Da sabato 21 luglio a domenica 5 agosto la Sala Archi del Centro Ricreativo “Tiziano Falda” di Cesara (Vb) ospiterà le opere della scultrice Carla Bonecchi.La mostra s’intitola “Convivium.Le vite degli altri e altri percorsi” e propone un percorso emozionale sui temi cari all’artista che da sempre è impegnata sulle questioni sociali, i beni comuni, l’abbattimento di confini e discriminazioni. Già nel titolo è intuibile il progetto. Convivio equivale a banchetto, riunione, insieme di persone ; in un convivio c’è una comunità che vive un momento di contatto profondo. Dove c’è convivio, ricorda l’artista “ci sono persone adunate per intenti comuni e alti”. Carla Bonecchi, diplomata in scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera e docente di discipline plastiche e scultoree presso il Liceo artistico statale di Omegna, ha coordinato e curato molti progetti sul artistici, esponendo le sue opere in spazi pubblici e privati, in mostre collettive e personali. Qualche tempo fa aveva offerto con la sua installazione “Primo approdo” una straordinaria testimonianza sui migranti che approdano sulle coste del Mediterraneo, fuggendo da guerre, violenze e povertà, in cerca della speranza di una vita migliore. Se in quel caso si trattava di una denuncia nei confronti di chi chiude le porte a questi profughi facendo leva sulle nostre paure, in “Convivium” Carla Bonecchi riassume il suo pensiero sulle vite degli altri, il mediterraneo – comeluogo di passaggi e incontri, simbolo della speranza – e l’Europa come unione dei popoli nella diversità, dotata di un’anima solidale e aperta. Il percorso artistico delle opere della scultrice , scandito dalle scritte a Led, termina affacciandosi su un banchetto “povero” , ma “necessario”, costituito da solo pane. Un messaggio esplicito e netto che deriva dal latino “cum panis”,parola che accomuna coloro che mangiano lo stesso pane e condividono anche l’esistenza con tutto quello che comporta: gioia, lavoro, lotta e anche sofferenze. Per dirla con le parole di Carla Bonecchi “solo se la tavola non è chiusa, ma aperta a chi bussa, allo straniero, al pellegrino, al povero, è una tavola veramente umana”. Così “rapportarsi al cibo anche povero costituisce una scuola di sapienza del vivere, una palestra in cui imparare le nozioni fondamentali della convivenza civile; banchettare è un gesto sociale, il segno della comunità nel suo ritrovarsi, fare memoria, fare festa; nutrirsi ha valore simbolico e sacro, è un insieme naturale e culturale”. La tavola diventa luogo di comunicazione e scambio in cui si esprime fiducia reciproca,creando il “convivio”. La mostra a ingresso libero sarà aperta il sabato e i festivi dalle 18 alle 19,30. Da martedì a venerdì, con gli stessi orari, solo su appuntamento (cell. 335 6647843).
Marco Travaglini
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