CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 142

Rock Jazz e dintorni a Torino: Dena Derose e i Meganoidi

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Al Magazzino di Gilgamesh suona Max Altieri & Friends.

Mercoledì. All’Osteria Rabezzana è di scena il trio Paolo Porta 3. Al Blah Blah si esibiscono i Traitrs+ Secret Folder.

Giovedì. Alla Divina Commedia sono di scena i DAG. All’Hiroshima Mon Amour suonano i Selton. All’Off Topic si esibiscono i Viito. Al Blah Blah suonano gli Electric Wires. Al Cafè Neruda si esibisce il trio di Alberto Marsico.

Venerdì. Al Folk Club è di scena Dena Derose. Al Blah Blah suonano i Meganoidi. Al Magazzino di Gilgamesh è di scena Giulia Impache. Alla Divina Commedia suonano i Noi Duri 2.0. All’Hiroshima Mon Amour si esibisce Whitemary. Al Circolo Sud suona Skulla.

Sabato. Al Blah Blah sono di scena Let Them Fall & No More Extasy. Alla Divina Commedia si esibiscono i Dogma. Al Circolo Sud  suona Roncea.

Domenica. Al Blah Blah è di scena la The Andy Mcfarlane Two Man Orchestra.

Pier Luigi Fuggetta

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

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SOMMARIO: Il Piemonte contro la violenza – Solidarietà ad una docente perseguitata – Il Latino è un’altra cosa – Lettere

Il Piemonte contro la violenza
L’iniziativa-incontro  del presidente del Consiglio regionale del Piemonte  Davide Nicco di martedì 21 gennaio dedicata alla  necessità di ribadire in  modo inequivocabile ed assoluto che il confronto politico non deve mai degenerare in violenza, è molto importante perché segna  uno spartiacque tra chi strizza l’occhio agli estremisti che devastano le nostre città e ricorrono alla violenza contro le forze dell’ordine e chi condanna senza ambiguità l’’uso della violenza.
E’ bene ribadirlo anche rivolti al passato, partendo da Marx che riteneva la violenza il forcipe della storia, per giungere a Marinetti che inneggiava alla violenza, sia pure in focosi discorsi che rimanevano tali. Come “reduce”   in Spe di scelte e battaglie  democratiche e liberali contro il ‘68 e le violenze che degenerarono  nel terrorismo armato, esprimo una profonda adesione all’iniziativa del Presidente Nicco. Vedo in lui lo spirito che fu  di un mio grande amico, il presidente Aldo Viglione, capace di rappresentare l’intero Piemonte, come forse nessun altro presidente del Consiglio Regionale.
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Solidarietà ad una docente perseguitata
La docente della scuola elementare “Sinigaglia” di Torino Laura Prunotto è stata assolta dal tribunale di Torino  in cui era stata trascinata dalle accuse veementi, piene di odio,  lanciate contro di lei  da alcuni genitori di suoi alunni. E’ storia che si è trascinata per 10 anni. La docente venne sospesa dall’insegnamento in base ad accuse (maltrattamenti aggravati) che oggi si rivelano una vera e propria diffamazione in quanto il Tribunale ha stabilito che “il fatto non sussiste”. Sono i risultati di una scuola nella quale l’autorità del docente è stata calpestata per dare spazio solo a discenti e genitori che pretendono di condizionare anche le autorità scolastiche.
Il direttore scolastico regionale in carica è stato invece molto  chiaro e ha detto che chi è assolto ha il diritto di tornare ad insegnare. I genitori che si erano accaniti contro la docente fanno indebita pressione sulla Procura perché  si appelli contro la sentenza. E’ una storia vergognosa di persecuzione di cui su questa rubrica mi ero già occupato fin dagli inizi di questa vicenda,  che segna la fine della Scuola di Stato divenuta una scuola privata al servizio dei genitori. I casi di docenti e di capi di istituto fatti oggetto di vere campagne  diffamatorie sono numerosi e sono una delle cause per cui nella scuola l’insegnamento  è condizionato dall’indice di popolarità da raggiungere, a prescindere dalle competenze didattiche  degli insegnanti. La caccia ai docenti all’apparenza  più fragili è stata condotta anche da alcuni presidi che colpiscono un docente per “educarne”  cento e far vedere il loro potere. La scuola galleggia in queste acque putride da troppi decenni. La dignità dei docenti non viene difesa neppure dai sindacati confederali della scuola. Essere sottoposti ad un processo (da cui la docente in questione è uscita a testa alta) per il fatto di incappare in alunni e genitori che vorrebbero una scuola a misura dei propri comodi, appare davvero una cosa incredibile che va denunciata con fermezza. Il bullismo ha le sue radici lontane in questi soprusi contro i docenti  fin dalla scuola elementare. Chi indennizzerà la docente Prunotto del danno, delle sofferenze, delle umiliazioni subite ? E chi le ha rubato dieci anni della sua vita pagherà qualcosa per la cattiveria dimostrata?
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Il Latino è un’altra cosa
Che rientrino nella scuola media il Latino, la storia e la geografia e anche lo studio della civiltà occidentale e della Bibbia non deve creare scandalo, anzi può anche allietare uomini di solida cultura come il maestro Massimo Coco. Il problema è più complesso. Come rientrano? Mi riferisco  in particolare al Latino. Un po’ di Latinetto opzionale non serve a nulla Con Luciano Perelli constatammo  che nella media non era  più insegnato da docenti all’altezza. Gli studi classici sono cosa seria e richiedono tempo e impegno.
Andrebbero ripristinati anche al liceo classico dove sono scaduti. Nei licei scientifici si studiano pochissimo o vengono aboliti senza problemi. Non entro nel merito delle altre materie che ci porterebbero troppo lontani. Obietto con Gianni Oliva che studiare la Bibbia in una scuola laica può suscitare delle  perplessità anche perché i docenti non si improvvisano. La scuola avrebbe necessità di una riforma vera, ma la destra delle tre I ha solo pasticciato con le sue ministre, come sta facendo l’attuale. Sono  improvvisatori senza competenze specifiche. Prima madamine, adesso un giurista.  La sinistra anch’essa ha pasticciato nella scuola, pur offrendo persone più qualificate. Bisogna definire un asse culturale che non si riesce a fissare. Piccoli ritocchi servono a poco. Una  spruzzata di latinetto opzionale rischia di diventare il “latinorum” di don Abbondio. Non basta. Ci sono laureati in lettere che non hanno studiato il latino: sono ragionieri, geometri, periti. Codignola fece il disastro di aprire gli accessi universitari. I valori della cultura classica snobbati, anzi cancellati, sono molto importanti, ma vanno trattati con cura. Un ministro  salviniano non può farlo, al di là della sua volontà. Con Gentile, si è visto, hanno qualche difficoltà a rapportarsi e quindi è meglio lasciar perdere.
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LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com
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Craxi 25 anni dopo
A 25 anni dalla morte di Craxi escono altri libri che non danno contributi significativi alla lettura di un vero statista che ha saputo governare il Paese con competenza ed efficacia . Le accuse contro di lui legate a Tangentopoli non dovrebbero oscurare i suoi meriti.  Dante Giulio
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Craxi  va considerato in termini storici andando oltre il “codardo” oltraggio, seguito al “servo encomio” dei cortigiani. Lo dissi ad un anno dalla morte quando lo ricordai a Torino con Stefania Craxi, Giorgio Cavallo, Maria Magnani Noya, andando contro il clima da caccia alle streghe instaurato da Borrelli e Di Pietro. Craxi ha rappresentato una linea di continuità con il socialismo di Turati, di Matteotti, di Saragat e dell’ultimo Nenni. Un socialismo non succubo del Pci che sembrava essere scomparso negli anni di piombo, del compromesso storico, del brigatismo. Mario  Soldati era un ammiratore sincero e disinteressato di Craxi. Mi portò a conoscerlo e debbo dire che rimasi colpito dalla sua forte personalità.
Bobbio lo detestava, ma io finii di condividere la scelta di Soldati. Quando Craxi venne eletto, alcuni socialisti filo comunisti dissero con sarcasmo che era nata la socialdemocraxia. Seppi poi con certezza che questi personaggini erano dei comunisti infiltrati nei ranghi del PSI con lo scopo di  sabotare il partito socialista. E tanti sbandamenti del PSI e dello stesso Nenni si possono comprendere solo vedendo il ruolo che ebbero le quinte colonne. Una di esse mi disse di odiare Craxi più dei fascisti. A riprova finì per militare in Rifondazione comunista. Craxi fu capace di guidare il partito socialista verso l’autonomia dal PCI e dal marxismo. Dietro di lui ci furono due martiri come Matteotti e Rosselli. E’ un qualcosa che non va dimenticato. Craxi aveva dei grandi ideali per cui ha combattuto. Semmai, furono molti i socialisti inadeguati e anche disonesti attratti dal potere. Questa è la discriminante storica che va fatta. Craxi fu un politico che aveva letto Machiavelli ma aveva anche letto Tocqueville. Queste letture fanno la differenza rispetto a certa sinistra odierna che continua ad essere geneticamente anticraxiana.
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Mussolini
Egregio professore, più’ volte Lei ha espresso le Sue riserve ai libri di Scurati su Mussolini, definendoli non storici. Adesso vedo con piacere che dopo i film anche Cazzullo e Travaglio criticano Scurati.   Renzo Struzzi
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Le critiche sono di tipo diverso e mi preoccuperebbe essere sulla loro linea. Ma e’ fuor di dubbio che manca la storicità. Lo dice molto bene Giordano Bruno Guerri. Scurati è un piccolo scrittore che ha tratto notorietà, successo, soldi e premio Strega da Mussolini. Dovrebbe essergli grato…

Magnifiche collezioni “Arte e Potere” della Genova dei Dogi aprirà la stagione alla Reggia di Venaria

Il 2025 sarà un anno particolarmente ricco di novità per le mostre e gli eventi internazionali realizzati alla Reggia di Venaria. In programma, già in primavera, si aprirà la mostra dedicata alle Magnifiche collezioni “Arte e Potere” della Genova dei Dogi (titolo provvisorio), prevista dai primi di aprile fino a settembre nelle sale delle arti, realizzate in collaborazione è col Musei Nazionali di Genova, Palazzo Spinola e Galleria Nazionale della Liguria. Le straordinarie raccolte d’arte di alcune delle più importanti famiglie del patriziato genovese (Pallavicino, i Doria, gli Spinola e i Balbi) conservate a Palazzo Spinola di pellicceria, giungeranno alla Reggia di Venaria insieme alle più recenti acquisizioni del Musei Nazionali di Genova con prestiti da altri musei e collezioni privata. Un patrimonio unico di arte e storia che annovera celebri dipinti di Peter Paul Rubens, Antoon Van Dijk, Orazio Gentileschi, Guido Reni, Carlo Maratta, Luca Giordano, Hyacinthe Rigaud e Angelica Kauffman, oltre ai Maestri della grande scuola figurativa genovese come Bernardo Strozzi, Domenico Piola, Giovanni Benedetto Castiglione detto Il Grechetto e Gregorio De Ferrari. Attraverso un centinaio di opere, tra dipinti, sculture, argenti e arredi del Seicento e Settecento, si proporrà un percorso espositivo riferito alle raccolte del palazzo, diventato poi museo, ma anche il racconto del secolo d’oro “Genova la superba”, antica città retta dai Dogi con la sua regalità e fasto e teatro del Barocco.

L’esposizione continuerà il filone tematico dedicato alla storia, all’arte e alla cultura delle corti, e alla rappresentazione della loro magnificenza che la Venaria Reale sta perseguendo da tempo.

 

Mara Martellotta

 

 

Uomo e cavallo nella storia, in Cina una grande mostra targata Torino

In occasione del 55° Anniversario delle Relazioni Diplomatiche tra l’Italia e la Cina, due Paesi uniti nell’essere tra i maggiori siti Patrimonio mondiale Unesco e da un’eredità culturale di duemila anni certificata dall’antica via della seta, si inaugura al Museum of Wu di Suzhou, Cina, una mostra concepita e realizzata grazie alla collaborazione tral’Istituto Italiano di Cultura di Shanghai, la Fondazione Torino Musei, l’Università degli Studi di Torino e Palazzo Madama che, oltre a essere il luogo che ha generato l’Italia unita e Roma capitale, e visto nel 1961 la firma della Carta Sociale Europea, con i suoi due millenni di Storia riassume compiutamente l’immaginario che il mondo ha dell’Italia.

In questo contesto si è definito con la città di Suzhou – ancor oggi idealmente gemellata con Venezia, dopo essere stata tanto ammirata settecento anni or sono da Marco Polo – un progetto consacrato a restituire il rapporto tra uomo e cavallo, concepito per offrire un racconto comparativo della loro unione e rappresentazione nelle culture cinese ed europea nel corso dei secoli.

L’esposizione – curata da Chen Zenglu (direttore Museum of Wu), Domenico Bergero(Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università degli Studi di Torino), Francesco D’Arelli (direttore Istituto Italiano di Cultura di Shanghai) e Giovanni Carlo Federico Villa (direttore di Palazzo Madama) – vede la fondamentale partecipazione dei Musei Reali di Torino, con opere provenienti dalle prestigiose collezioni della Galleria Sabauda e del Museo di Antichità, e si articola in due sezioni che, su di un asse cronologico, narrano in parallelo l’evoluzione del rapporto tra uomo e cavallo.

Il percorso espositivo si apre con la spettacolare esposizione della Fiera di Saluzzo (sec. XVII) di Carlo Pittara – una stupefacente tela di 32 metri quadrati conservata alla GAM di Torino che, in virtù di un accordo con il Comune di Saluzzo, al suo rientro dalla Cina sarà esposta in modo permanente alla Castiglia di Saluzzo – a introdurre la sezione dedicata all’arte europea. La prima sezione offre al pubblico un excursus sull’iconografia del cavallo, spaziando dall’antichità classica all’Ottocento e restituendo contestualmente l’eterogeneità della produzione artistica, dai rilievi in marmo, ai dipinti, alle tecniche di fusione e cesellatura dei bronzi.

Il racconto dell’iconografia del cavallo nell’arte cinese antica è affidato a una selezione di eccezionali manufatti archeologici provenienti da sette tra i più prestigiosi musei in Cina a evidenziare la centralità del cavallo nella cultura e nella storia.

Attraverso capolavori che spaziano in un arco di tempo bimillenario viene articolata in un dialogo tra arte cinese e italiana la connessione tra uomo e cavallo quali simbolo di evoluzione e umana civilizzazione in un orizzonte geografico che dal Mediterraneo giunge allo Jiangnam, poiché fin dall’evo antico i cavalli non hanno affiancando l’uomo solo nei lavori materiali, ma sono divenuti simbolo di un potere culturale e spirituale.

Attraverso l’esposizione di 121 capolavori delle più diverse arti e tecniche – e quindi pittura, scultura, terracotta, bronzo, tessuti, grafica, fotografia – si origina un puntuale dialogo tra le culture all’interno di un museo nato quale centro di ricerca e studio della cultura di Wu che ha quale fulcro la presentazione delle grandi civiltà mondiali sotto molteplici prospettive. In una mostra che ha l’ambizione di farsi ponte tra le culture e scambio tra Est e Ovest.

HORSES

Symbols of Millenary Power from the Mediterranean to Jiangnan

Museum of Wu, Suzhou, Cina

17 gennaio – 18 maggio 2025

 

Sfacciatamente americana

Ci sono etichette discografiche del garage rock americano anni ‘60 che in verità a volte creano problemi per quanto riguarda la localizzazione geografica, la definizione degli studi di incisione, la strutturazione (nel caso di sotto-etichette o “sister labels”), la rete di distribuzione etc.

In altri casi i dati sono invece molto visibili, ben esplicitati, anche se non di rado incompleti.

In altri casi ancora il carattere “a stelle e strisce” è lampante, addirittura esplicito e sfacciato; è il caso dell’etichetta “U.S.A. Records”, nata a Milwaukee (Wisconsin) attorno al 1959, poi trasferitasi nel 1961 a Chicago e spinta dall’iniziativa di Paul Glass che la separò dalla Allstate Record Distributing Co., il distributore principale della ben più celebre Chess Records.

U.S.A. Records” fu etichetta eterogenea che spaziava su generi anche lontani fra loro, ma che proprio nella fase del garage rock sfoggiò logo e colori inequivocabili e sfacciatamente americani (scritta su campo blu a forma geografica, su sfondo a strisce bianche e rosse con stelle); fu legata solidamente alla band “The Buckinghams” (si ricordi la “hit” “Kind Of A Drag”), perdurò per tutto il corso degli anni Sessanta fino a spegnersi nel 1971 circa.

Qui di seguito si elencano i soli 45 giri “U.S.A. Records” di garage rock / psych rock, finora individuati e datati:

– TALLIE AND THE OUTLAWS “Tight Skirts / Just The Other Night” (809) [1965];

– THE WANDERERS “Come On Please / The Only Time” (819) [1965];

– WILLIE SPENCER “Ridin’ Shotgun / Everlovin’ Katherine” (832) [1965];

– THE CRESTONES “My Girl / The Chopper” (835) [1965];

– PHIL ORSI & THE LITTLE KINGS “Stay / Whoever He May Be” (837) [1966];

– OSCAR HAMOD & THE MAJESTICS “No Chance Baby / My Girl Is Waiting” (838) [1966];

– THE BUCKINGHAMS “I’ll Go Crazy / Don’t Want To Cry” (844) [1966];

– THE APOCRYPHALS “Gloomy Sunday / Tossin’ ‘n’ Turnin’” (846) [1966];

– PHIL ORSI & THE LITTLE KINGS “Sorry (I Ran All The Way Home) / Whoever He May Be” (847) [1966];

– THE BUCKINGHAMS “I Call Your Name / Makin’ Up And Breakin’” (848) [1966];

– THE CAMBRIDGE FIVE “Heads I Win / Floatin’” (850) [1966];

– OSCAR & THE MAJESTICS “I Can’t Explain / My Girl Is Waiting” (851) [1966];

– THE BUCKINGHAMS “I’ve Been Wrong / Love Ain’t Enough” (853) [1966];

– THE GREAT SOCIETY “I’m The One For You / And I Know” (856) [1966];

– THE BUCKINGHAMS “Kind Of A Drag / You Make Me Feel So Good” (860) [1966];

– THE BUCKINGHAMS “I’ll Go Crazy / Kind Of A Drag” [cassetta] (45k-142) [1967];

– THE SKUNKS “Elvira / The Journey” (865) [1967];

– THE MESSENGERS “Midnight Hour / Hard Hard Year” (866) [1967];

– THE BUCKINGHAMS “Lawdy Miss Clawdy / I Call Your Name” (869) [1967];

– JIMMY NULL & THE INVERSIONS “I Still Care For You / Good Good Lovin’” (870) [1967];

– THE GOOD GREEFS “Shy Girl / Oop-Oop-Pah-Doo” (871) [1967];

– ROBIN LEE AND THE REVELS “Pretty Patty / Flyin’ High” (872) [1967];

– THE BUCKINGHAMS “Summertime / Don’t Want To Cry” (873) [1967];

– THE CAMBRIDGE FIVE “Keep On Running / I Have To Laugh Alone” (875) [1967];

– OSCAR HAMOD & THE MAJESTICS “Soulfinger / Got To Have Your Lovin’” (878) [1967];

– THE SKOPES “She’s Got Bad Breath / Tears In Your Eyes” (880) [1967];

– THE LOST AGENCY “Time To Dream / One Girl Man” (881) [1967];

– FIVE BUCKS “Breath Of Time / Without Love” (882) [1967];

– THE SHADY DAZE “Love Is A Beautiful Thing / I’ll Make You Pay” (883) [1967];

– THE FAMILY “Face The Autumn / So Much To Remember” (886) [1967];

– THE BONDSMEN “Shotgun / Patricia Anne” (887) [1967];

– TRAFALGAR SQUARE “Till The End Of The Day / It’s A Shame Girl” (890) [1967];

– THE DAUGHTERS OF EVE “Symphony Of My Soul / Help Me Boy” (891) [1967];

– THE FAMILY “San Francisco Waits / Without You” (894) [1967];

– CHERRY SLUSH “I Cannot Stop You / Don’t Walk Away” (895) [1968];

– MICHAEL & THE MESSENGERS “Gotta Take It Easy / I Need Her There” (897) [1968];

– THE NEW BREED “I’m Coming To Ya [I-II] (899) [1968];

– THE INVADERS “The Flower Song / With A Tear” (902) [1968];

– CIRCUS “Gone Are The Songs Of Yesterday / Sink Or Swim” (903) [1968];

– CHERRY SLUSH “Day Don’t Come / Gotta Take It Easy” (904) [1968];

– THE TROLLS “I Got To Have Ya / Don’t Come Around” (905) [1968];

– THE FLOCK “Magical Wings / What Would You Do If The Sun Died?” (910) [1968];

– JOHN ERIC & THE ISOSCELES POPSICLES “Like Him / I’m Not Nice” (913) [1969];

– THE GREASE “Spoonful /Shimmick” (921) [1968];

– PARK AVENUE PLAYGROUND “I Know / The Trip” (919) [c.1969];

– THE FACTORY “High Blood Pressure / Lonely Path” (922) [1969].

Gian Marchisio

Inseguendo il Liberty

Oltre Torino: storie miti e leggende del torinese dimenticato

È l’uomo a costruire il tempo e il tempo quando si specchia, si riflette nell’arte

L’espressione artistica si fa portavoce estetica del sentire e degli ideali dei differenti periodi storici, aiutandoci a comprendere le motivazioni, le cause e gli effetti di determinati accadimenti e, soprattutto, di specifiche reazioni o comportamenti. Già agli albori del tempo l’uomo si mise a creare dei graffiti nelle grotte non solo per indicare come si andava a caccia o si partecipava ad un rituale magico, ma perché sentì forte la necessità di esprimersi e di comunicare. Così in età moderna – se mi è consentito questo salto temporale – anche i grandi artisti rinascimentali si apprestarono a realizzare le loro indimenticabili opere, spinti da quella fiamma interiore che si eternò sulla tela o sul marmo. Non furono da meno gli autori delle Avanguardie del Novecento che, con i propri lavori “disperati”, diedero forma visibile al dissidio interiore che li animava nel periodo tanto travagliato del cosiddetto “Secolo Breve”. Negli anni che precedettero il primo conflitto mondiale nacque un movimento seducente ingenuo e ottimista, che sognava di “ricreare” la natura traendo da essa motivi di ispirazione per modellare il ferro e i metalli, nella piena convinzione di dar vita a fiori in vetro e lapislazzuli che non sarebbero mai appassiti: gli elementi decorativi, i “ghirigori” del Liberty, si diramarono in tutta Europa proprio come fa l’edera nei boschi. Le linee rotonde e i dettagli giocosi ed elaborati incarnarono quella leggerezza che caratterizzò i primissimi anni del Novecento, e ad oggi sono ancora visibili anche nella nostra Torino, a testimonianza di un’arte raffinatissima, che ha reso la città sabauda capitale del Liberty, e a prova che l’arte e gli ideali sopravvivono a qualsiasi avversità e al tempo impietoso. (ac)

 

Torino Liberty

Il Liberty: la linea che invase l’Europa
Torino, capitale italiana del Liberty
Il cuore del Liberty nel cuore di Torino: Casa Fenoglio
Liberty misterioso: Villa Scott
Inseguendo il Liberty: consigli “di viaggio” per torinesi amanti del Liberty e curiosi turisti
Inseguendo il Liberty: altri consigli per chi va a spasso per la città
Storia di un cocktail: il Vermouth, dal bicchiere alla pubblicità
La Venaria Reale ospita il Liberty: Mucha e Grasset
La linea che veglia su chi è stato: Il Liberty al Cimitero Monumentale
Quando il Liberty va in vacanza: Villa Grock

Articolo 5. Inseguendo il Liberty: consigli “di viaggio” per torinesi amanti del Liberty e curiosi turisti

Negli articoli precedenti mi sono soffermata su due particolari edifici torinesi assai noti, Villa Fenoglio e Villa Scott, ma, poiché la nostra città è ricca di palazzi e ville in stile Liberty, nei due articoli che seguono vorrei proporre una sorta di “guida turistica” rivolta sia a chi, per caso, si trovi a passare nei dintorni di case e ville Liberty, e sia a chi, per pura curiosità, amerebbe approfondire l’argomento.

Pietro Fenoglio, celebre ingegnere-architetto, figura essenziale per il Liberty torinese, nel 1902 progetta per i fratelli Besozzi il Villino Gardino di corso Francia 12, angolo via Beaumont, dove lo stile floreale si affaccia nelle morbide linee del ferro battuto dei balconi. Nel 1909, sempre per la medesima famiglia, si dedica alla palazzina di via Magenta, e all’ampio isolato situato tra le vie Campana, Saluzzo e Morgari. La Palazzina Ostorero, di via Beaumont 7, del 1900, due piani più sottotetto, è contrassegnata da una raffinata decorazione floreale a graffito, da un tetto a capanna e torrette a tre livelli. La Palazzina Besozzi, di corso Francia 10, ha finestre doppie suddivise da colonne e capitelli, e discrete decorazioni sotto la gronda del tetto in legno. Tra il 1899 e il 1900, l’illuminato costruttore si dedica a Casa Gotteland, di via San Secondo 11. La facciata ha una scansione regolare e simmetrica, le decorazioni si concentrano sul ricco cornicione che corre tra il quarto e quinto piano, sui balconi, sulle finestre, sul portone d’ingresso. Sotto il davanzale, le finestre presentano un motivo decorativo ispirato alle forme di una conchiglia, festoni di fiori ornano i timpani sovrastanti le finestre; un motivo pure a conchiglia si trova nelle ringhiere in ferro battuto dei balconi; il portone d’ingresso in legno e vetri colorati e i fregi dipinti sull’androne ne segnano l’indirizzo apertamente floreale. Nel 1901 l’avvocato Michele Raby commissiona a Fenoglio la propria abitazione privata, da allora conosciuta come Villino Raby, corso Francia 8, vicino a via Beaumont. Una costruzione contrassegnata da un’estrema articolazione degli spazi esterni, a volte arretrati, a volte avanzati, con un originale portico terrazzato utilizzato come ingresso. Di grande rilievo l’originale bovindo angolare decorato da piccole teste di fanciulle. In fondo all’ampio cortile vi è una palazzina di servizio con annesse scuderie, caratterizzata da un tetto conico alla francese. Rimaneggiato nel corso degli anni, il villino nel 2009 è stato acquistato dall’Ordine dei Medici della Provincia di Torino, che si è occupato della sua lunga ristrutturazione. Del 1901 è Casa Boffa Costa, di via Sacchi 28 bis, che doveva necessariamente adeguarsi, per altezza, facciata e dimensioni, agli attigui e omogenei palazzi del tratto del corso porticato. Suggestioni Liberty si evidenziano comunque nelle finestre e nei balconi modellati in pietra artificiale; quattro finte colonne a tutta altezza hanno il compito di snellire il gioco prospettico, armoniosamente ritratto dal tondo dei balconi e il culmine delle finestre. Della vicina Casa Debernardi, via Sacchi 40/42, caratterizzata da due bovindi laterali che si alzano al colmo dei portici, forse Fenoglio ha posto solo la propria firma su di un’opera realizzata da altri. Interessante e aggraziata la facciata che dà sul cortile, con decorazioni Liberty in litocemento. Del 1902 (stesso anno di Palazzo Fenoglio-La Fleur e di Villa Scott) è Casa Pecco, via Cibrario 12, destinata all’affitto di abitazioni e di negozi, che evidenzia un apporto Liberty più modesto e garbato e meno vistoso. Si tratta di un edificio piuttosto imponente, che occupa un isolato trapezoidale nei pressi di via Le Chiuse, contraddistinto al piano terra da un portone in legno, la cui sagoma è ripresa dalle aperture del piano rialzato. Le finestre sono sovrastate da decorazioni geometriche, una cornice con motivi floreali caratterizza il paramento murario del terzo piano. La modellazione del ferro battuto contrasta piacevolmente con i lineari elementi litocementizi dei balconi del primo piano.


Di raffinatissimo stile Liberty è la Palazzina Rossi Galateri di via Passalacqua 14, (una perpendicolare di via Cernaia, alle spalle di piazza XVIII dicembre), segnata da motivi naturali quasi Rococò: tralci di vite, finta corteccia, fiori di grandi dimensioni, bovindi sormontati da terrazzini, e un elegantissimo portone d’ingresso in legno, al di sopra del quale si evidenziano le linee eleganti in ferro battuto del balcone. La costruzione è stata commissionata a Fenoglio dalla contessa Emilia Rossi, figlia del deputato Teofilo Rossi e moglie di Annibale Galatei, conte di Genola e di Suniglia. Squisita la resa armoniosa dei ferri battuti lavoratissimi, i particolari lignei come i telai delle finestre, la luminosa cromia delle vetrate, la morbida decorazione floreale, la bellissima vetrata ovale al piano rialzato e i particolari decorativi della facciata: tutto è studiato nei minimi particolari, ed è reso all’insegna del bello assoluto. Del 1903 è Casa Guelpa, via Colli 4, all’incrocio con corso Vittorio Emanuele 115, in un raffinato Liberty disegnato sui balconi con i motivi a conchiglia (il lato sul corso si richiama, invece, al Neobarocco). Casa Rey, di corso Galileo Ferraris 16/18, risale al 1904. Il palazzo, tra i cinque e i sei piani, ai lati ha due bovindi su tre ordini con vetri colorati e decorazioni floreali; la facciata si distingue per l’alternanza tra intonaco e laterizio in cui qua e là compaiono piccoli mostri su alcune finestre e capitelli su qualche balcone. Le finestre, che più si innalzano e più si alleggeriscono per gioco prospettico e capacità costruttiva, presentano eleganti modanature Liberty. Molto raffinati i quattro portantini in legno scolpito.

Casa Bellia, di corso Matteotti, angolo via Papacino, è caratterizzata da un ampio rosone, con colonnine poste a raggiera nella parte più alta di una simil-torre e cornici a dente di lupo che si alternano a particolari sia orientali che zoomorfi e fitomorfi. Nella parte angolare, un bovindo dalle linee tonde e dalle finestre ad arco, è sormontato da un tetto fatto a cupola piramidale. Particolari i balconi del primo e del terzo piano con finestre a triplice luce. Sempre in via Papacino e ancora con committenza Bellia, nello stesso anno – 1904 – viene edificato un edificio di quattro piani fuori terra, con seminterrati in vista e mansarde laterali a finestre binate. Un bovindo poligonale, chiuso nella parte superiore da un balcone con balaustra in cemento, allaccia due piani. Ornamenti floreali impreziosiscono il portone. Casa Rama, su progetto di Fenoglio, del 1909, in via Cibrario 63, è per noi torinesi del tutto particolare: in questa palazzina Liberty morì Guido Gozzano, il poeta crepuscolare che così ricorda la sua e nostra città: “Come una stampa antica bavarese/ vedo al tramonto il cielo subalpino/da Palazzo Madama al Valentino/ardono l’Alpi tra le nubi accese/È questa l’ora antica torinese,/è questa l’ora vera di Torino”. Cari curiosi e appassionati di Liberty, sarete ormai stanchi e affaticati, allora vi propongo una meritata pausa prima di riprende il tour nel prossimo articolo.

Alessia Cagnotto

I personaggi del Novecento visti da Quaglieni

Il libro “La passione per la libertà” sarà presentato al Circolo dei Lettori giovedì 23 gennaio alle ore 18

La passione per la libertà rappresenta il sottile fil rouge che accomuna personaggi apparentemente diversi tra loro, quali Alfredo Frassati, Ottavio Missoni, Massimo Mila, Giampaolo Pansa, Guido Ceronetti, Philippe Daverio e altri, che sono raccolti nella silloge dell’ultima fatica letteraria del professor Pier Franco Quaglieni, dal titolo, appunto “La passione per la libertà”.

Il volume, che reca l’originale e bella copertina dell’artista Ugo Nespolo, edito da Buendia Books, come ha spiegato lo stesso professor Quaglieni, si può leggere senza seguire l’ordine dei capitoli, ciascuno dedicato a un profilo, proprio perché ognuno di essi risulta distinto dagli altri. Ciò che, però, li accomuna è la passione con cui il professore evoca il concetto di libertà, riecheggiando un titolo pannunziano su Tocqueville e invitando al rispetto di tutte le idee espresse, che rappresenta il cardine di ogni civiltà liberale. Non si deve dimenticare che una delle migliori riletture dell’opera di Tocqueville la si deve proprio a un breve saggio composto da Mario Pannunzio, dal titolo “Le passioni di Toqueville”, in cui lo stesso Pannunzio nota come la forza dell’intera opera dello studioso francese non risieda tanto nel suo spirito dottrinario, quanto nella passione, talvolta aristocratica, e nell’amore per la libertà.
Il libro del professor Quaglieni non è una mera successione di profili biografici, quanto un’evocazione di figure tra loro anche diverse, ma tutte colte alla luce della loro libera espressione di pensiero; rappresenta anche la denuncia nei confronti del periodo storico che stiamo vivendo, molto spesso orientato al conformismo.
Quaglieni, uno dei massimi esponenti della cultura liberale contemporanea e non solo italiana, in questo volume riporta anche ricordi di amici che con lui hanno condiviso il cammino di oltre cinquant’anni del Centro Pannunzio, da lui fondato insieme ad Arrigo Olivetti, Mario Soldati e altri giovani studiosi dell’Università di Torino, richiamandosi alla tradizione culturale de “Il mondo” di Pannunzio. Non mancano nel volume pagine autobiografiche nelle quali l’autore ripercorre la storia liberale della sua famiglia, capaci di rendere ancora più profonda la conoscenza del suo pensiero orientato alla passione per la libertà.

Mara Martellotta

“Le Scomposte”. Si riparte!

A Biella, con il nuovo anno, riprendono le attività di “Contemporanea. Parole e Storie di Donne”, promosse da “BI-Box – APS”

Sabato 18 gennaio

Biella

Dal 2023, l’obiettivo è sempre quello: “creare un’occasione per conoscere da vicino la vite e le opere di scrittrici del passato che con il loro talento hanno saputo intrecciare il loro tempo al nostro, in maniera indissolubile”. A noi il compito, non sempre facile ma di grande suggestione, di farne memoria e giusta lezione, interpretando sogni, linguaggi, affermazioni capaci di entrare nella nostra quotidianità per guidarci a meglio, e con più consapevolezza, vivere il presente e ad indagare, per quanto possibile, il futuro. Su questa strada, inizia il suo percorso la terza edizione di “Le Scomposte”, parte del più ampio Progetto “Contemporanea. Parole e Storie di Donne”, promosso a Biella nel 2011 dall’Associazione “BI-Box – Art Space” e che, durante tutto l’anno, porta nell’antica “Bugella” (dal 2019 “Città Creativa dell’UNESCO” per le arti popolari e l’artigianato) presentazioni, incontri e talk, durante i quali scrittrici, autori, curatori, illustratrici – e non solo – condividono con il  pubblico le loro storie personali e professionali. Direttrice artistica Irene Finiguerra insieme a Barbara Masoni, in collaborazione con la Libreria biellese “Vittorio Giovannacci”, il nuovo “viaggio letterario” di “Le Scomposte” si inizia il prossimo sabato 18 gennaio,  sotto la curatela di Maria Laura Colmegna, in compagnia di tre scrittrici del Novecento, spaziando dalla Napoli di Fabrizia Ramondino, passando per gli Stati Uniti e New York con Susan Sontag, fino ad arrivare alla Finlandia con Tove Jansson.

Tutti gli appuntamenti si tengono alla Galleria “BI-BOx Art Space” di Biella (via Italia, 38) dalle 16,30 alle 18.

Per info e prenotazioni, scrivere a segreteria.contemporanea@gmail.com

“Fabrizia Ramondino: scrivere il mondo” è il titolo del primo incontro (sabato 18 gennaio), volto a raccontare – sotto la conduzione del gruppo al femminile “Mis(S)conosciute” o “Scittrici fra parentesi” – una fra le autrici più originali del secolo scorso. Nata a Napoli nel 1936 e scomparsa a Gaeta nel 2008, Ramondino “ha esplorato nei suoi scritti temi  universali come la memoria, la politica e la condizione umana, passando attraverso luoghi emblematici: Napoli, la Germania, la Spagna, la Francia, la Svizzera e i paesi vesuviani”.Laureata in “Letteratura Francese” al partenopeo “Istituto Orientale”, ha lavorato all’“AIED – Associazione Italiana per l’Educazione Demografica”, insegnando a leggere e a scrivere ai bimbi dei “Quartieri Spagnoli” e ha fondato l’“Associazione Risveglio Napoli”, asilo gratuito e scuola serale di preparazione alla licenza media per gli adulti. Nel ’68 milita nel “Centro di Coordinamento Campano” occupandosi di disoccupati urbani e contadini poveri e nel ’74 è a Lisbona per la “Rivoluzione dei Garofani” che pose fine al regime dittatoriale (“Estado Novo”) di Antonio Salazar. Impegno civile e politico a tutto campo, il suo, collabora con “Il Mattino” e nel ’77 pubblica il suo primo libro “Napoli. I disoccupati organizzati”. Scrive con Mario Martone (con cui si instaurerà una fattiva collaborazione) la sceneggiatura del film “Morte di un matematico napoletano”, “Premio Speciale” al “Festival del Cinema” di Venezia”. Dalla frequentazione del “Centro Donna Salute Mentale” di Trieste, al fianco di alcune strette collaboratrici di Franco Basaglia, nasce il suo “Passaggio a Trieste”. pubblica anche poesie e le raccolte di racconti “Il calore e Arcangelo”. Ultimo suo romanzo “La via”, pubblicato da “Einaudi” il giorno dopo (24 giugno 2008) la sua scomparsa sulla spiaggia di Sant’Agostino  a Gaeta.

Appassionate battaglie sociali, politiche ed umane caratterizzano anche la vita di Susan Sontag (New York, 1933 – 2004). Scrittrice, giornalista ed eclettica intellettuale, a vent’anni dalla sua scomparsa Sontag sarà ricordata da Anna Trocchi, editor e traduttrice per “Nottetempo” (“Susan Sontag: uno sguardo potente che arriva ai nostri giorni”) sabato 15 febbraio, soprattutto per la sua straordinaria capacità di anticipare, già in allora, coraggiose riflessioni ancora oggi di stretta attualità, come quelle sull’uso delle immagini e delle fotografie, piuttosto che sul cinema, sull’arte moderna fino all’estetica legata all’omosessualità. Forte e convinto anche il suo costante impegno per la “parità delle donne” e per i “diritti dei neri”.

Sabato 22 febbraio è, infine, il momento di “Tove Jansson: tanto scrivere per parlare a tutti”, con la giornalista Laura Pezzino. Artista e scrittrice finlandese di lingua svedese e fama mondiale, Tove Jansson (Helsinki, 1914 -2001) è conosciuta soprattutto per la celebre serie dei “Mumin”, capolavori della “Letteratura per l’infanzia” che le valsero il “Premio Andersen”. Ma il suo talento non si è fermato qui: dagli anni Settanta ampliò il suo orizzonte, scrivendo opere rivolte anche al mondo degli adulti, “senza mai perdere il suo stile ironico, sensibile e profondamente universale”.

Gianni Milani

Nelle foto: Fabrizia Ramondino, Susan Sontag e Tove Jansson

“Il gioco delle ombre” di Palcoscenico Danza

La rassegna diretta da Paolo Mohovic, un progetto del TPE Teatro Astra dal 2015

 

Torna Palcoscenico Danza, la rassegna diretta da Paolo Mohovich, dal 2015 progetto del TPE Teatro Astra. I sette appuntamenti con la danza punteggiano gli spettacoli di prosa proposti dal TPE con cinque prime nazionali e tante proposte portate in scena da eccellenze della coreografia contemporanea nazionale e internazionale e da talenti emergenti.

La Stagione 2024/25 del TPE Teatro Astra si intitola Fantasmi ed è dedicata al nostro rapporto con la verità. Anche quest’anno Palcoscenico Danza trova l’aggancio tematico: “Il gioco delle ombre” è il titolo di questa edizione che vede alternarsi sul palcoscenico, tramite il potente mezzo del movimento corporeo, le ombre che risiedono dentro l’individuo, quelle che si manifestano, quelle che esistono o non esistono.

Si parte il 21 gennaio al Teatro Astra con un trittico, “Duo d’Eden”, “Grosse Fugue” e “Elegia”, messo in scena dalla MM Contemporary Dance Company. Un Adamo ed Eva immersi in un percorso di sensualità, eros, difesa, attacco, in un mondo non così sicuro e idilliaco. Quattro donne corrono, si accasciano, si risollevano in un turbine vitale e frenetico sulle note di Ludwig van Beethoven. “Duo d’Eden” e “Grosse Fugue” sono i due capolavori della coreografa francese Maguy Marin, Leone d’Oro alla Carriera alla Biennale di Venezia. Per “Grosse Fugue” la compagnia ha ricevuto il premi Danza&Danza 2024 per la Valorizzazione del repertorio. Elegia di Enrico Morelli è un invito alla cura, un viaggio onirico per ritrovare il proprio essere fragile e insicuro; la musica lascia anche spazio alle parole tratte dalle poesie di Mariangela Gualtieri. I tre lavori sono interpretati dai danzatori della MM Contemporary Dance Company.

Si prosegue con una prima nazionale della compagnia spagnola Led Silhouette. I fondatori e direttori, Martxel Rodriguez e Jon López, portano in scena “Los Perros”, al Teatro Astra il 24 e 25 gennaio. Si tratta di una coreografia di Marcos Morau, con il suo stile inconfondibile anche oggetto della Masterclass di Palcoscenico Danza organizzata il 25 gennaio, in collaborazione con Eko Dance Project.

Il 7 e 8 febbraio va in scena al Teatro Astra un’altra prima nazionale: Nyko Piscopo con la compagnia Cornelia propone una sua personalissima versione del celebre balletto Giselle, che per l’occasione diventa GISELLƎ, in cui il tema centrale resta l’amore, ma reinterpretato oltre il genere e il pregiudizio. I danzatori e le danzatrici della compagnia Cornelia ballano tra reale e virtuale questo capolavoro intramontabile che trova qui una nuova narrazione e dimensione contemporanea anche grazie alle musiche rielaborate dal compositore Luca Canciello.

Il Teatro dell’Altro, in collaborazione con Eko Dance Project, porta al Teatro Astra il 15 febbraio “Au revoir Moroir”, la nuova coreografia di Paolo Mohovich in prima nazionale che, con la drammaturgia di Cosimo Morleo e la musica originale di Max Fuschetto, mostra sul palcoscenico sette danzatori e cinque attori che lavorano sull’osservazione del proprio riflesso come origine di un viaggio di conoscenza. Si conferma anche quest’anno la collaborazione con il festival Interplay: Daniele Ninarello presenta “I offer myself to you”, la cui danza gode della collaborazione, tramite immagini, suoni, istruzioni e tracce, di Cristina Donà, Elena Giannotti e Alessandro Sciarroni. L’appuntamento è in collaborazione con Lavanderia a Vapore di Collegno, centro di residenza per la danza.

Il 4 marzo va in scena “Behind the light”, scritto e interpretato da Cristiana Morganti, alla cui regia ha collaborato Gloria Paris, con il disegno luci di Laurent P. Berger e con i video creati da Connie Prantera. Lo spettacolo è fortemente autobiografico, racconta di una crisi familiare, professionale e intima, con una sequela di eventi con il tipico effetto domino, in cui una disgrazia pare chiamarne un’altra e in cui sembra venga meno ogni singolo punto di riferimento.

Informazioni e prenotazioni sul sito TPE Teatro Astra

Telefono: 011 5119409

 

Mara Martellotta