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Chiuso ristorante giapponese in borgo San Paolo per precarie condizioni igieniche

I  poliziotti del Commissariato di P.S. San Paolo, con l’ausilio dell’unità cinofila antidroga dell’UPGSP e di personale della Polizia Municipale, hanno svolto un servizio di controllo straordinario del territorio nella zona di competenza. Insieme all’ASL-SIAN hanno, inoltre, proceduto alla verifica del rispetto delle normative attinenti alle condizioni igieniche presenti all’interno di alcuni esercizi commerciali.

L’attività si è in particolare concentrata su tre locali, uno di ristorazione e due caffetterie.

In un ristorante giapponese di Corso Peschiera, gli Ispettori del servizio SIAN hanno riscontrato precarie condizioni igieniche, in particolare sporcizia diffusa sul pavimento della cucina, pareti annerite, nonché la presenza di un topo in fase di decomposizione dietro un congelatore alimentare. Inoltre, alcuni alimenti erano privi della relativa tracciabilità, altri risultavano scaduti. Per tali violazioni, è stata decretata l’immediata sospensione dell’attività, sino al ripristino delle previste condizioni igieniche, con sanzione di 2000 €.

Successivamente, durante il controllo dell’area pedonale compresa fra piazza Sabotino e via San Bernardino, è stato controllato un bar, anch’esso sanzionato per aver violato il regolamento di igiene del Comune di Torino in materia di salubrità in quei luoghi ove può verificarsi notevole affluenza di persone.

Un secondo bar, ubicato in via Di Nanni, è stato sanzionato per cattive condizioni igieniche dei servizi e della attrezzature utilizzate per la preparazione di alimenti e bevande, nonché per la presenza di un dehor privo di concessione comunale.

Nel corso dell’attività i poliziotti hanno identificato 90 persone e controllato 16 veicoli.

Addio a Bruno Segre, l’uomo che nacque “quando ancora tuonavano i cannoni della Grande guerra”

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A 105 anni è morto Bruno Segre. Intellettuale, avvocato, partigiano.

Si era laureato  in Giurisprudenza all’Università di Torino, dove fu allievo di Luigi Einaudi.

Le leggi razziali, essendo di famiglia ebrea non gli permisero di svolgere la professione di avvocato. Per decenni  pubblicò il giornale L’incontro, rivista di confronto di idee.

Di seguito, il ricordo di Marco Travaglini.

 

E’ morto Bruno Segre, l’uomo che nacque “quando ancora tuonavano i cannoni della Grande guerra”

Bruno Segre è morto a 105 anni, proprio nel giorno in cui si celebra la memoria della Shoah dopo una vita da protagonista che ha attraversato il ‘900 ( era nato a Torino il 4 settembre del 1918) e i primi vent’anni del Duemila senza rinunciare alle sue battaglie per la libertà, i diritti, la laicità, contro ogni autoritarismo e discriminazione. Un raro esempio di coerenza e forza che ha raccontato in “Non mi sono mai arreso” (Editrice Il Punto/ Piemonte in Bancarella). Il volume, a cura di Nico Ivaldi, riflette una vita straordinaria di avvocato e giornalista distintosi come una delle più limpide e coraggiose personalità dell’antifascismo italiano. Il racconto, sotto forma d’intervista, ripercorre la sua storia offrendo al lettore un ritratto lucido e appassionato di Segre dalla Torino degli anni Venti e del “lessico famigliare” della sua famiglia ai due decenni del fascismo con l’ignominia delle leggi razziali, la guerra, la Resistenza e il lungo cammino che ha visto impegnato per numerosi decenni il caparbio protagonista tra mille impegni e interessi. Nato a Torino “quando ancora tuonavano i cannoni della Prima guerra mondiale”, ha vissuto quegli anni in una casa di via Barbaroux con i balconi che “si affacciavano su piazza Castello”. Laureato in legge, allievo di Luigi Einaudi, antifascista discriminato dalle leggi razziali in quanto figlio di genitore ebreo, durante il Secondo conflitto mondiale Segre conobbe due volte, nel 1942 e nel 1944, la costrizione del carcere fascista e partecipò alla Resistenza nelle file di Giustizia e Libertà. Un’esperienza sulla quale, nell’estate del 1946, scrisse un memoriale che pubblicò soltanto qualche anno fa, nel 2013, in un volume intitolato “Quelli di via Asti”. Dalle pagine del libro e dal ritmo incalzante dell’intervista emerge il profilo di quest’uomo colto e intelligente, innamorato del concetto del movimento di Giustizia e Libertà, saldamente ispirato da quell’esprit républicain che ne ha sempre orientato le scelte, a partire dall’insopprimibile impegno a difesa dei principi di laicità e all’intransigente fedeltà ai valori di un socialismo capace di garantire i diritti individuali, ripudiando ogni settarismo e dogmatismo. La narrazione autobiografica offre un’infinità di spunti, suggestioni, aneddoti ironici. Giornalista e avvocato, negli anni del dopoguerra Segre si è impegnato nella difesa dell’obiezione di coscienza e nella battaglia per il divorzio. Come giornalista ha intervistato un’infinità di personalità importanti e ben pochi possono vantare come lui di aver potuto intervistare Joséphine Baker, la “venere nera” della Parigi degli “années folles” resi immortali da Hemingway nel suo “Festa mobile”. E soprattutto di averla intervistata nel contesto che lui stesso descrive e che non è il caso di anticipare per non togliere al lettore la curiosità di scoprirlo da solo. Bruno Segre, oltre a collaborare a diverse testate (tra le altre L’Opinione, diretta da Franco Antonicelli e Giulio De Benedetti, Paese Sera, Il Corriere di Trieste e il Corriere di Sicilia) è stato il fondatore e direttore del mensile “L’Incontro”, una esperienza editoriale più unica che rara durata settant’anni, trasformatasi in giornale online dopo aver cessato la pubblicazione cartacea. Quel “periodico politico-culturale” stampato su foglio unico in formato grande e con la testata in rosso ha segnato più di un’epoca, accompagnando per ben quattordici lustri gli affezionati lettori con riflessioni e articoli dedicati alle battaglie contro l’intolleranza religiosa e il razzismo, per la pace, i diritti civili e la laicità. Quando il 4 settembre del 2018 l’avvocato Segre ha festeggiato i suoi cento anni ha voluto ringraziare tutti gli amici “che con me condividono ideali democratici, pensieri di libertà e di antirazzismo, di fedeltà a quelle che furono le conseguenze della Liberazione: cioè la fedeltà alla Costituzione e la fiducia nella Repubblica”. E aggiunse: “l’auspicio che mi permetto di esprimere, in questo momento solenne per la mia vita, per il futuro e per l’umanità, è questo: viva la libertà!”. Un breve, sintetico e chiaro messaggio da parte di un uomo che ha attraversato un intero secolo a testa alta e che non si è mai sottratto ai suoi doveri di democratico offrendo un lucido contributo sui temi a lui cari, iniziando dalla libertà di stampa anche in questi periodi difficili segnati da crisi, guerre ed enormi incognite sul futuro. Nelle ultime righe di quella sua intervista autobiografica affermava di voler essere ricordato come una persona che si è sempre opposta a tutti i tentativi di prevaricazione e d’imposizione forzata sia essa politica o religiosa. Con una punta di scaramantica civetteria aveva rivelato che sul suo sepolcro voleva fosse inciso un motto di Saul Bellow: “Qui giace un vinto  dalla morte  che non si è mai arreso”. Ed effettivamente è stato così.

Marco Travaglini

 

Il Giorno della Memoria celebrato a Palazzo Civico

Torino celebra il Giorno della Memoria nella Sala Rossa di Palazzo Civico, rinnovando il ricordo della Shoah per commemorare le vittime dell’Olocausto, lo sterminio del popolo ebraico, degli Internati Militari e di tutti i deportati nei campi nazisti.

Il Coro di Voci Bianche del Teatro Regio, con pianoforte e direzione del Maestro Claudio Fenoglio, ha introdotto ieri mattina la celebrazione con le note di due brani di Mendelssohn (“Veni domine” e “Laudate pueri”) e con il “Va pensiero” di Verdi.

Sono intervenuti, oltre al Sindaco Stefano Lo Russo e alla Presidente del Consiglio Comunale Maria Grazie Grippo, il Prefetto di Torino Donato Giovanni Cafagna, l’assessore alla Sicurezza della Regione Piemonte Fabrizio Ricca, il Vicepresidente del Consiglio regionale e Presidente Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Daniele Valle, la Vicepresidente della Comunità Ebraica di Torino Anna Segre e il Rabbino Capo Ariel Finzi. L’orazione ufficiale è stata affidata alla direttrice della Fondazione Circolo dei Lettori Elena Loewenthal.

Momento centrale della celebrazione è stata la cerimonia di consegna delle Medaglie d’Onore conferite con Decreto dal Presidente della Repubblica a 20 cittadini italiani internati nei lager nazisti e ai familiari dei deceduti, consegnate nella Sala del Consiglio Comunale. 19 i familiari che hanno ritirato il riconoscimento mentre a esserne insignito personalmente è stato Giovanni Frasca Pozzo, di 100 anni, che fu internato a Krusevac (Serbia) dal 8 ottobre 1943 al 2 giugno 1945, accompagnato dal Sindaco di Castellamonte, dove risiede, in frazione Campo Canavese. “Sono venuto accompagnando i figli e i nipoti dei miei commilitoni – ha detto nel suo discorso di ringraziamento -. Tutti loro sono ‘andati avanti’ e io sono l’ultimo testimone diretto, ma oggi è come se fossimo ancora insieme. Sento forte il dovere di trasmettere la memoria delle nostre storie, per lasciarla in eredità ai giovani. Questa medaglia – ha concluso- ci aiuti a ricordare il prezzo della libertà riconquistata e il valore della pace che speriamo ritorni presto ovunque nel mondo”.

Oltre a Giovanni Frasca Pozzo, unico ancora in vita, il riconoscimento è andato a: Filippo Buccheri, Pierino Loro Piana, Cesare Morino, Giovanni Penna, Silvio Viggiano, Ugo Barral, Riccardo Leva, Antonio Pietro Beardo, Giacomo Bozzello, Lorenzo Frasca Pozzo, Lorenzo Goglio, Lorenzo Bernardo Maddio Rocco, Isidoro Nabot, Giacomo Troglia, Oreste Bocca, Virginio Capone, Giovanni Borello e Antonio Trinchero.

Il Sindaco Stefano Lo Russo ha dichiarato: “La Memoria è un valore fondamentale per la nostra comunità, un vero ‘vaccino contro l’indifferenza’, per usare le parole della Senatrice Liliana Segre. Ed è proprio da questa indifferenza che dobbiamo continuare a tenerci lontani, custodendo e tramandando il valore della Memoria alle nuove generazioni. Loro dovranno tenere accesa quella luce capace di essere guida anche nei momenti più complessi e scuri, come quello che stiamo vivendo, e continuare a illuminare un cammino che porti lontano da indifferenza, antisemitismo, odio e razzismo”.

Ricordare e far ricordare, coltivando la Memoria per costruire un domani migliore. Con questi obiettivi ogni anno, il 27 gennaio, viene celebrata in tutto il mondo la Giornata della Memoria, perché proprio in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. Il programma completo delle iniziative è disponibile al link: http://www.comune.torino.it/eventi/calendario/giorno-della-memoria-2024/

Focus settimanale Covid Piemonte

SITUAZIONE EPIDEMIOLOGICA E VACCINALE 

In Piemonte l’occupazione dei posti letto ordinari si attesta all’1.7%, quella dei posti letto in terapia intensiva è allo 0.3%, mentre la positività dei tamponi è all’1.0%.

Per la sesta settimana consecutiva si registra un andamento decrescente rispetto al periodo precedente e la situazione rimane sotto controllo.

VACCINAZIONI

Dall’inizio della campagna vaccinale sono state somministrate in Piemonte 11.075.410 dosi, di cui 3.347.470 come seconde, 2.966.638 come terze, 837.163 come quarte, 265.985 come quinte, 49.134 come seste.

Tra giovedì 18 e giovedì 25 gennaio sono state vaccinate 3.964 persone: 46 hanno ricevuto la prima dose, 8 la seconda, 66 la terza, 561 la quarta, 2.286 la quinta, 997 la sesta.

FOCUS CONTAGI NELLE PROVINCE

In Piemonte nel periodo da giovedì 18 amercoledì 24 gennaio i casi medi giornalieri dei contagi sono stati 40.

Suddivisi per province: Alessandria 5, Asti 1, Biella 2, Cuneo 3, Novara 2, Vercelli 1, VCO 3, Torino città 10, Torino area metropolitana 12.

In totale, su base regionale, i casi degli ultimi 7 giorni sono stati 283 (147). Questa la suddivisione per province: Alessandria 36 (+3), Asti 8 (-18), Biella 12 (-18), Cuneo 18 (-24), Novara 12 (-14), Vercelli 5 (-3), VCO 20 (+4), Torino città 73 (-24), Torino area metropolitana 83 (-42).

INCIDENZA DEL CONTAGIO NEGLI ADULTI

Nel periodo 1824 gennaio l’incidenza regionale (ovvero l’incremento settimanale di nuovi casi di Covid per 100.000 abitanti) è stata 6.7(-34.2%) rispetto a 10.1 del periodo precedente.

Nella fascia di età 19-24 anni l’incidenza è 0.4(-92.7%). Nella fascia 25-44 anni è 3.3 (-35.3%). Tra i 45 ed i 59 anni si attesta a 6.3 (-20.3%). Nella fascia 60-69 anni è 8.5 (-22.7%). Tra i 70-79 anni è11.6 (-37.6%). Nella fascia over80 l’incidenza risulta 19.5 (-40.2%).

INCIDENZA DEL CONTAGIO IN ETÀ SCOLASTICA

Nel periodo 18-24 gennaio, l’incidenza nella fascia 0-2 anni è 8.5 (-92.7%), nella fascia 3-5 anni 2.1 (+2%), nella fascia 6-10 anni 1.1(+88.7%), nella fascia 11-13 anni 0.9(invariata), mentre nella fascia tra i 14 ed i 18 anni non si sono registrati casi come nel periodo precedente.

Arci Torino… “sempre più in alto!”

Il Bilancio Integrato si classifica primo al Premio Scientifico “Gigi Guglielmini”, fotografando il più alto numero di Soci e Circoli degli ultimi vent’anni

Numeri da record (e in costante crescita) per i risultati dell’anno sociale 2021 -22:  179 associazioni, per 58557 soci (per il 74% si tratta di under 45). Ed entrambi i dati, va detto, sono in aumento: i soci segnano un più 40% rispetto all’anno precedente di riferimento (2021), per le associazioni aderenti all’Arci è stata registrata una crescita, invece, del 26%. E, anche, c’è da sottolineare come questi numeri siano, a oggi, cresciuti ancora. A chiusura dell’ultimo anno sociale, a settembre 2023, i soci erano infatti 78.809 (un ulteriore +34,6%): un dato che premia il lavoro del Comitato e dalla rete sul territorio, sopravvissuta a pandemie e chiusure.

A oggi si registra il più alto numero di soci e di circoli aderenti degli ultimi 20 anni.

Su questa base e su queste prospettive, il “Bilancio Integrato” di “Arci Torino” (il primo Circolo, intitolato ad Arturo Toscanini, fu fondato nel ’57 da Enzo Lalli e Carlo Parmentola) si è classificato primo al Premio Scientifico “Gigi Guglielmini” per la sezione “Bilanci Sociali” (al quale hanno partecipato 167 progetti da tutta Italia, 25 i riconoscimenti assegnati) per la prima volta redatto in collaborazione con lo “spin-off Vision2050” sulla base delle evidenze del “Dipartimento di Management” dell’“Università degli Studi di Torino”.

Le 88 pagine del bilancio fotografano in modo chiaro anche l’impatto di “Arci” sulla città, a partire dal numero di beneficiari dei progetti finanziati negli ambiti “inclusione” e “solidarietà”: 11.145 persone. Si tratta di progetti di “inclusione sociale” e “lotta alle disuguaglianze” come “Torino Solidale”, le “mense popolari” di “Fooding”, “La Cultura dietro l’Angolo”, fino al progetto “Aria” dedicato agli adolescenti che si trovano in condizioni di difficoltà socio-economica e psicologica. Altro progetto rilevante è l’organizzazione del “Festival internazionale Jazz Is Dead!”.

La rete ha dato vita a 863 concerti, 211 dj set, 274 proiezioni cinematografiche, 305 seminari, 415 spettacoli teatrali, 99 mostre ma anche 1538 ore di “sportelli psicologici”. Sono state organizzate 57 manifestazioni ricreative396 tornei di giochi vari28 escursioni. A favore degli studenti, sono state erogate 661 ore di apertura di “aule studio” all’interno dei circoli. Sul lato “formazione”, 330 i corsi realizzati. Infine, due dati in termini di cittadinanza e di stimolo alla partecipazione attiva dei soci: i volontari complessivamente coinvolti nelle attività svolte dalla rete sono stati 1.515. I dirigenti dei vari circoli e associazioni sono infine per il  51,6% under 45, e quasi raggiungono la parità: 48,5% maschi , 47,6% femmine, 3% non specificato.

Dunque “come ci raccontano i dati – spiega Andrea Polacchi, presidente di Arci Torino –   prosegue il trend positivo in termini di impatto sociale e adesioni alla nostra associazione. Il grande sforzo del gruppo dirigente diffuso dei nostri quasi 200 circoli, le nuove progettualità e collaborazioni sempre più strategiche con i nostri tanti partner (associativi, pubblici  e Fondazioni), ci hanno consentito di dare un contributo di anno in anno sempre maggiore nella tenuta sociale e nell’offerta culturale, anche in quelle aree più difficili e marginali, spesso prive di opportunità e di servizi”. E prosegue: “Il numero delle attività dell’Arci e di coloro che ne beneficiano sono in crescita costante, come lo sono coloro che tutti gli anni decidono di tesserarsi. Quest’anno, quasi 80.000. Dimostrazione che il terzo settore può ricoprire sempre di più, se sostenuto, un ruolo fondamentale nell’offerta culturale diffusa e nell’inclusione sociale”. “E proprio loro, i soci e le socie dell’Arci –conclude – sono i veri protagonisti e i principali destinatari di questo bilancio sociale”.

g.m.

Nelle foto:

–       Arci – Smistamento alimenti

–       Il presidente Andrea Polacchi, durante un convegno

Sei auto coinvolte, tre feriti nell’incidente in tangenziale

Sono sei veicoli i coinvolti e tre persone ferite, trasportate in codice giallo all’ospedale Maria Vittoria, nell’incidente avvenuto nel pomeriggio in tangenziale a Torino tra le uscite di Venaria e corso Regina. Lunghe code e traffico rallentato in direzione sud.

Mole e ponti sul Po illuminati di rosa per il -100 al Giro d’Italia

 

Il 4 maggio 2024 Torino ospiterà l’arrivo della “Grande Partenza” del Giro d’Italia, che per la quarta volta nella sua storia partirà dal Piemonte.

A 100 giorni dall’evento, l’altra sera la Mole Antonelliana e i ponti lungo il Po si sono illuminati di rosa, il colore simbolo della grande corsa ciclistica internazionale.

L’edizione 107 del Giro d’Italia si svolgerà in 21 tappe, dal 4 al 26 maggio 2024, per un totale di 3321 km, con partenza dalla Reggia di Venaria Reale e arrivo a Roma. La prima frazione di 136 km vedrà i ciclisti transitare sul Colle di Superga, per ricordare il 75° anniversario della tragedia che pose fine alla leggenda del Grande Torino, e uno scenografico arrivo di tappa in piazza Gran Madre

Centro Alcologico, 800 passaggi nel 2023

«L’Azienda ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino fino ad oggi non ha ricevuto incrementi di finanziamento regionale, ma la Direzione Sanità sta lavorando per riscontrare positivamente l’ordine del giorno di sostegno al Centro Alcologico del Piemonte inaugurato il 24 marzo 2022 presso la stessa Azienda ospedaliera.

Alla data odierna, sono stati presi in carico circa 200 pazienti, unitamente al loro nucleo famigliare e nell’anno 2023 ci sono stati circa 800 passaggi».

Cosi l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, in risposta all’interrogazione consiliare sui fondi al Centro Alcologico del Piemonte.

Stalli per bici in piazza Piemonte

Il Consiglio comunale ha approvato una mozione riguardante la richiesta di posizionamento di stalli per il parcheggio delle biciclette in piazza Piemonte, nei pressi del grattacielo sede della Regione Piemonte.

In particolare, il documento presentato dalla capogruppo del Partito Democratico, Nadia Conticelli, impegna Sindaco e Giunta ad aprire un’interlocuzione con la Regione Piemonte con l’obiettivo di realizzare, nel più breve tempo possibile, un parcheggio di bici e monopattini, accessibile a dipendenti e visitatori.

Il progetto dovrà essere condiviso con il Mobility manager della Regione e con la Consulta comunale per la mobilità ciclistica e la moderazione del traffico, mentre la Regione dovrà adeguatamente informare i suoi dipendenti sulla possibilità di accedere ai nuovi parcheggi che dovranno essere coperti, videosorvegliati e con accesso controllato.

Nel presentare la mozione, Conticelli ha ricordato come il grattacielo ospiti quotidianamente 2500 dipendenti della Regione che il 10% di loro, rispondendo ad un questionario interno, abbia dichiarato la propria disponibilità ad usare la bici per recarsi al lavoro. Al momento, però, non è ancora previsto un piano per l’accesso al grattacielo di chi utilizza bici o monopattini e la normativa sulla sicurezza impedisce di usufruire del parcheggio interrato.

Nel proporre una possibile soluzione, la consigliera ricorda che è stata già presa in considerazione anche la possibilità di realizzare una velostazione da allestire nei pressi dell’ingresso principale, per risolvere al meglio il problema.