Uno stop su aree più vaste, come tangenziali e autostrade, se l’allarme diventa di ampia scala
La situazione difficile dell’inquinamento e della carenza di pioggia vede scendere in campo anche il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, che chiede un campione di centraline su aree omogenee dal punto di vista climatico e soglie di allarme con prescrizioni automatiche. Ad esempio il blocco delle auto più inquinanti quando si verifica il grado più alto di inquinamento e uno stop su aree più vaste, come tangenziali e autostrade, se l’allarme diventa di ampia scala.
IL DIBATTITO A PALAZZO LASCARIS
Impegnare la Giunta regionale “a presentare nel più breve tempo possibile il nuovo Piano di risanamento della qualità dell’aria, la cui ultima versione risale a quattordici anni fa” e il Consiglio regionale a invitare il Governo “ad aumentare le risorse economiche da destinare al trasporto pubblico urbano ed extraurbano, finanziando ulteriormente il fondo nazionale per il rinnovo del material rotabile; a definire, a seguito d’intesa in sede di Conferenza unificata Stato-Comuni-Regioni, una norma che preveda il rilievo e l’analisi delle emissioni in aree geografiche omogenee e l’istituzione di una cabina di regia che valuti, a seguito dei primi giorni consecutivi di superamento dei limiti medi giornalieri della presenza in aria delle sostanze inquinanti, misure che progressivamente limitino il maggior numero di emissioni inquinanti, a partire dal traffico veicolare privato; a nuovi controlli sulle emissioni reali degli autoveicoli, applicando immediatamente i nuovi criteri di prova per l’omologazione dei veicoli immessi sul mercato”. È quanto si propone l’ordine del giorno presentato dal primo firmatario Marco Grimaldi (Sel), approvato dall’Assemblea regionale nella seduta di lunedì 28 dicembre.
Dopo l’illustrazione del documento il presidente della Giunta regionale Sergio Chiamparino ha annunciato il prossimo incontro – mercoledì 30 dicembre – dell’assessore all’Ambiente Alberto Valmaggia con il Governo e sottolineato l’importanza di “evitare il rischio dell’emotività di breve periodo per mettere in atto strategie capaci di rivelarsi efficaci ed efficienti sul medio e lungo raggio. Da quando vengono condotte le rilevazioni articolate, il miglioramento di tutti i parametri su Torino è indiscutibile: per questo devono essere incoraggiate politiche adeguate dal teleriscaldamento al passaggio ad auto e mezzi pubblici meno inquinanti. Per quanto mi riguarda, intendo proporre alla Conferenza unificata Stato-Città-Regioni di definire aree omogenee per avere centraline omogenee per i rilevamenti e stabilire soglie di allarme cui corrispondano meccanismi e prescrizioni semiautomatici in caso di necessità, lasciando comunque ai sindaci, in ultima istanza, decidere se firmare per l’entrata in vigore dei provvedimenti”.
INCENDI: LA REGIONE CHIEDE COLLABORAZIONE AI CITTADINI
La perdurante siccità crea anche l’emergenza incendi boschivi in Piemonte e prosegue pertanto l’attività coordinata di tutto il sistema costituito da Protezione civile regionale, Corpo Forestale dello Stato, Corpo Volontari AIB Piemonte, Vigili del fuoco e ditte elicotteristiche private e supportato dai velivoli del Dipartimento nazionale di Protezione civile.
Dal 5 novembre, data di inizio dell’emergenza, sono stati effettuati 279 interventi su incendi divampati in tutto il Piemonte, così suddivisi per provincia: Cuneo 103, Torino 91, Biella 53, Novara 13, VCO 10, Vercelli 8, Asti 1). Alle operazioni di estinzione hanno partecipato 2385 volontari del Corpo AIB Piemonte, l’associazione convenzionata con la Regione per tutte le attività di prevenzione ed estinzione degli incendi boschivi.
La Regione comunica che resta in vigore lo stato di massima pericolosità, e con esso tutti i divieti e le sanzioni previste dalle normative nazionale e regionale. Si invitano pertanto i cittadini a prestare la massima collaborazione:
– nel segnalare un incendio al numero 1515 (Corpo Forestale dello Stato) o al numero verde 800807091 (sala operativa regionale presso il Corpo Forestale dello Stato);
– nel prestare particolare attenzione a tutte quelle azioni responsabili di causare incendi boschivi, informandosi su quanto prevede la normativa nazionale e regionale, in materia (l.353/2000 e l.r. 21/2013) ed il decreto legislativo 91/13 art. 182 comma 6bis, secondo cui “nel periodo di massimo rischio per gli incendi boschivi, dichiarati dalle Regioni, la combustione di residui vegetali agricoli e forestali è sempre vietata”.
Si ricorda altresì che il reato di incendio boschivo è punito dalla legge: l’art. 423bis del Codice penale recita che “Chiunque cagioni un incendio su boschi, selve o foreste ovvero su vivai forestali destinati al rimboschimento, propri o altrui, è punito con la reclusione da quattro a dieci anni. Se l’incendio di cui al primo comma è cagionato per colpa, la pena è della reclusione da uno a cinque anni”.
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