E’ morto nei giorni scorsi il musicista Cesare Gianotti, leader del gruppo musicale degli anni Settanta, La Strana Società, celeberrimo il brano Pop Corn. Ecco un ricordo scritto da Pier Franco Quaglieni
Cesare Gianotti , compositore e musicista, anima del gruppo “La strana società“, era il figlio di un noto farmacista di Moncalieri appassionato di musica fin dagli anni del liceo. Fu mio compagno di scuola. Ha girato il mondo suonando. Era tornato in Italia dopo molti anni e ci ritrovammo piacevolmente su Facebook . Era un uomo che amava la gioia di vivere. Apprendendo la notizia della sua scomparsa ieri, sono rimasto colpito e addolorato. Lui che mi segui’ nelle mie avventure politiche giovanili ed era vissuto all’estero, mi chiamò “onorevole“. Quando gli dissi che non ero mai stato deputato, mi disse con generosità che la mia vita era comunque molto onorevole. Credo che la sua vita, dedicata alla musica, limitandosi al conseguimento della maturità classica, sia stata molto limpida e coerente. Cesare era un idealista e un uomo molto appassionato che merita di essere ricordato. (nella foto, Gianotti è il primo a sinistra)
Pier Franco Quaglieni
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Sono addolorato e dispiaciuto di aver appreso questa triste notizia. Sono stato un grande appassionato del gruppo(La strana società) sin da bambino e l’ho seguita con passione e applicazione da sempre. Ho nei miei archivi tutto del gruppo (sono anche io Torinese) e ho tutti i 45 giri nonchè i 33 dal 1970 anno di fondazione fino al 1980 che la vera formazione del gruppo è stato in attività. Ma l’ho seguita comunque anche in seguito grazie proprio a Cesare Gianotti che portava avanti il nome del gruppo senza mai farlo scomparire. Ricordo l’anno che entrò a farne parte era il 1975(mi pare) e sostitui il tastierista uscente Carlo Lena. Impazzivo per la voce del cantante Celestino Scaringella ma comunque del gruppo tutto, e in seguito essendo anche il sottoscritto un cantante (mai decollato a certi livelli) ebbi anche l’opportunità in una manifestazione canora di fare la conoscenza di Valerio Liboni batterista,torinese e torinista come il sottoscritto.
Riposa in pace fratello Cesare ti ricorderò sempre con affetto a te e tutti gl’altri e non dimenticherò mai quando ci sentimmo telefonicamente ( allora abitavi in via Giacomo Medici) perchè avevo bisogno della partitura di un vostro pezzo,(Mi pare ” Era ancora primavera ” forse “Nel giardino di Tamara” e tu ti facesti in quattro per farmela avere.