CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 62

Su Prime Video il film “Chi sono io” di Roberto Gasparro 

È visibile su Prime Video il film ‘Chi sono io‘, scritto e diretto da Roberto Gasparro, regista torinese, al suo sesto film.

Ecco il link:

https://www.primevideo.com/-/it/detail/Chi-sono-io/0LVMJC6LUBKW40024MRGZM87AK

Le riprese, tenutesi a Montaldo Torinese presso una location riservata della famiglia Borello – main sponsor del film insieme all’azienda MFGA – Make Fashion Great Again che ha fornito tutti gli abiti di scena, si sono concluse il giorno 30 ottobre e dopo 6 mesi di post produzione l’opera è stata completata. Il film, prodotto dalla 35MM Produzioni srl, si è avvalso del sostegno di Film Commission Torino Piemonte e dell’ Accademia delle Belle Arti di Torino.

Chi sono io‘ è stato interpretato da Massimiliano Rossi, Stefania De Francesco, Vittoria Chiolero, Max Cavallari, Tony Sperandeo, Gianni Parisi, Fabio Fulco, Gianpiero Perone, Massimo Walz Brenta, Massimo De Rosa, Rosanna Pantano, Marco Serra Degani e Ylenia Norbedo. L’uscita in sala è curata da 35MM produzioni srl, società indipendente di produzione e distribuzione cinematografica. Il film sarà disponibile sulla piattaforma streaming Prime Video Italia, Usa, Uk dal 16 settembre 2025.

Le musiche sono state composte da Stefano Lori, Paolo Ottimo e Gianluca Savia.

 

Questa è la storia di due amiche e di una famiglia che si troveranno ad affrontare una realtà fatta di segreti e continui colpi di scena, in un viaggio tra le parafilie ed i precari equilibri di una società immorale e perversa. Attraverso le loro vicende si avrà una fotografia in bianco e nero di una umanità che evidenzia un bisogno di continuo di novità, di comprensione e in ultima analisi di accettazione.

Tutti i personaggi saranno costretti ad affrontare le loro menzogne.

Al centro del racconto le diverse personalità di ogni personaggio – i diversi IO – sono un chiaro e incondizionato omaggio a Luigi Pirandello e al suo libro “Uno, nessuno e centomila”.



Ci sono film che rappresentano un cammino, una crescita, una visione e che sono in grado di aiutarci ad analizzare la realtà con assoluta lucidità. Essi hanno un potere così forte che sono all’altezza, nella finzione, quale è l’opera filmica, di aiutarci a comprendere una verità, di assisterci ad interpretare meglio i tempi moderni di cui siamo molto spesso protagonisti ingrati. La scrittura di un film per l’autore è sempre un viaggio, una trasformazione. Esiste un prima del film e un dopo il film. Esiste un uomo con delle convinzioni che lo portano a scrivere, ad immaginare una storia e, contemporaneamente, ne nasce un altro che lo porta a riflettere, ad interrogarsi, a verificare. Spesso i due uomini che compongono la stessa persona sono in totale disaccordo: su una frase, su un dialogo, su un’azione. Sono la stessa persona ma di fatto si ha a che fare con due proiezioni diverse dello stesso, quello che ha sviluppato l’idea, il soggetto, e quell’altro che si deve occupare di scrivere la sceneggiatura. Come si fa a non perdersi? Come si fa a trovare un equilibrio tra i due? Occorre tornare allora ai grandi film, a quelli citati poche righe fa. Loro riescono a mettere d’accordo tutti, a trovare la giusta strada per arrivare alla conclusione. Per me, per la scrittura di questo film, il punto di riferimento è stato il Maestro Paolo Sorrentino e la sua opera immensa “La grande bellezza”.

 

IL REGISTA

Roberto Gasparro nasce a Moncalieri, provincia di Torino, il 7 febbraio 1975. Dall’età di 15 anni scrive canzoni, testi per sit-com e per molti comici della TV. Studia sceneggiatura sulle dispense di colui che definisce il suo faro, Claudio Dedola che lo indirizza definitivamente a scrivere per il cinema. Dal 2015 al 2018 scrive 98 puntate di sitcom e collabora con molti comici di Zelig tra cui Franco Neri con il quale realizza il suo primo lungometraggio dal titolo “IL CIELO GUARDA SOTTO”. Nel 2019 scrive e dirige il suo secondo lungometraggio con protagonista il David di Donatello Tony Sperandeo dal titolo “QUI NON SI MUORE” vincendo al Festival Internazionale del Cinema di Salerno il premio per la migliore sceneggiatura e miglior soggetto e ricevendo lo stesso anno l’onorificenza del Comune di Montiglio Monferrato che lo nomina CITTADINO ONORARIO. Nel 2020 scrive e dirige la sua opera terza dal titolo “LUI E’ MIO PADRE” con protagonista Gianni Parisi vincendo al Festival Internazionale del Cinema di Salerno il premio come miglior Regista e al Vesuvius International Film Fest il premio per la migliore sceneggiatura. Il lungometraggio è stato in concorso per i David di Donatello ed ha ricevuto i patrocini della Regione Campania, della Città di Agropoli, del Parco Nazionale del Cilento, della Valle di Diano e di Alburni e premiato da LEGAMBIENTE CAMPANIA. Nel 2020 scrive e produce il suo quarto lungometraggio dal titolo “STESSI BATTITI” e lancia per la prima volta sullo schermo tre giovani nella parte di protagonisti del film. Nell’opera sono presenti anche l’attore Gianni Parisi, l’attrice Stefania De Francesco e il campione del mondo di ciclismo Claudio Chiappucci.
Nel 2023 scrive e dirige il suo quinto lungometraggio dal titolo “LA CHIOCCIOLA” che vede protagonista l’attore Enzo Decaro e la partecipazione di Tony Sperandeo, Massimiliano Rossi e Massimiliano Cavallari. Il film è stato proiettato in oltre 200 sale con numerosi incontri con gli studenti delle scuole medie e superiori. Il 17 giugno il film sarà proiettato anche al Parlamento Italiano.

Dal giorno 8 maggio esce in sala la sua opera sesta dal titolo “Chi sono io” con protagonisti Massimiliano Rossi e Vittoria Chiolero.

Tutti i suoi film sono distribuiti da PRIME VIDEO e in tre continenti: America – Europa – Asia

Filmografia:

IL CIELO GUARDA SOTTO – Lungometraggio 105’ – 2019

QUI NON SI MUORE – Lungometraggio 98’ – 2019

LUI E’ MIO PADRE – Lungometraggio 89’ – 2020

STESSI BATTITI – Lungometraggio 104’ – 2022

LA CHIOCCIOLA – Lungometraggio 110’’ – 2023

CHI SONO IO – Lungometraggio 107 – 2024

“Savoia, l’albero genealogico e i protagonisti della Dinastia”

Uscito il libro  di Andrea Carnino e Pierangelo Calvo

È recentemente uscito insieme a La Stampa, lo scorso 9 settembre, il libro “Savoia, l’albero genealogico e i protagonisti della Dinastia”. Autori del volume sono Andrea Carnino e Pierangelo Calvo. La professoressa Bruna Bertolo, esperta in materia, ha curato la prefazione, mentre l’introduzione è di S.A.R. il Principe Sergio di Jugoslavia, figlio di S.A.R. la Principessa Reale Maria Pia di Savoia, figlia di Re Umberto II e della Regina Maria Josè. Il libro suddetto è un’opera unica nel suo genere, ogni capitolo è dedicato ad un sovrano, da Umberto I Biancamano, fondatore della dinastia, fino a Umberto II, ognuno con il proprio albero genealogico. I lettori potranno così scoprire attraverso i matrimoni contratti dai figli e dalle figlie dei monarchi i numerosi legami di parentela dei Savoia con le più importanti case reali e imperiali d’Europa. Un’apposita sezione è dedicata ai rami cadetti; chiude il tutto un grande albero genealogico che va dal Biancamano fino agli attuali esponenti del Casato.

Il volume, scritto in modo semplice, coniuga la piccola storia con la grande storia. Non si parla solo di Conti, Duchi e Re, ma anche delle loro residenze e del loro legame con fante piccole nobili famiglie legate ai nostri territori, come Provana e i comuni del Piemonte. Nel 1618, per esempio, il Duca di Savoia Carlo Emanuele I, per ottenere i fondi necessari alla retribuzione dell’esercito, mise in vendita le frazioni di Buttigliera, Uriola e Nicola, che volevano staccarsi da Avigliana. Esse furono acquistate da Giovanni Carron, il quale, il 25 aprile 1619, venne infeudato Signore di Buttigliera Alta. L’idea di questo volume è stata di Angelo Panassi, titolare della casa editrice Susalibri, il quale ha proposto a Pierangelo Calvo, vicepresidente dell’Associazione Internazionale Regina Elena ODV, nonché cultore di storia sabauda, di scrivere un libro sulla genealogia dei Savoia. Egli ha proposto ad Andrea Carnino, giornalista e divulgatore storico, di affiancarlo nella stesura di questo volume. Il libro è stato dedicato a tre importanti aristocratici deceduti: un napoletano, un romano e un piemontese, il Duca Don Giovanni de Giovanni Greuther di Santa Severina, il Barone Roberto Ventura e il Barone Guglielmo Guidobono Cavalchini Garofoli, e allo scrittore e giornalista Luciano Regolo.

Mara Martellotta

Germinale Monferrato Art Fest seconda edizione 

Ha avuto avvio la seconda edizione di Germinale Monferrato Art Fest, che si svolgerà fino al 12 ottobre prossimo tra le colline del basso Monferrato. Si tratta di una rassegna annuale di arte contemporanea itinerante e diffusa. Obiettivi dell’iniziativa, nata a Rinco di Montiglio dalla Quasi Fondazione Carlo Gloria, sono la promozione dell’arte e della cultura, la valorizzazione del territorio e del paesaggio tramite l’attivazione di progetti e percorsi dedicati all’arte contemporanea, che coinvolgono e mettono in rete 17 comuni tra le province di Asti e Alessandria. Ogni Comune rappresenta la tappa di un percorso articolato, ospitando diversi contenuti tra mostre, installazioni open air, residenze d’arte che trovano sedi in luoghi rappresentativi del territorio, sia dal punto di vista architettonico, turistico e produttivo, sia per il loro legame con la tradizione e l’eredità culturale locale. L’evento prende il nome dal settimo mese del calendario rivoluzionario francese, termine a sua volta tratto dal latino “germinalis”, con il significato del mese in cui germogliano le piante. Germinale reca nel suo nome l’idea di rinascita, germogli e nuove foglie, metafora più estesa una rinascita dei luoghi attraverso i vari linguaggi espressivi dell’arte contemporanea. Le sedi espositive sono chiese sconsacrate, castelli, costruzioni di pregio storico e architettonico e spazi dalla forte valenza simbolica, che diventano lo scenario perfetto in cui ambientare le opere d’arte contemporanea, contribuendo alla loro conoscenza, tutela e valorizzazione.

Il programma di spettacoli e performig arts, a cura di Casa degli Alfieri, animerà i giorni d’apertura dell’evento e le varie sedi durante tutto il periodo con varie caratteristiche : la macchina magnifica, ovvero la Corriera dell’Arte, accompagnerà in tour i visitatori a raggiungere le varie sedi di Germinale attraverso passeggiate poetiche ed esperienziali di teatro natura.

La seconda edizione di Germinale si radica attorno a un tema antico ma quanto mai attuale, l’Alimurgia. Questo termine, coniato nel Settecento dal medico fiorentino Giovanni Targioni Tozzetti, ormai dimenticato, indica la pratica di ricorrere a piante spontanee, selvatiche e commestibili come risorsa alimentare in tempi di carestia o povertà. Il medico scrisse un trattato rivolto non tanto agli studiosi quanto un manuale pratico di sopravvivenza, catalogando numerose piante e descrivendo come raccoglierle, cucinare e conservare. In un’epoca contrassegnata da crisi ecologiche, sociali ed economiche, l’alimurgia risuona oggi con nuova intensità, diventando metafora potente di resilienza, attenzione al territorio e recupero di saperi dimenticati. Germinake 2025 interpreta l’alimurgia non solo come suggestione botanica ma come chiave poetica e politica per leggere la contemporaneità. Invita a riflettere su ciò che cresce ai margini, a riconoscere ciò che è commestibile, distinguendo il nutriente dal tossico, fatto che implica una conoscenza rispettosa e profonda dell’ambiente. Allo stesso modo, la scelta delle opere che abitano quei luoghi richiede una cura simile, un ascolto reciproco tra spazio e creazione, tra contesto e visione.

Germinale Monferrato Art Festival – Quasi Fondazione Carlo Gloria, via Bava 28, Torino

Apertura: tutti i weekend dal 12/9 al 12/10 con orari di visita 10.30-19

Mara Martellotta

La Fondazione Accademia di Pinerolo propone 16 concerti

L’edizione 2025-2026 della Stagione Concertistica con artisti di carattere internazionale e giovani concertisti pluripremiati

L’edizione 2025-2026 della stagione concertistica della Fondazione Accademia di Pinerolo prenderà il via martedì 7 ottobre prossimo con l’atteso concerto del pianista Alexander Kobrin, definito dal New York Times come “preziosissima guida alle visioni ultraterrene e spirituali della musica di Schumann”. Pluripremiato Kobrin ha ottenuto numerosi prestigiosi premi, tra cui il Primo Premio al concorso Busoni di Bolzano.

La stagione concertistica propone 16 concerti di artisti di fama internazionale e giovani concertisti pluripremiati, completano il programma cinque concerti del progetto In crescendo : POC Live, il 16 novembre, dedicato a compositori emergenti, e il Festival Beethoven ( 15, 12, 19 e 26 maggio) , chs segna l’inizio del cammino che condurrà nel 2027 a festeggiare il bicentenario della scomparsa del grande compositore tedesco.
Il programma è inoltre punteggiato da undici incontri di presentazione “ Inseguire le note”, tenute dal maestro Claudio Voghera, direttore artistico della stagione, che attraverso suggestioni, curiosità, note storiche e musicali, traghetterà il pubblico verso l’ascolto.
Gli incontri gratuiti si svolgeranno mezz’ora prima dell’inizio del concerto, alle ore 20

“Il programma 2025-2026 disegna un panorama sonoro piuttosto vasto  e variegato – afferma Claudio Voghera – “Ascolti’ perché saper ascoltare è  una dote rara, una caratteristica preziosa che ci rende cittadini del mondo. Ascoltare significa  immergersi in un linguaggio privo di barriere culturali, un’esperienza che può indurci a trasporre nel nostro vissuto una postura democratica rispettosa degli altri”.

L’inaugurazione della nuova stagione concertistica è  affidata ad Alexander Kobrin, tra gli interpreti di primissimo piano  oggi nel mondo. Il pianista russo salirà sul palco dell’Accademia di Musica di Pinerolo martedì 7 ottobre alle ore 21 e l’8 e il 9 ottobre terrà una masterclass a Pinerolo.
Il programma di ottobre proseguirà martedì 21 con il duo d’eccezione formato da Domenico Nordio e Orazio Sciortino. Il primo è uno dei violinisti più acclamati italiani del nostro tempo e Orazio Sciortino, eletto composer of the Year agli International Classic Music Awards 2024, sarà nella doppia veste di pianista e compositore.
Quattro ulteriori concerti imperdibili caratterizzeranno il programma 2025 della stagione. Il Trio Boccherini sarà di scena martedì 4 novembre prossimo.  Formatosi a Berlino, risulta tra i gruppi da camera più  apprezzati degli ultimi anni in ambito internazionale e si dedica alla scoperta del repertorio per trio d’archi , tra cui figurano grandi capolavori ascoltati dal pubblico e gioielli a lui spesso sconosciuti.

Domenica16 novembre primo appuntamento del ciclo ‘In crescendo’ e brani in prima esecuzione assoluta di giovani compositori del corso POC, martedì 18 le porte dell’Accademia si apriranno al jazz con Emanuele Cisi (sax tenore), Furio de Castri (contrabbasso), Nico Morelli (pianoforte) ed Enzo Zirillo ( batteria), artisti dalla carriera prestigiosa con all’attivo collaborazioni con le più grandi personalità internazionali del genere. Martedì 2 dicembre l’appuntamento è con lo spettacolo/concerto dal titolo “Quel che resta del genio” con Francesco Nicolosi al pianoforte, Stefano Valanzuolo , testo e voce narrante. Si tratta di un racconto romantico e di fantasia intorno alla figura si un pianista e compositore austriaco Sigismund  Thalberg, il cui corpo fu fatto imbalsamare dalla moglie e poi custodito in una teca di cristallo nella sua villa a Napoli.
L’anno 2025 si chiuderà con l’esecuzione di un promettente pianista Jakob Aumiller il cui concerto rientra in un progetto di collaborazione con il Premio internazionale Brunelli di Vicenza, che Aumiller ha conquistato nel 2024.

Mara Martellotta

Il tempo della luce e del colore di Sabrina Always

MUSEO MIIT – TORINO, CORSO CAIROLI 4

Dal 10 al 24 Settembre 2025
Orario: da martedì a sabato 15.30-19.30. Su appuntamento per visite guidate, gruppi, scolaresche
Info: 011.8129776 – 334.3135903 – www.museomiit.it

Il Museo MIIT, Museo Internazionale Italia Arte di Torino ospita dal 10 al 24 settembre, con inaugurazione Giovedì 11 Settembre dalle ore 18.00, la mostra personale di pittura ‘Sabrina Always. Il tempo della luce e del colore’, una selezione accurata di opere dell’artista veneziana che ritorna ad esporre a Torino presentando un percorso artistico suddiviso in sezioni tematiche (Il tempo della posa, Il tempo di un tramonto, Figurativi) che esplorano vari generi, dalla ritrattistica alla figurazione, dalle pitture naturalistiche alle ricerche su luce e colore, come suggerisce il titolo dell’esposizione.
Sabrina Always è artista risolta, maestra delle arti tradizionali e delle arti cosiddette ‘preziose’, ma anche designer, restauratrice, cultrice della tradizione e dei nuovi linguaggi espressivi, dall’hand made alle installazioni. Questa sua formazione complessa, scrupolosa, curiosa nello studiare ed approfondire ogni espressione creativa si mostra limpidamente nelle sue opere, sempre alla ricerca dell’emozione, dell’istante da cogliere e bloccare nell’eternità di un segno, di un riflesso, di una trasparenza cromatica e tonale. Per Sabrina Always, infatti, ogni dipinto rappresenta un universo da scoprire e il soggetto diviene spunto interiore per raccontare le sensazioni più profonde dell’artista e della realtà. Lo si percepisce nell’attenta indagine psicologica che emerge dalla sua ritrattistica, in cui la posa delle protagoniste, naturali e dinamiche nella loro espressione, gli sguardi penetranti o sognanti, la profondità della scena diventano narrazione di una storia, di una vita osservata con raffinata e romantica sensibilità. Nel gioco delicato delle trasparenze colte nelle pieghe di una stoffa, di un broccato, il suo tratto si fa deciso, potente, senza ripensamenti, suggerendo con la pittura immediata solo le forme, i contorni, lasciando comunque allo sguardo la magia della suggestione, quell’aura indefinibile che circonda ogni essere, umano e non solo. Oltre alla pittura, anche il disegno è strumento privilegiato per cogliere l’istante e il dettaglio della figura e Always si addentra con delicata sensibilità nella personalità del soggetto, ne delinea i tratti salienti, mantenendo però quell’atmosfera rarefatta che si avvicina all’idea, all’immaginazione, al sogno, quasi come se le anime dell’artista e del protagonista si toccassero e si incontrassero in una dimensione ‘altra’… e forse è proprio così. Negli altri soggetti amati dall’artista, come gli alberi, le foglie, i paesaggi e, in questa mostra, particolarmente nei tramonti, il sentire di Sabrina Always assume una visione pantocratica dell’universo, quella prospettiva umana e divina che abbraccia la totalità degli elementi, rendendoli parti di un insieme potente e misterioso nella sua essenza. Qui il colore si fa vibrante, acceso, cangiante negli infiniti riverberi dei chiaroscuri e dei toni e nella pittura rapida e dal gesto istintivo, come il soffiare del vento o lo scompigliarsi delle fronde e delle nubi. Macchie di pittura che danno vita a chiome, fiori, rami, tronchi, erbe, cieli, orizzonti… tutto, nella pittura naturalistica di Always, diventa viaggio interiore, espressione dell’anima e delle sue emozioni che si fanno, inevitabilmente, anche nostre. Come nella pittura antica, la natura diventa simbolo e allegoria, immagine di una dimensione che, in Always, assume caratteri trascendenti e spirituali. La Luna, il Sole, la notte, le stagioni altro non sono che un’idea atavica del ciclo della vita, delle opposte energie del mondo che si confrontano e si completano. In Always la natura è mito e sorella, presenza ideale e concreta al contempo, un’opera d’arte totale, nella definizione wagneriana in cui la realtà assume i contorni di una esperienza immersiva e totalizzante. Sabrina Always si svela così, libera e un po’ fauve, ‘belva’ romantica e graffiante, emotiva e costruttiva nei cromatismi che plasmano e scompongono forme e figure, dando vita ad emozioni e memorie.
Guido Folco

BIOGRAFIA
Sabrina Costantini Always è nata a Venezia il 28 settembre 1967.
Da più di vent’anni lavora nel campo della pittura, del restauro e dell’interior design anche come consulente cromatica, sviluppando una particolare attenzione per la dimensione simbolica dei colori. La sua esperienza pittorica si snoda dall’applicazione delle tecniche più antiche, tra le quali l’affresco e il «trompe-l’oeil» in stucco veneziano, all’impiego dei più innovativi materiali ecocompatibili per superfici murarie.
Negli anni 1995/1997 è stata assistente del pittore, scultore e filosofo Gino De Dominicis, durante i suoi soggiorni veneziani a palazzo Franchini, suo atelier estivo.
A partire dal 2008 partecipa a rassegne tematiche e collettive a Torino, con dipinti che vanno da una figurazione interiorizzata ai ritratti, al mondo animale e a un naturalismo risolto con limpide emulsioni cromatiche.
Dal 2009 al 2011 Espone alla rassegna «Paratissima», Borgo San Salvario, Torino.
Ha partecipato alle seguenti collettive:
-“Passa(e)ggi visivi”, a cura di Michele Peri e Tommaso Evangelista, Centro storico di Rocchetta al Volturno (Is) 2012
– “Arte al vento”, a cura di Teo de Palma, Biblioteca Comunale “A.Minuziano”, San Severo (Fg), 2012
– “La pazienza di Penelope”, a cura di Mimma Pasqua e Teo de Palma, Chiostro del Palazzo di Città, ex Convento dei Celestini, San Severo (Fg), 2013.
– “X Artemisia”, a cura di Daniela Simoni, Villa Barucchello, Porto Sant’Elpidio (Mc), 2013 – “Camouflage”: mostra itinerante per l’Italia partita da Camo (Cn) nel settebre 2014
– “Ensemble”: arte contemporanea a villa Biener (Imperia), dicembre 2014/gennaio 2015 – 65° Rassegna Internazionale d’arte premio G.B. Salvi Sassoferrato (AN) 2016

– “Energia creativa”, rassegna off Biennale di Venezia, Palazzo Albrizzi, Venezia 2017
Mostre personali:
Ritratti di alberi
Museo Regionale di Scienze Naturali, Torino 2012 Galleria Le Cornici Venezia, 2012
Dissolvenza, ultimi alberi, Spazio Mouv’, Torino 2014 Il segreto delle foglie
Studio Rosai, Firenze 2018
Glass Creatures
(con Susanna Fiori)
Palazzo Contarini Polignac, Venezia 2023
Hanno scritto di lei Angelo Mistrangelo, Daniela Simoni, Ivana Mulatero e Fabio Norcini.

Un fiume di libri attraversa le strade di Torino con letture silenziose, laboratori e musica

Un fiume di libri” bagna per due giorni la città di Torino. Il 17 e 18 settembre l’associazione Compagne di banco, in occasione della Settimana Europea della Mobilità e con il Patrocinio della Città di Torino, porta i libri, la lettura, la condivisione (e la musica) per le strade di Torino, tra scuole e luoghi di aggregazione.

Mercoledì 17 e giovedì 18, un vero e proprio fiume di libri, fisico, si snoderà nelle aree pedonali di alcune scuole di Torino e sarà accompagnato da laboratori curati dalle Compagne di banco e dedicati al progetto “Le parole tra noi da salvare”.

La giornata di giovedì 18 sarà un’intera giornata all’insegna della lettura, della condivisione, della musica e proseguirà fino a notte, al Cumiana15, con letture condivise e silenziose, laboratori per ragazzi e bambini, musica e spazio food&drink. La partecipazione è libera, è possibile portare un proprio libro da casa oppure scegliere uno dei libri della Biblioteca condivisa e diffusa che compongono il fiume.

Un fiume di libri

 

“Un fiume di libri” è un progetto-evento artistico e concettuale, a cura dell’associazione Compagne di banco che si dedica a salvare libri e parole, con azioni culturali di coinvolgimento della comunità volti a riattivare la lettura, la scrittura, la condivisione di spazi e tempi di senso. Attiva su Torino dal 2024, l’associazione ha dato vita alla Biblioteca condivisa e diffusa, situata oggi in varie Case del quartiere cittadine, e cura momenti di incontro dedicati alla lettura in comune, anche silenziosa, insieme al progetto “Le parole tra noi da salvare” che prevede l’installazione di cassette delle lettere dove le persone possono imbucare le loro parole da salvare, per riaccendere l’attenzione sulle parole che si scelgono e si usano, oltreché sul gesto dello scrivere.

Ora l’associazione Compagne di banco lancia “Un fiume di libri”, evento che trasforma le strade della città in un percorso fatto di pagine, copertine, libri di ogni genere e tipo che invadono le vie cittadine e si fanno protagonisti dei nostri passi e del nostro cammino. Simbolicamente, i libri conquistano lo spazio pubblico e indicano una nuova strada per il vivere civile e per la costruzione del senso di comunità: una strada fatta di parole, di tempi rallentati, di spazi restituiti a quel pensiero per cui non c’è quasi più tempo, costretti nel correre quotidiano e nello scrivere concitato del digitale.

Le persone possono camminare e passeggiare intorno ai libri, sedersi, prendere un libro e sfogliarlo, leggerlo, decidere di tenerlo o magari portarne uno per contribuire a creare strade di parole.

La lettura diventa esperienza collettiva, gioiosa, divertente, inclusiva e coinvolge tutti, in un momento di condivisione che si fa comunità intorno alla parola. I partecipanti interagiscono tra loro e con i libri che da oggetto si fanno tramite di dialogo e di pensiero.

I luoghi

 

Le scuole. I luoghi scolastici, spazi di formazione dell’individuo, del suo mondo culturale e del senso civico, si fanno terreno di incontro sul filo delle parole: i pedonali delle scuole, nelle mattine del 17 e 18 settembre, accolgono momenti di animazione tra libri e letture, coinvolgendo alcune classi in momenti di lettura silenziosa e ad alta voce, laboratori di scrittura, donazione e raccolta di parole.

 

Cumiana15. L’ex fabbrica Lancia, trasformata in piazza coperta aperta a tutti per accogliere attività socioculturali, di spettacolo e ludico-motorie. Grazie al Patto di co-progettazione è stata integrata nel progetto anche la neo-zona scolastica urbana chiusa al traffico. In questo spazio, restaurato e restituito alla cittadinanza in modo nuovo e inclusivo, l’evento si amplifica nel senso e nel significato, parlando alla comunità e proponendo modelli di vita legati al senso e alla bellezza che cura, esattamente come agiscono le parole.

La settimana Europea della Mobilità

 

“Un fiume di libri” si svolge, con il Patrocinio della Città di Torino, nell’ambito della Settimana europea della mobilità 2025 (16-22 settembre) che invita a vivere lo spazio urbano in modo diverso e insiste sulla mobilità sostenibile, culminando nella giornata senza auto. L’evento “Un fiume di libri” promuove un modo diverso di vivere la strada, lento e tranquillo, dando vita ad alcune “zona lettura” che fanno da specchio e richiamano la “zona 30”.

 

Il programma

 

Mercoledì 17 settembre

 

10-12 – Plesso Maritano, IC Baricco, via Marsigli 25

Laboratorio didattico “Le parole tra noi da salvare in mezzo a un fiume di libri”

Giovedì 18 ottobre

 

10-12 – Scuola dell’infanzia Bay, via Principe Tommaso 25

Laboratorio didattico “Le parole tra noi da salvare in mezzo a un fiume di libri”

 

14,30 – 24 Cumiana15, via Cumiana 14/15

 

14,30-15,30

Cibo e parole
In collaborazione con Gruppo Abele, distribuzione cibo recuperato dai mercati rionali e donazione di libri della Biblioteca Condivisa e Diffusa

 

16-18

Musica e parole

In collaborazione con l’associazione Orme – Scuola di arti sceniche e impegno civile, laboratorio 6-11 anni per scoprire la musica nelle parole.

 

20-24

Lettura condivisa e silenziosa tra tappeti e cuscini.

Intervalli musicali con Viola Scappazzoni, Gigi Giancursi, mògano, Eugenio Rodondi.

Zona “Non si vive di sola lettura”, area food e birrette con “Il pentolone di Marcello”.

Per info compagnedibanco90@gmail.com

 

https://www.instagram.com/compagnedibanco1990/

https://www.facebook.com/compagnedibanco90

www.compagnedibanco.com

Quando i “muri” tornano a rianimarsi

Sei artisti negli spazi dell’Officina ADhoc

Negli spazi dell’Officina ADhoc (via Cervino 24, sino al 14 ottobre), fondata in Barriera di Milano da Enrico Fabbri sette anni fa, luogo di lavoro e di comunicazione, studio fascinoso modernamente inteso (appunti, schizzi e fogli sparsi, tavoli che raccolgono progetti, manifesti e libri, una affettuosa e laboriosa quantità di libri sparsi, spazio per formativi scambi d’idee e riflessioni), sei artisti – sotto la guida, preziosa, di Elena Radovix – che tra fotografia, pittura, collage, incisione, installazione sovvertono e annullano la convinzione antica che i muri altro non siano che il foglio di carta bianco per perdigiorno e imbecilli. Riuniti in fantasioso quanto spericolato gruppo, sono Laura Berruto, Raffaella Brusaglino, Claudio Cravero, Bahar Heiderzade, Guido Pigni e Michele Rigoni. “Muri” è la mostra che essi compongono. Muri solidi e sostanziali, muri che sono pronti a imbrigliare ricordi, che lasciano nella memoria di ciascuno e nelle loro memorie personali una ragnatela di tracce, una ricostruzione d’identità, muri che fanno intravedere vite ed esistenze di un tempo, testimonianze di oggetti e di affetti abbandonati, oggi appannate o forse del tutto distrutte; muri che sono manifesto politico e memento bellico ma pure, con sguardo ben più ampio e quasi affannosamente legati alla parola speranza, angolo di poesia, spazi di rifugio per uomini di pace e di cultura, di nuovi amplificati ambienti, di reinvenzioni, di nuove appartenenze come di rapporti con epoche lasciate in bilico. “Ogni artista, seppur con linguaggi diversi, apre una prospettiva sul rapporto tra luoghi e persone, tra segni individuali, intimi e memorie collettive condivise”, sottolinea la curatrice. Ogni proposta, ogni intento all’insegna di quei “muri”, che umanamente, tra le grandi fragilità che tocchiamo giorno dopo giorno, tra simbologia e realismo, guardando alla realtà contemporanea, richiamano alla “chiusura e apertura, separazione e incontro, allontanamento e vicinanza”.

Tra questi “luoghi che parlano” spinge allo sguardo, in primo luogo, con prepotenza, il “Muro di Memoria” realizzato site specific per la mostra dall’artista iraniana Bahar Heidarzade, che già avevamo conosciuto e apprezzato lo scorso anno in una galleria del centro. Un’artista che ha abbandonato il proprio paese a ventisei anni, quell’Iran in cui non può esprimere la propria opinione, in cui vede cancellata ogni traccia di trucco o ogni desiderio di studiare musica, come di ballare o cantare, dove le è proibito togliere l’hijab, dove più volte è arrestata per il modo in cui lo indossa. Qui e oggi, un muro di mattoni, sul lato lungo di essi differenti scritte in lingua araba, un simbolo di collettività, tanti individui allineati, uno accanto all’altro, proprio come quei mattoni; ma pure un simbolo di separazione, il ricordo di confini invalicabili, di terre e di culture. Prevale il ricordo dell’abbandono, “questo muro è come uno scudo. Tutti i dittatori usano questo tipo di scudo per proteggersi”, ripete Bahar: e all’ombra di quel muro è ancora fisso il ricordo di quanti hanno tentato di attraversarlo.

Claudio Cravero, le radici nella grafica pubblicitaria e da sempre appassionato di fotografia, instancabile viaggiatore, presenta un gruppo di immagini che appartengono alla serie “Fantasmi”, nata nel 1996 e che ancora oggi viaggia in progress, la volontà affettuosa di “documentare i luoghi svuotati dalla presenza umana ma ancora intrisi di memoria.” L’autore va alla ricerca di tracce, del tempo perduto, forse anche lui del profumo delle mdeleines, attraverso la sospensione della luce naturale (e con quella rimanda chi guarda a certi nomi della pittura antica) grazie alla quale sembra voler esplorare, più da vicino, le crepe allineate sui muri, l’ombra di un quadro che lì è stato tante volte guardato, piccoli oggetti dimenticati e testimonianze suggerite, “archivi di vite”, muri che non sono barriere ma presenze che hanno raccolto e protetto innumerevoli vite umane. Guido Pigni “è da sempre attratto dai luoghi dismessi, di cui rimangono solo tracce.” Ancora spazi che avvolgono conflitti e memorie, simbologie, squarci urbani, giocati nelle incisioni e nelle acquetinte che diventano palcoscenici per una vita quotidiana. “È per me una metafora del deterioramento sociale di questi anni, della precarietà costante che ha sostituito le certezze e le sicurezze cui eravamo abituati, del senso di comunità che è venuto a mancare”, spiega l’artista. Un lavoro che vede inizialmente l’uso di lastre di ferro dismesse, scarti di lavorazione industriale che già abbiano in sé segni rugginosi: ma è la creazione di altre vite, ancora tracce di memoria e memorie urbane, con la nascita di esempi di devozione popolare, tra una Vergine accogliente e crocefissi e quadretti con il Cristo che stanno nella cucina di casa, oppure un solitario crocevia di un paese straniero: il diritto a preservare, “prima che il tempo o le trasformazioni della città li cancellino o li sovrascrivano.”

Uno sfondo e un primo piano sono il focus delle opere di Michele Rigoni. Dapprima, un ventaglio amplissimo di cartoline, bianconero o seppia, cartoline antiche “che hanno viaggiato”, ricevute o rintracciate qua e là, nei mercatini o in qualche cassetto, cartoline che hanno raccolto sentimenti e saluti e impressioni di viaggio; poi immagini di famiglia, chiuse negli album e riportate alla luce e indietro dal tempo. L’autore accomuna entrambe, le sovrappone, le intercala, le ricama con interventi tutti personali, stralci di memorie inserite elegantemente in strutture e in panorami dove la vita trascorsa mai aveva avuto accesso. Nuove composizioni, inserimenti che non ti aspetti: “Per me il muro è una soglia: un confine tra ciò che può svanire e ciò che potrebbe diventare.”

Da sempre chi scrive ama la pittura antica di Raffaella Brusaglino, quella di personaggi rinascimentali riportati davanti a noi, i visi e le posture di Piero che si fanno nuovi affreschi. Ama anche le opere della serie “Mappa Mundi”, ancora l’immissione delle rilucenti parti dorate e dei vari strati di pittura che nella mostra vedono gli inserimenti di memorie familiari. Gesso, sabbia, ossidazioni, pigmenti a costruire stratificazioni, la foglia oro e argento che ci ridona tutta l’antichità sino alla tradizione bizantina: stratificazione e luce che abbracciano nell’occasione frammenti dei progetti tecnici realizzati dal padre, ingegnere aeronautico. Piccoli precisi tratti, sezioni e raggiere che paiono quasi antichi fossili, macchie azzurroverdi, studi di un tempo e vitalismo di oggi, arte e tecnica preziosa in un dialogo che non è più soltanto il depositarsi sulla tela ma appropriarsi di un rapporto tra figlia e padre. Appropriata anche l’installazione “Pioniera”, scultura in alluminio con inserti di piccole piante, una figura femminile intenta a osservare, credo, quanto sia potuto nascere dopo la sparizione di un muro preesistente.

Per le fotografie di Laura Berruto, la curatrice parla di “un pellegrinaggio silenzioso tra le vie urbane” alla scoperta di immagini che vanno scomparendo, che hanno raccontato vite, hanno raccolto pensieri e impressioni, inviti all’acquisto, reclamizzazione di prodotti, i più svariati. Manifesti strappati, che secondo la lezione di Mimmo Rotella assumono un futuro e se lo rivestono, in piena autonomia: una fotografia potrà suggerire una fenditura del muro pronta a evocare la forma di un busto classico, un albero ben ramificato potrà mescolarsi alle maiuscole di una pubblicità o a quelle colorate che qualcuno ha disegnato; scritte con date e orari di qualche manifestazione ridaranno nuova vita al muso di una leonessa che ha probabilmente suggerito al pubblico una visita al vecchio circo che qualche mese fa metteva le tende nel quartiere. E il muro torna a rianimarsi.

Elio Rabbione

Nelle immagini, nell’ordine, un’opera di Claudio Cravero, la stratificazione “pubblicitaria” di Laura Berruto, “Mappa Mundi” e “Pioniera” di Raffaella Brusaglino.

“Sogno, realtà, stupore”: la stagione del teatro Corcordia di Venaria

Tra commedie , spettacoli impegnati, classici, concerti e balletti

Si intitola “Sogno, realtà, stupore” la nuova stagione 2025-2026 del teatro Concordia di Venaria, che offrirà agli spettatori, dal 21 settembre prossimo fino al 10 maggio 2026, oltre sessanta tra spettacoli e concerti. Reduce dal successo della scorsa stagione, in cui si è  parlato di ben 80 mila biglietti staccati, il teatro Concordia punta sulla muldisciplinarietà, dando vita ad un cartellone capace di emozionare, far riflettere, intrecciare  nomi di rilievo e linguaggi diversi, proponendo storie al femminile, storie letterarie, teatro civile.

Il 25 ottobre salirà sul palco Alessandro Bergonzoni con la pièce” Arrivano i Dunque” ( “Avannotti, sole blu, e la storia della giovane Saracinesca”), su testo dello stesso Bergonzoni , iĺ 21 novembre andrà in scena “Storia di un cinghiale. Qualcosa su Riccardo III”, scritto e diretto da Gabriele Calderón con Francesco Montanari, il 28 novembre “ Una stanza tutta per noi” di e con Carlotta Vagnoli. Diverse saranno le protagoniste, infatti,  di storie al femminile, tra  cui Cristiana Capotondi, che affronterà il bombardamento di Firenze del ’43, Amanda Sandrelli nel ruolo di Caterina ne “La bisbetica domata” di William Shakespeare, Maria Grazia Cucinotta sarà  “ La moglie fantasma”, mentre Annagaia Marchiaro interpreterà il ruolo di ‘Fulminata’ nel monologo scritto con Teresa Mannino.

Dopo due classici della letteratura, Amleto di Filippo Timi, e lo spettacolo liberamente ispirato alla Storia di Elsa Morante, il registro diventa più  leggero con l’esecuzione della commedia “Rumori fuori scena” di Micheal Frayn  e “ Un ponte per due” di e con Antonello Costa.
La satira e la comicità saranno affidati a Enzo Iacchetti, Federico Bassi e Giueppe Giacobazzi. Il Gran Galà di Capodanno vedrà  la partecipazione dei Lucchettino.
Non mancheranno i classici appuntamenti con la danza,  “Lo Schiaccianoci “ della International Classical Ballet of Ukraine e “Il lago dei cigni” con i danzatori del Balletto dell’Opera Nazionale di Stato rumena. Il 18 gennaio l’atteso appuntamento con la pièce “Il mare nel cassetto – la via di Franco Battiato” raccontato dalla brava giornalista di RAI Radio 2 Silvia Boschero con l’accompagnamento sonoro di Giua e Anaïs Drago. Il 6 marzo 2026 reciterà Alessio Boni in ‘Uomini si diventa. Nella mente del femminicida’.
Il programma è realizzato in collaborazione con Piemonte dal Vivo.

Mara Martellotta

Sul palco dell’entroterra Concordia salirà anche il Sunshine Gospel Choir. Vi saranno anche spettacoli rivolti alle famiglie e esempi di teatro civile come la pièce intitolata “Viaggio adAuschwitz”.

Martedì 16 settembre MITO SettembreMusica raddoppia

La giornata di martedì 16 settembre sarà molto intensa per il programma di MITO SettembreMusica con due appuntamenti,  alle 17, al teatro Vittoria,  all’interno del percorso intitolato “Berio e le avanguardie”, e alle ore 20, alle Officine Caos, con un concerto che fa parte della sezione ” Rivoluzioni – Tempi di gierra- tempi di pace”.

Il primo dei due concerti vedrà protagonisti i vincitori del Premio Internazionale Antonio Mormone, al violino  Hawijch Elders, vincitore del Premio Mormone 2025 e al pianoforte Ying Li, vincitrice del Premio Antonio Mormone 2021.
Di Fritz Kreisler verrà eseguito il Recitativo e Scherzo Capriccio op 6, di Luciano Berio la Sequenza VIII per violino, di Fritz Kreisler Liebersfreud, trascrizione per pianoforte di Sergej Rachmaninov, di Luciano Berio la Sequenza IV per pianoforte e di Franz Schubert la Sonata in la maggiore op. 162 D 574 “ Gran Duo”.
Il secondo Concerto, serale, avrà inizio alle 20 alle Officine Caos e prevede l’esecuzione di “Without Blood There Is No Cause”, The Body of Julius Eastman.
Regia e spazio scenico sono di Fabio Cherstich, la drammaturgia musicale di Oscar Pizzo, il video di Vincenzo Sileo.
Al gruppo Vocale Sei Ottavi si aggiunge il Quincy Blue Choir di Ivrea, diretto da Lorenzo Vacca, con Afra Kane al pianoforte,  Caroline Parmantier, Moustapa  Dembélé e Noah Weber al pianoforte.

Musica, video e parole servono per presentare la figura poliedrica di Julius Eastman (1940-1990). La serata è strutturata come un Oratorio laico  e celebra la personalità del musicista, cantante e compositore afroamericano, il cui contributo alla musica d’avanguardia viene esplorato in un programma biografico. Partendo da Turtle Dream di Meredith Monk, prima opera in cui Eastman partecipò come vocalist, viene presentato un collage di composizioni e immagini  che esplorano i temi cari all’autore, la condizione delle minoranze nere e queer nell’America conservatrice, il canto popolare afroamericano come risposta alla musica colta bianca, l’improvvisazione come strumento di liberazione e catarsi.

Mara Martellotta