Storie di città / di Patrizio Tosetto
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Scatto d’orgoglio di noi Torinesi. Per la prima volta, tranne sul calcio, Torino batte Milano. Anche le missioni impossibili diventano possibili. Anche lunedì una buona affluenza di pubblico. Anche lunedì le sale dibattiti piene. Non sono riusciti nell’impresa di portarci via il nostro Salone del Libro. Diversi e molteplici i fattori di questo successo. Prima fra tutti la scelta del “gruppo dirigente” che ha realizzato questa nuova e rinnovata formula. Chi mi fa da Cicerone sottolinea: Vedi e considera, Patrizio, che questo è un Salone, non un supermercato del Libro. Finalmente un modo di vivere il libro, con una sua parte finale ed indispensabile nel comprare i libri. Chiedo ai rappresentanti delle piccole Case editrici perché anno scelto d’esserci. Risposta: volevamo farci conoscere dal grande pubblico…ma abbiamo venduto bene e tutto sommato, piacevolmente stupiti.

Non c’è che dire, si respira soddisfazione. E io mi sono sbagliato. Ho letto troppa arrendevolezza nei nostri amministratori. Una Sindachessa spaesata e uno scettico e disilluso Chiampa. Ma i fatti mi
hanno dato torto e sono molto, ma molto contendo d’ essere stato smentito dai fatti. Hanno fatto le scelte giuste sugli uomini.
Fidandomi della mia memoria ho empiricamente confrontato le altre edizioni. Sbaglierò ma lo strapotere delle grandi case editrici non c’è
stato, lasciando spazio ai piccoli editori, ed in questo tornando alle origini. Una consistente riduzione dei costi espositivi ha, poi fatto il resto. Allargando le proposte editoriali . Diciamola così, per tutti ma proprio tutti i gusti. Espositori che sono ritornati dopo anni di assenza che sono soddisfatti. Editori milanesi contenti d’aver esposto. “Qui abbiamo venduto e a Milano no”. Nulla è perfetto e tutto perfettibile, ma ripetiamo: per una volta siamo proprio soddisfatti.
E il rapporto tra Torino e Milano? Collaborazione che non vuole dire essere fagocitati. Direi proprio : Continuate così… da noi torinesi un piccolo e sincero grazie.




Nei giorni scorsi, nel Salone d’Onore dell’Accademia Albertina, alla presenza di importanti cariche istituzionali e di numerosi esponenti del mondo della Cultura e dell’imprenditoria, è stato conferito a Pietro Grasso,Presidente del Senato, il titolo di Accademico d’Onore. 
indipendentemente dal ruolo che riveste o dal settore in cui opera”. “Voler capire e conoscere con ostinazione”: ecco il dovere di un magistrato, quello cui Pietro Grasso ha dedicato tutta la sua vita professionale, da giudice a latere nel primo maxiprocesso a Cosa Nostra , a Procuratore capo a Palermo, prima di diventare, dall’ottobre del 2005 al gennaio del 2013, Procuratore nazionale antimafia, e, infine, dal marzo 2013, Presidente del Senato. Numerosi sono i suoi saggi,” ricchi di storia e sentimenti – ha continuato Spataro – le caratteristiche che a me più piacciono in un libro. Non si può perdere , in particolare, il suo ultimo libro (Storie di sangue, amici e fantasmi) , presentato il 18 maggio al Salone del libro, che, dopo l’autorevole introduzione del Capo dello Stato, inizia e finisce con due lettere che l’autore rispettivamente indirizza a Giovanni Falcone ed a Paolo Borsellino. E comprende, tra i tanti, anche un bel ricordo di un altro magistrato
antimafia, Gabriele Chelazzi al quale ero particolarmente legato. Ebbene, Grasso mostra di ricordarli innanzitutto per non essersi mai proposti al Paese come alfieri del bene, unici pronti ad affrontare e vincere il male. Erano invece magistrati – esattamente come Grasso – ben sapevano che il loro dovere era quello di indagare con determinazione, senza fermarsi dinanzi agli ostacoli che incontravano, ma senza mai atteggiarsi a moralizzatori del Paese e senza avere come fine concorrente quello di scriverne la storia”. Tra pochi giorni cade l’anniversario della strage di Capaci in cui persero la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Armando Spataro ha ricordato che nel maggio del 1991 Grasso era stato chiamato da Giovanni Falcone al Ministero della Giustizia e che, dopo la strage di Capaci , aveva anche sostituito Falcone quale componente
della Commissione Centrale per i programmi di protezione nei confronti di testimoni e collaboratori di giustizia. “Come Falcone e Borsellino anche altri magistrati sono stati uccisi per l’adempimento del loro normale e quotidiano dovere: non eroi perchè sono morti, ma perchè hanno voluto capire e conoscere con ostinazione. E tu, Piero Grasso, vivi ed operi per onorarli e per onorare la dignità e la coerenza, le virtù più importanti e necessarie per chi ha pubbliche responsabilità”.Dopo le parole commosse di Armando Spataro ,Sebastiano Lo Monaco ha interpretato un brano tratto dal romanzo ” Per non morire di mafia” di Pietro Grasso. La bella cerimonia si è conclusa con l’intervento dello stesso Pietro Grasso, che ha ringraziato il Consiglio Accademico per il conferimento del titolo tanto gradito.
DALL’ABRUZZO
Levi, rammentando a tutti che “l’Olocausto è una pagina del libro dell’umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria”. E il simbolo più conosciuto di quanto accadde è la “fabbrica della morte” di Auschwitz, dove – soprattutto nel
Il 22 maggio ricorre la
un’ottica culturale di lungo termine”, ha affermato il presidente del Consiglio regionale del Piemonte.
A causa di un blackout, provocato dal guasto di un trasformatore, le funivie di Oropa che collegano il santuario in provincia di Biella al lago del Mucrone sono state bloccate

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