CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 46

Alle Gallerie d’Italia la mostra fotografica dedicata al grande Jeff Wall

Intesa Sanpaolo nella sede torinese delle  Gallerie d’Italia apre al pubblico dal 9 ottobre 2025 al primo febbraio 2026 la nuova mostra intitolata “ Jeff Wall Photographs”, dedicata a uno dei più influenti artisti fotografici contemporanei, per la curatela di David Campany, scrittore, critico d’arte e direttore creativo dell’International Center of Photography  di New York.

Jeff Wall, nativo di Vancouver nel 1946, da oltre quaranta anni si muove tra la messa in scena meticolosa e l’osservazione documentaria, realizzando immagini che esplorano ogni aspetto della società contemporanea. Al tempo stesso familiari e inquietanti, le sue fotografie elevano le situazioni di tutti i giorni a scene di sapore quasi onirico, nelle quali è molto forte la componente dell’immaginazione, della fantasia e dell’allucinazione.

Andrea Cappello – Fotografo

Wall affronta le principali questioni sociali e politiche, esplorando i modi complessi inesse plasmano le nostre vite. Le tematiche legate alla natura, alla guerra, al genere, alla razza, alla classe ricorrono niente suoi lavori, che à prima vista risultano spesso enigmatici.

“Portare Jeff Wall con Photographs alle Gallerie d’Italia di Torino conferma l’identità di un luogo aperto alla città per offrire occasioni di incontro e approfondimento con i più Importanti protagonisti dell’arte internazionale – ha dichiarato Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo – ospitiamo le immagini più significative del grande artista canadese che, tra cinema e fotografia, raccontano la complessità del mondo contemporaneo, calamitando l’attenzione del pubblico, grazie anche alle imponenti dimensioni delle opere che ne amplificano la forza suggestiva”.

La mostra alle Gallerie d’Italia di Torino di Intesa Sanpaolo con 27 opere esposte raccoglierà ogni aspetto dell’opera del fotografo canadese, dalle fotografie più importanti degli anni Ottanta fino a quelle più recenti realizzate nel 2023, raccontandone la realizzazione a più livelli. Il percorso espositivo propone una selezione significativa dei famosi lightbox di Wall, mutuati dal linguaggio pubblicitario, oltre a stampe in bianco e nero e a colori. Le sue imponenti immagini, presentate a grandezza naturale, sono tra le opere più celebri dell’arte contemporanea, capaci di esercitare un fascino magnetico  e misterioso sugli spettatori.
La ricerca di Jeff Wall non è orientata al reportage che cattura l’istante e registra l’evento reale: “Non sono un cacciatore di immagini- ha recentemente affermato”. Egli lavora con tempi dilatati avvalendosi anche delle tecnologie digitali, e costruisce elaborati tableau fotografici messi in scena e illuminati con un processo creativo paragonabile a quello della cinematografia. L’effetto è quello di una fotografia “quasi” documentaria, in quanto le rappresentazioni di scene di vita quotidiana deriva sempre da un paziente lavoro di composizione. Jeff Wall non riproduce la realtà, ma la ricostruisce, in quanto una volta conto un soggetto interessante comincia a ricostruirlo a partire da un luogo più adatto, un luogo dove l’azione avrebbe potuto svolgersi. Le sue immagini sono spesso costruite in base a citazioni di capolavori dell’arte come dipinti di Hokusai, Delacroix e Manet, della letteratura e del cinema, neorealismo italiano in primis. In mostra si possono ammirare alcune delle sue opere più iconiche, come “The Thinker”, che rimanda al pensatore di Augusto Rodin, “After ‘invisible man’ by Ralph Ellison”, “The prologue”, che trae spunto dal romanzo dello scrittore statunitense Ellison, “Odradek”, “Táboriská 8 Prague”, “18 july 1994”, ispirato a un racconto di Franz Kafka. Apre il percorso espositivo “The gardens”, opera fotografica realizzata nel 2017 e ambientata nei giardini di via Silvio Pellico, vicino a Torino. La composizione del trittico presenta tre immagini sequenziali di figure che si muovono in un laboratorio di siepi, dove gli stessi personaggi appaiono come doppi, suggerendo il tema dell’espulsione dal Paradiso, con l’ambiguità temporale e narrativa tipica di Wall. Le opere del fotografo fanno parte di importanti collezioni internazionali, ed è stato protagonista di mostre personali nei principali musei del mondo, la Tate Modern di Londra, il MoMa di New York, il San Francisco Museum of Modern Art, il Deutsche Guggenheim di Berlino.

La mostra sarà affiancata da un ricco palinsesto di eventi di approfondimento a ingresso gratuito per il tradizionale “Public program #INSIDE” del mercoledi sera. Ad inaugurare gli appuntamenti, un doppio incontro giovedi 9 febbraio prossimo, alle ore 18, quando il curatore David Campany dialogherà con l’artista, offrendo uno sguardo sul proprio lavoro e sul ruolo della fotografia oggi.

Il museo di Torino, insieme a quelli di Milano, Napoli e Vicenza è parte del progetto museale delle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, guidato da Michele Coppola, Educative Director Arte, Cultura e Beni Storici della banca.

Mara Martellotta

In scena al Teatro Erba “I Nomi e le Voci” di Roberto Mussapi

Con Miriam Mesturino, Matteo Anselmi e Roberta Belforte

Martedì 14 ottobre, alle ore 21, in prima nazionale e con replica mercoledì 15 ottobre alle ore 10, debutta al Teatro Erba di Torino “I Nomi e le Voci -monologhi in versi” di Roberto Mussapi. In scena Miriam Mesturino, Matteo Anselmi e Roberta Belforte; al pianoforte Andrea Bevilacqua, il soprano è Danae Rikos. Con la partecipazione dei G.E.T. Germana Erba’s Talents:
Matilde Dalla Verde, Gaia Del Papa, Elisa Frangelli, Miriam Iezzi Mammarella, Fiamma Laiolo, Angelo Marchianó, Simone Marietta e Matilde Tacconi. Le coreografie sono curate da Laura Fonte; le musiche sono di Maurice Ravel; aiuto regia Laura Notaro. La regia è di Girolamo Angione con la produzione di Torino Spettacoli.
Nell’ambito del 27°Festival di Cultura Classica, ideato e promosso da Torino Spettacoli. Martedì 14 ottobre sarà presente in sala l’autore e sarà quindi anche possibile condividere un pensiero con lui, con il cast e con i curatori, al termine della rappresentazione.
Eco, Enea, Didone, il tuffatore di Paestum, e ancora affascinanti personaggi femminili. Roberto Mussapi, considerato uno dei maggiori poeti italiani contemporanei, da più di trent’anni è anche autore di teatro, e spesso le due realtà, poesia e drammaturgia, si fondono nel teatro in versi. Il mito in Mussapi non è mai archeologia, ma diviene sempre una storia presente.
“Teatro in versi: diciamolo, quasi un lusso di questi tempi in cui è sempre più raro trovare drammaturghi che siano poeti – ha dichiarato il regista dello spettacolo Girolamo Angione – Roberto Mussapi lo è certamente, per lunga e comprovata esperienza e riconosciuto successo. Basti ricordare quell’affascinante monologo che è ‘La Grotta azzurra’, che
ebbi la fortuna di vedere anni fa al Festival di Borgio Verezzi, nella vibrante interpretazione di Miriam Mesturino, magicamente ambientato nelle suggestive grotte del borgo ligure. Grande teatro contemporaneo, grande teatro in versi. Oggi, Miriam Mesturino ha voluto tornare al teatro di Mussapi, partendo da un personaggio, Didone, che ha sempre amato e interpretato in più forme e a più riprese: era tempo di metterlo in scena. Così, attingendo dalla silloge I nomi e le voci, si sono scelti alcuni altri monologhi in versi, prediligendo quelli ispirati a personaggi del
mito o del mondo antico: accanto a Didone ed Enea, Arianna, Cassandra, La Ninfa Eco e il Tuffatore di Paestum. Ciascuno di loro, confinato come un’ombra nel regno dei morti evoca con toni a tratti dolenti e malinconici ma sempre profondamente umani, la propria esperienza terrena illuminata dalla forza vitale dell’amore. E di ciascun personaggio, ogni monologo esprime una profondità del sentire e una verità esistenziale che sorprende e avvince. Il verso a teatro è un lusso: per l’attore, anzitutto, che nel verso si astrae dal linguaggio prosastico e nella parola poetica trova la voce con cui dirla, l’emozione della musicalità, la misura del gesto, la vibrazione del corpo; e il disegno del personaggio, nel riverbero della poesia, s’arricchisce di nuove sfumature e rivela profondità insospettate e un respiro che dà nuova vita al suo nome stesso. Parola/Voce, Musica, Gesto: questi gli elementi di una messa in scena che si è voluta essenziale e figurata ad un tempo e in cui ciascuna componente mantiene e accresce, nella necessaria autonomia, il proprio valore assoluto; configurando però nel quadro composito d’insieme, un esito che ci proponiamo equilibrato ed armonico. La musica  (Ravel l’autore prescelto per il perfetto equilibrio formale tra emozione e intelletto) non prevarica mai la parola, ma ne amplifica, semmai, il senso più intimo, il portato affettivo e dei sentimenti. protagonista assoluto, personaggio invisibile, ombra tra le ombre nel suo viaggio di ricerca ed esplorazione, a più riprese invocato
dalle ombre che anelano a lui, è il poeta; autentico demiurgo, con l’atto creativo della sua parola, il poeta riporta quelle ombre alla luce della memoria e, per tutti noi, ridà loro la vita e la voce sulla scena del teatro e della poesia. Per questo, per la straordinaria occasione che ci offre, a Roberto Mussapi vanno tutta la nostra riconoscenza e gratitudine”.
“I heard the mighty tree”, dell’artista Teresa Maresca, nell’immagine della locandina di presentazione.
Teatro Erba – corso Moncalieri 241, Torino
MARTEDÌ 14 OTTOBRE ORE 21 E MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE ORE 10
Biglietti
Martedì sera: posto unico € 18+1 prev – rid (ov60, abbonati*, CVC, gruppi di almeno 15persone) € 12+1 ridotto speciale (under26, studenti, docenti e persone con disabilità**) € 9 no prev. Mercoledì mattina: posto unico € 9
Gian Giacomo Della Porta

L’Accademia di Sant’Uberto suona al castello di Govone

 

Per la diaspora dei Marmi dei Giardini della Venaria il 12 ottobre prossimo

L’Accademia di Sant’Uberto è itinerante grazie alla musica e proprio un percorso tra arte e musica accoglierà i visitatori del castello di Govone il 12 ottobre prossimo, alle 15.30, con in programma “La diaspora dei Marmi dei giardini della Venaria”. Le sculture seicentesche provenienti dalla fontana di  Ercole rivivranno grazie alle note dell’equipaggio della Regia Venaria, custode dell’arte dei corni da caccia e riconosciuta dall’UNESCO quale Patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
L’evento è inserito nella rassegna musicale intitolata “Cerimoniale e Divertissement 2025”, progettata dall’Accademia di Sant’Uberto  per le residenze reali sabaude. Le iniziative  musicali sono sostenute dal bando del Ministero della Cultura riservato al patrimonio immateriale UNESCO.
Il percorso musicale mette al centro le sculture e i bassorilievi che dalla Reggia di Vanaria sono pervenuti al castello di Govone, dove in parte sono ancora presenti, mentre altri sono andati dispersi nell’asta pubblica del 1898.
Le musiche che accompagnano la presentazione sono vere e proprie risonanze in grado di suscitare oggi l’emozione della vita di allora, che si svolgeva alla Venaria. Sono eseguite dai suonatori di corno da caccia dell’Equipaggio della Regia Venaria, che conserva e trasmette una pratica riconosciuta Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO dal 2020.
Le opere tuttora presenti a Govone provengono in gran parte dalla Fontana di Ercole della Venaria e costituiscono un caratteristico elemento architettonico e decorativo. Si tratta di sculture provenienti dalla seconda metà del Seicento, quando la Venaria era principalmente una residenza venatoria. L’Equipaggio della Regia Venaria proporrà alcuni brani musicali che accompagneranno l’esposizione della dispersione dei marmi.  Le musiche sono le stesse che hanno risuonato in quei luoghi nel corso delle cacce reali tra Seicento e Settecento, con la loro evoluzione performativa fino ai giorni nostri.
Per far conoscere questa arte musicale, l’Accademia ha avviato dal 2022 corsi di formazione specifici settimanali presso la sede operativa musicale della Venaria Reale, nella corte delle carrozze.
L’evento, in collaborazione con l’Associazione Govone Residenza Sabauda, è realizzato dall’Accademia di Sant’Uberto con il Consorzio Residenze Reali Sabaude.

Mara Martellotta

“Storie di resilienza” al Castello di Rivoli


Una rassegna gratuita di film sui diritti umani abbinata a dibattito

 Da sabato 11 ottobre, il Castello di Rivoli – Museo d’arte contemporanea e Distretto Cinema propongono, nel teatrino del Castello di Rivoli, in piazza Mafalda di Savoia, “Storie di resilienza”, una mini rassegna dedicata al mancato rispetto dei diritti umani, con particolare attenzione alle donne e all’infanzia nei territori del Medioriente. Nasce in collaborazione con il Gruppo di interesse SIDI Cinema e diritto internazionale, Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino.

Si tratta di tre proiezioni,  tutte a ingresso gratuito, accompagnate da un incontro tenuti da docenti dell’università ed esperti della materia.

L’appuntamento è sempre alle 16,30.

Si inizia sabato 11 ottobre con “Seven Winters in Tehran” di Steffi Niederzoll, un documentario che racconta la storia di Reyhaneh Jabbari, condannata a morte in Iran per aver ucciso un uomo che cercava di violentarla. Il film è introdotto da Ludovica Poli, associata di diritto internazionale all’Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Giurisprudenza, e Anna Ronfani, avvocata e vicepresidente di Telefono Rosa Piemonte.

 Quindi, sabato 18 ottobre, “The Matchmaker” di Benedetta Argentieri, la storia di una delle più famigerate jihadiste britanniche che ha abbandonato Londra per unirsi allo Stato islamico e reclutare donne che diventassero le future mogli di combattenti dell’Isis.

Il film è introdotto da Ludovica Poli, associata di diritto internazionale, Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Giurisprudenza, e Anna Mastromarino, ordinaria di diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Giurisprudenza.

 Si chiude il 25 ottobre con “La bicicletta verde” di Haifaa Al-Mansour. Il film è ambientato in Arabia Saudita dove una ragazzina lotta per conquistarsi il diritto dell’uso della bicicletta, riservato ai maschi.

Il film è introdotto da Ludovica Poli, associata di diritto internazionale, Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Giurisprudenza e da Maria Chiara Vitucci, ordinaria di diritto internazionale, Università della Campania Luigi Vanvitelli – Dipartimento di Giurisprudenza.

Le cose mute e immobili di Felice Casorati

 

Il nuovo episodio di Archivi d’Affetto del Circolo del Design

Sabato 11 ottobre una mattinata dedicata a scoprire il lato inedito di Felice Casorati come progettista e designer e al suo rapporto con le arti applicate

 

 

Sabato 11 ottobre il Circolo del Design presenta la quinta tappa di Archivi d’Affetto, dedicata questa volta al lato poco conosciuto del pittore Felice Casorati: quello di progettista e designer.

L’iniziativa, organizzata in collaborazione con l’Archivio Casoratiil Comune di Pavarolo e la Fondazione della Comunità Chierese, offrirà al pubblico un viaggio tra Torino e Pavarolo per scoprire le “cose mute e immobili” progettate dall’artista, opere che attraversano design, architettura e arti applicate.

 

Archivi d’Affetto è un progetto del Circolo del Design di Torino, curato da Maurizio Cilli e Stefano Mirti, nato nel 2023, che mira a riportare in luce le storie di progettisti e sperimentatori che hanno sviluppato percorsi professionali fuori dagli schemi e di grande valore: traiettorie irregolari di figure impreviste che hanno contribuito a plasmare in maniera profonda l’identità culturale della città.

 

Felice Casorati (Novara, 1883 – Torino, 1963) è stato tra i protagonisti dell’arte italiana del Novecento. Pittore e animatore della scena culturale torinese, accanto alla pittura si è dedicato anche al progetto, firmando scenografie, arredi e spazi architettonici.

 

Nel centenario della sua inaugurazione nel 1925, questo episodio di Archivi d’Affetto celebra il Teatrino privato, oggi perduto, della casa torinese dei mecenati Cesarina e Riccardo Gualino. Realizzato da Casorati insieme al giovane architetto Alberto Sartoris, il Teatrino di Casa Gualino è stato laboratorio d’avanguardia e luogo d’incontro per l’élite culturale torinese, tappa significativa dell’identità artistica della città che simbolicamente tratteggia il clima culturale di quel momento.

 

Approfondendo il ruolo di Casorati come autore di spazi scenici e ambienti d’avanguardia, la mattinata si aprirà al Circolo del Design con un incontro condotto dal curatore di Archivi d’Affetto Maurizio Cilli, che ricostruirà la storia del Teatrino domestico di Cesarina e Riccardo Gualino con immagini, documenti e materiali d’archivio, allargando lo sguardo al sistema sociale e alle relazioni artistiche che l’hanno animato. Uno spazio straordinario, in cui la pittura si fece architettura e le arti visive si fusero con il teatro, capace di unire rigore formale ed essenzialità, ospitando esperienze artistiche di grande valore come la scuola di danza di Bella Hutter.

 

Dopo il talk, una navetta porterà i partecipanti a Pavarolo per visitare la mostra “Felice CASORATI designer PARALLELI Piergiorgio ROBINO Studio Nucleo”allestita nello Studio Museo Felice Casorati e nella Casa Casorati. L’esposizione mette in dialogo i lavori dell’artista con quelli del designer e artista torinese Piergiorgio Robino (Studio Nucleo), creando un ponte tra modernità e contemporaneità.

 

Prenderanno parte all’iniziativa, oltre a Maurizio Cilli, Piergiorgio Robino, designer e artista, Davide Alaimo, architetto, designer e storico delle arti decorative, Giulia e Natalia Casorati di Archivio Casorati, Sara Fortunati, direttrice del Circolo del Design, Laura Martini in Borca, sindaca di Pavarolo, e Stefano Mirti, tra i curatori di Archivi d’Affetto.

 

La giornata diventa così un’occasione per riscoprire Felice Casorati nella sua dimensione meno nota, quella del designer e del creatore di formespazi e oggetti, e per riflettere sulla poliedricità di un artista noto a tutti per i suoi capolavori pittorici.

 

L’accesso è gratuito per i soci del Circolo del Design e i possessori Abbonamento Musei Piemonte e Valle d’Aosta.

Tutti i contributi realizzati per l’episodio “Le cose mute e immobili di Felice Casorati” sono disponibili sulla piattaforma digitale www.archividaffetto.it. Questo capitolo si aggiunge a quattro altre storie che raccontano e reinterpretano esperienze e protagonisti, tracciando una geografia espressiva in grado di illustrare alcuni tratti distintivi della cultura del progetto di Torino e del Piemonte.

 

Di questo episodio fanno parte: una biografia di Felice Casorati e un testo curatoriale a cura di Stefano Mirti e Maurizio Cilli; un contributo di Davide Alaimo che approfondisce l’esperienza progettuale di Casorati; i disegni tecnici del progetto del Teatrino domestico, ricostruiti da Maurizio Cilli; il “Decalogo del perfetto invitato”, un opuscolo illustrato da Gigi Chessa, distribuito all’ingresso del Teatrino come guida al comportamento; una selezione di disegni e fotografie provenienti dall’Archivio Casorati.

Al via la prima edizione di Letti in Camera – La Fiera

10 – 12 ottobre 2025

Sala Gymnasium e Cortile di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia

Ingresso gratuito

via delle Rosine, 18 – Torino

9 ottobre 2025

Anteprima – Speciale Letti in CAMERA

Presentazione del progetto di educazione all’immagine Standard ISO 29991. Tesauro di ecologia bambina di Rorhof e curato da Shibboleth

Ingresso gratuito


Dal 10 al 12 ottobre 2025, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino apre le porte a una nuova esperienza dedicata all’editoria fotografica contemporanea. Per tre giorni, gli spazi del Gymnasium e del cortile si trasformeranno in un vivace punto d’incontro tra oltre dieci editori indipendenti, fotografi e appassionati del settore, per dare vita alla prima edizione di Letti in CAMERA – La Fiera.

Un’occasione unica per esplorare la più recente produzione editoriale italiana legata al linguaggio fotografico: libri, riviste e fanzine da sfogliare, toccare, scoprire. Un fine settimana all’insegna della condivisione e della scoperta, tra sguardi nuovi sul mondo e incontri ravvicinati con autrici, autori ed editori che animano la scena contemporanea.

La Fiera, naturale evoluzione della rassegna di successo Letti in CAMERA dedicata all’editoria fotografica contemporanea, è curata e coordinata da Giulia Ninotta e darà spazio, accanto agli stand, anche a un programma di talk e presentazioni con autori, autrici, editori ed editrici di rilievo. Un invito a dialogare intorno al libro fotografico oggi, per esplorarne le forme e il ruolo che assume nel raccontare il mondo.

Ad anticipare l’apertura della fiera, il 9 ottobre si terrà un’anteprima speciale: un incontro dedicato alla presentazione di Standard ISO 29991. Tesauro di ecologia bambina, il progetto di educazione all’immagine di Rorhof e curato da Shibboleth. Un lavoro originale e potente, realizzato con il sostegno di Strategia Fotografia 2024, iniziativa promossa dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Letti in CAMERA – La Fiera entrerà poi nel vivo il 10 ottobre con l’arrivo degli editori e l’apertura degli stand, una festa inaugurale dalle ore 19.00 aperta al pubblico e un programma di talk che vedrà protagonisti Witty Books (venerdì 10 alle ore 18.30), Quodlibet (sabato 11 alle 11.30) e Giostre Edizioni (domenica 12 alle 11.30).

Programma dei talk (nel Gymnasium di CAMERA)

AnteprimaGiovedì 9 ottobre | Speciale Letti in CAMERA

  • ore 18:30, presentazione ISOO2991 (Rorhof, a cura di Shibboleth)

 

 Venerdì 10 ottobre | 15:00 – 21:00

  • ore 15:00, apertura fiera
  • ore 18:30, presentazione Is Life Under The Sun Not Just a Dream (fotografie di Rocco Venezia, musica di Luigi Scaramuzzo  Witty Books)
  • a seguire live di Luigi Scaramuzzo e aperitivo

 

 Sabato 11 ottobre | 11:00 – 19:00

  • ore 11.00, apertura fiera
  • ore 11:30, presentazione Brenva (Stefano Cerio in dialogo con Angela Madesani – Quodlibet)

 

Domenica 12 ottobre | 11:00 – 17:00

  • ore 11.00, apertura fiera
  • ore 11:30, presentazione Tanti saluti dalla luna (Claudia Bigongiari – Giostre Edizioni)
  • ore 17:00, chiusura fiera

Editori presenti:

Cesura publishing

Emergenze Publishing and Distribution

Giostre Edizioni

Humboldt Books

King Koala

Nero

Numero Cromatico

Paint It Black

Pellicola

Quodlibet

Rorhof + Shibboleth

Witty Books

Stefano Nazzi con Andrea Malaguti apre il Torino Crime Festival

Venerdì 10 ottobre ore 21
Inaugurazione ufficiale del Festival
OGR Torino – Binario 3
Corso Castelfidardo 22, Torino
Stefano Nazzi in dialogo con Andrea Malaguti
presenta il suo nuovo libro:
PREDATORI – I Serial Killer che hanno segnato l’America

Sabato 11 ottobre ore 17.00
Fondazione OMI
Via San Massimo 21, Torino
Il Respiro del veleno – Intrecci invisibili tra morte mito e potere
Massimo Centini e Simone Campa
Torino si prepara ad aprire le porte della decima edizione del Torino Crime Festival, il laboratorio di idee e narrazioni che indaga il crimine in tutte le sue forme – reali, letterarie, sociali e simboliche.

Venerdì 10 ottobre alle OGR Torino il festival inaugura ufficialmente la sua settimana con uno degli appuntamenti più attesi: Stefano Nazzi, tra le voci più amate del giornalismo investigativo italiano, presenta insieme al direttore de La Stampa Andrea Malaguti il suo nuovo libro Predatori – I Serial Killer che hanno segnato l’America.
Un viaggio negli anni in cui il male sembrava annidarsi ovunque – tra i Sessanta e i Novanta – e i serial killer statunitensi diventavano protagonisti di un’“epidemia” di violenza che avrebbe cambiato per sempre la criminologia e l’immaginario collettivo.
Nazzi, con la sua scrittura incisiva e la capacità di entrare nelle menti dei più temibili assassini della storia, ricostruisce le vite e i metodi di John Wayne Gacy, Edmund Kemper, David Berkowitz e Ted Bundy, restituendo il ritratto di un’America in cui la normalità nascondeva l’orrore.
L’incontro, organizzato da Torino Crime Festival e OGR Torino, è sold out!

Il giorno successivo, sabato 11 ottobre alle 17, la rassegna si sposta alla Fondazione OMI (via San Massimo 21) con un appuntamento che intreccia scienza, mito e suggestione sonoraIl Respiro del veleno – Intrecci invisibili tra morte, mito e potere. Lo storico dell’arte Massimo Centini, autore del volume I veleni tra scienza e mito, accompagna il pubblico in un percorso che attraversa i secoli e le culture per raccontare come il veleno, invisibile e seducente, sia stato strumento di potere, di giustizia e di superstizione.  Accanto a lui, il musicista Simone Campa costruirà dal vivo un paesaggio acustico ispirato alle pratiche di sound healing, per trasformare la riflessione in esperienza sensoriale.
Un incontro che fonde sapere e percezione, scienza e rito, mostrando come anche ciò che non si vede – come il veleno – possa raccontare molto dell’essere umano e delle sue contraddizioni.

Con questi due appuntamenti, il Torino Crime Festival inaugura un’edizione che invita il pubblico a guardare dove lo sguardo di solito non arriva, tra le pieghe dell’invisibile, alla scoperta di quei crimini, visibili e sommersi, che continuano a definire la nostra società.

“BallaTorino – Social Dance”, oltre 70 appuntamenti danzanti in spazi urbani

Per il terzo anno consecutivo torna ad animare la città “BallaTorino – Social Dance”, in programma da sabato 11 a sabato 18 ottobre prossimo, con oltre 70 appuntamenti danzanti negli spazi urbani. Sulla scia del successo delle prime due edizioni, che hanno coinvolto oltre 20 mila persone tra cittadini, scuole e associazioni di ballo, la manifestazione, prodotta e coordinata da Fondazione Contrada Torino Onlus, si riaffaccia con numerosi eventi dedicati al ballo sociale. Nell’arco di otto intense giornate, eventi danzanti, flash mob e performance animeranno contesti urbani sociali, dal centro alle periferie, come piazze, portici e gallerie, musei, scuole, mercati rionali, luoghi di lavoro, discoteche e molti altri spazi.
Quest’anno la scelta per il quartiere ospite è caduta su Barriera di Milano, per valorizzare la sua multiculturalità. “BallaTorino – Social Dance” non è soltanto una vetrina d’animazione o una vetrina di stili o ritmi, ma è anche un invito aperto finalizzato all’incontro. In un momento in cui l’interazione tra le persone rischia di essere sempre più mediata e distante, l’iniziativa restituisce al ballo il suo ruolo originario, quello di un rito collettivo, di uno spazio d’incontro e scambio, espressione di un linguaggio universale”.
“Non solo spettacolo e intrattenimento – come spiegano gli organizzatori – ma riscoperta della danza come pratica sociale, come occasione per ascoltare l’altro anche quando parla una lingua diversa dalla nostra. Lo scopo è quello di creare un contenitore dinamico dove tradizioni lontane si incontrano. Danze comunitarie, tango argentino, hip hop, balli popolari e danze contemporanee dialogano e si contaminano. La manifestazione punta a consolidare la rete professionale del settore coreutico attraverso un processo di valorizzazione delle scuole di ballo, le compagnie e le organizzazioni che svolgono attività sul territorio e, al tempo stesso, ambisce a creare nuovi spazi per la sperimentazione contemporanea, trasformando la danza in un ponte tra tradizione, innovazione e comunità”.
“’BallaTorino – Social Dance’ è l’esempio di come una manifestazione possa coniugare turismo, cultura e partecipazione  – ha dichiarato l’assessore allo Sport, Turismo e Grandi Eventi della Città di Torino Domenico Carretta – un’iniziativa capace di valorizzare il volto autentico di Torino, una città che vive di piazze, incontri, momenti di comunità, anche attraverso la danza, una delle forme più potenti nell’unire persone. Torino si trasformerà in un palcoscenico diffuso e inclusivo, dove le persone potranno condividere spazi e musica”.
“Torino diventerà spazio di incontro di culture – ha dichiarato Germano Tagliasacchi, Direttore della Fondazione Contrada Onlus Torino – questo è per la città non solo una straordinaria vetrina, ma l’opportunità di mostrarsi coesa nei valori come quelli della pace, del rispetto e della cooperazione tra le persone. Un luogo ideale di incontro e di dialogo dove, attraverso il ballo, lo spazio pubblico diventa protagonista”.

Questa terza edizione segna un vero upgrade che va oltre i numeri: non solo con un calendario fitto che si svolge in tutta la città, alimentato dall’energia delle persone, ma un orizzonte più ampio con la preziosa opportunità di riflessione e confronto, in particolare con il primo convegno nazionale sulla danza sociale urbana, dal titolo “Le città danzano il futuro”, patrocinato da ANCI e organizzato dalla Fondazione Contrada Torino Onlus, in collaborazione con la Presidenza del Consiglio Comunale di Torino, curato da Elisa Guzzo Vaccarino, Alessandro Pontremoli e Luigi Ratclif. BallaTorino sceglie così di farsi laboratorio di ricerca per lanciare alle altre città un messaggio di cooperazione su questi temi. L’incontro è in programma giovedì 16 ottobre, alle ore 10, nella Sala Colonna di Palazzo Civico, e avvierà una conversazione aperta tra alcune delle principali esperienze italiane che lavorano sulla danza sociale urbana con progetti di ricerca. Un evento inedito avrà luogo mercoledì 15 ottobre, alle ore 17, quando la Sala Colonne si trasformerà in una sala da ballo, ospitando dipendenti e funzionari che si ritroveranno sullo stesso ritmo per la sezione “Il ballo nei luoghi di lavoro”.

L’apertura della kermesse è fissata sabato 11 ottobre prossimo, a partire dalle ore 15, in piazza Castello, con l’evento “Balli dal mondo”, organizzato in collaborazione con il Centro Interculturale della città e l’Ufficio Pastorale dei Migranti, in sinergia con il Festival della Missione, che vedrà la partecipazione delle comunità straniere che abitano a Torino. Un appuntamento che vuole promuovere il dialogo sulla pace in un tempo segnato da tensioni e incertezze. La chiusura della prima giornata sarà un vero salto nella recente storia della città: il MAUTO, a 65 anni dall’inaugurazione della sede di corso Unità d’Italia, alle ore 21 ospiterà l’evento “1960. Così ballavamo”, organizzato in collaborazione con l’Archivio Storico della Città di Torino e l’associazione Amici di Italia ’61. Senza alcuna vena nostalgica, la serata, all’insegna dell’energia e del divertimento, invita a rivivere le atmosfere degli anni Sessanta, quelli del boom economico e dell’avvento della musica leggera, un’occasione da ballare sulle selezioni musicali di Marco Basso.

Il fascino del tango avvolgerà le piazze di Torino a partire da domenica 12 ottobre, alle ore 17.30, con la “Milonga pirata” della galleria San Federico. Lunedì 13 ottobre sarà la volta di “1 km di tango”, lungo via Po, che unirà storia e movimento, mentre giovedì 16 ottobre, alle 21.30, andrà in scena “Mondo latino. Abbracciamoci nel tango”, la grande festa dedicata all’America Latina, Paese ospite 2025. Lo spettacolo si terrà presso il Dancing Le Roi Music Hall, con artisti, ballerini e professionisti, oltre ai dj Giacomo Bombonato e Aurora Fornuto, e la musica dal vivo di Miguel Angel Acosta del sul “Che Tango Trio”. Sabato 18 ottobre, presso la galleria Umberto I, verrà ospitata la “Milonga all the people”, con la collaborazione di Milonga Queer, Tango Jar e Tango Borgo Dora.

“L’ora di ballo”, promosso da Carlotta Salerno, assessora alle Politiche Educative e Giovanili della Città di Torino, vede moltiplicarsi gli incontri riservati agli studenti, e porterà le lezioni di Flamenco, Urban Dance, Swing, Folklore argentino e Tango tra i banchi di cinque istituti scolastici cittadini.

Dall’8 al 30 ottobre, dalle 18 alle 22, nei portici di via Nizza tra il civico 7 e il civico 19, si vedrà la proiezione di opere di videodanza provenienti dal contest internazionale “La danza in 1 minuto”, a cura di Coorpi, in collaborazione con Spazio Portici Percorsi Creativi. I musei accoglieranno interventi danzanti con azioni e performance di realtà prestigiose come Dance Well, alla GAM, sabato 11 ottobre, e al Museo del Risorgimento, martedì 14 ottobre, qua do approderà il Balletto Teatro di Torino e la Compagnia EgriBiancoDanza. Sempre martedi 14 le performance approderanno all’ospedale Sant’Anna, e lo stesso giorno BallaTorino sarà presso il centro riabilitativo psichiatrico Faber, in via Nomis di Cossilla.

Gran finale al Circolino di Flashback, che sarà il ritrovo per tutti i protagonisti della manifestazione per salutare insieme il pubblico e celebrare l’energia condivisa durante questi giorni, scanditi dal ritmo della musica e del movimento. Il progetto BallaTorino si sviluppa anche attraverso iniziative editoriali pensate per documentare e valorizzare la scena della danza in città. Il primo di questi progetti è l’Atlante del Ballo a Torino, che sarà disponibile online e offrirà informazioni utili per mappare la rete professionale e i suoi protagonisti. Il secondo prende forma come volume dedicato alle immagini e alle voci della Torino che danza, un’idea progettuale che punta a raccontare, attraverso immagini e parole, la vitalità della città in movimento.

Mara Martellotta

“Menti folli, corpi liberi”, torna “Pagliacce”

 

Unico evento in Italia dedicato alle “donne che fanno ridere” 14^ edizione  del “Festival Internazionale delle donne clown”

Dal 15 al 19 ottobre

Il tema, su cui contorcere corpo e mente e storie e pensieri come intreccio esilarante di intrigante e libera comicità, capace di superare il palco e volare ad abbracciare il pubblico divertito e sbigottito ma anche un po’ solo un po’ (ma tutto è parte del gioco) impensierito, sarà: “Menti folli, corpi liberi”. Perché “essere folli significa aprire strade proprio corpo significa muoversi in piena consapevolezza di sé e dell’altro, nel rispetto dei confini e nella ricerca di nuove forme di relazione”. A sostenerlo sono Martina Soragna e Silvia Laniado, direttrici artistiche del Festival “Pagliacce – Festival Internazionale delle donne clown” (promosso da “Pagliacce Network” e dal duo “Le2eunquarto”, con il sostegno di numerosi Enti Pubblici) che ritorna a Torino, per la sua 14^ edizione, da mercoledì 15 a domenica 19 ottobre. E le due continuano: “Con questo sguardo, il Festival affronterà temi come il consenso, l’autodeterminazione dei corpi, la vulnerabilità come forza creativa, le relazioni di potere, fino alla possibilità di trasformare il ridicolo e l’eccesso in strumenti di resistenza e di cura collettiva”. Dunque, dietro la larga risata, attenzione!, ci sarà sempre l’obbligo di una riflessione, di un ripensamento e di una volontà a mettersi in gioco senza trucchi né inganni. Di certo, saranno cinque giorni intensi di spettacoli, in cui Torino diventerà la “capitale delle donne clown”. Trenta le artiste coinvolte in un’iniziativa che porterà in Italia le migliori artiste internazionali della comicità: tra i nomi di punta Dolorèze Lèonard (in arrivo dal Quebec), “Compagnia La Bouffa”, la viennese (cofondatrice del primo “teatro clown” di Vienna, il “Theater Olé”) “Anna de Lirium”, l’americana “Hilary Chaplain” e Marina Barbera, in arrivo dall’Argentina. Forte anche la presenza di nuovi talenti italiani.

La peculiarità resta, come sempre, la “qualità” e il “livello degli spettacoli”, 17 per 13 Compagnie, affiancati ad un “corso di formazione” per volontari, “due laboratori per bambini” e “due talk tematici”. Vero e proprio “Laboratorio a cielo aperto”, il Festival vuole essere “un luogo – dicono ancora Soragna e Laniado – dove artiste affermate ed emergenti si incontrano, condividono linguaggi e si sostengono a vicenda, alimentando una comunità culturale che crede nella comicità come chiave per immaginare futuri diversi, più liberi e inclusivi”.

Grande novità di quest’anno, il “cambio di sede”, per cui il Festival diventa “diffuso”, per agevolare le esigenze del pubblico, andando ad abitare diversi spazi di Torino: lo “Chapiteau Madera” sarà allestito nel Giardino “Edisu” (ingresso da via Faà di Bruno e da via Pallavicino 35), nuovo cuore pulsante della manifestazione insieme al “Cubo Teatro / Off Topic” (via Pallavicino 35). Accanto a questo spazio, e allo “Spazio Flic” (via Paganini 0/200), già protagonista nelle edizioni 2023 e 2024, il programma coinvolgerà anche lo spazio “MyFarini” (giardino di corso Farini) e, per una delle anteprime, l’“Atelier Teatro Fisico” di Philip Radice (via Carmagnola 12).

Non solo. Tra le altre novità (dai conviviali “Talk”, agli “AperiPro” con le “Pagliacce” e al “Dj Set”) non mancheranno anche quest’anno i “Laboratori”: per le “artiste italiane” desiderose di partecipare a workshop con nomi di respiro internazionale e per i bambini. Oltre a due matinée per le scuole (mercoledì 15 ottobre con “The Last1”di “Pagliacce Network” e giovedì 16 ottobre con “Gretel” di “Quattrox4”), sono infatti previsti ben sei laboratori per bambini.

I giorni del Festival sono inoltre scanditi dal “Biblioclown letture per bambini”, una biblioteca itinerante che propone letture e attività per scoprire l’universo del circo contemporaneo e del clown.

Infine, è doveroso ricordare che un ruolo prezioso nell’organizzazione del Festival lo ha svolto quest’anno anche la collaborazione con la Cooperativa “Il sogno di una cosa”, che coinvolge persone con disabilità cognitive, portando negli spettacoli uno sguardo diverso, autentico e profondamente umano. Importante anche la sinergia sviluppata con il Festival “Incanti”, “sinergia – concludono gli organizzatori – che apre ulteriori spazi di confronto e dialogo tra linguaggi performativi diversi, rafforzando la dimensione internazionale e multidisciplinare di ‘Pagliacce’, come progetto sempre più condiviso e plurale: dalla formazione al sostegno delle nuove generazioni, dalla programmazione di spazi culturali alla costruzione di reti di artistə e operatori”.

Per info e programma completo: tel. 335/1657075 o www.pagliacce.it/festival-pagliacce/

Gianni Milani

Nelle foto: Cia – La Bouffa Ramon Guirado e Anna de Lirium clownin_carolina frank

Aurélien Boussin alla galleria Domus Lascaris di Torino

Dal 15 ottobre al 5 dicembre il gruppo Building mette in mostra sei opere dello scultore normanno 

Il linguaggio artistico di questo scultore trasmette un’energia immobile nella quietezza del marmo, una forza che vibra tra la perfezione della geometria e l’imprevedibilità della natura. La mostra, che permette di scoprire l’arte di questo autore e che il gruppo Building ha scelto come prossima esposizione alla Domus Lascaris di Torino, invita a scoprire un universo di forme eleganti e pure attraverso sei opere di marmo e pietra.

Le sculture astratte di Boussin si ispirano al mondo naturale e nascondo dall’equilibrio tra rigore e sensibilità, dando vita a creazioni che sembrano materializzare il flusso vitale. La sua poetica prende forma da alcuni volumi simbolici, come il cubo, la sfera e l’uovo. Da questi solidi l’artista esplora gli stati d’animo dell’uomo, mettendoli in rapporto con la perfezione dell’universo e traducendo in opere che trasmettono un profondo senso di serenità o inquietudine. Ne è un esempio l’opera “Toc Vajont”, in cui lo slancio verticale del marmo evita la tragedia del 1963, inducendo lo spettatore a una potente riflessione sulla fragilità e la forza della natura. Questo linguaggio è frutto del particolare linguaggio artistico di Boussin, iniziato con la formazione in restauro di monumenti storici, a Notre Dame de Paris e al Château de Versaille, e poi sbocciato lungo la Loira attraverso l’amore per il marmo, che lo ha condotto fino al cuore delle Alpi Apuane, dove tra Carrara e Pietrasanta ha fondato il suo laboratorio. Le ampie vetrate di Domus Lascaris offriranno ai passanti la possibilità di apprezzare le opere a tutte pe ore del giorno, rivelando normale linee sinuose delle sculture entrino in risonanza con l’architettura modernista del palazzo, in un dialogo costante tra interno ed esterno, tra la visione dell’artista e lo spazio abitativo. Questo è il riflesso della filosofia che anima l’impegno culturale del Gruppo Building.

“La capacità di infondere vita e dinamismo in un materiale eterno come il marmo è ciò che rende interessante il lavoro di Aurélien Boussin – dichiara Luca Boffa, CEO del Gruppo Building – le sue opere celebrano la bellezza e la complessità della natura, una visione che si sposa con la nostra idea di creare spazi in cui architettura e arte contribuiscono al benessere”.

L’esposizione torinese implementa il percorso internazionale di un artista prestigioso, esposto ed apprezzato in contesti come Barcellona, Hong Kong, Roma, Milano, Forte dei Marmi, in Francia, Svizzera, Norvegia, Cina e Romania. Giovedì 16 ottobre, dalle 18, lo spazio Domus Lascaris sarà aperto per un incontro con l’artista, occasione di dialogo tra Boussin e il pubblico, e di presentazione delle sue opere.

Mara Martellotta