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Anagrafi più efficienti Torino e Milano a confronto

L’assessore all’Anagrafe, ai Servizi civici e al Decentramento della Città di Torino, Francesco Tresso, ha incontrato a Milano la sua omologa, l’assessora Gaia Romani, con i reciproci uffici.

La giornata è stata l’occasione per confrontarsi e dialogare sulle rispettive esperienze, per condividere modalità organizzative, azioni e progettualità legate a quello che è uno dei settori più importanti e strategici dell’attività degli enti comunali, punto di contatto delle amministrazioni con i cittadini.

L’assessore Francesco Tresso ha dichiarato: “Quello di oggi è stato un proficuo scambio di esperienze che vuole rafforzare il dialogo tra le due città, anche nella direzione di ricercare servizi di vicinanza e partecipazione alla cittadinanza. Con l’assessora Romani e i suoi uffici abbiamo avviato un tavolo di lavoro attivo utile non solo a scambiarsi dati e informazioni, ma anche per sviluppare progetti comuni”.

“Le somiglianze con la città di Torino sono molte – afferma l’assessora Gaia Romani- sia in termini di difficoltà che come amministrazioni affrontiamo quotidianamente, ma soprattutto nelle prospettive che ci siamo dati per il rilancio presente e futuro dei servizi al cittadino. Condividiamo una grandissima sensibilità sulla prossimità che questi devono avere per essere percepiti come utili ed efficienti dalla comunità, e attraverso un proficuo confronto sulle Circoscrizioni torinesi e gli omologhi Municipi milanesi, abbiamo trovato anche qui molti punti di contatto e di altrettante differenze utili. Sicuramente nei prossimi mesi porteremo avanti l’interlocuzione con tavoli di lavoro più specifici”

Lo massacrano di botte. Naso e denti spaccati per una questione di soldi

La polizia ha arrestato nelle scorse ore  cinque persone, tre uomini e due donne, gravemente indiziate dei reati di sequestro di persona e di rapina in abitazione, il 6 giugno 2022 ai danni di un anziano (classe 1938), residente a Torino. 

In quella occasione, due uomini con i volti nascosti da passamontagna, dopo aver percosso violentemente il malcapitato, bloccandogli le mani con fascette da elettricista, si erano impossessati dell’orologio di pregio, che la vittima portava al polso, e di altri due orologi custoditi all’interno dell’abitazione dell’anziano, dandosi poi alla fuga.

La vittima, soccorsa  dopo circa due ore su segnalazione di un vicino di casa, che ne aveva udito i lamenti, era stata trovata esamine a terra ed immediatamente trasportata presso un nosocomio cittadino, ove i sanitari avevano riscontrato la frattura delle ossa nasali e la rottura dei denti dell’arcata inferiore; l’uomo era stato quindi ricoverato per diverse settimane prima presso la struttura ospedaliera e poi in una R.S.A. cittadina.

Le singolari modalità del crimine ed in particolare la circostanza che la porta d’ingresso dell’immobile non presentasse apparenti segni di forzatura conducevano sin da subito gli investigatori ad indirizzare le attenzioni nella cerchia di quanti potessero avere detenuto notizie salienti sulle abitudini dell’anziano e sui beni in suo possesso, nonché verosimilmente disponessero di una copia delle sue chiavi di casa.

L’indagine, condotta dalla Squadra Mobile di Torino, supportata dall’analisi di immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza pubblici e privati situati in prossimità dell’abitazione della parte lesa, che avevano effettivamente immortalato i due presunti esecutori materiali della rapina immediatamente prima e subito dopo il compimento dell’efferato delitto, nonchè da una articolata attività, conduceva nei mesi a seguire all’identificazione di tre soggetti verso cui convergevano gravi indizi di essere gli autori della rapina, due quali esecutori materiali ed una quale mandante. Quest’ultima risultata essere una conoscente della vittima, che avrebbe commissionato il gravissimo atto a causa dell’acredine maturata nel tempo nei confronti dell’anziano, per motivi economici.

Al termine dell’attività d’indagine, il Tribunale di Torino, su richiesta della locale Procura della Repubblica, recependo le risultanze della Squadra Mobile, emetteva i provvedimenti di natura restrittiva in narrazione.

Contestualmente all’esecuzione dei provvedimenti cautelari venivano esperite le perquisizioni delle abitazioni e dei luoghi nella disponibilità degli indagati, che conducevano al rinvenimento di materiale e di documentazione utile ai fini investigativi e di riscontro.

La Mole si illumina di viola per la lotta all’epilessia

Anche quest’anno in occasione della Giornata Internazionale dell’Epilessia il 13 febbraio  la Mole Antonelliana si illuminerà di viola, simbolo della lotta all’Epilessia.


L’iniziativa, organizzata dalla Lega Italiana contro l’Epilessia (LICE) e dalla Fondazione LICE, ha come obiettivo quello di accendere una “luce speciale” sull’importanza dell’inclusione sociale delle Persone con Epilessia, dalla scuola al lavoro.

“L’Epilessia è ancora una malattia stigmatizzante – sottolinea la Dott.ssa Irene Bagnasco, Medico specialista in Neuropsichiatria infantile – Epilettologia presso l’Ospedale Martini di Torino e Coordinatrice LICE Macroarea Piemonte, Liguria, Val D’Aosta – attorno alla quale c’è pregiudizio e ignoranza. Sono ancora molte le persone che ritengono erroneamente che l’Epilessia sia una malattia rara oppure una malattia mentale. E ancora che non si possa andare a scuola o lavorare. Tutto ciò è dovuto alla scarsa conoscenza. L’epilessia colpisce tutte le età della vita, ma i due picchi di incidenza si hanno nell’età infantile e negli anziani. Ed è proprio in età evolutiva che la patologia va a impattare nel contesto di sviluppo, familiare, di relazioni con i pari, nel percorso scolastico e nelle attività ludico-ricreative-sportive”.

In occasione della Giornata Internazionale dell’Epilessia, LICE e Fondazione LICE, in collaborazione con il Giffoni Innovation Hub, presentano “Si va in scena. Storie di Epilessia”, la campagna di awareness contro lo stigma sociale che spesso comporta l’esclusione da una vita normale per chi convive con l’Epilessia, anche in ambito scolastico e lavorativo.

La Giornata Internazionale sarà anche l’occasione per lanciare un contest dedicato al tema dell’inclusione sociale, dalla scuola al lavoro.  La storia migliore, selezionata da una giuria di esperti, diventerà il soggetto di un cortometraggio che sarà presentato dal 20 al 29 luglio al Giffoni Film Festival 2023.

La Campagna LICE 2023 “SI VA IN SCENA. STORIE DI EPILESSIA” proseguirà per tutto il 2023. Chi volesse partecipare al contest e raccontare la propria storia di Epilessia entro e non oltre il 13 marzo 2023, potrà trovare tutte le informazioni su Lice e Fondazione LICE.

Anche quest’anno si rinnova la tradizionale illuminazione dei monumenti italiani: i monumenti delle principali città italiane si coloreranno di viola, il colore della lotta all’Epilessia. Numerose le manifestazioni previste nella Macroarea Piemonte-Liguria-Val D’Aosta.

 

Sezione Piemonte-Liguria-Val D’Aosta

Elenco illuminazioni di viola

  1. Torino, Mole antonelliana e concerto la sera del 13 febbraio
  2. Novara, concerto il 14 febbraio
  3. Cuneo, Torre Civica e concerto il 12 febbraio
  4. Genova, Piazza De Ferrari
  5. Novara, Cupola di San Gaudenzio
  6. Gaslini di Genova, I Supereroi al centro epilessia
  7. Alessandria, ingresso Ospedale SS Arrigo e Biagio

 

Nei Paesi industrializzati, l’Epilessia interessa circa 1 persona su 100. Questa patologia si può verificare in tutte le età, con due maggiori picchi di incidenza, uno nei primi anni di vita e l’altro – sempre più elevato – nell’età più avanzata. Attualmente si calcola infatti che in Italia ogni anno si verifichino 86 nuovi casi di Epilessia nel primo anno di vita, 20-30 nell’età giovanile/adulta e 180 dopo i 75 anni. Alla base dell’alto tasso di incidenza nel primo anno di vita ci sono soprattutto fattori genetici e rischi connessi a varie cause di sofferenza perinatale, mentre per gli over 75 la causa risiede soprattutto nel concomitante aumento delle patologie legate all’età: ictus cerebrale, malattie neurodegenerative, tumori e traumi cranici. 

 

 

 

 

Per maggiori informazioni:

www.lice.it

https://fondazionelice.it/

https://www.facebook.com/FondazioneEpilessiaLICE

Numero unico 112, gestione chiamate tra Azienda Zero e polizia municipale

GIORNATA EUROPEA DEL NUMERO UNICO DI EMERGENZA 112. PRONTO IL PROTOCOLLO D’INTESA PER LA GESTIONE OPERATIVA DELLE CHIAMATE TRA AZIENDA ZERO REGIONE PIEMONTE E POLIZIA LOCALE DI TORINO

Ricorre sabato 11 febbraio, la Giornata europea del Numero Unico di Emergenza (NUE) 112, che i cittadini di tutta Europa possono utilizzare per chiedere soccorso in caso di emergenza  di tipo sanitario, forze di polizia, vigili del fuoco e soccorso in mare.

Il NUE, con 15 Centrali Uniche di Risposta (CUR) è attivo attualmente nelle regioni Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Sicilia, Toscana, Umbria, Val d’Aosta e nelle province autonome di Bolzano e di Trento.

Rispondendo alla chiamata inoltrata al NUE, l’operatore della centrale unica riceve in tempo reale il numero telefonico e la localizzazione del chiamante che, in formato digitale ed integrando le informazioni con la tipologia di soccorso necessario, trasferisce la chiamata alla centrale operativa di secondo livello a cui compete l’intervento (Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Vigili del Fuoco, Polizia Locale ed Emergenza Sanitaria), garantendo agli enti di soccorso di ricevere esclusivamente richieste già filtrate e selezionate.

La chiamata di emergenza riceve normalmente una risposta entro dodici secondi e, nel caso in cui il contatto con la centrale non avvenga per una qualsiasi ragione, l’utente viene immediatamente richiamato. Il NUE assicura l’accesso al servizio da parte dei cittadini sordi. E’ infatti operativo dall’estate 2021 il “112 Sordi” che consente ai cittadini con tale disabilità di accedere al servizio di segnalazione delle emergenze attraverso un apposito sistema studiato e realizzato in linea con le direttive europee per colloquiare in tempo reale.

Il sistema, con un solo numero, da accesso a tutti i servizi di emergenza con localizzazione del chiamante e con la garanzia di un servizio multilingue che permette di accogliere le chiamate nelle lingue più diffuse.

Proprio in questi giorni sarà siglato il nuovo Protocollo operativo d’intesa per la gestione delle chiamate “NUE 112” inoltrate alla Centrale operativa del Corpo di Polizia Locale della Citta’ di Torino  tra  l’Azienda Zero Regione Piemonte – Numero unico Emergenza 112 – e la Polizia Locale di Torino.

Con tale documento si condividono  le modalità operative di gestione delle chiamate di emergenza, identificate dalle Centrali Uniche di Risposta NUE 112 come competenza della Polizia Locale di Torino con il fine ultimo di rendere maggiormente efficace la risposta gestionale e operativa del soccorso pubblico.

Nel giorno della ricorrenza della Giornata Europea del Numero Unico di Emergenza, è bene ricordare ai cittadini che in caso di allarme, criticità e pericolo è sempre meglio chiamare il NUE 112 preferendolo al consueto numero della Polizia Locale 011.011.1.

L’assessora alle Politiche per la Sicurezza del Comune di Torino, Gianna Pentenero: “La sicurezza di una comunità ha molto a che fare con la responsabilità condivisa. Ogni volta che siete a conoscenza diretta o indiretta di qualcosa che possa nuocere a cose o persone, vi invitiamo a chiamare tempestivamente le Forze dell’ordine perché intervenire a poca distanza e poco tempo dopo un evento può aiutare tutti e tutte, ecco perché è importante avere dei protocolli che ottimizzano le sinergie tra enti”.

Luigi Genesio Icardi, assessore alla Sanità della Regione Piemonte: “Il lavoro svolto da Azienda Zero, quale struttura di gestione delle Centrali Uniche di Risposta e dal Comando della Polizia Locale è un tangibile esempio della collaborazione tra i diversi Enti deputati al soccorso. Collaborazione che vede il cittadino al centro, sia nel recepire il suo bisogno, sia nell’avere una valida, professionale e migliore risposta dalle Istituzioni”.

Il Commissario di Azienda Zero, Carlo Picco: “Azienda Zero, con le Centrali Operative 112 e la Polizia Locale, con la sua Sala Operativa, hanno lavorato insieme per realizzare un accordo finalizzato alla creazione di uno strumento tecnico e procedurale per migliorare ancora di più il lavoro sinergico svolto sino ad oggi. Un doveroso ringraziamento va  a tutti i Professionisti coinvolti, a vario titolo, nel raggiungimento di questo importante risultato, che rappresenta  un valido esempio di collaborazione e cooperazione tra le Istituzioni.”

 

Pronto soccorso, accordo sulle indennità del personale

 IL PRESIDENTE CIRIO E L’ASSESSORE ALLA SANITA’ ICARDI: «ATTO DOVUTO VERSO I LAVORATORI PIU’ DISAGIATI»

 

Sanità regionale e Organizzazioni sindacali del Comparto hanno siglato  l’intesa sull’indennità che verrà corrisposta al personale infermieristico e a tutti gli altri profili professionali operanti nei Servizi di Pronto Soccorso.

 

«Completiamo il percorso di adeguamento tariffario per chi lavora in prima linea sul fronte del Pronto soccorso – commentano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi -, dando attuazione, tra le prime Regioni in Italia, a questa specifica disposizione contrattuale, con effetto in busta paga già da aprile 2023. Un atto dovuto, che non esaurisce, ma conferma l’attenzione e l’impegno della Regione verso la realtà del Pronto soccorso, attraverso un piano straordinario di intervento che passa anche attraverso il potenziamento del personale, l’incremento dei posti letto, il trasferimento dei pazienti verso Cavs, Rsa e Strutture private accreditate, con una specifica cabina di regia e il monitoraggio costante delle attività».

 

La Regione Piemonte ha ripartito per questa operazione di ristoro del personale 3 milioni 955 mila euro all’anno, che andranno alle Aziende del Servizio sanitario regionale in rapporto al numero dei dipendenti interessati.

 

Nello specifico, l’accordo prevede che l’indennità venga erogata mensilmente ad ogni singolo operatore nella misura di 5 euro per ogni giornata di effettiva presenza e di 8 euro per il personale operante su turni da 12 ore. Mediamente si tratterà di un compenso intorno a 100 euro al mese, per una platea di circa tremila operatori.

 

E’ interessato alla corresponsione dell’indennità il personale dipendente di tutte le aree e di tutti i ruoli assegnato stabilmente o temporaneamente, con contratto a tempo determinato o a tempo indeterminato, parziale e pieno, ai servizi di Ppi, Pronto soccorso, DEA I e II Livello, Obi, MECAU (solo qualora le strutture svolgano attività di pronto soccorso e primo intervento), nonché alle strutture di pronto soccorso ostetrico-ginecologico e pediatrico e alle attività assimilabili a Pronto soccorso nei setting sede di DEA.

 

Le parti hanno inoltre convenuto sull’attivazione, entro il 10 marzo 2023, di un tavolo di confronto politico regionale sulle problematiche del sistema dell’emergenza-urgenza intra-extra ospedaliera e territoriale.

Un successivo incontro, entro il mese di aprile 2023, è stato concordato per verificare congiuntamente l’utilizzo delle risorse extra-tetto (circa 86 milioni di euro per il potenziamento dell’assistenza territoriale) e gli andamenti occupazionali.

L’accordo è stato siglato dalla Regione e da tutte le rappresentanze sindacali del Comparto: Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl, Fials, Nursind e Nursing Up.

Torino, controlli ad Aurora: trovata droga e sanzionato minimarket

 

Mercoledì pomeriggio, agenti del Commissariato Dora Vanchiglia, insieme ad equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine “Piemonte” e ad unità cinofile della Polizia di Stato hanno effettuato un controllo straordinario nel quartiere Aurora. Inoltre, con l’ausilio di personale della Polizia Municipale e dell’ASL (controllo merce e condizioni sanitarie e S.PRE.S.A.L.) sono stati controllati alcuni esercizi pubblici della zona.

In particolare, in Lungo Dora Napoli venivano sottoposti a controllo un minimarket e alcune persone presenti all’esterno, due delle quali trovate in possesso di sostanza stupefacente per uso personale, motivo per il quale venivano sanzionati amministrativamente. Di fronte all’esercizio, lungo le sponde del fiume venivano rinvenuti e sequestrati a carico di ignoti un centinaio di grammi di hashish.

A seguito del controllo amministrativo, gli agenti della Polizia Municipale sanzionavano l’esercizio per oltre 1000 euro per la mancata esposizione dei prezzi. Personale dell’ASL, invece, riscontrava anomalie sanitarie per le quali emetteva diffida con sanzione di 2000 euro e l’obbligo di adeguamento entro 30 giorni. Ulteriori 2500 euro di sanzioni venivano emesse da personale dell’ASL – S.PRE.S.A.L. per la mancanza del certificato di sicurezza sul lavoro. Per tale violazione, l’attività imprenditoriale veniva sospesa e il locale chiuso al pubblico fino alla consegna della documentazione richiesta.

In un bar di corso Vercelli, invece, gli agenti della Polizia di Stato rinvenivano nel bagno del locale 60 grammi di sostanza stupefacente, poi sequestrata a carico di ignoti.

 

Incendio in cella, la protesta di un detenuto che tenta di salire sul tetto

Riceviamo dal Sappe e pubblichiamo

NOVARA, FUOCO E FIAMME IN CARCERE

Un pomeriggio da dimenticare, di fuoco e di rabbia. Ancora un grave fatto violento all’interno delle carceri piemontesi, segnatamente nella struttura detentiva di Novara, che avrebbe avuto tragiche conseguenze se l’intervento degli Agenti di Polizia Penitenziaria non fosse stato tempestivo e provvidenziale. La denuncia è di Mario Corvinovice segretario regionale per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che ricostruisce quel che è avvenuto oggi: “Oggi un detenuto straniero, con evidenti problematiche di natura psichiatrica, che già si era reso protagonista di eventi critici in precedenti detenzioni in altre strutture regionali, ha dato in escandescenza, creando tutta una serie di criticità. Prima ha dato fuoco ad alcuni oggetti che aveva in cella, poi ha distrutto la finestra ed il tavolo a disposizione e poi ha tentato addirittura di salire sul tetto. Alcune unità di Polizia Penitenziaria sono prontamente intervenute per spegnere l’incendio e portare fuori dalla cella l’uomo, fermandolo in tempo nel tentativo di salire sul tetto. Un episodio grave, che va contestualizzato in una realtà operativa assai precaria. Il carcere di Novara, per la presenza di detenuti di difficile gestione e per la grave carenza di organico, è una polveriera e merita la giusta attenzione da parte dei vertici dell’Amministrazione penitenziaria”.

Per Donato Capece, Segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, “servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. La via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere: certo non indulti o amnistie. Espellere gli stranieri detenuti in Italia, per fare scontare loro la pena nelle carceri dei Paesi di origine, potrebbe già essere una soluzione, come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario. La Polizia Penitenziaria è veramente stanca di subire quotidianamente gratuite violenze per l’incapacità di una Amministrazione che non riesce ad intercedere ai livelli politici competenti, anch’essi sicuramente non esenti da gravi responsabilità”.

Impietosa la denuncia di Capece, che esprime solidarietà ed ha parole di apprezzamento per la professionalità, il coraggio e lo spirito di servizio dimostrati dai poliziotti penitenziari di Novara: “Tutti i giorni i poliziotti penitenziari devono fare i conti con le criticità e le problematiche che rendono sempre più difficoltoso lavorare nella prima linea delle sezioni delle detentive delle carceri, per adulti e minori. Mi riferisco alla necessità di nuove assunzioni nel Corpo di polizia penitenziaria, corsi di formazione e aggiornamento professionale, nuovi strumenti di operatività come il taser, kit anti aggressioni, guanti antitaglio, telecamere portatili, promessi da mesi ma di cui non c’è traccia alcuna in periferia“.

Per l’eredità della madre uccide il fratello con una coltellata nell’occhio: 15 anni di carcere

15 anni di carcere per Carlo Pellegrini, 48enne ex avvocato di Torino reo confesso dell’omicidio del fratello Enrico. Sconterà la pena in una struttura protetta data  la sua pericolosità sociale. Nel giugno 2021 aveva ucciso con una serie di coltellate (quella mortale in un occhio) il fratello. Poi era fuggito ed era stato  rintracciato a casa della sorella a Rovereto. Il pm aveva chiesto 21 anni di carcere dopo che una perizia aveva stabilito la seminfermità mentale. La corte d’assise di Torino ha invece deciso 15 anni escludendo l’aggravante delle sevizie. Il movente  è l’eredità della madre, morta poco prima dell’omicidio.

A Torino in via Orvieto arriva un nuovo Superstore Conad

All’interno del punto vendita massima attenzione alla valorizzazione delle aziende locali e dei prodotti ortofrutticoli del Consorzio Ori del Piemonte

 

Novità per i cittadini di Torino: da domani il supermercato di Via Orvieto – angolo Via Verolengo diventa un Superstore Conad, entrando così nell’orbita dell’insegna. Il negozio, dopo un brevissimo periodo di chiusura, è stato ripensato nel layout e nell’offerta assortimentale per valorizzare al meglio la gamma di prodotti e servizi tipici del marchio Conad.

Il nuovo Superstore Conad garantirà una spesa completa, conveniente e di qualità, con la presenza di tutti i reparti, con grande enfasi sui freschi e freschissimi, fiore all’occhiello della Cooperativa; tra questi, i clienti potranno trovare i formaggi tipici della cultura lattiero-casearia piemontese, vera eccellenza locale. I clienti troveranno nel reparto ortofrutta, una vasta proposta di prodotti locali e attentamente selezionati, oltre ad una ricca offerta delle referenze di IV Gamma e di biologico confezionato; la macelleria che dispone di una sezione dedicata di pronti a cuocere per rispondere alle esigenze di una spesa veloce, comoda e ready to eat; la pescheria con banco assistito; la gastronomia con banco caldo e rosticceria con i prodotti tipici del territorio oltre alla sezione per la cottura polli; la panetteria con una produzione interna di pizze e focacce e la pasticceria con dolci e pasticcini freschi sfornati giornalmente dal laboratorio dello Spazio Conad di Venaria. Presente anche una cantina vini con le migliori etichette locali e un’area healthy, per rispondere alle nuove tendenze di consumo, con prodotti senza glutine e vegan, affiancati dalle linee biologiche e funzionali Verso Natura Conad, Alimentum e PiacerSi. Completano l’offerta una grande presenza delle linee Conad e Conad Percorso Qualità, la varietà di prodotti regionali italiani di eccellenza a marchio Sapori&Dintorni, e la linea Sapori&Idee dedicata a chi ha sempre voglia di sperimentare, anche a tavola, con nuove idee ed esperienze di gusto.

Nel punto vendita grande attenzione è rivolta alle aziende locali e ai prodotti ortofrutticoli del Consorzio Ori del Piemonte: prodotti certificati che garantiscono filiera corta e controllata in ogni fase e un risvolto sostenibile per le aziende del territorio. L’attenzione al localismo da parte di Conad Nord Ovest è infatti un progetto distintivo e identitario che mira al rispetto per la natura ed i suoi ritmi e alla valorizzazione del territorio nei quali i prodotti nascono e crescono.

“Siamo orgogliosi di rafforzare la nostra presenza a Torino con questo nuovo Superstore Conad, che mira a soddisfare tutte le esigenze di spesa della clientela e a diventare un punto di riferimento per il quartiere. – Dichiara Giuseppe Fornasiero, Direttore Rapporto Soci Piemonte e Val D’Aosta di Conad Nord Ovest – Nella nuova gestione abbiamo confermato tutti gli impegni occupazionali precedenti ed effettuato i lavori di ristrutturazione nel minor tempo possibile, al fine di ridurre al minimo i disagi alla clientela, grazie anche alla preziosa collaborazione degli addetti che hanno contribuito a riorganizzare il punto vendita. In questo nuovo supermercato, oltre ai prodotti a marchio Conad, sinonimo di qualità e convenienza, i clienti potranno trovare anche un grande assortimento di eccellenze del territorio. Sono presenti, infatti, numerose referenze delle aziende agricole del Consorzio Ori del Piemonte: una vera e propria garanzia che ci permette di esporre nei nostri negozi le eccellenze più preziose, quelle gemme che fanno grande la tavola del Piemonte.”

Il supermercato, situato in zona residenziale, va ad arricchire la presenza del gruppo Conad a Torino, presente, da domani con 29 punti di vendita, di cui 12 in città. Si sviluppa su una superficie di circa 2440 mq, conta 7 casse tradizionali, 6 casse self check-out, 3 torrette di “spesa al volo” e impiega 57 addetti. Il punto vendita, inoltre, dispone di un parcheggio con spazi esterni ed interni, accetta i buoni pasto e i buoni celiachia.

Il nuovo Superstore Conad è aperto con orario continuato dal lunedì al sabato dalle ore 8:30 alle ore 20:00 e la domenica dalle 9:00 alle 20:00. Il numero di telefono per richiedere informazioni è lo 011/210499.

 

Il Giorno del Ricordo celebrato in Sala Rossa

Il Giorno del Ricordo, che commemora le vittime delle foibe e l’esodo giuliano-dalmata all’indomani della Seconda guerra mondiale, è stato celebrato ieri in Sala Rossa. La cerimonia si è svolta alla presenza di autorità civili e militari, rappresentanti della comunità degli esuli e di una folta rappresentanza del Consiglio comunale.

Aprendo la cerimonia, il vicepresidente vicario del Consiglio comunale, Domenico Garcea, ha definito quegli eventi quali una pagina tragica del “secolo breve”, ricordando come per molti anni fossero state rimosse o addirittura negate, per calcolo politico, le sofferenze subite dalle popolazioni di lingua italiana in fuga dal comunismo jugoslavo. Il vicario ha quindi sottolineato la necessità di impegnarsi affinché la verità dei fatti possa affermarsi al di là di ogni logica di parte, in un’Europa pacificata, in un mondo sempre più dialogante.

Ha quindi preso la parola l’assessore Maurizio Marrone, rappresentante della Regione Piemonte, ha ringraziato le comunità degli esuli per aver mantenuto viva la memoria di quei fatti durante un lungo silenzio, conservandone il ricordo che deve ora essere tramandato soprattutto ai giovani. Una popolazione inerme, ha affermato Marrone, ha dovuto sopportare le conseguenze delle tensioni geopolitiche nell’area e delle guerre, fino a convincersi di non avere più in futuro nella sua stessa terra e fuggire verso un’Italia a volte rivelatasi matrigna.

Daniele Valle, vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, ha ricordato la spirale di violenza innescata dal nazifascismo in quelle terre ricche di cultura e storia, nel quadro della seconda guerra mondiale, con la violenza di ritorno da parte del regime autocratico titino: le foibe però non possono essere considerate semplicemente una reazione ad altre violenze, perché tutte le violenze vanno condannate. Valle ha ricordato come occorra, se non una memoria condivisa, la capacità da parte di memorie diverse di riconoscersi reciprocamente e di rendere comprensibile il passato.

Toccante la testimonianza di Antonio Vatta, presidente del comitato torinese dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, che raccoglie molti esuli e loro discendenti. In fuga da Zara all’età di dieci anni, ha ripercorso il dramma degli esuli attraverso la propria esperienza personale, specchio di tante altre. Vatta ha ricordato come gli esuli non avessero nutrito odio verso gli slavi, ma avessero scelto di loro volontà di abbandonare la loro terra per poter restare italiani quali essi sono, per cui non accettano di essere arbitrariamente etichettati in modo diverso.

Enrico Miletto, docente dell’Università di Torino, ha inquadrato storicamente il periodo tra la fine della Prima guerra mondiale, con l’annessione all’Italia di quelle terre di confine, seguita dal fascismo con l’italianizzazione forzata delle minoranze slave e dal Secondo conflitto mondiale, che vide l’aggressione italo-tedesca ai danni della Jugoslavia. Miletto ha ricordato le violenze degli slavi del 1943-45, sottolineando come il numero delle vittime possa essere solo valutato con approssimazione, tra le cinquemila e le seimila (esponenti del regime fascisti, ma anche possidenti, carabinieri e antifascisti contrari all’annessione alla Jugoslavia), mentre l’esodo, proseguito con fasi alterne fino al 1956, ha riguardato 250mila persone, il 90% della comunità di lingua italiana, spinte dalle politiche coercitive dello stato jugoslavo. Ricordati anche dal relatore i fitti coni d’ombra su queste vicende, dovuti a ragioni di politica internazionale e interna, così come l’indifferenza e persino l’ostilità di una parte dell’opinione pubblica verso quei profughi.

Il sindaco Stefano Lo Russo ha concluso la cerimonia ricordando come oggi Slovenia e Croazia siano parte integrante dell’Unione Europea, evidenziando come il Giorno del Ricordo non sia un giorno del rancore, intendendo altresì fine a ogni rimozione di quelle tragiche vicende, figlie dei totalitarismi e dei nazionalismi che hanno devastato l’Europa e sono tutt’oggi presenti e pericolosi. Va respinta l’idea degli stati omogenei etnicamente, di muri e barriere tra le nazioni: la vita di una nazione democratica è infatti fondata sul sulla pluralità e sul reciproco riconoscimento di popoli, culture e civiltà, ha sottolineato Lo Russo, citando Jacques Delors che riteneva l’Europa quale federazione di minoranze, capace di garantire rispetto dei diritti individuali e collettivi di persone e popoli. Il sindaco ha quindi ricordato l’importanza dell’integrazione in Europa dell’Ucraina, obiettivo da perseguire con tutte le energie.

(foto archivio)