“La Città non può tollerare che una fondazione non sia in grado di mantenere i rapporti con un importante soggetto culturale – ha sottolineato la Sindaca di Torino, Chiara Appendino – È la seconda volta che apprendiamo informazioni importanti riguardanti la Fondazione Torino Musei leggendo le dichiarazioni della presidente a mezzo stampa. Questo non è tollerabile, perché se fossimo stati interpellati come amministrazione, avremmo potuto dare il nostro sostegno ad una mostra che avrebbe completato la trilogia sulla pittura impressionista dopo le mostre di Renoir e Monet. Mi aspetto che per responsabilità nei prossimi giorni la presidente rassegni le proprie dimissioni”.
La sindaca commenta così il possibile annullamento della mostra di Manet, che nel 2017 avrebbe dovuto concludere il ciclo dei grandi impressionisti ospitati a Torino, paventato sui giornali da Patrizia Asproni, presidente della Fondazione Torino Musei . La Giunta insediatasi da pochi mesi “per il bene della città non ha messo in discussione programmazioni culturali già avviate e, tanto meno, è intervenuta su una mostra così importante, i cui tempi di progettazione e realizzazione sono lunghi”, aggiunge l’assessore alla Cultura del capoluogo piemontese, Francesca Leon.
La replica di Asproni arriva via Ansa: “Sono davvero stupita della reazione della Appendino, che farebbe meglio ad informarsi alla fonte prima di fare dichiarazioni simili. Come può dire che non ci sarà la mostra di Manet, quando non ho mai parlato con Skira,(l’organizzatore – ndr)? Quindi non posso dire se sia ancora interessata o meno a una coproduzione della mostra”.
Di certo c’è solo il fatto che tra Fondazione Torino Musei e Città la polemica continua e le responsabilità si rimbalzano da un soggetto all’altro.
(nell’immagine: Manet, l’esecuzione dell’imperatore Massimiliano)
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