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In manette ladro di bicicletta sottoposto all’obbligo di firma

Gli agenti del Commissariato Dora Vanchiglia lo arrestano in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere

 

Un cittadino marocchino di 36 anni, condannato il 9 Novembre scorso alla reclusione in carcere per l’espiazione di una pena di 8 mesi a seguito della commissione di un furto con destrezza lo scorso mese di giugno, e sottoposto, in sostituzione  della pena detentiva, alla misura dell’obbligo di firma,   è stato sorpreso appena 7 giorni dopo all’interno di un cortile di via Scarlatti, intento a forzare il lucchetto di una bicicletta , avvalendosi di arnesi atti allo scasso. Nel contesto, si è reso protagonista di una violenta reazione nei confronti dei poliziotti della Squadra Volanti intervenuti per arrestarlo. L’episodio è accaduto a pochi giorni dalla sostituzione della misura detentiva con quella meno afflittiva dell’obbligo di firma. Il Tribunale Ordinario di Torino ha quindi ritenuto di applicare nei confronti del 36enne la misura cautelare della custodia in carcere. La misura è stata eseguita il 26 Novembre dagli agenti del Commissariato Dora Vanchiglia.

Non rispetta l’ordine di lasciare l’Italia e spaccia: arrestato

Cinque arresti negli ultime 6 mesi ed un ordine a lasciare il territorio nazionale notificatogli nel mese di Luglio non hanno sortito alcun effetto per il cittadino gabonese quarantunenne solito stazionare nei pressi del bar Brin, sito nell’omonimo Corso.

 

Controllato dagli agenti del Commissariato Madonna di Campagna la sorsa settimana, l’uomo occultava all’interno della scarpa destra un pezzo di giornale contenente due pezzi di “crack” già suddivisi in dosi. L’uomo, privo di attività lavorativa, irregolarmente residente in Italia, è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e  sanzionato per mancata osservazione delle disposizioni in merito di prevenzione della pandemia da Covid-19.

Indagati quattro poliziotti

Questa mattina sono state effettuate alcune misure cautelari legate  all’esito di un’indagine delegata alla Squadra Mobile ed originata da una denuncia presentata da uno straniero di origini marocchine.

Le indagini, svolte costantemente in  sinergia tra la Procura della Repubblica e la Squadra Mobile della Questura, hanno fatto  luce sugli episodi sospetti investigati ed hanno evidenziato una gestione dell’attività info-investigativa al di fuori delle regole procedurali, da parte di quattro appartenenti alla Polizia di Stato in servizio presso il Commissariato di P.S. “Dora Vanchiglia”.

In base alle risultanze dell’indagine, è stata disposta la misura cautelare interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio, per periodi compresi tra 6 e 10 mesi, contestando agli operatori di Polizia condotte che configurerebbero  reati come sequestro di persona, concussione e peculato,  anche  in relazione ad una specifica operazione di polizia condotta con metodologie non conformi alla normativa.

Lo straniero denunciante è stato a sua volta colpito dalla misura cautelare coercitiva della custodia in carcere, per la violazione della legislazione in materia di sostanze stupefacenti e per corruzione.

Furti al femminile nel supermercato

Nei giorni scorsi gli agenti del commissariato Dora Vanchiglia hanno indagato una cittadina marocchina di 34 anni.

La donna, pochi minuti dopo essere entrata in un supermercato in via Cigna, si è diretta verso la corsia riservata ai clienti privi d’acquisti.

La cosa ha insospettito il personale della vigilanza che ha chiesto alla trentaquattrenne di mostrare il contenuto della propria borsa, costituita da un rivestimento termico in grado di schermare le barriere antitaccheggio. All’interno della sacca erano state occultate 4 bottiglie di grappa, separate dalla propria etichetta con un tagliaunghie che la donna aveva nascosto nella tasca della propria giacca. Oltre la denuncia, alla straniera è stata elevata una sanzione amministrativa in quanto non ha rispettato le limitazioni previste per fronteggiare l’emergenza Covid19.

In un punto vendita della stessa catena di supermercati, personale della Squadra Volante viene chiamato ad intervenire lunedì pomeriggio: due donne sono state viste occultare merce alimentare e di profumeria all’interno di alcune borse. Perquisite personalmente, i poliziotti rinvengono nella fodera interna del cappotto, modificata appositamente, due confezioni di merendine ed uno smalto. Inoltre, nelle borse al seguito, gli operatori scoprono numerosi capi di vestiario per un valore di oltre 1000 euro. Una delle due donne, minorenne, è stata denunciata per tentato furto, l’altra, cittadina italiana di 25 anni, è stata invece arrestata.

Carmagnola, buoni spesa per i cittadini

Il Comune di Carmagnola amplia le misure dell’iniziativa “Natale con i tuoi” a sostegno dei cittadini e del commercio locale, erogando un importo totale di 335.000 euro in buoni spesa da utilizzare esclusivamente negli esercizi commerciali della città

dicembre 2020 a Carmagnola (TO)  www.comune.carmagnola.to.it  www.facebook.com/nataleconituoiacarmagnola

 

Negli ultimi anni il Comune di Carmagnola ha animato il periodo natalizio della città con “Tracce di Luce”, programma che proponeva luminarie, mostre, mercati, spettacoli ed eventi per tutte le fasce d’età.

Per il Natale di questo difficilissimo 2020, l’Amministrazione Comunale ha avviato il nuovo progetto “Natale con i tuoi”Natale con i tuoi parenti, con i tuoi affetti, i tuoi commercianti, i tuoi artigiani, i tuoi ristoranti, le tue tradizioni e le tue luci di natale ma, soprattutto, con la solidarietà per le persone che ne hanno più bisogno.

 

Un’iniziativa importante che dona sostegni concreti ai cittadini e ai commercianti con l’erogazione di 335.000 Euro in buoni spesa da utilizzare esclusivamente negli esercizi commerciali della città.

Nello specifico, la Giunta ha deliberato lo stanziamento di tre diversi interventi: 150.000 Euro in Buoni da 10 Euro cadauno distribuiti dai commercianti aderenti al progetto, circa 170.000 Euro in buoni a sostegno della spesa alimentare per le famiglie più in difficoltà distribuiti con buoni cartacei o su Satispay e 15.000 Euro per buoni da 50 Euro da destinare ai diciottenni.

 

Per creare la solita magica atmosfera natalizia, il Comune sta inoltre predisponendo la trasmissione di musica in filodiffusione nella principale via del centro e un grande allestimento di luminarie e installazioni che finanzierà completamentesenza chiedere i consueti contributi economici ai commercianti.

 

L’Amministrazione Comunale sostiene e promuove anche “A Natale io compro locale”, iniziativa che prevede la distribuzione di voucher sconto del 10%, proposta da Il Carmagnolese in partnership con la Bcc di Casalgrasso e Sant’Albano Stura e con l’Ascom.

 

Informazioni complete nel sito istituzionale www.comune.carmagnola.to.it e nella pagina facebook www.facebook.com/nataleconituoiacarmagnola

Primo giorno dei medici israeliani in Piemonte

Saranno impegnati presso il Dipartimento di Emergenza e Accettazione e il reparto Covid dell’Ospedale “Michele e Pietro Ferrero” di Verduno

Oggi, giovedì 3 dicembre, la delegazione medica israeliana – composta da 19 sanitari (7 medici, 12 infermieri) e da due accompagnatori, provenienti dall’Ospedale Sheba Medical Center – ha ufficialmente preso servizio presso l’Ospedale “Michele e Pietro Ferrero” di Verduno. Il personale, che presterà gratuitamente la propria attività a supporto del sistema sanitario locale, sarà impegnato principalmente nelle attività svolte presso il Dipartimento di Emergenza e Accettazione e presso il reparto Covid.


La delegazione, giunta in Italia nella mattinata di ieri, è stata accolta da una cerimonia di benvenuto svoltasi presso lo stesso presidio di Verduno. «Sarà un punto di partenza, l’inizio di una collaborazione tra le due organizzazioni sanitarie, oltre che un supporto di notevole importanza che ci è stato messo a disposizione», le parole di Massimo Veglio, Direttore Generale dell’ASL CN 2, che ha sancito, così, l’apertura della cerimonia.

«Con questa ennesima collaborazione tra Italia e Israele stiamo rinforzando un importante ponte che avevamo già messo in piedi, infatti ho già avuto il piacere di collaborare con Elhanan Bar On in passato. Anche per questo sono molto orgoglioso di avervi qui e di darvi il benvenuto nella famiglia italiana e nella famiglia piemontese», questo il benvenuto alla delegazione israeliana da parte dal Responsabile regionale della Maxi Emergenza 118, Mario Raviolo, seguito dal ringraziamento da parte di Bruno Ceretto, Presidente del Cda della Fondazione Nuovo Ospedale Alba-Bra ONLUS: «Vi ringrazio di cuore, come Presidente e come cittadino di questo territorio che voi state venendo ad aiutare».

«Oggi – spiega Luigi Genesio Icardi, Assessore alla Sanità – in quest’ospedale, si chiude il cerchio di un percorso di unione ideale tra il Piemonte e lo stato d’Israele, che ringraziamo per l’aiuto, ricordando, tra tutte, l’esperienza in Mozambico. Da anni, infatti, è attiva la collaborazione tra due realtà di primo piano del soccorso sanitario internazionale: l’Ospedale Sheba Medical Center, il più grande ospedale di Israele, che cura ogni anno un milione di pazienti, e la Maxi Emergenza della Regione Piemonte. Grazie a loro, la Sanità non conosce confini e non possiamo che ringraziarli per quanto hanno fatto e faranno per noi e per tutti, nel segno del reciproco aiuto, così come è doveroso il ringraziamento a tutto il personale sanitario che non si è mai tirato indietro in questi mesi», le parole dell’Assessore, che ha consegnato alla delegazione israeliana una targa in ricordo dell’ospedale da campo donato ed allestito dalla Regione Piemonte in Mozambico.

Parole di fratellanza anche da parte dell’ambasciatore di Israele, Dror Eydar: «Il nostro personale sanitario si metterà all’opera per una “sacra” missione: salvare vite umane in questa guerra contro il Coronavirus, durante una seconda ondata che sembra peggiore della prima per numero di morti e di contagiati. Quando ho sentito le incredibili notizie provenienti dal Piemonte, ho subito pensato di offrire aiuto agli amici piemontesi, e lo Sheba Medical Center si è messo immediatamente a disposizione. Israele è appena uscito dal secondo lock-down e siamo felici di tendervi una mano per affrontare questo sforzo insieme, in nome dell’amicizia che lega Israele e Italia. Se riusciremo a curare anche un solo paziente, ne sarà valsa la pena, ma siamo sicuri che, grazie alla conoscenza israeliana da noi messa disposizione e al vostro incredibile personale, riusciremo a salvare molte più vite». Parole di solidarietà a cui fa eco anche il dott. Elhanan Bar On, capo della delegazione medica israeliana: «Sarà un’importante occasione per estendere e condividere conoscenza. Siamo diventati fratelli in una fase complicata come quella della pandemia e lo saremo anche dopo».

Cerimonia terminata con le conclusioni del presidente della Regione, Alberto Cirio: «Oggi celebriamo solidarietà, internazionalità ed amicizia. Stiamo attraversando un momento complicato e, sebbene ci siano segnali importanti relativi alla stabilizzazione della curva dei contagi, la situazione rimane comunque delicata. Un sentito ringraziamento al nostro personale, che si è dedicato anima e corpo a questa causa, dal 22 di febbraio ad oggi, e la presenza del personale sanitario israeliano sarà preziosissima, perché, oltre a rappresentare l’inizio di un’importante collaborazione, ci permetterà di iniziare quella conversione tra posti letto Covid e non Covid che aspettiamo da tempo. Tornare alla normalità è il primo dei nostri impegni. Questo è l’ospedale dedicato a Michele Ferrero, un uomo che alla sua levatura internazionale accompagnava una grande vocazione alla solidarietà. E la vostra presenza qui onora il nome della persona alla quale questo ospedale è dedicato».

Tenta di uccidere il padre che rifiuta di dargli i soldi

I carabinieri hanno arrestato, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in regime di detenzione domiciliare emessa dal GIP su richiesta della Procura della Repubblica, un italiano di 44 anni, residente a Rivalta di Torino, per tentato omicidio e tentata estorsione.

Lo scorso 28 ottobre un uomo di 66 anni ha presentato una denuncia ai carabinieri della Stazione di Orbassano (TO) nei confronti del figlio violento, che al culmine di un litigio, scaturito da una ennesima richiesta di denaro a cui aveva opposto un rifiuto, lo aveva colpito ripetutamente e violentemente al corpo e alla testa con una zappetta da giardinaggio e successivamente, dopo essere caduto a terra, si era seduto a cavalcioni sopra di lui e aveva tentato di strangolarlo con il manico dell’attrezzo agricolo. Poi lo aveva trascinato lungo il pavimento sempre tenendolo per il collo e l’aveva colpito con calci e pugni.
Le successive indagini dei militari dell’Arma hanno permesso di accertare la veridicità di quanto raccontato dal denunciante, appurando inoltre che le richieste di denaro andavano avanti oramai dal 2018.

Gli rubano la carta di credito e acquistano nel negozio vicino

Sono circa le 10 del mattino in corso Monte Cucco ed un cittadino entra in un’edicola della zona.

Sulla porta qualcosa urta inavvertitamente contro di lui, ma questi, non dando peso a quanto appena accaduto, prosegue i propri acquisti. Dopo pochi minuti arriva sul suo telefono un sms riguardante il saldo di una spesa effettuata con la carta di credito. Disorientato, l’uomo infila la mano nella tasca del cappotto, appurando la mancanza del proprio portafoglio. Decide allora di recarsi all’indirizzo del negozio indicato nel messaggio. Una volta al suo interno nota presso le casse 4 clienti, alcune di loro accompagnate dai figli piccoli, acquistare svariati prodotti e capi di vestiario con la sua carta di credito. Queste, per non essere costrette a digitare il pin di sicurezza, avevano effettuato 5 diversi pagamenti da non più di 25 euro l’uno. Vistosi scoperte, le donne fuggono dal locale. La vittima tenta di rincorrerle, urlando di essere stato derubato. Le grida attirano l’attenzione di un passante che allerta immediatamente il 112 NUE. Due delle quattro donne vengono fermate. Si tratta di una cittadina bosniaca di 35 anni e di una ragazza minorenne. Durante la perquisizione, i poliziotti rinvengono 3 paia di calzettoni, 8 confezioni di bagnoschiuma, 2 deodoranti, 5 flaconi di shampoo ed altrettanti di balsamo. Entrambe sono risultate avere numerose denunce ed arresti per precedenti specifici. Scattate le manette per la trentacinquenne per indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito, per il quale è stata denunciata la minorenne, ed entrambe sono state indagate per ricettazione. Il portafoglio della vittima è stato ritrovato sotto un automobile in via Guido Rey e riconsegnato al legittimo proprietario.

Cinque pusher arrestati in meno di 3 ore

Sono cinque i soggetti arrestati in meno di tre ore nei giorni scorsi  dagli agenti della Squadra Volante per detenzione di sostanza stupefacente.

Avendo avuto notizia di una presunta attività di spaccio in due appartamenti, uno in zona Cenisia e l’altro in Barriera Milano, i poliziotti, dopo alcuni giorni di attività investigative, hanno controllato entrambe le abitazioni. Ad aprire la porta agli operatori, nel primo appartamento, due soggetti: cittadini italiani di 34 anni e 27 anni, rispettivamente proprietario e vicino di casa. Quest’ultimo, notato l’ingresso degli agenti nell’abitazione, cerca di liberare velocemente il tavolo da un panetto di hashish già aperto. Durante la perquisizione vengono ritrovate 4 buste di marijuana, 3 panetti di hashish, 1 bustina contenente cocaina, diverso materiale per il confezionamento, 4 taglierini, 5 telefoni cellulari e 2 bilancini di precisione. Diversa sostanza stupefacente è stata ritrovata anche nella dimora del vicino di casa: frammenti di marijuana, hashish e 4 flaconi di fertilizzante. Scattate le manette per entrambi.

All’interno del secondo appartamento in Barriera Milano, appartenente ad un cittadino ecuadoregno di 26 anni, i poliziotti hanno rinvenuto barattoli e bustine di marijuana, 10 ritagli di carta contenenti cocaina, 2 bilancini di precisione e 10 pastiglie di tachipirina. L’uomo, con precedenti di Polizia, è stato arrestato.

Il terzo intervento viene effettuato in zona Madonna di Campagna. Un uomo, cittadino italiano ventisettenne, sta passeggiando in compagnia dei suoi tre cani, uno dei quali senza guinzaglio ne museruola. La Volante lo ferma e gli chiede di esibire i documenti. Questi risponde di non averli al seguito ma presso la propria abitazione, situata a pochi passi dal luogo del controllo. Gli agenti lo accompagnano. Una volta entrato a casa, l’uomo si dirige in cucina per recuperare il documento. L’attenzione dei poliziotti cade su un piattino a centro tavola, al cui interno era sistemata una striscia di quella che poi risulterà essere cocaina, una scheda per suddividerla ed una banconota arrotolata. A questo punto l’abitazione viene interamente perquisita. All’interno di una mensola attaccata al muro, il ventisettenne aveva ricavato un vano dove era stato nascosto un panetto di hashish ed un bilancino di precisione. Mentre gli operatori controllano l’abitazione, un inquilino scendendo le scale dello stabile, nota la presenza dei poliziotti e, fingendo indifferenza, chiede ai vicini cosa stesse accadendo. L’atteggiamento insospettisce la pattuglia, che controlla l’uomo. Questi, cittadino italiano di 25 anni, riferisce di essere disoccupato ma alla consegna dei documenti, svela un portafoglio pieno di banconote di diverso taglio. L’uomo aggiunge inoltre di non abitare lì ma ulteriori accertamenti lo smentiranno. All’interno dell’alloggio questi aveva nascosto svariati panetti di hashish in una scatola di scarpe. Entrambi, con numerosi precedenti di Polizia, sono stati arrestati.

Sequestrati in totale oltre 3 etti e mezzo di sostanza stupefacente tra marijuana, hashish e cocaina.

Donna maltrattata, i carabinieri arrestano marito violento

I carabinieri hanno arrestato un italiano di 56 anni, di Nichelino, per maltrattamenti in famiglia.

È accaduto domenica scorsa a Nichelino, nell’hinterland torinese, quando l’uomo con un banale pretesto ha preso a calci la moglie che si è rifugiata sul balcone e ha chiesto aiuto. I vicini attirati dalle grida della donna hanno chiamato il 112 e l’immediato intervento dei militari dell’Arma ha evitato il peggio.
La donna, in lacrime, ha dichiarato ai carabinieri della Compagnia di Moncalieri (TO) di subire violenze fisiche e psicologiche da 12 anni, spesso anche davanti alla figlia, ora maggiorenne, e di non aver mai avuto il coraggio di denunciare il marito. Grazie al racconto della signora, i militari hanno ricostruito come l’uomo vessasse con regolarità la propria consorte, pretendendo ad esempio un controllo maniacale sulle spese di casa e un menù diverso ogni giorno. Le violenze domestiche sono peggiorate dallo scorso giugno, periodo in cui l’uomo è stato sottoposto agli arresti domiciliari per reati contro il patrimonio.