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Epilessie rare: Piemonte, Liguria e Sardegna a confronto

 Ecco le grandi sfide da affrontare in rete per assicurare ai pazienti il migliore percorso di cura e di assistenza

 

30 gennaio 2023 – I bisogni rappresentati dalle epilessie rare sono trasversali al mondo delle malattie rare e riguardano la diagnosi precoce, la complessità, la multidisciplinarietà, la difficoltà e necessità di portare avanti progetti di ricerca e di tracciare percorsi di continuità terapeutica, la realizzazione di raccordi interaziendali, interregionali e ospedale-territorio (per facilitare l’assistenza domiciliare), l’accesso alle nuove terapie e l’assistenza riabilitativa psicologica. Questi bisogni sono stati discussi nell’evento “EPILESSIE RARE: STATO DELL’ARTE E NUOVI ORIZZONTI DI CURA” che ha coinvolto Piemonte, Liguria, Sardegna. L’evento, organizzato da Motore Sanità con il contributo non condizionante di Jazz Pharmaceuticals, si pone diversi obiettivi, in particolare mettere in luce il tema delle epilessie rare, patologie neurologiche croniche ad alto impatto sociale, stigmatizzate e scarsamente attenzionate dai mezzi di comunicazione, provare a dare soluzioni ai bisogni dei pazienti e favorire la conoscenza del mondo delle epilessie al pari delle altre malattie rare.

‘L’evento rappresenta un’opportunità unica per approfondire la diagnosi precoce, il management clinico e la presa in carico dei giovani pazienti con epilessie rare” ha spiegato il professore Pasquale Striano, Direttore Unità Operativa di Neurologia Pediatrica e Malattie Muscolari, IRCCS Istituto ‘G. Gaslini’ e Professore Pediatria Generale e Specialistica Dipartimento di Neuroscienze, Riabilitazione, Oftalmologia, Genetica e Scienze Materno-Infantili (DINOGMI), Università di Genova, che ha condiviso le più recenti scoperte e migliori pratiche in questo campo, fornendo un quadro completo delle sfide da affrontare: “una presa in carico globale, una valutazione e un follow up regolare, una gestione migliore delle situazioni che coinvolgono i pazienti e che sono molto impattanti. Inoltre, ha continuato: “è importante capire quali sono i farmaci che impattano sia in senso positivo sia in senso negativo sul contesto cognitivo del paziente; bisogna comprendere meglio le correlazioni genotipo-fenotipo, quindi offrire degli elementi prognostici e anche gli aspetti di farmacogenomica possono aiutare a capire se un paziente è un metabolizzatore lento o rapido e di conseguenza se un farmaco è più o meno indicato. Questo comporta anche l’innovativo disegno di nuovi trials clinici. Infine, la transizione dall’età pediatrica a quella adulta, che vuol dire assegnare il paziente al medico dell’adulto deve assicurare una presa in carico olistica che comprende anche gli aspetti riabilitativi, sociali e di gestione globale del paziente”.

Sulla complessità del quadro clinico del paziente con epilessia rara è intervenuto Walter Merella, Coordinatore LICE – Lega Italiana contro l’Epilessia per la regione Sardegna. “Il 70% delle persone con epilessia è farmacoresistente e tra di loro un discreto numero è anche affetto da malattia rara – spiega Merella -. La complessità di tali condizioni ha un’influenza negativa sulla qualità di vita generale dei pazienti e dei loro familiari, con elevato rischio di esclusione sociale. La presa in carico globale di queste persone non può quindi che essere multidisciplinare. La risposta alla necessità, imprescindibile, di una presa in carico globale della persona con epilessia si realizza solo attraverso l’adozione di percorsi diagnostico terapeutici (PDTA) al fine di adattare le linee guida alle risorse sanitarie locali. Il PDTA è uno strumento fondamentale per il governo clinico dell’assistenza delle patologie croniche e complesse, ma queste persone devono essere assistite da specialisti (neuropsichiatri infatili, neurologi epilettologi). Il Tavolo tecnico sull’epilessia della Regione Autonoma della Sardegna è stato reinsediato, per la terza volta, un anno fa; ha redatto il PDTA regionale Epilessia e un progetto di Rete integrata di cure dell’epilessia. La RAS è prevista entro il prossimo febbraio.

La RAS nel 2017 ha stilato la lista dei centri di riferimento per patologia e l’elenco delle malattie rare ove è presente solo una forma di epilessia (l’epilessia mioclonica progressiva). Il Decreto indica gli ambulatori di “epilettologia” neurologici (per minori o adulti) di riferimento per le malattie rare che si associano in misura a epilessia. “La difficoltà ad attuare l’integrazione tra servizi era ed è dovuta all’insufficienza di risorse umane/professionali con competenza “epilettologica”, indispensabili per offrire le cure più appropriate alle persone con malattie rare ed epilessia associata o forme di epilessia “rare” (Dravet, West, Lennox Gastaut, Angelman, GNA01)” ha spiegato Walter Merella.

Il progetto di Rete integrata di cure dell’epilessia, che considera un percorso di cure fondato su centri epilessia di primo e secondo livello (per intensità di cura), prevede: centri per le epilessie esistenti che operanti da anni divengono realtà ufficiale; la necessità di istituire Centri di epilessia di primo livello sul territorio, soprattutto per gli adulti; si riconoscono due livelli di intensità di cura e si prevedono una serie di strumenti che consentano di attuare la Rete dei Centri esistenti (cartella clinica unica regionale, rete telematica informatica, protocollo della transizione, assistenza).

In Liguria il quadro generale è stato presentato dalla professoressa Paola BarabinoDirettore UOC Farmacia dell’IRCCS Gaslini di Genova, la quale ha sottolineato che essere un centro di riferimento consente sicuramente un accesso al farmaco in ospedale veloce e rapido. Inoltre ha evidenziato il ruolo della formazione: “un aspetto fondamentale sia per i neurologi dell’adulto e i neurologi del bambino ma anche per i farmacisti affinché sappiano in quale contesto e in quale patologia si muovono e possano così erogare una dispensazione che sia all’altezza della complessità del quadro clinico del paziente”.

Ha portato l’esperienza piemonteseSimone Baldovino, referente della Regione Piemonte presso il Tavolo interregionale delle Malattie Rare e del Centro di Coordinamento della Rete interregionale per le malattie rare del Piemonte e della Valle d’Aosta, Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche Università di Torino, sottolineando che il Piemonte ha istituito una rete organizzata che coinvolge tutti i presidi, sanitari e locali e i grandi ospedali. “L’esempio della rete piemontese che poi si è espansa anche alla Valle d’Aosta – ha ricordato Baldovino – ci fa vedere come il paziente può essere preso in carico in maniera adeguata e più vicina alle sue esigenze, soprattutto se si sviluppa una rete di presa in carico diffusa che riservi agli ospedali hub la gestione delle attività di terzo livello e di ricerca”.

E proprio sulla presa in carico è intervenuta Irene Bagnasco, Coordinatore LICE – Lega Italiana Contro l’Epilessia per Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta: “la presa in carico delle epilessie rare e complesse deve essere necessariamente di tipo globale sia per quanto concerne le problematiche sanitarie sia quelle socioriabilitativeCon l’avvicinamento all’età adulta le comorbidità neuropsichiatriche possono diventare prevalenti rispetto all’epilessia in sé e questo può comportare difficoltà nel reperire specialisti e operatori di riferimento. Il delicato percorso della transizione deve tenere in conto questi aspetti che differenziano il setting pediatrico da quello dell’adulto, il primo maggiormente orientato ad una comprehensive care e alla multidisciplinarietà spesso sinergica con gli operatori del mondo della riabilitazione e del sociale“.

Aggiornamento dei LEA con riconoscimento delle ESE, Percorsi Diagnostici Terapeutici alla ricerca dell’assistenza, continuità delle cure quindi transizione dall’età pediatrica all’età adulta. Questi, infine, i nodi cruciali portati all’attenzione di Katia Santoro, Presidente dell’Associazione Famiglie LGS Italia e rappresentante dell’Alleanza Epilessie Rare e Complesse. “Manca l’assistenza perché non c’è il collegamento con il territorio – spiega Santoro -, nel PDTA la parte Assistenziale deve essere considerata parte della cura, non “una cosa a parte”Per quanto riguarda la transizione viene ancora considerata come un momento, ma in realtà essa rappresenta l’inizio di una nuova fase della vita, che non è né transitoria né breve, pertanto deve risultare costruttiva e non riduttiva. Il team multidisciplinare pediatrico deve essere replicato, con i dovuti accorgimenti, anche nella fase adulta perché le cronicità e le comorbidità dei nostri bambini, ahimè, li accompagnano per tutta la vita, non spariscono con la maggiore età, anzi”. Secondo Santoro, è importante che le regioni facciano una mappatura dei sistemi e delle risorse territoriali per monitorare ciò che esiste e ciò che manca, c’è bisogno di fare rete (i vari livelli del sistema sanitario devono comunicare) e quindi gli sforzi di ogni regione andrebbero convogliati verso un fascicolo sanitario elettronico; poi serve uniformare e migliorare la distribuzione e l’accesso dei farmaci.

 

Anpas, 258 autisti formati nel  2023 dalla scuola guida mezzi di soccorso 

Anpas Comitato Regionale Piemonte per la formazione degli autisti dei mezzi di soccorso si avvale dell’esperienza decennale della prestigiosa scuola guida “Luigi Vigna- Ilario Naretto” di Anpas Piemonte e Croce Verde di Torino che, nel solo 2023, ha organizzato ben 27 corsi divisi in sessioni teoriche e pratiche di guida, formando 258 autisti soccorritori delle associazioni Anpas del Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria.

Il percorso formativo degli autisti delle ambulanze è molto selettivo e impegnativo e la finalità è quella di migliorare la qualità di guida del conducente, che si traduce in una maggior sicurezza per l’autista stesso, per i pazienti e per gli operatori trasportati, nonché nella riduzione del rischio di incidenti stradali, soprattutto durante la guida in stato di emergenza.

La novità del 2023 è stata l’organizzazione di corsi avanzati di guida plus, nei quali, oltre ai già previsti esercizi, come il percorso lento tra i birilli che simula un tragitto cittadino con paziente a bordo, la frenata d’emergenza per un ostacolo improvviso da evitare, la guida in retromarcia, l’esercizio a otto per imparare a usare correttamente lo sterzo, il freno e l’acceleratore, sono state inserite delle prove di guida più complesse. In particolare, nel corso avanzato, è stato inserito l’utilizzo dello skid car, un carrellino che viene posto sulle ruote posteriori del mezzo simulando la perdita di aderenza, costringendo l’allievo a porre in atto metodi di guida utili a riprendere il controllo del veicolo. Altro esercizio è lo slalom lungo nel quale diventa importante gestire l’acceleratore, la giusta frenata e l’impostazione della traiettoria della curva intorno al birillo.

Grazie a questi corsi si apprendono le tecniche di guida sicura e le peculiarità del mezzo di soccorso, oltre agli aggiornamenti del codice della strada.

“Ringrazio tutti coloro che hanno creduto nel progetto della scuola guida mezzi di soccorso e che ci hanno sostenuto in questi anni – afferma Massimiliano Manzini, direttore scuola guida per conducente mezzi di soccorso Anpas Piemonte Croce Verde di Torino – un doveroso ringraziamento va ai formatori per l’impegno profuso e la disponibilità in questi anni, dietro a ogni corso vi è una struttura organizzativa complessa che implica un impegno da non sottovalutare. Un ringraziamento ancora Cnh industriale e ai Comuni di Orbassano, Rivalta di Torino, Savigliano e Saluzzo per la messa a disposizione gratuita dei circuiti per le prove di guida in sicurezza”.

Nei dieci anni di attività la scuola guida Mezzi di soccorso Anpas Piemonte e Croce Verde ha formato 1812 autisti soccorritori con una media ei circa 180 discenti l’anno. 40 sono i formatori della scuola guida.

MARA MARTELLOTTA

Città Metropolitana: fine lavori in tre edifici scolastici

Con la fine del 2023 sono stati approvati i certificati di regolare esecuzione, che sanciscono in modo formale la fine dei lavori, per 3 Istituti scolastici superiori della Città metropolitana di Torino i cui interventi sono stati finanziati nell’ambito del #PNRR.
Si tratta  dell’Istituto Galilei di Ciriè, dove sono stati conclusi sia gli interventi di manutenzione straordinaria ed adeguamento normativo e funzionale (per un importo di 432mila euro) che di adeguamento normativo e messa in sicurezza dei solai (373mila euro);  dell’Istituto Fermi, sempre a Ciriè, dove sono stati conclusi interventi di manutenzione straordinaria ed adeguamento normativo e funzionale (per un importo di 400.000 euro) e infine  dell’Istituto Europa Unita di Chivasso dove sono stati completati gli interventi di messa in sicurezza delle facciate e di adeguamento normativo e funzionale per un importo di circa 1.193.00 euro.
Complessivamente su 65 interventi previsti relativi all’edilizia scolastica sono già stati conclusi 8 cantieri e i rimanenti i lavori sono stati consegnati alle rispettive imprese aggiudicatarie e per tutti sono in fase di avvio i lavori.
Inoltre per l’intervento relativo alla nuova scuola di Avigliana succursale del Galileo Galilei, sempre finanziata nell’ambito del Pnrr per un importo complessivo di circa 4 milioni e 900 mila euro ( €. 4.891.399,96) l’impresa aggiudicataria dell’appalto integrato presenterà la progettazione esecutiva entro la prossima settimana e l’avvio dei lavori è programmato il prossimo mese di febbraio.

ℹ http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/comunicati/edilizia-scolastica/pnrr-edilizia-scolastica-conclusi-i-lavori-in-tre-istituti

con Città Di Cirié Città di Chivasso Comune Di Avigliana

Lite tra ragazzi in metro, spunta una mannaia

Verso le 17 di oggi è stata fermata la metropolitana di Torino a causa di una violenta lite a bordo  La polizia è intervenuta  alla stazione Carducci dove quattro ragazzi due maschi e una femmina italiani e un maschio marocchino stavano litigando. Gli agenti hanno trovato addosso a uno dei quattro anche una mannaia. Spiegheranno alla polizia il perché della lite che ha spaventato i passeggeri.

Askatasuna, Max Casacci: “Una scelta coraggiosa di tolleranza e libertà”

 

Definito “un bene comune” dal sindaco Lo Russo, il centro sociale di Corso Regina Margherita 47 si avvia verso una nuova vita nel segno del dialogo e della cultura. Tra i garanti, anche Max Casacci dei Subsonica.

Nonostante ci fosse chi ne auspicasse sgombero e chiusura, all’insegna della cosi detta “linea dura” il sindaco e l’amministrazione Lo Russo hanno approvato un piano per garantire al centro sociale uno spazio dove poter continuare dibattito politico ed eventi culturali. A farne da garante, tra gli altri, Max Casacci che sulla sua pagina Facebook scrive:

“La Città di Torino si oppone allo sgombero dell’Askatasuna: un atto coraggioso, per nulla scontato.
Questa mattina la Città di Torino ha presentato una delibera che avvia un processo di progettazione partecipata, consentendo di considerare lo spazio del Centro Sociale Askatasuna “bene comune” da mettere a disposizione della comunità locale in base a regole condivise.

Questo processo porta alla costituzione di un comitato promotore con il sostegno di personalità garanti, tra le quali figurerà anche il mio nome. Sarò quindi a disposizione dello spazio, insieme ad altri, per co-progettare momenti di cultura, aggregazione e libertà espressiva.

L’iniziativa, in completa controtendenza rispetto a richieste e pressioni conformi all’attuale clima politico nazionale, accoglie anche alcune forti sollecitazioni da parte mondo musicale, che si era espresso con una lettera aperta indirizzata alla Giunta.
Nel documento si invitava la Città a non allinearsi alle richieste di sgombero di uno spazio libero e alle politiche repressive messe in atto con l’insediamento del nuovo Governo.

Questa iniziativa rafforza e sottolinea il valore sociale e culturale di Askatasuna che trovandosi in Vanchiglia -uno dei borghi a più alta densità di creatività della città- potrà rappresentare sempre di più un presidio, un polo aggregativo per linguaggi sotterranei e culture giovanili molto attive in città, elevando il livello di un quartiere identificato troppo spesso con gli effetti del disagio della movida notturna.

Questa scelta coraggiosa, che innescherà innumerevoli attacchi politici a livello locale e nazionale, potrà essere motivo d’orgoglio per la Torino che si riconosce nel pluralismo, nella tolleranza e nella libertà di espressione e quindi anche di dissenso. Almeno per me e per molti musicisti che hanno sostenuto queste posizioni, lo sarà.”

Dialogo, non repressione. E che Torino sia di esempio anche in questo.

Lori Barozzino

(Foto Museo Torino)

Torino, poliziotto aggredito in carcere

Ancora aggressioni al carcere di Torino. Su quanto è avvenuto, riferisce Vicente Santilli, segretario regionale per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Nel pomeriggio di ieri, un detenuto ventenne ristretto al padiglione B ha preteso di accedere al cortile Passeggi riservato ai detenuti che frequentano i corsi scolastici. Non essendo autorizzato, l’agente addetto alla Sorveglianza ha opposto divieto alla richiesta e ciò è bastato a scatenare la violenza del detenuto che ha provato a ribaltare la scrivania dell’Agente ma, prontamente, questo ha posto le sue mani sopra per evitare che la stessa potesse finire addosso a lui e agli altri colleghi presenti. In quel momento il detenuto ha sferrato un violento pugno nello stomaco al collega prima di essere bloccato”.
Santilli, che esprime vicinanza al personale del Reparto di Polizia del carcere di Torino e solidarietà al poliziotto ferito, ribadisce ancora una volta che “il SAPPE denuncia ormai da tempo la situazione insostenibile delle carceri piemontesi ma chi dovrebbe intervenire e tutelare continua a tacere ed a restare inerme. Mai udito un silenzio così assordante da parte di questa Amministrazione Penitenziaria!”
Il Segretario Generale del SAPPE Donato Capece definisce “semplicemente allarmanti ed inquietanti” alcuni degli eventi critici accaduti nelle carceri del distretto piemontese-ligure-valdostano dal 1° settembre al 31 dicembre 2023: “Pensate, ci sono state 263 denunce per resistenza ed ingiuria a pubblico ufficiale, 5 proteste collettive con rifiuto di entrare in cella. Ma ancora più gravi le aggressioni a poliziotti: 58 quelle che hanno visto assegnare ai malcapitati fino a sette giorni di prognosi, 9 quelle con prognosi da 8 a 20 giorni e ben 8 aggressioni con prognosi maggiori di 20 giorni”.
“Nelle carceri della Nazione e del Piemonte in particolare serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”, prosegue il leader del SAPPE, che fa appello al Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, che tra le sue deleghe ministeriali ha quella riservata alla trattazione degli affari di competenza dei Dipartimento dell’amministrazione penitenziariaper un incontro urgente: “per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta!”.

Fiamme nello scontro tra due camion, un ferito

Diverse squadre dei vigili del fuoco del comando di Vercelli, dei volontari di Santhià e  del nucleo NBCR (Nucleate Biologico Chimico Radiologico Regionale ed il Nucleo Travasi di Torino, sono intervenute a Borgo Vercelli dopo un incidente stradale che ha coinvolto due mezzi pesanti. A causa dello schianto uno dei due mezzi alimentato a GNL (Gas Natale Liquefatto) ha riportato il danneggiamento di uno dei due serbatoi. Un ferito è stato ricoverato all’ospedale di Vercelli.

Otto minorenni gli irresponsabili che hanno teso il nastro sulla strada

Nottetempo, a Settimo, tra sabato e domenica avevano teso un nastro di stoffa servendosi di due lampioni, in via Leinì all’uscita del sottopassaggio. In mezzo alla strada avevano anche piazzato una fioriera, con grave rischio per i veicoli di passaggio. Da un balcone erano stati ripresi con un telefonino da un abitante della zona. È bastato poco ai carabinieri per identificare i responsabili: otto ragazzi tutti minorenni della zona, individuati dalle telecamere. Saranno probabilmente denunciati.

 

Parcheggiatori abusivi (e ubriachi) in piazza Statuto

Caro direttore, a partire da Dicembre dell’anno scorso, con l’introduzione dei mercatini di Natale in Via Garibaldi (nel tratto compreso tra Corso Valdocco e Statuto) è quotidiana la presenza di parcheggiatori abusivi in piazza.

Richieste di denaro, a volte anche piuttosto insistenti a chi è intento a parcheggiare la propria autovettura e spiacevoli graffi rinvenuti sulle portiere, a chi si rifiuta di pagare il “pizzo”.
Sono tre, ma a volte anche cinque, spesso ubriachi e con atteggiamenti violenti, i parcheggiatori abusivi che operano quotidianamente in Piazza Statuto, anche in seguito allo smontaggio dei mercatini natalizi, non se ne sono mai andati.
Ciascun parcheggiatore opera in un angolo della piazza, di modo da coprirla interamente. Per rendersene conto, è sufficiente fare un giro completo della piazza a bordo della propria autovettura, sia di mattina che di pomeriggio, vi indicheranno i posti liberi, per ottenere una ricompensa economica.
Soprattutto in seguito agli ulteriori aumenti nel 2023 delle tariffe orarie per la sosta sulle strisce blu, in Piazza Statuto è passata da €1,50 a €1,70 l’ora, è diventato veramente troppo oneroso dover contribuire, forzati dal timore di trovarsi la macchina rigata, anche chi esercita abusivamente questo “mestiere”, oltre al regolare ticket per il parcheggio.
Nonostante le numerose segnalazioni avanzate personalmente nel nuovo anno, sia al Comando di Polizia Locale di Torino, che al 112 per il pronto intervento di una pattuglia, su indicazione della stessa autorità competente, gli interventi messi in campo finora non hanno prodotto risultati.
I parcheggiatori abusivi fuggono all’arrivo delle forze dell’ordine, per scampare a carissime sanzioni amministrative e poco dopo riprendono come se nulla fosse l’attività svolta.
Il problema non sono solo le richieste di denaro da loro avanzate, ma anche il fatto di trovarsi difronte a soggetti spesso visibilmente in stato di ebbrezza, che soprattutto in seguito al tramonto del sole, rendono la piazza poco sicura per chi la percorre a piedi.

Emanuele Durando

Studenti cinesi del Politecnico incontrano l’assessora Pentenero

La sicurezza degli studenti universitari e le problematiche affrontate dalla comunità cinese: sono questi i due temi principali affrontati nell’incontro tra l’assessora alle politiche multiculturali e alla sicurezza della Città, Gianna Pentenero e i vertici del CSSA Polito – Chinese Students and Scholars Association per

È stato un piacere dialogare per la seconda volta con i rappresentanti del CSSA Polito, l’associazione degli studenti cinesi che frequentano il nostro Politecnico – ha affermato Gianna Pentenero -. L’incontro è stato anche l’occasione per esprimere la mia vicinanza e quella dell’Amministrazione al ragazzo che il giorno di Natale ha subito un furto con aggressione in metropolitana – ha continuato l’assessora -. Abbiamo rassicurato gli studenti e le studentesse cinesi sull’impegno dell’Amministrazione sul fronte della sicurezza, sapendo che uno dei punti fondamentali per la crescita e lo sviluppo della città è l’accoglienza di studenti stranieri. 

Inoltre, per dare seguito alle interlocuzioni già avviate con l’associazione, Gianna Pentenero ha ribadito come i progetti di integrazione della Città debbano proseguire nel segno di Torino Città Plurale e ha sottolineato la necessità di potenziare l’integrazione linguistica con l’avvio di progetti per la conoscenza della lingua italiana anche per agli adulti.

Dobbiamo lavorare per aiutare le comunità ad aprirsi e interloquire non solo con i propri connazionali. Inoltre – ha concluso l’assessora – è necessario pensare all’avvio di strumenti per l’inserimento nel mondo del lavoro anche per i nuovi cittadini”.