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È’ morta la bimba di 8 mesi caduta dal balcone con la mamma

Non è riuscita a sopravvivere la bimba di otto mesi, figlia di una coppia senegalese, caduta dal balcone alcuni giorni fa insieme alla madre che si era lanciata con lei nel vuoto per tentare di sfuggire a un incendio in un appartamento di via Rondissone. Le due erano state ricoverate in ospedale. La bimba, sottoposta a intervento chirurgico non ce l’ha fatta. La madre è fuori pericolo.

Approfittavano del lockdown per depredare aziende e tir

I Carabinieri individuano banda di rom, 10 le misure cautelari in corso di esecuzione

Torino, 19 giugno. Erano in grado di compiere fino 4 furti a notte, adottando una precisa strategia per eludere i controlli delle forze dell’ordine, ovvero agire prima nell’area industriale a sud della città metropolitana di Torino, per poi spostarsi e commettere i successivi colpi in zone geograficamente molto distanti, ma velocemente raggiungibili nel periodo di lockdown. La banda: <<…non è pericoloso con il virus andare a rubare? No, è meglio visto che non c’è nessuno in giro e nelle fabbriche…>>.

Dall’alba, in tutta la provincia di Torino, oltre 60 Carabinieri del Comando Provinciale di Torino stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip di Torino su richiesta della locale Procura della Repubblica (gruppo criminalità organizzata, comune e sicurezza urbana) e dell’A.G. per i minorenni, nei confronti degli appartenenti ad una banda criminale, tutti di origine bosniaca, responsabili di concorso in furto aggravato e ricettazione. 10 gli indagati destinatari di provvedimenti cautelari, 8 in carcere tra cui un minore e 2 divieti di dimora. Tra questi anche due ricettatori, un italiano ed un marocchino, a cui gli autori dei furti sirivolgevano per “piazzare” il materiale trafugato.

Le investigazioni, condotte per 4 mesi dai Carabinieri della Compagnia Torino Oltre Dora, hanno dimostrato l’esistenza di un gruppo criminale dimorante nei campi nomadi dell’hinterland torinese che, approfittando anche dell’assenza di mobilità legata alla situazione emergenziale, setacciavano le aree industriali e commerciali al fine di depredare magazzini di aziende ed il carico di autoarticolati parcheggiati nelle loro adiacenze.

33 i furti documentati dai militari dell’Arma, 20 in danno di furgoni e autoarticolati, 9 commessi all’interno di aziende e 4 perpetrati rispettivamente in un bar, una stazione di servizio e due associazioni.

Pretendeva rapporti sessuali dopo i litigi: arrestato

Alcuni giorni fa, gli agenti del Commissariato di Ivrea e Banchette avevano arrestato per violenza sessuale un uomo residente nel canavese.

Dopo ogni litigio con la compagna, il soggetto pretendeva dalla donna rapporti sessuali, richieste che la vittima spesso si vedeva costretta a soddisfare per paura di comportamenti violenti dell’uomo. Quest’ultimo, inoltre, non era nuovo a episodi di abuso di alcol ed era solito anche denigrare verbalmente la compagna.

Nello specifico, i poliziotti intervennero nell’abitazione della coppia dopo la richiesta d’aiuto della loro figlia alla quale la madre, prima che la ragazza uscisse di casa, aveva confidato i suoi timori nel restare sola in casa con il compagno a causa della sua aggressività. Al loro arrivo, gli agenti trovarono la donna scossa, che a stento tratteneva le lacrime, e l’uomo in stato di agitazione e con l’alito vinoso. Quest’ultimo aveva anche cercato di allontanare dall’abitazione gli operatori. La parte lesa raccontò poi che, prima dell’arrivo dei poliziotti, era stata costretta a un rapporto sessuale sebbene non ne fosse compiacente, violenza poi diagnosticata in ospedale.
Nei giorni scorsi il Tribunale di Ivrea, a seguito dell’attività del Commissariato di Ivrea, ha applicato nei confronti dell’uomo la misura cautelare degli arresti domiciliari (presso l’abitazione di un familiare) in relazione ai reati di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia.

Una mascherina per persone non udenti

Si chiama Technoprotex Crystal GP, ed è la mascherina realizzata dall’azienda AUNDE di Poirino per permettere anche alle persone non udenti di capire parole, stati d’animo ed emozioni.

L’Aunde Italia, con sede a Porino, produce tessuti e covers per il settore automotive, e dall’inizio della pandemia ha convertito una parte della propria produzione, iniziando a realizzare mascherine approvate dall’Iss-Istituto Superiore di Sanità.

La mascherina è stata presentata al Comune di Chieri, dove il Sindaco Alessandro SICCHIERO e l’assessore all’Istruzione e alla Cultura Antonella GIORDANO hanno incontrato Antonio COPPOLA (General Manager Aunde), Rossano DANIELE (Technical Manager Aunde), Antonio IOZZO (Presidente regionale ENS), Antonio CAMERLENGO (Presidente ENS Torino), l’interprete LIS Romina ROSSISimona PALEARI ed Alessandro CAVIGLIONE.

L’idea della mascherina è nata proprio da Simona PALEARI, insegnante chierese, figlia di genitori sordi: “Durante il ricovero di mio padre in ospedale mi sono resa conto di quanto fosse difficile comunicare con pazienti sordi. Così ho ideato il prototipo di una mascherina che, grazie a una finestrella trasparente, consente la lettura del labiale. L’Aunde ha sposato questo progetto. Le iniziali ‘GP’ nel nome della mascherina sono in ricordo di mio padre. Le mie eventuali royalty saranno da me devolute a un progetto di formazione degli insegnanti nel linguaggio LIS”.

La mascherina Technoprotex Crystal GP nasce da una modifica apportata a una mascherina già certificata dall’Istituto Superiore di Sanità. Si tratta di una mascherina lavabile, realizzata con tessuto in poliestere e con un filtro intercambiabile. Ora l’Aunde sta approdondendo le possibili migliorie da apportare al prototipo (colore, ampiezza interna,  ricircolo dell’aria, regolazioni), alla luce delle indicazioni fornite dall’Ente Nazionale Sordi del Piemonte e di Torino, per poi avviare l’iter per la certificazione anche di questa versione, infatti la certificazione è fondamentale per poter usare la mascherina anche in ambito sanitario.

“Durante l’emergenza Covid-19-commenta il Sindaco Alessandro SICCHIERO-ci siamo tutti resi conto di un’esigenza fondamentale mai valutata con la dovuta attenzione: la comunicazione verso le persone non udenti. Un problema sottovalutato, perché la popolazione non ha mai fatto un così largo uso delle mascherine. Invece, abbiamo visto come l’uso delle normali mascherine comporti per le persone non udenti l’impossibilità di interagire con gli altri, creando gravi disagi anche nello svolgimento delle più semplici attività, dal supermercato allo sportello di poste o banche, ma soprattutto durante i ricoveri ospedalieri. Sono felice che sia un’azienda del nostro territorio a realizzare questa speciale mascherina e che l’idea sia partita da Chieri”.

 

Semilibertà per i manager tedeschi della Thyssenkrupp

Non sono bastati gli appelli dei familiari delle sette vittime e l’impegno del Governo Conte: la Germania ha concesso la “semi-libertà” ai due manager tedeschi della ThyssenKrupp, Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, condannati in via definitiva dalla Magistratura italiana il 13 maggio 2016 per il rogo dell’acciaieria ThyssenKrupp di Torino del 6 dicembre 2007, in cui morirono sette operai: Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò, Giuseppe Demasi.

I due dirigenti della multinazionale dell’acciaio erano stati condannati dalla Cassazione italiana rispettivamente a 9 anni e 8 mesi e a 6 anni e 10 mesi di reclusione, poi ridotti a 5 anni di carcere, in base alla normativa tedesca.

Nello scorso mese di febbraio il Tribunale di Hammaveva respinto l’ennesimo ricorso presentato dai due dirigenti per evitare di scontare la condanna e sembrava si fossero aperte le porte del carcere per Espenhahn e Priegnitz, ma poi l’emergenza sanitaria legata al diffondersi del Covid-19 aveva fermato le attività giudiziarie in Germania.

Ora, secondo quanto riportano i media tedeschi, la Procura di Essen ha invece autorizzato la semi-libertà (offenen vollzug) per Espenhahn e Priegnitz: potranno continuare a lavorare di giorno (sempre per la ThyssenKrupp) e andare in carcere soltanto di notte. Presto potrebbero anche avere la possibilità di restare in famiglia per tutto il week-end.

Furiosi i familiari delle vittime, che stanno organizzando una manifestazione di protestadavanti al Tribunale di Torino, che li aveva recentemente rassicurati sulle prospettive della condanna, e poi, nelle prossime settimane, in Germania.

“La concessione di un regime ‘leggero’ di detenzione per i due manager tedeschi – afferma Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro – è una notizia inaspettata, che lascia perplessi sotto diversi punti di vista. Si sono usati due pesi e due misure: in Italia, i dirigenti ‘minori’ sono stati arrestati subito dopo la sentenza e hanno scontato un normale regime carcerario, almeno inizialmente; in Germania, i massimi vertici dell’azienda iniziano a pagare per le proprie responsabilità oltre quattro anni dopo la sentenza della Cassazione italiana. E non scontano neanche un normale periodo di detenzione: iniziano subito a usufruire di una sorta di ‘semi-libertà’. Quella della Magistratura tedesca è una decisione incomprensibile: la Giustizia dovrebbe valere allo stesso modo in ogni Paese d’Europa. Soprattutto, quando si tratta di omicidi. È una sconfitta per gli operai italiani”.

“Ci hanno preso in giro – ha dichiarato a Sicurezza e Lavoro Rosina Demasi, mamma di Giuseppe, uno dei 7 operai morti nel rogo – e siamo davvero arrabbiati tutti noi familiari delle vittime. Ci sono sempre state dette scuse, ci sono stati continui ritardi e alla fine i potenti non pagano mai. Non c’è giustizia per chi muore sul lavoro”.

“Sono sconvolto – ha detto a Sicurezza e Lavorol’ex operaio Thyssen Antonio Boccuzzi, scampato all’incendio – soprattutto dopo le rassicurazioni che ci avevano dato i magistrati italiani e il ministro della Giustizia Bonafede. Si aprono nuovi scenari nei rapporti con la Germania e si conferma la tendenza a lasciare impuniti, o puniti lievemente, i colpevoli delle morti sul lavoro”.

“Ancora una volta – afferma Federico Bellono, responsabile salute e sicurezza Cgil Torino – i manager tedeschi della Thyssen riescono a smentire chi dava per certo che avrebbero davvero pagato per la strage di 13 anni fa: la semilibertà non rende giustizia agli operai morti e alle loro famiglie, ed è un affronto a Torino, dove tanti lavoratori e lavoratrici continuano a morire di lavoro. Mi auguro che il Governo italiano faccia sentire la propria voce, per rimediare a un’evidente ingiustizia”.

Loredana Polito

(Sicurezza e lavoro)

In libertà vigilata, sfreccia per le strade della città

Trentasettenne marocchino arrestato

E’ domenica mattina e gli agenti della Squadra Volante notano un’autovettura
transitare in corso Novara. Intimato l’alt al conducente, l’uomo, un cittadino
marocchino di 37 anni, gesticola in direzione del ciglio stradale, manifestando la
volontà di fermarsi non appena lo spazio di parcheggio lo avesse consentito. Giunto
nei pressi di via Cigna però, il marocchino accelera bruscamente la marcia, iniziando
a zigzagare tra le auto in transito, inseguito dalla Polizia. Arrivato in corso Venezia, si
arrende all’impossibilità di riuscire a dileguarsi quindi abbandona l’autovettura e
tenta la fuga appiedata. Raggiunto e bloccato in piazza Baldissera, il trentasettenne
viene perquisito e nelle sue disponibilità vengono rinvenuti oltre 700 euro in
contanti. Nel corso di ulteriori accertamenti, emerge come lo straniero sia
attualmente sottoposto alla misura della libertà vigilata. Perquisendo in seguito
l’abitazione, gli agenti trovano all’interno della tasca di una giacca un involucro di
cellophane contenente circa un etto di hashish.
Lo straniero, con precedenti specifici di Polizia, è stato arrestato per detenzione di
sostanza stupefacente ai fini di spaccio e resistenza a pubblico ufficiale.

Pusher arrestato in condominio

Arrestato dagli agenti del commissariato Madonna di Campagna

Nei giorni scorsi, gli agenti del Commissariato Madonna di Campagna hanno
arrestato un cittadino gabonese di 40.
Dopo aver appreso che in uno stabile di corso Grosseto viveva un cittadino straniero
dedito alla vendita di sostanza stupefacente, gli agenti si sono recati nel palazzo in
questione. Al loro arrivo, hanno udito un uomo scendere e parlare al telefono
avvisando il proprio interlocutore di essere in arrivo. Una volta che si sono aperte le
porte dell’ascensore, l’uomo, un cittadino gabonese di 40 anni si è trovato difronte i
poliziotti che lo hanno fermato.
Nella sua tasca dei pantaloni, gli agenti hanno trovato 44 ovuli contenenti cocaina
per un peso complessivo di quasi 30 grammi. All’interno dell’abitazione dello
straniero, i poliziotti hanno trovato altri 60 grammi di crack, oltre al materiale
necessario al confezionamento delle dosi. Il quarantenne è stato arrestato per
spaccio di sostanza stupefacente.
(foto archivio)

Moncalieri, la bandiera luminosa sul castello

Un fascio di luci tricolore ha illuminato col il Castello di Moncalieri, sede del primo Reggimento Carabinieri ‘Piemonte

l’iniziativa è stata promossa dal Comune in collaborazione con l’Arma  per non dimenticare l’impegno di istituzioni, medici, volontari e cittadini durante l’emergenza Coronavirus. Commenta  il sindaco Paolo Montagna: “Illuminiamo con il Tricolore il Castello Reale, simbolo della nostra città, orgogliosi di essere moncalieresi e di essere italiani. Pensiamo ai nostri concittadini che non sono più con noi e alle loro famiglie”.
   

“Controllo del vicinato”, l’associazione si espande

Durante il periodo di quarantena imposto dal Covid19, dove moltissime attività si sono fermate, l’Associazione Controllo del Vicinato (ACDV) ha invitato tutti i suoi soci ed i cittadini che seguono la filosofia di Sicurezza partecipata a dare una mano ai vicini di casa più bisognosi, in sicurezza e nei limiti del possibile, e contemporaneamente ha continuato a crescere e migliorarsi.

Ricordiamo che il progetto dell’Associazione Controllo del Vicinato nasce in Italia nel 2008 ed oggi vede l’adesione di circa 67.000 famiglie in tutta Italia. Ribadiamo che il progetto non prevede ronde (a cui siamo contrari), ma persone attive e responsabili che, attraverso una rete e con un occhio attento su ciò che ci gli accade intorno, riducono le vulnerabilità delle proprie abitazioni e del proprio nel proprio quartiere. Sono inoltre in costante contatto tra loro e collaborano con le forze dell’ordine attraverso segnalazioni qualificate su fatti anomali che vengono notati.

Il rafforzamento del progetto di ACDV passa anche attraverso il nuovo sito web www.acdv.it  il quale, oltre alla grafica ed ai contenuti rinnovati, è ora anche interattivo consentendo a tutti i visitatori che avessero delle domande specifiche, o richiedessero semplicemente informazioni, di ricevere risposte in tempo reale.

ACdV si è inoltre dotata di un sistema webinar che permette di promuovere incontri e corsi con tutte le Amministrazioni, o semplici cittadini, che desiderassero approfondire le conoscenze sul progetto oppure supportare e istruire dei nuovi  gruppi di Controllo del Vicinato.

Importante è anche il nuovo CDV Channel, canale su youtube di ACDV, con interviste ed approfondimenti su come attuare la filosofia della Sicurezza Partecipata con continui nuovi argomenti.

Una vera e propria piattaforma sempre attenta alla Sicurezza Partecipata che fa della coesione sociale, all’interno delle comunità territoriali e dell’associazione, l’elemento propedeutico per contrastare furti e truffe, elemento che, già nel maggio del 2015, l’ex prefetto Gabrielli, oggi Capo della Polizia, già approvava perchè “una rete di cittadini attivi e consapevoli migliora sensibilmente la sicurezza”.

Lo dichiara in una nota il Presidente dell’Associazione Controllo del Vicinato Ferdinando Raffero

Perseguita la ex convivente, Stalker arrestato 

Nella tarda mattinata di sabato, gli agenti del Commissariato San Secondo sono
intervenuti in un palazzo di Borgo Filadelfia per la segnalazione di una donna che
lamentava la presenza del suo ex convivente davanti alla porta di casa.
Solo qualche giorno prima, la donna era stata vittima di un’aggressione da parte
dell’uomo che però si era dato alla fuga prima dell’arrivo della Polizia. Sabato, però,
gli agenti hanno rintracciato l’uomo, un cittadino rumeno di 44 anni, all’interno di un
locale di corso Unione Sovietica e lo hanno arrestato per atti persecutori.
Dopo l’aggressione di qualche giorno prima, la donna si era allontanata da casa,
temendo per sé e per l’incolumità dei suoi familiari e vi aveva fatto ritorno solo
sabato per prendere degli abiti. Nonostante l’assenza della vittima, lo stalker aveva
continuato a recarsi presso l’abitazione della donna, stazionando sul pianerottolo,
per cercare di vederla. A questo fine, l’aveva anche contattata, facendo credere alla
sua ex convivente di voler suicidarsi. Temendo per la sua incolumità, però, la donna
non aveva acconsentito ad alcun incontro. Sabato, mentre la donna era in casa, l’ex
convivente ha suonato al campanello di casa ma la parte lesa non ha aperto la porta
e ha avvisato la Polizia. In quel momento è arrivata un’amica della vittima, il
quarantaquattrenne l’ha vista e si è allontanato da pianerottolo. La fuga del reo,
come detto, è però finita in un locale di corso Unione Sovietica.