I Carabinieri della Compagnia di Canelli, nella giornata di ieri hanno arrestato un quarantasettenne di origine olandese, ex giocatore di calcio professionista, Cornelis Carel Van Der Velden, con l’accusa di furto in abitazione. Nella mattinata di venerdì è arrivata una telefonata alla Centrale Operativa dei Carabinieri di Canelli, in cui era stata segnalata la presenza di un’autovettura con targa straniera che percorreva le vie collinari con fare sospetto, così è scattato il piano di intervento. Tutti i mezzi ed i Carabinieri disponibili sono stati impiegati nella ricerca del sospetto che, dopo pochi minuti dalla segnalazione, è stato rintracciato nei pressi di una casa vacanze situata su di una collina appena fuori il concentrico di Canelli. Alla guida dell’autovettura un cittadino olandese che alle domande dei militari ha riferito di essere un venditore ambulante di pentole professionali. La fantasiosa storia dell’uomo non ha convinto i Carabinieri, i quali, d’iniziativa, interpellavano una coppia di turisti svedesi dimoranti nella casa vacanza vicina al luogo del controllo: ignari di quanto stesse accadendo, la coppia si stava godendo il sole in piscina. Alla vista dei Carabinieri la coppia di turisti controllava l’abitazione e i propri effetti personali, denunciando ai militari dell’Arma l’ammanco di un portafoglio contenente denaro contante per un ammontare complessivo di 100 euro e alcune carte di credito. A questo punto è scattata la perquisizione del cittadino olandese e della sua autovettura, nell’ambito della quale veniva rinvenuto, all’interno della stessa, il portafoglio appena trafugato dall’abitazione. L’uomo veniva pertanto arrestato per furto aggravato, la refurtiva riconsegnata ai legittimi proprietari. Al termine del rito direttissimo, l’arresto veniva convalidato e l’uomo sottoposto al divieto di dimora nella provincia di Asti. Sono tuttora in corso, da parte dei Carabinieri, mirati accertamenti volti a verificare la commissione di episodi analoghi nella Provincia di Asti ed in quelle limitrofe. I Carabinieri, pertanto, invitano tutti i cittadini a segnalare episodi analoghi eventualmente patiti. Segnatamente, è sempre bene diffidare da chi, in una vendita “porta a porta”, propone articoli di millantato valore a un prezzo particolarmente esiguo in relazione alla merce proposta.
Troppo rumore: sigilli al locale della movida
La polizia municipale ha apposto i sigilli al ‘Tirabusciò’, la nota vineria in via Tarino 7d a Vanchiglia. E’ stata messa sotto sequestro dagli agenti del Reparto di polizia commerciale della polizia municipale di Torino e del Comando della VIIa circoscrizione Il provvedimento è scattato dopo un’inchiesta della Procura di Torino, coordinata dal pm Gianfranco Colace. Ai titolari è stato contestato l’articolo 659 del codice penale, disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone. I residenti hanno protestato contro il locale, che rimaneva aperto fino a notte inoltrata, appendendo ai balconi dei cartelli con su scritto “Shhh Vanchiglia vuole dormire”, “Dormire grazie”e “Il sonno è un diritto anche in Vanchiglia”.
Fa da autista a pusher in cambio di qualche dose
In sella a una bicicletta rapina i passanti
Motociclista muore nello scontro con camion
Un incidente mortale è avvenuto questa mattina verso le 8 in Corso Europa a Volpiano. Per cause ancora in fase di accertamento, si sono scontrati un camion e una moto Bmw Xr1100. Il motociclista ha sbattuto contro il rimorchio del camion ed è morto sul colpo. L’autista del mezzo pesante, di origini albanesi, ha fermato il mezzo ma i soccorsi per il motociclista sono stati inutili.
Pericoloso inseguimento per arrestare i malviventi
Non paga le consumazioni e minaccia la barista
Apre la sua azienda tessile in Tunisia, ottiene progetti, design e loghi del capo pregiato e riproduce illecitamente, per poi rivenderli, migliaia di capi contraffatti.
È quello che ha scoperto nei giorni scorsi la Guardia di Finanza di Torino nel corso di un’indagine che ha portato al sequestro di migliaia di jeans di un noto brand nazionale contraffatto.
Contraffazione marchi, fabbricazione e commercio di beni realizzati usurpando titoli di proprietà industriale, frode in commercio e ricettazione, questi gli addebiti in capo a tre imprenditori italiani che hanno illegalmente introdotto nel territorio nazionale 7.000 jeans falsi.
Le indagini dei Finanzieri del Gruppo Pronto Impiego Torino, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, sono partite proprio dal capoluogo piemontese tramite il monitoraggio di siti di e-commerce nel settore del fashion-style, dove è stato possibile individuare dei prezzi di vendita non corrispondenti al valore corrente di mercato; basti pensare che i pantaloni pagati al produttore circa 5 euro venivano rivenduti ad oltre 120 euro ovviamente accompagnati da packaging, loghi, etichette e imballi riportanti il noto brand, tutto rigorosamente contraffatto.
Gli sviluppi delle indagini hanno portato i “Baschi Verdi” sino a Roma dove presso un’area logistica della capitale sono stati sequestrati alcuni container appena giunti dal nord Africa con all’interno migliaia di pantaloni falsi ed illecitamente introdotti in Italia.
I container, come ricordato, provenivano dalla Tunisia, paese questo emergente nel settore del confezionamento di tessuti. Queste, in sintesi, le dinamiche della vicenda: a Monastir, un imprenditore italiano apre il suo opificio e, dopo aver ottenuto progetti, design e loghi del capo pregiato, ne riproduce illecitamente un grosso quantitativo rivendendolo poi ad un collega di origini campane con la sua azienda a Prato. Quest’ultimo, a sua volta, tramite un’azienda romana era pronto a distribuire la falsa merce anche tramite piattaforme web, in Italia ed all’estero.
L’azienda titolare del diritto di privativa industriale internazionale del noto brand, dopo aver appreso dei fatti, ha fornito alla Guarda di Finanza torinese un significativo supporto per interrompere l’illecita filiera produttiva e distributiva.
Le indagini a questo punto cercheranno di ricostruire eventuali precedenti forniture illegali che potrebbero interessare ulteriori noti marchi.
I tre imprenditori, tutti italiani, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Torino. Un milione di euro l’ammontare della frode.
Duplice, anche questa volta, la finalità dell’operazione della Guardia di Finanza di Torino che, oltre ad arginare un fenomeno distorsivo del mercato, vedrà la merce sequestrata devoluta ad enti caritatevoli per la successiva consegna a persone bisognose.