CRONACA- Pagina 1149

Da calciatore professionista a ladro. Arrestato dai carabinieri

I Carabinieri della Compagnia di Canelli, nella giornata di ieri hanno arrestato un quarantasettenne di origine olandese, ex giocatore di calcio professionista, Cornelis Carel Van Der Velden, con l’accusa di furto in abitazione. Nella mattinata di venerdì è arrivata una telefonata alla Centrale Operativa dei Carabinieri di Canelli, in cui era stata segnalata la presenza di un’autovettura con targa straniera che percorreva le vie collinari con fare sospetto, così è scattato il piano di intervento. Tutti i mezzi ed i Carabinieri disponibili sono stati impiegati nella ricerca del sospetto che, dopo pochi minuti dalla segnalazione, è stato rintracciato nei pressi di una casa vacanze situata su di una collina appena fuori il concentrico di Canelli. Alla guida dell’autovettura un cittadino olandese che alle domande dei militari ha riferito di essere un venditore ambulante di pentole professionali. La fantasiosa storia dell’uomo non ha convinto i Carabinieri, i quali, d’iniziativa, interpellavano una coppia di turisti svedesi dimoranti nella casa vacanza vicina al luogo del controllo: ignari di quanto stesse accadendo, la coppia si stava godendo il sole in piscina. Alla vista dei Carabinieri la coppia di turisti controllava l’abitazione e i propri effetti personali, denunciando ai militari dell’Arma l’ammanco di un portafoglio contenente denaro contante per un ammontare complessivo di 100 euro e alcune carte di credito. A questo punto è scattata la perquisizione del cittadino olandese e della sua autovettura, nell’ambito della quale veniva rinvenuto, all’interno della stessa, il portafoglio appena trafugato dall’abitazione. L’uomo veniva pertanto arrestato per furto aggravato, la refurtiva riconsegnata ai legittimi proprietari. Al termine del rito direttissimo, l’arresto veniva convalidato e l’uomo sottoposto al divieto di dimora nella provincia di Asti. Sono tuttora in corso, da parte dei Carabinieri, mirati accertamenti volti a verificare la commissione di episodi analoghi nella Provincia di Asti ed in quelle limitrofe. I Carabinieri, pertanto, invitano tutti i cittadini a segnalare episodi analoghi eventualmente patiti. Segnatamente, è sempre bene diffidare da chi, in una vendita “porta a porta”, propone articoli di millantato valore a un prezzo particolarmente esiguo in relazione alla merce proposta.

Attività antidroga a San Salvario: 40 identificati dai carabinieri

Il quartiere San Salvario è stato al centro di una intensa attività antidroga da
parte dei carabinieri. Sono state arrestate 3, persone, 2 sono state
denunciate, 2 sono stati i negozi controllati, 40 le persone identificate e
oltre 200 le dosi di droghe di vario genere sequestrate. I militari hanno
scoperto in una cavità del parco del Valentino un deposito di stupefacenti
con oltre 200 dosi di cocaina, punto di incontro tra ‘grossista’ e
‘dettagliante’ della droga.

Troppo rumore: sigilli al locale della movida

La polizia municipale ha apposto i sigilli al ‘Tirabusciò’, la nota vineria in via Tarino 7d a Vanchiglia. E’ stata messa sotto sequestro dagli agenti del Reparto di polizia commerciale della polizia municipale di Torino e del Comando della VIIa circoscrizione  Il provvedimento è scattato dopo  un’inchiesta della Procura di Torino, coordinata dal pm Gianfranco Colace. Ai titolari è  stato contestato l’articolo 659 del codice penale, disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone. I residenti hanno protestato contro il locale, che rimaneva aperto fino a notte inoltrata, appendendo ai balconi dei cartelli con su scritto “Shhh Vanchiglia vuole dormire”, “Dormire grazie”e  “Il sonno è un diritto anche in Vanchiglia”.

Fa da autista a pusher in cambio di qualche dose

Un arresto ed una denuncia nel quartere Mirafiori
Quella 500 nera parcheggiata martedì sera all’angolo fra via Gaidano e via Rubino aveva
insospettito i poliziotti della Squadra Volante, impegnati in un servizio di controllo del territorio
anti spaccio in zona Mirafiori. Quando l’auto si è mossa, gli agenti sono entrati in azione,
fermandola per un controllo. Il conducente, un cittadino italiano di 37 anni, si è mostrato molto
sorpreso alla vista degli agenti; dietro di lui, rannicchiato sui sedili posteriori dell’auto, nel tentativo
di non farsi vedere, un cittadino extracomunitario. Questi, un ventitreenne gabonese, ha cercato
in tutti i modi di sottrarsi al controllo, sgusciando fuori dall’auto, sotto la quale ha gettato 2
involucri prima di essere definitivamente bloccato. Negli involucri recuperati dai poliziotti erano
contenuti 30 grammi di crack. Il cittadino straniero è stato arrestato per detenzione ai fini di
spaccio di sostanze stupefacenti. Il trentasettenne proprietario dell’auto, che in più occasioni ha
cercato di favorire la fuga del pusher, del quale è cliente, è stato denunciato per favoreggiamento
personale.

In sella a una bicicletta rapina i passanti

Arrestato dalla Polizia di Stato ventduenne maghrebino
Martedì sera, un ragazzo cinese è stato derubato del cellulare in zona Porta Nuova da parte
di uno sconosciuto che, a bordo di bicicletta, lo avvicinava alle spalle e con mossa fulminea
gli strappava dalle mani il cellulare. L’uomo fuggiva in direzione centro città e la vittima, con
l’aiuto di alcuni passanti, segnalava l’accaduto alle forze dell’ordine, dando le descrizioni
dell’autore del fatto. Circa 10 minuti dopo, una ragazza veniva investita in via Sant’Ottavio
da un uomo in bicicletta perfettamente corrispondente alle descrizioni del primo che, dopo
averla fatta cadere per terra, le sottraeva il cellulare. Grazie all’ausilio di alcuni controllori
GTT che assistevano al fatto, l’autore del fatto è stato bloccato, in attesa dell’arrivo delle
forze dell’ordine. Gli agenti della Squadra Volante immediatamente giunti sul posto lo
hanno perquisito e trovato anche in possesso del primo cellulare rubato, che è stato
restituito al legittimo proprietario. Si tratta di un ventiduenne di origini maghrebine con
numerosi pregiudizi di polizia per reati inerenti al patrimonio. Il giovane ha opposto una
forte resistenza agli agenti durante la traduzione negli uffici della Questura ed ha
danneggiato la Volante; per questi motivi, è stato arrestato per furto con strappo, rapina,
resistenza a P.U. e denunciato per danneggiamento.

Motociclista muore nello scontro con camion

Un incidente mortale è avvenuto  questa mattina verso le 8 in Corso Europa a Volpiano. Per cause ancora in fase di accertamento, si sono scontrati un camion  e una moto Bmw Xr1100. Il motociclista ha sbattuto contro il rimorchio del camion ed è morto sul colpo.  L’autista del mezzo pesante, di origini albanesi, ha fermato il mezzo ma i soccorsi per il motociclista sono stati inutili.

Ponte Morandi: arresti per i controlli sui viadotti

/
Cronache italiane
E’ in corso di esecuzione a Genova da parte della Guardia di Finanza  una ordinanza che comprende 9 misure cautelari nell’ambito dell’inchiesta relativa alle false attestazioni sui controlli dei viadotti autostradali scaturita dall’indagine sul crollo del ponte Morandi.  Perquisizioni e sequestri in corso.
ESEGUITE PERQUISIZIONI E SEQUESTRI NEGLI UFFICI
I militari del I Gruppo della Guardia di Finanza di Genova, coordinati dalla
locale Procura della Repubblica, hanno eseguito una ordinanza che
comprende nove misure cautelari nei confronti di dirigenti e tecnici di
Autostrade per l’Italia s.p.a. e Spea Engineering s.p.a.
Si tratta di tre arresti domiciliari e sei misure interdittive dal pubblico servizio e
dal divieto temporaneo di esercitare attività professionali a favore di soggetti
pubblici o privati, con contestuali perquisizioni negli uffici dei soggetti colpiti.
L’attività scaturisce dall’inchiesta sul crollo del Ponte Morandi del 14 agosto
2018, nell’ambito della quale sono emersi numerosi elementi indiziari in
ordine ad una presunta attività di falso, relativa alle relazioni concernenti le
condizioni e le criticità di ulteriori viadotti autostradali, per le quali la Procura
di Genova ha aperto un nuovo procedimento penale, nei confronti di dirigenti
e tecnici
appartenenti ad Autostrade per l’Italia S.p.A. e Spea Engineering
S.p.a..
I successivi approfondimenti effettuati hanno fatto emergere gravi indizi di
colpevolezza in ordine ad atti pubblici redatti da pubblici ufficiali ed afferenti
alle attività di controllo sui viadotti Pecetti (A26) e Paolillo (A16), reiterati
anche successivamente al crollo del Ponte Morandi,
per i quali sono state emesse le odierne ordinanze.
In alcuni casi, sono emerse falsificazioni e/od omissioni concordate,
finalizzate ad occultare agli ispettori del Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti elementi rilevanti sulla condizione dei manufatti ed il loro stato di
​conservazione – in occasioni di attività ispettive e nell’ambito della vigilanza
ministeriale – che avrebbero comportato una verifica globale dell’opera ed
altre misure precauzionali.

Pericoloso inseguimento per arrestare i malviventi

DAL PIEMONTE
Penango, resistono al controllo dei Carabinieri. Arrestati 
I Carabinieri della Stazione di Castello di Annone nel tardo pomeriggio del 10
Settembre hanno arrestato Z.Z.O., marocchino ventunenne residente in Asti, e A.I.,
brasiliano ventiquattrenne residente in Asti, con l’accusa di resistenza a P.U. in
concorso, tentato furto in concorso e ricettazione. La Centrale Operativa del
Comando Provinciale CC di Asti inviava la pattuglia della Stazione di Castello di
Annone in Penango, dove era stato segnalato un tentativo di furto in atto ed i
responsabili si erano allontanati a bordo di un’autovettura FIAT Panda di colore
grigio, risultata rubata in Asti il giorno precedente. Al km 23 della S.P. 457, nei pressi
di Calliano, i militari di Castello d’Annone intercettavano l’auto in fuga che, alla vista
dei militari, accelerava repentinamente, non fermandosi all’alt più volte intimato.
Durante l’inseguimento, il conducente della Panda effettuava a velocità folle
manovre e sorpassi assai pericolosi per la circolazione stradale e l’incolumità degli
automobilisti, al punto che, nel concentrico di Calliano (AT), l’auto in fuga collideva
dapprima contro il muro di un’abitazione e poi contro il rimorchio di un T.I.R.,
riuscendo tuttavia a proseguire la fuga. L’inseguimento terminava nella Frazione di
Portacomaro Stazione dove, sul ponte della tangenziale, l’autovettura in fuga veniva
finalmente bloccata anche grazie alla pattuglia della Stazione Carabinieri di
Moncalvo mandata in ausilio. Una volta fermati ed identificati gli occupanti, la
perquisizione effettuata a carico degli occupanti consentiva di rinvenire un coltello
multiuso con lama di 7 cm; inoltre, a bordo dell’autovettura, veniva trovato
materiale vario di verosimile provenienza furtiva, del quale i fermati non erano in
grado di giustificarne la provenienza ed il possesso.
Considerati i numerosi precedenti di polizia per reati contro il patrimonio a carico dei
malfattori, la flagranza del reato e il grave allarme sociale arrecato, i due venivano
tratti in arresto e su disposizione del P.M. di turno della Procura della Repubblica di
Asti, Dottor Gabriele FIZ, posti agli arresti domiciliari presso le loro residenze a
diposizione dell’Autorità Giudiziaria inquirente.
Nella vicenda è rimasto coinvolto anche un minorenne, deferito in stato di libertà
alla competente autorità per i medesimi reati.

Non paga le consumazioni e minaccia la barista

Arrestato per rapina dalla Polizia di Stato
Un cittadino marocchino di 31 anni è stato arrestato nella notte di martedì per rapina dagli
agenti della Squadra Volante.
L’uomo dopo aver fatto ingresso in un bar di via Belfiore ha consumato diverse birre per poi
allontanarsi senza pagare. Circa un’ora dopo, è tornato nel locale e con fare prepotente ha
chiesto una nuova birra. Al diniego della barista, l’uomo ha prelevato una bottiglia dal frigo.
Quando la donna gli ha chiesto d pagare quanto consumato in precedenza, lo straniero ha
preso un coltello dal bancone e brandendolo ha minacciato la barista. Quest’ultima, però,
nel frattempo stava comunicando via chat con il proprio compagno, il quale, alla luce dei
messaggi ricevuti, ha contattato la polizia, cosa che ha permesso agli agenti di arrivare sul
posto e bloccare il trentunenne.
A seguito di accertamenti, è emerso che il cittadino marocchino oltre ad essere irregolare
sul Territorio Nazionale aveva precedenti di polizia dello stesso tipo a carico.

La Guardia di Finanza sequestra migliaia di jeans contraffatti

Apre la sua azienda tessile in Tunisia, ottiene progetti, design e loghi del capo pregiato e riproduce illecitamente, per poi rivenderli, migliaia di capi contraffatti.

È quello che ha scoperto nei giorni scorsi la Guardia di Finanza di Torino nel corso di un’indagine che ha portato al sequestro di migliaia di jeans di un noto brand nazionale contraffatto.

Contraffazione marchi, fabbricazione e commercio di beni realizzati usurpando titoli di proprietà industriale, frode in commercio e ricettazione, questi gli addebiti in capo a tre imprenditori italiani che hanno illegalmente introdotto nel territorio nazionale 7.000 jeans falsi.

Le indagini dei Finanzieri del Gruppo Pronto Impiego Torino, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, sono partite proprio dal capoluogo piemontese tramite il monitoraggio di siti di e-commerce nel settore del fashion-style, dove è stato possibile individuare dei prezzi di vendita non corrispondenti al valore corrente di mercato; basti pensare che i pantaloni pagati al produttore circa 5 euro venivano rivenduti ad oltre 120 euro ovviamente accompagnati da packaging, loghi, etichette e imballi riportanti il noto brand, tutto rigorosamente contraffatto.

Gli sviluppi delle indagini hanno portato i “Baschi Verdi” sino a Roma dove presso un’area logistica della capitale sono stati sequestrati alcuni container appena giunti dal nord Africa con all’interno migliaia di pantaloni falsi ed illecitamente introdotti in Italia.

I container, come ricordato, provenivano dalla Tunisia, paese questo emergente nel settore del confezionamento di tessuti. Queste, in sintesi, le dinamiche della vicenda: a Monastir, un imprenditore italiano apre il suo opificio e, dopo aver ottenuto progetti, design e loghi del capo pregiato, ne riproduce illecitamente un grosso quantitativo rivendendolo poi ad un collega di origini campane con la sua azienda a Prato. Quest’ultimo, a sua volta, tramite un’azienda romana era pronto a distribuire la falsa merce anche tramite piattaforme web, in Italia ed all’estero.

L’azienda titolare del diritto di privativa industriale internazionale del noto brand, dopo aver appreso dei fatti, ha fornito alla Guarda di Finanza torinese un significativo supporto per interrompere l’illecita filiera produttiva e distributiva.

Le indagini a questo punto cercheranno di ricostruire eventuali precedenti forniture illegali che potrebbero interessare ulteriori noti marchi.

I tre imprenditori, tutti italiani, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Torino. Un milione di euro l’ammontare della frode.

Duplice, anche questa volta, la finalità dell’operazione della Guardia di Finanza di Torino che, oltre ad arginare un fenomeno distorsivo del mercato, vedrà la merce sequestrata devoluta ad enti caritatevoli per la successiva consegna a persone bisognose.