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Il ladro “vizioso” catturato dalla squadra volante

Trentaseienne moldavo arrestato dagli agenti della Squadra Volante

Nel primo pomeriggio di mercoledì il responsabile di un supermercato in via Principessa Clotilde contatta la Polizia di Stato, riferendo che stava trattenendo una persona dopo averla vista rubare della merce. L’uomo, un cittadino moldavo di 36 anni, viene visto dal titolare avvicinarsi allo scaffale dei dolciumi e trafugare diversi pacchetti di cioccolato per un valore complessivo di oltre 33 euro. Una parte della refurtiva viene riposta in una borsa di tela che il trentaseienne porta al seguito, le altre confezioni occultate sotto la camicia. Dopo pochi istanti l’uomo cambia corsia, dirigendosi nella sezione dedicata agli alcolici ma dopo aver notato che il responsabile del locale lo stava osservando, si dirige verso le casse e, approfittandone di una fuori uso, tenta la fuga. Intuite le intenzioni del moldavo, il titolare si pone davanti all’uscita principale e dopo alcuni momenti di resistenza, riesce a consegnare il reo ai poliziotti. Il trentaseienne, con precedenti specifici di Polizia, è stato arrestato per tentata rapina.

Attenzione: in rete una falsa ordinanza della Regione

La Regione Piemonte comunica che sta circolando una falsa ordinanza denominata decreto n. 37 del 5 aprile 2020. Si prega di non diffonderla e di controllare sempre l’ufficialità delle notizie sul sito www.regione.piemonte.it e sui canali social ufficiali dell’Ente

La Regione Piemonte sta provvedendo a sporgere denuncia alla Polizia postale, affinché gli autori vengano perseguiti. Nelle prossime ore verrà diffusa una nuova ordinanza, di cui verrà data evidenza attraverso gli organi di comunicazione della Regione. Ogni altra notizia che non trova riscontro sulle piattaforme ufficiali dell’Ente è da considerarsi non attendibile.

Epatite fulminante, giovane salvato da trapianto alle Molinette

Ragazzo colpito da epatite fulminante salvato con trapianto di fegato in emergenza nazionale, presso l’ospedale torinese

 

In questi giorni un ragazzo di 29 anni di origine albanese é stato salvato con un trapianto di fegato eseguito in emergenza nazionale, quando le sue condizioni erano ormai disperate, presso l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino.

Per essere trapiantato e salvargli la vita, era stato trasferito alle Molinette urgentemente dall’ospedale San Luigi di Orbassano (un ospedale oggi dedicato prevalentemente a pazienti Covid-19), dove il giovane uomo era arrivato sabato scorso in Pronto soccorso in stato di coma ed insufficienza respiratoria, situazione che poteva far sospettare una malattia da coronavirus. Invece gli ulteriori approfondimenti epatologici hanno evidenziato che il problema respiratorio era legato ad un’insufficienza epatica acuta gravissima determinata da un’infezione fulminante da virus dell’epatite B. Grazie all’attenzione della Direzione e del personale si è mantenuto infatti nell’ospedale Molinette un percorso libero da contaminazioni del coronavirus (comprese Rianimazioni e Terapie intensive) per la cura di pazienti in emergenza, di cui ha beneficiato questo trapiantato. Nella giornata di domenica il paziente é stato inserito in lista trapianto di fegato in emergenza nazionale e così è iniziata la corsa contro il tempo nel tentativo disperato di salvargli la vita. Il lunedì il decesso a seguito di un incidente di un ragazzo a Roma, che già in vita si era generosamente dichiarato donatore presso la propria anagrafe. Questo ha permesso, grazie al coordinamento tra Centro Nazionale Trapianti ed i Centri regionali delle Regioni coinvolte, che il fegato del donatore potesse arrivare a Torino e fosse trapiantato nella notte successiva. L’intervento, effettuato dall’équipe del Centro Trapianti di fegato delle Molinette (diretto dal professor Renato Romagnoli), è stato eseguito in stretta collaborazione con l’équipe dell’Anestesia e Rianimazione 2 (diretta dal dottor Roberto Balagna) ed é tecnicamente riuscito. Il paziente é ora uscito dal coma e respira autonomamente, mantenuto sotto attenta sorveglianza in terapia intensiva.

Questa storia dimostra ancora una volta che in una situazione di grande emergenza, quale quella legata al Covid-19, il Sistema Sanitario Regionale e la Città della Salute di Torino stanno dando prova di capacità davvero straordinaria, ovvero di saper non solo arginare l’infezione da coronavirus, ma anche di saper affrontare tutte le altre emergenze quotidiane non-Covid, a cominciare da quelle che richiedono trapianti d’organo salvavita. Grazie all’attenzione della Direzione e del personale si è mantenuto infatti nell’ospedale un percorso libero da contaminazioni del coronavirus per la cura di pazienti in emergenza, di cui ha beneficiato questo trapiantato.  Questo lo si deve all’impegno corale di tutto il personale sanitario piemontese, non solo di chi esegue i trapianti e degli ospedali dove questi si realizzano.

Senza guanti e mascherina cerca di rapinare il parroco

<<Mio figlio è morto e ho bisogno di soldi>>, ma era tutto falso

Torino, 5 aprile I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Oltre Dora hanno arrestato con l’accusa di tentata estorsione un italiano di 49 anni, residente a Torino, che alle ore 15 di venerdì scorso ha fatto irruzione nell’ufficio parrocchiale della Chiesa di Santa Caterina da Siena, di Via Sansovino e, senza mascherina e guanti per incutere ancora più timore, ha minacciato il sacerdote e due sue collaboratrici per farsi consegnare tutto il denaro in loro possesso.  Di fronte al loro rifiuto, l’uomo ha iniziato a gridare e a sbattere le porte rompendo il vetro di una di esse. Una collaboratrice è riuscita ad avvisare i carabinieri che sono arrivati dopo pochi minuti e hanno fermato l’aggressore in Via Sansovino mentre scappava a piedi.
È questo solo l’ultimo degli episodi estorsivi subiti dall’ecclesiastico.  Da qualche tempo, infatti, il 49enne si recava in Chiesa per ottenere denaro; inizialmente poche monete, poi importi sempre più cospicui accampando scuse spesso inverosimili (la nascita o la morte di un figlio). L’uomo è stato arrestato e accompagnato in carcere.

Grigliata non autorizzata nel dormitorio

Arrestato per resistenza un cittadino rumeno, denunciato un moldavo
Martedì mattina, poco dopo le 9 del mattino, gli agenti della Squadra Volante intervengono in una struttura
abbandonata di via Stradella per la segnalazione della presenza di persone nell’edificio dal quale fuoriesce
anche del fumo.
Una volta all’interno della struttura, i poliziotti riscontrano la presenza di due uomini intenti a grigliare nel
cortile dell’edificio abbandonato, immobile utilizzato dai due come dormitorio.
A seguito di accertamenti è emerge che entrambi sono gravati da precedenti di polizia e uno dei due, un
cittadino moldavo di 35 anni è inottemperante a un ordine del Questore di abbandonare il territorio italiano
motivo per il quale viene denunciato in stato di libertà.
Durante le fasi del controllo, l’altra persona presente, un cittadino rumeno di 34 anni, non solo minaccia e
offende i poliziotti ma danneggia con un calcio il rivestimento interno di una portiera dell’auto di servizio. Le
minacce da parte dell’uomo proseguono poi anche in ufficio quando il trentaquattrenne viene stato
arrestato per resistenza a P.U. e danneggiamento.

Scoperta (e denunciata) la signora delle truffe

I Carabinieri della Stazione di Cuneo hanno denunciato una donna 68 enne, residente nel torinese, ritenuta responsabile di diverse truffe consumate ai danni di esercenti locali delle centralissime via Roma e Corso Nizza di Cuneo.

Grazie ad alcune segnalazioni raccolte dai Carabinieri di quartiereda parte dei commercianti del luogo, i militari accertavano che la donna, tra il mese luglio 2017 e lo scorso mese di febbraio, era riuscita a carpire la fiducia di almeno 8 esercenti locali,utilizzando sempre lo stesso stratagemma: si accreditava qualificandosi come moglie di un noto professionista del posto e acquisita una certa confidenza, chiedeva al negoziante, sapendo che non sarebbe stato possibile utilizzare tale strumento, di procedere al pagamento dei suoi acquisti con la carta “American express”.

Ricevuta la risposta negativa, la donna fingeva di contattare telefonicamente il proprio marito per chiedergli la disponibilità di soldi in contanti da portarle in negozio e contestualmente chiedeva al commerciante di ricevere una cospicua somma di denaro qualeresto per la banconota di grosso taglio che avrebbe asseritamente di lì a poco utilizzato per concludere il pagamento. Rassicurato dalla convincente credibilità mostrata dalla donna, il commerciante consegnava nelle sue mani il denaro richiesto eveniva invitato a spostarsi con la merce fuori dal negozio perattendere l’arrivo del marito a cui consegnare gli acquisti e ricevere da questi la promessa banconota di grosso taglio; nello stesso frangente la donna si allontanava con la scusa di dover sbrigare altre commissioni.

Ovviamente il negoziante attendeva invano il fantomatico marito dalla truffatrice che nel frattempo faceva perdere le sue tracce.

Un raggiro sicuramente ben collaudato che la donna realizzavaormai da tempo, fino a quando i Carabinieri della Stazione di Cuneo non sono riusciti a risalire alla sua identità, denunciandola.

Tenta di rapinare e violentare una ragazza. Ma i carabinieri lo arrestano

 I Carabinieri della Compagnia di Ivrea hanno arrestato a Strambino (To) un romeno di 31 anni, senza fissa dimora, per lesioni personali, tentata rapina e violenza sessuale.


La vicenda risale a giovedì sera, nel Comune di Romano Canavese, quando una 27enne, intorno alle ore 20,30, mentre tornava a casa dal lavoro a piedi, in  un’area boschiva per accorciare il tragitto, è stata aggredita alle spalle dal romeno nel tentativo di rapinarla. La donna è caduta a terra ed è stata colpitapiù volte con schiaffi e pugni dall’aggressore. La vittima si è difesa con coraggio e con tutte le sue forze ma alla fine l’uomo l’ha immobilizzata e le ha sfilato i pantaloni per violentarla.

Ad un certo punto il suo telefono ha iniziato a squillare e il suo aggressore si è spaventato. La donna si è rivestita ed è scappata ma prima il romeno l’ha minacciata: <<Ho il tuo numero di telefono non denunciarmi >>.

Le urla della vittima in fuga, sconvolta e sanguinante al volto, hanno attirato l’attenzione di alcuni residenti che, dopo averla soccorsa, hanno chiamato la centrale operativa dei carabinieri. Le immediate ricerche dell’aggressore da parte delle pattuglie di Strambino e Ivrea hanno permesso di arrestarlo mentre camminava nel centro di Strambino. L’uomo è stato anche sanzionato per aver violato le misure di contenimento relative all’emergenza Coronavirus. La donna, soccorsa da personale sanitario, è stata trasportata all’Ospedale di Ivrea dove le hanno riscontrato un trauma facciale e la frattura del setto nasale.

 

 

Nursing Up dona 4.000 tute anticontaminazione

Realizzate  in Tyvek certificate UE. Per le regioni Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna De Palma: “Impresa titanica trovarle ma ce l’abbiamo fatta”

 Sono pronte per la consegna 4.000 tute regolamentari ad alto contenimento in Tyvek con certificato UE 2016/425 donate dal sindacato degli infermieri Nursing Up alle regioni Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. I dispositivi di protezione individuale sono attualmente in consegna, come indicato dalle regioni interessate, presso i seguenti magazzini unici: per il Piemonte presso la ASL To 3 di Grugliasco, per la Lombardia presso l’AREU di Rho e per l’Emilia Romagna presso il Coopservice di Reggio Emilia.

“È stata un’impresa titanica ma alla fine ce l’abbiamo fatta, siamo riusciti a reperire 4.000 tute certificate secondo il Regolamento UE. Nursing Up le ha trovate per dare una mano concretamente ai colleghi che stanno mettendo a repentaglio la propria vita sul fronte. Bastano solo per le regioni più coinvolte, noi le abbiamo cercate per tutte, ma questi DPI sono estremamente contingentati e quindi siamo stati costretti ad inviarli dove c’è più urgenza. Scovare le tute giuste con riportati i codici specifici a garanzia di tenuta contro agenti biologici e virus, vi assicuro, è stata una vera e propria impresa”. Così il presidente Nursing Up Antonio De Palma annuncia l’iniziativa benefica.

Nonostante una preliminare sfiancante attività di ricerca durante la quale non si riusciva a trovarle, lo stesso De Palma ha deciso di occuparsene personalmente. “Se all’inizio sembrava non esserci speranza, visto che i depositi risultavano completamente sforniti di presidi con barriera contro agenti infettivi bollinata EN 14126 – racconta – non mi sono rassegnato. Con un occhio ai fusi orari, ho cercato giorno e notte anche all’estero e alla fine ce l’ho fatta. Effettuato l’ordine e aspettato trepidante la conferma, ogni minuto che trascorreva la speranza di poterle acquistare sembrava affievolirsi”.

Le difficoltà di reperimento sono dovute, com’è comprensibile che sia, al fatto che centinaia di migliaia di enti sanitari in tutto il mondo ne stanno facendo richiesta per l’emergenza. Ma alla fine l’attesa è stata premiata e ieri finalmente il sindacato ha onorato i costi, e nei prossimi giorni le tute a norma verranno consegnate in Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. Abbiamo già concordato le modalità di consegna e ora i presidi dovranno solo essere recapitati. Alle tute, che sono per tutti, si aggiunge per gli iscritti Nursing Up la polizza RC colpa grave. Si tratta di una protezione preziosa riservata agli operatori sanitari associati, anche a chi è in servizio presso i reparti Covid.

“Le nostre tute di protezione rappresentano solo un piccolo contributo – sottolinea De Palma – in questo momento di grave emergenza, ma sono felice che il sindacato che mi onoro di presiedere sia riuscito a dare una mano concreta a salvaguardare la salute degli operatori sanitari sul fronte”. “Lo abbiamo fatto a vantaggio di tutti coloro che potranno utilizzarle – ribadisce – e non solo per i nostri associati. Perché per noi infermieri la vita è il bene più prezioso, abbiamo nel nostro DNA la centralità e la cura della persona. E questo gesto vuol essere il nostro modo per proteggere la gente”.

Colpisce con una pentola la convivente incinta: arrestato

Martedì notte, poco prima delle due, gli agenti della Squadra Volante sono intervenuti in un stabile del quartiere Barriera Milano per la segnalazione di una lite in famiglia
Giunti sul posto, i poliziotti hanno appurato che l’abitazione era soqquadro, con abiti e suppellettili per
terra. In casa c’era una donna, in stato di gravidanza avanzato, che presentava una ferita alla nuca. Insieme
alla donna, c’era anche un uomo che ai poliziotti si è presentato in stato d’ira e intento a insultare la donna.
Dal racconto di quest’ultima, è emerso che quanto accaduto poco prima era stato l’ultimo di numerosi
episodi di violenza, oltre che di vessazione, della quale era vittima da tempo, a causa di alcuni dei quali
aveva dovuto far ricorso a cure mediche. Episodi che avevano generato nella donna un vissuto avvilente non
più sopportabile.
Per quanto riguarda l’intervento in questione, la donna ha raccontato che dopo essere rientrata in casa era
stata da subito insultata dal suo compagno, offese che si erano trasformate in minacce. L’uomo, un italiano
di 38 anni, aveva poi preso una pentola d’acciaio e colpito più volte la sua compagna, l’ultima delle quali al
capo. Le percosse avevano provocato alla vittima, oltre ferita alla nuca, diverse contusioni.
L’uomo, con precedenti di polizia a carico, è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia.

Clienti mangiano al tavolo. Chiusura immediata del ristorante

Nei giorni scorsi agenti del Commissariato Barriera Milano hanno arrestato per spaccio due cittadini stranieri

Sono stati sorpresi mentre stavano mangiando in compagnia all’interno di un ristorante di corso Palermo gestito da un cittadino senegalese. Mercoledì pomeriggio, gli agenti del commissariato, insieme a personale della Divisione PAS, si sono recati presso l’esercizio per contestare le violazioni in relazioni all’emergenza COVID-19 e hanno constatato che il locale era aperto con due avventori all’interno che stavano mangiando. Alla luce di quanto emerso, il locale è stato sottoposto a immediata chiusura provvisoria per 5 giorni.