CRONACA- Pagina 92

Gli abitanti di via Plava svegliati dalla “mangia-asfalto”

UN LETTORE CI SCRIVE
Caro direttore,
da un anno gli abitanti di via Plava sono stati costretti  a lunghi slolom per evitare le numerose buche che hanno reso il manto stradale  come un immenso colabrodo e a volte senza riuscire ad evitare danni ai proprio automezzi. Numerose le lamentele in circoscrizione e ai rappresentanti politici locali che di giustificavano col politichese : bisogna attendere i tempi per fare la gara d’appalto, poi l’aggiudicazione alla ditta vincitrice, esame del pizno di lavori e bla bla bla intanto il tempo è passato.
Ieri mattina gli abitanti di via Plava sono stati svegliati dal trambusto della ” mangia asfalto ” come viene chiamata in gergo la  piallatrice stradale (foto).
Qualcuno dei residenti  un po titubante:” perchè sono intervenuti solo ora in prossimità di elezion”?
Cosa voluta o solo una coincidenza,  forse non lo sapremo mai.
Luigi Gagliano

Il sindaco Lo Russo in visita da papa Francesco

Il sindaco di Torino Stefano Lo Russo è stato ricevuto in Vaticano da Papa Francesco. “Incontrare Papa Francesco, nel giorno di Santa Rita, ricorrenza a cui sono molto legato, è stata un’emozione fortissima.  Durante l’udienza privata in Vaticano ho invitato il Pontefice nella nostra città, terra di accoglienza e solidarietà, che sarebbe davvero onorata di una sua visita.  A lui ho espresso tutto il nostro affetto e la profonda gratitudine per la costante dedizione alla giustizia e alla pace.
Grazie Papa Francesco”, ha commentato il primo cittadino.

Grandinate sulla zona Sud del Torinese, disagi e ingenti danni alle colture

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Disagi al traffico e danni all’agricoltura

Fortissime grandinate hanno colpito la zona Sud e Sud Est della Città metropolitana di Torino. Gli agricoltori stanno segnalando danni chiamando gli Uffici Coldiretti di Zona di Chieri e Carmagnola.

Tra le colture più colpite il grano, che proprio in questi giorni è in fioritura con gli altri cereali vernini come farro e orzo; il mais, che dopo la semina stenta a crescere visti i continui sbalzi di temperatura e soprattutto gli allagamenti dei campi; i prati stabili, che ormai sono pronti allo sfalcio del fieno maggenco, ma gli agricoltori non riescono a raccogliere questo prezioso alimento per i bovini perché è impossibile entrare con i mezzi agricoli nei prati impregnati e trasudanti acqua.

Il grano ha ormai la spiga formata che deve essere ancora fecondata dall’impollinazione e il fusto già alto: la tempesta di vento, la grandine e il forte peso di acqua alletta le piante che poi rischiano di interrompere la crescita e di marcire al contatto con il suolo. Un po’ la stessa cosa avviene per le erbe mature, fiorite e già al massimo dello sviluppo. Invece, le giovani piantine di mais vengono soffocate dall’acqua non più assorbita dal terreno o spezzate dal peso dei chicchi di grandine. La stessa grandine che si accumula intorno ai fusti e sul terreno sopra le radici ancora giovani crea un microclima invernale che può aggiungere lesioni dei tessuti tipiche del gelo.

Danni si segnalano anche sulle ciliegie ormai praticamente mature e sulle orticole come gli zucchini in pieno campo e soprattutto agli asparagi che sono ancora in piena stagione di raccolto. Ma si ha notizia anche di tunnel di serra scoperchiati.

Le aziende agricole che effettuano sgombero neve sono state chiamate per sgomberare oltre 30 cm di grandine sulle strade.

«Si ripete il copione del 2023 – osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – Quando abbiamo visto le grandinate sui nostri campi già nei mesi primaverili. Per le nostre zone, i temporali con grandine erano episodi non frequenti e confinati nei mesi tardo estivi. Da due anni rappresentano un flagello con una frequenza martellante, con un’estensione sempre più vasta dei singoli fenomeni e una quantità di grandine e una forza dei venti che prima erano considerati eccezionali ma ora stanno diventando la normalità in questo clima ormai praticamente tropicalizzato».

Schianto mortale, auto contro albero: vittima il conducente

Oggi in una strada di campagna nei pressi del lago del Po a Carignano una Fiat Punto si è schiantata a elevata velocità contro un albero. Sul posto i sanitari e i vigili del fuoco di Carmagnola. È stato estratto dalla vettura un 58enne di La Loggia, deceduto poco dopo essere stato caricato sull’ambulanza.

Influencer in fin di vita con un foro nel petto

È un giallo  quello di Siu, modella e influencer di Biella con oltre  80mila follower sui social: suo marito ha chiamato il 118 nei giorni scorsi  e  i sanitari una volta giunti nella casa di Chiavazza hanno trovato nell’appartamento numerose macchie di sangue. Soukaina El Basri, 30enne di origine marocchina, era riversa a  terra con un foro nel petto. Il marito ha detto che si è ferita in maniera accidentale contro lo spigolo di un mobile. La giovane, madre di due bimbe è ricoverata in fin di vita all’ospedale Maggiore di Novara.

Occupazioni, la posizione di Obiettivo Studenti Unito

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

In questi giorni nelle nostre università gruppi di studenti (e non) chiedono la rescissione di ogni accordo con le università e le istituzioni israeliane e l’interruzione dei rapporti di ricerca con alcune industrie.
Le manifestazioni, le occupazioni e le rivendicazioni confliggono con il valore, condivisibile, che vorrebbero affermare, ossia arrestare ogni forma di conflitto e ogni ingiustizia.
Come singoli e come lista di rappresentanza desideriamo e chiediamo con forza il cessate il fuoco nella striscia di Gaza, l’interruzione di ogni violenza e di ogni violazione dei diritti umani. È per queste ragioni che vogliamo spendere le nostre energie, con rinnovata intensità, nel luogo in cui siamo chiamati: riteniamo che il nostro contributo al raggiungimento della pace, che pare così distante, debba dispiegarsi in Università. Perché questo avvenga è indispensabile che il nostro Ateneo non abdichi al proprio ruolo e, quindi, non tradisca la propria vocazione di luogo d’inesausta ricerca del vero, di libero dibattito, di sviluppo del pensiero critico e anche di «dissenso nei confronti del potere. Dibattito, critica e dissenso collegati tra gli atenei di tutti i paesi, al di sopra dei confini e al di sopra dei contrasti tra gli stati» (così il Presidente Mattarella nel discorso all’Università di Trieste, 12 aprile 2024).
Se questo è uno dei principali scopi dell’università, ci lasciano perplessi le richieste di boicottaggio indiscriminato di ogni accordo. L’Università non è chiamata a parteggiare per alcuno schieramento, ma deve costruire ponti al di sopra delle mura che possono essere erette tra Stati, popoli o ideologie, certo non senza limiti e regole che evitino collaborazioni indiscriminate e abusi. Limiti e regole che esistono e che, se violati, devono essere fatti rispettare unicamente attraverso il lavoro degli organi adibiti (organi che esistono ed in cui risiedono i rappresentati delle diverse anime del nostro Ateneo, sempre auspicabilmente attenti alle sensibilità e alle rivendicazioni di ciascun membro della comunità accademica).
Le perplessità persistono, non solo nel merito delle richieste, ma anche nel metodo. E precisiamo che criticare le modalità con cui si portano avanti le proprie istanze non significa indifferenza verso la causa, né tantomeno significa avallare l’operato di una parte o di un’altra.
Affinché il nostro Ateneo rispetti il proprio compito, anche educativo, occorre che permetta, anzi favorisca, il libero dibattito e lo sviluppo di una coscienza critica. Le contestazioni e le occupazioni non rispecchiano l’atteggiamento della maggioranza degli studenti e delle studentesse che vuole, invece, frequentare le lezioni, accedere alle biblioteche e abitare gli spazi universitari, anche organizzando incontri, assemblee, eventi di beneficienza, proprio per alimentare lo sviluppo del giudizio critico. In questo caso, invece, l’occupazione diventa uno strumento di prepotenza di alcuni che pensano di rappresentare la volontà generale, impedendo l’esercizio del diritto allo studio, precludendo ai lavoratori e alle lavoratrici di svolgere le proprie mansioni, imbrattando e rovinando gli spazi della comunità studentesca (che, prima o dopo, andranno restituiti integri e fruibili, non senza esborsi).
Ciascuno – Rettore compreso, che invece in questi giorni ha preferito, colpevolmente, non proferire alcuna parola – è chiamato ad un impegno responsabile nella costruzione della “propria parte” per la pace. Pace (in ebraico shalom e in arabo salam, hanno la stessa radice) significa integrità, essere completo. La pace, dunque, ha sempre bisogno di un approccio integrale alla vita, quindi alla politica, all’economia, alla formazione, alla spiritualità: tale approccio è impedito se sono interdetti i luoghi privilegiati a questo scopo. Coloro ai quali tutto ciò sembra “troppo poco” o “poco concreto” e sono interessati a discuterne davvero ci trovano – presto o tardi – in Università.

I rappresentanti di Obiettivo Studenti Unito

(foto: Intifada Studentesca Torino)

Coordinamento Contro la Violenza sulle Donne, protocollo d’intesa

 

La Città di Torino rinnova l’impegno nel contrastare il fenomeno della violenza di genere attraverso il protocollo d’intesa 2024-2028, redatto dal “Coordinamento Contro la Violenza sulle Donne”, di cui ne regola il funzionamento, e approvato dalla Giunta comunale su proposta dell’assessore al Welfare, Diritti e Pari Opportunità.

Tra le novità del documento, la possibilità di riunire l’Assemblea aprendola a tutta la cittadinanza ed eventualmente anche ad associazioni che si occupino di diritti e pari opportunità interessate a includere la tematica della violenza sulle donne nel loro statuto; sempre al fine di mantenere aperti la relazione ed il confronto col territorio è anche prevista maggior comunicazione verso i comuni metropolitani torinesi. Altra novità è la formazione prevista per i rappresentanti, che potranno essere suddivisi anche in gruppi di lavoro tematici focalizzati su obiettivi specifici. Parte integrante del testo del protocollo saranno poi la condivisione e l’analisi delle informazioni sulle caratteristiche delle donne accolte dai centri aderenti al Coordinamento Contro la Violenza sulle Donne, che saranno trattate in forma anonima ai fini del monitoraggio del fenomeno della violenza di genere.

La Città di Torino è da sempre impegnata nel favorire l’uguaglianza e nel contrastare il fenomeno della violenza di genere, a partire dal suo Statuto che nell’articolo 2 prevede la tutela e la promozione dei diritti costituzionalmente garantiti attinenti alla dignità e alla libertà delle persone, contrastando ogni forma di discriminazione. In questa direzione va anche quanto previsto dal più recente Documento Unico di Programmazione 2024-2026 che, approvato nel mese di dicembre 2023, prevede l’azione di operare in ogni ambito dei servizi comunali per il raggiungimento della parità di genere e per il contrasto verso tutte le forme di discriminazione.

A tal fine, già dall’aprile del 2000, nell’ottica della creazione di un raccordo interistituzionale e multidisciplinare permanente tra soggetti pubblici e privati che operano per contrastare il fenomeno della violenza contro le donne, la Città di Torino ha istituito il “Coordinamento Cittadino Contro la Violenza sulle Donne” (CCCVD).

Il Coordinamento, che dal 2017 ha assunto il nome di “Coordinamento Contro la Violenza sulle Donne” (CCVD), per poter continuare ad operare al meglio e in sinergia con i vari attori pubblici e privati, vede ora la necessità di dotarsi di un nuovo protocollo d’intesa che coprirà il periodo 2024-2028.

Dopo l’inaugurazione della nuova sede del Centro Antiviolenza della Città di Torino, avvenuta il 6 dicembre dello scorso anno, continua così il lavoro della Città nella prevenzione e nel contrasto della violenza di genere, assicurando al tempo stesso accoglienza e protezione in emergenza per le donne maltrattate e per i loro figli, e in questa direzione si inserisce anche la prossima riapertura della casa rifugio della Città di Torino, che tornerà operativa entro l’autunno.

TORINO CLICK

“Onda Pazza”. Tutti i numeri degli studenti coinvolti a Torino

Un successo il progetto nazionale  e i lavori prodotti

 

Ospiti testimoni antimafia come Luisa Impastato, Arianna Mazzotti, Beatrice Federico, Celeste Costantino e Alessandro Gallo

Martedì  21 maggio 2024, nella sala dell’ex Oratorio del Palazzo dei Musei di Modena, si è svolto l’evento di chiusura del progetto nazionale di legalità nelle scuole “Onda Pazza – il filo della memoria”, finanziato dal ministero dell’Istruzione e del Merito.

I testimoni

Dopo il benvenuto dei responsabili di due dei diversi soggetti che hanno realizzato il progetto, attraverso i responsabili Alessandro Gallo (associazione Caracò), Caterina Gambetta, project manager, e Stefano Tè, direttore artistico, del Teatro dei Venti, c’è stato l’intervento dei testimoni della legalità che hanno partecipato all’avvio dei diversi programmi nelle scuole. Luisa Impastato, nipote di Peppino, assassinato dalla mafia in Sicilia, Arianna Mazzotti, nipote di Cristina, vittima innocente della ‘ndrangheta, Beatrice Federico, moglie di Raffaele Pastore, che nel 1996 venne ucciso dalla camorra dopo la denuncia per racket di due anni prima, Celeste Costantino, che si occupa da sempre di politiche culturali, tematiche di genere, comunicazione e mafie, e Alessandro Gallo, figlio e nipote di due esponenti importanti della camorra napoletana degli anni ’80 che, grazie al teatro, capì ben presto da che parte stare, decidendo di tenersi lontano dalla malavita, anzi combattendola attivamente.

La presentazione

A seguire, sono stati proiettati gli estratti del video finale prodotto da Caracò nelle sette regioni coinvolte e presentati i prodotti realizzati dagli studenti: graphic novelpodcast e video. Infine, è stato dato spazio alle letture di brani del libro “La giusta parte”, edito da Caracò. Questo lavoro racconta, in un continuum armonico di verità, emozioni e rabbia civile, la lotta quotidiana di una serie di persone, che hanno scelto, tra le tante alternative possibili, quella più impegnativa: stare dalla giusta parte.

Cos’è il progetto “Onda Pazza”

“Onda Pazza – il filo della memoria” è un progetto che si è proposto di creare momenti di riflessione e divulgazione sul tema della legalità e della memoria coinvolgendo le scuole di 7 regioni italiane (Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Lazio, Campania, Sicilia e Sardegna). Il programma ha previsto incontri con testimoni dell’antimafia che hanno promosso, negli istituti scolastici che hanno aderito al progetto, laboratori creativi con l’obiettivo di realizzare materiali originali da diffondere a livello nazionale.

I partner

Le realtà coinvolte, oltre Teatro dei Venti e Caracò sono: FNAS – Federazione Nazionale delle Arti in Strada, Stalker Teatro, CRAB Teatro (Piemonte), Teatro Invito, Pandemonium Teatro (Lombardia), Emiliano Valente, Emanuele Di Giacomo, Valentina Virgili (Lazio), ProPositivo (Sardegna), TeatrInGestAzione, Baracca dei Buffoni (Campania), Genìa Labart (Sicilia).

I lavori degli studenti del Piemonte

In Piemonte sono state prodotte 2 graphic novel, con la classe 4I dell’I.I.S. “C. Vittorini” di Grugliasco e la classe 4BS dell’ I.I.S.S. “O. Romero” Rivoli, entrambi in provincia di Torino. Partendo dalle riflessioni che sono emerse dall’incontro con la testimone, Arianna Mazzotti, si è analizzata insieme ai ragazzi la storia e la nascita della mafia, al fine di fornire gli strumenti per meglio comprendere il fenomeno. Laboratorio artistico a cura dell’Associazione Crab sotto la guida dell’esperto formatore e attore Pierpaolo Congiu e del fumettista Luca Ferrara, in collaborazione con Francesca Bonetto, referente di FNAS, che ha fornito ai ragazzi una panoramica sulla storia delle mafie come fenomeno globale.

Sono stati realizzati, poi, 3 video, tre storie di vittime innocenti di mafia, con la voce fuori campo di alcuni studenti e studentesse. Tale narrazione è arricchita dal linguaggio artistico del paper work, l’uso di creazioni di carta che, disegnate e poi composte, danno vita a quanto trattato nel racconto. Il Laboratorio creativo è stato condotto da Stefano Bosco, Gigi Piana e Giulia Morlino di Stalker Teatro, con la classe 4A dell’I.I.S. “J.C. Beccari” di Torino. In totale sono stati 61 gli studenti coinvolti.

“Il progetto Onda Pazza ha sensibilizzato le giovani generazioni sui temi della memoria e del contrasto alle mafie, attraverso lo sguardo dei testimoni dell’antimafia. Con questo progetto abbiamo esercitato la memoria delle vittime innocenti di mafia attraverso i linguaggi creativi dei ragazzi e delle ragazze delle 35 classi delle 7 regioni che hanno partecipato al percorso”, ha dichiarato Alessandro Gallo, direttore scientifico del progetto e presidente dell’associazione Caracò.