CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 62

“Navigando l’ignoto”, la nuova mostra di Ciro Palumbo alla Promotrice delle Belle Arti

 

Torino, dal 7 al 30 giugno 2024

 

“Navigando l’ignoto”, la nuova mostra di Ciro Palumbocurata da Archeion Archivio Ciro Palumbo e promossa da TAIT Gallery, di cui vi è stata oggi venerdì 7 giugnol’inaugurazione presso la Promotrice delle Belle Arti di Torino in viale Crivelli 11, e che sarà visitabile fino al 30 del corrente mese, è un’esposizione di centotrenta opere che raccontano, divise per sezioni, gli anni di pittura e di trasformazione di Palumbo. Le opere non sono disposte cronologicamente, ma vanno a creare un percorso finalizzato a suscitare nel visitatore emozioni e suggestioni intense.

“Navigando l’ignoto” arriva dopo l’uscita del Catalogo Ragionato presentato nel mese di maggio presso il Museo Nazionale del Cinema – Mole Antonelliana che testimonia l’apice della poetica del pittore. L’artista, presente all’odierna inaugurazione, è tornato a Torino, città dove vive, dopo anni trascorsi ad esporre su territorio nazionale ed internazionale. All’interno dell’area di esposizione è possibile godere di piccoli salottini di riflessione e avere modo di sfogliare il catalogo, curato da Alessandra Redaelli, che ha affrontato l’intero “Viaggio del Poeta Visionario”.

La mostra nasce dalla necessità di guardarsi in prospettiva e di fare il punto della situazione. Il suo mondo onirico, metafisico, surrealista; le sue esplorazioni nei meandri della mente e dell’inconscio trovano qui la sintesi di un cammino lungo, variegato, istintivo, fatto con il cuore, la pancia e il cervello in egual misura, lasciandosi trasportare dalle emozioni. Intenso, coerente e selvaggio, il percorso di Ciro Palumbo è diretto verso una meta precisa: scavare nel profondo dell’anima e dell’inconscio umano.

All’inizio è la tavola uno degli elementi rappresentati, qui simbolo della monumentalità della Cultura racchiusa nei libri, da sempre fedeli compagni di viaggio nella vita e nell’opera di Palumbo.

Si prosegue con le prospettive urbane intrise di mistero e rigore. Le sue piazze in fuga, le case collocate a imbuto di fronte a un mare privo di nomenclatura, le finestre allineate sotto cieli attraversati da nuvole, gli usci (se aperti o chiusi non è dato sapere). La Natura Morta, il Paesaggio e la Figura in ordine sparso caratterizzano i fondali su cui vengono mappate le storie e i tanti episodi di questo originale e irriverente artista. Una prospettiva, la sua, nutrita di disciplinata geometria, eppure rivolta a un “altrove” di cui non si ha esperienza.

Il sogno e il mito sono i temi principali dell’ultimo periodo. Da sempre appassionato e studioso dei racconti epici, Ciro Palumbo colloca i colori più amati, le barche e i libri di cui si sono consumate le pagine all’interno di un corpus intellettuale che si può definire come “sogno idealizzato”, in cui avviene una ricerca della perfezione mai banale. Ulisse, Prometeo e Ermes sono tra quei personaggi riconducibili al mito presenti nei suoi cicli pittorici, simboli del mare, della libertà e della terra perduta, della ribellione all’autorità e alle imposizioni.

Le aree espositive sono suddivise su queste tematiche: dalla metafisica al surrealismo classico, dal mito al viaggio, dal sogno all’infinito, dalle isole ai Mulini di Dio, dagli animali alle mille lune. Tra i noti personaggi non ancora citati ci sono Dante e Don Chisciotte, oltre agli immancabili libri e alle fantastiche barche che puntano in direzione del cielo, verso un viaggio ignoto e onirico.

Mercoledì 19 giugno, alle ore 18:00, presso la Promotrice delle Belle Arti di Torino, si terrà una Lectio Magistralis sul percorso artistico di Ciro Palumbo a cura della Dott.ssa Anna Caterina Bellati, a partire dal saggio scritto per il Catalogo Ragionato.

La mostra è stata progettata da Matteo Scavetta con i testi critici di Alessandra Redaelli, realizzata anche grazie al supporto di TAIT GROUP, Fondazione ITS Academy per la Mobilità Sostenibile Aerospazio/Meccatronica Piemonte, SpaceVerse, Extralever, Falpa Cornici, Techne Art Service, Agata Home Design, Nicoletti Home, Arazzeria Scassa e Couvage.

Infine, un progetto speciale è stato pensato per la mostra, a cura di Fondazione ITS Academy per la Mobilità Sostenibile Aerospazio/Meccatronica Piemonte, eccellenza a livello nazionale nell’ambito della formazione terziaria. Nell’ambito del Progetto ITS4.0, promosso dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, in collaborazione con l’Università Foscari di Venezia, gli studenti e le studentesse del primo anno del corso “Sistemi Integrati e Testing per lo ‘Spazio’” hanno sviluppato il progetto “AI motional Art – il Viaggio di Spacey, in cui un ologramma “lunare” interagirà con i visitatori della mostra chiedendo loro di rispondere ad alcune domande situazionali legate a sensazioni provate durante un’esperienza immersiva provata poco prima di incontrare Spacey.

Lo scopo del progetto è quello di comprendere appieno il potenziale di Spacey come supporto anche emotivo a tutti quegli astronauti coinvolti in missioni di lunga durata nello spazio porofondo.

 

Gian Giacomo Della Porta

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Oggi al cinema. Le trame dei film nelle sale di Torino

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A cura di Elio Rabbione

L’arte della gioia – Parte 1 – Drammatico. Regia di Valeria Golino, con Tecla Insolia, Jasmine Trinca, Valeria Bruni Tedeschi e Guido Caprino. Dal Romanzo di Goliarda Sapienza. Nella campagna attorno a Catania, ai primi del Novecento. Modesta, a seguito della morte del padre (che di lei aveva abusato), viene accolta in un convento dove ha modo di approfondire la propria istruzione, sotto la protezione della Badessa. Alla morte di costei, Modesta si trasferisce nella nuova e aristocratica famiglia a cui la sua educatrice l’ha guidata, dove si mette al completo servizio della principessa madre e dove s’insinua in maniera amorosa e di seduzione e di spericolato piacere tra gli altri componenti della famiglia. Durata 90 minuti. (Due Giardini sala Nirvana e Ombrerosse, Fratelli Marx sala Harpo e Groucho, Nazionale sala 3)

Il caso Goldman – Drammatico. Regia di Cédric Kahn, con Arieh Worthalter e Arturo Harari. La storia vera del secondo progetto a cui fu soggetto Pierre Goldman, militante della sinistra estrema francese nel 1975. Accusato di reali multipli, Goldman ammette tutti i capi d’accusa con la veemente eccezione di quelli per omicidio (durante una rapina all’interno di una farmacia erano state uccise due persone), per i quali non soltanto si proclama innocente ma si scaglia polemicamente contro tutto e tutti nell’aula di tribunale, rifiutando qualunque caratterizzazione moralistica della sua difficile vita. Durata 115 minuti. (Greenwich Village sala 2)

Cattiverie a domicilio – Commedia. Regia di Thea Sharrock, con Olivia Colman, Jessie Buckley e Timothy Spall. 1922. Una cittadina affacciata sulla costa meridionale dell’Inghilterra è teatro di un farsesco e a tratti sinistro scandalo. Basato su una bizzarra storia realmente accaduta, il film segue le vicende di due vicine di casa: Edith, originaria del posto e profondamente conservatrice, e Rose, turbolenta immigrata irlandese. Quando Edith e altri suoi concittadini iniziano a ricevere lettere oscene piene di scabrosità, i sospetti ricadono immediatamente su Rose. Le lettere anonime scatenano una protesta a livello nazionale che scaturisce in un processo. Saranno le donne – guidate dalla poliziotta Gladys – a indagare sul crimine, sospettando che le cose potrebbero non essere come sembrano. Durata 90 minuti. (Eliseo)

C’era una volta in Bhutan – Commedia drammatica. Regia di Pawo Choyning Dorji. Un americano si reca in Bhutan alla ricerca di un prezioso fucile antico e incrocia un giovane monaco che vaga tra le serene montagne, istruito dal suo maestro a rimettere le cose a posto. Durata 107 minuti. (Nazionale sala 1)

Challengers – Drammatico. Regia di Luca Guadagnino, con Zendaya, Josh O’Connor e Mike Faist. Il film che avrebbe dovuto inaugurare l’ultima Mostra di Venezia. Con la sceneggiatura dell’esordiente Justin Kuritzkes – che sarà pure lo sceneggiatore del prossimo film di Guadagnino, “Queer”, dal romanzo di William Borroughs, interprete Daniel Craig -, è la storia di Tashi, ex tennista prodigio, che ritiratasi dalle gare prende ad allenare il marito Art, il quale si ritroverà a gareggiare in un concorso con l’ex fiamma della moglie, Patrick, nonché suo vecchio e migliore amico. Quando il gioco diventa metafora del potere e della vita, quando attraverso il ritmo delle gare e lo specchio che si viene a creare tra passato e presente, accade la rappresentazione di un rapporto a tre. Durata 132 minuti. (Reposi sala 5, Uci Lingotto)

Confidenza – Drammatico. Regia di Daniele Luchetti, con Elio Germano, Federica Rosellini, Vittoria Puccini, Pilar Fogliati e Isabella Ferrari. Pietro vive con Teresa un amore tempestoso. Dopo l’ennesimo litigio, a lei viene un’idea: raccontami qualcosa che non hai mai detto a nessuno – gli propone -, raccontami la cosa di cui ti vergogni di più, e io farò altrettanto. Così rimarremo uniti per sempre. Si lasceranno, naturalmente, poso dopo. Ma una relazione finita è spesso la miccia per quella successiva, soprattutto per chi ha bisogno di conferme. Così, quando Pietro incontra Nadia, s’innamora all’istante della sua ritrosia, della sua morbidezza dopo tanti spigoli. Pochi giorni prima delle nozze, però, Teresa magicamente ricompare. E con lei l’ombra di quello che si sono confessati a vicenda, quasi un avvertimento, “attento a te!”. Da quel momento in poi la confidenza che si sono scambiati lo seguirà minacciosa: la buona volontà poggia sulla cattiva coscienza, e Pietro non potrà mai più dimenticarlo. Anche perché Teresa si riaffaccia sempre, puntualmente, davanti a ogni bivio esistenziale. E è lui che continua a cercarla? Durata 136 minuti. (Eliseo)

Il coraggio di Blanche – Drammatico. Regia di Valérie Donzelli, con Virginie Efira e Melvil Poupaud. Blanche Renard vive a un passo dal mare dove attende l’amore, che arriva e ha lo charme di Grégoire Lamoureux, un perfetto sconosciuto che sembra avere tutto quello che cerca. Cresciuta tra una madre affettuosa e una sorella gemella più intraprendente, Blanche sposa Grégoire e la lascia la famiglia per la sua niova casa. Lontana dalla Bretagna e dagli affetti più cari, la sua idea romantica dell’amore si scontra presto con la realtà e un uomo possessivo, che mente e tesse una rete di menzogne e ricatti. Tra cucina e soggiorno, ufficio e camera da letto, la tragedia domestica si consuma. Vessata dal marito, manipolatore nocivo e inquisitore feroce, Blanche precipita in una disperazione profonda. Non resta che decidere se restare o partire, tacere o denunciare. Durata 109 minuti. (Classico)

I dannati – Drammatico. Regia di Roberto Minervini, con René W. Salomon, Cuyler Ballanger e Timothy Carlson. Presentato in concorso nella sezione Un certain regard al 77mo festival di Cannes, il film, ambientato nel 1862, narra l’avventura tragica di un gruppo di volontari nordisti inviati a presidiare i territori dell’Ovest non ancora esplorati. Con continui rimandi storici e politici all’attualità che circonda noi a distanza di centosessant’anni, c’è la guerra e il nemico in agguato, a tratti invisibile, ci sono i ragazzi che ripensano alla casa e alla famiglia, che giocano a carte o esprimono pensieri religiosi, che guardano a una guerra civile che sta distruggendo il loro paese, che montano le tende e la guardia. E poi il tempo dell’attesa: un tempo sospeso, tra Buzzati e Malick. A leggere le cronache dalla Croisette, accoglienza con grande disaccordo, chi glorifica e chi butta nella polvere. Il film è oggi sui nostri schermi, non resta che verificare. Durata 89 minuti. (Nazionale sala 4)

Eillen – Drammatico. Regia di William Oldroyd, con Thomasin McKenzie e Anne Hathaway. Nella Boston degli anni Sessanta, Eillen lavora in qualità di segretaria in un riformatorio minorile mentre si prende cura del padre alcolista. All’arrivo di Rebecca, la nuova psicologa, le cose sembrano cambiare. La donna esercita un grande fascino su Eillen, tra le due si va approfondendo una grande amicizia: che però viene ad assumere dei contorni strani allorché Rebecca mette Eillen a conoscenza di un suo segreto. Durata 97 minuti. (Massimo)

 


El Paraìso –
Drammatico. Regia di Enrico Maria Artale, con Edoardo Pesce e Margarita Rosa De Francisco. Julio Cesar, pressoché quarantenne, vive con la madre in una casa alla foce del Tevere. Entrambi lavorano con uno spacciatore e amano andare a ballare insieme nei locali che fanno musica latinoamericana. Le tensioni che già si avvertono tra loro esplodono quando dalla Colombia giunge Ines, giovanissima, ingaggiata come corriere della droga. La madre inizia a mostrarsi estremamente gelosa. Durata 106 minuti. (Centrale, Due Giardini sala Nirvana)

Furiosa – A Mad Max Saga – Azione, Fantascienza. Regia di George Miller, con Anya Taylor-Joy e Chris Hemsworth. C’è una bambina con i capelli rossi nel giardino dell’Eden, una terra verde da qualche parte nel deserto australiano dove la gente vive in pace e coglie le mele senza peccato. Ma l’irruzione di barbari mascherati strappa la bambina a sua madre e al suo paradiso per andare incontro a un destino di dominazione, non senza lottare. Perché Little D, così la battezza il sanguinario Dementus, non si arrende e si fa spazio in un mondo di uomini, crescendo in mezzo a loro ma diversa da loro. LO sguardo all’orizzonte e un chiodo fisso nella testa. Il piano è venticare la morte della madre e ritornare a casa. Dementus non sente ragione e le mette di nuovo il bastone tra le ruote. Ceduta per una manciata di benzina e un misero privilegio all’Immortan Joe, sovrano mostruoso della Cittadella, Furiosa farà fruttare l’esilio sviluppando competenza e bellezza, la bellezza dei giusti. Durata 148 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 2, Reposi sala 3, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)


Hotspot –
Commedia. Regia di Giulio Manfredonia, con Francesco Arca e Denise Tantucci. la giovane Tina sta attendendo di imbarcarsi per Londra, all’improvviso si rende conto di doversi iscrivere a una audizione al San Carlo di Napoli, ha soltanto 20 minuti di tempo. Un’occasione che si potrà rivelare un’eccellente occasione, lei sogna da sempre il mondo della danza, adesso è sufficiente inviare una mail ma il cellulare di Tina non ha carica. Incrocia Pietro ed è dal suo cellulare che invierà la mail. Dopo un po’ di tempo, nota che il suo cellulare è nuovamente collegato all’hotspot di Pietro: è chiaro che c’è qualche strano segno del destino in quella prima sua richiesta… Durata 105 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi sala 3, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Il gusto delle cose – Drammatico. Regia di Tran Anh Hung, con Juliette Binoche e Benoît Magimel. 1885. L’impeccabile cuoca Eugénie lavora da oltre vent’anni per il famoso gastronomo Dodin. Il loro sodalizio dà vita a piatti, uno più delizioso dell’altro, che stupiscono anche gli chef più illustri del mondo. Con il passare del tempo, la pratica della cultura gastronomica e l’ammirazione reciproca si sono trasformate in una relazione sentimentale. Eugénie è però affezionata alla propria libertà e non ha mai voluto sposare Dodin. Così lui decide di fare qualcosa che non ha mai fatto prima: cucinerà per lei. Durata 136 minuti. (Eliseo, Romano sala 2)

Kinds of Kindness – Drammatico. Regia di Yorgos Lanthimos, con Emma Stone, Jesse Plemons, Willem Defoe e Margaret Qualley. Tre episodi, legati tra loro dal cast (con differenti personaggi) e dasituazioni differenti. Nel primo episodio un impiegato viene incaricato dal suo capo di uccidere un uomo: fallisce nel tentativo ed è costretto ad adottare stratagemmi sempre più assurdi per riparare il danno. Nel secondo un poliziotto è convinto che la moglie, scomparsa per mesi e poi ritornata dopo un (preteso) viaggio, sia stata sostituita da un sosia. Nel terzo, due adepti di una setta sono alla ricerca di una donna che ha il potere di restituire la vita ai morti. Presentato in concorso a Cannes, Palmarès come migliore attore protagonista a Jesse Plemons. Durata 165 minuti. (Massaua, Eliseo Grande, Greenwich Village sala 1, Ideal, Lux sala 2, Nazionale sala 2 anche V.O., The Space TorinoUci Lingotto anche V.O., The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Marcello mio – Commedia. Regia di Christophe Honoré, con Chiara Mastroianni, Catherine Deneuve, Fabrice Luchini, Nicole Garcia, Benjamin Biolay e Melvil Poupaud. La sceneggiatura è incentrata sulla figlia del grande Marcello, circondata dalla madre e dagli uomini e dagli amici della sua vita, una vita dove la figura di un padre ha avuto e continua ad avere un peso predominante. Chiara se ne vuole impossessare, non soltanto attraverso il camuffamento degli abiti, non soltanto attraverso i ricordi cinematografici ma anche attraverso il nuovo nome che adotta (“chiamami Marcello”), i gesti, il modo di comportarsi, il trucco del viso che a poco a poco diviene pressoché eguale a quello del grande attore scomparso. Tutti intorno a lei pensano che si tratti di uno scherzo temporaneo, ma Chiara è decisa a non rinunciare alla sua nuova identità. Presentato in concorso a Cannes. Versione originale. Durata 120 minuti. (Eliseo,Nazionale sala 4)

Roma Blues – Commedia. Regia di Gianluca Manzetti, con Francesco Gheghi, Mino Caprio e Fabrizio Ciavoni. In una Roma torrida inondata da rifiuti e monopattini elettrici, Al è un sognatore seriale che sa di essere destinato a qualcosa di importante. Quando assiste impotente allo sgretolamento del suo più grande sogno, sfondare con la sua band, il destino gli indica una seconda strada. Con la conoscenza dei noir dalla sua, Al si convince di poter risolvere il caso da solo. Una dating app gli fa incontrare Betty, una giovane filippina che ama l’avventura. Entrambi in cerca di un posto nel mondo, si addentrano in un mistero che presto si rivelerà oltre la loro portata. Durata 90 minuti. (Romano sala 3)

The Fall Guy – Commedia. Regia di David Leitch, con Ryan Gosling. Emily Blunt e Aaron Taylor-Johnson. Leitch è un ex stunt e ci parla di un mondo che ha conosciuto benissimo. Ispirato alla seie TV degli anni Ottanta “Professione pericolo”, “The fall guy” narra le avventure dello stunt Colt Seavers costretto a ritirarsi dal mondo del cinema per un grave infortunio capitatogli nel girare una scena. Lascia il cinema e la ragazza di cui è innamorato, Jody, un’assistente alla regia. Ma dopo alcuni mesi viene contattato dall’agente dell’attore Tom Ryder, di cui lui è sempre stato la controfigura, che lo rivuole con sé come Jody, passata alla regia con la sua opera prima “Metalstorm” avrebbe ancora il desiderio di averlo al suo fianco. Nulla di vero: la ex innamorata non ne sa nulla e il divo del nuovo film, incappato in un gruppo di delinquenti, è letteralmente sparito. Spetterà a Colt correre a salvarlo tra mille insidie, con la capacità di Gosling di non prendersi troppo sul serio, anzi spremendo risate a favore di un pubblico che lo vedrà di nuovo in pace con la sua ragazza Jody. Durata 126 minuti. (Uci Lingotto, Uci Moncalieri)

The Penitent – Drammatico. Regia di Luca Barbareschi (con sceneggiatura di David Mamet), con Luca Barbareschi e Catherine McCormack. Uno psichiatra veda deragliare la propria carriera e la sua vita privata dopo essersi rifiutato di testimoniare a favore di un ex paziente violento e instabile che ha causato la morte di diverse persone. L’appartenenza alla comunità LGBT del giovane paziente, il credo ebreo del dottore, la fame di notizie della stampa e il giudsizio severo della legge, aggravati da un errore di stampa dell’editor di un giornale, sembrano essere gli elementi che fanno scatenare una reazione a catena esplosiva. Durata 120 minuti. (Romano sala 1 anche V.O.)

Vangelo secondo Maria – Drammatico. Regia di Paolo Zucca, con Benedetta Porcaroli e Alessandro Gassmann. Tratto dal romanzo di Barbara Alberti. Sogna l’Egitto Maria e la grande biblioteca d’Alessandria, sogna di andarsene lontano verso freschi giardini dove i frutti si possono mangiare ma il mondo intero la vuole maritare, scambiandola con pecore e miseria. Selvaggia e ribelle, Maria rifiuta un ricco pretendente e poi è promessa a Giuseppe, un “vecchio gigante” che la rispetta e di cui diventa l’allieva prediletta, perché questa giovane donna vuole conoscere la lingua greca e la meridiana. Almeno fino a quando un angelo appare, batte le ali e l’annuncia madre del figlio di Dio. Durata 105 minuti. (Romano sala 3)

Prosegue “Montaud Festival – Una collina di eventi”

FESTIVAL MUSICALE, CON BIRRA ARTIGIANALE E STREET FOOD

CONCERTI DALLE ORE 21

A GIUGNO: STEFANO CASETTA, SPELL OF DUCKS, MARIO POLETTI TRIO, ELEVEN BAND E FLAVIO BOLTRO CON FABIO GIACHINO

Prosegue “Montaud Festival – Una collina di eventi”: una rassegna musicale che nasce dalla collaborazione tra due realtà punto di riferimento nel chierese per gli eventi, il buon cibo e il buon bere: La Nave dei Folli, e il birrificio Grado Plato. Durante l’evento sarà possibile infatti apprezzare lo street food del rinomato food-truck “Rustycone” e degustare le numerose (e pluripremiate) birre del birrificio. Tutti i concerti saranno ad ingresso gratuito. 

Proprio nella sede dello storico birrificio piemontese Grado Plato, a Montaldo Torinese (Via Bardassano,8), si avvicenderanno sul palco gruppi di diversi generi musicali: dal rock, al jazz, passando per il blues, l’indie, il jazz e la musica cantautoriale. I concerti iniziano alle ore 21. 

Venerdì 7 giugno ci sarà la “Notte dei cantautori”, uno straordinario progetto musicale che mette sul palco alcuni successi dei cantautori italiani, seguito, sabato 8 giugno dai Liltone Brothers e i Valentine base. Il duo acustico Liltone Brothers, composto da Stefano Fenoglio (voce/chitarra) e Lorenzo Finelli (voce/chitarra solista), propone musica internazionale e italiana, per condurre gli ascoltatori attraverso un’autentica unplugged experience. I Valentine Base (recupero del concerto per pioggia) si esibiranno in una carrellata di cover dei classici del rock. 

Domenica 9 giugno sul palco i Son Machito. Il loro viaggio parte dalle radici: danzón, son mambo, cha cha cha e naturalmente salsa, ricordando gli artisti che rappresentano oppure hanno rappresentato la musica latino americana nel mondo. 

Giovedì 13 si esibiscono gli Ultimo Trenoche propongono cover dei classici del rock, mentre venerdì 14 giugnoStefano Casetta seguito dai Spell of Ducks.

Stefano Casetta è un cantautore e musicista classe ’01 della provincia di Torino. Si avvicina alla musica, e in particolare alla chitarra e al canto, da autodidatta, per proseguire poi la sua ricerca e i suoi studi presso l’Accademia Lizard di Torino. Ad oggi si è esibito ovunque sul territorio torinese (aprendo, tra le altre cose, il concerto de IlTre e dei Santi Francesi sul palco di Ritmika) preparando se stesso e il suo pubblico all’uscita del primo inedito. Tra pop, folk, rap, R&B e fingerstyle music, Stefano si muove come l’underdog della città, in una continua gavetta e puntando sempre più in alto.I l suo stile subito riconoscibile è frutto della sua indissolubile simbiosi con la chitarra e della mano esperta dei suoi produttori: Tony de Gruttola e Daniel Bestonzo.

Il live degli Spell of Ducks fa parte del tour di presentazione del loro nuovo album “L’autostrada dei fiori” uscito ad aprile 2024. Band indie-folk di Torino oggi composta da 6 elementi: voce, chitarra, banjo/tastiere, basso, batteria, violino.

Nel 2017 diventano “Artisti Del Mese” di MTV Italia e partecipano ad Italia’s Got Talent con l’approvazione di tutti i giudici. L’anno successivo salgono sul palco di Zelig a Milano e del Teatro Ariston a Sanremo, in occasione delle finali di Openstage e di Fiat Music.

Il 2020 è l’anno di “Ci vediamo a casa”, il loro nuovo disco in italiano e nel frattempo “Sailor Man” diventa la colonna sonora di un cortometraggio che li porta alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.

Inoltre, altre 5 canzoni del loro repertorio entrano nella soundtrack di “Per tutta la vita”, film di Paolo Costella, uscito al cinema in tutta Italia.

Nel 2022: esce la trilogia “Facciamonotte” e a fine 2023 cominciano le registrazioni del nuovo disco “L’autostrada dei fiori”, in uscita ad Aprile 2024.


Giovedì 27venerdì 28 sabato 29 giugno è il momento del “Montaud Jazz Festival”: Nella prima serata si esibirà il Mario Poletti Trio, mentre il 28 tocca all’Orchestra Eleven’s Band. Chiude, sabato 29, Flavio Boltro con Fabio Giachino.

Mario Poletti Trio. Progetto del mandolinista Mario Poletti che, elaborando le esperienze maturate con alcune delle migliori formazioni della scena folk rock italiana, Lou Dalfin, Teres Aoutes String band, e contaminandole con i linguaggi della musica afroamericana, blues, funky, jazz, latin, propone un repertorio di brani originali e non che, con il contributo dello strumento nostrano per eccellenza, il mandolino, sono caratterizzati dalla ricerca di un suono popolare e italiano dove confluiscono passato e presente e tradizione e modernità. 

Formazione

Mario Poletti – mandolino

Marco Piovano – basso elettrico 

Daniele Bianciotto – batteria

Eleven’s Band. Un gruppo di amici, insegnanti e allievi di musica che grazie agli ambienti della Filarmonica Chierese, con esperienze musicali eterogenee hanno deciso di dar vita ad un nuovo progetto musicale. Una big band composta da 11 elementi che spazierà dallo swing al pop ed altri svariati generi, con un sound che “strizza l’occhio” alle migliori Big Band Americane.

Flavio Boltro con Fabio Giachino. Un incontro straordinario caratterizzato da una carica espressiva dialtissimo livello alternata a momenti di profonda intensità artistica in un repertorio che si muove liberamente tra composizioni originali e standard jazz.

Flavio Boltro tromba di riferimento del jazz italiano insieme a Fabio Giachino, tra i più virtuosi giovani pianisti italiani, danno vita a “Things to say”, il nuovo lavoro discografico prodotto da Cam Jazz che uscirà nel 2021.

I due artisti hanno condiviso insieme numerose esperienze musicali giungendo ad una intimità artistica che trova la sua massima espressività in questo lavoro in cui le cose da dire sono molte, ma sono soprattutto intense ed uniche.

Oltre alle illustri collaborazioni internazionali tra cui spiccano i nomi di Michel Petrucciani, Freddie Hubbard, Marcus Miller, Cedar Walton, Danilo Rea, Gino Paoli e molti altri, Flavio Boltro è stato citato da Winton Marsalis sul “Down Beat” tra i dieci trombettisti migliori al mondo.

Fabio Giachino è tra le figure più interessanti della nuova generazione di pianisti, si è aggiudicato numerosi premi internazionali (tra cui Premio M.Urbani 211, C.Bettinardi 2011) e ha collaborato con artisti del calibro di Randy Brecker, Dave Liebman, Gavino Murgia, Javier Girotto.

Informazioni al numero: 333 621 08 14

Resume programma di giugno:

giugno – Notte dei cantautori (Miotello e co)
giugno – Liltone Brothers + Valentine base
giugno – Son Machito
13 giugno – Ultimo treno
14 giugno – Stefano Casetta (opening gratis) + Spell of Ducks


27-28-29 Jazz Festival:

27 giugno – Mario Poletti Trio
28 giugno – Orchestra Eleven’s Band 
29 giugno – Flavio Boltro e Fabio Giachino 

BIOGRAFIE

La Notte dei Cantautori è uno straordinario progetto musicale che mette sul palco alcuni successi dei cantautori italiani, le canzoni che tutti amiamo e conosciamo a memoria. Brani che ci hanno fatto innamorare, gioire, piangere, commuovere, che ci hanno unito ai nostri amici attorno ad una tavola o ad un falò in spiaggia.

La musica d’autore italiana moderna, che nasce con Domenico Modugno, e che trova nei cambiamenti sociali degli anni 70 il suo trampolino di lancio per arrivare fino ad oggi, ha introdotto temi e testi di indubbio valore simbolico, emotivo e letterario. Una rivoluzione che è passata dall’arte, dalla musica e dalle parole di autori che avevano l’esigenza di raccontare le loro storie, regalando all’Italia un patrimonio collettivo importantissimo.

Costruire uno spettacolo su questo tesoro è stato il vero scoglio della band, proprio perché il dilemma è “chi non mettere in scaletta, che brani non suonare”; la scelta quindi, assolutamente soggettiva, è stata quella di cercare di fare una “fotografia sonora” del nostro Paese. Un repertorio suonato con passione ed energia, con brani arrangiati in maniera originale senza tuttavia stravolgere le intenzioni degli autori. Uno spettacolo condito da racconti a aneddoti per imparare a conoscere meglio le personalità degli artisti, di alcune loro caratteristiche e peculiarità.

La grandissima esperienza dei componenti della band garantisce uno spettacolo di qualità, in grado di coinvolgere il pubblico fino a farlo diventare il vero protagonista della serata, con i suoi cori, le parole e le emozioni che si riversano sul palco.

La band è composta da: Marco D’Angeli (voce), Francesco Lannocca (tastiere e cori), Maurizio Miotello (chitarre e cori) Antonio Filigno (basso), Angelo Cannarozzo (batteria).

Son Machito

Il nostro viaggio parte dalle radici : danzón, son mambo, cha cha cha e naturalmente salsa, ricordando gli artisti che rappresentano oppure hanno rappresentato la musica latino americana nel mondo.

Un vero e proprio fenomeno culturale del Caribe, il cui popolo dal temperamento fiero e tenace è sempre pronto a contrapporre ad ogni avversità la musica, la danza e l’allegria.

Marzia Savoiardo – voce solista

Max Brizio – voce, synth e piano

Totò Giunta – voce e basso

Mario Bracco – congas

Maurizio Plancher – timbales

Spell of Ducks 

Band indie-folk di Torino oggi composta da 6 elementi: voce, chitarra, banjo/tastiere, basso, batteria, violino.

Nel 2017 diventano “Artisti Del Mese” di MTV Italia e partecipano ad Italia’s Got Talent con l’approvazione di tutti i giudici. L’anno successivo salgono sul palco di Zelig a Milano e del Teatro Ariston a Sanremo, in occasione delle finali di Openstage e di Fiat Music.

Il 2020 è l’anno di “Ci vediamo a casa”, il loro nuovo disco in italiano e nel frattempo “Sailor Man” diventa la colonna sonora di un cortometraggio che li porta alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.

Inoltre, altre 5 canzoni del loro repertorio entrano nella soundtrack di “Per tutta la vita”, film di Paolo Costella, uscito al cinema in tutta Italia.

Nel 2022: esce la trilogia “Facciamonotte” e a fine 2023 cominciano le registrazioni del nuovo disco “L’autostrada dei fiori”, in uscita ad Aprile 2024.

Flavio Boltro con Fabio Giachino. Un incontro straordinario caratterizzato da una carica espressiva di altissimo livello alternata a momenti di profonda intensità artistica in un repertorio che si muove liberamente tra composizioni originali e standard jazz.

Flavio Boltro tromba di riferimento del jazz italiano insieme a Fabio Giachino, tra i più virtuosi giovani pianisti italiani, danno vita a “Things to say”, il nuovo lavoro discografico prodotto da Cam Jazz che uscirà nel 2021.

I due artisti hanno condiviso insieme numerose esperienze musicali giungendo ad una intimità artistica che trova la sua massima espressività in questo lavoro in cui le cose da dire sono molte, ma sono soprattutto intense ed uniche.

Oltre alle illustri collaborazioni internazionali tra cui spiccano i nomi di Michel Petrucciani, Freddie Hubbard, Marcus Miller, Cedar Walton, Danilo Rea, Gino Paoli e molti altri, Flavio Boltro è stato citato da Winton Marsalis sul “Down Beat” tra i dieci trombettisti migliori al mondo.

Fabio Giachino è tra le figure più interessanti della nuova generazione di pianisti, si è aggiudicato numerosi premi internazionali (tra cui Premio M.Urbani 211, C.Bettinardi 2011) e ha collaborato con artisti del calibro di Randy Brecker, Dave Liebman, Gavino Murgia, Javier Girotto.

Eleven’s Band. Un gruppo di amici, insegnanti e allievi di musica che grazie agli ambienti della Filarmonica Chierese, con esperienze musicali eterogenee hanno deciso di dar vita ad un nuovo progetto musicale. Una big band composta da 11 elementi che spazierà dallo swing al pop ed altri svariati generi, con un sound che “strizza l’occhio” alle migliori Big Band Americane

Gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

VENERDI 7 GIUGNO

Venerdì 7 giugno ore 18

PERDIZIONE – prima nazionale

MAO – performance nell’ambito del festival Interplay

Una performance site specific di e con Stefania Tansini adattata appositamente per il MAO Museo d’Arte Orientale di Torino, realizzata per la prima volta in forma di studio per gli spazi della Fondazione 1563 nel Palazzo Einaudi.

Il corpo si pone come elemento di passaggio in ascolto verso quello che offre l’attimo, il luogo, il suono. Sfugge e lascia una traccia. Un abbandono alla contingenza e al piacere del movimento. Un cambiamento di forme e dinamiche a partire dalla sensibilità della presenza in una costante ricerca di autenticità. La coreografia si sviluppa in parallelo all’andamento sonoro e accoglie le caratteristiche del luogo. Apre possibilità di esistenza inaspettate a partire dall’attenzione minimale del gesto. Corpo e suono sono attivatori di accadimenti effimeri: stanno, agiscono, rimangono, abbandonano.

Ingresso €10.  I biglietti sono disponibili in prevendita su Ticketone e in biglietteria il giorno dell’evento.

STEFANIA TANSINI. Danzatrice e coreografa, è diplomata all’Accademia Paolo Grassi. Ha lavorato per Romeo Castellucci, Cindy Van Acker, Simona Bertozzi, Luca Veggetti, Enzo Cosimi, Ariella Vidach, Motus. Ha intrapreso un percorso di ricerca sul corpo che porta avanti attraverso progetti coreografici e performativi. È vincitrice del premio UBU 2022 nella categoria “miglior performer under 35” ed è artista associata alla Fondazione Teatro Grande di Brescia. I lavori di Stefania Tansini sono stati presentati in numerosi festival, tra cui Romaeuropa Festival, Festival FOG di Milano, Festival di Sant’Arcangelo, Festival Gender Bender di Bologna, Festival La democrazia del corpo di Firenze, Festival Interplay. Stefania è stata vincitrice nel 2023 del Bando Air per L’ombelico dei limbi, nel 2022 Premio UBU miglior attrice/performer under 35 e nel 2021 Premio rete e critica per La grazia del terribile, per citarne alcuni.

SABATO 8 GIUGNO

 

Sabato 8 e domenica 9 giugno ore 10 – 17

LE ROSE

Palazzo Madama – workshop di acquerello botanico con Angela Petrini

Osserveremo la grande varietà di rose presenti nel giardino di Palazzo Madama: la rosa gallica, la rosa alba, la rosa damascena (di Damasco) colpiscono il visitatore con i colori dei petali e le forme delle corolle, a cui si accompagna l’intensità del profumo che da loro sprigiona.

L’osservazione delle caratteristiche botaniche si tradurrà nel disegno, a cui darà vita il colore studiato nelle sue possibili miscele e modalità di applicazione. Ai più esperti si proporranno, tra l’altro, più elaborate costruzioni compositive come la rappresentazione del fiore bianco.

Il corso ha una durata di 12 ore ed è accreditato per l’aggiornamento degli insegnanti (legge 170 del 21/03/2016 art. 1.5).

Angela Petrini, affermata acquerellista botanica, ha ottenuto il Diploma con lode in disegno e acquerello botanico dalla Society of Botanical Artists nel Regno Unito nel 2010, tra i suoi riconoscimenti più significativi la Golden Medal ricevuta dalla eminente Royal Horticultural Society al RHS London Orchid & Botanical Art Show 2018.

Materiale occorrente: acquerelli; pennelli tondi a punta fine numeri 4, 2, 0; matita HB; gomma morbida; carta liscia satinata 300 gr. formato 30×40 circa. A chi non avesse il materiale l’insegnante può fornire carta, pennelli e colori necessari per lo svolgimento del seminario al costo di 5 €. È necessario segnalarlo al servizio prenotazioni.

Costo: € 140 / ogni incontro

Posti disponibili per ogni appuntamento: 8
Prenotazione obbligatoria: tel. 011 4429629; e-mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

 

Sabato 8 giugno ore 14:30, 15:30 e 16:30

UNA VALIGIA DI SOGNI. STORIE DI VIAGGI E DI GRANDI AVVENTURE

MAO – attività per famiglie in collaborazione con Comune di Torino, Crescere Leggendo e Centro di documentazione e biblioteca pedagogica

Un appuntamento dedicato alle bambine, ai bambini e alle loro famiglie, alla scoperta dell’Asia, della sua storia, all’interno degli spazi espositivi del MAO Museo d’Arte Orientale, accompagnati da letture di storie di viaggi.

Ingresso libero. Prenotazione obbligatoria a: maodidattica@fondazionetorinomusei.it – 0114436928


Theatrum Sabaudiae
 propone visite guidate in museo
alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.
Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

Come si sta in tre sotto il letto? Scopritelo domenica 9 giugno a Rivoli

Domenica 9 giugno, la compagnia e casa di produzione Di Tutto un Po Artists porta in scena il testo di Stefania De Ruvo al Teatro Borgonuovo di Rivoli in Via Roma 149C.

 

Cosa succederebbe se il tradimento avvenisse alla luce del sole? Se invece di nascondersi si vivesse apertamente una storia d’amore con moglie e amante, o fidanzata uno e fidanzata due? Non sto parlando di peccaminosi ménage à trois o di famiglie poliamorose dove tutti si amano e sono felici. Parlo di accettare che il nostro partner abbia un altro, o un’altra, senza nasconderlo.  Se il tradimento è sport assai praticato, che almeno sia noto a tutte le parti, cosicché queste possano accettarlo o applicare il teorema di Raffaella Carrà: se non ti sta bene, trova un altro più bello.

Ad indagare la tematica è Stefania De Ruvo, autrice teatrale le cui opere sono state portate in scena in teatri italiani e spagnoli, con la commedia brillante In Tre Sotto il Letto. A dar vita ai tre personaggi decisamente sopra le righe sono Angela Di Tria, Rosy Fiorillo e Marco Sapino, attori e produttori di quella che è una vera e propria società di produzione di spettacoli che loro hanno chiamato Di Tutto un Po Artists. E attenzione, si scrive Po e non Po’, come il nostro fiume, per sottolineare e omaggiare la terra da cui provengono.

Ho provato a intervistarli e non è stato semplice. Angela, Rosy e Marco sono un vulcano che esplode e ti travolge con l’entusiasmo di chi ama ciò che fa e lo racconta con passione. Uno finisce la frase dell’altra, gli argomenti si intrecciano e spesso devi chiedere loro di rallentare. Provo a dipanare una matassa assai ingarbugliata, ma divertente.

Cominciamo dalle presentazioni. Chi siete e come siete nati artisticamente?

Marco: io sono un farmacista e provengo da una famiglia che lavora in ambito medico. Ma la voglia di fare l’attore non si è mai assopita. Così ho studiato e fatto teatro a livello amatoriale. Poi all’accademia Attori di Torino ho conosciuto Rosy e Angela e ho capito subito che condividevamo la stessa visione e lo stesso percorso.

Mi state dicendo che portate avanti due carriere parallele? Questo spesso non è ben visto dalla società. O sei farmacista o attore.

 

Rosy: e ti dirò di più. Io ho lavorato anche nelle risorse umane. Spesso i curricula con tante esperienze diverse venivano cestinati. Invece di assumere qualcuno che dimostra di essere versatile o intercambiabile, si scarta perché “quello non si sa bene cosa faccia”.

E dire che ci sono molti casi di persone che hanno abbracciato più mestieri. Il grande Enzo Jannacci era un ottimo medico e un musicista meraviglioso.

 

Marco: esatto, e noi, a un certo punto, ci siamo resi conto che avevamo bisogno di portare avanti i nostri progetti artistici. E invece di fondare una compagnia abbiamo dato vita a una vera e propria società di produzione.

Angela: Di tutto un Po Artists si occupa infatti di produrre e anche scrivere progetti teatrali e culturali. Stiamo lavorando a un progetto intitolato Omnia: tre personaggi che rappresentano vita amore e passione all’incontro col quarto, il destino. In omnia c’è l’arte a 360° con canto, chitarra, poesia ma anche tecnologia.

Fermi. Ritorniamo al vostro profilo. Anche tu Rosy provieni dall’Accademia Attori e…?

Rosy: Lavoro per un’azienda di moda e insegno yoga. Ma ho scelto di fare l’attrice per assecondare la mia natura. Sai, son sempre stata quella che passa per essere sopra le righe. Non fraintendermi. In azienda sto bene, ma ho anche bisogno di esprimermi e la recitazione mi fornisce la scusa giusta.

Angela: ed è un’ex atleta. Una pallavolista.

Rosy: si e sono sempre stata molto motivata. Quando mi metto a fare una cosa, mi ci impegno. Certo non ho figli e mi rendo conto di potermelo permettere.

Ho perso il conto dei mestieri e ho quasi paura a chiedere: e tu Angela?

 

Angela: lavoro in un’azienda di materiali edili e artisticamente arrivo dal mondo della danza, a partire da quella classica.

Marco: Angela è un’ottima regista. Sua è infatti la regia di In Tre Sotto il Letto. E pensa che non sapeva nemmeno di volerlo fare.

Angela: sono stati loro a spingermi e si, mi piace dirigere. Quando ci siamo conosciuti io ero molto stressata, tant’è che non mi presero subito in considerazione.

Marco: l’occasione arrivò con uno spettacolo all’imbarco Perosino. L’abbiamo coinvolta e spinta a cantare e recitare.

Rosy: angela canta da molti anni e ha una voce bellissima. Sua la voce che si sentirà in Omnia.

Possiamo dire che questa commedia vede Eva contro Eva litigarsi il bell’Adamo?

 

Rosy: non proprio.

Angela: le due sanno e accettano inizialmente la loro situazione. Le loro giornate sono ben suddivise sino a quando…

 

Ferma! Non voglio sapere troppo. Quindi non parliamo di rivalità. Ma almeno possiamo dire che, personalmente, se vengo tradita, io non voglio saperlo?

 

Rosy: e qui sta il punto o fammi dire l’ipocrisia. Tutti tradiscono e chi tradisce spesso lo scopre, ma fa finta di non sapere. Non credi che si vivrebbe meglio se lo facessimo con più leggerezza? Ecco, la commedia cerca di aprire un tavolo di discussione. Si vuole instillare il dubbio su quella che è spesso l’ipocrisia di cui un rapporto è intriso. Il testo vuole farci ragionare. Come quando una coppia non si separa per i figli, senza considerare che magari i figli starebbero meglio dopo. E se anche un solo spettatore esce e ne discute, noi abbiamo raggiunto il nostro obiettivo.

Marco: sai che spesso il nostro pubblico ci scrive per dirci cosa ha provato durante un nostro spettacolo? È successo per La Verità di Freud, sempre della De Ruvo, un lavoro che abbiamo portato anche nelle scuole.

Un’altra produzione…

 

Rosy: e avevamo paura che i trecento o quattrocento ragazzi in auditorium non ci seguissero. E invece no, non è volata una mosca e alla fine ci hanno scritto per raccontarci cosa avevano provato.

Marco: a me scrivono tutt’ora. Abbiamo iniziato quest’avventura pensando di aprire un’associazione culturale. Invece poi abbiamo dato vita a una vera e propria società che si occupa di produrre ma anche di fare workshop. Il riscontro del pubblico è arrivato subito. Abbiamo anche scritto uno spettacolo per il compleanno di una onlus di farmacisti di cui sono volontario.

Anche il volontariato?

 

Marco: si, faccio parte di questa onlus, che in realtà oggi si chiama Odv, organizzazione di volontariato. L’A.p.p.a, questo il nome, comprende farmacisti che vanno in paesi africani o in altre parti del mondo a insegnare le preparazioni. Quest’anno, in occasione del ventennale della fondazione, A.p.p.a ci ha chiesto uno spettacolo da mettere in scena durante la cena a Villa Sassi. Abbiamo prima intervistato i farmacisti e poi scritto un copione trasponendo la loro visione della professione in spettacolo teatrale.

Questa è un’altra bellissima storia che meriterebbe un articolo a parte. Non sapevo di questa organizzazione.

 

Marco: Quando vuoi… Come vedi, la nostra società di produzione ci permette di muoverci a tutto tondo, non vogliamo solo recitare, vogliamo dare spazio a progetti artistici e culturali. Vogliamo maggiore libertà. E a settembre inizieremo anche i corsi di formazione.

 

Piano piano si delineano i ruoli in un terzetto che si completa e si compensa. Se Marco propone, Rosy asseconda e Angela pondera. Marco sembra una creatura a metà tra il pigmalione e il talent scout. Lui riesce a vedere attitudini che il diretto interessato sembra non sapere di avere. Rosy è la partner in crime perfetta per Marco, entusiasta e folle al punto giusto. L’eterea Angela osserva, rallenta i compagni d’avventura ma allo stesso tempo si lascia trascinare.

Dal loro incontro mi porto a casa due cose. Intanto che non tutti sono definibili con una sola etichetta: il medico, l’insegnante, il commesso, l’attore, la ballerina. C’è chi si divide tra più passioni e finisce per portare avanti più mestieri.

E poi che abbiamo bisogno di amare e di essere amati da chi è in grado di condividere quei mestieri e quelle passioni. Credo sia questo a cui dobbiamo ambire. Persone che ci permettono di essere noi stessi o la versione migliore di noi stessi. Che ci sostengono, ci nutrono e ci aiutano a evolvere. Non so se sia possibile vivere una relazione dove si condivide lo stesso partner. Ma so che si può vivere un’amicizia dove due o più anime costruiscono, aiutano e si lasciano aiutare per scoprirsi e piacersi. O meglio, sono quelle le amicizie a cui si può e si deve ambire. Dopotutto, l’amore, non quello erotico, ma quello con la A maiuscola, universale, non si divide, si moltiplica.

 

A proposito, come finisce la commedia teatrale? Non ne ho idea, lo scoprirò domenica 9 alle 21 al Teatro Borgonuovo di Rivoli. I biglietti potete richiederli al n. 339/2827542

Ci vediamo lì, tra il pubblico. Ma non in quel letto che pare un po’ troppo affollato.

In Tre Sotto il Letto

con la compagnia Di Tutto un Po Artists

Domenica 9 Giugno

Teatro Borgonuovo di Rivoli

Via Roma 149/c

Biglietti:

intero 15 euro, ridotto 12 euro (under 12/over 65)

disponibili contattando il n. 339/2827542

Lori Barozzino 

Ultimi giorni per la mostra sul Liberty a Palazzo Madama

Chiude lunedì 10 giugno 2024 la mostra, LIBERTY. Torino capitale allestita nella Sala Senato di Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino, che sta raggiungendo il traguardo di 90.000 visitatori in circa 7 mesi di apertura al pubblico, con una media giornaliera di 460 persone.

Per l’occasione, venerdì 7 giugno alle ore 15:45 e alle 17:00 il Direttore di Palazzo MadamaGiovanni Carlo Federico Villa sarà lieto di accompagnare i visitatori in due visite guidate speciali e gratuite.

L’esposizione, a cura di Palazzo Madama e della SIAT – Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino con la collaborazione di MondoMostre racconta con un centinaio di opere il fondamentale ruolo di Torino per l’affermarsi del Liberty, un’arte che nella capitale sabauda diviene il fulcro di una storia che travolge ogni aspetto della vita e della società, definendo un’esperienza architettonica e artistica che dalle suggestioni torinesi si diffonderà in tutto il mondo.

La mostra è articolata in cinque sezioni con un allestimento emozionante e coinvolgente, che affronta ogni aspetto delle manifestazioni artistiche del Liberty, consentendo al visitatore di comprendere i meccanismi della creazione architettonica ed estetica, siano esse di architettura, di design d’interni, pitture, sculture,  lavori grafici o di decorazione, oggetti d’uso, testi letterari, poesia o musica, tutti lavori caratterizzati dalla particolarissima linea strutturale della natura, generatrice eterna di forme.

Chi non avesse ancora avuto l’opportunità di visitare la mostra può farlo in quest’ultima settimana.

Visite guidate speciali a cura del Direttore di Palazzo Madama Giovanni Carlo Federico Villa:

Venerdì 7 giugno ore 15:45 e 17:00

Visita guidata gratuita

Ingresso alla mostra secondo regolamento

Prenotazione obbligatoria: tel. 011 4429629 e-mail:madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

La stagione dello Stabile. L’importanza dei giovani nel nuovo panorama teatrale

Il Gobetti (gremitissimo) come un’oasi di pace e di serenità, di voglia di fare e ritrovarsi. Tranquillità, tutto fila liscio, lontana l’aria di contestazione che ha disturbato la presentazione della stagione del confratello romano nei giorni scorsi. I titoli degli spettacoli inseriti nel cartellone dello Stabile torinese per la prossima stagione accompagnano il chi abbraccia chi, i blabla annuali e rituali delle autorità e dei grandi sostenitori, il sindaco Lo Russo trova il tempo d’inserire una di quelle vane frasi ad effetto che suona “gli artisti sono l’anima e il cuore dell’attività teatrale” che con “la necessità di puntare sulla cultura” e il ringraziamento fatto all’assessora Purchia onnipresente punto di sostegno e con la reclamizzazione dei progetti della Cavallerizza e degli avviati lavori della Biblioteca Civica (“diventerà la biblioteca più grande d’Italia”) che avrà accanto un teatro “in fase di cantierizzazione” sanno un po’ di passeggiata elettorale dell’ultima ora: o meglio, il dubbio è quasi lecito. Poi c’è l’insediamento ufficiale del nuovo presidente Alessandro Bianchi, ci sono gli addii alla stazione, chi rimane e chi resta, Filippo Dini che lascia per andare a dirigere il Teatro Stabile Veneto (“qui lascio un pezzo di cuore e un bel carico della mia gratitudine”) e Valerio Binasco confermato direttore artistico sino a tutto il 2027 (ci mancheranno tra un anno i loro amichevoli bisticci, la compostezza di Dini, e l’irruenza caotica di Binasco, il loro abbraccio finale che segnerà speriamo altre collaborazioni).

Tempo di anniversari, anche. L’anno prossimo ci saranno settanta candeline a festeggiare il lungo cammino (“e non a caso settanta sono i titoli che popolano la nostra stagione, un felicissimo rimando”, conteggia il direttore Fonsatti) del nostro Stabile, cinquanta gli anni che vedono il sempre maggior peso del Centro Studi. “Citando un filosofo come Umberto Galimberti – ancora Fonsatti -, nella nostra stagione può risuonare la sua “etica del viandante”, intesa come ricerca continua sul rapporto tra il genere umano e il mondo che lo circonda. La declinazione pratica di questi intendimenti programmatici si articola in un cartellone di quasi cinquecento recite per sessantasei titoli, di cui oltre la metà scritti da drammaturghi viventi – ovvero sfatiamo la convinzione che se non sei morto da almeno cent’anni non ti mettono in scena! – a riprova della presa diretta del TST sul mondo contemporaneo e del tentativo di elaborare in una forma estetica e poetica i temi dolorosi o gioiosi della condizione umana.”

Un mondo contemporaneo a cui s’affacciano – e lo si deve sottolineare con vera felicità – quei giovani che hanno frequentato o frequentano la Scuola di recitazione, affidata in toto a Leonardo Lidi, guidati non soltanto alla prova finale – il prossimo “Prato inglese” sarà il loro esame d’ammissione al mondo teatrale – ma a guardare oltre. Alcuni ripercorreranno il percorso dei “Sei personaggi” pirandelliani proposto da Binasco nel 2023, altri soprattutto affronteranno prove che ne mostreranno aspetti da verificare o sfide mai affrontate. Diego Pleuteri, appena ventiseienne, “siamo lieti di investire sul suo giovane talento, coinvolgendolo come drammaturgo in diversi progetti”, riproporrà “Come nei giorni migliori”, per la regia di Lidi, e presenterà nel prossimo febbraio “Madri” con la regia di Alice Senigaglia, testo che ha già ricevuto segnalazioni e premi. Mentre a gennaio Marta Cortellazzo Wiel, trentenne uscita anche lei dal vivaio, sarà l’interprete e regista di “Prima facie”, un testo “urticante” scritto da Suzie Miller, grande successo londinese e ora proposto nei principali teatri europei, portatore di un tema e di una ferita con cui dobbiamo fare i conti ormai quotidianamente, la vicenda di Tessa Ensler, avvocata di successo, specializzata nei casi più spinosi, come la difesa di chi è accusato di violenza sessuale, rigida osservante del sistema giudiziario e delle sue regole: fino al giorno in cui subirà uno stupro, ritrovandosi a scoprire la vera natura delle regole in cui ha sempre creduto.

Atto unico” è il titolo posto all’insegna dell’intera stagione, sembrerebbe andare verso una sola direzione, invece abbraccia la pluralità di segni e di sogni, di realistici intenti, di riferimenti, di progetti da maturare e affermare. Sta sotto lo sguardo e le parole dell’autore che deve essere divenuto il faro, il punto di riferimento del direttore artistico Binasco, quel Jan Fosse premio Nobel da cui si continua ad attingere: “L’arte, la buona arte, riesce, in modo meraviglioso, a coniugare l’assolutamente unico con l’universale… La guerra e l’arte sono opposti, proprio come lo sono la guerra e la pace. È semplicemente così. L’arte è pace”. E di questi tempi non è male ribadirlo. Per cui, ad immagine della stagione, appare una ragazza dai tratti botticelliani ad imbracciare un mitra, innocuamente di plastica verde, rivestito di una copertura fatta all’uncinetto, da cui spunta un fiore rosso: più pace di così.

Pace con il fiore rosso, un cartellone dai molteplici sguardi, anche un panorama che cambia all’interno dello Stabile. Un rinnovato Consiglio d’Amministrazione, con la conferma per Binasco di cui s’è detto, con Lidi che assume il ruolo di regista residente, con la nuova squadra di artisti associati formata da Kriszta Székely, Liv Ferracchiati e Silvia Gribaudi: ai quali si dovranno rispettivamente la messinscena del “Costruttore Solness” di Ibsen, la riproposta – con un nuovo cast e con un allestimento completamente rinnovato – di “Stabat Mater”, un progetto che “tratta tematiche politicamente e socialmente centrali come l’autodeterminazione e la libertà d’espressione identitaria”, e “Suspended Chorus”, in prima nazionale in maggio alla Fonderie Limone, un legame più stretto tra prosa e danza, che dovrebbe segnare le prossime stagioni, uno spettacolo in cui Gribaudi sente “il bisogno di rinnovare il proprio dialogo con il pubblico e riflettere sul modo con il quale guardiamo il corpo dell’altro/a e su come possiamo rivoluzionare il nostro sguardo.” La danza, ancora affidata ad Anna Cremonini (sino al 2027), con altri appuntamenti all’interno della stagione di prosa: il 28 novembre la prima nazionale di “Taverna Miresia” del giovane e promettente greco- albanese Mario Banishi, di “Coup Fatal” di Alain Platel e di “Works and Days” del collettivo Belga FC Bergman.

La stagione si aprirà il 7 ottobre con “Cose che so essere vere” di Andrew Bovell, pluripremiato scrittore e drammaturgo australiano (di lui applaudito nell’aprile di due anni fa “When the rain stops falling”), regia e interpretazione di Binasco, con Giuliana De Sio, Giovanni Drago e Giordana Faggiano, storia di quattro fratelli, i meccanismi domestici e matrimoniali, la continua lotta a definire se stessi al di là dell’amore e delle aspettative dei genitori. Poi Lidi con “La gatta sul tetto che scotta” di Tennessee Williams e il capitolo finale della sua trilogia cecoviana, in prima a Spoleto, “Il giardino dei ciliegi”: ma sarà una festa per quanti hanno nel cuore lo scrittore russo dividersi nella giornata del 30 novembre, nella sala del Carignano, in una maratona che vede “Il gabbiano” (ore 11,30), “Zio Vanja” (ore 15) e “Il giardino” (ore 18,30). Punte di diamante nelle coproduzioni, “I parenti terribili”, Filippo Dini regista, odi e passioni e scandali targati Jean Cocteau, “Fred!” nelle feste natalizie, Brachetti regista e Matthias Martelli autore e interprete, e “Le baccanti”, da Euripide, artefice ancora una volta Marco Isidori (“contaminazione per penna affilata”), ulteriore prova d’invenzione per Daniela Dal Cin, Paolo Oricco e Maria Luisa Abate tra gli interpreti, festa per il quarantennale dell’avventura artistica dei Marcido Marcidorjs.

Tra le tante ospitalità che accrescono la ricchezza del cartellone, Toni Servillo, tra Baudelaire Dante e i Greci, “La locandiera” con Sonia Bergamasco, Alessandro Haber pronto a cimentarsi con il mal di vivere di Zeno Cosini nella “Coscienza” di Svevo, Neil Simon sdoganato a classico con gli inossidabili Orsini e Branciaroli nei “Ragazzi irresistibili” (un altro Simon, “Capitolo due”, lo propone Massimiliano Civica con il Teatro di Napoli), Gabriele Lavia che affronta O’Neill e il suo “Lungo viaggio verso la notte”, Roberto Andò per l’ultimo Ingmar Bergman di “Sarabanda”, e poi Battiston e Maddalena Crippa e Giorgio Pasotti diretto da Alessandro Gassmann, “Natale in casa Cupiello”, un Eduardo per attore e pupazzi: sino all’atteso “La morte a Venezia”, dal romanzo di Mann, scritto e diretto da Liv Ferracchiati, una macchina fotografica su un treppiede e uno scrittore che muore su una spiaggia, un incontro di parola danza e video, al centro von Aschenbach con Tadzio e la morte, sottotitolo “Libera interpretazione di un dialogo tra sguardi”.

Elio Rabbione

Nelle immagini: una scena dei “Sei personaggi” e Valerio Binasco, Giuliana De Sio, Sonia Bergamasco nella “Locandiera”, “I ragazzi irresistibili” con Orsini e Branciaroli.

“Collezione dal vivo” a Villa Cerruti

Riprendono a Rivoli gli appuntamenti mensili dedicati alla grande Collezione privata di Francesco Federico Cerruti

Giovedì 6 giugno, dalle 18 alle 19,30

Rivoli (Torino)

L’occasione è davvero ghiotta per chi ancora non l’avesse fatto. Cosa? Visitare, appena fuori porta, una Collezione privata di altissimo livello, qual è la “Collezione Cerruti”, Polo del “Castello di Rivoli” aperto al pubblico dal maggio del 2019 e comprendente quasi 300 opere di pittura e scultura, tappeti preziosi, libri antichi, legature di pregio e mobili dei più celebri ebanisti che spaziano dal Medioevo al Contemporaneo.

Con il nuovo titolo “Collezione dal vivo” sono infatti ripresi gli appuntamenti mensili di approfondimento alla “Collezione” della Villa di Vicolo dei Fiori 5, a Rivoli (Torino). Anche quest’anno, dunque, storici dell’arte e studiosi di altri ambiti disciplinari presenteranno al pubblico, nella “Sala delle Orchidee”, un’opera o un ciclo di opere appartenenti alla “Collezione Cerruti”. Non solo. Da quest’anno, infatti, le conferenze si alterneranno ad appuntamenti dedicati alla musica dal vivo, in forma di “lezioni-concerto”, a cura di Mario Calisi, pianista, compositore e direttore d’orchestra.

E proprio Calisi sarà protagonista del prossimo appuntamento, in agenda per giovedì 6 giugno(18/19,30), con una lezione-concerto a tema “Gli affetti”. Docente al Conservatorio Statale di Musica “Giuseppe Verdi” a Milano e “pianista dal suono diamantino” (come ebbe a definirlo il musicologo W. Stettler), Mario Calisi, al pianoforte, accompagnato da Lorenzo Fazzini, primo flauto dell’“Orchestra Filarmonica Campana” eseguiranno brani di Franz Benda, Johann Nepomuk Hummel e Raffaele Galli.

Seguirà una visita speciale che condurrà il pubblico alla scoperta di opere, nuclei collezionistici e storie legate al tema prescelto.

L’offerta sarà ampia e particolarmente suggestiva.

La “Collezione”, iniziata a metà degli anni Sessanta, annovera, fra gli altri, capolavori che vanno dalle opere di Bernardo Daddi e Pontormo a quelle di Renoir, Modigliani, Kandinskij, Klee, Boccioni, Balla e Magritte, per arrivare a Bacon, Burri, Warhol, De Dominicis e Paolini, ed è il frutto della passione e della sensibilità artistica di Francesco Federico Cerruti (Genova, 1922 – Torino, 2015), figura esemplare di imprenditore e collezionista scomparso all’età di 93 anni.
Il “Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea”, in virtù di un accordo firmato nel luglio 2017 con la “Fondazione Francesco Federico Cerruti per l’Arte”, proprietaria delle opere, è il primo “Museo d’arte contemporanea” che grazie alla sua Collezione poliedrica e ricca di sfaccettature getta un “ponte dialogico” tra il presente e il passato. L’intenzione è di creare un “modello nuovo” di Museo, in cui l’arte del passato è osservata da prospettive contemporanee dando vita a un vero e proprio scambio vitale tra Collezioni, artisti d’oggi e capolavori del passato.

Dopo l’incontro con i Maestri Calisi e Fazzini, il prossimo appuntamento a “Villa Cerruti” si terrà giovedì 25 luglio (18/19,30) con lo storico e critico d’arte Claudio Zambianchi, grande esperto dell’opera di Monet, che illustrerà “La Falaise et la Port d’Aval”, 1885, di Claude Monet, dipinto del “Museum Barberini” di Potsdam, ospitato a “Villa Cerruti” fino al 18 agosto, all’interno di un progetto internazionale di “scambi culturali” avviati di recente dal “Castello di Rivoli”.

Per partecipare agli incontri è necessario prenotare e acquistare il biglietto alla pagina https://www.castellodirivoli.org/tickets/# .

Il costo del biglietto è di 10 Euro e l’acquisto è consentito solamente on-line per un massimo di 20 partecipanti. La navetta di collegamentoalla “Collezione Cerruti” parte alle 17,55 dal piazzale antistante al “Castello di Rivoli”.

Per ulteriori info: Villa Cerruti, Vicolo dei Fiori 5, Rivoli (Torino); tel. 011/9565222 o www.castellodirivoli.org

Gianni Milani

Nelle foto: Villa Cerruti, Mario Calisi e Lorenzo Fazzini