SOMMARIO: Il nuovo mostro di Firenze – Pavese dimenticato – Lettere


Silenzio su Pavese
Salvo “ Il Torinese”, che gli ha dedicato un bell’articolo di Marco Travaglini, ed altri quotidiani, un certo relativo silenzio ha circondato i 75 anni dalla morte di Pavese arcicelebrato in passato in modo persino fastidioso. Ebbi un premio “Pavese” insieme ad Asor Rosa e colsi come a Santo Stefano Belbo il culto Pavesiano resistesse al tempo molto più che a Torino dove il liceo d’Azeglio lo ha messo in naftalina. Solo il preside Ramella seppe ricordarlo in modo degno.
Il premio Pavese ha perduto quasi ogni visibilità. L’oblio è in parte dovuto al Taccuino pubblicato con decenni di ritardo da Lorenzo Mondo da cui viene fuori un Pavese non antifascista e certamente non comunista che addirittura ha simpatia per la Germania hitleriana. L’editore Aragno ha ripubblicato l’esile Taccuino, ma l’ ha fatto precedere da un numero spropositato di pagine di Angelo D’Orsi e di un curatore che si perdono in una serie di “avvertenze per l’uso” del Taccuino al fine di mettere in guardia il lettore e ribadire ancora una volta la solita vulgata. Una cosa vergognosa come vergognose furono le reazioni di Pajetta, della Ginzburg, della Pivano e di altri. La verità è che Pavese non era un “compagno” per citare un suo titolo , forse non era neppure interessato alla politica . Prese la tessera del PNF e andò al confino. Poi durante l’occupazione tedesca scrisse il Taccuino e secondo alcuni prese anche la tessera del PFR. Oggi bisogna concentrarsi sullo scrittore, ma gli storici e i critici letterari non si interessano più alle sue opere. Forse anche i lettori lo hanno dimenticato. I tempi in cui il falegname Nuto, amico di Pavese, veniva intervistato come un oracolo sono finiti non solo perché anche lui è morto. Oggi si scrive più di una Murgia qualsiasi che di uno scrittore e poeta che ha segnato almeno in parte il Novecento italiano.
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