CRONACA- Pagina 95

Indagato 55enne nel Torinese per la morte di una donna a causa di botulino

Una donna di 38 anni è morta in Sardegna dopo aver mangiato guacamole contaminato dal botulino durante la “Fiesta Latina” a Monserrato. Otto persone in totale sono state intossicate, tra cui un bambino ancora in terapia intensiva. La Procura di Cagliari ha indagato per omicidio colposo un 55enne di Cercenasco (Torino), titolare del chiosco collegato all’evento.

I NAS hanno sequestrato nella sede dell’associazione a Vigone alimenti e bevande per circa 30.000 euro, trovati in cattive condizioni di conservazione, ma non tracce del guacamole incriminato. L’inchiesta punta a ricostruire l’intera filiera alimentare, mentre il legale dell’indagato sostiene che i prodotti fossero confezionati e acquistati regolarmente. Il caso si inserisce in un contesto nazionale di allerta botulino, con altri due morti in Calabria.

Ascensori fuori uso a Porta Susa

Ascensori fuori uso, comunicazione scarsa e accesso ai treni compromesso per i disabili. Succede a Porta Susa dove per scendere ai treni ci sono scale o ascensori. Ma se l’ascensore è fuori uso, restano solo le scale. Oppure bisogna tornare nell’atrio principale e scegliere un entrata diversa per accedere ai treni.
Peccato che nelle varie entrate A,B, C nessun cartello avvisa del mancato fermo ascensori. E così ci si ritrova a vagare per capire come accedere ai treni.
E la città con vocazione turistica casca su banali disservizi.

Aggiungiamo anche che da Porta Susa nessun cartello con il simbolo dell’aereo, indica le navette per Caselle. Una comunicazione a metà che danneggia turisti, disabili, anziani. Basterebbe qualche cartello ben messo.

E voi avete notato disservizi nelle stazioni di treni e metro? Segnalateceli.

LOREDANA BAROZZINO

Uncem, Rapporto montagne a Bardonecchia

 APPUNTAMENTO DOMENICA POMERIGGIO
Come vanno economia e società nella montagna della Val di Susa? Quale è il quadro dell’emigrazione? E come sta andando il lavoro delle Green Community? Focus sulle Alpi occidentali domenica 17 agosto alle ore 17 a Bardonecchia nel Foyer del Palazzo delle Feste, per la presentazione del “Rapporto Montagne Italia 2025” realizzato da Uncem ed edito da Rubbettino [ https://www.store.rubbettinoeditore.it/catalogo/rapporto-montagne-italia-2025/?highlight=montagne ].

Il Rapporto supera le 800 pagine di dati, numeri, analisi, approfondimenti coordinati da Luca Lo Bianco e Marco Bussone, con un gruppo di autori che vanno da Aldo Bonomi, sociologo di AASTER, a Giampiero Lupatelli di Caire, a Nando Pagnoncelli di Ipsos. Testi di Papa Francesco, del Presidente Mattarella, del Ministro Calderoli. Un lavoro di analisi a sette anni dall’ultimo Rapporto sulla Montagna presentato da Uncem nel 2017. A Bardonechia Uncem presenterà alcuni dati territoriali. Rimarcando l’importanza del lavoro che le Unioni montane stanno facendo con i Comuni in Val di Susa.

A Bardonecchia domenica pomeriggio – incontro aperto a tutte e tutti – interverranno Chiara Rossetti, Sindaca di Bardonecchia, Mauro Meneguzzi, Presidente Unione montana Comuni Olimpici Via Lattea, Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte, Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

“Il Rapporto è un documento approfondito e articolato – spiega Colombero – che presenta dati socioeconomici di tutti i territori montani del nostro Paese. Per la prima volta, si entra nel dettaglio dei singoli territori, prendendo in considerazione ciascun comune che compone le aree analizzate: il risultato è una fotografia molto fedele della situazione delle aree montane italiane, che ci permette anche di sfatare alcuni miti frutto di un pensiero retorico, svincolato dall’analisi approfondita delle singole realtà, come quello della crisi delle nascite concentrata nei centri montani. Se leggiamo i dati del Rapporto, vedremo che non è così. Ci sono 100mila nuovi ingressi nelle zone montane negli ultimi anni. Un saldo migratorio positivo che fa fa ben sperare”.

Trasporto abusivo di persone. Patente sospesa e veicolo confiscato

 

È stato fermato dalla Polizia Locale di Torino, nella notte tra venerdì 8 e sabato 9 agosto, un uomo di circa 65 anni che esercitava abusivamente l’attività di trasporto di persone all’uscita delle discoteche.

Erano circa le 4.30 del mattino quando una pattuglia della Polizia Locale di Torino, impegnata in un servizio mirato, ha fermato un’automobile sospettata di essere utilizzata per trasporto irregolare di passeggeri. Gli agenti avevano notato il veicolo in sosta davanti a una discoteca. Dopo averlo visto partire con alcune persone a bordo, hanno deciso di effettuare un controllo. I “civich” hanno accertato che il conducente aveva proposto ai due giovani passeggeri di trasportarli a destinazione per una cifra forfettaria, richiamando la loro attenzione mentre si recavano verso un’area di sosta per taxi.

Gli agenti del Reparto Sicurezza Stradale Integrata e del Comando Sezione VI hanno quindi applicato la nuova normativa in materia di trasporto di persone, in particolare l’art. 85, comma 4, del Codice della Strada, che sanziona l’esercizio abusivo dell’attività di noleggio con conducente. La norma prevede la confisca del veicolo e la sospensione della patente da 4 a 12 mesi; la Prefettura stabilirà l’ammontare della sanzione amministrativa, previsto in un minimo di 1.812 e un massimo di 7.249 euro.

È stata inoltre applicata una sanzione di 1.984 euro per la violazione dell’art. 214, comma 8, del Codice della Strada, relativa alla circolazione con veicolo gravato da fermi fiscali (come risultava dal certificato PRA).

Infine, è stata accertata la violazione dell’art. 116 del Codice della Strada, poiché il conducente non possedeva il Certificato di Abilitazione Professionale (CAP) necessario per il trasporto di persone a titolo professionale. Tale infrazione comporta una sanzione di 408 euro e il fermo amministrativo del veicolo per 60 giorni

 

TORINO CLICK

Bancomat in tilt a Sauze d’Oulx. Il Sindaco Mauro Meneguzzi non ci sta 

SAUZE D’OULX – Gli sportelli bancomat di Intesa San Paolo non funzionano: l’ira del  primo cittadino. La risposta di Intesa Sanpaolo: “la Banca ribadisce l’impegno a monitorare la situazione e aumentare la frequenza di carico delle banconote”

Siamo a cavallo di Ferragosto e ritirare dei contanti a Sauze d’Oulx è un’impresa quasi disperata.

All’inizio del mese di giugno del 2025 Intesa San Paolo ha chiuso la sua filiale di piazza Terzo Reggimento Alpini e così è stato posto fuori uso il bancomat all’ingresso della filiale.

Ad uso di tutti i frequentanti Sauze d’Oulx era rimasto il bancomat cosiddetto “intelligente” di piazza Assietta che però in questo periodo per problemi tecnici funziona alquanto a singhiozzo.

Ora nel cuore dell’estate prelevare contanti a Sauze d’Oulx è diventano un incubo.

Il Sindaco Mauro Meneguzzi è esasperato da questa situazione: “Giustamente il Sindaco è l’interlocutore principale per rimostranze e lagnanze. Fa giustamente parte del gioco, ci mancherebbe. Per quanto riguarda le responsabilità dirette del Comune è doveroso rispondere alle questioni poste da concittadini e turisti. Ma in questo caso non ci sto più. Banca Intesa San Paolo deve prendersi le sue responsabilità. Ho scritto mail, telefonato, mandato messaggi. Tutto inutile. Continuiamo ad avere un servizio bancomat praticamente inesistente con tutti i problemi di prelievo di contanti che legittimamente i cittadini ed i turisti hanno il diritto di poter fare. Forse e siamo al forse Intesa San Paolo rimetterà in funzione il bancomat di piazza Terzo Reggimento Alpini. Invece il cosiddetto bancomat intelligente di piazza Assietta continua a non svolgere il suo compito. Si tratta di un bancomat che dovrebbe essere alimentato ai versamenti fatti in loco da esercizi pubblici e professionisti. Ma questa comunicazione non è stata fatta correttamente dalla Banca a tutti i correntisti e poi il sistema di questo bancomat spesso e volentieri va in tilt, lasciando il paese senza un servizio indispensabile per un Comune turistico come il nostro. Non avendo più uno sportello presidiato in paese con degli operatori, le rimostranze arrivano al sottoscritto, ma anche all’ufficio del turismo dove ovviamente le operatrici non ne possono nulla e non sono certo in grado di dare risposte per conto della banca”.

Il Sindaco Meneguzzi chiede a Intesa San Paolo un trattamento dignitoso: “Non possiamo fare la figura di non essere in grado di dare un servizio come quello del bancomat in un Comune turistico. Pretendiamo rispetto da Intesa San paolo e chiediamo che trovino in fretta una soluzione credibile a questo disservizio che non siamo più disposti a tollerare. Ci auguriamo che i vertici della Banca capiscano le nostre esigenze e intervengano per riportare un servizio dignitoso in paese. Noi continueremo a chiedere rispetto e attenzione perché lo riteniamo un nostro sacrosanto diritto”.

 

LA RISPOSTA DI INTESA SANPAOLO

Intesa Sanpaolo accoglie con attenzione la segnalazione del sindaco di Sauze d’Oulx e si scusa con la clientela per i disagi dei giorni scorsi.

Lo sportello automatico di Piazza Assietta, abilitato sia a prelievi sia a versamenti, è stato installato con l’obiettivo di garantire continuità operativa e accesso ai servizi bancari essenziali e non presenta anomalie tecniche. Durante i periodi di maggiore affluenza, come nei mesi estivi, la macchina è soggetta a un utilizzo intensivo, in particolare per i prelievi. Consapevole della rilevanza dell’ATM per il paese, la Banca ribadisce l’impegno a monitorare la situazione e aumentare la frequenza di carico delle banconote, dando piena disponibilità all’Amministrazione Comunale per garantire alla comunità il servizio.

Un’estate in nero per il lavoro, tra morti e sfruttamento

Quirico (Sicurezza e Lavoro): «Pene certe e adeguate per chi trasgredisce le più elementari norme di civiltà del lavoro»

«In estate infortuni e sfruttamento sul lavoro non vanno in vacanza e, anzi, da Napoli a Torino, dilaga il lavoro nero» – dichiara Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro.

«I due lavoratori senza contratto morti insieme a un collega nel crollo di un montacarichi impropriamente utilizzato avvenuto il 25 luglio2025 nel capoluogo campano – prosegue Quirico– e l’operaio edile abbandonato per strada gravemente ferito il 7 agosto 2025 a Ciriè, nel Torinese, dopo il cedimento del balcone di una villa che stava ristrutturando ‘in nero’, sono il sintomo di un malcostume, anzi di comportamenti criminali, che sono ancora fortemente radicati nel comparto delle costruzioni in Italia».

«Il ricorso a lavoratori in nero, mal pagati e non adeguatamente formati e informati dei rischi – afferma il direttore di Sicurezza e Lavoro – è un comportamento che ancora resiste pervicacemente, a tutti i livelli, nelle imprese piccole come in quelle grandi, negli appalti pubblici così come nelle committenze private».

«Non ci stancheremo mai di dire – aggiunge Quirico – che servono maggiori controlli nei cantieri, già nelle fasi di allestimento, per stroncare sin dall’inizio pratiche scorrette e verificare che mezzi, attrezzature e ponteggi siano idonei e adeguatamente allestiti e utilizzati, per salvare vite umane e assicurare qualità del lavoro e delle opere».

«È necessario però – spiega MassimilianoQuirico – garantire anche pene certe e adeguate a chi trasgredisce le più elementari norme di civiltà del lavoro. Senza vera giustizia nei tribunali, il mondo del lavoro in Italia rischia di diventare una giungla, con i soggetti ‘deboli’, lavoratori e imprese oneste, che finirebbero divorati dalla voracità del profitto illegale».

«Anche per questo motivo – conclude il direttore – l’associazione Sicurezza e Lavoro continuerà a costituirsi parte civile nei processi penali che riguardano infortuni sul lavoro e malattie professionali e ad assistere gratuitamente le vittime e i loro familiari».

cs

Riaperta la strada del Solomiac a Cesana Torinese

Il Comune di Cesana Torinese con questo intervento di manutenzione e ripristino della strada per la frazione Solomiac completa il recupero della viabilità sulle strade bianche.

È questo l’ultimo risultato, in ordine di tempo, dell’impegno del Comune di garantire manutenzione e transitabilità a tutte le strade bianche che collegano le frazioni di Cesana ed i percorsi turistici.

Nei mesi scorsi, infatti, era stata sistemata la strada tra Lago Nero e Colle Bercia e quella del “Boucoudriu”, riaperta dopo i lavori di consolidamento, resisi necessari dopo la frana.

Sono state inoltre mantenute e ripristinate le vie interne alla frazione di Thuras e la strada che da Thuras conduce alla frazione di Rhuilles.

Il Sindaco Daniele Mazzoleni esprime la sua soddisfazione “La manutenzione del nostro patrimonio di strade bianche e sentieri è uno degli obiettivi principali che, come Amministrazione, ci siamo posti al fine di valorizzare al meglio le potenzialità del nostro territorio, in continuità con quanto già aveva fatto l’Amministrazione precedente. È un’opera titanica per un piccolo Comune che ha un grande territorio di più di 130 km² costellati di meravigliose strade bianche e sentieri naturalistici di pregio. Occorre ringraziare il servizio manutenzione del Comune con i suoi funzionari e operai i quali, unitamente al Consorzio Forestale, fanno sì che si possano realizzare gli indirizzi amministrativi. Un plauso a tutti loro”.

La Petizione di Mino Giachino per il Centro IA a Barriera

Caro Direttore,
Dal 2012 quando l ‘Arcivescovo Nosiglia coraggiosamente disse che Torino era spaccata in due con la metà della Città che sta bene che non si accorge della metà del Citta’ che sta male .in tredici anni la situazione è peggiorata. Due Parroci coraggiosi e che riempivano la Chiesa della Pace sono stati spostati a S. Mauro dove continuano a riempire la Chiesa e l ‘Oratorio. A Barriera e Aurora continuano violenze, spaccio e degrado. L’Istat ha detto che in Barriera il PIL è il più basso della Città e ci si ammala di più.
Due mesi fa con alcuni amici abbiamo lanciato una Petizione su Change.org che sta raggiungendo 800 firme nella quale cerchiamo di evidenziare i problemi e soprattutto chiediamo al Sindaco di spostare in Barriera nuove attività economiche come ad esempio il Centro per la Intelligenza artificiale. Ne scaturirebbe un Messaggio bello e forte che il futuro di Torino si giocherà anche in Barriera attorno al Centro più avanzato della tecnologia moderna. I ragazzi di Barriera e di tutta la Città verrebbero attratti da un settore nuovo, importante e che interesserà tutta la economia cittadina. Se si riprenda Barriera, Vallette, Aurora e Falcherà si riprenderà tutta la Città.
Mino GIACHINO
SITAV SILAVORO
(Nella foto il manifesto della Città di Torino per il progetto Barriera Aurora)
La mia Petizione su change.org per rilanciare Barriera che sta arrivando a 800 firme verificate.

 

Caldo, manca l’erba in montagna: in crisi l’alpeggio del Torinese

Scarseggia l’erba in montagna e per le mucche la situazione inizia a farsi critica. Il gran caldo di fine giugno e inizio luglio insieme alle giornate di vento fanno sentire ora i loro effetti sui pascoli delle valli torinesi. Le erbe montane sono fiorite e poi maturate con largo anticipo mentre i margari salivano negli alpeggi. E mentre pascolavano le mandrie alle quote di inizio stagione, in alto l’erba già ingialliva. Il risultato è che ad appena metà stagione manca già l’alimentazione naturale per gli animali e sicuramente mancherà il pascolo di settembre per mancanza di rigenerazione.

«Il caldo anomalo di inizio estate – commenta il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – ha sottratto riserve alimentari agli alpeggi che ora si trovano in difficoltà. Un problema che ripropone l’importanza di riaprire la fitta rete irrigua alpina, oggi completamente abbandonata, fatta di piccole canalizzazioni con le prese nei torrenti che un tempo irrigavano in modo capillare i pascoli».

Ma questo ennesimo problema per l’allevamento alpino ci ricorda quanto siano urgenti politiche per l’agricoltura montana.

L’economia d’alpeggio rappresenta una quota importante dell’economia agricola del Torinese.

Nelle valli pascolano oltre 35mila bovini, distribuiti in 420 alpeggi provenienti da 789 allevamenti di pianura. A questi si aggiungono gli oltre 44mila ovini e distribuiti in 200 alpeggi.

Nelle vallate piemontesi i bovini sono oltre 96mila mentre gli ovicaprini superano quota 105mila.

Gli addetti alla pastorizia d’alpeggio sono circa 3.000 in provincia di Torino.

La produzione di formaggi e burro pregiati vale circa 7 milioni.

Delle 35mila mucche che trascorrono i classici 100 giorni estivi in alpeggio circa la metà sono bovini da carne dove prevale la pregiata razza piemontese. L’altra metà è composta da bovine da latte che, in una stagione in alpeggio, producono oltre 11 milioni di litri di latte che, nei circa 200 caseifici d’alpeggio autorizzati vengono trasformati in oltre 80mila forme di formaggio stagionato, dove primeggia la profumata Toma (la più celebrata è quella di Lanzo) seguita dal Plaisentif, il formaggio delle violette, dal Cevrin, dal Blu erborinato (per citare i più ricercati). A questi vanno aggiunti gli oltre 200mila panetti da mezzo Kg di prelibato burro ricco di vitamina A, vitamina E, flavonoidi.

«L’economia d’alpeggio vede una presenza importante di giovani che seguono le orme dei genitori nella passione dell’allevamento e del pascolo. Giovani che sono pronti ad abbracciare questo lavoro con una visione innovativa fatta di servizi per il turismo, per la coesione sociale del territorio, di manutenzione ambientale. Ma ricordiamo che la pastorizia montana ha bisogno di sostegni per non rischiare l’abbandono degli alpeggi. Non possiamo immaginare le conseguenze di un’eliminazione dei premi europei PAC che rischiano di essere cancellati dalla Commissione europea che cerca soldi per il riarmo. Ai margari va affidata la manutenzione del territorio montano così come va promossa la filiera del latte con campagne di promozione sul valore nutrizionale delle proteine animali e dei prodotti ottenuti dal pascolo delle erbe di alta montagna. Inoltre va promosso il soggiorno in agriturismo d’alpeggio e l’acquisto dalla vendita diretta dai pastori. Ma in generale serve un’attenzione forte verso l’agricoltura alpina e promuovere le spinte all’innovazione. Se dovesse sparire alle nostre montagne rimarrebbero soltanto il dissesto, lo spopolamento, l’impoverimento economico».