. Diciamo che siamo ancora distanti dallo standard di un ballerino classico professionista, ma vedo moltissimi miglioramenti e apprezzo l’impegno dei ragazzi che sulla pista sono bravissimi e sanno imporsi in tutte le gare.

 

Qual è il rapporto che si è instaurato tra Lei, Claudia Masoero, Edoardo De Bernardis e i componenti dello staff dell’Ice Club Torino?

 

Il gruppo dell’Ice Club Torino è veramente fantastico! Lavoro in un ambiente molto bello sia dal punto di vista delle relazioni umane sia da quello dei rapporti lavorativi. Sono dei grandi professionisti.

 

Quanto sono importanti per un pattinatore che affronti l’agonismo le lezioni di balletto e quali elementi può introdurre nei suoi programmi sul ghiaccio?

 

La danza classica insegna l’aspetto estetico, la bellezza delle pose, la musicalità,  la coordinazione delle braccia la precisione e tante altre cose, direi è indispensabile per diventare un atleta di livello superiore.

 

Il suo rapporto con la città di Torino.

 

Quando ero piccola e vivevo in Russia immaginavo l’Italia attraverso il giallo dei limoni, la luce intensa del sole e il contrasto del colore blu del cielo, così come era descritto nei libri di Gianni Rodari che leggevamo avidamente. Ora, dopo aver girato tutto il mondo, ho scelto Torino, forse perché rappresenta la giusta via di mezzo tra la luce di Mosca e quella mediterranea del Sud dell’Italia.

 

Barbara Castellaro