CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 515

Cuneo, una gemma incastonata tra le valli

Percorrendo la strada che la raggiunge si ha già la sensazione che si sta andando in un luogo speciale e sorprendente dove lo scenario è caratterizzato da una natura rigogliosa fatta di boschi, valli e montagne maestose, dal Monviso alle Alpi Marittime, floride in primavera e nivee in inverno

Cuneo è una cittadina, come narra il suo nome, incastonata tra i fiumi Stura e Gesso, inserita in una posizione cruciale all’ingresso di sei valli, tappa obbligata se si vogliono esplorare i meravigliosi dintorni, siano le vette uniche che la incorniciano, le terme di Lurisia, la Valle Ellero con la Pieve di San Maurizio o la Roccaforte di Mondovì, oppure se ci si volesse spingere fino a Saluzzo, Stroppo ed Elva in Val Maira.

Elegante, curata ed accogliente, città dei sette assedi con un passato storico movimentato, salva in numerose occasioni grazie alle robuste mura medioevali, questa deliziosa gemma piemontese vanta un patrimonio culturale molto sostanzioso costituito da 153 istituti di cultura tra musei, case-museo, pinacoteche, castelli, forti, siti naturalistici, archeologici e naturali, palazzi, ville, ecomusei, chiese, abbazie e piazze, ampie aree di aggregazione, che non hanno niente da invidiare a quelle delle capitali europee più ammirate. E proprio da un forum parte l’itinerario che ci guida in questo luogo, Piazza Torino, da cui si apre piacevolmente via Roma, la strada più importante del centro storico, denominata Platea fino al 1500, pedonalizzata e restaurata.

Scorgiamo subito un gioiello barocco, la chiesa di Sant’Ambrogio, la Prefettura e il Vescovado. Più avanti il Municipio che ospita nel suo cortile una riproduzione dell’automobile Ceirano 1903. Di fronte invece dimora il Palazzo della Torre, una volta sede del Comune, su cui svetta la Torre Civica risalente al 1317. A pochi passi, a Piazza Virginio, si trova il Museo Civico, ospitato dall’ex convento San Francesco, mentre in Via Santacroce, c’è l’omonima chiesa anch’essa espressione del Barocco piemontese. Ritornando su via Roma si arriva in Contrada Mondovì, una deliziosa area dove negozi di antiquariato, graziosi locali e una bella Sinagoga, creano un’atmosfera d’altri tempi. La Biblioteca Civica all’interno di Palazzo Audifreddi, edificato in cotto nel 1600 con un suggestivo cortile interno, è indubbiamente da visitare. Percorrendo ancora via Roma si arriva nel salotto di Cuneo, l’ottocentesca Piazza Galimberti, grande e generosa (24.000 mq), circondata da dieci palazzi porticati collegati tra loro da terrazzi, in centro, orgoglioso, il monumento dedicato a Giuseppe Barbaroux. Questa piazza ogni martedì si trasforma in un fornitissimo mercato e non mancano, per deliziare il palato e per fare una meritata pausa, pasticcerie e confetterie della tradizione cuneese. Uscendo dal centro, nella parte laterale, troviamo Viale degli Angeli, una area di bellissime ville liberty, palazzine in stile neoclassico e un tocco di moderno.

 

Esattamente nella parte opposta invece spicca, per il suo volume, il paradiso degli amanti della birra (da amare sempre con moderazione): l’Open Baladin, un locale davvero caratteristico e coloratissimo che ospita una chicca: Baladin Open Lab, il primo laboratorio con un impianto per la produzione di 50 litri di birra in cui i produttori casalinghi di birra (homebrewers) potranno dare libero sfogo al loro estro creativo seguiti da un esperto. Questa deliziosa cittadina, forse un po’ sottovalutata nel suo fascino e nella sua bellezza, è candidata come Città della Cultura 2020, a conferma della ricchezza del suo patrimonio e dell’ apprezzamento ad essa dovuto.

Maria La Barbera

Quella volta in cui il mio cuore sputò sangue 

Domenica in poesia / di Alessia Savoini

 

Quella volta in cui il mio cuore sputò sangue 
Ho smarrito la soglia della mia ferita
dove ho riposto la sindone di umide parole,
strappate all’unghia del rimorso
acerbo
come il vizio che intercorre tra l’estasi e il domani,
dopo aver setacciato lo scisma di sette universi che abitano il corpo.
.
E tuttavia
anche prima di aver mendicato il valico di un altrove attiguo,
ancor prima di aver seviziato il ciglio di un artificio,
vidi [arrossire] i cieli abbracciare la notte.
.
Intimamente provai
qualcosa di simile all’aver espatriato il midollo dei mondi
al primo respiro della terra,
la genesi di un adulterio
che fece dell’uomo l’incontro con la sua stessa ferita.
.
La ferita che sanguina
quando gli anni cicatrizzano la carne al tempo di una smorfia,
quando l’ultimo uomo che circumnavigò l’anima delle sue ambizioni
estirpò dai suoi stessi sensi
l’agiografia dei continenti.
.
Gli occhi sudano il rammarico di un’assenza che non so digerire,
il ventre cola a picco il volto di un’Ermione
su cui la pioggia confondeva
la silvestre illusione del possesso
con il divino plagio del sussurro.
.
Grido selvaggia alla luna,
curva sulla gruccia dei mondi,
sensibile al sale di un’antica roccia
che sgorga dai fiumi delle mie palpebre.
.
Ricordi quando ti dissi
che
insieme
abbiamo saputo sradicare
l’aspetto androgino del fiore?
E concedemmo ai nostri corpi
il piacere supremo dell’unione,
avvinghiati a recitare l’amore,
nel morso di un fremito soffuso,
per il vuoto di una platea silente.
.
Com’è che solo quando ti temo
il mio cuore sputa sangue?

Il Fai riapre le porte dei beni storici

Fondo Ambiente Italiano  da venerdì 22 maggio :  Castello e Parco di Masino, Caravino (TO) e Castello della Manta (CN)
SOLO SU PRENOTAZIONE

Per prenotazioni, orari, prezzi ed eventuali modifiche sui percorsi di visita:
www.ibenidelfai.it

Il FAI – Fondo Ambiente Italiano, dopo due mesi di isolamento, riapre i suoi Beni su tutto il territorio nazionale e inaugura una nuova fase, per guardare con fiducia al futuro del Paese ed esaudire la voglia di Italia degli Italiani, ansiosi di ritrovare e riscoprire il proprio patrimonio di arte, natura e bellezza. Da venerdì 22 maggio 2020 molti dei Beni storici, artistici e paesaggistici della Fondazione saranno nuovamente aperti al pubblico, che potrà usufruire di visite libere o guidate esclusivamente su prenotazione, al fine di garantire la massima sicurezza per tutti.

In Piemonte riaprirà le porte il millenario Castello di Masino a Caravino (TO), la sontuosa dimora di una delle più illustri casate piemontesi, discendente nel mito da Arduino, re d’Italia: oltre a visitare saloni affrescati e arredati, si potrà passeggiare nel monumentale parco all’inglese con il panoramico viale alberato affacciato sulla Serra Morenica di Ivrea, i giardini all’italiana “dei Cipressi” e “delle Rose”, il tempietto neogotico e lo sconfinato Prato di Eufrasia, alla scoperta di alberi millenari e delle fioriture stagionali.

Si potrà tornare ad ammirare il Monviso, circondato dalla splendida cornice delle Alpi Cozie, dallo speciale palcoscenico del parco del Castello della Manta (CN), una fortezza medievale dal fascino severo, che nel suo Salone Baronale custodisce una delle più stupefacenti testimonianze della pittura tardogotica profana, ispirata ai temi dei romanzi cavallereschi.

Per scoprire caratteristiche, segreti e curiosità del Castello di Masino e del territorio in cui si trova verrà offerta una preziosa opportunità: con la ricevuta di acquisto del biglietto i visitatori riceveranno via mail l’accesso ad un sito web dedicato ai contenuti di accompagnamento alla visita. Potranno così consultare già da casa, oppure durante la visita e lungo il percorso (anche tramite QR code in biglietteria), tanti e diversi materiali di introduzione, spiegazione e approfondimento: dalle schede descrittive di luoghi e oggetti, a vere e proprie visite guidate con guide d’eccezione, da ascoltare in podcast (ricordarsi gli auricolari!); da brevi racconti video a suggerimenti di itinerari a piedi o in bici nei dintorni del Bene FAI, per prolungare la visita e magari organizzare un’intera giornata all’aria aperta.

MODALITÀ DI VISITA IN SICUREZZA

Per consentire al pubblico di visitare i Beni nella massima sicurezza, il FAI si è preoccupato di garantire il pieno rispetto dei principi definiti dal Governo a partire dal mantenimento della distanza sociale. In tutti i Beni la visita sarà contingentata per numero di visitatori e, ove possibile, organizzata a “senso unico” per evitare eventuali incroci. Le stanze più piccole e quelle che non permettono un percorso circolare saranno visibili solo affacciandosi; le porte saranno tenute aperte onde ridurre le superfici di contatto. Sarà d’obbligo indossare la mascherina per tutta la durata della visita. Saranno inoltre a disposizione dispenser con gel igienizzante sia in biglietteria che nei punti critici lungo il percorso.

Il giorno precedente la visita, i partecipanti riceveranno una mail con le indicazioni sulle modalità di accesso e un link da cui scaricare i materiali di supporto, che non saranno più distribuiti in formato cartaceo. Chi visiterà il Castello di Masino potrà acquisire i materiali digitali anche in loco grazie a un QR code scaricabile direttamente in biglietteria. Per rendere più sicuro il percorso e arricchire l’esperienza, la visita al Castello della Manta sarà guidata: un calendario di visite tematiche che si alterneranno le une alle altre per ogni giornata di apertura. La visita guidata è compresa nel prezzo del biglietto di ingresso.

L’accesso alla biglietteria, al bookshop e ai locali di servizio sarà permesso a un visitatore o a un nucleo famigliare alla volta; nei negozi FAI i clienti dovranno indossare, oltre alla mascherina, anche i guanti. Si invita inoltre a effettuare gli acquisti con carte di credito e bancomat, per ridurre lo scambio di carta tra personale e visitatori.
Tutte le postazioni di lavoro e le aree comuni saranno sottoposte a igienizzazione costante e proporzionata all’utilizzo. Sarà garantito un adeguato ricambio di aria nei locali tramite ventilazione naturale o grazie a impianti regolarmente sanificati.

Apertura a partire da venerdì 22 maggio 2020
per prenotazioni, orari, prezzi ed eventuali modifiche sui percorsi di visita: www.ibenidelfai.it

Visite: solo su prenotazione, in autonomia o guidate; all’ingresso sarà accettata la presentazione del voucher sul dispositivo elettronico. L’accesso alla biglietteria sarà consentito a una persona (o famiglia) alla volta; si prega di rispettare la fila mantenendo le distanze di sicurezza di almeno 1,5 metri. L’accesso è vietato a chi abbia una temperatura corporea superiore a 37.5° o altri sintomi influenzali.

Per prenotazioni e informazioni:
La prenotazione online è obbligatoria; per effettuarla accedere al sito www.ibenidelfai.it
Per ulteriori informazioni:
faimasino@fondoambiente.it; tel. 0125 778100
faimanta@fondoambiente.it; 0175 87822

La riapertura e il calendario “Eventi nei Beni del FAI 2020” sono resi possibili grazie al fondamentale sostegno di Ferrarelle, partner degli eventi istituzionali e acqua ufficiale del FAI, al prezioso contributo di NESPRESSO, nuovo importante sostenitore del progetto, e di PIRELLI che conferma per l’ottavo anno consecutivo la sua storica vicinanza alla Fondazione. Grazie a Golia Herbs che rinnova nel 2020 il suo sostegno al FAI.

www.fondoambiente.it

(foto Paolo Barucci)

Juvarra, il grande. Un assaggio virtuale della mostra

Oggi, 21 maggio, era prevista alla Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino  l’inaugurazione della mostra sul grande architetto Filippo Juvarra: una mostra pensata e allestita per presentare al grande pubblico, per la prima volta nella sua interezza, il Corpus Juvarrianum, il più consistente fondo di disegni del celebre artista e dei suoi collaboratori.

La mostra, in collaborazione con importanti enti del territorio e sostenuta dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, è una delle iniziative dell’anno 2020 dedicato al Barocco ed è stata posticipata all’autunno prossimo.

Come virtuale premessa inaugurale inizia da oggi una serie di suggestioni online sulla mostra e sul Corpus Juvarrianum per accompagnarci all’appuntamento autunnale.

Ouverture: il logo della mostra che sarà il “ritornello” del nostro percorso di avvicinamento nei prossimi mesi.

La musica di sottofondo, di buon auspicio, è la sinfonia La Fortuna in machina, dal primo atto (scena 5) del Giustino di Antonio Vivaldi rappresentato nel 1724 al Teatro Capranica di Roma, per il quale Juvarra firmò qualche anno prima progetti e bozzetti scenografici.

La sinfonia (ms. autografo in Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, ms. Foà 34, cc. 23v-24r) condivide il ritornello con il primo tempo del concerto La Primavera op. 8 n. 1 (pubblicato ad Amsterdam nel 1725, ma probabilmente composto in precedenza) e con il terzo tempo della sinfonia e il coro “Dell’aura al sussurrar” (I/1) della Dorilla in Tempe (1726).

Nuovo ciclo di comunicazioni tematiche della Biblioteca Nazionale Universitaria e della sua Associazione Amici della Biblioteca: al link www.abnut.it/juvarra dedicato all’iniziativa

Fondazione Cosso, Miradolo: si riscaldano i motori per l’estate

La programmazione estiva a San Secondo di Pinerolo / Sarà un’estate tutta o quasi en plein air quella che a partire dalle prossime settimane vedrà riavviarsi la programmazione culturale, espositiva e didattica della pinerolese Fondazione Cosso.

Ancora in un momento di grande difficoltà e dopo il lungo lockdown imposto dall’emergenza sanitaria, la Fondazione – creata nel 2008 da Maria Luisa Cosso e dalla figlia Paola Eynard, salvando dall’abbandono il seicentesco Castello di Miradolo e il suo meraviglioso Parco storico – sta infatti lavorando di buzzo buono per tornare presto ad accogliere i visitatori e le famiglie, cui da sempre è rivolta un’attenzione più che particolare.

In agenda troviamo già numerose attività all’aperto organizzate all’interno degli oltre sei ettari del Parco (1700 alberi, di cui sei monumentali, con circa settanta specie e varietà botaniche diverse) del Castello di Miradolo, sede della Fondazione, “così da garantire –sottolinea la presidente Maria Luisa Cosso – la gestione del pubblico in sicurezza e in termini di distanziamento sociale”. “L’impegno assunto – replica da parte sua la vicepresidente Paola Eynard – per la promozione della cultura del verde e per una riflessione consapevole sulle tematiche ambientali, l’attenzione posta alla progettazione di nuovi paradigmi di relazione e incontro con l’opera d’arte, la ricerca di differenti linguaggi espressivi e performativi sono temi sui quali, in questi anni, la Fondazione ha costruito la propria identità: oggi, il senso di questa continua ricerca assume ancora più significato, per affrontare la ripartenza e provare a costruire nuove modalità di fruizione della cultura”. Ecco dunque, gli appuntamenti già in programma:
Domenica 21 giugno all’alba delle 4.30, il consueto Concerto d’Estate inaugurerà la programmazione estiva e, idealmente, la nuova stagione. Dopo i ripetuti sold out delle precedenti edizioni, la rilettura inedita di “Music for 18 musicians” di Steve Reich, a cura di “Avant-dernière pensée”, tornerà in una veste nuova. Attenzione! Non sono disponibili sedie e il pubblico è invitato a portare un plaid da casa. La prenotazione é obbligatoria.
A giugno riapre i battenti (avrebbe dovuto chiudersi il 3 maggio scorso) la mostra fotografica dedicata all’ “irriverente” Oliviero Toscani. Il grande progetto espositivo, concepito appositamente per svilupparsi nelle sale del Castello e nel Parco, traccia un quadro completo dell’opera di Toscani, dagli esordi alle più famose campagne che hanno caratterizzato il suo stile, dalle immagini iconiche agli incontri della sua carriera, che lo collocano tra i grandi della fotografia mondiale. Il percorso espositivo propone un’ampia sezione all’aperto, con i progetti “Hardware+Software”, “Razza umana” e “Manifesti pubblicitari”, grandi installazioni che dialogano con la natura e con il mutare delle stagioni.
Ogni giovedì del mese di luglio alle 21.30, sarà la volta del Cinema nel Parco con le cuffie e come consuetudine con coperta che il pubblico porterà da casa per accomodarsi sul prato: tutto intorno solo le lucciole e i suoni della natura. La programmazione prevede diverse proposte anche per le famiglie con bambini. Prenotazione, anche qui, obbligatoria.
Un altro obiettivo per i prossimi mesi sarà il consolidamento delle proposte digitali sviluppate durante il periodo di lockdown, a partire dal progetto didattico “Da un metro in giù”, diventato anche digitale e che ora prevede la distribuzione periodica e gratuita di un “Giornale dei Giochi”, quale strumento didattico destinato sicuramente ai piccoli, ma dedicato anche agli adulti. “Unico requisito per partecipare – dicono alla Fondazione – è adottare lo sguardo dei bambini”. Tutti i giochi “Da un metro in giù” creati in queste settimane sono disponibili gratuitamente sul sito internet della Fondazione Cosso ( www.fondazionecosso.com ) e sui canali social, oppure è possibile riceverli tramite la newsletter.
Per info: Fondazione Cosso – Castello di Miradolo, via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (Torino), tel. 0121/502761.
Gli orari e i giorni di apertura saranno rimodulati, favorendo l’accesso su prenotazione per meglio gestire gli ingressi dei visitatori. Per le prenotazioni: e-mail prenotazioni@fondazionecosso.it
g. m.

Nelle foto
– Il Castello di Miradolo
– Maria Luisa Cosso e Paola Eynard

“Moka Noir”, in un film la storia della crisi di pentole e caffettiere

La 19esima edizione del GLocal Film Festival di Torino svoltasi di recente ha ospitato  l’anteprima regionale del documentario “Moka noir: a Omegna non si beve più caffè” del regista svizzero ticinese Erik Bernasconi con la sceneggiatura di Matteo Severgnini, giornalista e scrittore omegnese.

 

La rassegna, ideata dall’Associazione Piemonte Movie che ogni anno porta in sala il meglio della produzione cinematografica piemontese, anche quest’anno ha dato visibilità al cinema “di casa nostra”, contribuendo a dare il giusto spazio a quei film che nel loro percorso hanno incrociato il Piemonte.

In “Moka Noir”, un regista-detective con un’indagine, ironicamente condotta in stile poliziesco, ricerca il colpevole della scomparsa del polo industriale del casalingo di Omegna, sul lago d’Orta. Matteo Severgnini, in una intervista ha dichiarato di aver “sentito il bisogno di narrare ciò che stava accadendo alla mia città. Vedevo e vedo tuttora molta gente tirar sera per le vie di Omegna, e non parlo solo dei pensionati e degliumarell, i vecchietti che osservano i lavori nei cantieri, ma anche di giovani e persone in età da lavoro, e ho cominciato a interrogarmi su questo fenomeno da imputare, ovviamente, alla crisi industriale, alla chiusura delle fabbriche del settore casalingo che hanno fatto la storia di Omegna e dell’Italia intera”. Già qualche anno fa raccontò la vita di Alfonso Bialetti e la sua invenzione in un audiodocumentario della RSI, la Radiotelevisione svizzera intitolato “L’invenzione della mok”, sostenendo come “l’invenzione della moka non abbia modificato soltanto il modo di fare il caffè, ma abbia anche influenzato nel profondo la socialità degli italiani”.

Una storia dalle radici lontane e originalissime. “ La moka venne inventata nel 1933 da Alfonso Bialetti – afferma Severgnini – reduce da esperienze migratorie e ispirato dalla moglie che faceva il bucato con la lisciveuse, l’antesignana della lavatrice; uno strumento, dotato di una sorta di caldaia e di un tubo, il cui funzionamento ricorda in parte proprio quello della moka”. “Moka noir” è stato pensato come una sorta di scatola cinese, come una storia che contiene altre storie e che hanno portato gli autori a pensare al territorio come ad una persona, un tempo in buona salute e dotata di una certa vitalità, che era stato uccisa. A partire da questa metafora è stato quasi naturale costruire il film come un’inchiesta di polizia in stile giallo-noir. Un modo originale per raccontare la storia di una realtà che la crisi ha ridimensionato drasticamente l’economia di quella che un tempo è stata la capitale italiana dell’industria del casalingo. Omegna, conosciuta come paese di pentole e caffettiere che ha dato i natali a Gianni Rodari, ha vissuto l’intero ciclo ascendente di questo settore che segnò per alcuni decenni la storia industriale dell’area attorno al lago d’Orta. Un successo che affondava le sue radici nel boom economico, sui consumi di massa e la competitività in termini di costo del prodotto. Realtà come Bialetti, Girmi, Lagostina e Alessi   dominarono il mercato, entrando nelle case e nelle cucine degli italiani. Le stesse imprese operavano in un distretto territorialmente ben definito e risultavano fortemente ancorate a tradizioni industriali legate ad alcune famiglie che avevano fatto leva sulla capacità inventiva, l’innovativo design e l’abilità manifatturiera per costruire il loro successo. La globalizzazione , la saturazione dei mercati con prodotti di minor qualità a prezzi modesti creò problemi enormi agli elettrodomestici marcati Girmi, alle pentole a pressione Lagostina e alle caffettiere Bialetti   dell’indimenticabile “omino coi baffi”   al punto che , dagli anni ’90 in poila crisi diventò sempre più evidente. Tra le realtà storiche solo Alessi, con un impegno caparbio che accompagna l’assoluta qualità dei prodotti, ha tenuto alta l’immagine e la storia di un settore che un tempo era una monocultura industriale capace di influenzare economia e sviluppo sociale dell’intera zona.

Marco Travaglini

Arte e solidarietà made in Torino

SOLIDO, quando la solidarietà si coniuga perfettamente con lespressione artistica, in un’iniziativa nata a Torino

SOLIDO. In questo termine sono racchiusi due significati complementari, il primo dei quali allude alla solidità, robustezza e resistenza ( che include anche la sicurezza ) ed il secondo a quello della solidarietà, di cui il nome ne rappresenta la radice.

E SOLIDO è, infatti, proprio la denominazione del progetto di solidarietà nato a Torino dalla collaborazione  di alcuni artisti a sostegno degli ospedali torinesi impegnati nel combattere l‘emergenza Covid 19.

Gli artisti partecipano al progetto con le loro opere d’arte, mettendole gratuitamente a disposizione. Coloro i quali desiderano acquistarle devolvono l’intera cifra corrispendente all’opera all’Associazione CMID-ONLUS per le Malattie Rare dell’Ospedale Giovanni Bosco di Torino, senza alcuna intermediazione da parte di SOLIDO, che costituisce soltanto una vetrina per le stesse opere d’arte. L’Iban per il pagamento delle opere d’arte è, infatti, quello diretto dell’Associazione CMID-ONLUS.

L’associazione CMID-ONLUS è una Onlus per le Malattie Rare e Malattie Immunoreumatologiche e Nefrologiche complesse e senza diagnosi, con sede legale in via Cernaia 24, a Torino.

Nel contesto dell’emergenza Covid 19, l’Associazione CMIDOnlus utilizza lasciti e donazioni per acquisire i presidi necessari a garantire la sicurezza dei pazienti e degli operatori coinvolti nel loro trattamento presso le strutture assistenziali di Nefrologia e Dialisi e di Reumatologia dell’Ospedale Hub San Giovanni Bosco a Torino. Questa struttura è localizzata in particolare nei piani quarto, sesto e settimo del nosocomio torinese, ed ospita ambulatori specializzati e spazi dedicati a terapie specifiche.

Il CMID si occupa, infatti, della gestione ambulatoriale di pazienti affetti da patologie immunologiche e reumatologiche e da patologie rare, della gestione della Rete Interregionale per le malattie rare delPiemonte e della Valle dAosta, e di attività epidemiologiche, digestione dei registri e di analisi farmaco-economica relative alle malattie rare.

Gli artisti che non fanno parte di un circuito riconosciuto, ma che vantano un background artistico, possono, attraverso SOLIDO, godere di un’interessante vetrina, in un contesto di totale trasparenza, non a fine di lucro, e proporre le loro opere ad unpubblico sensibile non soltanto alla bellezza artistica, ma anche alla solidarietà, più che mai preziosa nei momenti difficili di emergenza sanitaria che stiamo ancora attraversando.

Mara Martellotta 

Email unaiutosolido@gmail.com

“Incipit offresi”, tre appuntamenti a partire da giovedì

 Dal 21 maggio, con l’edizione digitale del primo talent letterario

 

Approda online la quinta edizione di Incipit Offresi, il primo talent letterario itinerante per aspiranti scrittori che si propone di promuovere gli autori esordienti e la lettura attraverso una gara coinvolgente e divertente. L’obiettivo non è premiare il romanzo inedito migliore, ma scovare nuovi talenti. In 5 anni Incipit Offresi ha scoperto più di 40 nuovi autori, pubblicato circa 50 libri e coinvolto 6.000 persone, 30 case editrici e più di 50 biblioteche e centri culturali.

Tre le tappe di “Incipit Offresi +” – in programma giovedì 21, 28 maggio e 4 giugno, alle ore 18 – seguite da un ballottaggio, due semifinali e una finale il 2 luglio. La gara sarà trasmessa in streaming sulla pagina Facebook di Incipit Offresi e sulle pagine delle biblioteche partner del progetto, oltre al canale Youtube della Biblioteca Archimede. La partecipazione è gratuita e aperta agli scrittori, esordienti e non, italiani e stranieri, di tutte le età, previa autorizzazione del genitore o tutore. I candidati dovranno presentare le prime righe della propria opera: l’incipit, appunto, un massimo di 1.000 battute con le quali catturare l’attenzione dei lettori e una descrizione dei contenuti dell’opera.

Durante ogni appuntamento, gli aspiranti scrittori avranno 60 secondi di tempo per leggere il proprio incipit. Allo scadere del minuto la giuria tecnica si esprimerà con un voto segreto da 1 a 10. Il punteggio finale, che decreterà il vincitore della tappa, sarà formato dalla somma del voto preliminare assegnato dalla casa editrice partner del progetto e dal voto di tappa della giuria tecnica. Anche il pubblico collegato è invitato a votare tramite il link che l’organizzazione indicherà durante la tappa. A condurre gli incontri, gli attori di B-Teatro, con la partecipazione straordinaria del Trio Marciano (Vito Miccolis, Mao-Mauro Gurlino, Mattia Martino).

I premi in palio per i vincitori di Incipit Offresi: 1.000 euro per il primo classificato, 500 euro per il secondo classificato, oltre al Premio Italo Calvino, il Premio Indice dei Libri del Mese, InediTO – Colline di Torino, Premio Golem per un contratto di pubblicazione e Premio Coop in buoni spesa per un valore di 400 euro.

 

Incipit Offresi è un’iniziativa ideata e promossa dalla Fondazione ECM – Biblioteca Archimede di Settimo Torinese e Regione Piemonte, con la collaborazione della casa editrice Archimedebooks di Settimo Torinese, della Scuola del Libro di Roma e con la sponsorizzazione di NovaCoop.

Il Premio Incipit e il campionato sono dedicati a Eugenio Pintore, per la passione e la professionalità con cui ha fatto nascere e curato Incipit Offresi.

 

 

INFO 

www.incipitoffresi.it – info@incipitoffresi.it

www.facebook.com/incipitoffresi

In tour (online) con Pietro Micca

Al via il ciclo “Pietro Micca Tour”, un  breve appuntamento facebook del Museo Pietro Micca e dell’assedio di Torino del 1706 ogni lunedì e giovedì per raccontare, attraverso un brevissimo approfondimento del Direttore del museo e un filmato, l’assedio del 1706 proprio nel periodo in cui si svolse 314 anni fa dal maggio all’inizio settembre.

L’intero ciclo racconta i protagonisti e gli eventi dell’assedio e accompagnerà anche in visita alle gallerie del museo, della fortezza del Pastiss e del Rivellino degli invalidi.

Per chi ha voglia di rivivere un po’ di storia di Torino e l’atmosfera del museo, ecco i 4 primi  appuntamenti già usciti con i linK nell’ordine:

  1. L’introduzione al ciclo:  https://www.facebook.com/museo.pietromicca/videos/254147445965132/?q=museo%20pietro%20micca&epa=SEARCH_BOX
  2. L’evoluzione della mappa e delle fortificazioni di Torino:  https://www.facebook.com/museo.pietromicca/videos/1416767891856670/?q=museo%20pietro%20micca&epa=SEARCH_BOX
  3. Il Ducato di Savoia e la guerra di successione spagnola del 1701-13 https://www.facebook.com/museo.pietromicca/videos/709590089811235/?q=museo%20pietro%20micca&epa=SEARCH_BOX
  4. 14 maggio 1706 inizia l’assedio di Torino:
  5. https://www.facebook.com/museo.pietromicca/videos/663044707757318/?q=museo%20pietro%20micca&epa=SEARCH_BOX

Il prossimo appuntamento, lunedì 18 maggio dalle ore 09,30, racconterà l’inizio delle operazioni di attacco e di difesa della Cittadella

I filmati sono raggiungibili alla pagina facebook del museo Pietro Micca sia direttamente al www.facebook.com/museopietromicca oppure attraverso il sito del museo www.museopietromicca.it

Di fronte alla pandemia. Cinque classici raccontano il Grande Contagio

Un mini-saggio sull’attuale pandemia attraverso la rilettura comparata di cinque classici senza tempo

Il testo è inedito e scritto in coppia da Laura Pariani e Nicola Fantini (due fra i nostri più interessanti scrittori) per la Fondazione Bottari Lattes di Monforte d’Alba.

“Di fronte alla pandemia. Cinque classici raccontano il Grande Contagio” vuole essere, nell’intento dei due, una sorta di mini-saggio, scaricabile gratuitamente sul sito www.fondazionebottarilattes.it , teso a riflettere e a far riflettere sull’epidemia Covid-19 attraverso le parole di cinque scrittori classici e contemporanei: Albert Camus, Daniel Defoe, Alessandro Manzoni, José Saramago e Connie Willis. Scrittori che già, nel tempo, si sono confrontati in pagine di assoluto rilievo letterario con il tema dell’epidemia in diversi momenti della storia dell’umanità. Ed é proprio attraverso un’acuta rilettura di quelle pagine, che la Pariani e Fantini hanno prodotto un testo di intrigante lettura scritto non solo per il grande pubblico, ma anche per fornire agli studenti delle scuole superiori, in particolare a chi si appresta a sostenere l’esame di Maturità, uno strumento al supporto della didattica. I due scrittori si sono soffermati in particolare  sulle reazioni all’epidemia da parte del pubblico e del privato, sulle incredibili somiglianze con il momento di emergenza che tutto il mondo sta oggi vivendo, come l’isolamento, le situazioni di militarizzazione e chiusura forzata avvenute in alcuni Paesi, senza tralasciare la narrazione della solidarietà e dell’empatia, del senso del pudore e della necessità di non lasciare l’appestato abbandonato al suo destino. La loro attenzione si è concentrata su cinque libri senza tempo, ritenuti significativi per la loro sorprendente attualità e capacità di analisi: “La peste” (1947) di Albert Camus, “Diario dell’anno della peste” (1722) di Daniel Defoe, “Storia della colonna infame” (1840) di Alessandro Manzoni, “Cecità” (1995) di José Saramago e “L’anno del contagio” (1992) dell’americana scrittrice di fantascienza Connie Willis. “Cronache storiche, romanzi e film –spiegano Pariani e Fantini – ci hanno raccontato in vario modo le pestilenze che si sono succedute nel corso dei secoli: Atene silenziosa e disertata perfino dagli uccelli; gli appestati di Costantinopoli trascinati con gli uncini; le maschere a imbuto dei medici durante la peste nera; il grido ‘Portate fuori i vostri morti!’ echeggiante nelle notti di Londra; gli accoppiamenti dei vivi impazziti nei cimiteri milanesi; gli ergastolani di Marsiglia intenti a scavare fosse comuni; il folle banchetto dei contagiati nella piazza della città invasa dai ratti al seguito di Nosferatu. Nonostante questo, la pandemia da Covid19 ci ha colti impreparati, come se le pestilenze passate fossero una fantasia nebbiosa. I libri di cui proponiamo qui la lettura raccontano che i “flagelli” non sono mai commisurati all’uomo: li si vede arrivare, ma si continua a dire che sono impossibili, li si nega; e, anche quando ci sono addosso, li si continua a pensare come un brutto sogno che passerà”.

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g. m.

Nella foto: Laura Pariani e Nicola Fantini