DALLA TOSCANA
Aveva 88 anni l’uomo morto nella sua auto che si è ribaltata in località Molezzano, nel comune di Vicchio. Il veicolo, guidato dall’anziano, era carico di legna. Sono intervenuti i carabinieri, i sanitari con un’ambulanza e i vigili del fuoco, ma l’uomo era già deceduto.
E’ stato soprannominato “Il killer delle prostitute” e oggi a quasi vent’anni dai fatti e dopo una condanna a 131 anni di carcere complessivi, Maurizio Minghella dovrà difendersi da una nuova accusa di omicidio. L’uomo è stato infatti rinviato a giudizio dal tribunale di Torino per la morte di Floreta Islami, la prostituta albanese di 29 anni trovata morta strangolata nelle campagne di Rivoli, il giorno di San Valentino di 19 anni fa. Il gup ha così accolto la richiesta del pm Roberto Sparagna che, lo scorso anno, aveva riaperto le indagini sul caso irrisolto, notificando al Minghella una misura cautelare nel carcere di Pavia dove è detenuto.
E’ stato l’esame del dna ad incastrare il killer per l’ennesima volta; tipo di accertamento quello del dna che all’epoca ( era il 1998), stava ancora muovendo i primi passi. Sulla sciarpa di lana utilizzata per strangolare Floreta Islami, sono state infatti ritrovate tracce biologiche che la polizia scientifica di Torino è riuscita a identificare come appartenenti al profilo genetico di Minghella. Dai successivi accertamenti della polizia è risultato anche che in quel periodo l’uomo era solito frequentare Corso Susa, la zona di Rivoli in cui la prostituta venne trovata morta e dove lui si intratteneva e si dilettava a spiare lei e le sue colleghe. Maurizio Minghella è stato condannato in Cassazione per l’omicidio di sette prostitute, quattro nel Genovese e tre nel Torinese. Nonostante fosse stato condannato a più di 131 anni di carcere – fu riconosciuto colpevole anche di molte rapine e stupri a danni di altre prostitute – il killer, ormai cinquantanovenne, avrebbe maturato tra pochi mesi il diritto a poter godere di alcuni permessi di uscita e più avanti, forse, anche di un possibile ritorno alla semilibertà. 
Poco dopo le 7 di questa mattina, tra le stazioni di Montanaro e Rodallo, un’ auto ha invaso i binari della linea ferroviaria ed è stata travolta dal treno regionale 20043 Novara-Ivrea. A bordo della macchina, una Lancia Ypsilon, c’erano due ragazze che fortunatamente si erano allontanate dalla vettura dopo aver capito che era rimaste in panne.
L’autista del convoglio – probabilmente anche a causa della fitta nebbia di questa mattina – ha visto l’auto all’ultimo momento e non è riuscito a frenare in tempo, schiacciando e distruggendo completamente il lato passeggero della vettura. Nessuno dei passeggeri è rimasto ferito ma il treno è stato bloccato sui binari, impedendo la circolazione sulla linea ferroviaria Chivasso-Ivrea- Aosta. Sull’accaduto sono in corso gli accertamenti dei carabinieri mentre i vigili del fuoco, insieme al personale delle ferrovie, hanno messo in sicurezza la zona. I treni tra Chivasso e Ivrea (che ovviamente non hanno potuto transitare su quella linea, composta da un solo binario) sono stati sostituiti con un servizio bus. 
Prosegue l’impegno contro le mafie della Città di Venaria Reale. Lunedì 20 febbraio in mattinata al Teatro della Concordia, le classi terze medie degli Istituti Comprensivi I e II, le classi prime del Liceo Juvarra, le scuole Formont e Casa di Carità Arti e Mestieri, parteciperanno all’iniziativa riservata alle scuole “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”.
natura si rinnovi la primavera della verità e della giustizia sociale. Dal 1996, ogni anno in una città diversa, viene letto un elenco di circa novecento nomi di vittime innocenti. Ci sono vedove, figli senza padri, madri e fratelli. Ci sono i parenti delle vittime conosciute, quelle il cui nome richiama subito un’emozione forte. E ci sono i familiari delle vittime il cui nome dice poco o nulla. Per questo motivo è un dovere civile ricordarli tutti. Per ricordarci sempre che a quei nomi e alle loro famiglie dobbiamo la dignità dell’Italia intera. E Venaria Reale lo fa con questo importante appuntamento rivolto innanzitutto ai giovani. Si ringraziano l’associazione le Aquile, gli Amici della Biblioteca e l’ANC – Associazione Nazionale Carabinieri di Venaria Reale che effettueranno il servizio d’ordine, Fondazione Via Maestra, l’Azienda Speciale Multiservizi e il Comitato della Memoria.
l’accessibilità multiculturale e virtuale del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano
sguardo ironico di Dalsani”, “Immaginare la nazione” e “Torino e la Grande guerra 1915-1918”.
Questa mattina Torino si è svegliata fuorilegge. A neanche due mesi dall’inizio dell’anno è stato infatti consumato il “bonus annuale” di 35 giorni di sforamento previsto per le PM10. E’ un’aria mefitica quella che nel capoluogo e nel resto della regione si respira ormai da settimane, la peggiore degli ultimi 4 anni. Basti pensare che al capoluogo nel giro di qualche giorno faranno con tutta probabilità compagnia anche Asti, che ad oggi ha già raggiunto 31 sforamenti, Alessandria attualmente a quota 28 e Vercelli a 25. Ma la mal’aria ammorba anche i principali centri dell’area metropolitana torinese: Carmagnola dall’inizio dell’anno ha già fatto registrare 31 giorni oltre i limiti, Collegno 25, Borgaro 24, Ivrea 20. “Le soluzioni per ridurre lo smog esistono, metterle in pratica deve diventare una priorità a tutti i livelli istituzionali, dal governo nazionale alla Regione, fino ad arrivare ai singoli Comuni. L’inasprimento delle misure emergenziali a Torino da parte della Giunta Appendino è un primo incoraggiante segnale nella giusta direzione a cui però devono far seguito interventi strutturali efficaci che releghino la mobilità motorizzata privata all’ultimo posto delle opzioni per gli spostamenti quotidiani –dichiara Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Nell’attesa che la Regione Piemonte arrivi finalmente ad un aggiornamento ambizioso del Piano regionale antismog chiediamo alla sindaca di Torino, nella sua veste di sindaco della Città Metropolitana, di farsi promotrice di azioni diffuse anche su scala metropolitana”.
Legambiente ricorda che nei giorni scorsi è scattata per l’Italia la seconda fase nella procedura di infrazione sul biossido di azoto. La Commissione Europea contesta al nostro Paese il superamento dei limiti di biossido di azoto nell’aria in violazione della direttiva del 2008. “È arrivato il momento di fare in fretta, per evitare di dover pagare una multa salatissima -circa un miliardo di euro per intenderci- e per tutelare la salute dei cittadini, perché di smog si muore. La Ue –dichiara la presidente nazionale di Legambiente Rossella Muroni– ci contesta di non aver adottato le misure sufficienti per contenere gli sforamenti di biossido di azoto. Più aspettiamo, più aumentano i rischi per le persone, più cresce la sanzione, senza considerare che nel giro di un mese circa dovrebbe arrivare anche il parere motivato della procedura d’infrazione relativa al PM10. Da tempo sosteniamo la necessità di istituire un coordinamento permanente tra i diversi livelli di governo del territorio, per uscire dalla logica dell’emergenza e riuscire ad essere efficaci nell’azione, pianificando in maniera diversa gli investimenti per la riqualificazione e l’innovazione edilizia, per la mobilità pubblica, il riscaldamento, il verde e gli spazi urbani”.
Niente da fare per salvare i tre scialpinisti torinesi – una coppia di 25 e 28 anni e la loro guida di 38