Mariangela Cotto nota esponente politica astigiana ed ex assessore regionale nella giunta di Enzo Ghigo avrebbe compiuto 77 anni il 2 febbraio. È deceduta questa sera, domenica, dopo essersi accasciata per un malore mentre si trovava in compagnia di una amica in via Cattedrale ad Asti. A nulla sono valsi i soccorsi. Politica di lungo corso fin dai tempi della Dc, vicina al mondo del volontariato e attenta alle istanze dei cittadini è stata assessore regionale alle politiche sociali, consigliere comunale e assessore ad Asti.
Questa notte nei pressi del sottopassaggio ferroviario di via Leini a Settimo Torinese un gruppo di ragazzi ha tentato di ostruire il passaggio dei veicoli tendendo un nastro di traverso sulla carreggiata. Lo comunica sui social il Comune che aggiunge:
“Non ci sono state conseguenze perché il primo automobilista che passava ha avuto la prontezza di accorgersene e di rimuovere il nastro. Si tratta tuttavia di un fatto grave che avrebbe potuto avere conseguenze peggiori.
L’episodio è stato documentato e le immagini sono già in possesso dei carabinieri, che hanno raccolto una denuncia e stanno procedendo per individuare i responsabili, in collaborazione con il Comune, visionando le telecamere di videosorveglianza pubblica”.
A Settimo gli arredi del Distretto del Commercio
Sono stati installati nei giorni scorsi i nuovi arredi urbani finanziati dal Distretto Unico del Commercio, il DUC.
Oltre alle nuove panchine e le fioriere, collocate già la scorsa estate, nei giorni scorsi sono arrivati i pannelli informativi sulla storia di Settimo e sul commercio, ma anche i nuovi divertenti “cestini” per i mozziconi delle sigarette.
I pennelli, realizzato in collaborazione con l’Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti, raccontano la storia delle fiere di Settimo, sono leggibili anche dalle persone ipovedenti e rimandano ad audioguide attivabili con un QRCode.
I “cestini” nascono come un gioco, un piccolo sondaggio dove “vince” il mucchio di cicche più alto: e quindi puoi scegliere fra sushi e pizza, fra Messi e Maradona o fra i Rolling Stones e i Maneskin. Un piccolo “incentivo” a non sporcare la città e a cambiare la cattiva abitudine di buttare a terra i mozziconi.
Gli arredi sono solo l’ultimo elemento del progetto del DUC, uno degli strumenti messi in campo dal Comune per sostenere il commercio di vicinato, di cui fanno parte, oltre al Comune, le associazioni e gli esercenti. Oltre al rifacimento degli arredi, il distretto ha messo a disposizione dei singoli negozianti i fondi per rinnovare vetrine ed arredi, coprendo fino all’85% dell’investimento.
«Sono una quarantina i negozi e gli operatori mercatali che hanno partecipato, in tutte le zone della Città – interviene l’assessora Chiara Gaiola – C’è un progetto complessivo per consolidare il commercio locale, in un periodo non semplice per una crisi globale prodotta in larga parte dall’e-commerce. È importante avere un centro commerciale naturale bello, interessante e valorizzato sia nei suoi elementi pubblici che in quelli privati. Così come è importante proporre eventi e iniziative capaci di renderci attrattivi, dalle fiere alla pista di pattinaggio». (Facebook)
Il Giorno della Memoria a Villar Dora
Si è svolta al Giardino delle Virtù la celebrazione del Giorno della Memoria. La deposizione di un mazzo di fiori in uno dei luoghi simbolo per non dimenticare di Villar Dora. Insieme al Sindaco Savino Moscia e all’Amministrazione Comunale c’era un gruppo di giovani villardoresi che hanno voluto essere presenti per dimostrare quanto questa giornata sia sentita anche nelle nuove generazioni.
“Sono molto contento perché siamo riusciti a coinvolgere un gruppo di ragazzi giovani – sottolinea Savino Moscia – sono venuti con noi e hanno deposto loro i fiori. Così ho potuto spiegare loro la storia di questi due personaggi che noi ricordiamo tutti gli anni per i loro atti eroici e soprattutto di civiltà. Ecco la parte bella è proprio questa gioventù, perché questi questi ragazzi non hanno una cattiva radice, anzi tutt’altro”.
Il Giardino delle Virtù è uno dei luoghi simbolo di Villar Dora: “E’ dedicato a delle persone virtuose – ricorda il primo cittadino – Questo giardino è nato con l’intento di ricordare e sottolineare piccoli grandi gesti. Non abbiamo bisogno di eroi, abbiamo bisogno di buoni esempi. Gente villardorese che ha fatto delle cose importanti per il paese. Un giardino che cresce, oltre a quelli presenti qui aggiungeremo dei totem a memoria dei buoni gesti, delle virtù appunto. Che sono quanto di meglio l’umanità possa esprimere”. (Facebook)
Le Volanti della polizia sono giunte presso il centro commerciale Grande Cuneo, nel capoluogo della Granda chiamate per una violenta lite che, come riporta il giornale Targato Cn, è avvenuta tra un uomo e una famiglia. Sembra che l’uomo, poi accompagnato in Questura, abbia urtato una donna, suscitando le rimostranze del compagno e del figlio. L’aggressore avrebbe afferrato una paletta da una pizzeria da asporto trovata a portata di mano e li avrebbe colpiti.
NOTIZIE DAL PIEMONTE
I poliziotti del Commissariato di P.S. San Paolo, con l’ausilio dell’unità cinofila antidroga dell’UPGSP e di personale della Polizia Municipale, hanno svolto un servizio di controllo straordinario del territorio nella zona di competenza. Insieme all’ASL-SIAN hanno, inoltre, proceduto alla verifica del rispetto delle normative attinenti alle condizioni igieniche presenti all’interno di alcuni esercizi commerciali.
L’attività si è in particolare concentrata su tre locali, uno di ristorazione e due caffetterie.
In un ristorante giapponese di Corso Peschiera, gli Ispettori del servizio SIAN hanno riscontrato precarie condizioni igieniche, in particolare sporcizia diffusa sul pavimento della cucina, pareti annerite, nonché la presenza di un topo in fase di decomposizione dietro un congelatore alimentare. Inoltre, alcuni alimenti erano privi della relativa tracciabilità, altri risultavano scaduti. Per tali violazioni, è stata decretata l’immediata sospensione dell’attività, sino al ripristino delle previste condizioni igieniche, con sanzione di 2000 €.
Successivamente, durante il controllo dell’area pedonale compresa fra piazza Sabotino e via San Bernardino, è stato controllato un bar, anch’esso sanzionato per aver violato il regolamento di igiene del Comune di Torino in materia di salubrità in quei luoghi ove può verificarsi notevole affluenza di persone.
Un secondo bar, ubicato in via Di Nanni, è stato sanzionato per cattive condizioni igieniche dei servizi e della attrezzature utilizzate per la preparazione di alimenti e bevande, nonché per la presenza di un dehor privo di concessione comunale.
Nel corso dell’attività i poliziotti hanno identificato 90 persone e controllato 16 veicoli.
Sequestrato studio dentistico abusivo
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https://canavesanoedintorni.it/ivrea-sequestrato-studio-dentistico-abusivo-dalla-guardia-di-finanza/
A 105 anni è morto Bruno Segre. Intellettuale, avvocato, partigiano.
Si era laureato in Giurisprudenza all’Università di Torino, dove fu allievo di Luigi Einaudi.
Le leggi razziali, essendo di famiglia ebrea non gli permisero di svolgere la professione di avvocato. Per decenni pubblicò il giornale L’incontro, rivista di confronto di idee.
Di seguito, il ricordo di Marco Travaglini.
E’ morto Bruno Segre, l’uomo che nacque “quando ancora tuonavano i cannoni della Grande guerra”
Bruno Segre è morto a 105 anni, proprio nel giorno in cui si celebra la memoria della Shoah dopo una vita da protagonista che ha attraversato il ‘900 ( era nato a Torino il 4 settembre del 1918) e i primi vent’anni del Duemila senza rinunciare alle sue battaglie per la libertà, i diritti, la laicità, contro ogni autoritarismo e discriminazione. Un raro esempio di coerenza e forza che ha raccontato in “Non mi sono mai arreso” (Editrice Il Punto/ Piemonte in Bancarella). Il volume, a cura di Nico Ivaldi, riflette una vita straordinaria di avvocato e giornalista distintosi come una delle più limpide e coraggiose personalità dell’antifascismo italiano. Il racconto, sotto forma d’intervista, ripercorre la sua storia offrendo al lettore un ritratto lucido e appassionato di Segre dalla Torino degli anni Venti e del “lessico famigliare” della sua famiglia ai due decenni del fascismo con l’ignominia delle leggi razziali, la guerra, la Resistenza e il lungo cammino che ha visto impegnato per numerosi decenni il caparbio protagonista tra mille impegni e interessi. Nato a Torino “quando ancora tuonavano i cannoni della Prima guerra mondiale”, ha vissuto quegli anni in una casa di via Barbaroux con i balconi che “si affacciavano su piazza Castello”. Laureato in legge, allievo di Luigi Einaudi, antifascista discriminato dalle leggi razziali in quanto figlio di genitore ebreo, durante il Secondo conflitto mondiale Segre conobbe due volte, nel 1942 e nel 1944, la costrizione del carcere fascista e partecipò alla Resistenza nelle file di Giustizia e Libertà. Un’esperienza sulla quale, nell’estate del 1946, scrisse un memoriale che pubblicò soltanto qualche anno fa, nel 2013, in un volume intitolato “Quelli di via Asti”. Dalle pagine del libro e dal ritmo incalzante dell’intervista emerge il profilo di quest’uomo colto e intelligente, innamorato del concetto del movimento di Giustizia e Libertà, saldamente ispirato da quell’esprit républicain che ne ha sempre orientato le scelte, a partire dall’insopprimibile impegno a difesa dei principi di laicità e all’intransigente fedeltà ai valori di un socialismo capace di garantire i diritti individuali, ripudiando ogni settarismo e dogmatismo. La narrazione autobiografica offre un’infinità di spunti, suggestioni, aneddoti ironici. Giornalista e avvocato, negli anni del dopoguerra Segre si è impegnato nella difesa dell’obiezione di coscienza e nella battaglia per il divorzio. Come giornalista ha intervistato un’infinità di personalità importanti e ben pochi possono vantare come lui di aver potuto intervistare Joséphine Baker, la “venere nera” della Parigi degli “années folles” resi immortali da Hemingway nel suo “Festa mobile”. E soprattutto di averla intervistata nel contesto che lui stesso descrive e che non è il caso di anticipare per non togliere al lettore la curiosità di scoprirlo da solo. Bruno Segre, oltre a collaborare a diverse testate (tra le altre L’Opinione, diretta da Franco Antonicelli e Giulio De Benedetti, Paese Sera, Il Corriere di Trieste e il Corriere di Sicilia) è stato il fondatore e direttore del mensile “L’Incontro”, una esperienza editoriale più unica che rara durata settant’anni, trasformatasi in giornale online dopo aver cessato la pubblicazione cartacea. Quel “periodico politico-culturale” stampato su foglio unico in formato grande e con la testata in rosso ha segnato più di un’epoca, accompagnando per ben quattordici lustri gli affezionati lettori con riflessioni e articoli dedicati alle battaglie contro l’intolleranza religiosa e il razzismo, per la pace, i diritti civili e la laicità. Quando il 4 settembre del 2018 l’avvocato Segre ha festeggiato i suoi cento anni ha voluto ringraziare tutti gli amici “che con me condividono ideali democratici, pensieri di libertà e di antirazzismo, di fedeltà a quelle che furono le conseguenze della Liberazione: cioè la fedeltà alla Costituzione e la fiducia nella Repubblica”. E aggiunse: “l’auspicio che mi permetto di esprimere, in questo momento solenne per la mia vita, per il futuro e per l’umanità, è questo: viva la libertà!”. Un breve, sintetico e chiaro messaggio da parte di un uomo che ha attraversato un intero secolo a testa alta e che non si è mai sottratto ai suoi doveri di democratico offrendo un lucido contributo sui temi a lui cari, iniziando dalla libertà di stampa anche in questi periodi difficili segnati da crisi, guerre ed enormi incognite sul futuro. Nelle ultime righe di quella sua intervista autobiografica affermava di voler essere ricordato come una persona che si è sempre opposta a tutti i tentativi di prevaricazione e d’imposizione forzata sia essa politica o religiosa. Con una punta di scaramantica civetteria aveva rivelato che sul suo sepolcro voleva fosse inciso un motto di Saul Bellow: “Qui giace un vinto dalla morte che non si è mai arreso”. Ed effettivamente è stato così.
Marco Travaglini
Il Giorno della Memoria celebrato a Palazzo Civico
Torino celebra il Giorno della Memoria nella Sala Rossa di Palazzo Civico, rinnovando il ricordo della Shoah per commemorare le vittime dell’Olocausto, lo sterminio del popolo ebraico, degli Internati Militari e di tutti i deportati nei campi nazisti.
Il Coro di Voci Bianche del Teatro Regio, con pianoforte e direzione del Maestro Claudio Fenoglio, ha introdotto ieri mattina la celebrazione con le note di due brani di Mendelssohn (“Veni domine” e “Laudate pueri”) e con il “Va pensiero” di Verdi.
Sono intervenuti, oltre al Sindaco Stefano Lo Russo e alla Presidente del Consiglio Comunale Maria Grazie Grippo, il Prefetto di Torino Donato Giovanni Cafagna, l’assessore alla Sicurezza della Regione Piemonte Fabrizio Ricca, il Vicepresidente del Consiglio regionale e Presidente Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Daniele Valle, la Vicepresidente della Comunità Ebraica di Torino Anna Segre e il Rabbino Capo Ariel Finzi. L’orazione ufficiale è stata affidata alla direttrice della Fondazione Circolo dei Lettori Elena Loewenthal.
Momento centrale della celebrazione è stata la cerimonia di consegna delle Medaglie d’Onore conferite con Decreto dal Presidente della Repubblica a 20 cittadini italiani internati nei lager nazisti e ai familiari dei deceduti, consegnate nella Sala del Consiglio Comunale. 19 i familiari che hanno ritirato il riconoscimento mentre a esserne insignito personalmente è stato Giovanni Frasca Pozzo, di 100 anni, che fu internato a Krusevac (Serbia) dal 8 ottobre 1943 al 2 giugno 1945, accompagnato dal Sindaco di Castellamonte, dove risiede, in frazione Campo Canavese. “Sono venuto accompagnando i figli e i nipoti dei miei commilitoni – ha detto nel suo discorso di ringraziamento -. Tutti loro sono ‘andati avanti’ e io sono l’ultimo testimone diretto, ma oggi è come se fossimo ancora insieme. Sento forte il dovere di trasmettere la memoria delle nostre storie, per lasciarla in eredità ai giovani. Questa medaglia – ha concluso- ci aiuti a ricordare il prezzo della libertà riconquistata e il valore della pace che speriamo ritorni presto ovunque nel mondo”.
Oltre a Giovanni Frasca Pozzo, unico ancora in vita, il riconoscimento è andato a: Filippo Buccheri, Pierino Loro Piana, Cesare Morino, Giovanni Penna, Silvio Viggiano, Ugo Barral, Riccardo Leva, Antonio Pietro Beardo, Giacomo Bozzello, Lorenzo Frasca Pozzo, Lorenzo Goglio, Lorenzo Bernardo Maddio Rocco, Isidoro Nabot, Giacomo Troglia, Oreste Bocca, Virginio Capone, Giovanni Borello e Antonio Trinchero.
Il Sindaco Stefano Lo Russo ha dichiarato: “La Memoria è un valore fondamentale per la nostra comunità, un vero ‘vaccino contro l’indifferenza’, per usare le parole della Senatrice Liliana Segre. Ed è proprio da questa indifferenza che dobbiamo continuare a tenerci lontani, custodendo e tramandando il valore della Memoria alle nuove generazioni. Loro dovranno tenere accesa quella luce capace di essere guida anche nei momenti più complessi e scuri, come quello che stiamo vivendo, e continuare a illuminare un cammino che porti lontano da indifferenza, antisemitismo, odio e razzismo”.
Ricordare e far ricordare, coltivando la Memoria per costruire un domani migliore. Con questi obiettivi ogni anno, il 27 gennaio, viene celebrata in tutto il mondo la Giornata della Memoria, perché proprio in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. Il programma completo delle iniziative è disponibile al link: http://www.comune.torino.it/eventi/calendario/giorno-della-memoria-2024/
Focus settimanale Covid Piemonte
SITUAZIONE EPIDEMIOLOGICA E VACCINALE
In Piemonte l’occupazione dei posti letto ordinari si attesta all’1.7%, quella dei posti letto in terapia intensiva è allo 0.3%, mentre la positività dei tamponi è all’1.0%.
Per la sesta settimana consecutiva si registra un andamento decrescente rispetto al periodo precedente e la situazione rimane sotto controllo.
VACCINAZIONI
Dall’inizio della campagna vaccinale sono state somministrate in Piemonte 11.075.410 dosi, di cui 3.347.470 come seconde, 2.966.638 come terze, 837.163 come quarte, 265.985 come quinte, 49.134 come seste.
Tra giovedì 18 e giovedì 25 gennaio sono state vaccinate 3.964 persone: 46 hanno ricevuto la prima dose, 8 la seconda, 66 la terza, 561 la quarta, 2.286 la quinta, 997 la sesta.
FOCUS CONTAGI NELLE PROVINCE
In Piemonte nel periodo da giovedì 18 amercoledì 24 gennaio i casi medi giornalieri dei contagi sono stati 40.
Suddivisi per province: Alessandria 5, Asti 1, Biella 2, Cuneo 3, Novara 2, Vercelli 1, VCO 3, Torino città 10, Torino area metropolitana 12.
In totale, su base regionale, i casi degli ultimi 7 giorni sono stati 283 (–147). Questa la suddivisione per province: Alessandria 36 (+3), Asti 8 (-18), Biella 12 (-18), Cuneo 18 (-24), Novara 12 (-14), Vercelli 5 (-3), VCO 20 (+4), Torino città 73 (-24), Torino area metropolitana 83 (-42).
INCIDENZA DEL CONTAGIO NEGLI ADULTI
Nel periodo 18–24 gennaio l’incidenza regionale (ovvero l’incremento settimanale di nuovi casi di Covid per 100.000 abitanti) è stata 6.7(-34.2%) rispetto a 10.1 del periodo precedente.
Nella fascia di età 19-24 anni l’incidenza è 0.4(-92.7%). Nella fascia 25-44 anni è 3.3 (-35.3%). Tra i 45 ed i 59 anni si attesta a 6.3 (-20.3%). Nella fascia 60-69 anni è 8.5 (-22.7%). Tra i 70-79 anni è11.6 (-37.6%). Nella fascia over80 l’incidenza risulta 19.5 (-40.2%).
INCIDENZA DEL CONTAGIO IN ETÀ SCOLASTICA
Nel periodo 18-24 gennaio, l’incidenza nella fascia 0-2 anni è 8.5 (-92.7%), nella fascia 3-5 anni 2.1 (+2%), nella fascia 6-10 anni 1.1(+88.7%), nella fascia 11-13 anni 0.9(invariata), mentre nella fascia tra i 14 ed i 18 anni non si sono registrati casi come nel periodo precedente.