CRONACA- Pagina 82

La pioggia non salva la stagione in alpeggio

Coldiretti chiede l’OK alla Regione per il ritorno in pianura

La pioggia caduta negli ultimi due giorni non è servita a rinverdire i pascoli alpini “bruciati” da tre mesi di caldo intenso e siccità. Con questa situazione Coldiretti chiede alla Regione di autorizzare la discesa anticipata dei margari dagli alpeggi.

«Termina con largo anticipo una stagione che in alcune vallate è decisamente da dimenticare – commenta il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – Un altro colpo all’economia d’alpeggio che non è solo identitaria per il territorio montano ma rappresenta anche un segmento importante dell’intera economia alpina torinese con ben 460 alpeggi attivi distribuiti in 11 valli e 3000 addetti che lavorano in imprese perlopiù a conduzione famigliare. Queste famiglie custodiscono le tecniche per la produzione di formaggi d’alpeggio che rappresentano la maggior parte dei prodotti a indicazione d’origine del nostro territorio con un alto valore aggiunto. Inoltre, le aziende agricole in alpeggio, in molti casi offrono servizi agrituristici con ristorazione e pernottamento, svolgono attività di manutenzione delle infrastrutture sentieristiche, praticano la vendita diretta di formaggi, burro e ricotte: tutte funzioni importanti che rappresentano il cuore dell’immaginario del turismo alpino estivo. Senza contare l’innovazione con prodotti nuovi come il gelato dal latte fresco e la funzione sociale con gli alpeggi didattici che ospitano soggiorni tipo “estate ragazzi” con animatori professionali direttamente in baita».

Quindi il caldo ha fatto mancare l’erba.

«I pastori sono saliti in montagna a giugno trovando le erbe a fine fioritura e in molti casi già maturate –Le alte temperature di quelle settimane, proseguite a luglio e poi nella prima metà di agosto hanno letteralmente “bruciato” i pascoli, soprattutto quelli esposti a Sud-Sud Ovest. Inoltre, il forte caldo in quota ha fatto anche sciogliere più rapidamente del solito i nevai, che sono la scorta di acqua estiva. Molti rii alimentati da nevai o da sorgenti in quota sono così prosciugati mettendo a secco anche le derivazioni idriche che permettono l’irrigazione dei pascoli e, soprattutto, l’abbeveramento dei bovini. In questi giorni, in molti alpeggi, manca letteralmente l’acqua».

Per la demonticazione è però necessaria un’autorizzazione regionale. Infatti, per la sua importanza per l’economia delle vallate, per i suoi risvolti sociali, turistici e per il ruolo di presidio del territorio, e con fenomeno dell’invecchiamento degli allevatori e dell’abbandono dei pascoli l’economia d’alpeggio è sostenuta attraverso particolari “premi” stabiliti dall’Unione europea ed erogati attraverso criteri decisi dal Masaf e dalle Regioni. In questo quadro, giustamente, il sostegno è correlato a un’effettiva presenza al pascolo dei bovini, ovini e caprini per un arco temporale adeguato al mantenimento di una vera economia pastorale alpina. Esiste, quindi, un tempo minimo di permanenza commisurato alla superficie del pascolo e al numero di animali monticati, al di sotto dei quali non si ha diritto ai contributi. La Regione Piemonte è chiamata quindi a derogare all’obbligo di rispetto del carico minimo in alpeggio senza escludere i margari dai “premi” di pascolo.

Ma per Coldiretti la siccità 2025 in montagna è l’ulteriore conferma che si devono cambiare le politiche agricole locali.

«L’esperienza di questi ultimi anni ci dice che bisogna abbandonare la logica dell’emergenza con risposte caso per caso e anno per anno. Non è possibile che ogni estate si debba rispondere al grido di allarme degli allevatori di montagna come se fossimo di fronte a calamità eccezionali quando negli alpeggi si vivono gli effetti di bombe d’acqua, grandinate mai viste, siccità e alte temperature. Questi non sono più eventi da affrontare ciascuno come un fatto sfortunato, imprevedibile ed eccezionale. Dobbiamo renderci conto che dobbiamo garantire la presenza dei pastori in montagna di fronte a questo quadro di un clima che è definitivamente cambiato rispetto al clima del Novecento. Alla luce del cambiamento climatico occorre anche rivedere i criteri di sostegno alla monticazione in alpeggio».

La lettera di Schael: “allontanamento precipitoso”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera dell’ex direttore della Città della Salute
E’ sempre difficile scrivere una lettera di commiato, soprattutto quando la separazione è così improvvisa, veloce e forzata come in questa occasione. Sono stati solo sei mesi, ma intensi. Sinceramente non avrei voluto un allontanamento cosi precipitoso che lascia un vuoto dentro di me, ma credo anche che un ennesimo cambiamento alla direzione sia un inutile contraccolpo per la conduzione quotidiana del vostro prezioso lavoro ed una perdita di tempo. Scrivo questa mia ultima per un saluto e soprattutto per un ringraziamento nei confronti dei dipendenti ospedalieri e degli universitari tutti, che ogni giorno fanno sì che la Città della Salute e della Scienza sia riconosciuta da tutta Italia quale Dea di terzo livello, nella visione di diventare uno dei migliori ospedali d’Europa. Sia chiaro, questa è un’eccellenza grazie a tutti voi, che rischia di essere oscurata dagli interessi di pochi. Ed un particolare ringraziamento va ai miei più stretti collaboratori: la Direttrice sanitaria Flavia Pirola ed il Direttore amministrativo Giampaolo Grippa. Certo, la mia missione di Commissario è basata su legalita e trasparenza e forse non mi è stato concesso il tempo necessario per iniziare questo arduo e nobile percorso. Sei mesi per qualsiasi azienda, pure piccola, sono un tempo assolutamente insufficiente anche per portare a compimento i due obiettivi assegnatimi dalla Regione Piemonte: realizzare il piano di razionalizzazione ed efficientamento ed attivare il percorso di trasferimento al nuovo Parco della Salute, della Scienza e dell’Innovazione, compreso lo scorporo di OIRM e Sant’Anna.
La nostra / vostra Azienda ha davvero una marcia in più e lo abbiamo / avete dimostrato a più riprese, con piccoli grandi miracoli che si ripetono quotidianamente. E non intendo solo quelli che riempiono le pagine di giornale. Siete voi quelli che avete primeggiato nelle prestazioni aggiuntive serali e dei weekend per accorciare le liste d’attesa, effettuando addirittura un quarto delle prestazioni totali di tutta la Regione Piemonte sempre per il bene dei pazienti. Assistenza, ricerca, formazione uniti da un fil rouge che vi contraddistingue. Siete una squadra vincente malgrado le difficoltà di contesto, tra cui la struttura che compie cento anni, la mancata manutenzione da decenni e che non si può fare perché ci vorrebbero quasi 600 milioni di euro, simile all’importo per la costruzione del nuovo Parco della Salute. E fate squadra per l’assistenza interdisciplinare e interprofessionale tra quattro presidi ospedalieri, superando tutte le distanze e gli ostacoli logistici per curare qualsiasi paziente complesso, alcuni pure rifiutati da altre strutture pubbliche e private. Per questo ho proposto di qualificarci per l’IRCCS trapianti (con oltre 10.000 trapianti siamo con grande distacco al top d’Italia) e l’IRCCS oncologico (curiamo quasi un terzo dei pazienti oncologici della regione Piemonte). Con orgoglio ho presentato questa squadra agli Stati generali della sanità italiana, denominato “Grandi Ospedali”, alla presenza di oltre 6.000 partecipanti di tutta l’Italia, tra cui l’Ospedale Universitario della Charité di Berlino (il migliore ospedale d’Europa) e rappresentanti dell’area mediterranea per uno slancio internazionale per cui siete pronti.
Quello che mi preme sottolineare, al contrario di quanto sostenuto da molti che non hanno voluto comprendere quanto fatto dal sottoscritto, è che ho sempre operato in buona fede per il bene della nostra Azienda e soprattutto della Sanità pubblica e dei cittadini / pazienti. Molti non hanno condiviso alcune mie scelte, ma vi posso garantire che fin dalle prime circolari ogni decisione era ponderata per la salute pubblica. Ad esempio, quella sul divieto di fumo era all’insegna della prevenzione e della sicurezza. Così come quella dei camici al bar è stata vissuta come un divieto, ma era una circolare per l’igiene ed il rispetto altrui, ma soprattutto dei pazienti.
Sicuramente ho ereditato un’Azienda in un momento storico di grande difficoltà sotto molti punti di vista. Ho cercato di affrontarli uno ad uno sempre in modo costruttivo e sempre per il bene della “res publica”, seguendo gli obiettivi che mi erano stati dati dalla Regione Piemonte al momento della mia nomina. Alcune scelte possono essere parse impopolari, ma sono sicuro che avrebbero portato i risultati auspicati secondo le regole della Sanità pubblica, senza dimenticare un’indagine della Procura della Repubblica di Torino che da tempo aleggia sulla nostra Azienda da ben prima del mio arrivo a Torino. Proprio in quest’ottica ho sempre operato all’insegna della legalità e della trasparenza.
Ringrazio e saluto tutti, augurandovi buon lavoro ed un sincero in bocca al lupo per il bene di questa importante Azienda che si chiama Città della Salute e della Scienza di Torino e che mi rimarrà sempre nel cuore. Per il resto, come disse Seneca: “Il saggio non dice mai tutto quello che pensa, ma sempre ciò che conviene dire”.
Ad maiora.
Thomas Schael

Da 60 anni torinese in vacanza in Liguria premiato a Laigueglia

Da oltre 60 anni va in vacanza in Liguria, a Laigueglia (Savona). Ora è  un ‘turista onorario’ del borgo ligure. Il sindaco Giorgio Manfredi ha premiato con un riconoscimento Giuseppe Izzi, 89enne di Torino invitato in Comune per una  cerimonia con amici e nipoti.

Dal 1° settembre aperti tutti gli uffici postali a Torino

 Poste Italiane comunica che, a partire da lunedì 1° settembre, tutti gli uffici postali della città di Torino riaprono secondo i consueti orari dopo la pausa che ha interessato alcune sedi nel mese di agosto.

Per risparmiare tempo ed evitare possibili attese superiori alla media che possono verificarsi al rientro in città, Poste Italiane ricorda la possibilità di prenotare l’operazione allo sportello tramite sito www.poste.it,  tramite la nuova APP Poste Italiane e, per chi ha meno familiarità con gli strumenti digitali tramite telefonata al numero 06 45264526.

A Torino sono 66 le sedi postali abilitate al servizio di prenotazione da remoto.

Prenotare dal sito e dall’APP Poste italiane è semplice: dopo l’accesso con le credenziali e la scelta del servizio (“Bollettini”, “Versamenti, prelievi, F24, ricariche e altri pagamenti”, “Posta e Pacchi”, “Carta PostePay, Energia e Telefonia”, “Buoni e Libretti”, “Assicurazioni RC Auto”, “Conto corrente, Finanziamenti, Investimenti e assicurazioni” “SPID” e “Tutte le altre operazioni”) si seleziona l’ufficio, il giorno e l’orario. Verrà generato un QRCode che, in caso di arrivo in ritardo o in anticipo rispetto all’orario della prenotazione, andrà “convalidato” all’arrivo in Ufficio Postale avvicinandolo al lettore ottico del totem Gestore delle Attese presente in sala per essere chiamato dal primo sportello libero.

La prenotazione telefonica al n. 06 45264526 è supportata dall’Intelligenza Artificiale di Poste Italiane che permette ai clienti di descrivere con poche e semplici parole il motivo della visita, giorno e orario preferiti. L’IA elabora ciascuna richiesta e propone soluzioni compatibili, offrendo loro la possibilità di accettare o modificare gli appuntamenti.

Il servizio è disponibile per oltre 337.000 torinesi dotati di numero telefonico certificato sul sito poste.it o associato a strumenti di pagamento dell’azienda. Dopo la conferma dell’appuntamento proposto, il servizio riepiloga i dati della prenotazione e invia un promemoria via e-mail e sms. Qualora il cliente abbia già installato l’app Poste Italiane troverà la card dell’appuntamento nella pagina iniziale, dalla quale gestire in autonomia la prenotazione.

 

Donna morta da giorni trovata in casa con il fratello

Ieri in un appartamento di via Farinelli 24, nel quartiere Lingotto a Torino, il  cadavere in avanzato stato di decomposizione di Lorella Rocca, 64 anni, è stato trovato al sesto piano di un palazzo dopo l’allarme lanciato dai condomini per il cattivo odore che si era diffuso nella scala.

Sono intervenuti i vigili del fuoco di Torino Lingotto, che hanno forzato la porta, insieme ai soccorritori del 118 dei Giovanniti.

Nell’appartamento era presente anche il fratello della vittima, 58 anni, che soffrirebbe di problemi psichiatrici e che non voleva aprire ai soccorritori. L’uomo è stato  trasportato alle Molinette per accertamenti.

Dal Governo nuovi fondi al Piemonte per l’alluvione di aprile

Dal governo altri 17,85 milioni di euro per l’alluvione di aprile 2025. Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro Musumeci, ha approvato oggi un ulteriore stanziamento di 17,85 milioni di euro per la realizzazione degli interventi relativi allo stato d’emergenza relativo agli eventi meteorologici che si sono verificati in Piemonte dal 15 al 17 aprile 2025, e in particolare nel territorio della Città metropolitana di Torino e nelle province di Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Vercelli e Verbano-Cusio-Ossola.
La cifra si aggiunge ai 17,7 milioni già staziati dal governo nel mese di giugno.
«Si tratta di risorse importanti che consentono di proseguire le opere di somma urgenza e gli interventi di ripristino dei danni provocati dalle piogge eccezionali di quei giorni. I tecnici della Regione hanno lavorato con i colleghi degli enti locali e del Dipartimento della Protezione civile per la stima precisa dei danni, e questo ulteriore stanziamento di risorse conferma l’attenzione del governo per il nostro territorio e la volontà di intervenire rapidamento per il ripristino delle opere più urgente» dichiarano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alle Opere pubbliche e alla Protezione civile Marco Gabusi.

Truffa telefonica: attenzione, non è la Regione

La Regione Piemonte mette in guardia i cittadini in merito ad un tentativo di truffa ai loro danni.

Sono arrivate da Federconsumatori segnalazioni riguardanti telefonate di sedicenti operatori di un ente regionale di gestione dell’energia elettrica che chiedono il trasferimento della fornitura di elettricità a tale società in cambio di uno sconto sulla bolletta e minacciano il pagamento di penali in caso di mancata adesione.

Ovviamente, la Regione non ha mai attivato simili iniziative e pertanto invita a non prestare ascolto a proposte di questo genere.

“Noi siamo con voi” ricorda Mons. Nosiglia

Come Coordinamento interconfessionale del Piemonte ci associamo, commossi, alle tante bellissime considerazioni svolte da tutte le parti in ricordo di mons. Nosiglia. In particolare ci sembra veramente indovinata la dichiarazione di S.E. Mons. Repole: “ ha cercato, ha sperato con ogni mezzo di scuotere le nostre coscienze”. Questa missione mons. Nosiglia l’ha sempre esercitata a 360 gradi, con garbo e chiarezza insieme. Nel nostro caso ha tenuto a battesimo, circa dieci anni fa, la nascita del Coordinamento “Noi siamo con voi” e ci è stato sempre vicino tanto nei consiglio quanto nella preghiera. Vogliamo ricordare in particolare la sua presenza personale – ripetura più volte – alla celebrazione per la Giornata mondiale della pace, che si svolge ogni primo dell’anno, con la partecipazione attiva di tutte le confessioni religiose presenti in Piemonte. 

Saremo quindi presenti alle esequie che si svolgeranno, venerdì 29, in Duomo confortati per il suo operato e con la certezza che, come dichiarato dal Cardinale Repole la Chiesa torinese non arretrerà da questa linea, ma anzi – questo lo possiamo confermare noi – proseguir con coraggio e con amore nella via del dialogo e della fraternità, come dimostra la recente nascita del “Tavolo della speranza”. 

Giampiero Leo

a nome del Coordinamento interconfessionale “Noi siamo con voi”

Racconigi ha celebrato la Festa della Madonna delle Grazie

Martedì 26 agosto, come ogni anno, nel Santuario Reale di Racconigi è stata celebrata la Festa votiva della Madonna delle Grazie.

Questa tradizione risale al 1835, quando nel paese imperversava una tremenda epidemia di colera. Gli abitanti, in segno di devozione, per nove giorni (dal 17 al 26 agosto), portarono in processione l’icona della Vergine dipinta su legno di noce e celebrarono funzioni nella preesistente chiesa, dedicata alla Beata Vergine della Neve, invocando l’aiuto della Madonna. La sopraccitata icona venne dipinta in seguito ad un miracolo avvenuto il 16 luglio 1493, quando un pastore sordomuto di nome Giò Antonio Chiavassa vide apparire la Vergine sulle sponde del fiume Macra. Il giovane sarebbe stato guarito nell’udito e nella parola e nel luogo dell’apparizione venne costruito un convento, trasformato in cascinale nel 1802 durante l’occupazione giacobina. L’icona venne quindi traslata prima nella Chiesa della Santissima Trinità dei Servi di Maria e quando, nel 1820, anch’essa venne distrutta, fu spostata nella chiesa dedicata alla Beata Vergine della Neve, risalente al XVIII secolo ed ubicata nel Borgo Macra, uno dei tre quartieri storici della città, già presente nel medioevo, a poca distanza dal Castello Reale.

 


Nel 1835 dopo nove giorni di processioni e funzioni religiose, l’epidemia miracolosamente cessò e i borghigiani, in segno di gratitudine, decisero di ricordare ogni anno l’avvenimento con funzioni votive e di ampliare e rimodernare la cappella per dedicarla alla Madonna delle Grazie, cosa che non fu possibile a causa della mancanza di fondi. Il 26 agosto del 1837 alle cerimonie di ringraziamento furono invitati Re Carlo Alberto e la Regina Maria Teresa. Il sovrano, rimasto impressionato dallo stato in cui versava il luogo di culto, decise di finanziare la costruzione di una nuova chiesa e stanziò la somma di 100.000 Lire, dando l’incarico all’architetto Ernesto Melano, che realizzò l’opera in appena un anno. Il 25 agosto 1838 venne inaugurato con una solenne cerimonia il Tempio Reale dedicato alla Beata Vergine delle Grazie, la cui facciata, per espresso volere di Re Carlo Alberto, è rivolta verso la città.
All’interno del santuario, lungo il lato destro, dal 1911 riposano quattro esponenti del Ramo cadetto dei Savoia-Villafranca: il Principe Eugenio Ilarione, primo Conte di Villafranca, con la consorte Elisabetta di Boisgarin e suo figlio Giuseppe Maria, con la moglie Paolina Antonietta de Quelen. Lungo lo stesso lato si ammira un quadro raffigurante il Beato Conte di Savoia Umberto III, compatrono del luogo di culto, donato dalla Regina Elena e fatto restaurare da Re Umberto II.
Presso l’altare di destra due lapidi ricordano il quarto Sovrano d’Italia e la fondazione del santuario, resa possibile grazie alla munificenza di Re Carlo Alberto.
Il 4 marzo 1994 l’Associazione Internazionale Regina Elena ha offerto al luogo di culto un busto di Elena del Montenegro Regina d’Italia. Era presente l’indimenticabile Cav. Gr. Cr. Conte Gherardo Balbo di Vinadio.

Sulla facciata nel 2004, in occasione del centenario della nascita di Re Umberto II, su iniziativa dell’Istituto della Reale Casa di Savoia (IRCS) sono state posizionate due lapidi che riportano una dedica al Sovrano e al suo illustre antenato Re Carlo Alberto.

Ogni anno i festeggiamenti per ricordare il Voto alla Vergine coinvolgono l’intero Comune e i borghi e per tradizione si mangiano le Paste di Meliga in onore della Madonna. Alle persone che si recano al santuario in occasione delle celebrazioni, per disposizione papale di Gregorio XVI è concessa l’indulgenza plenaria.
Alla Santa Messa del 26 agosto i fedeli si sono preparati con nove giorni di preghiera, iniziati domenica 17 agosto con la funzione religiosa celebrata alle 10.30.
Martedì 26 agosto una prima S. Messa è stata celebrata alle ore 8, mentre la funzione religiosa delle ore 9 è stata dedicata ai giovani della città, i quali sono stati omaggiati con il tradizionale gelato.
La solenne Messa «del Voto» è stata celebrata alle 10.30 da Don Abate, Parroco di Romagnano Sesia e Vicario Episcopale di Novara, insieme a Don Gianfranco Troya, Rettore del Santuario Reale della Madonna delle Grazie e Cappellano Reale onorario ed ai sacerdoti Don Valter Bonetto e Don Sestilio Coda.
Al termine della funzione, durante la quale sono stati ricordati tutti i benefattori vicini e lontani che contribuiscono alla cura del santuario, c’è stata la benedizione delle famiglie, dei malati e degli automobilisti. Alberto Acquaviva, Direttore del Santuario, ha quindi letto il messaggio inviato dal Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio.
Hanno presenziato il Sindaco Valerio Oderda, autorità civili e militari, gruppi e associazioni religiose e di volontariato.
L’Associazione Internazionale Regina Elena Odv è stata rappresentata dal Vice Segretario Amministrativo Nazionale.
In serata, alle ore 20.30 si è tenuta la recita del Rosario, seguita dalla supplica alla Madonna e dalla benedizione eucaristica.
La giornata del 26 agosto si è chiusa con il concerto della banda musicale “Città di Racconigi” nei giardini di Via Stramiano.
Le celebrazioni nel santuario sono proseguite il 27 con la recita del rosario alle 20.30 e la S. Messa alle 21 e giovedì 28 agosto, con il rosario alle ore 17.30 e la S. Messa alle 18.

ANDREA CARNINO

Sito sessista, Appendino: “Questa è violenza”

Il commento dell’ex sindaca di Torino postato sui social sulla vicenda del forum web che è stato chiuso

Alcune mie foto – come quelle di tante altre donne – sono state pubblicate su un sito pornografico e commentate in modo sessista e degradante innumerevoli volte.

Non è la prima volta che trovo mie immagini in forum del genere, luoghi che riducono le donne a oggetti, che alimentano e rafforzano stereotipi. Luoghi che aprono la strada a schifezze immonde come il gruppo Facebook in cui migliaia di uomini pubblicavano e commentavano foto intime delle loro mogli a loro insaputa.

Questa è violenza, ma ciò che più conta è che questa violenza digitale è solo la punta dell’iceberg. Perchè quello che nasce in rete si riversa nella vita reale: nelle relazioni, nelle discriminazioni, nelle porte che si chiudono.

Purtroppo la violenza la conosciamo tutte, in forme diverse: parte dall’essere giudicata per una gonna corta, dal sentirsi fischiare per strada, dal lavorare sodo e ricevere meno dei colleghi uomini e arriva all’essere molestata sugli autobus, al rimanere dipendente economicamente dal proprio marito, al prendersi botte se si alza la testa.

Perchè la violenza ha tante facce, ma la radice è la stessa: una cultura che ancora fatica a riconoscere pari dignità e pari diritti.

È giusto denunciare i singoli casi, e io ho la fortuna di poterlo fare perchè ho un lavoro, un reddito, un’indipendenza che me lo permettono. Ma tante donne non hanno queste possibilità e subiscono in silenzio, senza strumenti né protezione.

Se vogliamo davvero un cambiamento, dobbiamo partire dalle basi educando i nostri figli al rispetto, all’affettività e alla parità.

Oggi, dello sdegno che dura 24 ore non ce ne facciamo più nulla: servono fatti, servono azioni per cambiare la cultura e costruire una società in cui nessuna donna debba più avere paura, subire ingiustizie e sentirsi meno libera.

CHIARA APPENDINO