L’accusa è di resistenza a pubblico ufficiale
Sono sei gli antagonisti arrestati in mattinata dalla polizia di Torino per due fatti di violenza avvenuti a novembre ai danni di studenti del Fuan al campus universitario Luigi Einaudi. Fanno tutti parte del centro sociale Askatasuna. Un altro antagonista avrà invece l’obbligo di firma. L’accusa è di resistenza a pubblico ufficiale. Ora gli antagonisti ai domiciliari. L’inchiesta è stata condotta dalla Digos, coordinata dal pm Manuela Pedrotta. Lo scorso 25 novembre, gli antagonisti del centro Askatasuna imbrattarono l’aula del Campus riservata al Fuan e intitolata a Paolo Borsellino e poi aggredirono esponenti del Fuan.


Diffamazione aggravata con finalità di odio razziale
Il 17 settembre una trentina attivisti no Tav circondarono una pattuglia dei carabinieri
Amministrative 2016, il capogruppo azzurro a Palazzo Civico: “Rosso sta usando slogan del centrodestra, ma non è il nostro candidato”
…Di altro tipo?
Si è approfittato della nostra difficoltà e sta lanciando dei messaggi che sono tipicamente quelli di centrodestra. Rosso però è sostenuto da Ncd, Ucd, Fitto e Tosi: coloro che hanno contribuito a disgregare il centrodestra. Ricordo ai lettori che Rosso firmò la mozione di sfiducia al governo Berlusconi nel 2010. Dobbiamo far chiarezza soprattutto per rispetto nei confronti di chi tifa per noi: il candidato di FI, Lega Nord e FdI non è Rosso. Coerenza e trasparenza, sono i principi a cui ho sempre cercato di attenermi, rispettando il mandato dei miei elettori e non tradendolo mai. Per questo vorrei che gli elettori sapessero che dare il loro voto a chi non ha dimostrato coerenza rischia di danneggiare il vero centrodestra. Oggi se vogliamo cambiare qualcosa non si può prescindere dalla coerenza e dalla trasparenza. Rosso ebbe occasione nel 2001 di poter far qualcosa per la città ma preferì lo scranno romano, più comodo, invece di combattere per l’affermazione dei nostri principi a Torino. Il voto a Rosso potrebbe essere usato per dare una mano, al secondo turno, a chi gli elettori non avrebbero voluto darlo: Fassino o Appendino.
Noi abbiamo un problema di sicurezza, di tasse, di decoro e d’identità. Dobbiamo ridare una spina dorsale a Torino. Il sindaco eletto dovrà far emergere che una società multietnica non è e non deve essere una società multiculturale. Qui c’è una formazione culturale secolare, con tradizioni che vanno rispettate, senza cancellare ovviamente quelle degli altri. Il secondo dato è che manca la percezione e la certezza della sicurezza cittadina nei quartieri. Noi pensiamo sia utile migliorare l’organizzazione del corpo della polizia municipale, perché il messaggio che arriva dai vertici, dal sindaco, in questo momento non è in sintonia con le esigenze dei cittadini. Inoltre devono finire le occupazioni abusive: l’ex Moi deve essere sgomberato immediatamente. Il decoro, infine, è importante per una città: chi scrive sui muri non è un artista, per noi è un maleducato.
Nemmeno i giovani: lo stesso Campus Luigi Einaudi oggi è ancora mal collegato con il resto della città
Il cav: ” È un altro protagonista del fare che si aggiunge a Bertolaso, a Parisi, a Lettieri nella strategia di Fi di offrire alle grandi città degli amministratori di vasta esperienza”
