CRONACA- Pagina 1074

Bloccata festa di compleanno con 40 partecipanti

Torino. Controlli dei carabinieri, tre arresti e una festa di compleanno con 40 partecipanti bloccata

Torino, 19 gennaio. Nell’ambito dei servizi di controllo del territorio disposti dal Comando Provinciale finalizzati al contrasto della criminalità e alla verifica del rispetto delle disposizioni anti covid, i carabinieri hanno arrestato tre persone per evasione e furto e interrotto una festa di compleanno con 40 invitati.
In particolare ad Alpignano, nell’hinterland torinese, è stato bloccato un ragazzo straniero di 17 anni per furto aggravato. Su segnalazione di alcuni residenti, è stato fermato nei pressi di un negozio di abbigliamento dove poco prima aveva asportato delle borse per un valore di circa 600 euro. Il giovane per prelevare gli oggetti aveva sfondato con delle pietre la vetrina dell’esercizio commerciale.
A Rivarolo Canavese, gli uomini della Compagnia di Ivrea hanno fermato una ventunenne di Oglianico per evasione. Sottoposta al regime degli arresti domiciliari dall’ottobre scorso per una tentata rapina, la giovane è stata intercettata nei pressi della locale stazione ferroviaria.
A San Mauro Torinese è finito in manette un pregiudicato di 66 anni per furto aggravato e possesso di oggetti atti ad offendere. L’uomo si è introdotto all’interno di una vettura parcheggiata in via Italia, asportando una borsa, non curante della presenza in macchina di una ragazzina minorenne, che iniziava a urlare attirando l’attenzione della mamma poco distante. Le grida della donna hanno messo in fuga il ladro e attirato alcuni passanti che hanno dato l’allarme, consentendo l’immediato intervento dei carabinieri. L’uomo, a seguito di perquisizione personale, è stato trovato in possesso di un paio di forbici.
Infine a Orbassano, sempre nell’hinterland torinese, i militari della Compagnia di Moncalieri hanno interrotto una festa di compleanno organizzata in spregio alle attuali norme anti Covid. L’evento era in corso all’interno di una tensostruttura di 300 mq realizzata su un terreno di un pregiudicato del luogo, con tanto di cucina per preparare i pasti, bar, area ristoro e impianto musicale. All’evento erano presenti i componenti di varie famiglie della zona, abitanti in un limitrofo insediamento abusivo, per un totale di 13 minori e 26 adulti, quest’ultimi tutti sanzionati amministrativamente.

Intervento salva mamma e feto alla Città della Salute 

Nonostante l’emergenza legata alla pandemia da Covid19, prosegue incessante l’attività no Covid presso gli ospedali della Città della Salute di Torino.

E’ dei giorni scorsi la notizia di un caso unico e molto delicato, grazie alla collaborazione delle équipes degli ospedali Cto e Sant’Anna. Infatti è stato effettuato, presso l’ospedale Cto, un intervento provvidenziale alla colonna vertebrale su una donna di 35 anni alla 21^ settimana di gravidanza, affetta da una grave lombosciatalgia, che non le permetteva ormai di rimanere né in piedi né seduta, ma solo coricata in un letto su un fianco e con le gambe piegate sul petto. E’ stato un intervento molto particolare e delicato, effettuato con la donna in posizione prona e con il costante monitoraggio di un ginecologo e di un’anestesista che monitoravano mamma e feto.

La signora era stata visitata presso il Pronto soccorso dell’ospedale CTO perché affetta da una grave lombosciatalgia  destra  con formicolio ed insensibilità al piede destro. La paziente  non manteneva la posizione eretta e riusciva con difficoltà  a  rimanere  seduta sulla sedia a rotelle. La donna era ritorta su se stessa e sbilanciata tutta a sinistra. La signora riferiva che la sintomatologia era insorta da circa 15 giorni a seguito di uno sforzo e che, nonostante il riposo e la terapia medica, era peggiorata progressivamente impedendole di mantenere la posizione eretta e di camminare. La paziente da giorni era costretta a rimanere a letto su di un fianco con le gambe piegate sul petto. La signora, come se non bastasse anche allergica a diversi analgesici, soprattutto era alla 21^ settimana di gravidanza ed era seguita dal servizio di “gravidanze a  rischio” dell’ospedale di Rivoli per la ricomparsa di Diabete gestazionale. Il servizio di Rivoli, vista l’impossibilità di contenere il dolore, aveva inviato la paziente presso il PS del CTO. La paziente era stata già in precedenza operata di ernia del disco lombare con ottimo risultato clinico fino all’esordio della nuova sintomatologia. Sospettando una recidiva dell’ernia veniva eseguita una RNM in urgenza presso lo stesso PS del CTO che confermava  la nuova voluminosa ernia che non dava scampo al nervo compresso, per cui veniva prospettata alla paziente la necessità di un urgente intervento chirurgico. Non averlo eseguito avrebbe costretto  la donna ad un lungo calvario a letto con  la necessità di assumere  analgesici importanti, quali la morfina per un lungo periodo di tempo con ripercussioni anche sul feto, esponendola anche a possibili complicazioni di altra natura che avrebbero potuto compromettere il prosieguo della gravidanza, già a rischio. Per  le condizioni generali delicate legate alla gravidanza a rischio, la paziente veniva inizialmente controllata presso la Ginecologia e Ostetricia 2 universitaria dell’ospedale Sant’Anna (diretta dal professor Guido Menato), dove le condizioni cliniche materne ed i parametri vitali fetali sono stati monitorati costantemente per alcuni giorni. E’ stato anche possibile eseguire l’ecografia “morfologica” precedentemente non effettuata per la presenza di intensa rachialgia. Successivamente la paziente è stata ricoverata  presso la Divisione di Chirurgia Vertebrale del CTO (diretta dalla dottoressa Angela Coniglio) ed operata con successo dal dottor Giosuè Gargiulo e dalla dottoressa Laura Bruno, grazie anche all’uso di un particolare letto per la  chirurgia vertebrale di cui è dotato il servizio, che ha permesso di mantenere una posizione prona alla paziente, necessaria per questo tipo di intervento sulla colonna vertebrale,  ed al tempo stesso di evitare qualsiasi compressione sull’addome della paziente e quindi, nel caso specifico, sul feto della paziente. L’intervento inoltre ha richiesto di eseguire una particolare anestesia da parte della dottoressa Ida Vincenzo (Anestesia e Rianimazione Cto, diretta dal dottor Maurizio Berardino) per mantenere una adeguata ossigenazione del feto, sotto attenta sorveglianza clinica ed ecografica del feto stesso e della madre, esercitata continuamente dal ginecologo dottor Antonio Camarda, presente in sala operatoria. Il decorso postoperatorio è stato regolare e favorevole in quanto,  regredendo il dolore, la paziente non ha avuto più bisogno di assumere farmaci, riducendo quindi anche il carico farmacologico sul feto. La paziente ed il feto sono stati monitorati costantemente nel decorso postoperatorio e dopo 24 ore la signora è stata  trasferita nel reparto di Ostetricia, dove è stata monitorata ulteriormente per 48 ore e quindi dimessa. Attualmente la paziente ha potuto riprendere la sua vita normale  e continuare  la propria gravidanza, effettuando la prevenzione  per il parto pretermine e monitorando il decorso del diabete gestazionale, su cui però l’ernia del disco iperalgica, cui era andata incontro, non può più influire negativamente con le problematiche che avrebbe potuto comportare.

In questo periodo difficile di pandemia ed emergenza Covid, la collaborazione tra i due reparti dei due ospedali della Città della Salute, Sant’Anna e CTO, ha permesso di risolvere un caso molto delicato con buon esito, questa volta non solo per una  paziente ma per due allo stesso tempo: mamma e feto.

 

Sopresi a derubare per la seconda volta la stessa pasticceria

Nella notte, i poliziotti della Squadra Volante hanno individuato ed arrestato per furto aggravato in concorso due soggetti già noti alle forze dell’ordine da tempo in quanto specializzati nei furti a locali commerciali.

Si tratta di un trentaquattrenne e di un trentunenne provenienti da Carmagnola che, attorno all’una e 45, si sono introdotti all’interno della pasticceria Fiume dell’omonimo Corso, sito in precollina. Dopo essere riusciti a forzare la saracinesca di una finestra dell’esercizio,   un complice è rimasto all’esterno con funzioni da palo,  mentre l’altro si è occupato di prelevare alcune centinaia di euro dalla cassa ed uno smartphone utilizzato dalla proprietà per i pagamenti elettronici. Gli agenti hanno rintracciato a pochissima distanza dalla pasticceria gli autori del fatto: nelle loro tasche, sia il denaro che il cellulare appena asportati. Gli accertamenti svolti a loro carico hanno fatto emergere una significativa quantità di precedenti specifici in materia di furto con scasso, complessivamente oltre una trentina; è al vaglio degli investigatori un altro episodio di effrazione ai danni della medesima pasticceria, del tutto analogo a quello avvenuto questa notte, che ha fruttato circa 250 € ai malviventi, risalente a circa 15 giorni fa.

A folle velocità brucia il rosso poi finisce con una gomma a terra

Torino: Arrestato dalla Polizia di Stato per resistenza

Quando è stato notato dagli agenti era a bordo della sua auto. Stava percorrendo a folle velocità via Breglio in direzione via Saorgio quando ha anche superato l’intersezione con semaforo rosso. I poliziotti si sono immediatamente messi al suo inseguimento quando poco dopo, in via Orvieto con una gomma a terra, ha rallentato la corsa. Gli operatori della Squadra Volante hanno notato subito che l’uomo era in evidente stato di ebrezza. Emanava un fortissimo odore di alcol, aveva difficoltà di equilibrio e con un tono di voce molto alto non solo ha aggredito e minaccio i poliziotti ripetutamente, ma ha tentato anche di corromperli offrendo loro del denaro, 500 euro, affinché non prendessero dei provvedimenti nei suoi confronti. Diversi sono stati i tentativi di riportarlo alla calma e di sottoporlo al controllo con etilometro. Convinto dal suo avvocato telefonicamente si è così sottoposto al test che dava esito positivo. Nell’attesa per effettuare un nuovo controllo il ragazzo, un 32enne italiano, è andato in escandescenza, ha colpito con una manata al volto un agende spingendolo al suolo, ne è nata una colluttazione e con non poca fatica è stato bloccato. Dagli accertamenti è emerso che aveva diversi precedenti di Polizia a suo carico. Il trentaduenne è stato arrestato per resistenza a Pubblico Ufficiale, denunciato all’Autorità Giudiziaria per essere passato con il rosso e sanzionato amministrativamente per le diverse infrazioni commesse al Codice della Strada.

Evaso due volte in 7 giorni. Era sottoposto agli arresti domiciliari

Arrestato dalla Polizia di Stato 19enne tunisino pluripregiudicato

In 7 giorni ha infranto l’obbligo della misura degli arresti domiciliari per ben due  volte. La prima volta era stato denunciato all’Autorità Giudiziaria, questa volta è finito in manette. Con precedenti per furto e rapina, anche aggravata, era stato posto agli arresti domiciliari a seguito dell’aggravamento dell’obbligo di dimora con divieto di allontanarsi dalla propria abitazione dalle ore 21 alle 6. Il ragazzo doveva trovarsi a Cuneo, dove era appunto sottoposto alla misura cautelare, ed invece è stato intercettato dalla Polizia a Torino.

Mercoledì pomeriggio si trovava in compagnia di un altro uomo quando, nei pressi dell’uscita del parco Sempione, è stato notato dagli agenti della Squadra Volante. Con indifferenza si è fermato abere ad una fontanella nella speranza di eludere il controllo, ma, quando ha notato il sopraggiungere dell’auto della Polizia, si è dato alla fuga all’interno del parco. Inizialmente ha provato a fuggire dentro il cantiere della ferrovia ma vistasi la strada sbarrata dalla volante si è diretto su via Cigna. Ne è nato un lungo inseguimento a piedi, durante il quale, incurante del pericolo, ha corso tra le auto in movimento e ha scavalcato la recinzione di un complesso di case popolari dove poi è stato fermato.

Trattori a Carmagnola contro il deposito nucleare

Benedizione dei campi e marcia di oltre 150 trattori a Carmagnola per il “NO AL DEPOSITO DI RIFIUTI RADIOATTIVI A CARMAGNOLA”

Petizione in https://www.change.org/noscoriecarmagnola

 

Domenica 17 gennaio 2021 – ore 11 > 12:30

Abbazia di Casanova, piazza Antica Abbazia 3 a Carmagnola (TO)

 

Si è svolta la messa per celebrare Sant’Antonio abate, patrono dei contadini, con la tradizionale benedizione dei campi, degli animali e dei mezzi agricoli alla quale si è aggiunta una marcia di oltre 150 trattori nei limitrofi terreni individuati tra i papabili per il deposito di scorie radioattive

 

 

La celebrazione di Sant’Antonio abate a Carmagnola quest’anno ha assunto un significato particolare, dato il recente inserimento dei terreni agricoli circostanti tra aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale di smaltimento dei rifiuti radioattivi.

 

La frazione di Casanova vanta una storia unica, con la sua maestosa Abbazia cistercense del XII sec. con chiesa, monastero e cripta, vive di agricoltura ed è un luogo dove si coltiva da secoli la terra che offre prodotti di grande qualità come il peperone e il porro lungo dolce.

 

Domenica 17 gennaio in occasione delle celebrazioni di Sant’Antonio Abate – patrono dei macellai e salumai, dei contadini e degli allevatori – durante la Messa iniziata alle ore 11 nell’Abbazia di Casanova si è pregato per la tutela e la protezione della terra e del mondo agricolo e contadino.

Il parroco don Iosif Patrascan ha letto anche una lettera inviata dall’Arcivescovo di Torino Mons. Cesare Nosiglia ai fedeli di Casanova e di Carmagnola per manifestare la sua sentita vicinanza.

In conclusione della celebrazione sul grande piazzale antistante l’Abbazia sono stati benedetti gli animali, i campi e la natura, i mezzi agricoli e tutti gli uomini e le donne che lavorano in ambito agricolo e naturalistico.

Infine, oltre 150 trattori hanno creato una suggestiva e rumorosa marcia nei limitrofi terreni individuati tra i papabili per il deposito nazionale di scorie radioattive.

 

Il tutto si è svolto con il dovuto distanziamento fisico nell’osservanza delle precauzioni relative al contenimento della pandemia da Covid-19.

 

Nei giorni scorsi a Carmagnola si è creato il Comitato Civico “NO AL DEPOSITO DI RIFIUTI RADIOATTIVI A CARMAGNOLA”, con portavoce il Sindaco Ivana Gaveglio, che ha lanciato una petizione online sulla piattaforma Change.org a questo indirizzo: https://www.change.org/noscoriecarmagnola

 

Raggiungendo un elevato numero di firme, la petizione verrà inviata alla Società SO.G.I.N. S.p.A., al Ministero dello Sviluppo Economico e al Ministero dell’Ambiente con la richiesta di eliminare il sito di Carmagnola dal documento di proposta di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee ad ospitare il deposito.

 

Tutte le motivazioni del comitato si possono leggere nella pagina della petizione in change.org

Pusher arrestato e denunciato un minore

Torino. Vandalismo e spaccio di droga a minorenni. Intensificati i servizi di controllo del territorio nel comune di Villar Perosa. Carabinieri arrestano un pusher e denunciano un minore

Intensificati i servizi di controllo del territorio disposti dal Comando Provinciale nel comune di Villar Perosa, nell’hinterland torinese, dopo che da inizio anno sono stati segnalati vari episodi di vandalismo in danno di edifici pubblici. Un pusher arrestato e uno denunciato in stato di libertà.
In particolare i militari della Compagnia di Pinerolo, coadiuvati da una Squadra di Intervento Operativo del 1° Reggimento CC “Piemonte” che sarà impegnata sul territorio anche nei prossimi giorni, hanno controllato due giovani, un 20enne e un minorenne, presso il Parco della Società Operaia di Villar Perosa. I ragazzi sono stati trovati in possesso di 11 grammi di marijuana. Una successiva perquisizioni nell’abitazione del maggiore permetteva di rinvenire ulteriori 75 grammi della stessa sostanza stupefacente, un bilancino di precisione, due grinder e circa 500 euro in contanti, verosimilmente provento dello spaccio.

Riempie il carrello della spesa con profumi, cibo e detergenti ma non paga

Controlli dei Carabinieri per contrastare i reati contro il patrimonio e lo spaccio di stupefacenti. Due arresti e tre denunce.

Torino, 15 gennaio. Nell’ambito dei servizi di controllo del territorio finalizzati al contrasto dei reati predatori e dello spaccio di stupefacenti disposti dal comando provinciale, i carabinieri hanno arrestato un pusher e un ladro e ne hanno denunciati altri tre in stato di libertà.
In particolare a Torino, i Carabinieri della Compagnia San Carlo, con l’ausilio di un’unità cinofila, hanno effettuato un servizio preventivo nel quartiere San Salvario, presso il Parco del Valentino, i Giardini Parri e la Stazione ferroviaria di Porta Nuova. Nell’occasione hanno arrestato per detenzione di droga un cittadino del Mali che alla vista dei militari ha deglutito alcune dosi di stupefacente che nascondeva in bocca. In tasca gli è stata trovata la somma di 610 euro, frutto dell’attività di spaccio. Sono stati inoltre denunciati un egiziano e due marocchini per furto. Hanno rispettivamente rubato prodotti da dei distributori automatici di via Galliani e da due negozi di abbigliamento.
A Caselle Torinese, nell’hinterland torinese, è stato arrestato un 21 enne del luogo per aver rubato articoli per un valore di oltre 500 euro all’interno di un supermercato. L’uomo è stato bloccato dal pronto intervento di una pattuglia dell’Arma dopo che aveva superato le casse self service pagando soltanto una bottiglia d’acqua e nascondendo il resto della merce sotto la giacca.

Ricordato l’eccidio di Ceretto

Sono passati ormai 77 anni da quel 5 gennaio 1944 quando si consumò uno dei tanti drammi della seconda guerra mondiale.

In quel giorno lontano 27
civili innocenti, rastrellati nei campi e nelle case vennero uccisi dai nazi-
fascisti nella piazzetta della frazione Ceretto di Costigliole Saluzzo, proprio
al confine con il comune di Busca. Per questo episodio i Comuni di
Costigliole Saluzzo e di Busca vennero insigniti della Medaglia d’Argento
al Valor Civile dall’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio
Ciampi. Quest’anno, il 10 gennaio, a causa dell’emergenza sanitaria i due
comuni hanno organizzato la cerimonia di commemorazione, per la prima
volta in forma non pubblica, alla presenza delle sole autorità comunali dei
due centri interessati, con i sindaci Fabrizio Giacomo Nasi di Costigliole
Saluzzo e Marco Gallo di Busca e dell’Associazione 5 febbraio che ricorda
l’eccidio, come sottolinea Ivo Sola, assessore del Comune di Costigliole
Saluzzo che evidenzia anche come è stato dato proprio in questi giorni alle
stampe un volume di Livio Berardo “Ceretto 5 gennaio 1944: Cronaca di
un eccidio”.
Il volume, pubblicato da Fusta, riaggiorna il lavoro originale del 1974
approfondendo gli antefatti della strage di 27 civili di 77 anni fa e cerca di
spiegare perché i sopravvissuti non ebbero giustizia. Al suo interno anche
carte processuali e documenti del progetto
italo-germanico dell’“
Atlante delle stragi nazifasciste in Italia”.
Le due amministrazioni comunali hanno commissionato un lavoro di
riedizione a Berardo, storico e già presidente dell’Istituto storico della
Resistenza di Cuneo.
PRESENTAZIONE ON LINE
Il libro, pubblicato da Fusta editore di Saluzzo, con il sostegno dei due
comuni e impreziosito da una copertina disegnata da Araldo Cavallera, sarà
presentato online nelle prossime settimane, con gli interventi di Paolo
Pezzino (Università di Pisa), Guido Neppi Modona (già membro della
Corte Costituzionale) e Carlo Gentile (Università di Colonia, Germania).
Sperando di poter presto organizzare una serata pubblica.
I sindaci di Busca e Costigliole Saluzzo, Marco Gallo e Fabrizio Nasi
dicono: «Siamo grati al ricercatore Livio Berardo, che ha preso a cuore la
storia dell’eccidio di Ceretto, frazione al confine trai nostri due territori, e
ora torna con una nuova edizione arricchita da fatti e testimonianze inedite
e importanti. A noi amministratori il compito di rinnovare alla memoria il
sacrificio di vite umane e il valore della libertà».
RISVOLTI LOCALI E INGIUSTIZIE
Al centro dell’opera rimangono le testimonianze che l’autore raccolse
nell’autunno-inverno del 1973, con l’intermediazione del partigiano
Giovanni Sola, nelle case dei parenti, vedove e orfani, delle vittime del
rastrellamento del 5 gennaio 1944.
Spiega il curatore Livio Berardo: «Cambia la prima parte, quella che tratta
degli antefatti, con nuovi approfondimenti sui risvolti locali. Se ne
aggiunge integralmente una terza, che cerca di spiegare perché i
sopravvissuti non ebbero giustizia, malgrado il sostegno dei partigiani e
l’impegno della magistratura cuneese».
CARTE INEDITE DAI TRIBUNALI E DALLA GERMANIA
Ne deriva, perciò,
un volume più consistente, aggiornato non soltanto
bibliograficamente, tenendo conto delle ricerche condotte con il progetto
italo-germanico dell’ Atlante delle stragi nazifasciste in Italia , quanto nella
base documentale. Se il lavoro del 1974, immodificato, tranne che per
aspetti marginali, con la riedizione per il quarantennale (1994) e quella del
2006, anno del conferimento ai due Comuni della Medaglia d’argento a
Valor civile per quei fatti, era essenzialmente un esempio di storia orale,
questa ultima versione approfondisce diversi documenti inediti, che
anticipa lo storico: «Utilizziamo gli Atti del processo
svoltosi dall’8 al 10 ottobre 1946 contro Corrado Falletti di Villafalletto e quattro componenti
della squadra “E. Muti” di Villafalletto davanti alla II sezione della Corte
d’assise straordinaria di Genova. Attingiamo inoltre ai documenti tedeschi,
a cui oggi è finalmente possibile e indispensabile ricorrere per ricostruire i
movimenti delle unità impegnate nei presidi territoriali o nelle operazioni
di rastrellamento».
«Dall’incrocio – conclude Berardo – tra passi di delibere e di lettere
presenti negli archivi comunali con le carte del Bundesarchiv e le
dichiarazioni dei testimoni, emerge oggi l’identità degli autori dell’eccidio,
fascisti e tedeschi, impuniti, se non addirittura premiati nella carriera
militare del dopoguerra».
Massimo Iaretti

Covid, scoperto il primo caso di variante inglese in Piemonte

Si consolida  la collaborazione tra l’Ospedale Amedeo di Savoia e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta: attraverso la sinergia di competenze scientifiche e dotazioni tecnologiche avanzate per lo studio della diffusione in Piemonte delle nuove varianti del Covid19, è stato possibile identificare, nel vercellese, il primo caso piemontese di variante inglese del virus Sars-CoV-2 in una ragazza rientrata lo scorso 20 dicembre dall’Inghilterra; in via di conferma anche un altro caso, nel cuneese.

A dicembre, quando era stato lanciato l’allarme per la diffusione di una variante del virus pandemico, l’assessore regionale alla Ricerca applicata Covid, Matteo Marnati, aveva chiesto, alla luce della nota dell’Istituto superiore di Sanità, che si verificasse, attraverso le strutture regionali, una eventuale criticità. “Dalla valutazione dei reagenti che vengono utilizzati dai nostri laboratori pubblici e accreditati – afferma Marnati – si era verificato che l’eventuale variante era coperta in quanto reagenti utilizzati e test acquistati da Dirmei e dalle Asl piemontesi, prevedono la ricerca di più geni”.

“E il fatto di aver identificato il primo caso di variante inglese del Covid – aggiunge  – è la dimostrazione che attraverso i nostri test siamo in grado di intercettare tutte le varianti e, visto che il singolo caso non ha dato luogo a focolai, possiamo affermare che l’attività di prevenzione ha ben funzionato permettendo l’immediata identificazione del paziente. Ringrazio per l’efficienza il direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico che, nei prossimi giorni, attuerà un continuo monitoraggio di altri test molecolari”.

La prima analisi è stata fatta su 9 test, di cui 3 hanno dato, rispettivamente, risultato di variante inglese, uno in corso di valutazione (probabile variante inglese) e il terzo apparterrebbe ad una variante già conosciuta, circolante in Europa, ma che non avrebbe implicazioni di maggior patogenicità.

“Un ringraziamento particolare alla dottoressa Fulvia Milano, responsabile del laboratorio di Vercelli – conclude  Marnati – che ha conservato il test non appena resa nota la notizia della comparsa della variante inglese”.

La potenzialità di analisi con sequenziazione è di 96 campioni a settimana, fino a un massimo di 192 campioni, con un tempo di risposta in 5-6 giorni.