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Oftalmologia resterà al San Luigi

La nostra valutazione coincide con quella dei comitati e, cioè, quella di mantenere l’attività di oftalmologia all’ospedale San Luigi di Orbassano con l’utilizzo delle camere operatorie”. Con queste parole, nella seduta del 4 luglio, l’assessore regionale alla Sanità, Antonino Saitta, ha risposto alla richiesta di comunicazione sulla questione della chiusura delle camere operatorie di oftalmologia al San Luigi di Orbassano (To). La comunicazione è stata sollecitata dalla vicepresidente dell’Assemblea Daniela Ruffino (FI) forte della petizione sottoscritta da 10mila utenti della Asl To 3.

L’assessore ha poi spiegato l’esigenza di completare rapidamente le necessarie a trovare il punto di equilibrio per l’eventuale utilizzo delle camere operatorie (che era stato sospeso a fine 2016) rispetto alle necessità delle altre specialità operanti ad Orbassano.

Oltre a Ruffino, sono intervenuti per le opposizioni Davide Bono (M5s) e Gian Luca Vignale (Misto – Movimento nazionale) che hanno evidenziato come, dal loro punto di vista, i provvedimenti dell’Esecutivo sulla programmazione in Sanità e l’edilizia ospedaliera siano stati totalmente inadeguati rispetto alle esigenze dei cittadini e solo utili dal punto di vista finanziario per l’ uscita dal cosiddetto “Piano di rientro”. Ma essendo usciti dalla situazione emergenziale – secondo l’opposizione – è ora che il Consiglio regionale possa nuovamente riprendere la sua competenza programmatoria, svolta nel periodo di emergenza finanziaria dalla Giunta regionale.

Per la maggioranza sono intervenuti Andrea Appiano e Valentina Caputo (Pd) che hanno appoggiato l’operato dell’assessore Saitta puntualizzando la necessità di decidere definitivamente in tempi brevi sulla ripresa dell’attività chirurgica oftalmica al San Luigi.

ab – www.cr.piemonte.it

Anziana si da’ fuoco al cimitero, è in gravi condizioni

Sono ancora sconosciuti i motivi per i quali una donna di 70 anni si è data fuoco al cimitero monumentale di Torino, in presenza di altri visitatori in preghiera davanti alle tombe dei loro familiari. La donna era  senza documenti, è stata soccorsa dagli agenti delle volanti ed è stata portata al Cto in codice rosso con ustioni sul 40% del corpo.

Voleva “ripulire la terra dagli infedeli”, ma è stato espulso

Egiziano, di 31 anni, Ahmed Mohamed Nabawy Salem, è stato espulso dall’Italia per la sua presunta radicalizzazione. Il provvedimento è stato assunto  al termine di un’indagine del nucleo informativo del comando provinciale di Milano, del Ros e della procura di Milano. L’uomo si trovava al Cie di Torino in attesa dell’imbarco per l’Egitto. Più volte Salem avrebbe espresso la necessità di affermare in ogni modo  la supremazia dell’Islam in tutto il mondo per “ripulire la terra dagli infedeli”.  Ahmed Mohamed Nabawy Salem è stato attenzionato dalle forze dell’ordine a partire da fine maggio, quando alcuni suoi parenti e amici in Italia espressero la loro preoccupazione per la sua ossessiva manìa sulla religione musulmana e una forte aggressività nei confronti dei familiari quando si parlava di religione. I congiunti hanno così deciso di pagargli un biglietto per tornare in Egitto il 28 maggio , ma lo stato di alterazione psicofisica dimostrato al check in di Malpensa gli ha impedito l’imbarco per il Cairo.

Incidente sulla A5: ancora gravi le condizioni del bimbo

Sono ancora da definire le cause che hanno causato lo schianto contro l’albero

Rimangono ancora gravi le condizioni del bambino di un anno e tre mesi che ieri pomeriggio è rimasto coinvolto nel brutto incidente avvenuto sull’autostrada A5 tra Quincinetto ed Ivrea, in zona Borgofranco. Il piccolo stava viaggiando a bordo di una fiat Punto insieme con i genitori quando all’improvviso, per cause ancora da accertare, il padre ha perso il controllo dell’auto, finendo con la macchina fuori strada e andandosi a schiantare contro un albero. Il bambino è stato immediatamente trasportato in elisoccorso, con un codice rosso, all’ospedale Regina Margherita di Torino dove i medici, riscontrando un grave trauma cranico, hanno deciso di operarlo d’urgenza. A causa del violento urto sono rimasti feriti anche i genitori del piccolo. La mamma, Manuela Mantellina di 34 anni, è stata ricoverata anche lei in condizioni gravi all’ospedale Cto di Torino, mentre il padre, Vincenzo Vecchielli, 40 anni, è stato portato in ambulanza all’ospedale di Ivrea; fortunatamente le ferite da lui riportate non sono gravi. La famiglia, residente a Torino, stava probabilmente facendo rientro a casa dopo aver passato una domenica pomeriggio fuori città. Sul luogo dell’impatto sono intervenuti i vigili del fuoco per liberare i feriti dalle lamiere dell’auto e la polizia stradale che sta ancora cercando di ricostruire le dinamiche dell’incidente.

Crolla un pezzo di soffitto della sala Rossa, l’aula di Cavour

Nessuno è rimasto ferito

E’ crollato all’improvviso un pezzo di controsoffitto della Sala Rossa, l’aula storica della prima assemblea consiliare italiana, che dal 1848 ospita il Consiglio comunale di Torino. Tra i più illustri consiglieri e’ da annoverare anche il conte di Cavour. La parte di controsoffittattura e’ caduta sui banchi delle postazioni audiovideo, sul fondo della sala. Non si conoscono per ora i motivi del crollo: potrebbe essere avvenuto nel fine settimana, quando Palazzo civico era chiuso . Fortunatamente nessuno è rimasto ferito. L’Aula adesso e’ chiusa e la seduta del Consiglio prevista per oggi alle 15 è stata annullata per consentire ai tecnici di effettuare i sopralluoghi per stabilire le cause del crollo.

“Il museo della Resistenza deve continuare a vivere”

La situazione del Museo Diffuso della Resistenza di corso Valdocco rischia di passare da critica a drammatica per la mancanza di adeguate risorse, e dopo il grido d’allarme di Pietro Marcenaro – che nelle scorse settimane aveva richiamato l’attenzione rassegnando le dimissioni da presidente del Museo –  ora è l’accorato appello del mondo culturale torinese a chiedere un intervento a sostegno di questa importante realtà

 Sono decine – da Aldo Agosti a Giancarlo Caselli, da Marco Revelli a Bruno Segre, Alberto Sinigaglia, Sesa Tatò, Diego Novelli, Tullio Levi, Luciano Violante, Vladimiro Zagrebelsky e tanti altri – le personalità che hanno sottoscritto il documento in cui si sottolinea come il Museo realizzi “ quotidianamente un’opera di ricostruzione storica e di memoria che ha consentito di trasmettere a intere generazioni conoscenza della storia del Paese e dei valori della Resistenza e della Costituzione “. Per questo, scrivono “non possiamo tacere la nostra preoccupazione di fronte al rischio che l’attività del Museo della Resistenza venga compromessa dalla insufficienza di risorse e dal venir meno dell’indispensabile sostegno delle istituzioni”. Ed è a queste ultime che si rivolgono affinché assicurino, come è avvenuto fino ad oggi, “il sostegno e le risorse necessarie alla continuità operativa del Museo e delle sue attività”. Ma l’appello è rivolto anche ai cittadini, all’intera società torinese e ai suoi tanti mondi perché “con generosità vogliano contribuire, aderendo alla sottoscrizione di fondi che, come firmatari di questo appello, sentiamo la responsabilità di promuovere e di sostenere noi per primi”. Il Museo Diffuso della Resistenza, della deportazione, della guerra, dei diritti e della libertà , è stato inaugurato 14 ani fa – il 30 maggio 2003 –  presso il settecentesco palazzo juvarriano dei “Quartieri Militari“, in corso Valdocco a Torino. Nel tempo, il museo ha  valorizzato i luoghi della memoria, offrendo al pubblico l’opportunità di cogliere lo stretto rapporto fra storia e territorio, ha promosso un’intensa attività culturale ed educativa, comunicando ai giovani il senso e il valore di un momento fondante della nostra storia. Per chi volesse aderire, i contributi potranno essere versati con bonifico bancario intestato a: Associazione Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà, Banca Prossima – IBAN IT80 Q033 5901 6001 0000 0019 375, oppure direttamente dalla pagina web:

Migliaia di bici in piazza per l’orgoglio a due ruote

I ciclisti torinesi chiedono più risposte al Comune

Migliaia di ciclisti sono partiti nel pomeriggio dal parco del Valentino per il Bike Pride, sfilata dell’orgoglio ciclista. In tutto sono 13 i chilometri che, comprendendo zone di Vanchiglia, San Donato e Centro cittadino con ritorno al Valentino, i numerosi ciclisti hanno percorso sotto il caldo sole di questa prima domenica di luglio. All’interno del parco Valentino -battezzato come “punto di partenza” e “traguardo” di questa originale e movimentata sfilata- sono stati allestiti gli stand dell’associazione Bike Pride, a cura degli sponsor Norauto e Bike ID, lo store che oltre ad essere specializzato in vendita di biciclette pieghevoli, ha organizzato in contemporanea un raduno di appassionati di queste particolari due ruote, con la partecipazione dell’officina mobile della cooperativa Triciclo e di  Border Radio. I ciclisti torinesi chiedono alla Giunta comunale più concretezza per quanto riguarda la sicurezza e la mobilità sostenibile nelle vie e piazza di Torino.

                                                                                Foto fmb/il Torinese

Call center e assistenza estiva per gli anziani

Un call center sarà  attivo tutti i giorni 24 ore su 24 oltre all’ assistenza a domicilio da parte di una squadra di associazioni di volontariato e cooperative di operatori sociosanitari. Queste le principali misure del “piano operativo per l’emergenza caldo 2017” della Città di Torino ad integrazione delle attività sanitarie dell’Asl e dei medici di famiglia. La “sentinella telefonica” è affidata al servizio “Aiuto Anziani” e al numero 011.8123131 attivo 24 ore su 24 (la notte e nei giorni festivi risponde il centralino della Polizia municipale). La Città, in collaborazione con l’Asl  e i medici di famiglia, ha inoltre previsto su segnalazione degli stessi medici di base, di attivare interventi domiciliari per gli anziani autosufficienti .Le Circoscrizioni cittadine offrono poi l’opportunità di trascorrere le ore della canicola in alcune strutture climatizzate.

 

(foto: il Torinese)

Cibo e salute: 8 idee di impresa che migliorano la vita di tutti

Conclusa la 2° edizione di Innovation for Change, il progetto promosso da Scuola di Alta Formazione al Management (SAFM), Politecnico di Torino e il CERN di Ginevra. Premiato SOUND BUBBLE, un sistema che consente di lavorare e dialogare in ambienti rumorosi

 

Per cinque mesi 52 giovani – studenti della Scuola di Alta Formazione al Management di Torino (SAFM) e dottorandi del Politecnico di Torino – si sono confrontati con i problemi legati alla salute e alla sicurezza alimentare. Hanno preso dimestichezza con le tecnologie del CERN e del Politecnico di Torino, e hanno immaginato 8 idee di impresa per portare sul mercato prodotti e servizi innovativi ma molto concreti, capaci di rispondere a bisogni quotidiani di tutti.

I risultati di questi mesi di lavoro sono 8 prototipi, dimostrazioni di soluzioni tecnologiche che hanno il potenziale per essere commercializzati nel medio termine, che sono stati presentati  nella cornice del Castello del Valentino a una platea composta da investitori, protagonisti della scena imprenditoriale europea e studenti dell’Università e del Politecnico di Torino.

 

Molto diverse, e spesso visionarie, le idee concepite dai giovani:

–          fattorie verticali da installare a casa e nei supermercati per avere cibo fresco e controllato;

–          sistemi per misurare in modo economico e immediato la concentrazione di mercurio nei pesci e aumentare la sicurezza alimentare;

–          stufe che utilizzano bidoni e altro materiale di scarto per cuocere i cibi e produrre elettricità;

–          sistemi di liofilizzazione che mantengono inalterati le proprietà nutritive dei cibi utilizzano gli scarti delle lavorazioni alimentari industriali;

–          un video game con soluzioni di realtà aumentata per sensibilizzare e responsabilizzare i bambini sul tema dell’obesità e dell’educazione alimentare;

–          un sistema che misura l’attività fisica delle persone e le premia con sconti e ricompense, con l’obiettivo di ridurre le malattie cardiovascolari, prima causa di morte nel mondo.

–          un cerotto realizzato con stampanti 3D che previene le infezioni cutanee incidentali ed è in grado di raccogliere e elaborare dati sul decorso della ferita

–          un sistema che consente di lavorare e dialogare in ambienti rumorosi, grazie all’eliminazione selettiva di alcune lunghezze d’onda da cui dipende l’inquinamento acustico.

 

I prototipi e le soluzioni tecniche adottate sono state esaminate e giudicate da una giuria, composta da Marco Gilli (Rettore del Politecnico di Torino), Charlotte Lindberg Warakaulle (Responsabile delle Relazioni Internazionali del CERN), Philippe Mahrer (Fondatore del Collège des Ingénieurs), Federico Pistono (imprenditore e futurista) e Giuseppe Zocco (co-fondatore di Index Ventures).

Dopo aver approfondito le soluzioni elaborate dagli studenti, i giurati hanno premiato la seguente migliori idea d’impresa:

SOUND BUBBLE, un software compatibile con tutti gli smartphone che risolve i problemi del rumore in ambienti lavorativi: consente di selezionare i suoni che si vuole sentire e le persone con cui si vuole parlare, escludendo tutto il resto.

 

Il team di SOUND BUBBLE avrà la possibilità di presentare la sua idea al prossimo MUST Summit a Monaco di Baviera, l’appuntamento annuale organizzato da UnternehmerTUM che mette in contatto le migliori start up del mondo con i più grandi gruppi industriali e tecnologici tedeschi.

Inoltre una decina tra i giovani che hanno partecipato a Innovation for Change 2017 verranno selezionati per frequentare gratuitamente l’European Innovation Academy (EIA), il programma internazionale di accelerazione per start up tecnologiche ospitato dal Politecnico di Torino dal 9 al 28 luglio, che vede tra i partner aziende quali Google, l’università di Berkeley, FCA, Intesa Sanpaolo, oltre allo stesso Politecnico,  e porterà in città i mentor della Silicon Valley e centinaia di studenti dalle migliori università di tutto il mondo.

 

ANARCHICI OCCUPANO CASE ATC, FDI: SGOMBERO IMMEDIATO PER ASSEGNARLE A FAMIGLIE ITALIANE BISOGNOSE

<<Due alloggi occupati e un quartiere che chiede aiuto. Alcuni ragazzi appartenenti all’area anarchica hanno occupato due appartamenti al primo piano,  all’interno del complesso Atc di via Aosta. A rivelare il fattaccio, verificatosi al civico 31 interno F, sono stati alcuni residenti, evidentemente poco contenti della situazione e molto proccupati.

Gli anarchici sono entrati forzando le serrature delle porte: dal momento che forzare la porta di un appartamento pubblico sfitto e occuparlo con la forza è un reato penale, speriamo che chi di dovere intervenga in tempi brevi>> a denunciare il caso sono Patrizia Alessi (Capogruppo FDI in Circoscrizione 7), Augusta Montaruli, (Esecutivo Nazionale FDI) e Maurizio Marrone (Consigliere Regionale FDI del Piemonte) , che aggiungono <<Mentre le famiglie davvero in emergenza abitativa aspettano la casa popolare – spiegano– ci sono persone che arrivano a prendere possesso illegalmente degli alloggi Atc per trasformarli in loro covi.

In via Aosta 31/f ci sono complessivamente nove appartamenti ancora non abitati: il Comune di Torino e la Regione Piemonte dovrebbero assegnarle subito in autorecupero a chi è in graduatoria, invece di consentirne l’occupazione abusiva da parte dei centri sociali, che le riempiono spesso di clandestini ignoti all’assistenza pubblica. La legge regionale sull’autorecupero c’è da anni, la applichino senza scuse!

Ci auguriamo che lo sgombero avvenga al più presto. Si tratta di garantire uguaglianza sociale: chi partecipa al bando e aspetta una regolare assegnazione non può e non deve vedersi superare da chi occupa abusivamente una casa: le famiglie che vivono una situazione di emergenza abitativa e hanno bisogno di un tetto devono presentare regolarmente la domanda. Ad ATC chiediamo di fare più controlli sulle loro case>>.

Alessi continua dicendo che la scorsa settimana vi è stata una Commissione sulla situazione patrimoniale ATC in Circoscrizione 7 e in quell’occasione ha denunciato le problematiche del complesso di Via Aosta 31.